Una giornata di relax., Casey

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view post Posted on 25/7/2018, 14:40
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Vath
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Aveva abbracciato la paternità per la terza volta e Shawn Remar, anche se settimino, era nato in salute senza strascichi da parte sua o di Sybella. Al lavoro nulla poteva toccarlo, camminava a tre metri da terra e la sua allegria contagiosa influiva anche sul burbero Giapponese nell'ufficio accanto. Era stato grazie all'ex Concasata Drinky Anser che aveva scoperto i Kyoto Gardens a Londra e ne aveva approfittato per poter passare una giornata padre e figli in quel suggestivo posto. Non volava una mosca, si poteva percepire il canto degli uccelli e Simon e Sophie, già grandicelli, potevano godersi la giornata giocando tra loro.

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Aveva lasciato i bimbi, guardati a vista, giocare sul prato mentre lui assieme al piccolo Shawn se ne stava su una panchina a cullarlo sulla propria gamba destra. Simon stava giocando a rincorrere la sorella gemella ma lei, troppo svelta o sveglia per lui, continuava a scappargli. L'uomo si era vestito in modo casual per quella giornata e l'unico elemento insolito in quel look era il suo inseparabile bastone da passeggio.

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Casey cercava in tutti i modi di tenersi il più lontana possibile dall'orfanotrofio, detestava quel posto sempre di più. Odiava tutte le sue compagne, odiava le istitutrici, odiava il modo in cui la guardavano. Da quando era tornata nessuno le aveva più rivolto la parola. Le sentiva bisbigliarsi all'orecchio quando passava in corridoio, sapeva che quando voltava le spalle erano lì, pronte a beffarsi di lei. Per quanto cercasse di far finta di nulla e di essere forte non riusciva a non starci male. Ogni tanto, quando sentiva che era troppo, quando era costretta a rimaner lì dentro, si rifugiava in bagno a piangere.
Amava portare con sé in tasca la sua bacchetta in legno di Nocciolo anche se sapeva che le era proibito usarla. Era l'unico modo che aveva per sentirsi in contatto con la magia mentre era lì, in quel posto e con quella gente infame. Ogni giorno passava un gran quantitativo di ore a passeggiare per le strade della capitale, con gli occhi e le orecchie sempre tesi nella speranza di captare la presenza di qualcosa o qualcuno che provenisse dal suo mondo, quello vero, quello della magia. Sentiva ogni giorno che si stava distaccando dai babbani e da quella che era stata la sua vita prima di scoprire di essere una strega, sapeva che doveva decidersi ad accettare quella sua nuova vita e lasciarsi andare alle spalle il passato. Non sapeva se considerare i suoi genitori facenti parte di questo "passato", quello sarebbe rimasto forse un grosso punto interrogativo nella sua vita per molto tempo.
Quel giorno si era recata ai Kyoto Gardens. La sua fedele bacchetta era stata messa nella tasca dei jeans, si poteva chiaramente vederne il manico se si faceva un po' di attenzione. Era poggiata sulla ringhiera che si affacciava sul laghetto, fissava l'acqua a braccia conserte mentre scorreva placidamente oltre il ponte, ma all'improvviso degli schiamazzi e delle risa attirarono la sua attenzione. Due bambini che parevano esser fratello e sorella avevano preso a spingersi e a trotterellare accanto a lei. Sembravano felici immersi nella loro spensieratezza. Loro padre li controllava da una panchina di fronte, e anch'egli sorrideva mentre cullava un altro piccolo bimbo, un neonato. Si sentì infinitamente triste nel guardare quel quadretto, tanto che gli occhi le divennero lucidi e si nascose subito sotto la sua frangetta nera. Avrebbe voluto anche lei un pezzo di quella felicità ma era troppo orgogliosa per andare da loro a elemosinarne un po', si sarebbe percepita solo come un'intrusa.
A un certo punto però i bambini furono così al bordo del fiume che le venne spontaneo intromettersi nel loro gioco dicendo:

- Hey, state attenti. Non vorrete mica cadere in acqua!


 
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view post Posted on 26/7/2018, 09:13
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Vath
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Le risate dei suoi bambini era l'unica cosa che per alcuni minuti aveva spezzato la quiete di quel posto deserto, era presto, e Vath suppose che, per i babbani, le mete ambite per quel weekend erano ben altre che un giardino all'interno di Londra. Poche famiglie si dividevano quello spazio di verde e pace ma i più avevano figli più grandicelli. Vath non si perdeva di vista i gemelli, Simon e Sophie giocavano spensierati avvicinandosi sempre più al fiume, la piccolina stava retrocedendo con il chiaro intento di far bagnare il fratellino nell'acqua, forse attirata dai pesci rossi e le carpe che nuotavano placidamente nel laghetto dal fondo basso poco distante. La piccola Sophie era pronta a scartare di lato, facendo fare un bel bagno rinfrescante a Simon, nulla di così grave a cui non potesse rimediare un semplice Arefacio tuttavia il tuffo non ci fu, una ragazzina dai capelli neri in jeans e maglietta smanicata si frappose tra loro. Prima o poi, pensò il ministeriale, si sarebbe dovuto occupare di spiegare ai figli la differenza tra loro, i babbani, i nati babbani e i mezzosangue. Sophie, sospettosa come il padre, osservò intensamente la ragazza con i suoi occhi di quell'azzurro acquamarina ereditati dal padre mentre Simon, piuttosto timido, si rifugiò dietro la sorella più grande. «Sophie, Simon.» La voce del ventisettenne era calma, tranquilla e non si era alzata rispetto al suo normale tono di voce, solo quando ottenne l'attenzione dei due figli più grandi Vath sorrise loro degnano di uno sguardo in più anche la ragazzina. «Venite qui.» Avrebbe poi ripreso a cullare sulla propria gamba Shawn, cantandogli una ninna nanna con il suo timbro baritonale.



«In silenzio
Nella notte
Scende scende
Un gran mantello

Ti protegge
Dal tranello
Che tradisce
Un tuo fratello

Se sei sveglio
Dal potere
Sfuggirai
Senza bacchetta

E non sfiderai
La sorte
Con la pietra
Della morte

In silenzio
Nella notte
Scende scende
Un grande dono

Dormi bene
Mio bambino
Sotto il velo
Del destino

Sii sereno
E spensierato
Che tuo padre
Ti ha donato

L'invisibile
mantello
che cancella
ogni fardello»


Una ninna nanna alquanto inusuale per il mondo babbano, tuttavia nulla toglieva il fatto che a parte la presenza di elementi così estranei alla cultura babbana non cennava ad altro che ai doni della morte, una fiaba che tra quelle Beda il Bardo apprezzava dopo Baba Raba. Che la giovane si fosse avvicinata a loro o meno non importava, se fosse stata una strega, una strega con la S maiuscola, i suoi genitori di certo le avevano raccontato la fiaba dei tre fratelli.
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Edited by Vath Remar - 26/7/2018, 12:44
 
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I due fratelli all'esclamazione di Casey fermarono il loro gioco. Il maschio si era nascosto dietro la sorellina, rivelando una natura piuttosto timida, mentre la lei dei due si mise a squadrarla con aria diffidente. I suoi occhi acquamarina parvero nascondersi dietro una patina di gelo, diventando cupi, come se la ragazza di fronte a lei più che cercare di proteggerla "avesse osato parlarle". KC rimase colpita da quello sguardo, chiedendosi cosa potesse passare per la mente di una bimba tanto piccola di così oscuro. Mentre i due, avendole voltato le spalle con riluttanza, tornavano verso il padre, lei li avrebbe seguiti per qualche passo esclamando con tono un po' afflitto:
- Scusa, non volevo spaventarti! - ma le sue parole furono trasportate via dal vento estivo. I due bambini si erano sdraiati sulla distesa d'erba dietro la panchina del padre senza voltarsi; solo lui la degnò di uno sguardo, ancora intriso del sorriso che poc'anzi aveva dedicato ai suoi figli.
Per Casey quella esplicita diffidenza fu come un pugnale nelle viscere: dapprima le sue compagne di orfanotrofio le rendevano impossibile la permanenza in quell'istituto già odioso di suo, poi quei due bambini e il loro padre che le facevano sentire il peso della sua esistenza senza alcun apparente motivo. Era come se ogni cosa le confermasse che non apparteneva più a quel mondo, e che doveva assolutamente distaccarsi, altrimenti ne avrebbe sofferto grandemente. Avrebbe dovuto cogliere la sua natura di strega e ricominciare tutto da capo senza opporsi al cambiamento.
Guardò la famigliola, nella stessa posizione in cui l'aveva lasciata la bambina, inerme. Il padre sembrava dedicarsi con gaudio ai figlioletti, e mentre cullava il più piccolo cantava una ninna nanna. Le parole da lui pronunziate giunsero nitide aalle orecchia di Casey, che strabuzzò gli occhi e stentò a credere di aver incontrato per la seconda volta in quella settimana un mago in un parco. Aveva chiaramente sentito che la sua canzone parlava di bacchette magiche, di potere e di altre cose che riguardavano il Mondo Magico, e il suo bastone era chiaramente l'eccentrica custodia di una bacchetta, con la sua impugnatura argentea a forma di testa di serpente, la quale palesava l'appartenenza alla casa dei Serpeverde. Ignorava però tutto il resto che la ninna nanna citava. Si avvicinò a lui titubante ma spinta dal desiderio di scoprire come fosse un "padre mago". Quando si ritrovò a poche decine di passi da lui disse:
- Io non riuscirei ad esser serena nel cantare una canzone così compromettente in un parco babbano, nemmeno se fossi sola.
Cercò di sorridergli, ma la curva che la bocca disegnò faticava a non rivelare una tristezza di fondo. Poi aggiunse:
- Mi scusi, non volevo spaventare i suoi figli. Sa, l'acqua del laghetto sembra sporchissima...


 
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Prontamente i figlioletti si avvicinarono alla panchina, il ventisettenne non poté non apprezzare l'ubbidienza dei suoi bambini. L'erede di casa Remar aveva portato con sé un quadernone bianco, pieno di schizzi infantili, e fu su quello che, una volta raggiunta la postazione di Vath, riversò la sua attenzione. Sophie, invece, parve continuare a scrutare la giovane estranea, era solita fare così con gli estranei soprattutto con quelle di genere femminile. La giovane si rivelò essere una strega, di certo una studentessa di Hogwarts considerata l'età e Vath le sorrise. «Non c'è nulla di compromettente nel dare almeno ai bimbi un po' di quella magia che, con il tempo, scopriranno loro malgrado assente nel mondo.» Un bluff, certo, ma non avrebbe mai ammesso l'esistenza della magia in un luogo pubblico. Ne andava dello statuto internazionale sulla segretezza magica e, anche se Vath era più che convinto che quella legge aveva fatto il suo tempo, non era né il luogo né il momento adatto a metterla in discussione. Sophie si alzò da terra, stufa dell'album da disegno del fratello e si sedette sulla panchina dando la manina al fratellino appena nato. «Nessun spavento, ci vuole ben altro per spaventarli e lei, ti prego di perdonarla, è altamente protettiva nei confronti dei maschi di casa. Io sono Vath Remar, del Ministero, Cooperazione Internazionale e loro sono Sophie e Simon, mentre questo piccolo frugoletto è Shawn.» Le avrebbe teso la mano, continuando a cullare sulla gamba Shawn.
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Edited by Vath Remar - 30/7/2018, 10:43
 
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Non si poteva dire che Casey fosse una Grifetta di tutto punto, rispettosa di quella "cavalleria" e rispetto che caratterizzavano la sua casa. L'orfanotrofio londinese le aveva sempre dato ben poco in quanto a educazione e al mantenere sotto controllo gli istinti, per cui constatare che anche un ministeriale si azzardasse a scavalcare le regole la fece sorridere e glielo rese simpatico. Allungò anche lei una mano per stringerla a Vath e presentarsi, scoccando uno sguardo a Sophie da sotto la sua frangetta:
- Io mi chiamo Casey Bell. Studio a Hogwarts.
La bambina si era seduta accanto al suo vecchio e la fissava tenendo la manina del fratellino più piccolo. Sembrava incuriosita e nello stesso tempo disgustata. Che gelosia avrebbe dovuto avere nei confronti di Casey? Perché stava parlando con suo padre? Oppure si era stizzita perché le aveva detto di stare attenta all'acqua.
- Ciao Sophie. E' un piacere conoscervi - disse sorridendole.
Poi riportò la sua attenzione su Vath. Voleva saperne di più su di lui e sul suo lavoro. Non aveva mai avuto l'occasione di parlare del Ministero della Magia e in più non sapeva che tipo di lavoro potesse fare un mago a parte insegnare ad Hogwarts. Che avrebbe potuto fare lei una volta ottenuti i M. A. G. O.? *sempre se ci arrivi*.
- Sembra interessante il suo lavoro. Come funziona il Ministero della Magia?


 
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view post Posted on 10/8/2018, 19:35
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La ragazza sorrise e, dopo aver allungato la mano, si presentò: Casey Bell. Bell, non ricordava un cognome simile tra le famiglie magiche, perlomeno non tra quelle Purosangue. Vath ricambiò il sorriso, strinse la mano che la giovane gli porse e la strinse con sicurezza e rapidità. Una cosa che non si aspettò fu il fatto che la ragazzina salutò Sophie, forse per "metter pace" tra loro, quanto alla figlia, nonostante fosse così piccola, sollevò un sopracciglio e alzò lo sguardo sul padre. Vath in quel momento fu davvero curioso di sapere cosa passasse per la testa della sua principessa, e così si piegò verso di lei sussurrandole all'orecchio. «Sii educata, principessa, sei una Remar e il nostro cognome è sinonimo di impeccabilità.» Il ventisettenne poté osservare quindi come la piccola si produsse in un sorriso e in un «Piacere di conoscervi Casey.» forse imitò il saluto di lei, oppure aveva già appreso dal padre l'importanza del Voi. Vath osservò con orgoglio la figlia e poi, sollevando nuovamente il proprio sguardo color acqua marina, fissò gli occhi color del muschio di Casey ascoltando la sua domanda sul Ministero della Magia. Sorrise nuovamente, parlare del proprio lavoro, del Ministero e di ciò che si poteva realizzare a beneficio dell'intera comunità Inglese era per lui un piacere enorme. Si schiarì la voce con due rapidi colpetti di tosse. «Vedi, Casey, il Ministero funziona come un enorme orologio dove ogni individuo è utile per il suo corretto funzionamento: salta un ingranaggio ed ecco che il Ministero si guasta.» Esordì con una similitudine, per poi addentrarsi più a fondo nell'argomento. «È diviso su più livelli ed ognuno di essi ha un ruolo diverso ma al contempo fondamentale per la buona riuscita dell'obiettivo comune: una società migliore. Il mio dipartimento si occupa prevalentemente di lavorare a stretto contatto con le comunità locali, per esempio i Cinesi a Soho, per poter intessere nuovi rapporti, commerciali e non, a beneficio dell'Inghilterra e dei suoi cittadini. Non è difficile trovarsi anche impegnati alla Confederazione Internazionale dei Maghi in veste di ambasciatori e rappresentanti del nostro Paese.» Si, decisamente gli piaceva parlare del proprio lavoro. Ogni passo che l'uomo faceva all'interno del Ministero era per lui gioia pura, un'eco ingigantito della propria carriera come Prefetto e Caposcuola ad Hogwarts. Il ministeriale tuttavia non dimenticò le buone maniere e così pose alla giovane una domanda riguardante lei stessa. «Come ti trovi ad Hogwarts? Mia cugina Nixy, O'Connor, dovrebbe avere più o meno la tua età, Corvonero come l'altro mio cugino Marcus, Lancaster, tuttavia lui appartiene alla casata di Serpeverde.»
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Edited by Vath Remar - 15/8/2018, 08:49
 
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Vath Remar sembrava un padre coi fiocchi. Casey non ne aveva mai conosciuti di padri, e soprattutto non aveva mai potuto cogliere il modo in cui essi guardavano i loro figli. Nello sguardo dell'uomo si poteva notare un'immenso orgoglio per Sophie, Simon e Shawn: con gentilezza accompagnava i loro gesti e le sue richieste, e Casey era sicura che in qualche modo i suoi pargoletti si considerassero speciali. D'altronde a cosa serve il sostegno di un genitore? Se Vath in quel momento irradiava gioia e orgoglio nello stare coi suoi figli, lei invece, sebbene con un leggero sorriso, si abbandonò alla tristezza. Com'erano fortunati, com'era tutto perfetto per loro. Eccola lì la famigliola felice, seduta in mezzo a un prato a discorrere del più e del meno, pronta ad esser ritratta in un quadro o in una fotografia.
Casey rimase ad ascoltare il mago per tutto il suo discorso, da cui rimase affascinata. Ne voleva assolutamente sapere di più. Non sapeva un bel niente del Ministero, ma quel poco che Vath le aveva rivelato sul suo lavoro all'estero catturò tantissimo la sua attenzione. Come aveva detto a Drinky quasi un anno addietro, per lei era stato già strano scoprire la magia in Gran Bretagna, figuriamoci in tutto il resto del mondo! Col tempo si era abituata all'idea che esistessero più maghi di quelli che conosceva, soprattutto quando giorni addietro aveva incontrato Issho, proveniente dal Giappone.
- Dev'essere un lavoro molto gratificante. Magari le permette anche di viaggiare per il mondo. Mi piacerebbe tanto! Io non mi sono mai mossa di qua - disse.
- Quindi il Ministero è costruito su più livelli. E che cosa si svolge all'interno di ognuno di questi? Vorrei poter fare una visita guidata e scoprirli uno a uno! Lei li conosce tutti immagino.
*Chissà che tipo di lavoro fa Issho. Probabilmente anche lui come Remar si occupa di affari esteri* buttò lì puramente a caso. Avrebbe dovuto chiedergli di più del Giappone, e si appuntò mentalmente di scriverglielo per gufo e di farsi consigliare da lui qualche libro.
- Conosce per caso Issho Fuji-Tora?
Non sapeva esattamente quanto il Ministero fosse grande e quante probabilità che due uomini conosciuti per puro caso in un parco in due giorni molto vicini si conoscessero; ma lei aveva una buona sensazione al riguardo. Se Vath aveva stretto affari con dei Cinesi a Soho, perché non avrebbe dovuto conoscere uno dei pochi maghi Giapponesi del suo stesso posto di lavoro? E poi i due le avevano parlato, anche se in maniera del tutto diversa, dello stesso obiettivo: cooperare per una società migliore.
- Purtroppo non mi sono molto familiari questi nomi ma indagherò. Io sono una Grifondoro e stando da tutt'altra parte del castello ho poche occasioni di conoscere membri di altre casate.
Ma la domanda di Vath era un'altra: come si trovava a Hogwarts? Prima di rispondere si rifece interiormente la domanda per trovare una risposta adeguata e che non facesse trapelare i suoi sentimenti negativi dovuti agli scontri di fine anno.
- Ci sono alti e bassi. Senza dubbio come scuola è validissima, non facciamo che studiare. Il luogo è meraviglioso e ogni giorno passato lì scopro sempre posti e corridoi nuovi. Le persone poi... come ovunque ci sono quelle buone e quelle marce - disse sorridendogli. Poteva esser più generica di così?


 
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Vath
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Casey sembrava pendere dalle labbra del Ministeriale, avida di sapere, assorbiva le sue parole come se di quelle cose non sapesse nulla. Un pensiero si formò nella mente del ministeriale: che la ragazza non fosse Purosangue era più che evidente, che non fosse neanche una Mezzosangue? Quella domanda restò nella mente del ventisettenne che finì per sorridere. Non paga della spiegazione che il ministeriale gli diede, fece altre domande mentre i figli si dedicavano ognuno alle proprie cose: Simon disegnava sul quadernone ciò che sembravano dei pesci, frutto probabilmente della visita all'acquario di Londra di qualche giorno prima, ciò che tuttavia vide con la coda dell'occhio fu che questi pesci si muovevano sulla superficie del foglio; Sophie pareva che osservasse il paesaggio ma, se Vath aveva imparato a conoscerla bene, stava ascoltando la conversazione tra il padre e la ragazza; Shawn, il più piccolino, si era addormentato tra le sue braccia e la sua bocca formava una O. Il genitore si guardò intorno con circospezione e poi si alzò, piegandosi sulle gambe e cambiando la pagina al figlio con una nuova completamente bianca. Un espressione di disappunto comparve sul suo volto mentre gli angoli della bocca si piegarono verso il basso. Gli dava fastidio relegare questi scoppi di magia improvvisa alla segretezza dettata dallo Statuto Internazionale sulla Segretezza Magica. Quando quel piccolo intoppo fu risolto Vath si alzò, carezzando il capo al figlio di mezzo, ritornando alla panchina. «Perdonami.» Il sorriso tornò sulle proprie labbra e osservando Casey rispose finalmente alle sue domande. «Lo è, in effetti. Ho fatto molti viaggi in passato: Italia, Spagna, Francia, Germania, Egitto e Russia. Tutti viaggi che ho fatto una volta diplomato ma, da un anno a questa parte non ho avuto modo di viaggiare per conto del Ministero.» Le disse così, con una nota di rimpianto ma un sorriso sincero era sul suo volto. «Non che alla fine mi dispiaccia, ho modo di poter restare vicino alla mia famiglia. Non disperare, avrai modo di rifarti, credo, di certo in futuro potrai viaggiare ed esplorare i posti che più preferisci. Il Ministero ha dieci livelli...» Poi facendole segno di avvicinarsi abbassò la voce cosicché solo lei potesse sentirlo. «...tutti si sviluppano sotto Londra, come la Gringotts, e dal basso verso l'alto c'è: Il primo livello ossia l'ufficio del Ministro della Magia assieme a tutti i suoi più stretti collaboratori. Al secondo si trovano gli uffici che riguardano l'amministrazione di tutta la parte legale sulla magia, agenti Antimago, controparte della polizia babbana, gli Auror, avvomaghi e molto altro. Al terzo c'è tutto ciò che riguarda le catastrofi magiche, cancellazione della magia accidentale, obliviatori e il dipartimento Scuse ai Babbani. Nota bene, si chiama scuse ai Babbani non perché ci scusiamo con loro di quanto avvenuto come erroneamente il nome potrebbe indicare a prima vista ma per via del fatto che creano delle scuse plausibili per ciò che accade. Non so se hai seguito la vicenda riguardante la Congrega dei Duellanti di Londra, ai Babbani quel terribile atto da parte di Shinretsu è stato fatto passare come una banale fuga di Gas. Al quarto livello invece, ci sono gli uffici che si occupano di tutte le creature magiche d'Inghilterra. Il quinto livello, il mio, te l'ho spiegato prima. Il sesto si occupa del trasporto magico: manici di scopa, passaporte, metropolvere e materializzazione. Un paio di volte, straordinariamente, il ministro Pompadour mi ha chiesto di tenere un corso teorico sulla materializzazione. Il settimo livello secondo me è quello che, per via della tua età, ti potrebbe piacere di più: è il dipartimento degli sport e giochi magici, Quidditch, Gobbiglie sono loro ad occuparsi di questi sport. All'ottavo livello non c'è nulla di particolare, funge da atrium ed è l'ingresso principale del Ministero tramite i camini. Al nono livello c'è l'ufficio misteri, non so dirti molto di questo ufficio, poiché i loro impiegati sono tenuti al più stretto riserbo riguardo alle attività che svolgono al loro interno. Al decimo livello si trova invece un aula di tribunale, dove si svolgono i processi più importanti.» Vath terminò la spiegazione schiarendosi la voce con due colpetti di tosse poi rise leggermente, tanto da far agitare nel sonno Shawn. «E tu come conosci Issho-Sama? Certo che lo conosco, è un mio collega, abbiamo gli uffici praticamente accanto.» Alla domanda su Hogwarts la ragazza sembrò chiudersi a riccio, attendendo alcuni secondi prima di rispondergli. Quando lo fece, fornì una risposta molto generica. Vath sospirò e per farla aprire un poco di più si piegò verso di lei e le fece una piccola confidenza. «Suppongo che tu sia tra i primi anni e che sia difficile ambientarsi. Un posto nuovo, con persone nuove, ricordo che io prima del mio undicesimo compleanno avevo pregato mio padre di tenermi a casa oppure di proseguire gli studi a Durmstrang. Con gli anni tuttavia compresi che il mio posto era a Hogwarts, ne son diventato Prefetto e successivamente Caposcuola e negli anni della mia permanenza son stato testimone di molte vicende. Qualcosa ti ha turbata?»
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view post Posted on 23/8/2018, 09:26
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Lo spettacolino dei pesci creati da Simon la fece ridacchiare, e ancor più la divertì Vath che cambiava la pagina al taccuino del figlio, ma soffocò la risatina, dovuta più all'eccitazione che a puro scherno. Era la prima volta che osservava una famigliola di maghi e le loro abitudini da così vicino.
Vath si riaccomodò sulla sua panchina e rispose poi alla sua domanda. Non riusciva a credere che sotto Londra esistesse un'altra "città" che si allungava sotto terra. Le ricordava la spiegazione della maestra dell'orfanotrofio sull'Inferno dantesco e sui suoi gironi, che ricadeva a imbuto sino al male assoluto. Era più che certa però che il Ministero non fosse un luogo di tortura e che non fosse proprio invaso dalle fiamme. Vath le elencò uno dopo l'altro i vari livelli dal primo, in cui era situato l'ufficio del Ministro, al decimo dove si svolgevano i processi del Wizengamot. Inoltre aveva insinuato che probabilmente il reparto per lei più interessante fosse quello sportivo, quando invece l'unico che fra tutti aveva colpito il suo interesse era l'Ufficio Misteri. Perché chiamare un luogo così se destinato alla segretezza? Concordò con se stessa che in questo modo non si faceva altro che nutrire la curiosità altrui, e soprattutto la sua. Per quanto ne sapeva avrebbero potuto svolgere qualunque cosa al suo interno, ma senza dubbio si trattava di cose pericolose. Superato il nugolo di fantasticherie che aveva annebbiato il suo cervello sull'affascinante nono livello del Ministero, Casey si ricordò di un altro particolare rivelatole dall'uomo.
- Chi è Shinchezzu? - chiese. Non aveva capito bene come si chiamava quel tipo ed era totalmente all'oscuro su quell'avvenimento. Forse avrebbe dovuto cominciare a leggere la Gazzetta del Profeta. *Ahimè...*
- E perché lei ha scelto il suo lavoro?
KC era sicura che Vath conoscesse Issho ed egli glielo confermò. I suoi occhi brillarono di gioia.
- L'ho conosciuto una settimana fa ad Hyde Park, lui e la sua simpatica scimmietta. Era troppo strano che non fosse un mago.
Avrebbe preferito non parlare della scuola, evitare di discutere di certi problemi, ma Vath sembrava insistere, come se volesse confidenza. Tant'è che le rivelò un piccolo dettaglio del suo passato da studente. A lei parve stranissimo che un bambino del Mondo Magico inglese non volesse andare a Hogwarts. Chissà cosa gli avevano detto, chissà perché preferire Durmstrang, una scuola costruita fra i ghiacci, al bellissimo castello scozzese.
- Perché? Cos'ha di speciale Durmstrang? Le piace il freddo? - chiese scherzando. Poi tagliò corto:
- Beh, non è possibile avere solo amici. Ecco tutto - sembrava voler finire lì la frase, ma le sue stesse parole la riportarono alle ultime giornate passate in orfanotrofio e continuò - né ad Hogwarts né qui.


 
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view post Posted on 23/8/2018, 11:43
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Casey sembrava estasiata dalla compagnia della famiglia Remar, osservò i pesci e rise leggermente ai loro guizzi sul foglio del taccuino. Vath le sorrise, un sorriso che esprimeva sia gioia che frustrazione al tempo stesso. Il giovane padre posò poi Shawn nella carrozzina coprendo con una leggera copertina di lino bianca e azzurra. Come ad intuire la propria espressione facciale il ventisettenne si rivolse nuovamente alla studentessa di Hogwarts. «Purtroppo, anche se sono molto belli, devo celare questi piccoli sprazzi di magia da parte loro: non vorrei diventare il primo dipendente del reparto Cooperazione Magica Internazionale che viola apertamente lo Statuto Internazionale sulla Segretezza Magica.» Il suo sorriso si trasformò in una leggera risata. Quando essa terminò Vath spiegò alla ragazza. «Dovranno celarsi al mondo per tutta la vita, è una cosa che fino a quando vivevo sulla mia pelle non avevo pienamente realizzato.» A distrarlo dal pensiero dei figli celati al mondo babbano ci pensò la ragazza, che storpiando il nome di Shinretsu palesò la sua ignoranza sui fatti occorsi alla Congrega dei Duellanti. «Shinretsu.» Le scandì per bene. «Raven Shinretsu, ad oggi, è tristemente noto per il fatto che è diventato in Inghilterra il ricercato numero uno. Dalle testimonianze dei sopravvissuti, l'ex docente di volo, durante un duello ufficiale alla congrega dei Duellanti qui a Londra ha ucciso a sangue freddo l'arbitro del duello e poi ha ingaggiato battaglia con i campioni in carica. Ne è seguito un incantesimo altamente complesso e pericoloso in quanto, una volta evocato, il fuoco maledetto è impossibile da controllare. Quel giorno l'Inghilterra ha pianto undici vittime e gli Auror che sono intervenuti per catturare il colpevole non sono riusciti ad assicurarlo alla giustizia.» E, al momento, ancora si occultava alle forze dell'ordine. Raven Shinretsu era come un fantasma che si celava pronto a colpire inaspettatamente, una spada di Damocle sulla testa di un intera nazione. Casey fece riferimento a Issho e ad una scimmietta, ecco perché il ministeriale non era riuscito a vedere il collega, era sempre impegnato con lei; d'altro canto Vath aveva avuto la sua bella dose di impegni con l'arrivo di Shawn, conseguentemente aveva perso di vista alcune cose. La domanda che gli era stata rivolta però rimaneva in sospeso. «Potrei affermare, con una certa modestia, che il mio apporto al ministero potrebbe essere di rilievo. Già mesi fa mi son potuto distinguere con un accordo commerciale a vantaggio del nostro paese. Sì, mi sento di poter dire che potrei far molto a livello internazionale con l'aiuto di Issho e di molti altri colleghi.» Un sorriso sincero e lo sguardo ottimista condivano quelle parole, poi, le parole di Casey gli riportato o alla mente una risposta di Issho durante il primo incontro ufficiale come colleghi. «Non si può essere amici di tutti, purtroppo non si può riuscire a tenere il piede in due scarpe. Il nostro comune amico una volta mi disse che bisogna portare la gente a trasformare, quando necessario, quel no in un bel si. Trovare un punto di incontro, una via di mezzo e sfruttarlo a nostro vantaggio.» Non si dimenticò della domanda su Durmstrang. «Probabilmente era la paura del cambiamento a farmi desiderare di stare a casa, Durmstrang mi intrigava, era una scuola diversa rispetto ad Hogwarts, con tradizioni e usi differenti.»
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view post Posted on 19/9/2018, 18:11
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Ciò che creava quel misto di ammirazione e invidia nell'animo di KC era la dedizione di Vath verso i suoi figli. La conseguenza di tali sentimenti era la creazione di una sorta di muro invisibile fra i due composto dal rispetto per la sua situazione di felicità e quiete che lei non voleva distruggere con la sua presenza negativa. Lo ascoltava attentamente con gli angoli degli occhi tristi diretti verso il basso e quelli della bocca verso l'alto simulando un sorriso. Rideva alle sue battute e annuiva mostrando comprensione ma, forse anche per autodifesa, per non soffrire troppo comparando la sua situazione a quella della famigliola felice, non si immergeva più di tanto nel discorso.
Raven Shinretzu sembrava un uomo orribile. Si era macchiato di quella che probabilmente si può considerare la colpa più nera, uccidendo l'arbitro del suo duello e altre undici persone avocando il fuoco maledetto, una magia che Casey disconosceva. Le parve spaventoso che proprio lì, nella città in cui abitava da sempre, fosse accaduta una simile tragedia sotto gli occhi di tutti. Una morsa allo stomaco le fece comprimere il volto in una smorfia di dolore, empatia diretta verso chi aveva sofferto in quell'occasione. E la fittà incrementò nel momento in cui Vath disse che Shinretzu era ancora a piede libero.
- E' orribile - disse - chissà cosa lo ha portato a questo. Mi sembra impossibile che una persona da un momento all'altro impazzisca in questo modo, poi un mago... Come mi disse un'amica quasi un anno fa, da grandi poteri derivano grandi responsabilità, e a parer mio un mago ne ha molte. Per questo tutto ciò mi sembra ancora più assurdo.
Gli occhi bassi sul prato, dove Simon giocava coi suoi pastelli e su dove era seduta la piccola Sophie ancora intenta a inquadrarla col suo sguardo glaciale, erano gonfi di tristezza. Nessuno di loro sapevano di essere realmente a rischio con un ricercato di quel calibro in giro, nemmeno i figli di Vath.
- Fortunatamente nel mondo esistono sia cose negative che positive. Issho fa parte di quest'ultima categoria. Parlare con lui è davvero illuminante e, anche se a volte mi vieniva complicato seguire il filo del suo discorso, alla fine dovuto concordare quasi su tutto quel che mi ha detto. Credo che lui nella sua vita sia riuscito a trovare un metodo per scremare il proprio essere dall'emotività e di ripartire da zero. Mi è stato di grosso aiuto in questo senso anche se... per ricordarmi i suoi insegnamenti in ogni attimo della mia vita dovrebbe starmi praticamente accanto a urlarmi cosa fare e non fare.


 
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view post Posted on 19/9/2018, 20:40
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Vath
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Era semplicemente sconvolta: le parole di Vath, le rivelazioni sull'incendio a Londra dello scorso autunno penetrarono nella mente della giovane strega come un sottile ago da agopuntura. L'essere messa a conoscenza di un evento simile aveva creato in lei quello stato d'ansia che molti Maghi e Streghe di tutta l'Inghilterra condividevano. «Purtroppo, Casey, le ragioni del suo folle gesto non le sapremo fino a quando non verrà catturato dagli Auror. Se hai occasione, mentre farai gli acquisti per il tuo secondo anno, dai un occhio ai muri di Diagon Alley. Troverai molte locandine con la foto di Shinretsu, guardalo bene e, nel caso tu lo notassi, non fare nulla di avventato. Avvisa un adulto, che a sua volta avviserà le autorità competenti. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità? Forse tu questa frase l'hai sentita da zio Ben, nel film di Spiderman ma in realtà non l'ha mai detta nel fumetto originale, che per inciso è Amazing Fantasy, il numero quindici. No questa frase appare nello stesso volume, ma nella didascalia finale, come voce narrante. "E una figura magra e silenziosa si affievolisce lentamente nell'oscurità che si raccoglie, consapevole finalmente che in questo mondo, con un grande potere, devono anche derivare grandi responsabilità!"» Vath alla descrizione di Issho rise, la ragazzina aveva colto uno degli aspetti dell'orientale, lui condivideva con Issho gran parte della sua giornata lavorativa specialmente con le aggiuntive lezioni idi giapponese e ammise a se stesso che l'uomo era difficile da comprendere. «Issho-Sama è alquanto complicato da comprendere, certe volte, la sua cultura è così distante dalla nostra. Credo che sia dovuto all'influenza shintoista diffusa ampiamente in Giappone.»
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view post Posted on 20/9/2018, 07:29
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Ecco dove aveva sentito quella citazione! Dal primo film di Spiderman!
Casey alzò un sopracciglio un po' contrariata: la sua Drinky aveva riciclato quella frase di Ben Parker con lei. Chissà se in quel momento si era sentita come lui. Al di là della fonte però era una sentenza che non poteva esser dichiarata fittizia.
Vath si era rivelato un grande appassionato di fumetti oltre che del suo lavoro, ripetendole parola per parola a memoria persino il contesto da cui era stata estrapolata. "E una figura magra e silenziosa si affievolisce lentamente nell'oscurità che si raccoglie, consapevole finalmente che in questo mondo con un grande potere devono anche derivare anche grandi responsabilità". Non si poteva biasimare Drinky per quella scelta.
- Certo, lo farò assolutamente. Non conosco molti adulti però oltre a lei, Issho e pochi altri. Potrò informare direttamente lei?
Ormai la sua mente era stata offuscata totalmente dalla notizia degli orribili atti di Raven. La paura si era insinuata in lei depositando un piccolo seme. Non riusciva più a osservare la famigliola felice dell'uomo con la consapevolezza che fuori ci fosse un assassino a piede libero in circolazione.
- Mi perdoni ma non so cosa sia lo shintoismo, non conosco molto la cultura orientale. Adesso però devo andare, non mi sento più tanto in forma, forse a causa del sole - mentì.
- Le auguro una buona giornata signor Remar.
Con un cenno della mano e un sorriso salutò lui e i suoi figli, dedicando qualche istante in più alla piccola Sophie che per tutto quel tempo aveva tenuto gli occhi puntati su di lei.




Io chiudo qui (:
 
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view post Posted on 20/9/2018, 08:20
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Vath
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Casey si rivelò essere una ragazza assennata, non solo promise a Vath che sarebbe stata attenta, arrivò persino a chiedergli se poteva avvisare lui in persona. Vath sorrise, portandosi la mano alla scarsella sistemata alla propria cintura. Il contenitore magico comprato mesi prima conteneva parecchi oggetti di piccole dimensioni, troppi perché ci potessero stare in quello spazietto minuscolo, l'oggetto infatti aveva su di sé un incanto estensivo irriconoscibile. Vath aveva trovato quella bellezza in un negozio d'antiquariato a Diagon Alley e aveva pure avuto la fortuna di possedere un pezzo originale direttamente dal medioevo. Quanta storia, in quel piccolo oggetto, quanti secoli aveva passato per finire tra le mani del ventisettenne? Lo stesso poteva si dire dei suoi stivali, provenienti proprio dal periodo di Elisabetta I. Estrasse un biglietto da visita, che diede a Casey.

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«Questo è il mio biglietto da visita: se ti serve qualcosa, qualsiasi cosa, mandami un gufo direttamente al Ministero.» La giovane poi, educatamente, prese commiato. Sorrise con la bocca, non con gli occhi, forse quanto aveva appreso l'aveva sconvolta più del necessario. Vath annuì e la salutò a sua volta. «È stato un piacere, Casey, buona giornata anche a te.» Quando la ragazza si fu allontanata fu tempo anche per Vath di radunare i propri figli e dirigersi alla volta di casa.


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