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| «BRAVA!» Un sussulto appena accennato delle spalle fu la reazione più evidente che si permise all'esclamazione dell'Orientale. Il dito che aveva puntato addosso sarebbe potuto sembrare quanto mai accusatorio, senza la chiarificazione del complimento. Avrebbe dovuto abituarsi a quelle esternazioni improvvise e brevi come fulmini a ciel sereno: le sembrava che fossero una costante nel contegno di Issho, a dispetto della lentezza e dell'attenzione che poneva in altri movimenti. I lineamenti della White si distesero in un'espressione sorridente, mentre si accorgeva che il suo ragionamento aveva aperto porte fino ad allora inesplorate nella mente stessa dell'uomo. Il suo entusiasmo di fronte alla nuova scoperta le ricordò Oscar: anche lui aveva repentine esplosioni di energia, anche lui sottolineava parole chiave del proprio discorso alzando la voce in un modo che, per chi non lo conoscesse, poteva apparire minaccioso. Certamente, questo era stato prima. Ora una cortina scura aveva velato il suo entusiasmo, che aveva perso in esuberanza. Quel confronto mosse qualcosa nel suo petto, perché sentì una fitta inclemente che lasciò una scia amara che si sforzò di dissipare. Issho si alzò e Jolene lo imitò, accettando il suo aiuto ma facendo leva soprattutto sulle sue forze. Mentre riprendevano a camminare, la giovane gli rivolse un caldo sorriso. «Sono io a ringraziarla, con quest'ultima parte mi ha reso più chiaro quello che vuole dire. Credo che sia il giusto compromesso, una sintesi dei punti di vista a cui non avevo pensato.» Allora era vero, dopo tutto, che la parola condivisa possedeva una forza illuminatrice. Rimase meravigliata da come quella discussione si fosse risolta con quella nuova nota, perfetto coronamento dei ragionamenti di Mr Fuji-Tora. Era senza dubbio un punto a suo favore: aver dimostrato in pratica ciò che andava dichiarando a parole e, per di più averlo fatto con non premeditata naturalezza. «E' stato un piacere parlare con lei, le garantisco che non mi sono affatto annoiata. Al contrario, credo che quello che ci siamo detti oggi mi darà ancora da pensare.» Nulla di affettato si percepiva nella sua voce che, al contrario, risuonava di autentico, compiaciuto stupore. Si permise alcuni secondi in cui camminò senza parlare, godendosi semplicemente la vista. «Ora è meglio che vada.» Disse infine. «I miei genitori mi aspettano. Saranno contenti di sapere che qualcuno di più saggio della loro figliola l'ha fatta ragionare un po'.» Rise. «Voi cosa fate? Continuate con la passeggiata?» Domandò educatamente, rivolgendo uno sguardo pieno di simpatia ad Ambipom.
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