| Se mai un tempo Wolf avesse potuto pensare di possedere per diritto di nascita l'affetto e l'attenzione di suo padre, quei giorni erano ormai stati cancellati dalla sua memoria - troppe volte si era dimenticato di lui, di andare a prenderlo all'uscita di scuola o anche solo svegliarlo la mattina, per poi rimproverargli ritardi e punizioni da parte degli insegnanti troppo ciechi per accorgersi di chi fosse il vero colpevole. Quel giorno, l'assoluta indifferenza che Anton nutriva nei suoi confronti era un vantaggio che non avrebbe sprecato: tuttavia, suo zio era un discorso a parte - non che Jonas nutrisse chissà quale affetto nei suoi confronti, ma tra i due fratelli era sempre stato quello più attento e più diffidente. Un passo falso e il Serpeverde sarebbe stato scoperto ad origliare, attirandosi una punizione con i fiocchi: sembrava, però, che suo padre stesse cercando, inconsapevolmente di aiutarlo, impedendo al fratello di concentrarsi di lui. NON sto... Argomento... Bene, avevano ricominciato a parlare. Wolf si accinse a scendere ancora qualche gradino, facendo attenzione a non produrre alcun rumore che potesse smascherarlo: sembrava che i due avessero smesso di urlarsi addosso, ma - di passo in passo - riusciva ad avvertire sempre di più la frustazione che sporcava le loro parole, come un radio che, cambiando frequenza, acquisisce sempre maggior chiarezza. Presto sarebbe riuscito a comprendere la maggior parte del loro discorso, presto avrebbe capito quale fosse la ragione del loro dissenso e, soprattutto, per quale motivo i due stessero affrontando in pieno giorno, con il rischio di essere scoperti, quello che poteva tranquillamente essere considerato il maggiore tabù di quella casa. Sua madre. Spiegami perchè... lasciarla a Wolfgang. Lasciare a Wolfgang cosa? Che i due stessero parlando della famosa scatola? Il pensiero che sua madre potesse avergli lasciato qualcos'altro, qualcosa di diverso dalla vera che portava al collo, fu come ricevere un pugno nello stomaco: in quella casa non si poteva parlare di lei, non si poteva nominare o fare di domande di alcun tipo. Di lei non sapeva nulla, solo che era morta mettendolo al mondo: era convinto che suo padre gli rimproverasse la sua morte e tale convinzione, sentendolo parlare con Jonas, acquisiva sempre più carattere di certezza. Se lei non fosse morta, la sua vita sarebbe stata uguale? Anche lei avrebbe considerato la sua esistenza come un fastidio, qualcosa di cui potersi dimenticare per la maggior parte dell'anno? Non sapeva darsi risposta, ma mentre tali domande si arrovellavano nella sua mente, un pensiero diverso dagli altri metteva seme nel suo cervello: doveva prendere quella scatola, doveva scoprirne il contenuto. Per quel motivo, giunto sul pianerottolo principale - pur avendo una buona visuale sulla sala principale dove i due litiganti si stavano intrattenendo - Wolf decise di proseguire nel suo tentativo di avvicinamento, confidando nelle capacità del Mantello della Disillusione: di gradino in gradino, cercando di essere silenzioso come un felino che si avvicina alla sua preda, il ragazzo si accinse a scendere le scale, prestando orecchio a ogni parola, a ogni variazione di tonalità - giunto a quel punto, non temeva più le possibili ritorsioni delle sue azioni, ma era ben consapevole che se avesse voluto venire a conoscenza di quanto stesse accadendo in quel momento, se avesse voluto entrare in possesso di quella scatola, avrebbe dovuto approffittare ancora della segretezza del Mantello. Non so perché fosse in camera sua. CHE VUOI che ne sappia? Quella stanza... vuota. Ci sarà andata per un pisolino. Zum Teufel, Anton! Ma davvero mi aggredisci per... Scatola? Stanza? Di quale stanza stavano parlando: della sua o di una ipotetica stanza appartenente a sua madre? Dei, sperava davvero che i due non iniziassero a conversare interamente in tedesco - come, in realtà, erano soliti fare quando non volevano che lui comprendesse ciò di cui stavano discutendo. Per quanto si sforzasse, dal momento che nessuno si era mai impegnato a insegnargli quella che sarebbe dovuta essere la sua lingua madre, Wolf conosceva giusto un paio di imprecazioni - compresa quella appena pronunciata da suo zio. Dov'è Alesha, ora? Wolfgang arriverà a momenti, anzi ... In ritardo. Nel momento stesso in cui i loro occhi si incrociarono, Wolf fermò la sua avanzata, andando inconsciamente a sfiorare con la mano destra la bacchetta che aveva riposto nella tasca dei pantaloni: che si fosse accorto della sua presenza? No, il Mantello avrebbe dovuto proteggerlo da una simile evenienza. Eppure sembrava che alla fine Anton si fosse ricordato e della sua esistenza e del fatto che quel giorno lui sarebbe dovuto rientrare da Hogwarts per le vacanze estive: peccato, però, che una simile rimembranza sembrasse avergli forzato la mano. Non ho tempo di aspettarla. Meglio distruggere das verdammte Ding. Pur con la sua scarsa conoscenza del tedesco, era facilmente intuibile che suo padre volesse disfarsi della famigerata scatola - ancora sul pianerottolo, Wolf ne aveva potuto ammirare la superficie di mogano e la strana incisione d'argento che, pur non essendo riuscito a distinguere perfettamente a causa della distanza, ricordava un ghirigoro familiare: una biscia o un serpente. Se Anton avesse distrutto la scatola, lui non avrebbe mai saputo cosa sua madre avesse voluto lasciargli: sarebbe rimasto nell'ignoranza, prigioniero della vita che stava vivendo in quel momento le cui catene invisibili sarebbero state forgiate dal rimpianto di non essersi opposto al volere paterno. Come pronunciato poco prima da suo zio, Zum Teufel - non avrebbe permesso che una cosa simile accadesse. Non osare toccare quella scatola. - avrebbe esordito Wolf, senza curarsi di togliere il Mantello e percorrendo velocemente i gradini che ancora lo separavano dalla Sala. In tal modo, sperava di attirare l'attenzione e lo sconcerto di suo padre, incapece forse di comprendere quanto stesse accadendo o chi stesse parlando, distraendolo dalla furia distruttrice che sembrava averlo invaso in quel momento: quella scatola apparteneva a lui e avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggere ciò che vi era contenuto - anche a costo di attirare l'ira del Ministero della Magia. -- STATISTICHE |
PUNTI SALUTE | 158/158 | PUNTI CORPO | 83/83 | PUNTI MANA | 93/93 | PUNTI ESPERIENZA | 10.5 |
OGGETTISTICA |
MANTELLO DELLA DISILLUSIONE | indossato da Wolf | BACCHETTA MAGICA | tasca destra posteriore dei pantaloni | ANELLO DELLA GORGONE | mano destra, indice | ANELLO GEMELLO | mano destra, anulare - in collegamento con Elijah Sullivan | ANELLO DIFENSIVO | mano sinistra, anulare |
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