DASAPADA, Quest di BG.

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 19/7/2018, 21:46
Avatar

Secondo Anno

Group:
Serpeverde
Posts:
1,082

Status:


Mi mancherai Liebe.

La campagna inglese si era susseguita ininterrotta davanti al suo sguardo, allontando Wolf sempre di più dall'unico luogo che riusciva a considerare veramente casa: se solo avesse potuto, avrebbe trascorso anche le vacanze estive ad Hogwarts. Le uniche sue consolazioni erano i piani che aveva fatto con Megan ed Elijah per vedersi durante le vacanze estive: la possibilità di poterli incontrare anche al di fuori della scuola - senza limiti o regolamenti da seguire - era ciò che gli avevano fatto sopportare il viaggio in direzione della Stazione di King's Cross senza che l'istinto di gettarsi dal treno avesse la meglio. Anche se salutare Megan, una volta raggiunta la loro destinazione, non aveva fatto altro che acuire il suo disappunto per il luogo in cui si trovava - e dire che una volta aveva adorato la sua città.

Non riusciva a credere che fosse già tornato a Londra, che si stesse già dirigendo verso la casa che suo padre e i suoi zii dividevano, quella che non aveva mai considerato come sua, ad aspettare i risultati dei suoi esami di fine anno. In quel momento Wolf stava uscendo dalla metropolitana con la quale aveva colmato i chilometri che separavano l'abitazione in cui avrebbe trascorso i futuri tre mesi dalla Stazione - l'idea che suo padre o i suoi zii potessero venire a prenderlo era semplicemente utopica - trascinandosi dietro il baule contenente tutto il materiale scolastico e la gabbia di Felix, la sua civetta, momentaneamente vuota. Aveva preferito lasciarla libera di volare nel momento stesso in cui aveva raggiunto il Binario 9 e 3/4 per non attirare l'attenzione indesiderata dei Babbani: dopotutto, non erano molte le persone che viaggiavano in metropolitana con un gufo o una civetta.

Era ancora abbastanza presto, sperava che non avrebbe trovato nessuno in casa - quasi di sicuro i suoi abitanti sarebbero stati in ufficio per gestire l'impresa di import ed export che i suoi nonni avevano iniziato anni prima - e questo gli avrebbe consentito di riappropiarsi dell'unico luogo che avrebbe potuto considerare suo nei successivi tre mesi. Camera sua negli anni non era cambiata molto: un letto matrimoniale, al centro della stanza, aveva ormai soppiantato il letto ad una piazza che l'aveva ospitato fino al suo primo anno ad Hogwarts, pareti bianche e un semplicissimo armadio - una stanza completamente impersonale, che durante la sua assenza probabilmente veniva adibita a camera per gli ospiti.


Sono a casa.


--

Chiedo al Master di modificare il titolo con questo colore (#b22222) se fosse possibile
 
Top
view post Posted on 27/7/2018, 20:47
Avatar

Il Fato

Group:
Master
Posts:
9,196

Status:


cDuy9v2
'cause Blood is ...

Il cortile del Castello era vuoto. Un presuntuoso vento estivo carezzava le fronde degli alberi con la dolcezza di una fiamma su un vecchio foglio di pergamena. Tra i corridoi, fantasmi del passato e del futuro si alternavano in una solitaria danza. Persino i quadri s’erano ridotti ad un timoroso silenzio come se, in assenza della solita, chiassosa compagnia, stessero vivendo la paura dei Vivi. Hogwarts era cambiata, da molto, troppo tempo. Vederla popolarsi di persone all’alba era divenuto quasi un conforto, un segno: nulla era ancora o nuovamente accaduto; era ancora tutti lì, a svolgere le lezioni come un giorno qualsiasi, a ridere tra le mura di nuda pietra, ad abbuffarsi tra i lunghi tavoli. Ora, però, tutti gli abitanti avevano lasciato quella comune Dimora e l'Abbandono, celava qualcosa di sinistro.
Non tutti, però, avevano realmente isolato il Castello. Qualcuno c’era… Un fischio risuonò nell’aria calda, increspando la superficie delle acque, perdendosi nelle folate ardenti e, riecheggiando tra gli Uffici vuoti, si spense in una nostalgica melodia.

Wolfgang, come altri prima e dopo di lui, aveva fatto ritorno a casa. Nessun bacio, nessun abbraccio né un sorriso di benvenuto v’era ad aspettarlo. Solo la solitudine di una dimora vuota era quanto avrebbe ritrovato al termine di quell’anno scolastico. Che la sua famiglia non si curasse di lui? Altri, al suo posto, si sarebbero detti fortunati ad averne ancora una, di quei tempi.
Spinta da parte la porta d’ingresso, il giovane Serpeverde aveva deciso di recarsi, senza troppi saluti, nella sua camera, considerato forse l’unico rifugio in quei mesi d’inferno ch’erano alle porte.
Polverosa e semplice, erano gli aggettivi che chiunque avrebbe potuto spendere alla vista di quella stanza. L’odore, dovuto alle imposte sempre chiuse, lasciava intendere che nessuno era passato di lì durante la sua assenza e che nessuno dei familiari vi avesse mai messo piede, magari sentendo la mancanza del loro figlio e nipote o solo perché mossi dalla buona intenzione di fargli ritrovare un posto comodo, pulito ed asciutto.
Era come se Wolfgang fosse tornato solo per fare i conti con se stesso e, per un momento, l’idea che in quella casa vi fosse mai abitato qualcuno, sembrò lontana dalla realtà.
Passarono secondi, forse minuti prima che il ragazzo potesse udire finalmente un qualche rumore che lo riportasse con la mente nel luogo in cui si trovava. Dal piano inferiore, poté udire una porta sbattere con violenza. E poi di nuovo; probabilmente qualcuno aveva deciso di buttarla giù.
Si udirono due voci ben distinti ma familiari; Anton e Jonas. Chissà se Wolfgang ricordava di averli mai sentiti litigare. I due fratelli sembravano così uniti dopotutto, al punto tale da dividere un’intera casa e convivere pacificamente. Quel giorno, tuttavia, qualcosa li aveva spinti a rincasare prima del previsto e, convinti che non vi fosse nessun altro a vegliare sulle loro urla, si erano spostati in Salotto e non di certo per intavolare una normale conversazione.
Per quanto fosse possibile identificare le loro voci, le parole risultavano incomprensibili.
Un altro rumore avrebbe accompagnato l’improvviso silenzio. Qualcosa era stato lasciato cadere o sbattuto con forza su una superficie.
« SEI TU------- NON LEI!------ TUO FIGLIO!------CONVINTO. »
Zio Jonas urlò così tanto che Wolfgang riuscì a captare pochi termini.
Una cosa almeno era chiara: stavano parlando di lui.

... Ticker than Water.



Ciao Wolfgang.
Piccolo accorgimento: i due familiari, tuo padre e tuo zio, stanno discutendo al piano di sotto. A te la decisione di avvicinarti per origliarli o palesarti. Ti dirò io quando postare le tue stats.
Ti auguro un buon gioco. E buona fortuna.
 
Web  Top
view post Posted on 31/7/2018, 21:43
Avatar

Secondo Anno

Group:
Serpeverde
Posts:
1,082

Status:


Come volevasi dimostrare.
Non c'era nessuno ad aspettarlo a casa, come non c'era stato nessuno neppure gli anni precedenti: sinceramente, non sapeva neppure perchè si era aspettato qualcosa di diverso quell'anno. Una volta constatata l'assensa degli abitati usuali, Wolf trascinò il proprio baule al piano superiore dove, ad aspettarlo, c'era solamente la propria camera: da quello che poteva osservare sembrava che nessuno vi avesse messo piede da mesi, neppure per aprirne le finestre e cambiare l'aria. Nulla, come se lui fosse un semplice passante che solo per qualche mese all'anno, per caso, si trovava a condividere gli spazi insieme a degli sconosciuti. Di nuovo, perchè stupirsene?
Abbandonando il baule in un angolo - l'avrebbe svuotato più tardi, ora proprio non ne aveva voglia - per prima cosa si premurò di aprire le imposte, lasciando che il sole inondasse la stanza, illuminando la polvere che in quei mesi si era depositata sui pochi mobili che vi erano: presto avrebbe dovuto chiuderle di nuovo, per evitare che la temperatura al suo interno diventasse insostenibile, ma voleva liberarsi al più presto del terribile odore di chiuso che aleggiava in quel luogo e che gli ricordava ancora una volta quanto lontano da casa si trovasse in quel momento. Sì, perchè ormai aveva preso a considerare Hogwarts e alcune delle persone al suo interno come casa propria, mentre la sua sistemazione estiva era solo un fastidioso dovere che suo malgrado doveva rispettare.
Un colpo. Due colpi. Come di una porta che sbatteva con violenza, come se qualcuno avesse osato violare le esigentissime regole che sua zia aveva imposto fin dal suo arrivo in quella famiglia: a prescindere dalla situazione, non era fine prendersela con l'arredamento - in sintesi, uno avrebbe anche potuto prendersi una pallottola in fronte e lei non avrebbe battutto ciglio, a patto di non sporcare il tappeto ovviamente. Ma chi poteva osare tanto?
Lui era appena arrivato, non aveva ancora avuto il modo di combinare nulla - di sicuro non poteva essere lui il destinatario di tanta ira - ma in quella casa nessuno litigava mai, se non con lui. Certo era che Wolf non aveva mai sentito quelle due persone in particolare litigare in quel modo, non in sua presenza almeno, e la situazione gli pareva paradossale: se solo fosse riuscito a comprendere le ragioni di quella lite, avrebbe compreso cosa li avesse spinti a un comportamento tanto inusuale. Tuttavia non erano affari suoi e sinceramente non aveva voglia di essere la valvola di sfogo di uno dei due, non ora che era appena tornato a...

SEI TU...... NON LEI!...... TUO FIGLIO!...... CONVINTO.
Zio Jonas stava parlando di lui e - se non aveva capito male - di sua madre: quella che non aveva mai conosciuto o di cui non aveva mai visto una fotografia. L'unica cosa che aveva di lei era una fede nunziale e ancora non comprendeva cosa avesse spinto suo padre a cedergliela. No, non poteva distrarsi, doveva scoprire cosa avesse spinto i due uomini litigare e soprattutto doveva scoprire per quale motivo stessero parlando di lui: dovevano aver dato per scontato che lui fosse ancora a scuola e, in quel momento, la loro disattenzione gli sarebbe tornata utile.
Era certo che se si fosse fatto scoprire non avrebbe mai capito cosa stesse succedendo in quel momento, quindi Wolf si sarebbe diretto al baule e, dopo averlo aperto, ne avrebbe estratto il Mantello della Disillusione: solo dopo averlo indossato, facendo ben attenzione a nascondere ogni parte del suo corpo, sarebbe uscito sul ballatoio delle scale, cercando di non produrre alcun rumore che avrebbe potuto attirare l'attenzione di Anton o Jonas.
Ora era pronto a capire il motivo della loro lite.

 
Top
view post Posted on 12/8/2018, 20:41
Avatar

Il Fato

Group:
Master
Posts:
9,196

Status:


cDuy9v2
'cause Blood is ...

Il sole caldo inondò la stanza con incredibile fervore.
Come se non aspettasse altro, i raggi si affacciarono prepotentemente oltre le imposte bollenti e la stanza li accolse illuminandosi. I granelli di polvere, in seguito ai passi del giovane, volteggiavano nell’aria, sospinti da onde invisibili. Una leggera brezza bagnò il volto di lui e portò, finalmente, il profumo dell’estate in quella camera priva di alcun colore.
Il vento raccontava del lontano suono delle creature della Foresta Proibita, i canti delle Sirene che cullavano gli abissi e l’odore dei Pancakes mattutini. Hogwarts era lontana eppure già in attesa, consapevole di essere Casa per molti dei suoi abitanti.
Wolfgang, colto alla sprovvista da quella brezza, aveva forse e per questo pensato al Castello?
Quel giorno, tuttavia, non c’era spazio per la malinconia; il tempo scorreva tiranno e avrebbe portato con sé nuove sorprese.
Godendo dell’indifferenza che la sua famiglia gli regalava, il Serpeverde aveva sfilato il mantello della Disillusione senza, però, astenersi dal fare rumore. Per sua fortuna, il cigolio del legno non venne udito, coperto dalle urla e dalla concentrazione dei discorsi in atto al piano di sotto.
Vigile, indisturbato e non visto, s’era avviato sul pianerottolo del suo piano, ancora troppo lontano per udirli chiaramente ma più vicino per captare nuove informazioni.
« E… Fossero? … Solo… Scatola…»
Ancora un passo, poi un altro mentre Jonas parlava e qualcosa veniva ripetutamente sbattuto contro la mobilia.
Cosa avrebbe detto Zia Alesha se fosse stata lì?
Nessuno parlò ma, in compenso, le assi del pavimento sotto i piedi dell’Intruso scricchiolarono pericolosamente; ciò avrebbe dovuto fermarlo sul posto, almeno finché non fosse sicuro di non essere stato udito.
« L’hai sentito … Tu? », Jonas mormorò, ansante.
« … Paranoico. NON CAMBIARE ARGOMENTO! »
Era stato appurato: poteva udirli chiaramente qualora avessero urlato e loro, nel silenzio, potevano avvertire lui.
« ... Le iniziali… Mia moglie… Quindi? »

... Ticker than Water.

 
Web  Top
view post Posted on 14/8/2018, 21:09
Avatar

Secondo Anno

Group:
Serpeverde
Posts:
1,082

Status:


Shit.
Wolf doveva impegnarsi maggiormente se voleva evitare di farsi scoprire - forse suo padre e suo zio non avevano sentito il cigolio del baule che veniva aperto per permettergli di prendere il Mantello della Disillusione, ma quella non era una scusa per essere tanto noncuranti. Solitamente, una volta tornato a casa da Hogwarts, lasciava che la sua indolenza prendesse il sopravvento, anche e soprattutto per irritare suo padre: quel giorno, però, sembrava che qualcun altro avesse deciso di adempiere a tal compito al posto suo. Il fatto che quella persona fosse suo zio Jonas era semplicemente talmente inusuale che la sua curiosità era stata immancabilmente stuzzicata: per questo motivo, il ragazzo aveva indossato il suo Mantello e si era avviato sul pianerottolo, cercando di fare meno rumore possibile.

E... Fossero? ...Solo ...Scatola...
Di quale scatola stava parlando suo zio? E chi diavolo era che continuava a prendersela con l'arredamento? Sua zia Alesha non avrebbe perdonato né suo cognato né suo marito se i danni fossero stati permanenti - e lui non poteva neppure utilizzare la magia per riparare i mobili se questi fossero stati danneggiati. Tutto per colpa del Decreto per la Ragionevole Restrizione delle Arti Magiche - Dei, non poteva essere più semplice da nominare, no? - dopotutto non era ancora maggiorenne, neppure per gli standard dei Maghi.
Un passo di troppo e le assi del pavimento sotto i suoi piedi scricchiolarono, come se la casa stessa stesse cercando di avvisare i legittimi proprietari della sua presenza - come se lui fosse uno sconosciuto, un intruso che stesse cercando di carpire qualche prezioso segreto. I segreti, questi sì che gli interessavano: voleva comprendere il motivo del loro litigio, voleva comprendere per quale motivo stessero parlando di lui - e di sua madre. La stessa donna di cui non sapeva praticamente nulla, la stessa donna di cui indossava quotidianamente la vera, infilata in una catenina che portava al collo: per quanto suo padre l'avesse amata, quel prezioso ricordo apparteneva a lui.

L'hai sentito... Tu?
Wolf si bloccò istantaneamente, il ritmo cardiaco talmente accelerato che riusciva a sentirlo rimbombare nelle orecchie - si era quasi fatto scoprire da suo zio e suo padre non era stupido, di certo si sarebbe insospettito e neppure il Mantello avrebbe potuto nasconderlo in eterno: non riusciva neppure a immaginare la punizione per aver origliato una conversazione tanto privata.
...Paranoico. NON CAMBIARE ARGOMENTO!
Come non detto, qualunque fosse l'argomento della loro conversazione - lui, sua madre o una fantomatica scatola - era talmente interessante, talmente importante da spingere suo padre a scordarsi ogni precauzione, ogni prudenza.
... Le iniziali... Mia moglie... Quindi?
Avrebbe dovuto aspettare che i toni si riaccendessero per continuare ad avvicinarsi ai due fratelli, solo quando entrambi fossero stati sufficientemente distratti avrebbe proseguito nella sua catabasi. Ormai era evidente, il pomo della discordia di due fratelli solitamente tanto uniti era proprio sua madre, una donna di cui in pratica non sapeva nulla.
Non poteva lasciarsi sfuggire un'occasione così unica da potersi considerare rara - riuscire a scoprire anche solo un indizio in più sul suo passato, riuscire a scoprire qualcosa su sua madre era fondamentale ora che la sua curiosità era stata stuzzicata a dovere.
 
Top
view post Posted on 6/9/2018, 09:03
Avatar

Il Fato

Group:
Master
Posts:
9,196

Status:


cDuy9v2
'cause Blood is ...


Quel giorno, Wolfgang Bogdanow poteva dirsi fortunato. Dimentichi ancora una volta della sua esistenza, i due fratelli non si erano posti il problema della sua presenza. Era proprio così? Jonas, a modo suo, aveva tentato di avvertire Anton ma lui gli aveva ringhiato addosso accusandolo - come le rare volte in cui discutevano - di estromettersi dal discorso principale. Gli dava del superficiale, a lui che, di fatto, stava alla frivolezza come il balletto classico sta a un Erumpent.
Ad ogni modo, anche Jonas si dimenticò ben presto di quel rumore. Gli occhi chiari posati sulla sconosciuta scatola, assunse un'espressione ancor più accigliata di prima.
A conti fatti, non aveva mai visto quell'accidente e ancora gli sfuggiva il motivo per cui ad Anton bruciasse tanto che sua moglie avesse una scatola porta-oggetti.
«NON sto... Argomento... », aveva sbuffato portandosi una mano alla testa, grattando la fronte corrugata.
Mentre i due riprendevano il discorso, al piano superiore Wolfgang avanzava coperto dalle loro voci come un predatore che s'avvicina mentre la preda è impegnata a ruminare l'erba.
« Spiegami perché ... lasciarla a Wolfgang.»
Man mano che il Serpeverde s'avvicinava, poteva distinguere maggiormente le loro voci, persino la loro esasperazione prendere la forma di sbuffi e rumori gutturali.
Giunto al limite, sul pianerottolo principale con la ringhiera da interni che dava sulla sala principale dove i due stavano intrattenendosi, il giovane dovette arrestarsi: un altro passo e sarebbe stato completamente alla mercè della loro attenzione qualora il mantello avesse fallito.
Era dunque necessario avventurarsi oltre? Alla sua sinistra la lunga rampa di scale attendeva la fatidica decisione.
« Non so perché fosse in camera sua. CHE VUOI che ne sappia? Quella stanza ... vuota. Ci sarà andata per un pisolino.
Zum Teufel, Anton! Ma davvero mi aggredisci per ... Scatola? »
Jonas aveva dato le spalle al fratello, i palmi rivolti verso l'alto, al limite della propria pazienza.
« Dov'è Alesha, ora? Wolfgang arriverà a momenti, anzi ... In ritardo. »
Per un attimo, Anton alzò lo sguardo in direzione delle scale; senza volerlo, aveva agguantato l'intera ed invisibile figura di suo figlio ma lui non poteva saperlo. In quel preciso istante, gli tornò in mente il rumore che il fratello aveva udito. E se?
« Non ho tempo di aspettarla. Meglio distruggere
das verdammte Ding »
, e con un passo si avvicinò al tavolino su cui posava l'oggetto preparandosi a disfarsene.
Sporgendosi di poco, il Serpino avrebbe potuto adocchiare da lontano la causa di quell'accesa discussione. Dall'alto, non poteva scorgerne la profondità ma la superficie di mogano era chiaramente visibile: intarsiata finemente, regalava una strana incisione d'argento. Un ghirigoro? Una biscia? Era difficile metterne a fuoco i dettagli.
Una cosa era però certa: suo padre stava per distruggere qualcosa che sua zia gli aveva lasciato in camera e zio Jonas non si sarebbe opposto.
Cosa fare?


... Ticker than Water.


Bene, Wolfgang. Siamo giunti al primo passo decisivo.
Fino ad ora ti sei comportato molto bene ma bisogna anche ammettere che non siamo mai arrivati al punto catartico dell'intera questione. Ci sei vicino, a seconda della decisione che prenderai, ovviamente.
Impedire che la scatolina vada distrutta, giungendo allo scoperto o restare nascosto e osservare il semplice scorrere degli eventi?
Libero arbitrio, sempre.

Ricorda le tue stats.
 
Web  Top
view post Posted on 9/9/2018, 15:13
Avatar

Secondo Anno

Group:
Serpeverde
Posts:
1,082

Status:


Se mai un tempo Wolf avesse potuto pensare di possedere per diritto di nascita l'affetto e l'attenzione di suo padre, quei giorni erano ormai stati cancellati dalla sua memoria - troppe volte si era dimenticato di lui, di andare a prenderlo all'uscita di scuola o anche solo svegliarlo la mattina, per poi rimproverargli ritardi e punizioni da parte degli insegnanti troppo ciechi per accorgersi di chi fosse il vero colpevole.
Quel giorno, l'assoluta indifferenza che Anton nutriva nei suoi confronti era un vantaggio che non avrebbe sprecato: tuttavia, suo zio era un discorso a parte - non che Jonas nutrisse chissà quale affetto nei suoi confronti, ma tra i due fratelli era sempre stato quello più attento e più diffidente. Un passo falso e il Serpeverde sarebbe stato scoperto ad origliare, attirandosi una punizione con i fiocchi: sembrava, però, che suo padre stesse cercando, inconsapevolmente di aiutarlo, impedendo al fratello di concentrarsi di lui.
NON sto... Argomento...
Bene, avevano ricominciato a parlare.
Wolf si accinse a scendere ancora qualche gradino, facendo attenzione a non produrre alcun rumore che potesse smascherarlo: sembrava che i due avessero smesso di urlarsi addosso, ma - di passo in passo - riusciva ad avvertire sempre di più la frustazione che sporcava le loro parole, come un radio che, cambiando frequenza, acquisisce sempre maggior chiarezza. Presto sarebbe riuscito a comprendere la maggior parte del loro discorso, presto avrebbe capito quale fosse la ragione del loro dissenso e, soprattutto, per quale motivo i due stessero affrontando in pieno giorno, con il rischio di essere scoperti, quello che poteva tranquillamente essere considerato il maggiore tabù di quella casa. Sua madre.
Spiegami perchè... lasciarla a Wolfgang.
Lasciare a Wolfgang cosa? Che i due stessero parlando della famosa scatola? Il pensiero che sua madre potesse avergli lasciato qualcos'altro, qualcosa di diverso dalla vera che portava al collo, fu come ricevere un pugno nello stomaco: in quella casa non si poteva parlare di lei, non si poteva nominare o fare di domande di alcun tipo. Di lei non sapeva nulla, solo che era morta mettendolo al mondo: era convinto che suo padre gli rimproverasse la sua morte e tale convinzione, sentendolo parlare con Jonas, acquisiva sempre più carattere di certezza. Se lei non fosse morta, la sua vita sarebbe stata uguale? Anche lei avrebbe considerato la sua esistenza come un fastidio, qualcosa di cui potersi dimenticare per la maggior parte dell'anno? Non sapeva darsi risposta, ma mentre tali domande si arrovellavano nella sua mente, un pensiero diverso dagli altri metteva seme nel suo cervello: doveva prendere quella scatola, doveva scoprirne il contenuto.
Per quel motivo, giunto sul pianerottolo principale - pur avendo una buona visuale sulla sala principale dove i due litiganti si stavano intrattenendo - Wolf decise di proseguire nel suo tentativo di avvicinamento, confidando nelle capacità del Mantello della Disillusione: di gradino in gradino, cercando di essere silenzioso come un felino che si avvicina alla sua preda, il ragazzo si accinse a scendere le scale, prestando orecchio a ogni parola, a ogni variazione di tonalità - giunto a quel punto, non temeva più le possibili ritorsioni delle sue azioni, ma era ben consapevole che se avesse voluto venire a conoscenza di quanto stesse accadendo in quel momento, se avesse voluto entrare in possesso di quella scatola, avrebbe dovuto approffittare ancora della segretezza del Mantello.
Non so perché fosse in camera sua. CHE VUOI che ne sappia? Quella stanza... vuota. Ci sarà andata per un pisolino. Zum Teufel, Anton! Ma davvero mi aggredisci per... Scatola?
Stanza? Di quale stanza stavano parlando: della sua o di una ipotetica stanza appartenente a sua madre?
Dei, sperava davvero che i due non iniziassero a conversare interamente in tedesco - come, in realtà, erano soliti fare quando non volevano che lui comprendesse ciò di cui stavano discutendo. Per quanto si sforzasse, dal momento che nessuno si era mai impegnato a insegnargli quella che sarebbe dovuta essere la sua lingua madre, Wolf conosceva giusto un paio di imprecazioni - compresa quella appena pronunciata da suo zio.
Dov'è Alesha, ora? Wolfgang arriverà a momenti, anzi ... In ritardo.
Nel momento stesso in cui i loro occhi si incrociarono, Wolf fermò la sua avanzata, andando inconsciamente a sfiorare con la mano destra la bacchetta che aveva riposto nella tasca dei pantaloni: che si fosse accorto della sua presenza? No, il Mantello avrebbe dovuto proteggerlo da una simile evenienza. Eppure sembrava che alla fine Anton si fosse ricordato e della sua esistenza e del fatto che quel giorno lui sarebbe dovuto rientrare da Hogwarts per le vacanze estive: peccato, però, che una simile rimembranza sembrasse avergli forzato la mano.
Non ho tempo di aspettarla. Meglio distruggere das verdammte Ding.
Pur con la sua scarsa conoscenza del tedesco, era facilmente intuibile che suo padre volesse disfarsi della famigerata scatola - ancora sul pianerottolo, Wolf ne aveva potuto ammirare la superficie di mogano e la strana incisione d'argento che, pur non essendo riuscito a distinguere perfettamente a causa della distanza, ricordava un ghirigoro familiare: una biscia o un serpente.
Se Anton avesse distrutto la scatola, lui non avrebbe mai saputo cosa sua madre avesse voluto lasciargli: sarebbe rimasto nell'ignoranza, prigioniero della vita che stava vivendo in quel momento le cui catene invisibili sarebbero state forgiate dal rimpianto di non essersi opposto al volere paterno. Come pronunciato poco prima da suo zio, Zum Teufel - non avrebbe permesso che una cosa simile accadesse.
Non osare toccare quella scatola. - avrebbe esordito Wolf, senza curarsi di togliere il Mantello e percorrendo velocemente i gradini che ancora lo separavano dalla Sala.
In tal modo, sperava di attirare l'attenzione e lo sconcerto di suo padre, incapece forse di comprendere quanto stesse accadendo o chi stesse parlando, distraendolo dalla furia distruttrice che sembrava averlo invaso in quel momento: quella scatola apparteneva a lui e avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggere ciò che vi era contenuto - anche a costo di attirare l'ira del Ministero della Magia.



--

STATISTICHE

PUNTI SALUTE

158/158

PUNTI CORPO

83/83

PUNTI MANA

93/93

PUNTI ESPERIENZA

10.5



OGGETTISTICA

MANTELLO DELLA DISILLUSIONE

indossato da Wolf

BACCHETTA MAGICA

tasca destra posteriore dei pantaloni

ANELLO DELLA GORGONE

mano destra, indice

ANELLO GEMELLO

mano destra, anulare - in collegamento con Elijah Sullivan

ANELLO DIFENSIVO

mano sinistra, anulare

 
Top
view post Posted on 29/10/2018, 12:35
Avatar

Il Fato

Group:
Master
Posts:
9,196

Status:


cDuy9v2
'cause Blood is ...

Tutto stava accadendo in una manciata di pochi minuti. Nella confusione generale, nella sorpresa, erano poche le informazioni che Wolfgang aveva potuto mettere insieme ma su una cosa, il trio per intero, era certo: c’era una scatola indirizzata al più giovane e nessuno voleva che lui ne entrasse in possesso.
Vinto dalla curiosità, mosso dalla protezione che avvertiva nei confronti di quello sconosciuto oggetto, dal rancore che portava per suo padre, il Serpeverde si precipitò nella Sala, irrompendo nel silenzio a cui era stato fedele, tradendo la sua invisibilità.
Il suo urlo fece gelare il sangue ai due presenti che, senza nemmeno rendersi conto di cosa avrebbero visto, si voltarono verso le scale. Lentamente la figura del ragazzo si delineò tra i contorni di quella casa creduta vuota e i tratti apparentemente nordici furono visibili ai due fratelli.
« E… tu… », le parole gli morirono in gola e con la mano ferma a mezz’aria, Anton non si azzardò a prendere la scatola, forse vinto dalla sorpresa, forse preso alla sprovvista.
« Cosa hai sentito? », il tono minaccioso assunse le ombre della paura: come spiegare quanto aveva appena detto? Non poteva certamente fare menzione ai dubbi che aveva sempre nutrito circa suo figlio.
« Dai Anton, è solo una scatola. Al deve averla lasciata in camera tua, ci sono le sue iniziali sopra. » , e Jonas non mentiva, sull’oggetto incriminato erano delineate, in piccolo ma abbastanza riconoscibili da una minima distanza, tre lettere in maiuscolo, appena slavate ma ancora leggibili: A. B. H.

Alesha Briony Hamilton.


Anton però non sembrava convinto di quella spiegazione. Aveva trovato la scatola sul letto di Wolfgang, null’altro era stato toccato quindi era impossibile che la donna se la fosse dimenticata in seguito ad un “pisolino”, così come aveva assunto suo fratello prima.
Jonas era sempre stato un credulone, dopotutto; credulone e buono aveva lasciato che sua moglie gliela facesse sotto al naso più e più volte e lui era ormai stanco di farglielo notare.
Incrociò lo sguardo di suo figlio, quello sguardo che ancora non lo convinceva. I lineamenti di ragazzo ormai maturo non avevano fatto altro che accentuare i suoi orribili dubbi circa la nascita di suo figlio.
Era veramente suo?
Più volte si era deciso ad ignorare quella vocina insistente che gli suggeriva la verità; non avrebbe ceduto proprio in quel momento anche se era difficile ragionare lucidamente.
Troppe cose non quadravano.
Troppi segreti.
No, lui non sarebbe stato tanto stupido come suo fratello.
Con la destra portata alla fronte, Anton percorse i pochi passi che lo dividevano dal mobilio su cui era poggiato l’oggetto in legno e, non curandosi delle risposte di due altri presenti, allungò il braccio per impossessarsene.

... Ticker than Water.



Edited by MasterHogwarts - 11/11/2018, 21:28
 
Web  Top
view post Posted on 31/10/2018, 16:21
Avatar

Secondo Anno

Group:
Serpeverde
Posts:
1,082

Status:


Wolf si era precipitato all'interno della Sala, per interrompere la discussione tra suo padre e suo zio e impedire la distruzione di quella fantomatica scatola, senza alcun genere di piano o un secondo pensiero: una volta attirata l'attenzione, l'effetto del Mantello della Disillusione venne meno e i due fratelli riuscirono, alla fine, a vederlo. Adesso, avrebbe dovuto recuperare quella scatola o il rischio corso in quel momento sarebbe stato del tutto inutile: si era fatto beccare a spiare una conversazione privata e non osava immaginare quale genere di punizione gli sarebbe toccata una volta terminata tutta quell'ordalia.
E... tu... - era una sua impressione o suo padre era ancora più agitato del solito? - Cosa hai sentito?
Solo chiacchiere senza senso, senza capo né coda. L'unica certezza che aveva ricavato da quella conversazione era il fatto che qualcuno, probabilmente sua madre, gli aveva lasciato quella scatola e che Anton ne era tanto terrorizzato da volerla distruggere: chissà cosa conteneva quell'oggetto di così pericoloso da non permettergli di ottenerlo.
Dammi quella scatola, padre, e sarà come se non fossi mai venuto a conoscenza dei vostri discorsi.
Stava mentendo, ovviamente: non solo non sarebbe mai riuscito a scordarsi quanto udito quel giorno, per quanto confusionario, ma gli avrebbe anche fatto credere di aver ascoltato tutta la loro conversazione - comprendendone ogni parola. Una menzogna, certo, ma pur di ottenere quanto riteneva suo di diritto - o almeno così iniziava a pensare - non si sarebbe fatto scrupoli per qualcosa di così banale.
Dai Anton, è solo una scatola. Al deve averla lasciata in camera tua, ci sono le sue iniziali sopra.
Cosa? La scatola era di zia Alesha e non di sua madre?
In effetti, grazie ad un'occhiata più attenta, Wolf avrebbe potuto notare le iniziali delineate sopra di essa: iniziali che corrispondevano al nome di sua zia, ma che - per quello che ne sapeva lui - potevano coincidere con quelle di sua madre. Certo, non avrebbe avuto certi dubbi se qualcuno - suo padre, magari - fosse stato così cortese da rivelargli il nome della donna che aveva dato la vita pur di farlo nascere: ovviamente, quello era il motivo per cui in casa sua era vietato fare domande o parlare di sua madre.
Non lasciandosi distrarre dalle parole di suo zio, il Serpeverde non distolse lo sguardo da suo padre: non si fidava di quell'uomo ed era certo che se si era messo in testa di distruggere quella maledetta scatola - das verdammte Ding, come l'aveva chiamata poco prima - non sarebbe bastata una semplice promessa, per quanto falsa, per fargli cambiare idea. Infatti, dopo essersi portato la mano destra alla fronte, Anton si avvicinò all'oggetto incriminato, pronto a portarglielo via.
Padre, ti ho già detto di non toccare das verdammte Ding: non te lo ripeterò una seconda volta.
Pur non potendo usare la magia, Wolf non era completamente indifeso: forse l'Anello Gemello di Elijah non gli era utile in quell'occasione, ma non si sarebbe fatto scrupoli ad utilizzare l'Anello della Gorgone per immobilizzare Anton - anzi, quasi quasi sperava che suo padre lo mettesse alla prova. Se suo padre avesse toccato la scatola, il Serpeverde avrebbe alzato la mano destra e avrebbe sfruttato il potere dell'anello per impedire la distruzione che sembrava che destinata a subire.


STATISTICHE

PUNTI SALUTE

158/158

PUNTI CORPO

83/83

PUNTI MANA

93/93

PUNTI ESPERIENZA

10.5



OGGETTISTICA

MANTELLO DELLA DISILLUSIONE

indossato da Wolf

BACCHETTA MAGICA

tasca destra posteriore dei pantaloni

ANELLO DELLA GORGONE

mano destra, indice

ANELLO GEMELLO

mano destra, anulare - in collegamento con Elijah Sullivan

ANELLO DIFENSIVO

mano sinistra, anulare

 
Top
view post Posted on 11/11/2018, 21:28
Avatar

Il Fato

Group:
Master
Posts:
9,196

Status:


cDuy9v2
'cause Blood is ...

Detto, fatto: il recondito desiderio di Wolfgang venne presto esaudito.
Peccato non si potesse dire lo stesso per Anton: immobilizzato sul posto, l’uomo si scopri incapace di muovere alcuna parte del corpo se non gli occhi, ancora increduli e posati sulla scatola che aveva appena sfiorato.
Le minacce di suo figlio, pur rare che fossero, non l’avevano disturbato nelle sue prime intenzioni: prendere la scatola e chiudere la porta in faccia a quell’arrogante di Wolfgang e al suo ingenuotto fratello.
Tuttavia, incapace di capire in che modo il giovane Bogdanow avrebbe potuto farla pagare ad un uomo fatto e finito come lui, aveva peccato non solo di superbia ma anche superficialità. Uno scherzo del destino che il buono a nulla e credulone fosse lui, ora?
Jonas, altrettanto sorpreso e sconcertato, prese a far rimbalzare lo sguardo da Wolfgang a suo fratello incapace di comprendere cosa fosse accaduto. Perché Anton si era fermato così di botto e sembrava, ora, guardarlo come se implorasse il suo aiuto?
« Ehm… Wolfgang… Non è che tu… Insomma… Dai…», con una mano dietro la nuca, le parole sembrarono morirgli in gola. Se aveva attaccato il suo stesso padre per una dannata scatola, cosa poteva fare a lui se solo si fosse intromesso?
Ma che aveva quella scatola, poi? Possibile che solo lui non comprendesse il suo valore? Erano impazziti tutti?
Incerto su come comportarsi o cos’altro dire, si può ben azzardare che Jonas decise di non fare nulla. Semplicemente alzò al cielo le sue grosse mani e le lasciò ricadere sui fianchi: che dessero pure vita ad una faida di famiglia per uno stupido complemento d’arredo, non che la situazione fosse messa meglio comunque.
L’unico problema – e il solo pensiero lo fece rabbrividire – era rappresentato dal rientro di Alesha: la scatola era sua dopotutto, no? E se lui non l’avesse rivendicata, probabilmente lei sarebbe andata su tutte le furie. Era così gelosa delle sue cose e dei suoi affari.
« Per me puoi prenderla ma ti consiglio di chiuderti in camera: almeno quando arriva tua zia puoi dire che l’hai trovata lì e non saprà di questo teatrino. Beh… », voltandosi a guardare Anton inquietantemente paralizzato sul posto, fuggì al suo sguardo, «… Non da me almeno. »
Tutta quella situazione aveva un che di folle. Tutti volevano una scatola che era di qualcun altro ma nessuno sapeva cosa contenesse. Anton era arrabbiato come poche volte e bloccato sul posto, il suo volto si stava lentamente colorando di un acceso rosso come se, a momenti, la sua furia potesse fargli esplodere il cranio. Jonas, che non aveva certamente un ottimo rapporto con la Magia, risultava spaventato e al tempo stesso affascinato ma, non sapendo come aiutare il fratello – e non volendolo affatto seguire nella medesima sorte – restava a guardare quasi pregando che il giovane Serpeverde prendesse l’oggetto in questione e se ne andasse. Non era stata Alesha, dopotutto, a lasciarlo in camera sua?
E poi c’era Wolfgang: ignaro circa l’identità di quel desiderato artefatto, aveva ormai la bacchetta dalla parte del manico. Doveva solo saper sfruttare la situazione a dovere e ritirarsi prima che fosse troppo tardi.

... Ticker than Water.



Anton Bogdanow rimarrà bloccato per il prossimo turno. La scatola è ancora sul tavolo non essendo, lui, riuscito ad acciuffarla prima che utilizzassi l'anello.
 
Web  Top
view post Posted on 12/11/2018, 11:50
Avatar

Secondo Anno

Group:
Serpeverde
Posts:
1,082

Status:


Shit.

Non pensava che ci sarebbe riuscito. Per la prima volta in vita sua, Wolf aveva il coltello dalla parte del manico: era sempre stato costretto a subire le decisioni del padre, senza avere la possibilità di ribattere, sentendosi un estraneo in casa propria. In quel momento, invece, provava una sorta di euforia, una sorta di invincibilità mai sperimentata prima che aveva raggiunto il suo apogeo nel momento in cui aveva alzato la mano destra contro Anton, sfruttando il potere insito nell'Anello della Gorgone - privandolo della possibilità di muoversi e di attuare i suoi piani distruttivi sulla scatola.
Ehm… Wolfgang… Non è che tu… Insomma… Dai...
Lanciando un'occhiata gelida a suo zio - non l'aveva mai visto in quelle condizioni, non l'aveva mai visto degnarlo neppure di uno sguardo se doveva essere onesto - decise di mettere alla prova i suoi nervi: da quello che poteva osservare non erano poi così saldi, dopotutto. Alla fine, quei due non avevano alcuna conoscenza del Mondo Magico e delle sue Leggi: per quello che ne sapevano loro, ad immobilizzare suo padre era stato il Serpeverde stesso, con la sola imposizione di una mano - di certo non avrebbero pensato che un semplice anello, che aveva indossato ogni giorno anche la scorsa estate avesse potuto avere un tale potere, no?

Senza dire nulla, dopo aver osservato Jonas alzare le mani al cielo, come in un'espressione di involontaria disfatta, Wolf si sarebbe avvicinato al padre ancora immobilizzato - non sapeva quanto sarebbe durato l'effetto, era meglio sbrigarsi se voleva mettere al sicuro la scatola e il suo ancora ignoto contenuto - per mettere finalmente le mani sopra das verdammte Ding. Non sarebbe riuscito a dare un nome alle emozioni che provò nel momento in cui, prendendo finalmente in mano l'oggetto conteso - stando ben attento a non rovesciarlo o farlo cadere, non aveva intenzione di mostrarne il contenuto ai due fratelli - si sarebbe allontanato da Anton, senza perderlo di vista, avvicinandosi alle scale su cui si era nascosto solo qualche minuto prima. E dire che gli sembrava fossero passate ore.
Per me puoi prenderla ma ti consiglio di chiuderti in camera: almeno quando arriva tua zia puoi dire che l’hai trovata lì e non saprà di questo teatrino. Beh… Non da me almeno.
Un buon consiglio per una volta - Wolf diffidava del fatto che la scatola appartenesse a zia Alesha, ma presto avrebbe scoperto la verità. Tuttavia, chiudendosi in camera, avrebbe evitato o quantomeno ritardato le conseguenze del suo ammutinamento nei confronti del padre - dopotutto, dubitava che l'effetto dell'Anello della Gorgone fosse infinito, era meglio mettere una porta di distanza tra lui e quell'uomo. Senza perdere ulteriore tempo nel rispondere a suo zio, il Serpeverde avrebbe dato le spalle ai fratelli Bogdanow, per salire le scale due gradini alla volta - stando ben attento a non inciampare nel suo tentativo di allontanarsi o di rovinare il suo prezioso carico - e infine sbarrarsi in camera propria, chiudendo la porta a doppia mandata.

Solo una volta sicuro di essersi ben barricato in camera propria, Wolf avrebbe osservato nuovamente la scatola, ammirandone l'intaglio e l'iscrizione che, alla fine, riportava realmente le iniziali di sua zia Alesha, "A. B. H." - che zio Jonas avesse ragione? Se fosse stata davvero lei la legittima proprietaria e lui avesse rischiato di scatenare un'apocalisse per nulla?
Audentes fortuna iuvat - sussurrò a mezza voce, deciso a trovare una volta per tutte le risposte alle domande che si era posto fino a quel momento - Alla fine, ora, che altra scelta ho?
Senza altra esitazione, il ragazzo avrebbe tentato di aprire das verdammte Ding - come ormai aveva preso a chiamarla nella sua mente - per scoprirne il contenuto.




STATISTICHE

PUNTI SALUTE

158/158

PUNTI CORPO

83/83

PUNTI MANA

93/93

PUNTI ESPERIENZA

10.5



OGGETTISTICA

MANTELLO DELLA DISILLUSIONE

indossato da Wolf

BACCHETTA MAGICA

tasca destra posteriore dei pantaloni

ANELLO DELLA GORGONE

mano destra, indice: utilizzato

ANELLO GEMELLO

mano destra, anulare - in collegamento con Elijah Sullivan

ANELLO DIFENSIVO

mano sinistra, anulare

 
Top
view post Posted on 28/11/2018, 18:13
Avatar

Il Fato

Group:
Master
Posts:
9,196

Status:


cDuy9v2
'cause Blood is ...

Un doppio scatto della serratura annunciò che Wolfgang era riuscito nella sua impresa.
Barricato in camera, poco avrebbe potuto fare Anton per raggiungerlo e riprendersi quella dannata cosa. La stanza era vuota, nello stesso modo in cui l’aveva accolto al principio - se non fosse stato per un piccolo dettaglio. Tutto, infatti, era rimasto immutato ma poco sopra il tavolo della scrivania, proprio difronte al letto e a lato della finestra, se solo Wolfgang si fosse avvicinato più di quanto aveva fatto in precedenza, avrebbe potuto notare un ulteriore indizio che avrebbe stravolto quella giornata già strana di suo.
Senza d'esso, sarebbe stato pressoché impossibile aprire il suo piccolo tesoro. Sprovvisto di un lucchetto, l’oggetto non prevedeva una chiave. Se da una parte questo poteva dirsi un sollievo – apparentemente non urgeva scassinare qualcosa che, fino a prova contraria, non gli apparteneva – dall’altra il quesito rimaneva vivo: come aprirla?
Il legno scuro rilucette appena ai fiochi, tetri raggi che penetravano la vetrata; tanto era consunto, aveva perso la beltà di un tempo ma gli intarsi erano ancora ben delineati, così come il Serpente che sembrava osservare il ragazzo nel suo vano tentativo di scoprire il segreto che proprio lui, apparentemente inanimato, nascondeva.
Frustrato dal suo intento, Wolfgang avrebbe compiuto qualche passo, consapevole che, con ogni probabilità, il padre avrebbe presto iniziato a disturbare la sua pratica picchiettando forte alla porta, minacciandolo se si fosse presentato il bisogno.
Più l’idea che Anton desiderasse distruggere quell’oggetto diveniva reale, più la necessità di tenerlo lontano dalle sue grinfie aumentava; così come la bramosia di scoprire il perché l’uomo non volesse assolutamente che suo figlio ne entrasse in possesso.
Era necessario che svelasse l’arcano prima che fosse troppo tardi.
Avvicinatosi al letto, sarebbe parso sensato cercare in giro alla ricerca di una qualsiasi forma di aiuto. Se la possibilità che sua zia avesse lasciato il tesoro lì appositamente per lui poteva dirsi reale, doveva anche esserci un indizio su come aprirlo, no?
Ed eccolo, proprio attaccato alla parete, un piccolo foglietto bianco. Più pallido rispetto alle mura impolverate eppur vuoto, attaccato quasi per magia.
Se solo il Serpeverde lo avesse agguantato, incuriosito da quella inusuale presenza, lo straccetto di carta si sarebbe colorato di una scritta sottile, elegante, di donna.

QIqODga


Che cosa voleva dire?
Sotto le dita strette intorno alla scatola, la biscia si mosse impercettibilmente ma abbastanza affinché Wolfgang se ne rendesse conto e posasse lo sguardo su di Lui. Gli occhi, improvvisamente smeraldini, del rettile rilucettero appena e poi si spensero.
Il Fato, dal suo alto scranno, attese che la Confusione facesse da protagonista e che il ragazzino, ancora incapace di comprendere cosa volesse dire tutto ciò, seguisse il suo segnato percorso.


... Ticker than Water.



 
Web  Top
view post Posted on 3/12/2018, 11:31
Avatar

Secondo Anno

Group:
Serpeverde
Posts:
1,082

Status:


Ci era riuscito.

Era riuscito a chiudersi in camera sua, portando al sicuro la scatola incriminata e fuggendo all'ira di suo padre: solo, in quella stanza, si sentiva talmente scioccato dagli eventi che si erano susseguiti in quegli ultimi minuti, che quasi tremava dall'esaltazione. La sua camera, al contrario, pareva non aver subito alcun mutamento in quel breve lasso di tempo in cui l'aveva abbandonata - il contrasto con l'apparente staticità della camera e la metamorfosi interiore cui era stato sottoposto, non aiutava minimante Wolf a calmare il proprio animo: per ottenere un tale risultato avrebbe dovuto, in qualche modo, aprire das verdammte Ding. Il problema, tuttavia, non era di facile soluzione: la scatola era sprovvista di un lucchetto o di qualsiasi mezzo che indicasse un modo attuabile per ottenerne il contenuto - almeno non avrebbe dovuto scassinarlo, ma come avrebbe fatto a risolvere i propri dubbi?

Doveva ammettere che la scatola mostrava i segni di un'antica bellezza, nascosta dai segni dell'usura e del passaggio degli anni - il Serpente intagliato nel legno scuro pareva deriderlo, nascondendogli i propri segreti e anche al tatto nulla lasciava indicare un modo per poter ottenere il contenuto del proprio fantomatico premio. Che avesse rischiato l'ira di suo padre per nulla? Con una smorfia di pura frustrazione, Wolf si alzò con uno scatto irritato dal letto sopra il quale aveva appoggiato das verdammte Ding, certo che la pace di cui stava godendo in quel momento non sarebbe durata ancora a lungo: per quale motivo suo padre era così determinato a distruggere qualcosa che non si apriva? Non si fosse comportato in modo tanto sospetto non avrebbe mai acceso la propria curiosità o quell'insano sentimento di protezione che l'aveva spinto addirittura ad utilizzare l'Anello della Gorgone contro di lui - no, quella scatola nascondeva un segreto che suo padre voleva celargli e lui avrebbe fatto di tutto per mettere le mani su una tale conoscenza.

Cercando un modo o un oggetto - magari un piede di porco sarebbe comparso per magia nella sua stanza - per poter aprirla, Wolf notò qualcosa di strano sul muro proprio sopra la propria scrivania: raccolta la scatola, come se temesse di separarsi da essa, si avvicinò alla parte opposta della stanza, mettendo meglio a fuoco quell'inaspettato cambiamento. Una volta poggiato il proprio premio sulla scrivania, senza però allontanare la mano sinistra da esso, poté osservare con maggiore chiarezza - e confusione - il piccolo foglietto bianco, attaccato alla parete: spinto dalla propria curiosità, non esitò ad afferrarlo per poterlo esaminare meglio, ma una volta agguantato una scritta elegante, femminile comparve su quel pezzo di carta precedentemente privo di inchiostro.

La lingua che hai ereditato sarà la chiave.

Che cosa voleva dire? Stava forse parlando del tedesco, dopotutto quale altra lingua avrebbe potuto aver ereditato? E poi, la chiave di cosa - della scatola, forse? Ma non aveva senso, per quale motivo il tedesco avrebbe dovuto aprire la das verdammte Ding? Inoltre suo padre e suo zio non avevano fatto altro che lanciare mezze frasi in tedesco fino a qualche attimo fa - se quella era la lingua adatta, per quale motivo non si era aperta per loro?

Proprio mentre era sommerso da dubbi e domande prive di risposta, Wolf riuscì ad avvertire qualcosa muoversi sotto le dita della propria mano sinistra - inevitabilmente, il proprio sguardo si posò sulla scatola, riuscendo a notare gli ultimi istanti di impercettibile movimento del Serpente e il brillio smeraldino dei suoi occhi. Quasi che il ragazzo avesse a che fare con un essere senziente - no, impossibile. Nel corso del suo primo anno scolastico gli erano capitate situazioni assurde, certo - dei, era quasi del tutto convinto di aver incontrato un Salazar Serpeverde ancora bambino - ma una scatola in grado di comprendere cosa stesse accadendo attorno ad essa, mai: era quasi troppo anche per lui, ma alla fine quali altre possibilità aveva?

Sei vivo? - avrebbe sussurrato al Serpente intagliato, pur sentendosi completamente ridicolo nel proprio tentativo - Riesci a comprendermi?


--

STATISTICHE

PUNTI SALUTE

158/158

PUNTI CORPO

83/83

PUNTI MANA

93/93

PUNTI ESPERIENZA

10.5



OGGETTISTICA

MANTELLO DELLA DISILLUSIONE

indossato da Wolf

BACCHETTA MAGICA

tasca destra posteriore dei pantaloni

ANELLO DELLA GORGONE

mano destra, indice

ANELLO GEMELLO

mano destra, anulare - in collegamento con Elijah Sullivan

ANELLO DIFENSIVO

mano sinistra, anulare

 
Top
view post Posted on 20/1/2019, 12:11
Avatar

Il Fato

Group:
Master
Posts:
9,196

Status:


cDuy9v2
'cause Blood is ...


Wolfgang Bogdanow si era appena rivelato, agli occhi del Fato, come tra i più pazienti ragazzini che aveva racchiuso nelle sue spire.
Incuriosito dalla calma che il Serpeverde trasudava, nonostante la situazione, Egli rimase a guardare, preso a tal modo da quella mera vita umana che quasi avrebbe voluto suggerirgli la risposta.
L'interesse, tuttavia, si spense presto e il destino si dimensionò nuovamente nel suo ruolo di spettatore onnisciente.
L'idea prima del ragazzo fu tra le più ovvie: che fosse il tedesco l'aiuto che cercava per scoprire il tesoro di quell'oggetto?
Altrettanto ovvio bensì inaspettato fu il ragionamento con cui il Prefetto liquidò quella soluzione: se avesse avuto ragione, la Scatola avrebbe reagito da tempo e forse sarebbe stato addirittura più semplice per Anton liquidarne il contenuto.
Doveva esserci dell'altro, un'altra lingua che Wolfgang evidentemente nemmeno sapeva di conoscere.
E se, in vero, non fosse destinato a lui?
V'erano le iniziali di zia Alesha dopotutto, non le sue!
Questo pensiero tuttavia non l'avrebbe fermato.
Poche parole, una domanda elementare, irruppero nel silenzio. Quasi incredulo per quanto aveva visto, Wolfgang non sembrava convinto di voler realmente parlare con un ornamento.
Era impazzito?
Se così fosse stato, lui non l'avrebbe certamente realizzato. Il Serpente, forse più matto di quanto non sembrasse il Serpeverde, per tutta risposta, sembrò reagire a quei quesiti.
Muovendo appena la coda, solleticando appena l'epidermide del ragazzo, scosse la testa lasciando intravedere la lingua biforcuta.
Aveva inteso l'essenza della domanda ma non aveva compreso un tubero.
Gli occhi dell'essere inanimato scintillarono appena poi un sibilo fastidioso annunciò la sua ritrovata stasi.
« Aprimi. »
Aveva davvero parlato attraverso lo strascico del suo verso?
O si trattava della sua mente che tirava brutti scherzi?
Bramava così tanto scoprire cosa quella dannata scatola nascondesse, che aveva persino iniziato a sentirla parlare.
Con uno sguardo, Wolfgang avrebbe notato la biscia immobile, spenta rispetto al colore vivo che le aveva mostrato mentre le rivolgeva la parola.
Poteva esserselo benissimo immaginato; anche se il Serpente fosse stato reale nel suo mostrarsi apparentemente vivo, come poteva fare Wolf a capirlo?
Non era altro che la sua brama a parlare: voleva aprire il cofanetto e immaginava che questi glielo imponesse.
O forse no?

... Ticker than Water.

 
Web  Top
view post Posted on 4/2/2019, 15:56
Avatar

Secondo Anno

Group:
Serpeverde
Posts:
1,082

Status:


Stava parlando con una scatola.

Doveva essere impazzito - aveva addirittura aggredito suo padre con uno dei suoi anelli per das verdammte Ding e ora non riusciva ad aprirla: e ora si ritrovava a parlare con una scatola a causa di un dannato di foglietto che aveva trovato attaccato al muro della sua camera. Per non dimenticare il fatto che aveva sentito muoversi il serpente intagliato e il brillio dei suoi occhi smeraldini: dei, ma in che diavolo di guaio si era cacciato? Eppure, proprio mentre stava pensando di rinunciare - e magari cambiare casa, considerando la futura reazione di Anton al suo "incantesimo" - Wolf riuscì a notare il movimento della testa e la lingua biforcuta dell'intaglio: la coda della biscia poi gli aveva chiaramente solleticato l'epidermide della mano sinistra.

Non poteva essersi immaginato il tutto a meno che non fosse completamente impazzito - opzione che non poteva scartare a priori, doveva ammetterlo - eppure era quasi del tutto certo che non avrebbe mai potuto dimenticarsi o immaginarsi il sibilo fastidioso che sembrava fuoriuscire dalla scatola: un sibilo che rassomigliava stranamente al suono di una precisa parola. No, iniziava ad avere allucinazioni uditive e visive: dei, aveva addirittura pensato che il serpente avesse avuto un colore, per così dire, più vivo rispetto a quello spento della scatola. Stava dando di matto, non c'erano alternative possibili - forse era lo stress per il ritorno da Hogwarts o forse il suo desiderio di aprire la das verdammte Ding. Però era assolutamente sicuro di aver visto quella specie di aspide muoversi e di averne sentito il sibilo - o meglio, aveva sentito una parola sibilata.

Forse non era solo lui a volerla aprire, fosse anche la Scatola voleva essere aperta - o dei, aveva appena iniziato a chiamare quell'oggetto "Scatola" con una lettera maiuscola: probabilmente aveva già iniziato a considerarlo un essere senziente, proprio come il maledetto Serpente intagliato. Dei, e se avesse fatto un altro tentativo? Uno soltanto? Nessuno lo avrebbe mai scoperto e nel caso non fosse riuscito ad aprirla se ne sarebbe liberato: l'avrebbe restituita a sua zia e avrebbe cercato un posto dove passare il resto della sua estate - di sicuro non avrebbe continuato a rimanere in quella casa, insieme a suo padre e suo zio. Un altro tentativo, solo uno.

Wolf rimase ad osservare das verdammte Ding fino a quando i contorni di quell'oggetto non iniziarono a confondersi sotto il suo sguardo - ne era veramente convinto? Voleva aprirla - aveva rischiato tutto per quel dannato Cofanetto e ora non riusciva a contenere il desiderio di scoprirne il contenuto. Se si concentrava riusciva a sentire ancora il sibilo del Serpente, la coda muoversi sotto la sua mano e lo scintillio dei suoi occhi: quella Cosa era viva e, nonostante l'apparente pazzia della sua convinzione, lo avrebbe dimostrato.

Apriti.

Il Serpente era vivo, lo sapeva - e ora gli avrebbe mostrato il contenuto della Scatola.



--

STATISTICHE

PUNTI SALUTE

158/158

PUNTI CORPO

83/83

PUNTI MANA

93/93

PUNTI ESPERIENZA

10.5



OGGETTISTICA

MANTELLO DELLA DISILLUSIONE

indossato da Wolf

BACCHETTA MAGICA

tasca destra posteriore dei pantaloni

ANELLO DELLA GORGONE

mano destra, indice

ANELLO GEMELLO

mano destra, anulare - in collegamento con Elijah Sullivan

ANELLO DIFENSIVO

mano sinistra, anulare

 
Top
14 replies since 19/7/2018, 21:46   375 views
  Share