Dannata influenza. Non avrei dovuto dormire con la finestra aperta, lo sapevo! Per di più diverse zanzare avevano deciso di banchettare con il mio sangue ed ora mi ritrovavo ben tre vistosi morsi sulle gambe. Bene! Per di più il mio naso colava vistosamente. La giornata non sembrava iniziare nel migliore dei modi. Chiusi gli occhi, presi un respiro profondo e li riaprii. I morsi erano ancora lì e il muco pure. Dannazione. I morsi avrei potuto farli sparire con la magia o con qualche pozione, ma il raffreddore mi toccava sopportarlo per qualche giorno. Sebbene la magia fosse utile per risolvere la maggior parte delle cose, non tutto poteva essere eliminato con un semplice colpo di bacchetta. Beh, l'influenza era tra questi, per cui mi toccava essere paziente, alzarmi ed uscire. Misi i piedi a terra, sul tappetino che tenevo accanto al letto e sbadigliai. Fuori la giornata sembrava luminosa, ottima per fare un bel giro a Londra. Dopotutto mi ci sarei dovuta ambientare prima o poi. Il mio obiettivo era trovare lavoro al ministero, che si trova per l'appunto a Londra, ma se avessi fallito avrei comunque cercato lavor-...MA NO! Non avrei fallito. Mi impegnerò con tutta me stessa affinché ciò non accada! Dopotutto è ciò che ho da sempre voluto fare. MI alzai a con gli occhi ancora semi chiusi azzardai un pazzo sul pavimento.
-Niente pensieri negativi, la giornata va iniziata con positivitaaaaAHIA! Capitolai a terra e la mia fronte colpì sonoramente il pavimento, fortunatamente su un tappeto. Ero riuscita ad impigliarmi sui vestiti che avevo abbandonato la sera prima proprio in quel punto, accanto al letto.
Tesoro, ti sei fatta male? Cosa è successo?Sentii dire a mia madre dall'altra stanza, attraverso la porta ancora chiusa.
Niente mamma, sono solo inciampata nei vestiti.. Si chiama Karma tesoro. Quante volte ti ho detto di non lasciarli per terra, anche se sono da lavare, altrimenti rischi di inciamparci su?Mi interruppe lei. Aveva pienamente ragione, me lo aveva ripetuto un migliaio di volte. Mi rialzai massaggiandomi la fronte e raccolsi i vestiti da terra mettendoli nella cesta. Se avessi ricevuto risposta dal Ministero e fossi stata accettata a lavoro, avrei preso una casa tutta mia probabilmente. Immagino già mia madre entrare in casa mia ed urlare per il disordine. Lei è una di quelle donne fissate con l'avere la casa sempre in ordine, il più possibile. Ma con due figli in casa, di cui uno ancora adolescente ed una appena fuori da questo periodo, è leggermente difficile tenerla costantemente linda. Fortunatamente per lei mio fratello durante il periodo scolastico viveva ad Hogwarts, come tutti i giovani maghi e ciò significava "meno disordine in casa" per mia madre. Io, forse come riflesso condizionato a questo suo comportamento, ero parecchio disordinata, ma ordinata nell'insieme. Nel senso che una cosa è ordinata per me, nel mio caos, e non per chi guarda tutto dall'esterno. Scavalcai le scarpe sul pavimento e mi avvicinai all'armadio. Durante la bella stagione il mio armadio traboccava di abiti colorati, floreali, bluse e gonne. Era la stagione che più preferivo, non c'era freddo, ma nemmeno la temperatura mite delle stagioni primavera ed autunno, durante le quali era cosi semplice ammalarsi.
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ETCIU'!come non detto. Tirai su con il naso e presi un abbinamento. Forse dovevo prendere un po' di aria nuova e cercare di scongiurare i germi dal mio corpo. Feci una doccia e mi vestii. Londra mi aspettava!
Come sempre la città di Londra offriva diversi spunti per farsi trasportare e lasciare la testa lì, sopra le nuvole, lontana da tutto, chiusa dentro una bolla di sapone. Per un'appassionata di architettura e di antichità come me, la città di Londra era un calderone di spunti e di fascino. I Big Ben, la Tower of London, il London Eye! E' tutto così bello che resterei ore lì a guardare ogni singolo dettaglio, cercando di immaginare ogni elemento costruttivo, dalla sua progettazione alla sua posa in opera.
In fondo alla strada, a pochi isolati da me, si stagliava l'abbazia di Westminster. Affascinata, decisi di raggiungerla per potermi inebriare di guglie, archi rampanti, e volte a crociera. Con lo sguardo inebriato da tutto ciò e gli occhi fissi sul monumento, attraversai la strada senza rendermi conto che un mezzo di locomozione babbano era in rotta di collisione con me. Mi pietrificai sperando di non venire colpita.
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