Walking on sunshine, Privata

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view post Posted on 29/6/2018, 20:44
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Jolene


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☇ Età: 20 | ☇ Strega Adulta | ☇ Outfit

Non è difficile distinguere il passo di chi esce di casa per il semplice gusto di passeggiare da quello di qualcuno trasportato dalle commissioni e dai doveri. Il primo ha inevitabilmente una cadenza più rilassata, sembra indugiare più a lungo sul marciapiede, come se non sapesse da che parte dirigersi. Senza una meta precisa, lo sguardo ha il tempo di spaziare sul mondo circostante: libero da interessi personali, esso si sofferma su elementi che normalmente passerebbero inosservati.
Prendete Jolene, ad esempio: una giovane annoiata in una pigra mattinata di sole, una di quelle che sarebbe un peccato passare chiusi tra le mura domestiche. Il suo lieto vagare per le strade di Hogsmeade aveva la naturalezza e la casualità di una foglia dispersa dal vento. Senza curarsi della propria identità, si lasciava assorbire dal paesaggio che la circondava e dalle curiose figure che lo popolavano. Non che fossero numerose, a quell'ora del giorno: il villaggio sembrava per lo più addormentato. In un clima tanto tranquillo, nemmeno la testa tra le nuvole della Rossa avrebbe potuto farle fare la figuraccia di sbattere accidentalmente contro qualcuno, e questo sicuramente è un bene perché, altrimenti, non sentirei di garantire per lei.
Le pupille, minute come punte di spillo, fluttuavano in uno spazio aereo non meglio definito, da qualche parte al di sopra di lei. Ispezionavano ora un comignolo, ora l'insegna di un negozio, ora i fiori al davanzale di una finestra.
Quella giornata era oziosa come la vita che stava conducendo nell'ultimo periodo: senza un lavoro o un'altra occupazione che la portasse fuori di casa, le ore si trascinavano senza entusiasmo e senza dolore tra le mura della villetta genitoriale. Jolene stava approfittando di quel momento di pausa per passare di nuovo del tempo con i genitori: leggeva a Virginia mentre quest'ultima cucinava, leggeva ad Oscar mentre si riposava sul dondolo in giardino, leggeva da sola, stesa al sole come un gatto. Era un periodo roseo per le sue letture.
Per quanto le facesse piacere essere di sostegno alla famiglia, avrebbe prediletto una modalità più attiva di contribuire al suo benessere. Per il momento, però, sembrava che non avesse niente di meglio da fare se non approfittare di alcune ore, in cui la madre accompagnava il marito per una visita in ospedale, per uscire di casa. E cosa stava facendo? Naturalmente, stava cercando un posto tranquillo dove leggere.
Quando la sua pace venne bruscamente interrotta, non se ne rese conto subito. Le ci vollero alcuni secondi, in cui le ciglia sbatterono velocemente, facendole riacquistare la capacità di una vista mirata e consapevole. Infine, le apparve un viso piuttosto torvo e accigliato.
«Allora, signorina?» Il tono impaziente testimoniava che Jolene si era persa una richiesta apparentemente urgente. «Mi può aiutare o no?»
«Mi scusi?»
«Le ho chiesto...» sbottò la donna: di mezza età, era ancora in forze e aveva modi decisi e bruschi. L'aveva fermata senza tanti complimenti, piazzandosi davanti a lei con le mani sui fianchi. «...se conosce l'Ostello del Berretto Rosso e mi ci sa indirizzare.»
La White cercò di fare mente locale, ma non si accese nessuna lampadina. «No, ecco, non ne ho mai sentito parlare. Però Hogsmeade è un villaggio piccolo, non può essere lontano.»
Di fronte all'alzata di occhi della donna, si sentì in dovere di fare qualcosa di più, di apportare un aiuto più consistente. Si guardò disperatamente intorno e, rivolgendosi alla prima persona che le sarebbe capitata a tiro, avrebbe domandato: «Mi scusi, lei è di queste parti?»



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view post Posted on 2/7/2018, 18:02
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LA MANGIAMORTE

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-Porca Morgana….-

Il dorso della mano venne passato sulla fronte, asciugando una goccia di sudore pronta a caderle lungo il viso, osservandosi mollemente attorno. Usciva dall’ufficio postale Rowena, il volto contratto in una smorfia fin troppo infastidita, sia per l’assurda e lunghissima coda che aveva trovato, sia per il caldo opprimente che la fiaccava particolarmente. Avrebbe volentieri passato la sua mattinata distesa sul divano in mutande, rinfrescandosi ogni tanto con qualche getto benefico della bacchetta, ma il suo corvo aveva deciso di non collaborare, mostrando il suo carattere testardo e indisponente. Il pennuto aveva infatti preso la scelta di non fare da postino per quel giorno, obbligando la mangiamorte a vestirsi, darsi un minimo di ordine e materializzarsi sulla High Street.
Camminava dunque con passo lento, cercando una sparuta ombra sotto i tendoni dei negozi, diretta verso l’unico luogo che avrebbe dato un minimo di sollievo: il testa di porco. Lí, avrebbe preso un qualcosa di rinfrescante, uno dei tanti drink ghiacciati, per poi smaterializzarsi a casa, spogliandosi frettolosamente degli indumenti e infilarsi sotto una doccia rinfrescante. Questo era il piano, ma come tale, avrebbe incontrato degli imprevisti.
L’imprevisto di oggi non venne da solo, era doppio e si presentava sotto le due facce della stessa medaglia. La prima era una donna di mezz’età, i capelli striati di bianco e giallo paglierino, i modi bruschi e il fare deciso, qualcosa che Rowena avrebbe voluto volentieri evitare, l’altra, era invece una visione molto più piacevole, fatta di un corpo minuto e da lunghi capelli rossi. Ora, Rowena le aveva viste parlare da lontano e figurarsi, il loro parlare concitato, almeno della donna più anziana, suonava come un probabile problema ma aggirarle significava esporsi ai raggi del sole e tra le due, il camminare dritto, accelerando leggermente il passo, sembrava la soluzione migliore. Mai scelta fu più sbagliata.
Quando la rossa si voltò verso di lei, con sguardo speranzoso e disperato, Rowena abbassò il capo, tirò un sospiro e disse un unica solitaria sillaba

-Si.-

conscia che, se voleva proseguire, avrebbe dovuto dare loro le informazioni necessarie, anche perché oramai, la figura corpulenta della signora si era fatta fin troppo vicina e le bloccava del tutto la strada. Portò le mani alla cintura che teneva alla vita, con tanto di fondina per la bacchetta che ovviamente dimorava al suo posto e che nel complesso, aiutava a dare una forma alla tunica verde che aveva indosso.

-Come posso aiutarvi?-

apparentemente cortese, un sorriso tirato tra le labbra.



kPQozFA

Edited by Trhesy - 30/11/2019, 21:35
 
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view post Posted on 3/7/2018, 16:15
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Jolene


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☇ Età: 20 | ☇ Strega Adulta

Il Fato decise che la malcapitata dovesse essere una donna giovane ma più matura di Jolene, dai lunghi capelli scuri e tutta l'aria di essere di fretta. Nel momento in cui aveva evitato di guardarla, la White aveva temuto che avrebbe tirato dritto lasciandola al suo destino, ma con grande sollievo aveva visto che invece aveva accolto la sua richiesta di aiuto.
D'altra parte, in men che non si dica la donna aveva fatto in modo di averle entrambe in pugno, sfruttando strategicamente la propria considerevole mole e l'aria vagamente minacciosa che, almeno per quanto riguardava la Rossa, non ammetteva possibilità di replica.
Grata alla sconosciuta per essersi fermata, Jolene le rivolse un timido sorriso di scuse.
«Ecco, la signora...» Ma fu bruscamente interrotta.
«Mi lasci parlare ragazza, il Kneazle non mi ha ancora mangiato la lingua.» Senza darle la possibilità di replicare, proseguì nel suo discorso: le parole davano l'impressione di susseguirsi a passo di marcia come tanti obbedienti soldati messi in campo da quella furia marziale che era la Strega. Ci sarebbe voluto un tono alto e deciso per poterla interrompere, nonché una sfacciataggine che la ragazza non possedeva.
«Stavo dicendo che cerco l'Ostello del Berretto Rosso. E' da queste parti, ma sa Merlino se non sono della zona. Non è possibile che non lo conosciate. E' insolito che qualcuno ci vada a quest'ora del giorno, ma vengo da lontano e non posso aspettare. E' un locale piccolo ma frequentato...certo, non da gente come lei.»
Così dicendo scoccò un'occhiata a Jolene, squadrandola da capo a piedi con disapprovazione. Non era ben chiaro alla giovane che cosa potesse suscitare tanta indignazione: nel suo vestito a fiori e con l'aria pulita e tranquilla, normalmente otteneva solo occhiate benevole. Questa particolare Strega, invece, sembrava avere altre preferenze, e l'Ostello che stava cercando doveva essere una bettola al pari del Testa di Porco, se non addirittura più discutibile.
«Allora, sa qualcosa? O devo interrogare tutto il villaggio prima di trovarlo?»
Jolene avrebbe giurato che sarebbe stata in grado di rivoltare tutta Hogsmeade come un calzino, non sembrava una persona con cui si potesse scherzare. Guardò speranzosa la giovane Strega, senza sapere come intervenire in maniera costruttiva.




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view post Posted on 4/9/2018, 22:00
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LA MANGIAMORTE

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Gli occhi nocciola osservarono il viso dell’interlocutrice più giovane apprezzandone l’avvenenza e quel sorriso di scuse che venne accennato tra le labbra che si schiusero, mostrando l’intenzione di parlare. Ma la donna si piazzò tra di loro, interrompendola in malo modo. Rowena si vede costretta quasi ad arretrare di un passo tanto era l’irruenza di quest'ultima e il volto dapprima cortese, si faceva sempre più insofferente man mano che lei parlava. Quando ebbe finito rispose, il tono di voce pacato nonostante lo sguardo truce.

-Si so dov’è.-

disse mentendo abilmente. Non aveva la più pallida idea di dove fosse l’ostello e non sapeva nemmeno se esistesse realmente, eppure palesava una certa sicurezza sia nel tono, che nell'atteggiamento. Se ne stava con la schiena dritta, le mani strette a pugno sui fianchi, sembrava quasi una maestra pronta ad ammonire uno studente dispettoso più che qualcuno incline a rispondere alla domanda della signora.

-Ma non ho la minima intenzione di aiutare una vecchia maleducata megera come lei…-

Sollevato leggermente il viso le scoccò un occhiata funesta prima di allungare il braccio destro disteso davanti a se, usando questo per cercare di farsi largo, tentando di afferrare con la mano sinistra il gomito della rossa per portarsela via con lei e salvarla da probabili urla ed epiteti pochi carini.
Se vi fosse riuscita, con passo celere avrebbe camminato allontanandosi dalla donna, scortando la figura minuta come per proteggerla. Non era solita a questi atteggiamenti ma la cortesia della giovane e quei modi semplici, l’avevano ispirata in uno slancio di bontà, proprio a lei che della bontà non sapeva che farsene.

-Non dovresti farti trattare così…-

disse, lasciandole il braccio sempre se lei non l’avesse anticipata sul tempo.

-Dovevi rispondere a tono a quella figlia di Morgana...-

Voltò lo sguardo, per controllare che non venissero seguite, rallentando di conseguenza il passo se così fosse stato.
 
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view post Posted on 13/9/2018, 16:33
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Se Jolene era stata sommersa dall'irruenza della vecchia Strega, lo stesso non si poteva dire della donna dagli occhi nocciola. Uno sguardo ammirato le arrivò dalle parti della Rossa, che rimase incuriosita nell'osservare con quanta dignità e sicurezza si potessero affrontare gli sconosciuti maleducati. Le sembrava di assistere a uno scontro imminente tra due forze che andavano oltre alla sua portata; se la faccenda si fosse risolta con una vittima, con ogni probabilità quella sarebbe stata lei.
Gli occhi strabuzzati in due cerchi trapelanti stupore, Jolene si lasciò trascinare lontano dalla Megera prima ancora di rendersene conto. Davvero qualcuno era stato capace di sbarazzarsi così in fretta di una presenza più insistente di quella di una sanguisuga?
La giovane donna lasciò il braccio di Jolene dopo qualche passo, mentre lei continuava ad allontanarsi meccanicamente. Annuì alle sue parole.
«Me ne rendo conto, ma non ne sono mai stata capace. Questo tipo di persone mi coglie alla sprovvista, non so mai come reagire.» Si trattava solo di una mezza verità, ma sarebbe stato troppo complicato spiegare in quel frangente come, semplicemente, non osasse abbandonare la propria pacatezza e il profondo rispetto degli altri. Le uniche occasioni in cui aveva risposto a tono a qualcuno era intervenuta a favore di un'altra persona: in quel caso, stranamente, era in grado di mostrare una grinta che non credeva di avere. Ma disturbare l'universo solo per se stessa? No, era più di quanto potesse osare.
Seguì la direzione dello sguardo dell'altra, ricevendo la – non esattamente – idilliaca visione della Strega che, colta di sorpresa, si era immobilizzata e le stava fissando con sguardo truce.
«L'hai spiazzata.» Commentò a mezza voce, senza nascondere un'ombra di divertimento. Lo sguardo della Megera era così insistente e fisso che Jolene pensò bene di rispondere in qualche modo. «Arrivederci!»
Aveva avuto intenzioni ingenuamente benevole – se davvero ve ne erano state alcune, perché aveva agito senza pensare. La donna, però, non sembrò esserne lusingata; con un nuovo cipiglio a distorcerne i lineamenti, prese ad incamminarsi verso di loro con rinnovata belligeranza, proprio mentre svoltavano un angolo e sparivano dietro ad un'abitazione.
«Oh-oh.» Si guardò disperatamente intorno, in cerca di un nascondiglio: poco più avanti, si apriva quello che era poco più che un pertugio tra due abitazioni, inoltrandosi poi in direzione perpendicolare alla strada principale. La Rossa guardò il vicolo e poi la sua improvvisata compagna di avventura, una domanda muta sul volto. Al primo segnale, avrebbe affrettato il passo verso la via di fuga; altrimenti, avrebbe assecondato l'altra.

 
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view post Posted on 27/9/2018, 21:13
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LA MANGIAMORTE

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Ma come gramo faceva la gente a sopravvivere a questo mondo? Più andava in giro, più incontrava persone diverse, più questa domanda l’assaliva. Che fosse l’unica a sapere che il mondo fuori dalle mura di Hogwarts non era fatto solo di dolcetti di zucca, unicorni e arcobaleni canterini? Scosse il capo, continuando a macinare qualcosa nel cervello e studiando non solo la situazione in generale ma anche se stessa, constatando che, se messa da parte l’oscura lealtà di Rowena, non era facile capire che avrebbe comunque affrontato determinate situazioni con lo stesso identico cipiglio. La sua risolutezza non aveva nulla a che fare con la fazione con la quale aveva scelto di schierarsi. Scosse il capo quindi alle sue parole, non riuscendo proprio a capire un carattere così arrendevole e diverso dal suo.

-Impara. Sennò troverai sempre qualcuno capace di metterti i piedi in testa…-

Scoccandole un occhiata d’ammonimento simile a quella che potrebbe riservare una madre per una figlia impudente. Eppure, quello sguardo, rivelò a Rowena che non si trattava di una giovane studentessa ma di una donna oramai sviluppata, forse ancora acerba, ma donna. Eppure non riuscì a mettere da parte uno di quei rari slanci protettivi che Joele aveva scatenato in lei dalla prima volta che i loro sguardi si erano incrociati. Probabilmente le ricordava qualcuno del passato, qualcuno a cui era stata molto affezionata.
Avrebbe fatto quindi per aggiungere altro ma il voltarsi di lei e quel “arrivederci” in direzione della vecchia maliarda, le fece scappare solo un

-Ma cos…oh porco gramo!-

detto con stizza e sconforto quando vide che la megera, aveva deciso di seguirle per dare loro una bella lezione.
Fece tempo a cogliere con lo sguardo la figura paffuta della donna corrergli dietro, la borsa da viaggio stretta alla spalla e la mano levata con tanto di bacchetta ROSA in pugno. Sbraitava scongiuri e ora, non erano solo gli occhi dell’anziana a puntare su di loro ma anche quelli di curiosi che assistevano alla scena. La situazione sarebbe potuta diventare particolarmente scomoda, specialmente per lei, che aveva deciso di mantenere un profilo basso da un po’ di tempo. Doveva agire in fretta e la direzione che aveva visto Joele era la direzione giusta. Accelerando il passo, invitò l’altra a percorrere la strada decisa.

-vai! VAI VAI!-

lo sguardo d’intesa della rossa era chiaro e infilarsi in quel pertugio, anche se estremamente facile per la sua compagna d’avventura, avrebbe rappresentato qualche problema per Rowena, decisamente più prosperosa, e un ostacolo quasi insormontabile per l’arpia che avevano dietro. Quasi ovviamente, perché si sa, la magia può quasi tutto.
 
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view post Posted on 7/10/2018, 20:49
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Le sue scuse sembravano reggere poco con la donna che aveva di fronte, il cui consiglio arrivò secco e diretto. Sembrava che volesse aggiungere qualcosa – forse ribadire il concetto espresso attraverso il lampante esempio attuale -, ma i gesti di Jolene la precedettero.
Subito dopo, la ragazza non ebbe modo di riflettere sulla propria condotta, di maledirsi per la sua stupidità o ridere di quanto si fosse mostrata ingenua. Domande e considerazioni, per il momento, vennero messe a tacere. La rossa era inconsapevole di come una tranquilla passeggiata per le strade assolate del piccolo paesino si fosse trasformata, d'un tratto, in un inseguimento in piena regola. Un inseguimento
armato, per tutti i troll!
La situazione, ad ogni modo, non richiedeva di essere analizzata; spingeva, invece, all'azione pura e semplice. Meccanica dei corpi, istinto di sopravvivenza – sì, la faccenda era
così seria. Vorrei vedere voi, ad essere rincorsi sotto la minaccia di una bacchetta magica rosa!
La risposta arrivò prontamente dall'altra donna, e Jolene non se la fece ripetere due volte. L'orlo del vestito indugiò appena nell'aria, prima di sparire nella stretta apertura tra le abitazioni. Il corpo snello e minuto si fece spazio senza difficoltà, permettendole di sgusciare come un'anguilla in un canale. Una curva a gomito, infine, occultò loro la vista della strada da cui erano appena fuggite.
A quel punto Jolene si fermò, voltandosi indietro nello spazio che si era allargato alla misura di un vicoletto. Il silenzio la colpì con forza, un vuoto improvviso che la lasciò disorientata. Una volta che i passi che le avevano portate fin lì cessarono il loro battito ritmico, parve che ogni rumore fosse rimasto sulla strada principale, quasi quel pertugio fosse troppo angusto perché le onde sonore potessero propagarsi al suo interno. Una strana immobilità, piuttosto fredda nell'ombra perenne, le avvolgeva nella la sua umidità sospesa. Le costruzioni che le circondavano erano alte, a tre piani, e nessuna finestra si affacciava su quel desolato scorcio di mondo.
Tutto, lì, sembrava incoraggiare all'abbandono di qualsiasi tensione: quel vicolo non avrebbe ben accettato delle forti emozioni, le avrebbe corrose fino a trascinarle nel grigiore che gli apparteneva. Jolene, sentendo quell'atmosfera premerle sul corpo, era tuttavia riluttante a rilassare i muscoli. Davvero erano in salvo?
Guardò interrogativamente la sua compagna di fuga, per accertarsi che anche lei sentisse la stessa assenza.
«E' tutto finito?» Osò domandare.

 
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view post Posted on 10/10/2018, 00:37
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LA MANGIAMORTE

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Joele era riuscita a passare tra i muri delle case come acqua nella pietra mentre lei invece, arrancava indietro, per via delle forme prosperose che si portava dietro.

-Oh gramo le tette!!-

sussurrò a se stessa, trattenendo il fiato e cercando di sollevare le mani ad altezza del petto per provare a stendere di più la soffice protuberanza che la stava bloccando. Riuscì infine nell’intento di passare e nascondendosi appena oltre il muro, prese finalmente fiato. I palmi aperti erano posati sulle ginocchia, il busto piegato in avanti e la sola testa sollevata, puntellava la figura della rossa che spiava da dietro una curva a gomito.
Rowena scosse il capo, in un cenno di diniego, non tanto per dare risposta all’altra ma per dare forza ai suoi pensieri che galoppavano rapidi in mente. Tra i tanti, quello che ritornava sempre a farsi largo, sgomitando in quella nube nera che aveva nel cranio era il perché queste cose capitavano sempre a lei. Se quel dannato corvaccio avesse deciso di fare il suo lavoro non si sarebbe nemmeno mossa da casa e, se avesse cambiato strada quando poteva, la rossa non l’avrebbe mai trascinata in questa situazione e ancora, se fosse stata zitta, dato un indicazione qualunque, quella megera dalla bacchetta rosa non le avrebbe seguite. Già la megera, quasi si stava dimenticando di lei. Doveva bloccarla, conscia che, se la donna ne era a conoscenza, vi erano mille incantesimi capaci di farla passare in quel pertugio. Sollevatasi e dopo essere tornata appena sui propri passi, prese mano la bacchetta, estraendola dalla fondina che portava alla cintura e puntandola contro il terriccio che passava tra le due case Muovendo il braccio in avanti, come per fendere l’aria, pensò intensamente a rendere quella superficie il più scivolosa possibile, come se qualcuno vi avesse gettato una bella passata di grasso, nel contempo, la formula dell’incanto, si faceva largo sovrastando qualsiasi altro pensiero

“lapsus”

Rinfoderata la bacchetta, si avviò verso la giovane donna

-Si ora si…per le mutande di Morgana, che ti è passato per la testa di salutarla…ti manca qualche venerdì ragazza mia!-

disse continuando a muovere i passi verso di lei. L’intenzione di Rowena era quella di passare oltre, continuare a camminare fino a sorpassarla e in caso non venisse seguita, voltarsi e volgere in sua direzione un invito.

-Vieni? Dopo questa faticata mi merito qualcosa da bere…-

senza menzionare il fatto che, ad offrire, sarebbe stata la rossa ovviamente.
 
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view post Posted on 13/10/2018, 22:00
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Sbirciando da dietro il muro, vide che la Strega stava eseguendo un incanto sul terreno. Non sentì pronunciare formule, quindi poté solo immaginare quale soluzione l'altra avesse scelto. Al momento non le sembrava il caso di chiedere niente, non era esattamente nella posizione di pretendere spiegazioni. Si limitò ad ammirare tra sé e sé la prudenza mostrata in quel gesto, meravigliandosi ingenuamente del sangue freddo mostrato in una situazione imprevedibile come quella.
Come c'era da aspettarsi, i rimproveri arrivarono, ed erano stranamente coloriti. Sicuramente quella donna aveva un modo tutto suo di esprimersi: Jolene non aveva mai sentito quel modo di dire, ma ne coglieva il senso alla perfezione. Mentre la guardava avanzare verso di lei si scoprì a pensare distrattamente che non si sarebbe stupita se avesse sfoderata un'altra volta la bacchetta e gliela avesse puntata addosso. Come si dice? Passare dalla padella alla brace: scappi da una bacchetta rosa e te ne ritrovi un'altra davanti al naso.
Invece la superò, e Jolene pensò che le loro strade si sarebbero separate in quel frangente. Non poteva certo farle una colpa se non desiderava avere ancora a che vedere con lei: non solo l'aveva trascinata in una situazione scomoda, ma l'aveva anche allegramente aggravata. Jolene sentiva i sensi di colpa farsi strada nella coscienza che era tornata a concentrarsi sulla sua mente e non più sul corpo.
Venne colta alla sorpresa quando le venne chiesto di seguirla; si mosse con passi silenziosi, leggermente a disagio, alla ricerca del modo per rimettere insieme una facciata rispettabile. Riuscì a raccogliere un sorriso che rivolse in direzione della giovane.
«Certo. Offrirti qualcosa è il minimo che io possa fare per sdebitarmi. Non so che cosa mi sia preso. Non volevo provocarla… Beh, forse solo un po'. Ma non mi aspettavo che reagisse in quel modo.»
Jolene aveva agito per un misto di abitudine, sorpresa, e impreparazione di fronte a una situazione che non aveva avuto il tempo di studiare. E, sì, c'era stata di mezzo anche un po' di curiosità: aveva voluto sapere fino a che punto si sarebbe spinto un personaggio tanto singolare, e non era certo rimasta delusa.
«Scusami davvero, è una situazione che...» Ma non ebbe il tempo di terminare quelle terribili scuse, perché improvvisamente si bloccò sui due piedi. Si voltò lentamente verso la propria sinistra dove, incredibilmente, una porta che non sembrava molto stabile sui cardini interrompeva la monotonia dei muri. Una larga finestra polverosa lasciava intravvedere un bancone e qualche tavolo nell'interno avvolto dalla semioscurità, mentre un'insegna sbilenca sopra alla soglia recitava “Ostello del Berretto Rosso – offerta del giorno: zuppa di uova di Acromantula a solo un falce”. Il legno era così vecchio e scheggiato che, con ogni probabilità, quella inquietante pietanza era l'offerta del giorno dal 1865 in qua.
Un sorriso divertito si stava facendo strada sui tratti della rossa.
«Non ci posso credere.» Scoppiò a ridere. «Che ne pensi? Abbiamo scelta, a questo punto?» Avrebbe atteso solo un cenno di assenso prima di raggiungere la porta e tenerla aperta con aria cerimoniosa per la giovane donna. Sempre se avesse assecondato la sua malsana iniziativa, naturalmente.

 
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view post Posted on 17/10/2018, 00:11
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Senza nemmeno perdersi in presentazioni inutili Rowena riuscì a farsi seguire, forse aveva mosso nella rossa un qualche senso di dovere nei propri riguardi. Il passo si fece lento quindi, aspettando che l’affiancasse nella camminata che l’avrebbe portata verso il Testa di porco. Nonostante quelle vie sembrassero tutte uguali, la mangiamorte sapeva dove andare: aveva un ottimo rapporto con Hogsmede, anni prima in quel borgo aveva preso dimora e aperto un'attività che con il tempo aveva accantonato, poi venduto al migliore offerente e che ancora oggi, sopravviveva grazie soprattutto ai garzoni che Hogwarts permetteva di sfruttare.

-Ottimo, offrirmi da bere sarebbe il minimo giusto?-

aveva colto, in quella breve avventura, una sfumatura del di lei carattere, apparentemente fin troppe arrendevole a questo mondo. A Rowena forse sarebbe bastato fare leva su qualche emozione, su qualche cosa in particolare per manipolare la giovane donna a suo piacimento ma, fortuna volle, che queste non erano le intenzioni per via del fatto che la sua interlocutrice, non pareva degna di nota.

-Oh non ti preoccupare, il mondo é un posto bizzarro…-

ridacchiò di buon gusto, ora che il pericolo sembrava cessato, a cuor leggero poteva permettersi di fare battute infauste e anche di sorridere. Con le braccia penzoloni, che accompagnavano i suoi passi, volgeva il capo in sua direzione, quanto bastava per osservarle il viso. Era ancora acerba sotto alcuni punti di vista, ed ingenua e forse erano proprie queste due cose che la rendevano agli occhi di lei particolarmente affascinante. Era una figura così lontana dalla sua, sia nei modi di porsi che nella fisicità, che l’attirava, incuriosendola.

-Mhm?-

soprappensiero arrestò il suo incedere. Osservò l’insegna, posando le mani sui fianchi, abbassando poi lo sguardo su di lei.

-Si abbiamo scelta. Se la megera trova il posto vorrà dire che c’è la troveremo tra i piedi e non ho voglia di sfoderare la bacchetta oggi…-

La voce era ferma, sembrava non ammettere repliche a riguardo. Non aveva la minima intenzione d’incontrare nuovamente la vecchia maliarda, l’unica che al momento, avrebbe potuto mandare a gambe all’aria la sua idea di mantenere un basso profilo.

-Conosco un posto tranquillo poco più avanti…-

Sollevò la mano, indicando una strada che si inerpicava in salita su per un viottolo. Fu in quel frangente, che da lontano, s’intravide una figura.
 
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view post Posted on 29/10/2018, 21:30
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C'era un'intenzione ben precisa, probabilmente, nell'atto della Strega di ripetere le parole di Jolene. Un ulteriore rimprovero, una canzonatura della sua arrendevolezza e desiderio di compiacere. La verità era che la rossa non aveva nessun desiderio di litigare: tendenzialmente lo evitava con tutte le sue forze, e riteneva che qualche piccolo sacrificio fosse un prezzo ragionevole per mantenere gli animi sereni. Senza dubbio si trovava di fronte a una visione del monto completamente differente e, anziché ribattere a tono, si limitò a scrutare il volto della propria interlocutrice con curiosità.
«Sissignore. Ti ho cacciata in questo vicolo largo come una crepa, non potrei perdonarmi se non ti ripagassi in qualche modo.» Parlò con schiettezza, desiderosa di far capire le proprie ragioni all'altra. Se c'era qualcosa che detestava, era sentirsi debitrice. Quando le capitava di fare un favore a qualcuno non chiedeva né si aspettava nulla in cambio; per qualche motivo, però, nei casi opposti sentiva su di sé un vincolo che non poteva sopportare.
Oltre a ciò, la mora era una conoscenza che sarebbe stato interessante approfondire. Jolene se ne sentiva attratta come rappresentante di un polo opposto; la prospettiva di bere qualcosa insieme a una figura tanto particolare, per di più in un luogo come quello – squallido, ma pieno di misteri da scoprire – aveva ai suoi occhi un fascino irresistibile. La sua personalità si adattava così male a quello scenario da costruirvi intorno un potente magnetismo.
Ponderò attentamente le motivazioni addotte dall'altra. Non ci volle molto per convincerla della ragionevolezza di quelle deduzioni, naturalmente, ma mantenne una certa riluttanza ad allontanarsi. Cercò di ignorare l'inquietante precisazione finale - “Non ho voglia di sfoderare la bacchetta
oggi” -, lasciando la sua analisi ad un altro momento. Invece provò a sondare il terreno e capire se la meta proposta potesse costituire una valida alternativa al Berretto Rosso. «Che posto è?»
Prima che si potessero muovere, ad ogni modo, una figura apparve in lontananza nel loro campo visivo, e gli occhi muschiati si strinsero in due fessure nel tentare di definirne i contorni.


 
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view post Posted on 9/11/2018, 23:43
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LA MANGIAMORTE

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Il posto tranquillo poco più avanti era il "testa di porco". Nonostante fosse una bettola, nonostante i bicchieri non fossero mai particolarmente puliti o il banco non fosse mai stato tirato a lucido, il mangiare e il bere erano eccezionali; per non parlare dell’atmosfera, poche fonti di luce, vetrate oscurate dalla polvere e dai pesanti drappeggi colorati di scuro, il luogo ideale per chi non voleva essere disturbato, il luogo ideale per una come lei che amava sorseggiare un buon bicchiere di Odgeon stravecchio e leggere la gazzetta del profeta in prestito dal locale. Probabilmente la giovane che l’accompagnava forse non la pensava uguale, probabilmente, i "tre manici di scopa" avrebbe fatto di più a caso suo ma le parole che disse in sua direzione, la convinsero che la vecchia locanda di Abeforth sarebbe stata l’ideale.

-Un posto tranquillo…vieni…-

si voltò, il passo già pronto per marciare su per la salita che portava verso il "testa di porco" quando l’ombra che scendeva dalla direzione che loro dovevano percorrere si fece nitida e visibile alle due: la megera. Era li, il volto arrossato, sbuffava visibilmente con un paio di borse che levitavano dietro di lei. Non le aveva viste ancora, complice forse il cappellino che portava calato sul viso.

-Oh porco di un gramo…Dentro!-

Una mano sulla porta, l’altra sulla spalla della giovane che, se non si fosse spostata, sarebbe stata spinta verso l’interno del locale.

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La taverna del berretto rosso sembrava essere un locale come un altro, tavolini rotondi posizionati in ordine sparso per la sala, opposto all’ingresso un camino ampio e al momento spento, lanterne fluttuanti verso il soffitto, il banco subito accanto all’ingresso, accanto a delle scale che portavano probabilmente alle stanze del piano superiore, e dalla parte opposta, l’unica cosa che differenziava quel luogo dagli altri: un palco. Da fuori non si sentiva volare una mosca ma appena messo piede dentro quel luogo una musica allegra e spensierata, accompagnata da risate fragorose e battere di mani e di piedi la frastornò. Eppure si dovevano spostare dall’ingresso, quindi, se la giovane fosse rimasta nella medesima posizione in cui erano entrate, Rowena avrebbe approfittato della sua presenza e posate ambo le mani sulle sue spalle, avrebbe trotterellato a tempo di musica verso la parte più affollata del luogo con la sincera intenzione di mischiarsi con la folla.



 
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view post Posted on 26/11/2018, 21:07
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La donna era già pronta a proseguire per la sua strada, trascinandosi dietro Jolene, ma la visione della figura sulla loro strada le bloccò sul posto. Sforzandosi un po', la rossa riconobbe la locomotiva sbuffante che si stava avvicinando: non c'era ombra di dubbio, era proprio la Strega da cui stavano scappando. Un cappellino adorno di vivaci fiorellini finti le copriva il volto, ma la figura massiccia e il passo pesante gliela fecero riconoscere in un battito di ciglia.
«Oh no, no...» Riuscì a mormorare, ancora di fronte alla porta del locale, quando l'altra la precedette nel sospingerla. Jolene non si fece ripetere due volte l'invito, e sgusciò in fretta e furia dentro alla Locanda. Ironia della sorte, alla fine il Fato aveva deciso di assecondare i suoi desideri; eppure, la giovane era più agitata che grata.
L'atmosfera del posto le avvolse con prepotenza: quel mondo era così distante dal freddo grigiore della strada da far pensare che avessero usato una Passaporta, perché era letteralmente impossibile che un simile, allegro chiasso avesse dei confini tanto netti. Calore, musica, odore di alcolici a buon mercato e legno vecchio: i sensi di Jolene vennero pervasi ad uno ad uno, lasciandola per un attimo spiazzata.
La mora la batteva sui tempi di reazione, quindi fu a una Jolene del tutto imbambolata che la donna si attaccò nell'abbozzare i primi passetti a tempo di musica. Il contatto parve scuoterla, e la White assecondò i movimenti della compagna. Improvvisò un passo allegro che poteva forse passare per danza, e insieme disegnarono il loro passaggio tra i tavolini. Le persone sedute batterono le mani con rinnovato entusiasmo vedendo che delle nuove ballerine si erano unite alla festa, qualcuno gridò un incoraggiamento che andò a perdersi nel chiasso generale. Un uomo aveva abbandonato la testa sul tavolo, tra i cerchi umidi lasciati dai boccali, ma si scosse quando Jolene andò a sbattere contro la gamba del mobile.
«Mi scusi!» Fece in tempo a vedere con la coda dell'occhio che la testa barbuta ricadeva pesantemente sul legno, prima che un'altra coppia le ostruisse la visuale.
I ballerini creavano un vortice travolgente di pura spensieratezza: non ci volle molto perché i movimenti della ragazza acquistassero sicurezza e vivacità, mentre un sorriso sghembo si univa agli occhi luminosi nel guardare la compagna.
«Una piroetta per me, mademoiselle Se dovevano confondersi alla folla, che lo facessero bene! Avrebbe cercato la sua mano e, se non si fosse mostrata troppo riluttante, l'avrebbe alzata sopra alle loro teste per permettere alla mora di girare su se stessa.
Nel frattempo, la folla vivace aveva aperto, per pochi istanti, un varco che le aveva permesso di scorgere la loro inseguitrice: si trovava vicino al bancone. Sembrava che volesse far valere le proprie ragioni mentre un ometto tarchiato, che doveva essere il proprietario, si faceva piccolo piccolo sotto alla minaccia dei fiorellini tremolanti per la foga della donna.
Si avvicinò alla Strega, così da non doversi sgolare per sovrastare i violini.
«Megera a ore tre.» Aveva sempre voluto dire una cosa del genere: una frase che nei film babbani faceva sempre un certo effetto di complicità. Ma davvero c'era qualcosa di simile tra di loro? «Per il momento la sua furia è diretta verso qualcun altro, ma è troppo vicina all'uscita per tentare una fuga disperata.»

 
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view post Posted on 13/12/2018, 01:24
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LA MANGIAMORTE

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Ai tempi di Hogwarts Rowena non era una di quelle ragazzine che attendeva con ansia i balli scolastici, preferiva di gran lunga rimanere in disparte, gozzovigliando in qualche modo con al sua cricca, casomai allungando il punch con una bottiglia d’incendiario recuperata chissà come, o cercando d’irritare il belloccio di turno per infilarsi in uno sgabuzzino delle scope in una serata vietata ai minori. Proprio per questa serie di motivi, non aveva mai imparato a ballare. Sapeva muovere le anche, oscillare sul posto e battere le mani a tempo ma nessuno l’aveva, e mai l’avrebbe vista, volteggiare leggiadra o dedicarsi a uno di quei balli fatti di piroette e passi da ricordare e la rossa, non faceva eccezione. Quando lo sguardo divertito di Joele si posò su di lei, allungando una mano e invitandola, con tanto di sorriso, a compiere un giro su se stessa, Rowena non tardò molto a sedare il suo animo ilare, scoccandole un occhiata severa che sembrava non accettare replica.

-No.-

Svincolando dalla sua presa e azzerando il contatto che fino a poco prima proprio Rowena aveva creato. Si mosse quindi di lato, piantandosi poi come un palo in mezzo alla sala e osservandosi attorno. Vi erano una manciata di uomini, che battevano le mani e pestavano i piedi a tempo, uno di questi, era guercio da un occhio, la barba ispida e il volto arrossato dal sole e le guardava con avidità. Forse aveva bevuto e la mangiamorte, si prese il lusso di osservarlo con fare schifato, ricevendo in tutta risposta un sorriso beota. Scosse il capo Rowena, tornando con lo sguardo sulla sua rossa accompagnatrice, porgendosi in avanti quando questa le fece cenno di volere dire qualcosa.

-Ore tre?-

Chiese con fare retorico, guardandosi attorno per poi, da li a poco, esclamare un

-Ah ore tre! Avvistata.-

Il fatto che fosse accanto all’uscita non era un problema per la donna. Conosceva il modo di diventare invisibile agli occhi altrui ma non le sembrava il caso di fare un incantesimo simile in un luogo così affollato e inoltre, doveva ancora riscuotere una bevanda dalla ragazza. Tornò ad avvicinarsi, battendo mollemente le mani tra loro, incurante del fatto che non fosse per nulla a tempo.

-Senti…-

Andò a cercare un nome, ma si accorse che le due non si erano mai presentate. Si affrettò a correre ai ripari

-Com’è che ti chiami tu?-
 
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view post Posted on 21/12/2018, 23:16
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La musica; la folla danzante; il battere delle mani al ritmo vivace dei violini; le risate, gli scorci di discorso e il tintinnare dei bicchieri. Vi era una tale atmosfera, al Berretto Rosso, che nemmeno un sasso sarebbe rimasto indifferente alla voglia di saltellare a ritmo.
Nemmeno un sasso, ma la sua accompagnatrice sì. Quando vide rifiutato il suo fare giocoso, Jolene rispose con una blanda occhiata di rimprovero a quella severa degli occhi nocciola.
Guastafeste, sembrava dirle con l'aria di chi non prende sul serio nessuna delle due.
Se fosse rimasta imbambolata lì in mezzo alla calca non avrebbe fatto che attirare l'attenzione. Già i bei volti giovani delle due e – ancora più marcatamente – le forme prosperose della mora attiravano sguardi indiscreti: avrebbero fatto meglio ad adeguarsi ai movimenti della folla, fare finta di essere lì da sempre. Sembrò voler rimarcare silenziosamente questo punto quando, un sorriso indefinito ad aleggiarle sulle labbra, fece una giravolta su se stessa, in perfetta solitudine: se lei aveva rifiutato, tanto valeva arrangiarsi.
Di certo Jolene non aveva dimenticato la minaccia da cui stavano scappando, tutt'altro. Tuttavia non avrebbe saputo architettare un piano d'azione lì per lì, e il ballo era un modo per prendere tempo e lasciare che le idee si mettessero in moto.
Il suo modo di esprimersi non venne subito afferrato dall'altra, ma infine anche lei avvistò la megera. Immaginò che stesse valutando un piano d'azione o qualcosa del genere, prima di prendere a battere le mani completamente fuori tempo.
«Jolene White.» Accennò un breve inchino, l'orlo della gonna pizzicato tra pollice e indice. «E tu?» Effettivamente, se dovevano uscire da lì insieme sarebbe stato un aiuto sapere come rivolgersi una all'altra. Tra tutta la confusione che aveva preceduto quel momento, la rossa si era completamente scordata le buone maniere.

 
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