| Rowena non era una donna da incontri fortuiti, aveva imparato che intrecciare la propria esistenza con quella degli altri portava ad avere solo dei grattacapi inutili e lei, doveva già fronteggiarsi con i suoi di problemi, figurarsi se si voleva sobbarcare quelli di qualcun altro. Eppure Jolene, con il suo sorriso allegro, i modi di fare garbati, aveva scatenato in lei un senso di protezione immediato e un vago senso di complicità. Si era quindi decisa ad uscire un po’ dalla sua perenne solitudine, che era solita interrompere solo ogni tanto, per godersi il pomeriggio in compagnia della giovane donna. Un po’ di sana vita sociale non poteva ucciderla, giusto?
-Oh si, se ci fosse anche un bel manzo nei paraggi sarei ancora più contenta!-
Ridacchio alla sua stessa battuta, per poi vedere l’ometto avvicinarsi e ascoltare la richiesta mentre lei, voltandosi di lato, andò ad appoggiare il gomito sinistro al banco, portando la sua intera figura a pendere di lato. Un sorriso ebete si stirò sulle labbra di Rowena, pensando a quale assurda conversazione aveva potuto tenere con la vecchia maliarda da provarlo a tal punto di mostrare alle due un sorriso incerto.
-Uh ardemonio…-
Si chiese tra se e se se quel liquore fosse stato capace di bruciarle le budella come l’incantesimo da poco imparato. Ricordava il dolore alla gola, all’esofago, alle viscere da cui era riuscita a scatenare quel serpente che si era snodato lungo il suo intestino e mostrato al mondo in fiamme, capaci di bruciarle l’olfatto e irretire i sensi. Un vago bagliore, quasi di sfida, accese il suo sguardo, chinandosi in avanti a osservare le fiamme danzare sul bicchiere, per poi affrettarsi a stringerlo tra le dita della sinistra mentre la sua compagna di bevuta, cercava i soldi per saldare il conto. Sollevò poi il bicchiere in direzione di Jolene
-Agli incontri causali!-
Disse di rimando, spalancando le fauci e senza pensarci troppo sopra, trangugiare l’intero intruglio in un solo ampio sorso. Era caldo, ma non paragonabile al vero fuoco maledetto, così la bevanda riuscì solamente a strapparla una leggera smorfia, stringendo gli occhi e asciugandosi con il dorso della mano che reggeva il bicchierino, le labbra visibilmente arrossate. Si spostò di nuovo sul bancone, andando ad appoggiare ora entrambi i gomiti e sollevando appena il piede destro per andare sistemare la pianta dello stivale sul poggiapiedi in ottone.
-Dipende dalle feste. Non sono mai stata capace di ballare, diciamo che, mentre gli altri ballavano io facevo altro ecco…-
Non vi era traccia di pudore nel viso ma anzi, un sorriso divertito e allusivo a molte cose.
-Mi dica signorina White cosa fa nella vita di bello, a parte incasinare la vita di povere vecchiette?-
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