- Lily Lovecraft -
E
ra passato tanto tempo da quando Lily aveva trovato il modo di fare qualcosa di nuovo. Londra era una città che ancora non conosceva ma come poteva affrontare qualsiasi cosa dopo aver conosciuto un abbandono così cocente? Era spaventata, e lo era tanto, e sentiva che la fiducia nelle persone che le stavano intorno continuava a crollare giorno dopo giorno, nonostante il suo tentativo di distribuire ancora sorrisi. Era l’unica cosa che sapeva fare, anche se ora le risultava così difficile da farle male alle guance.
Tuttavia, quella notte aveva fatto un sogno, ed era stato un sogno bellissimo: aveva sognato di nuotare nelle profondità del mare, perdendosi alla vista delle creature marine che nuotavano insieme a lei; quasi riusciva a ricordare perfettamente la sensazione dell’acqua fresca sulla pelle e tra i capelli. Ora, sapeva che non poteva andarsi a tuffare nella prima pozza d’acqua che le fosse capitata a tiro, e nemmeno un bagno ai sali marini avrebbe potuto donarle lontanamente quella sensazione, quindi optò per un qualcosa di nuovo e allo stesso tempo non troppo impegnativo: avrebbe fatto visita per la prima volta all’acquario di Londra. Non avrebbe potuto nuotare insieme ai pesci, ma almeno li avrebbe visti e avrebbe rievocato nella propria mente le sensazioni del sogno.
Si portò davanti allo specchio e si guardò a lungo. Più giorni passavano e più sembrava diversa; anche se un po’ di colore era tornato a colorarle le guance con pennellate di rosa tenue, gli occhi erano ancora spenti, come due rose appassite troppo in fretta.
Chiuse gli occhi e ripensò alla leggerezza delle giornate ad Hogwarts prima di quella scoperta. Le mancava la scuola e le lezioni, le mancavano i suoi amici, ma soprattutto le mancava una famiglia, una qualsiasi visto che non ne aveva più una propria. Forse un giorno avrebbe scoperto qualcosa in più riguardo la famiglia che l’aveva abbandonata, data via in un campo di lavanda alla morte della madre biologica, ma al momento non aveva la minima idea di dove iniziare.
Si richiuse la porta alle spalle mentre usciva alla volta dell’acquario, non prima però di aver riposto accuratamente la macchina fotografica magica nella sua borsa a tracolla. Non sapeva se le avrebbero permesso di scattare delle foto, ma sempre meglio farsi trovare preparati.
Durante il tragitto minuscole perle di sudore avevano iniziato a bagnarle la fronte ma non se ne curò. Il clima di certo non era dei migliori, perfino lei che aveva sempre vissuto in un’altra città sapeva che quel caldo era abbastanza anomalo per una città come Londra. Seguì il tragitto su una piccola mappa per turisti che le aveva regalato qualche tempo prima Nieve, in caso la giovane strega avesse avuto bisogno di uscire da sola. Il senso dell’orientamento non era mai stato il suo punto forte.
Era uscita con così tanta fretta che aveva completamente dimenticato di pranzare, ma se ne ricordò solo quando intravide il venditore ambulante di patatine fritte poco distante dall’ingresso dell’acquario. L’odore di fritto le riempì le narici con la forza di un pugno in pieno naso, facendole brontolare istantaneamente lo stomaco. Avrebbe voluto concedersi quello spuntino, ma aveva portato solo i soldi per il biglietto dell’acquario. Non potendo più contare sui suoi genitori, doveva sopravvivere a quell’estate con i risparmi che aveva portato con se e gran parte di questi li aveva spesi per comprare un pianoforte da comprare ad Hogwarts.
Comprò il biglietto, con la mente ancora rivolta alle patatine fritte, e con sua grande sorpresa ritrovò quell’odore anche all’entrata dell’acquario. Seguì la scia del fritto come un segugio improvvisato, senza nemmeno fare troppo caso a dove andasse, fino a ritrovarsi ad un cestino dove si intravedeva la fonte dell’odore. Chiunque avesse comprato quelle patatine doveva essere un bel po’ affamato visto che il cartone era vuoto e le macchie d’olio che si intravedevano erano ancora fresche. Alzò lo sguardo lasciandosi scappare un sospiro: solo in quel momento si rese conto di essere arrivata nella sezione degli squali, e non aveva la minima idea di come ci fosse arrivata. Quegli esemplari erano agili e maestosi, ma ricordò di non averne incontrato nessuno nel sogno.
Solo quando si ritrovò davanti alla vasca di uno squalo bianco Lily riconobbe una figura che non avrebbe mai aspettato di trovare lì, in quel giorno: era il Prefetto dei Serpeverde, anche se al momento le sfuggiva il nome.
Cosa doveva fare? Avvicinarsi e parlargli? Oppure doveva solo scappare via ed evitarlo? Stranamente, mentre il cervello la tempestava di domande, i suoi piedi avevano iniziato a muoversi da soli nella direzione del ragazzo senza nemmeno aspettare un ordine.
Si affiancò al Prefetto, cercando di non pensare che la sua casata avesse come simbolo l’unico animale capace di terrorizzarla. Si sorprese della sua stessa decisione, quello slancio non poteva che significare che stava davvero cambiando qualcosa in lei. Ormai non poteva più scappare.
«Maestoso, vero? Una volta ho letto che gli squali non dormono mai, o meglio, dormono “a metà”, addormentando mezzo cervello alla volta.» Si voltò verso il ragazzo, chiedendosi come mai parlasse sempre a vanvera in qualsiasi occasione. L’imbarazzo le accese le guance come una fiammata intensa, mentre un sorriso caldo e sincero le nasceva sulle labbra.
«Io comunque sono Lav~…ehm…Lily. Andiamo a scuola insieme.» Non specificò altro, non sapendo se ci fossero babbani all’ascolto, ma l’occhiata che gli lanciò fu abbastanza loquace. Per un attimo, anche i suoi occhi sembrarono meno spenti, come se la vista del ragazzo avesse rimosso quel velo di tristezza che continuava a coprirli nelle ultime settimane.
Fish&Chips | 13 Anni | Grifondoro