Fish & Chips , Privata

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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 22/7/2018, 17:21







Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Accidenti se era caldo quel giorno. Stranamente non aveva voglia di studiare e aveva declinato l'invito di sua sorella per andare insieme a prendere un té dalle parti di Piccadilly. Non che non avesse voglia di stare con Sarah, ma l'idea di tracannare qualcosa di bollente con quella temperatura lo entusiasmava meno di zero. Aveva fatto una doccia interminabile e aveva indossato qualcosa di comodo. Un paio di jeans scuri e una t-shirt con un taschino sul petto. Era rimasto in finestra a fumare, osservando con attenzione e curiosità l'esercito dei passanti sotto i suoi occhi. Aveva aperto il frigo e fatto una piccola ispezione del contenuto. Tutte quelle cose salutiste di sua sorella non facevano proprio per lui, era un accanito sostenitore delle calorie e delle proteine per la sopravvivenza. Prese solo un sandwich al formaggio, ma non lo entusiasmò come aveva sperato. Raccolse un mazzo di depliants che Sarah gli aveva lasciato. Erano tutte cose da visitare nella capitale. Bene, avrebbe sicuramente trovato il modo di impegnare la giornata. Li aprì a ventaglio sul tavolo e la foto di uno squalo attirò immediatamente la sua attenzione. L'acquario di Londra proponeva una sezione tutta dedicata agli squali. Elijah strinse gli occhi incuriosito. Non c'erano i suoi amati rettili, ma sicuramente gli assassini degli abissi non erano meno affascinanti. Sarebbe valsa la pena fare una visita. Infilò in tasca tutto quello di cui aveva bisogno e uscì con calma dall'appartamento richiudendo con cura la porta alle sue spalle. Si incamminò verso Westminster Bridge Road con la sua solita calma. Non ebbe alcuna difficoltà a localizzare l'ingresso dell'acquario ed insieme ad esso un ambulante che vendeva patatine fritte in contenitori che ricordavano quelli del popcorn. Fece un ghigno, il santo protettore del suo stomaco aveva appena ascoltato le sue preghiere. Ne acquistò con una porzione da squalo e andò a fare il biglietto. Accidenti! 25£ erano una bella cifra, ma sicuramente non era uno scherzo sfamare quei bestioni senza far uso della Magia.
Dopo aver mostrato il suo biglietto all'ingresso, se lo ficcò in tasca e iniziò a guardarsi intorno. C'erano diverse indicazioni e decise di studiarle con attenzione. Prese un paio di patatine e le assaporò piano. Erano davvero così buone o era lui ad avere una grandissima fame? Probabilmente tutte e due. Non si fece affliggere più di tanto da quell'interrogativo e prese una seconda manciata di patatine, molto più consistente della prima. Quando era a stomaco pieno riusciva a pensare decisamente meglio. Al sesto boccone di patatine, decise finalmente l'itinerario da seguire. L'idea che l'aveva portato lì era sicuramente la sua prima scelta e, nonostante l'acquario proponesse una grande quantità di soluzioni, il Serperverde seguì senza indugi la scritta "Sharks". L'ennesimo boccone consacrò la sua scelta mentre si incamminava con la sua solita andatura ciondolante. Appena entrò nella sezione dedicata ai quei deliziosi killers, la ragazza dello stand gli consigliò di prendere una piccola guida del percorso. Elijah allungò la mano pulita, accompagnando il gesto con un ghigno che la tipa sembrò apprezzare. Era molto bella , doveva ammetterlo, ma non rientrava nei suoi programmi del momento. Si allontanò e finalmente finì le sue patatine. Gettò il cartone e si lavò le mani in bagno. Ora era libero di consultare la guida e, dopo una rapida occhiata, si diresse senza indugi verso la vasca dello squalo bianco. Si, era decisamente spettacolare ed il Serpeverde rimase in silenzio ad osservarlo.

 
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view post Posted on 23/7/2018, 16:29
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- Lily Lovecraft -

E
ra passato tanto tempo da quando Lily aveva trovato il modo di fare qualcosa di nuovo. Londra era una città che ancora non conosceva ma come poteva affrontare qualsiasi cosa dopo aver conosciuto un abbandono così cocente? Era spaventata, e lo era tanto, e sentiva che la fiducia nelle persone che le stavano intorno continuava a crollare giorno dopo giorno, nonostante il suo tentativo di distribuire ancora sorrisi. Era l’unica cosa che sapeva fare, anche se ora le risultava così difficile da farle male alle guance.
Tuttavia, quella notte aveva fatto un sogno, ed era stato un sogno bellissimo: aveva sognato di nuotare nelle profondità del mare, perdendosi alla vista delle creature marine che nuotavano insieme a lei; quasi riusciva a ricordare perfettamente la sensazione dell’acqua fresca sulla pelle e tra i capelli. Ora, sapeva che non poteva andarsi a tuffare nella prima pozza d’acqua che le fosse capitata a tiro, e nemmeno un bagno ai sali marini avrebbe potuto donarle lontanamente quella sensazione, quindi optò per un qualcosa di nuovo e allo stesso tempo non troppo impegnativo: avrebbe fatto visita per la prima volta all’acquario di Londra. Non avrebbe potuto nuotare insieme ai pesci, ma almeno li avrebbe visti e avrebbe rievocato nella propria mente le sensazioni del sogno.
Si portò davanti allo specchio e si guardò a lungo. Più giorni passavano e più sembrava diversa; anche se un po’ di colore era tornato a colorarle le guance con pennellate di rosa tenue, gli occhi erano ancora spenti, come due rose appassite troppo in fretta.
Chiuse gli occhi e ripensò alla leggerezza delle giornate ad Hogwarts prima di quella scoperta. Le mancava la scuola e le lezioni, le mancavano i suoi amici, ma soprattutto le mancava una famiglia, una qualsiasi visto che non ne aveva più una propria. Forse un giorno avrebbe scoperto qualcosa in più riguardo la famiglia che l’aveva abbandonata, data via in un campo di lavanda alla morte della madre biologica, ma al momento non aveva la minima idea di dove iniziare.

Si richiuse la porta alle spalle mentre usciva alla volta dell’acquario, non prima però di aver riposto accuratamente la macchina fotografica magica nella sua borsa a tracolla. Non sapeva se le avrebbero permesso di scattare delle foto, ma sempre meglio farsi trovare preparati.
Durante il tragitto minuscole perle di sudore avevano iniziato a bagnarle la fronte ma non se ne curò. Il clima di certo non era dei migliori, perfino lei che aveva sempre vissuto in un’altra città sapeva che quel caldo era abbastanza anomalo per una città come Londra. Seguì il tragitto su una piccola mappa per turisti che le aveva regalato qualche tempo prima Nieve, in caso la giovane strega avesse avuto bisogno di uscire da sola. Il senso dell’orientamento non era mai stato il suo punto forte.
Era uscita con così tanta fretta che aveva completamente dimenticato di pranzare, ma se ne ricordò solo quando intravide il venditore ambulante di patatine fritte poco distante dall’ingresso dell’acquario. L’odore di fritto le riempì le narici con la forza di un pugno in pieno naso, facendole brontolare istantaneamente lo stomaco. Avrebbe voluto concedersi quello spuntino, ma aveva portato solo i soldi per il biglietto dell’acquario. Non potendo più contare sui suoi genitori, doveva sopravvivere a quell’estate con i risparmi che aveva portato con se e gran parte di questi li aveva spesi per comprare un pianoforte da comprare ad Hogwarts.
Comprò il biglietto, con la mente ancora rivolta alle patatine fritte, e con sua grande sorpresa ritrovò quell’odore anche all’entrata dell’acquario. Seguì la scia del fritto come un segugio improvvisato, senza nemmeno fare troppo caso a dove andasse, fino a ritrovarsi ad un cestino dove si intravedeva la fonte dell’odore. Chiunque avesse comprato quelle patatine doveva essere un bel po’ affamato visto che il cartone era vuoto e le macchie d’olio che si intravedevano erano ancora fresche. Alzò lo sguardo lasciandosi scappare un sospiro: solo in quel momento si rese conto di essere arrivata nella sezione degli squali, e non aveva la minima idea di come ci fosse arrivata. Quegli esemplari erano agili e maestosi, ma ricordò di non averne incontrato nessuno nel sogno.
Solo quando si ritrovò davanti alla vasca di uno squalo bianco Lily riconobbe una figura che non avrebbe mai aspettato di trovare lì, in quel giorno: era il Prefetto dei Serpeverde, anche se al momento le sfuggiva il nome.
Cosa doveva fare? Avvicinarsi e parlargli? Oppure doveva solo scappare via ed evitarlo? Stranamente, mentre il cervello la tempestava di domande, i suoi piedi avevano iniziato a muoversi da soli nella direzione del ragazzo senza nemmeno aspettare un ordine.
Si affiancò al Prefetto, cercando di non pensare che la sua casata avesse come simbolo l’unico animale capace di terrorizzarla. Si sorprese della sua stessa decisione, quello slancio non poteva che significare che stava davvero cambiando qualcosa in lei. Ormai non poteva più scappare.
«Maestoso, vero? Una volta ho letto che gli squali non dormono mai, o meglio, dormono “a metà”, addormentando mezzo cervello alla volta.» Si voltò verso il ragazzo, chiedendosi come mai parlasse sempre a vanvera in qualsiasi occasione. L’imbarazzo le accese le guance come una fiammata intensa, mentre un sorriso caldo e sincero le nasceva sulle labbra. «Io comunque sono Lav~…ehm…Lily. Andiamo a scuola insieme.» Non specificò altro, non sapendo se ci fossero babbani all’ascolto, ma l’occhiata che gli lanciò fu abbastanza loquace. Per un attimo, anche i suoi occhi sembrarono meno spenti, come se la vista del ragazzo avesse rimosso quel velo di tristezza che continuava a coprirli nelle ultime settimane.
Fish&Chips | 13 Anni | Grifondoro

 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 26/7/2018, 13:55







Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Lo squalo bianco misurava la vasca con potenti colpi della sua pinna caudale. Era imponente e molti dei presenti indietreggiavano quando tornava verso il vetro che lo divideva dai visitatori. Aveva quell'espressione che ti confonde, una via di mezzo tra un sorriso e la voglia irrefrenabile di morte. Elijah ne rimase affascinato, gli ricordava molto se stesso. L'unica cosa che lo squalo non aveva era la libertà. Il Serpeverde si chiese che genere di creatura fosse nel suo mondo, senza vasche o vetri a bloccarne il cammino. Doveva sentirsi soffocare lì dentro, era solo una prigione dorata che mai sarebbe stata all'altezza dell'immensità dell'Oceano. L'avrebbe liberato se solo avesse potuto, ma non spinto da un impeto di bontà, affatto. La sua era solo solidarietà tra esseri indisponenti. Lesse il cartello sotto al bordo della vasca : "Nato in cattività". Storse il naso. Quella creatura non aveva idea di cosa fosse la libertà e, probabilmente, sarebbe morto se liberato. Mai avrebbe conosciuto la vita vera, ma solo un mero riflesso della stessa.
Si voltò di scatto udendo la voce femminile al suo fianco e rimase nel silenzio più totale nel trovarsi davanti un altro Prefetto di Hogwarts. Era incredibile, più cercava di frequentare ambienti babbani cercando di stare per affari suoi e più di ritrovava davanti i suoi compagni di scuola. La ragazza in questione era il Prefetto di Grifondoro, fresco fresco di nomina. Sorrideva ma allo stesso tempo si stava accendendo in faccia come un fiammifero. Fu quasi tentato di chinarsi verso di lei, avvicinarsi al suo viso e farle "Booooo". Beh, forse era meglio evitare.
- Si so chi sei - tirò bene la schiena, raddrizzando le spalle - Lavender...Lily? ...Lovecraft -Si guardò intorno, ma oltre a loro non c'era nessuno. Nel dubbio il suo vocione scese di un paio di toni - Prefetto Grifondoro.
Si voltò di nuovo, gli occhi fissi sullo squalo bianco - Elijah Sullivan, ma credo che tu sappia chi sono. Dico bene? - tornò lentamente a guardarla e questa volta accompagnò il movimento anche con il corpo.
I suoi occhi la fissarono con attenzione e poi si voltarono a cercare il divo della sala - Non mi sembri un tipo da squalo bianco, lo sai? Ti vedo più vicina al delfino, ma magari sbaglio.
Probabilmente era stato il rossore sulle guance a mandarlo fuori strada, in fondo le donne sanno confonderti in mille modi.
- Perdonami se non ti stringo la mano. Ho appena finito di mangiare un quintale di patatine fritte e la mia è ancora tutta unta.
Ma che scusa penosa! No, dai! Una mezza bugia, in fondo le patatine le aveva mangiate sul serio. Il punto era che non le avrebbe stretto la mano nemmeno se fosse appena uscito dalla doccia. Non ci riusciva, era più forte di lui, e se non conosceva il suo interlocutore era anche peggio. Doveva riconoscerlo, era un campione a mettere a proprio agio le persone. Capacità empatica meno di zero, se proprio ci vogliamo allargare con i complimenti.
Pensare alle patatine gli fece prendere consapevolezza che aveva ancora fame e non solo fame, una fame tremenda. Possibile che quel cestino formato famiglia non lo avesse affatto saziato? No, no, doveva uscire e fare il bis. Avrebbe chiesto all'ingresso di poter uscire un attimo a mangiare e poi sarebbe rientrato, tanto quel biglietto era valido per tutto il giorno.
- Non so sei hai mangiato, ma io ho ancora fame. Credo che uscirò un attimo per prendere una seconda razione di patatine fritte - piegò appena il capo da una parte per riuscire ad inquadrarla meglio - Le vuoi anche tu? Offro io.

 
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view post Posted on 2/8/2018, 15:03
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- Lily Lovecraft -

I
n un primo momento non seppe cosa dire. «Forse sono più un tipo da pesce rosso. O un pesce palla.» sentenziò alla fine. Faceva fatica ad inquadrarsi dopo gli ultimi avvenimenti. Chiuse gli occhi per qualche istante, lasciando che uno sbuffo d’aria uscisse impercettibilmente dalle sue labbra. Lei, più di chiunque altro, avrebbe dovuto conoscersi e capirsi, ma al momento sembrava solo un altro mistero da decifrare. «E sì, so chi sei, però non conoscevo ancora il tuo nome. Hogwarts sa essere davvero frenetica, con tutti gli studenti che si vedono girare tra le classi e i corridoi.» Si rivolse a lui con un nuovo sorriso, non offendendosi minimamente per la mancata stretta di mano, anzi… Dopo tutto quello che era successo, il contatto umano non era in cima ai primi posti nella classifica delle cose che potevano donarle sollievo dai pensieri. Si disse, però, che in fondo non c’era nulla di male a provare a farsi nuovi amici, anche se con molta probabilità non avrebbe saputo fare più affidamento su nessuno tranne che su se stessa.
Si era sentita sola, anche se non avrebbe mai ringraziato Nieve abbastanza per averla ospitata per tutta l’estate. Tuttavia, qualcosa continuava a tintinnare contro le pareti del cuore della strega, ricordandole di volta in volta l’abbandono subìto.
«Ehm…» Ecco trovato il mangiatore di patatine! «Un po’ di fame l’avrei anch’io.» Non avrebbe voluto approfittare della gentilezza di Elijah, ma sembrava un po’ stupido rifiutare quando lo stomaco brontolava anche solo a guardare lo squalo. Non che volesse assaggiarlo, ma era pur sempre un pesce, e la frittura di calamari con salsa alla marinara era uno dei suoi piatti preferiti. «Va bene, grazie! Tanto sono sicura che ci faranno rientrare!»
Seguì il ragazzo camminando al suo fianco, quasi tenendosi a distanza di sicurezza. Sembravano due tipi solitari, ma tutto sommato potevano essere scambiati per una coppia di amici in gita all’acquario. Quello che i babbani non avrebbero mai indovinato era la natura della loro magia.
Prima che si fossero allontanati troppo, però, Lily assunse la tipica espressione di chi ha appena dimenticato qualcosa di molto importante. Era stata così presa dall’incontro da aver dimenticato di fotografare lo squalo! «Torno subito!» Disse frettolosamente al ragazzo, correndo per la strada opposta con un’andatura goffa e non troppo femminile. Gli anni passati a giocare tra i maschi continuavano a farsi beffe del suo aspetto dolce, rendendo i suoi movimenti a tratti un po’ sgraziati. Tirò fuori la macchina fotografica dalla borsa e la puntò allo squalo, assicurandosi che il flash non fosse attivato: uno squalo bianco arrabbiato era l’ultima cosa che le ci voleva. Scattò attentamente la foto e tornò indietro da Elijah, mostrando la macchina fotografica come se fosse un trofeo appena vinto. «Fatto! Mi serve qualcosa di sensazionale per il mio album dei ricordi!» In realtà non aveva un album dei ricordi, ma le fotografie che scattava riuscivano sempre a farle tornare il sorriso quando si sentiva giù, un po’ come quando suonava o dipingeva. L’arte, in generale, riusciva sempre a risollevare il suo spirito quando l’umore era sotto i piedi. Ripose la macchina fotografica nella borsa e guardò Elijah un po’ incuriosita, chissà cosa pensava di lei in quel momento. «Potremmo anche fare una foto-ricordo, a fine giornata! Per ricordare il nostro primo incontro!» La sua voce non riusciva a trattenere un certo entusiasmo, ma nemmeno lei avrebbe potuto capire da cosa derivasse, almeno non in quel momento.

Fish&Chips | 13 Anni | Grifondoro

 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 8/8/2018, 11:57







Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Si lasciò guidare dai suoi passi fin verso l'uscita. Il suo palato già pregustava una seconda razione di patatine fritte. Erano troppo buone per poter resistere, perfettamente asciutte e piene di sale al punto giusto. Vedeva la Grifondoro trotterellare a fianco a lui finchè non schizzò via all'improvviso, tornando al punto di partenza. Ma non aveva detto di avere fame?
- Dove vai, pesce rosso? - fece appena in tempo a dire prima che la ragazza sfuggì alla sua vista. Alzò gli occhi al cielo sbuffando, certi imprevisto lo irritavano. Battè il piede a terra una decina di volte, ma la cosa lo innervosì all'ennesima potenza. Ne approfittò quindi per avvicinarsi al custode all'ingresso e chiedere se potevano uscire per prendere qualcosa da mangiare e poi rientrare. Ovviamente era possibile, ma sempre meglio chiedere. Ma Lily, o come si chiamava, che fine aveva fatto? Ah, eccola che , finalmente, tornava indietro con un espressione soddisfattissima mentre gli mostrava la sua macchinetta fotografica.
- Se volevi qualcosa di sensazionale avresti dovuto fotografare me - e, diciamolo, mai dichiarazione più vera e piena di vanità era uscita dalla sua bocca. Non aggiunse altro mentre si avviava verso l'uscita con la sua solita andatura dinoccolata. Nonostante tutto, con la coda dell'occhio la controllava per assicurasse che non sparisse di nuovo in preda ad un raptus fotografico.
Appena fuori, la differenza di temperatura lo investì, dandogli una sensazione sgradevole alle guance. Il Serpeverde storse la bocca, detestava l'estate e la sua insopportabile canicola. Accelerò il passo verso il banchetto delle patatine fritte. Tra la fame e il caldo era una bella lotta.
- Come le preferisci? Grandi, piccole o come? le salse, le vuoi ? - domandò prima alla ragazza per puro dovere di cortesia. I suoi occhi erano già concentrati sulle mille delizie offerte dal venditore.
- Io ne prendo un cestino maxi con la maionese - precisò senza troppi complimenti. Attese che sia lui che la Grifondoro venissero serviti, quindi pagò l'uomo del banchetto con la valuta babbana che aveva in tasca. Appena portò la prima patatina alla bocca, si rese conto che era ancora più buona della precedenti. Il sale gli colpì in pieno le papille gustative ed il Serpeverde l'assaporò deliziato.
- Prendiamo anche due bottigliette d'acqua, per favore - aggiunse. Non chiese alla ragazza se volesse anche bere, ma se mangi patatine di quel calibro diventa una cosa piuttosto scontata. Continuò a mangiare e finalmente il suo appetito venne messo a tacere. Aveva sempre una fame incontrollabile, feroce. Quel cestino di patatine per lui - ed era il secondo - erano solo un antipasto.
- Vada per la foto ricordo - sentenziò dopo aver ingoiato un boccone da dinosauro. Era una cosa così strana per lui. Non ricordava di aver mai fatto una cosa del genere nemmeno quando era piccolo, o forse non aveva mai avuto una cosa davvero bella da ricordare. Detestava le foto di famiglia in cui tutti e otto venivano costretti a mettersi in posa con espressione di falsa felicità. Le uniche foto che aveva gliele aveva scattate Hannah con la sua macchina fotografica magica e le teneva ben nascoste per evitare che lui le lanciasse nel caminetto.
Una foto ricordo, che cosa nuova per lui, forse era da provare.

 
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view post Posted on 29/8/2018, 16:09
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- Lily Lovecraft -

L
ily quasi perse le parole al pensiero di assaggiare quelle patatine. « Prendo quello che prendi tu. » Disse al ragazzo con un sorriso grato. Nonostante non avesse più una famiglia era stata più che lieta di constatare che la generosità non fosse andata perduta. Nieve l’aveva ospitata per tutta l’estate senza chiederle niente in cambio, mentre Elijah le stava offrendo il pranzo dopo pochi minuti. Si chiese se sarebbe andata sempre così o se in età adulta tra i maghi iniziasse a serpeggiare quel misto di malumore che spesso contraddistingueva i babbani. Non che i suoi genitori fossero degli egoisti, ma conosceva una lunga sfilza di persone che non si sarebbero di certo lasciati andare con tanto buon cuore.
Ora la strega sembrava non fare più caso al caldo ma solo allo stomaco che brontolava e aspettava con impazienza le patatine, che per fortuna non si fecero attendere tanto. La doratura perfetta e la freschezza della maionese deliziarono il palato e iniziarono a placare lo stomaco. Erano salate al punto giusto e forse le patatine più gustose che avesse mai mangiato. Sua madre cucinava quasi sempre le patate al forno, perché diceva fossero più salutari, ma il gusto della frittura spediva sempre Lily dritta sulle nuvole.
Anche Elijah sembrava apprezzare e quello era sicuramente un punto in comune dei due.
« Allora, cosa ti porta all’Aquario? » Disse mentre ritornavano all’interno della struttura. « Prima sembravi molto affascinato da quello squalo bianco. Ti senti un po’ un predatore anche tu? » Non era una domanda fatta con malizia, ma era incuriosita da quel ragazzo così riservato. In fondo non aveva conosciuto troppi studenti delle altre tre casate ed era molto curiosa di scoprire cosa li contraddistingueva.
Si portò alle labbra la bottiglietta d’acqua e ne bevve un lungo sorso per lavare via un po’ di sale dalla lingua. Anche quella era stata una scelta ben ponderata. Di sicuro Elijah col tempo si sarebbe rivelato un ragazzo pieno di risorse ma sembrava una di quelle persone che non bisognava riempire troppo di domande personali, perché a suo tempo, se si fosse fidati, si sarebbe aperto da solo senza troppe cerimonie. Ma quello era pur sempre il suo punto di vista e rischiava di sbagliarsi, come già le era capitato.
« Io volevo fare qualcosa di diverso. Non conosco molto bene Londra, anche se a vederla mi sembra sempre molto più familiare. Ogni tanto sono andata in giro ma è la prima volta che visito un Aquario. » I suoi occhi si persero tra le vasche in cui nuotavano pesci di ogni specie, ma non riusciva a sentirsi completamente meraviglia, mentre un velo di malinconia si posava delicato sui suoi occhi. « Non credi che gli manchi il mare? Quello vero, intendo. Queste vasche sono bellissime, ma sono pur sempre delle gabbie. » Era un po’ come quando vedeva un uccellino in gabbia; una voglia irrefrenabile di aprire la gabbia e farlo volare via si impossessava di lei e doveva far affidamento a tutto il suo controllo per stare ferma. Anche se, in alcune occasioni, l’aveva fatto davvero. « Io non credo riuscirei a vivere senza libertà. »

Fish&Chips | 13 Anni | Grifondoro

 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 5/9/2018, 14:08







Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Consumò in silenzio quello che considerava poco più di uno spuntino. Il vero problema per uno con il suo appetito, era che quelle erano solo mere soluzioni. Già sapeva che, una volta che il contenitore sarebbe stato vuoto, il suo stomaco non avrebbe recepito il segnale come doveva. Quelle patatine sarebbero state solo una miccia pronta a dar fuoco al suo appetito.
Nonostante tutto le mangiò con estremo gusto e finì la sua porzione ben prima della Grifondoro. Bevve un paio di sorsi della sua acqua e lasciò che Lavender parlasse, lui non aveva alcuna fretta di farlo.
- Mia sorella mi ha lasciato degli opuscoli con alcuni posti da visitare a Londra – tono totalmente piatto, come si espone una lezione che non hai appreso con particolare passione – Dei pesci in genere mi importa poco, ma mi piaceva l’idea di vedere gli squali da vicino. Sono venuto solo per questo motivo.
Sollevò il sopracciglio sinistro con un’espressione indecifrabile. Sulle labbra apparve un ghigno leggero che crebbe poco alla volta.
- Io non mi sento un predatore – si avvicinò un poco alla Grifondoro, rimanendo comunque distante da lei, e all’improvviso mimò l’atto di morderla - io sono un predatore e mi piace molto esserlo.
Cercò di non ridere, ma i denti si scoprirono appena, suo malgrado.
- Non conosci bene Londra? - registrò le parole della ragazza anche se non ne comprendeva a fondo la sostanza – come mai sei qui allora? Non sarà solo per i pesci.
In effetti c’era qualcosa che non gli tornava. Una ragazza di quell’età, che ci faceva da sola a Londra senza uno scopo preciso? Probabilmente questo c’era ed era lui a non conoscerlo, ma poco importava.
- Io sto passando l’estate a casa delle mie sorelle, non avevo proprio alcuna voglia di tornare a casa – storse vistosamente il naso, ma almeno il fatto di essere maggiorenne gli permetteva di decidere in piena libertà riguardo ai suoi spostamenti e non essere obbligato a tornare alla magione di famiglia per tutta l’estate, come gli anni passati. Gli dispiaceva moltissimo per Victoria e Clarissa, ma l’idea di stare sotto lo stesso tetto con sua madre lo ripugnava. Per non deludere la più piccola delle sue sorelle, aveva passato a casa qualche giorno, fino a che non c’era stata quella piccola discussione tra sua madre e nonno Lance. Non aveva alcuna intenzione di sentire oltre, il suo sistema di sopportazione era entrato in riserva da un sacco di tempo.
La cosa che sperava era di poter comprare a breve una casa sua, senza dover stare da Hannah o Sarah. Le gemelle non glielo avevano fatto mai pesare, ma era lui che voleva qualcosa di suo e che fosse solo suo questa volta. Aveva lasciato a Sophie la casa che avevano acquistato insieme e non aveva alcuna intenzione di rimetterci piede nemmeno per sbaglio.
Voleva la Sua vita, e voleva essere lui a decidere chi far passare al di là di quella porta una volta avuta la chiave.
Si voltò di scatto verso il banchetto poco distante. Ma vendeva solo patatine quel tipo o era equipaggiato anche per altri tipi di derrate?
- Io ho ancora fame. Vedo che quel tipo fa anche panini – gli occhi chiarissimi cercarono una risposta positiva o negativa – ne vuoi uno anche tu?

 
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view post Posted on 16/9/2018, 15:49
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- Lily Lovecraft -

A
veva appena finito le patatine e il suo stomaco, almeno per il momento, aveva trovato una parvenza di pace, quindi declinò l’offerta con un cenno della testa. «Per ora sto bene così, grazie.»
Forse erano stati i pensieri che avevano iniziato a ronzarle nella testa ad averle quietato la fame con tanta fretta. Era difficile raccontare come mai fosse a Londra, ma non voleva rigirare ad Elijah la solita bugia che rifilava a tutti. “Sono qui solo per visitare la città, bla bla bla…” Forse era perché si sentiva riconoscente nei suoi confronti o solo perché stava davvero bene in sua compagnia, cercò di raccontargli alcune facce della verità.
«Diciamo che sono a Londra perché ho avuto delle “divergenze” coi miei genitori.» Si aggiustò gli occhiali che le erano scivolati sulla punta del naso. «Sono babbani. Credevo che per loro non fosse un problema avere una strega come figlia ma a quanto pare mi sbagliavo. Mi hanno detto una cosa… una cosa che mi ha ferito tanto… e sono scappata via.» Strinse i pugni mentre rigirava tra le dita un tovagliolo per ripulire le mani dal sale. «Non che avessero intenzione di trattenermi, sia chiaro. Credo sia stato un sollievo anche per loro non avermi più a casa.»
Guardò Elijah forzando un sorriso. Non voleva rendere triste il loro incontro, ma le era sembrato giusto dirgli almeno una parte della verità. Presto avrebbero iniziato un altro anno scolastico e le avrebbe fatto piacere avere un amico in più, qualcuno che le facesse compagnia durante quelle giornate. Non le importava che fosse un Serpeverde, per lei non aveva la minima importanza quale fosse la casata che li aveva accolti il primo giorno di scuola. L’unica cosa che davvero l’interessava era circondarsi di persone che non avrebbero avuto problemi a dirle sempre la verità, anche rimproverandola quando lo meritava, purché fossero sempre in buona fede.
Con le buone e con le cattive aveva imparato ad andare sempre oltre le apparenze, ma dopo quello che era successo non sapeva davvero con quale criterio una persona potesse capire quando riporre la propria fiducia in un’altra. Avrebbe perdonato, col tempo, era sicura che l’avrebbe fatto, ma come evitare di affondare fino a quel momento?
«Comunque ora va tutto bene!» Riprese all’improvviso con un tono forse troppo convinto per risultare davvero sincero. «Mi ha ospitato una mia compagna di casata qui, a casa sua, ecco perché mi trovo a Londra. Nieve Rigos, non so se la conosci, ma è una carissima ragazza e non so cosa avrei fatto senza di lei!» Un sorriso sincero le animò le labbra al pensiero della sua amica, provando un altro moto di riconoscenza nei suoi confronti. «Mi ha trovato per strada, letteralmente, avevo dormito là.» Scosse la testa, ridendo un po’ di se stessa.
Riprese la macchina fotografica dalla borsa e mostrò ad Elijah alcuni scatti che aveva rubato durante l’estate, compreso lo squalo di pochi minuti prima. Aveva dovuto affrontare cose così poco piacevoli, ma quella macchina fotografica aveva immortalato solo i ricordi più belli fino a quel momento, ed è per questo che era così importante per lei.
Ripensò alle parole di Elijah e del fatto che anche lui non avesse alcuna voglia di tornare a casa, un altro punto in comune che spingeva Lily a comprendere quel ragazzo, nonostante lo conoscesse da così poco. «Tu hai fatto bene a restare dalle tue sorelle, magari l’estate prossima possiamo partire insieme per un viaggio!» Disse, senza riuscire a trattenere una risata; non aveva intenzione di lasciarsi abbattere da pensieri negativi quella giornata, voleva solo divertirsi con il ragazzo che camminava al suo fianco.

Fish&Chips | 13 Anni | Grifondoro

 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 21/9/2018, 09:49







Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Elijah continuava a rimpinzarsi di patatine, sembrava quasi che il suo stomaco non conoscesse un fondo. Più mangiava e più aveva fame. Era uno schema che si ripeteva quotidianamente, ma quel giorno sembrava essere ancora più forte.
- Se dovessi avere ancora fame, prendi pure quello che vuoi – sentenziò dopo l’ennesimo boccone. Ripensandoci, non gli sarebbe dispiaciuto parcheggiare le sue lunghe gambe sotto al tavolo di un ristorante. Un pasto decente non si nega a nessuno, soprattutto il piacere supremo di mangiare seduti e farsi coccolare dalle mani sapienti di un cuoco di razza.
Alla parola “divergenze con i genitori” si sentì subito chiamato in causa. Certo, quella con sua madre non era classificabile come divergenza, ma andava parecchio oltre.
- Ti hanno detto una cosa che ti ha ferita? - la fissò con intensità – Immagino.
La Grifondoro, senza saperlo, aveva toccato un nervo scoperto. Elijah era allenato a quel tipo di ferite, e le sue erano decisamente più profonde, con tante di quelle cicatrici invisibili che aveva smesso di contare da lungo tempo.
- Esistono tre categorie di genitori. Quelli che ti feriscono con le percosse, quelli che ti feriscono con le parole e quelli che ti feriscono con entrambe. I tuoi fanno parte della seconda e, fidati, puoi ritenerti fortunata – infilò le lunghe dita tra i capelli, ravvivando il ciuffo con vigore – perché mia madre fa parte della terza categoria. Nessuno merita un genitore del genere, nemmeno il più disgustoso degli esseri.
A quanto pareva, però, lui aveva vinto alla Lotteria e si era ritrovato un mostro come madre. Nel male, alla ragazza era andata di lusso. La lontananza era molto più apprezzabile di un altro tipo di attenzioni.
Di nuovo la Rigos, era un incubo che lo perseguitava. Una carissima ragazza...uhm, si certo! Peccato che lui avesse di lei un ritratto completamente diverso.
- Si, l’ho conosciuta molto da vicino – una frase che poteva lasciare spazio ad una serie infinita di interpretazioni, ovviamente. Doveva essere sincero, quando era successo gli era piaciuto molto, ma dopo certi fatti l’aveva scaraventata quasi in fondo alla catena alimentare. Era solo una rana dalla bocca troppo larga, incapace di vivere qualcosa che va oltre le righe senza spifferarlo a tutto l’Universo conosciuto. Elijah era stato corretto nei suoi confronti, al principio. Ora che sapeva che lei non gli aveva usato la stessa cortesia, era pronto a sbandierare ai quattro venti come si erano spupazzati a vicenda al campo di Quidditch. Il primo della lista era ovviamente Wolfgang. Avevano in programma di vedersi a Londra e il Serpeverde gli avrebbe raccontato dell’ardore delle labbra di Nieve sulle sue. Ora poteva prendere la sua preziosa cintura piena di tacche e legarsela al collo, non era una cosa che gli potesse interessare minimamente.
Riportò la sua piena attenzione sull’altra Grifondoro, decisamente più interessante dei pensieri sulla Rigos.
- A volte dormire senza un tetto sulla testa non è così male – si strinse nelle spalle, una leggera smorfia sulle labbra – in fondo ci sono le stelle che ti guardano e la Luna riesce ad essere una buona madre. Resta lì costantemente e, ogni volta che apri gli occhi, sei sicuro di trovarla.
Rimase decisamente sorpreso dalla proposta di Lavender. Era davvero strana perché lui non era uno che ispirava fiducia nelle persone e, soprattutto, non invogliava una ragazza a partire insieme per un viaggio, a meno che non fosse una delle sue sorelle.
- Un viaggio? E dove vorresti andare, piccolo pesce rosso-oro?

 
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