Mangiar o esser Mangiato, Contest a Tema Giugno

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view post Posted on 28/6/2018, 15:25
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isshonome
Dipendente Ministeriale ☯ C.M.I. ☯ 44 anni ☯ Giapponese
PS: 169 ☯ PC: 115 ☯ PM: 115 ☯ EXP: 25.5


Nelle memorie del tempo vagava il volto assente del Giapponese. Seduto all'ombra del chiosco inglese scoperto da poco grazie alla discepola Lia, Issho era attento a ricordare, ripensare e ri-vivere un episodio della propria adolescenza, degli ultimi anni ancora in piena vitalita' della Mahoutokoro, in una sezione di vacanze.

28 anni prima...


"Si ritrovava a Kyoto, nella rurale regione del Giappone. La sua frazione, paesello come adorava chiamarlo, di Ohara, ai piedi del monte Hiei, era ancora moderatamente distante dalla urbanizzazione moderna della Tokyo degli stessi anni. In gita, forse piu' per lavoro che per divertimento, con il padre babbano, avanzava per la folta vegetazione ai piedi del monte, in cerca di piante, semi, bacche e, se ci scappava, qualche animale selvatico da portare nella umile casa. Da sempre, come era noto anche ai suoi coetanei, il ragazzo si mostrava molto laborioso e ``utile`` alla vita pesante dei propri genitori, aiutando come poteva e mettendo a disposizione in episodi come questo, la forza della propria gioventu' , benche' fosse oramai passato del tempo dall'incidente. Nell'avanzata per quella che era, anche si ridotta, una vera e propria foresta circondata molto lontanamente da vari templi che si ergevano quasi a protezione del monte, Issho e suo padre non perdevano mai occasione per dialogare nella calma e sempre attenta natura selvaggia che li circondava.
Iss, ricordi sempre perche' veniamo in questa chiazza selvaggia prima che il sole sia splendente in cielo? Domandava con un solito sorriso il padre al figlio. Quel sorriso sarebbe stato il pane quotidiano e eredita' del giovane giapponese. Erano le prime ore del mattino, le 4/5, dove la luce era ancora troppo debole per essere usata come aiuto o per illuminare il sentiero. Certo Pa-san. Si limito' ad affermar docilmente. Bene, allora lasciamelo ripetere. Finche' avro' fiato non finiro' mai di ripeter cose che reputo indispensabili. Se non c'e' pianificazione, la legge della giungla prevarrebbe. Se non c'e' organizzazione, non otterremmo risultati e molto probabilmente materiali e risorse. Le parole del padre erano sempre state fonte di insegnamento e, paradossalmente, ricche di magia per quanto fosse babbano. Tutto aveva un perche', a partire dal sole stesso. La troppa luce faceva rintanare gli animali notturni, piu' preda e fonte di sostentamento per i ``cacciatori`` di quelle zone. La rugiada che manteneva fresca e viva le varie piante con seme, con la troppa luce e quindi troppo caldo, perdevano quella loro naturale protezione, arrivano danneggiate alla loro dimora e in ultimo, sicuramente sempre il caldo contribuiva alla fatica e stanchezza dei viaggiatori. Il padre, con le sue parole, non mancava mai a contestualizzare la realta' sociale nella quale si viveva. Non siamo poi tanto diversi dagli animali selvatici che vivono in una societa' ``giunglare`` come questa. Qui tutto gira fluidamente in funzione dei propri regolamenti e propri ecosistemi, dei propri istinti e vizi. Noi dovremmo imparare a mantenere, come fa questo ecosistema, fluido quel meccanismo, senza far dimenticanza di quanto importante siano le regole della nostra comunitą, quelle buone e giuste ovviamente, a favore dei diritti e della vita quotidiana di ogni elemento. Un ulteriore sorriso e, fermato momentaneamente il passo, fisso' il figlio per concludere momentaneamente quel suo discorso. Siamo animali, ma politici, facenti parte di un sistema statale. Se saltano le regole, le garanzie...se ad esse sostituiamo la legge della giungla, prima o poi chiunque e' a rischio e prima o poi un paese va alla deriva. Quindi osserva, ammira, studia ma adatta al contesto. Pianifica e organizzati. Questo e' il trucco del vivere. Brevi frasi, coincise e scandite al ritmo di un picchio battente il becco nel proprio albero dominato di quella giungla selvaggia. Il padre era la sua formazione primaria di educazione. Una formazione babbana, sana e vincolata alla visione sociale puramente, senza badare a quella magica che aveva gia' modo di provare, studiare e sperimentare negli ambienti magici scolastici. Il ragazzo, a seguito del passo forte e deciso del padre, rimaneva in silenzio ad assorbire i suoi insegnamenti, cercando di emularlo nella scalata naturale, facendosi aiuto con il proprio bambu' proveniente da quella stessa giungla e donatagli dallo stesso genitore poco dopo la ripresa in ospedale dall'incidente. Pa-san, quant'č naturale per noi uomini vivere a contatto con la natura, in una giungla come questa? A cosa possiamo aspirare? Chiedeva incuriosito. Non esistevano domande banali per lui, ma solo le risposte potevano esserlo e il padre lo sapeva bene. Vedi Iss. Certe volte si ritengono naturali cose della vita moderna superflue, quelle cose meccaniche, il guidare una macchina, stendere i panni, giudicare persone e fatti.... Poi a un certo punto, non sai ne il come ne il perche', qualcosa cambia e per qualche minuto, ora, anno della tua vita perdi ogni contatto con il mondo civile e ti senti come se fossi stato catapultato in una giungla, come un selvaggio. Ti senti selvaggio. Vivi da selvaggio. Perche'? Perche' e' questa la nascita dell'uomo, il suo istinto. La sua vocazione e' stare in sincronia con la natura che ci richiama perennemente al nostro posto. Ma oramai siamo, sempre paradossalmente, troppo lontani da essa come societa' moderna per tornarci assieme. Ecco perche' bisogna contestualizzare, organizzare e pianificare. Cosa ti ho detto prima? Siamo animali non piu' selvatici, ma politici. Prendiamo il modello naturale e traduciamolo in parole attuali. Il padre, gia' anziano, sapeva della predisposizione e partecipazione del figlio alla vita politica, intesa come attivita' a comitati per salvaguardia di diritti sociali, che fossero a scuola o nella societa' babbana presenti. Sapeva che in un lontano futuro il figlio avrebbe potuto far tesoro di quegli insegnamenti alla penombra della giungla. In questa traduzione, figlio mio, ricorda che quando si instaura una societa'-giungla, i nemici veri sono quelli che avrai in casa, perche' ``impossibili`` da addomesticare come animali. Dunque, non ti illudero' dicendoti che studiare e organizzare sia l'unico modo per ottenere un ottimo risultato. Ci sara' sempre un problema di fondo in questa societa' naturale tradotta, dettata dall'unica legge emanata dalla stessa natura. Fermo' un'ultima volta, accovacciandosi per rimanere nascosto e invitando il figlio a fare lo stesso. Molto distanti da loro, fra grovigli di rami e foglie, in una pozza stagnante d'acqua piovana, stava un piccolo orso in procinto di divorar una preda, scimmia da lontanamente immaginabile. Ultime parole echeggiavano. Per la legge della giungla, si deve uccidere solo per mangiare o per non essere mangiati. "

Calava il sipario sul pensiero del passato. Ritrovava ora vigore lo sguardo del giapponese al chiosco che, illuminato ora da un bellissimo raggio di sole, si limitava a commentar se stesso ad alta voce, mosso forse da tristezza e malincuore. Mangiare o esser mangiato.

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