Old Habits, Killian

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view post Posted on 30/8/2018, 06:01
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Vath
Remar «

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Il venticinquenne ispettore Auror seppe riprendersi facilmente dallo sconcerto di trovarsi proprio nell'atrium del Ministero, con un ghigno che solo un Serpeverde sarebbe stato in grado di far comparire sul proprio volto ammise con sincerità che, se non fosse stato per Vath, si sarebbe recato al decimo livello. Il ventottenne colse subito il significato di quell'affermazione, al decimo livello si trovava l'aula di tribunale una tappa quasi obbligatoria per un Auror in qualità di teste. Poco prima di prendere il camino Killian si volse verso il dipendente del C.M.I. rispondendogli che, anche se non era avvezzo al sushi, dato che il ristorante era stato consigliato lo avrebbe provato. Poi, con una domanda ben piazzata, chiese se il collega fosse dello stesso dipartimento. Una domanda che, a suo modesto parere, aveva già risposto con la proposta precedente. Vath lasciò che l'effetto del camino si esaurisse, prendendolo a sua volta e ritrovandosi alla calura estiva londinese, per ritrovare il collega del secondo livello al proprio fianco. «Issho Fuji-tora, il suo ufficio è proprio accanto al mio. Mi son da subito trovato bene con lui, fin da quando l'ho incontrato alla petizione contro le alte sfere dirigenziali del Ministero.» Confessare la sua presenza alla petizione non era un crimine, anzi, lo stesso Rhaegar Wilde lo aveva visto ad Hogsmeade quel giorno. A suo parere, la sua presenza li non doveva essere intesa come un modo per minare il Ministero dall'interno ma come il proprio diritto ad esprimere da libero cittadino la propria opinione. I fatti di Shinretsu erano freschi nell'animo del ministeriale in quel periodo e l'immobilismo dei vertici era e tuttora è preoccupante per il ventottenne. Con un sorriso poi continuò a parlare. «Figurati che, nei ritagli di tempo, mi sta addirittura insegnando il Giapponese.» Mentre parlava Vath percorreva rapidamente e con conoscenza le varie strade londinesi, fino a trovarsi assieme a Resween di fronte all'"Asuka". Finestre in vetro mostravano due camerieri dalla divisa nera portare piatti a commensali seduti in comode poltrone rosse su tavolini da due. Il locale, sviluppato per orizzontale, era provvisto di uno spazio al centro dedicato ai sushi-man intenti a far magnifiche opere di riso e pesce crudo. «Che dici, entriamo? Ho visto che lavori con Weiss, io e lui ad Hogwarts non siamo mai andati particolarmente d'accordo, specialmente dopo lo "scherzo" di lui con il bastone da passeggio avuto in eredità da parte di mio nonno.» Una promessa, Vath, la manteneva sempre. Gli aveva promesso di rievocare i tempi ad Hogwarts e così avrebbe fatto.
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view post Posted on 3/9/2018, 13:51
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L'Ispettore Auror si lasciò guidare per le strade londinesi tenendo il passo del ministeriale: in quanto ad orientamento spaziale per oggi aveva già dato. Grazie alla precedente domanda formulata prima di sparire all'interno del camino nell'Atrium, Killian apprese di più sul collega che aveva consigliato il posto presso cui avrebbero pranzato da lì a breve. Non spese parole in merito alla petizione sebbene, ovviamente, ne fosse al corrente. Gli articoli sulla gazzetta avevano destato un certo clamore e il ragazzo conosceva le idee politiche dell'ex-Caposcuola Serpeverde. Certi discorsi, soprattutto in un momento così delicato, non potevano essere affrontati con la leggerezza che il Resween si era ripromesso per alleviare l'uomo dal pensiero della sua recente tragedia familiare. Abilmente, spostò dunque l'attenzione su quanto detto in seguito:

"Il giapponese, sul serio? Potrei consigliarti qualche serie tv in lingua originale per esercitarti...ma non sei il tipo da roba babbana, vero?"

Nel dirlo, un grande sorriso divertito. In realtà dubitava fortemente che il problema principale fosse la conoscenza o meno di Remar degli apparecchi elettronici, ma piuttosto era l'immagine del serioso uomo mentre guardava teen-drama giapponesi a rasentare l'impossibile. L'unico pubblico di certa roba era costituito da sua sorella Persephone. E da lui, costretto a farle compagnia.

Accettando senza pensarci due volte l'invito ad entrare all'interno del locale, raggiunse il tavolino per due persone indicato loro dall'elegante cameriere. Si guardò intorno, apprezzando la semplicità e pulizia del posto. Per ora l' "Asuka" non disattendeva le aspettative, ma tutto dipendeva effettivamente dal cibo: aprì uno dei menù ed iniziò a leggere i nomi che più lo colpivano.


"E' cambiato molto... non credo che ora rifarebbe uno scherzo del genere"

Non si dimenticò di rispondere ad uno dei primi riferimenti al passato, il tono era tranquillo mentre parlava del collega citato. Ricordava vagamente la controversia Serpeverde - Grifondoro che aveva coinvolto i due, ma ciò che aveva espresso lo pensava sul serio: da quello che aveva capito di Aiden, teneva molto all'onore e all'essere una brava persona perciò ora proprio non ce lo vedeva a fare bambinate che potevano ledere altri individui anche se lo spirito scherzoso era rimasto.

“Il tuo amico ha consigliato anche quali piatti provare?”



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Edited by Killian Resween - 5/10/2018, 17:46
 
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view post Posted on 3/9/2018, 20:04
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Vath
Remar «

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Killian stette facilmente al suo passo, come Vath aveva previsto l'uomo non raccolse l'accenno alla petizione indetta dalla Gazzetta del Profeta, se da un lato era felice del fatto di aver avuto ragione sulle proprie intuizioni tuttavia dal'altro ne era deluso. Lo scambio di opinioni, in un sano dibattito, era stato da sempre il suo modo per comprendere appieno anche l'altra faccia della medaglia. L'ispettore Auror cercò di spostare la conversazione sul giapponese, lingua che aveva iniziato a studiare quasi fin dall'inizio del rapporto lavorativo assieme al collega del quinto livello. Spostò lo sguardo dalla strada alle iridi dell'ispettore Auror e si lasciò andare ad un sorrisetto divertito. «Ai, Resween-San. Ti sorprenderà sapere che, al contrario di quel che pensi, ho già avuto modo di guardare alcuni anime in lingua, reminiscenze di una giovinezza dove assieme ai libri di testo ero solito portare qualche manga nella borsa. La letteratura Babbana è affascinante, certo risente della miopia di una realtà ottenebrata da incantesimi d'occultamento, ma al contempo si tratta di una visione molto articolata. Non per nulla uno dei miei M.A.G.O. l'ho conseguito in Babbanologia.» Arrivati di fronte al locale il collega non rispose alla domanda di Vath, lo fece in maniera silenziosa, entrando nel ristorante. Lì vennero accolti da un cameriere, accompagnati ad un tavolo e fatti accomodare. «Indubbiamente è cambiato, il lutto di cui ho appreso direttamente da lui lo ha colpito duramente. Non ti nego tuttavia che mi è parso di vedere come qualche preconcetto legato alle nostre casate sia rimasto in lui. Non credo che farebbe nuovamente uno scherzo simile, anche perché quell'anno grazie alla sua bambinata Grifondoro era scivolata in quarta posizione. Ho rapporti con ogni ex studente, alcuni persino ex Grifondoro e mi son sempre trovato bene se c'è rispetto.» Gli disse, ricollegandosi all'unica volta in cui aveva visto l'irlandese al di fuori di Hogwarts. Il loro incontro si era interrotto bruscamente, come se qualcosa nelle parole dell'ex Serpeverde avessero indispettito il Grifondoro. Non che gli rovinasse la giornata avere l'antipatia di Weiss addosso, il ventisettenne aveva problemi più urgenti e pressanti. «In realtà non mi ha consigliato nulla, insistendo sul fatto che chiedere in lingua ai camerieri fosse un buon modo per poter fare un po' d'esperienza diretta con la lingua.» Disse, accennando una risata, quando il cameriere si avvicinò per le ordinazioni Vath si schiarì la voce con due colpetti di tosse. «Kono mise no osusume wa nan desu ka?»

"Che cosa è consigliato in questo locale?"
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L'incontro con Vath Remar gli aveva davvero migliorato la giornata anche se l'incipit non era stato dei migliori con la donna che aveva attentato alla propria vita e a quella del Resween sull'ascensore. Ora, invece, nell'immaginarsi l'uomo seduto di fronte intento a guardare anime e a leggere manga, un largo sorriso divertito tagliava le labbra scure del venticinquenne senza nemmeno un tentativo da parte sua di celarlo o nascondere il lampante motivo. Non se lo era aspettato, no!

"Devo ammettere che sottovaluto le famiglie purosangue. La tua visione illuminata mi piace"

Se avessero già avuto la tavola imbandita, probabilmente Killian avrebbe proposto un brindisi per celebrare quell'anti-bigottismo. Che il riferimento alle famiglie dal sangue puro potesse suonare come una sottile critica nei loro confronti (forse nemmeno così sottile), a Killian non importava affatto. Conosceva i pensieri radicati in certe antiche genealogie, essendovi cresciuto dentro. Con la stessa tranquillità con cui aveva parlato, continuò a scorrere velocemente il menù. Di nuovo, l'attenzione passò su Aiden Weiss anche se ancora una volta il discorso generalizzava ad un livello di più ampio respiro.

“Sradicare queste credenze non è semplice, soprattutto quando ci indottrinano in un certo modo. Passiamo praticamente sette anni della nostra vita a cercare di dimostrare di essere migliori degli altri. Un obiettivo un po' troppo bellicoso per bambini e ragazzini in età scolare.”

Ok, era una visione drasticamente pessimistica della tradizione scolastica hogwartsiana e ometteva i lati positivi che la competizione "Coppa delle Case" indubbiamente aveva, però Killian l'aveva sempre trovata una cosa insensata e non gli era mai interessato troppo di perdere o acquistare punti per la propria Casa. Forse questo Vath lo ricordava.
Poi, senza che il volto sereno si scomponesse in alcun modo, volle confermare quanto gli era sembrato di capire dalle parole del ministeriale: pregiudizi legati alla casata di appartenenza vi erano ancora, nonostante i tempi si fossero modernizzati.


"Comunque hai ragione, c'è ancora qualcuno che crede che essere un verde-argento equivalga ad avere un bel matching tattoo sull'avambraccio"

Gli occhi grigi che fino ad allora avevano scrutato famelici la carta del ristorante giapponese nel pronunciare l'ultima frase si erano sollevati per contraccambiare lo sguardo dell'uomo e sondare la sua reazione. Non era stato troppo esplicito, ma era sicuro che il riferimento fosse comunque abbastanza chiaro.
Ma le sorprese non erano finite: con l'avvicinarsi del cameriere al loro tavolo, Remar ne aveva approfittato per rispondere alla domanda del ragazzo e insieme sfoggiare i frutti delle proprie lezioni con il collega. Killian emise un basso fischio di sincera ammirazione: per quello che ne capiva lui, Vath poteva anche aver riferito all'inserviente di essere in compagnia di un emerito idiota cioè lui, però confidava nel fatto che la prestazione del ministeriale fosse stata corretta ed impeccabile. Impressione confermata dal modo puntuale in cui il cameriere rispose in lingua indicando i vari piatti all'interno del menù. Quando l'esposizione terminò, il giovane Ispettore Auror trovò doveroso complimentarsi:


"Remar, sono impressionato. L'unica cosa che potrei provare ad approssimare io sarebbe qualcosa tipo 'Uehara-kun *, perchè non mi ami abbastanza?'"

Con sua stessa sorpresa, si accorse di aver ricordato il nome di uno dei personaggi della serie tv che Pers l'aveva costretto a guardare insieme a lei. Sebbene la situazione a questo punto lo richiedesse, Killian non parve affatto in imbarazzo ma anzi con un sorriso sornione tornò a dedicarsi all'ardua scelta della pietanza limitandosi tra le consigliate dal cameriere. Lasciò Vath liberò di farsi qualsiasi idea avesse voluto in merito alla sua ultima uscita.


Scheda # Outfit



//Vath, mi hai aperto un mondo :flower:
- Ho scritto che il cameriere ti ha risposto che tanto non fa differenza visto che Killian non ci capisce un'acca.
-*, il telefilm che Killian guarda più spesso di quanto voglia ammettere è Good Morning Call, se ti può interessare
:ue:




Edited by Killian Resween - 5/10/2018, 17:47
 
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view post Posted on 6/9/2018, 09:29
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Vath
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La rivelazione aveva comprensibilmente spiazzato l'ex concasato, il sorriso divertito dell'ispettore Auror era la riprova che non si aspettava un simile atteggiamento nei confronti dei babbani. Vath non era solito frequentare babbani, il poco tempo libero che aveva era tutto dedicato alla sua famiglia e all'accrescimento della propria cultura. Alle parole dell'uomo di fronte a sé sorrise lievemente, una piccola fossetta comparve sulla guancia destra del ventottenne. «Anche le tradizioni più antiche, prima o poi, si devono piegare all'inesorabile scorrere del tempo.» Così, il dipendente del C.M.I., replicò al suo dire. Una volta ascoltate le ultime parole del venticinquenne, chinando lievemente il capo in cenno di ringraziamento, esternò tutta la sua gratitudine. «Lieto che, la mia visione, sia di tuo gradimento.» I modi pacati del ventisettenne lo facevano parlare con lentezza, ogni parola era pronunciata senza che il tono del ministeriale salisse o si abbassasse rispetto alla propria normalità. Più avrebbe parlato con Killian meno si sarebbe soffermato a pensare a ciò che gli era successo, in quel momento l'ex Concasato era una manna dal cielo. La mano sinistra di lui non aveva lasciato nemmeno per un istante il proprio bastone da passeggio, retaggio di suo nonno, lo posò tra il bracciolo della sedia e il proprio corpo, la testa del serpente rivolta verso il verde argento più giovane. «Certa gente prende la coppa delle case troppo seriamente. Senza moderazione non si può avere un clima sereno anzi, si creerà un ambiente esacerbato dalle continue faide. Io, questa possibilità, l'ho sempre vista come un opportunità per spronare gli studenti a dare del loro meglio: un po' di sana competizione non fa mai male nella vita. Come il Quidditch, quest'esperienza ti fa imparare il gioco di squadra, quattro team che concorrono per lo stesso obiettivo. Non ho mai giocato a Quidditch ma ho imparato il gioco di squadra proprio grazie alla coppa.» Il riferimento di Killian poi, non poté che essere cristallino. L'uomo, in maniera sottile aveva fatto cenno al marchio nero. Vath, che aveva preso con la destra il menù e ne stava sfogliando le pagine, sollevò gli occhi e la giovialità che fino a poco prima era sul suo viso scomparse lasciando posto ad un espressione seria. Le iridi acqua marina del ventisettenne andarono a cercare e successivamente a legarsi a quelle dell'ispettore Auror. «Sono certo che molti verdeargento promotori della purezza non vogliano altro che quello, Resween. Personalmente, non sono un amante dei tatuaggi né di carnevalate in maschera, quelle le lascio ai "rievocatori medievali" del nuovo continente.» Nonostante lo spirito appena fatto, il tono dell'uomo sarebbe rimasto serio, a dispetto della durezza delle parole appena pronunciate il ministeriale non alzò i toni e, continuò. «Ho una moglie. A dispetto di quanto è accaduto lo resta, oltre a ciò ho tre figli a cui badare di cui uno con poche settimane di vita. L'ultimo dei miei pensieri è privarli dell'unico genitore a loro rimasto.» Quelle parole avrebbero anticipato l'arrivo del cameriere che, dopo le spiegazioni sulle specialità, attese l'ordine. Vath, che aveva atteso e ascoltato tutto, ragionò su quanto gli aveva detto l'inserviente: non era un grande amante del fritto, a casa rarissime volte aveva usato quel tipo di cottura. Per sé, di conseguenza, optò per qualcosa di diverso senza però tralasciare almeno una delle numerose specialità fritte. Prima di tutto, non avrebbe tralasciato il proprio commensale, con rapidità avrebbe provveduto a ragguagliare Killian con le informazioni fornite dal giapponese. «Da quanto mi ha detto, consiglia il tempura di granchio e di gamberi, assieme ad alcuni tagli di sashimi.» Si sarebbe schiarito la voce e replicato in lingua al cameriere, rispondere a Killian in quel momento era fuori discussione, ciò che voleva dirgli necessitava di spazio per non esser sentito dai vari babbani. «Ichi sashimisake, ni nigirisake, ichi temakigeni, Ichi mizu no botoru, kudasai»
"Una porzione di sashimi al salmone, due porzioni di nigiri al salmone, un temaki con tempura di granchio e una bottiglia d'acqua per favore."
Quando anche il collega ebbe ordinato per sé e il cameriere si fu allontanato, la cappa di serietà che qualche momento prima era calata sui due si dissolse come nebbia al sole. Vath fece ritornare il proprio sorriso sul suo volto e, guardandosi attorno, gli disse. «Resween-san, shitte iru ka? Shinigami wa Ringo shika tabenai.»
"Resween, lo sai che gli shinigami mangiano soltanto le mele?“
Il ventottenne aveva lasciato aleggiare quell'aria di segretezza per uscirsene con uno scherzo adolescenziale, avrebbe tanto voluto poter ritornare quello studente che, tra una lezione e l'altra, si leggeva storie di Shinigami e quaderni della morte. Molto probabilmente Killian non aveva capito la frase in lingua originale ma, se la sorella lo avesse costretto a guardarsi Death Note, avrebbe riconosciuto almeno la parola Shinigami. Aveva sempre amato quel manga: dal primo al, nonostante tutto, dodicesimo volume. Ligio al proprio dovere di ministeriale l'ex Serpeverde non si sarebbe certo lasciato andare sul lavoro a quelle esternazioni tuttavia, adesso, era in pausa pranzo. Il ventottenne non dimenticò di ringraziare l'uomo di fronte a sé, la mano destra andò alle bacchette riposte sopra la ciotola della salsa di soia e Vath non poté non notare la cura del locale anche nei piccoli dettagli come il materiale degli strumenti. «Devo nuovamente ringraziarti, Resween, ma se al tuo posto ci fosse stato Mr. Sunday l'esaminatore che ha decretato la mia assunzione al C.M.I. avrebbe scosso la testa e replicato con un "Le parole sono veicolo di fraintendimento." e che probabilmente ho aggiunto un'altra freccia al mio arco che potrebbe essere un arma a doppio taglio. Non conosco il manga di cui hai fatto cenno, ero più tipo da Death Note, Claymore, Fate Stay Night e, recentemente, Boku no Hero. Magari, proprio quest'ultimo, potrebbe piacerti.» L'uomo, nel corso di quell'ultimo pezzo di conversazione, avrebbe congiunto le dita delle mani, posando i gomiti sui braccioli della sedia accavallando la gamba destra sulla sinistra.

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Edited by Vath Remar - 17/9/2018, 21:26
 
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Come da propositi, i discorsi sulla "cara vecchia Hogwarts" non mancarono in quella rimpatriata piuttosto ristretta di serpeverde. Visto che di certo due persone mature e con personalità diverse non potevano trovarsi sempre d'accordo su ogni questione, Remar espresse al contrario di Killian un apprezzamento per la modalità con cui la Scuola di Stregoneria tra le più celebri al mondo istruiva i propri allievi a dare il massimo. Che la competizione, quando sana, avesse i suoi punti forti era innegabile anche per un Bastian Contrario come il venticinquenne, tuttavia sul giovane volto barbuto tornò a manifestarsi una smorfia poco convinta.

"Sarebbe ancora meglio se spingesse a migliorarsi per superare se stessi anziché gli altri", nonostante il non demordere con la propria teoria, la tranquillità con cui stava esprimendo la propria critica sfociò poi in qualcosa di più scherzoso: "Sul Quidditch invece ti do pienamente ragione. Uno dei più grandi insegnamenti che mi ha dato è di stare lontano dalle mazze dei battitori: ricordo ancora il colpo terribile in testa che mi diede Ferguson quando ci fiondammo sullo stesso bolide, al terzo anno."

Forse anche Vath ricordava l'incidente sportivo che gli era costato due giorni in infermeria. Gli infortuni erano frequenti nella disciplina, tuttavia solitamente i battitori erano quelli meno coinvolti e per questo il suo trauma cranico aveva destato attenzione nel Castello. Ma forse l'ex-Caposcuola non ne conservava alcuna traccia nella memoria, invece. Non aveva importanza, comunque: Killian non era il tipo di persona che si vantava delle cicatrici possedute esibendole come trofei, né quelle fisiche nè tanto meno quelle dello spirito.
Il taglio obliquo che aveva accompagnato la rievocazione di un passato piuttosto distante non lo abbandonò nemmeno quando l'uomo seduto al lato opposto del tavolo fece calare un velo di serietà nel rispondere al suo riferimento ai pregiudizi sui verde-argento. Forse, percependo lo sguardo penetrante dell'Auror che lo stava fissando in attesa di risposta, il ministeriale si sentì in dovere di proclamare la propria estraneità a simili radicali ideologie. Lui non si era aspettato niente di meno: le probabilità che Vath o una qualsiasi persona replicasse sfoggiando in uno slancio di sincerità il marchio a cui Killian si era riferito erano pari a quelle che il pesce tagliuzzato poco più in là dai cuochi dell' Asuka prendesse a ballare il can-can. Le immagini che usò, però, piacquero particolarmente all'Ispettore che agitando un dito in sua direzione disse ridendo:


'Carnevalate in maschera', carina questa! Me la rivenderò senza pagarti il diritto d'autore”

Killian era così. All'apparenza non prendeva sul serio nemmeno ciò su cui per scherzare serviva davvero del fegato, non essendoci nulla di anche lontanamente divertente. Che poi nel lavoro si trasformasse nell'esatto opposto era tutta un'altra storia che solo i colleghi o chi l'aveva visto in azione potevano raccontare. Trovò degno di stima il modo in cui l'uomo più grande dimostrava di tenere ai propri figli, ma poteva fare innumerevoli esempi di come persino i più amorevoli padri di famiglia avessero trovato un biglietto di sola andata per Azkaban: era stata una delle prime lezioni di Rhaegar. Ovviamente non disse nulla al riguardo, ma anzi tentò ancora di sviare l'argomento essendo ancora il suo obiettivo quello di distrarre Vath dai suoi drammi. L'occasione perfetta si presentò con il momento dell'ordinazione. Lasciò che l'altro lo precedesse senza avere minima idea di cosa avesse preso e poi si fece avanti:

"Mi fido e prendo tempura di gamberi e granchio e questo piatto di sashimi misto. Da bere dell'acqua naturale"

Le parole del cameriere erano state una vera grazia: i problemi che Killian aveva con il sushi in realtà potevano essere circoscritti al riso che costituiva gran parte delle pietanza. Il ragazzo in divisa elegante prese nota di entrambi gli ordini, anche se solo una era stato espresso in lingua: sicuramente tra i clienti del ristorante Vath era uno dei pochi a poter intrattenere una conversazione di quel tipo. Infatti, quando l'inserviente se ne fu andato, con fare divertito proseguì con un'altra frase incomprensibile per l'Ispettore se non il proprio cognome.

"Certo, sono d'accordo"", rispose immediatamente e con convinzione come se avesse davvero capito tutto. In realtà non comprese nemmeno la seconda parte del discorso dell'uomo: quei titoli non gli dicevano nulla. Se Pers non glieli aveva mai citati, poteva escludere che avessero come trama sofferti amori adolescenziali. "Cos'è, qualcosa tipo l'uomo ragno o l'uomo pipistrello?", si informò poi incuriosito una volta afferrata la parola "hero".



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Edited by Killian Resween - 5/10/2018, 17:47
 
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Un detto diceva: "Il mondo è bello perché è vario." A riprova di ciò, nonostante i due uomini fossero praticamente coetanei, della stessa Casata e provenienti da un tessuto sociale simile, quello che li differenziava era il loro vissuto e, per buona parte, il modo in cui ragionavano. Se da una parte Killian pensava che i metodi di Hogwarts fossero da rivedere, Vath invece, che fu parte integrante del rispetto e del mantenimento di quelle regole, li riteneva più che validi per forgiare il carattere delle nuove generazioni magiche. Su un punto, tuttavia, i due maghi concordavano appieno e Vath, muovendo la mano sinistra per puntare l'indice verso l'Auror, si allacciò a questo discorso. «Sfondi una porta aperta se mi parli di attività atte a spingere gli studenti all'automiglioramento, non è neanche la prima volta che sento o faccio questi discorsi. Tutto il mio settimo anno l'ho passato cercando di migliorare la comunicazione tra studenti e insegnanti, ho anche portato all'attenzione del corpo docenti mie ed altrui idee.» Facendo quel pensiero si chiese quanto del proprio operato nel corso di Hogwarts era restato alle generazioni future. Il lungo filo di ricordi che si stava dipanano con quelle poche parole però venne deviato su un altro argomento: Il Quidditch. Era da quell'inverno che non vedeva una partita, i Falmouth Falcons avevano giocato contro i Montrose Magpies e Vath era riuscito ad accaparrarsi non uno ma addirittura due biglietti. Il ricordo che Killian andò a sviscerare era abbastanza noto all'ex Caposcuola, complice l'amicizia con il suo compagno di dormitorio, e la sua memoria tendeva a non lasciar sbiadite i ricordi. «Temo che l'episodio sia avvenuto alla finale del quarto anno. Me lo ricordo perché quell'anno era subentrato Geoffrey Hill come capitano e da quanto mi diceva in quei giorni in dormitorio non era felice del fatto che aveva perso il suo battitore per il resto della partita per colpa di un, a suo dire, "Corvonero con il naso sporco d'inchiostro perché sta troppo appiccicato ai libri".» Killian seguì il consiglio del cameriere, ordinando le portate, il dipendente del C.M.I. Andò con la destra a prendere la bottiglia con la salsa di soia versando e una discreta quantità nella ciotola. L'ordine dei due arrivò dopo pochi minuti e Vath non poté far altro che chinare il capo e ringraziare. «Arigatou Goizamasu.»
"Grazie molte"
Il ventottenne poi si armò di bacchette e prese una fettina di sashimi al salmone, poggiando nella ciotolina con la soia. Killian fece buon viso alla lingua sconosciuta, se il suo tono e la sua convinzione diedero adito ad una possibile comprensione i suoi gesti e l'espressione del suo viso tradirlo o il fatto che il collega non avesse capito nulla a parte il suo cognome. Vath decise di non rigirare il coltello nella piaga e, dopo aver gustato il pezzo di pesce crudo, rispose all'ex Serpeverde sull'anime di cui aveva chiesto. «Non proprio, si tratta di un anime, una versione giapponese del cartone animato babbano. La storia è praticamente ambientata nel nostro periodo ma a causa di una mutazione genetica il genere umano ha ottenuto la capacità di sviluppare dei superpoteri che si manifestano per la prima volta a quattro anni. Queste particolari abilità hanno consentito lo sviluppo di una nuova categoria di persone, gli eroi, i quali combattono contro i supercriminali che seminano il terrore nel mondo. Il protagonista è una ragazzo che non ha sviluppato questo genere di capacità e il suo obiettivo è entrare in una scuola di eroi.» Poi, abbassando la voce, disse. «Secondo me l'autore è un nato babbano, il sillogismo con il mondo magico è quasi palese.»

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Edited by Vath Remar - 17/9/2018, 21:28
 
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Quando l'uomo parlò dell'impegno profuso ad Hogwarts per le dinamiche studenti-professori, Killian annuì pacatamente dimostrando così di ricordare l'attivismo che aveva caratterizzato Remar sin dagli anni della scuola. Tutto il suo opposto, praticamente. Prima di trovare la propria strada, il primogenito Resween era stato molte cose ma tra esse non vi era certo il merito di studente modello. Il disinteresse
più assoluto era stata la sua unica filosofia di vita ai tempi e forse questo era proprio uno dei motivi per cui con l'ex-concasato non era nata nulla di più che una superficiale conoscenza da Sala Comune, oltre ovviamente che per la differenza d'età. Tuttavia le esperienze condivise da tirare fuori dal cilindro delle memorie erano molteplici e una di esse divenne momentaneamente al centro della loro attenzione. La fronte del mago si corrugò appena quando Vath lo corresse sulla collocazione temporale dell'episodio, ma ragionando meglio il suo volto tornò ad illuminarsi e confermò:


"Hai ragione, c'era Hill a capo della squadra! Io ovviamente non partecipai dato che ero k.o., ma in seguito mi raccontarono che ci fu una piccola zuffa sia sul campo che negli spalti", cos'era, rimpianto, quello malamente celato nella sua voce? Probabilmente sì: maghi adolescenti che venivano alle mani - spettacolo più unico che raro- e lui incosciente sul lettino dell'infermeria. "Se non sbaglio, lui adesso gioca in qualche squadra famosa, vero?"Killian andò a colpo sicuro: se le cose tra di loro non erano cambiate dopo il diploma, Vath era la persona migliore a cui chiedere notizie dell'altro ex-serpeverde visto che erano sempre stati molto legati. “Nonostante la stazza, era piuttosto abile".

La riesumazione del passato venne interrotta dall'arrivo del cameriere con le loro ordinazioni e il venticinquenne si strabiliò della celerità del servizio: non erano passati nemmeno dieci minuti. E lui che spesso e volentieri si costringeva a mezzi panini per prendersi meno pausa possibile! Quella era senz'altro un'alternativa valida. Dopo aver ringraziato il garzone, Killian ammirò il perfetto colorito dorato della sua tempura e l'aspetto delizioso del pesce fresco. Il ragionamento su dove cominciare fu interrotto dalla spiegazione del ministeriale sull'anime che gli aveva consigliato. Più la descrizione andava avanti, più il sorrisetto sulle labbra scure del mago assumeva sfumature sardoniche:

"Supereroi e supercriminali, eh? Questa roba non passa mai di moda". Parola di uno che viveva una realtà non troppo dissimile, anche se la lezione sul Bianco, il Nero e l'infinita scala di Grigi veniva conservata come Verità assoluta. Sentendo l'ipotesi sull'autore dell'opera, il ghigno dell'Auror si fece poco convinto mentre con un gesto fluido separava le bacchette:"Non saprei, i babbani hanno una fervida immaginazione...non mi stupirebbe se questo si fosse inventato tutto di sana pianta".

Era fatta, aveva deciso. Il granchio sarebbe stato la sua prima vittima.



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Edited by Killian Resween - 5/10/2018, 17:50
 
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Era partito on il pranzo dal sashimi, piccole fette di prelibato salmone crudo. Killian, a dimostrazione di quella diversità che li contraddistingueva, iniziò a mangiare proprio dal fritto. «Già, c'era Hill, son stato fortunato ad averlo accanto in veste di capitano solo per il settimo ed ultimo anno, in dormitorio a tratti era insopportabile. Lo dico io che non ero in squadra, figuriamoci per chi lo era. A volte, stava alzato fino a tarda notte per studiarsi gli schemi da proporre in allenamento, manovre e chi più ne ha più ne metta. Una volta arrivai persino a doverlo minacciare di mettergli il distillato soporifero in tutte le sue bevande serali.» Rise al ricordo, quell'anno era stato il più duro, i M.A.G.O. e i suoi doveri da Caposcuola lo assorbivano completamente, ma alla fine era stato anche quello più gratificante. «Si è creato una discreta carriera sportiva nei Falmouth Falcons, gioca nel suo vecchio ruolo ad Hogwarts. Ogni tanto lo sento ma non così tanto come vorrei, molti altri del mio anno son semplicemente svaniti.» Aveva terminato il sashimi, si era versato un'abbondante bicchiere d'acqua e ora sarebbe andato avanti con i nighiri, lasciando per ultimo il pesante temaki al granchio fritto. Killian sorrise sardonicamente alla spiegazione dell'anime, forse per via del fatto che la trama era molto simile a quella della sua vita da Auror. Vath sorrise a sua volta, era un tema, quello dell'anime che faceva molta presa su di lui. «In effetti, chi non sogna di essere un supereroe sempre con il sorriso in viso? Come hai detto tu stesso è un tema che non tra monterà mai.» Avrebbe mangiato con calma, quattro nighiri in fondo non erano una sfida così grande. Poi, preso il piatto contenente il temachi, afferrò con la destra la più voluminosa pietanza ordinata, cospargendola con un poco di salsa di soia e di Wasabi. Il ventottenne approfittò delle eventuali parole da parte del collega per mangiare il cono di riso e granchio fritto, pulendo si poi la bocca con il tovagliolo. Difatti poco dopo l'ispettore Auror espresse la sua opinione sull'autore del manga e, Vath, accennò una risata. «Hai ragione: molti loro autori, contemporanei e non, hanno consentito alla tecnologia Babbana di far passi da gigante grazie alla loro immaginazione. Un esempio che posso citarti è quello dell'autore Edward Bellamy che con il suo libro "Guardando indietro: 2000-1887" pubblicato nel 1888 ha anticipato lo sviluppo della carta di credito Babbana di sessantatre anni.»

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Prima di poter concludere il proprio granchio, vittima numero uno immolata alla golosità del ragazzo, Killian si vide costretto a sghignazzare con sincerità per le parole di Vath sul loro ex-concasato. Non aveva difficoltà alcuna ad immaginarsi i comportamenti da capitano preoccupato che avevano portato i compagni di dormitorio di Hill all'esasperazione: anche agli allenamenti il tipo aveva dato spesso spettacoli al limite della follia e nel rievocarli Killian ne era divertito proprio come allora.

Resween, se non la smetti di socializzare con il nemico i tuoi giri di campo di riscaldamento passano da cinque a dieci!, disse cercando di imitare al meglio la voce del serpeverde in uno dei mille rimproveri che gli aveva impartito ai tempi, quando lui era solo un ragazzino troppo spesso vicino all’essere cacciato dalla squadra. Hill non gli aveva mai perdonato la tresca con la cacciatrice di Grifondoro, di questo ne era certo. La risata che seguì scemò nell’apprendere che i due uomini più grandi non erano così tanto in contatto come il loro stretto legame avrebbe voluto, anche se il Resween non ne fu molto sorpreso. La vita adulta portava a percorrere strade molto diverse e spesso anche le amicizie più forti perdevano di intensità indipendentemente dal volere delle parti. “Dovresti organizzare una rimpatriata”, buttò lì con fare casuale prima di ingegnarsi per portare alla bocca le bacchette strette intorno all’ultimo pezzo di granchio. Non sapeva esattamente perchè aveva dato all’uomo quel suggerimento visto che proprio lui non amava certi eventi sociali: avrebbe inscenato un rapimento piuttosto che partecipare ad uno di essi. E non era certo nemmeno il tempismo giusto: come poteva l’uomo pensare ad una festa nelle condizioni in cui versava la sua famiglia? Eppure, l’Auror non si sentì a disagio per il consiglio che era fluito spontaneamente dalle sue labbra visto che il tuffo nel passato in cui si era offerto di fargli compagnia sembrava aver giovato molto all’umore dell’ex Caposcuola.

Dopo essere riuscito a far sparire con successo anche la tempura di gamberi, il venticinquenne inarcò sorpreso le sopracciglia per ciò che Vath aveva detto in merito al desiderio di essere un supereroe e con la sua solita ironia che celava verità esclamò:
“Io no! Mi sembra piuttosto un incubo.. anche se la calzamaglia e il mantello certamente mi donerebbero”. Un sorriso furbo accompagnò la battuta mentre la mano colma di anelli metallici raggiunse la bottiglia per versarsi un po’ d’acqua. Non sapeva se gli eroi giapponesi indossassero anche loro il classico completo che aveva appena citato e che in realtà era sicuramente obsoleta. Anche Killian Resween sapeva essere all’antica, a suo modo. Non così tanto, però, da impedirgli di interessarsi all’esempio di “illuminazione babbana” che Remar decise di condividere con lui. Apprezzava il poter parlare di affari non-magici con qualcuno che , come lui, non si limitava ad uno solo dei due mondi.

“Tecnologia”, ripetè affascinato con le due lunghe bacchette lignee sospese in aria come trattenute dal suo stesso ragionamento. “La trovo davvero utile, anche se dà di matto vicino a fonti magiche. Ad esempio, la video-chiamata: ci risparmierebbe di ficcare la testa nei camini!”

Non stette a spiegare a quale precisa diavoleria babbana si stavariferendo, sicuro a quel punto che il commensale ne sapesse abbastanza sull’argomento. Ovviamente il giovane Ispettore stava volontariamente calcando la mano, esagerando, sebbene sapesse le enormi limitazioni di ciò che al momento decantava come una delle più grandi invenzioni. Però quando per vari motivi lui è Persephone non potevano scambiarsi gufi, si era ritrovato più volte a benedire quel progresso tecnologico che gli permetteva non solo di ascoltare il suono della voce di sua sorella, ma anche di vederne il volto. E in questo, la magia aveva inspiegabilmente fallito.




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Edited by Killian Resween - 5/10/2018, 17:50
 
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Vath
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L'imitazione di Geoffrey da parte di Resween era talmente precisa da farlo scoppiare a ridere. «Fraternizzare con il nemico... Chissà cosa direbbe adesso, di me, se sapesse che tra le mie amicizie c'è anche un ex studentessa di Grifondoro. Mìreen Fiachran, del tuo stesso anno. Lei e mia cugina Lia in questo periodo mi stanno dando una mano con i bambini.» Aveva terminato di pranzare, non restava che aspettare e vedere il collega alle prese con le bacchette e il granchio. Il consiglio del venticinquenne venne apprezzato dal ventottenne, che sorrise e annuì. «Non è una cattiva idea, certo è che dovremmo coordinarsi bene perché le sue continue trasferte mal si sposano con una cosa simile. Sarebbe davvero bello, poter riunire gli altri quattro del mio dormitorio per una rimpatriata.» Certo, con Sef si era già incontrato, Hill lo sentiva con uno scambio epistolare ma gli altri due...erano come svaniti. Mentre era impegnato con la tempura di gambero, Killian sorprese Vath con un uscita che non si aspettava da lui. «No?! Strano, tu più di tutti saresti adatto, il tuo lavoro già ti qualificherebbe come tale.» Si servì un bicchiere d'acqua, bagnando la gola secca. Quando l'ispettore Auror commentò anche l'ultimo punto; quello sulla tecnologia Babbana, Vath sapeva esattamente di cosa stesse parlando, smartphone con fotocamera frontale utili per videochiamate via WhatsApp e Skype. Una possibile variante Babbana rispetto alla Metropolvere come giustamente aveva sottolineato Killian. «Sicuramente ti risparmi la cenere tra i capelli.» Gli disse, scherzando.

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view post Posted on 3/10/2018, 21:19
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Soddisfatto della riuscita della propria imitazione e dell'ilarità che aveva scaturito in Vath, il mago finì con un sorriso altrettanto diverto l'ultimo pezzo di tempura. Se Hill avesse saputo delle attuali compagnie del ministeriale probabilmente lo avrebbe bonariamente accusato di essersi rammollito, ma chi era lui per prevedere il comportamento di una persona che non vedeva da anni e che in fondo non aveva conosciuto affatto se non sul campo da Quidditch? Perciò tacque, sicuro però di quello che l'attuale giocatore professionista avrebbe detto invece a lui: "Hai messo la testa a posto, eh, Resween?", poteva quasi sentirla quella sua voce cavernosa. Improvvisamente, l'idea di una rimpatriata con le vecchie conoscenze scolastiche gli parve meno terribile, ma non abbastanza per incentivare ancora l'uomo seduto di fronte e magari lasciarsi coinvolgere dall'iniziativa. Della donna menzionata dall' ex-Caposcuola Killian non aveva memoria, o meglio: il nome non gli era totalmente nuovo ma non sapeva associarlo ad un volto. Molto probabilmente valeva anche il fenomeno contrario per cui dato un viso, il ragazzo avrebbe riconosciuto la fisionomia come non completamente estranea ma senza poterlo ricollegare ad un nominativo; quella capacità indispensabile nel proprio lavoro l'aveva sviluppata solo in seguito.
Mentre si apprestava a far sparire anche i primi bocconi di sashimi notò che l'altro aveva già finito il pasto e si chiese se non ci stesse mettendo troppo con il suo. Distratto, cercò con lo sguardo un orologio dato che ovviamente si era scordato di indossare al polso il proprio, perennemente dimenticato sul comodino della sua camera da letto.


“La gente ha bisogno di gesti concreti -anche piccoli- piuttosto che di imprese impossibili”, avendo trovato ciò che stava cercando e avendo appurato che avevano ancora un po' di tempo senza bisogno di trangugiare ciò che rimaneva nel suo piatto, Killian aveva riportato la propria attenzione sull'ex-concasato parlando con semplicità. Comprendeva la sua sorpresa per la dichiarazione di non voler avere niente a che fare con l'eroicità a cui avevano accennato, ma il Resween proseguì per la sua strada dando una spiegazione forse scarna ma nel suo tipico modo di esprimersi. Come se avesse appena lasciato andare una constatazione sul proprio telefilm preferito e non un forte Credo personale, il venticinquenne proseguì nella sua tranquilla nonchalance riprendendo il discorso sulle invenzioni babbane & effetti collaterali dei mezzi magici. Annuì vigorosamente portandosi alla bocca un pezzetto di salmone crudo e le bacchette si scontrarono con uno degli anelli che adornavano il suo labbro inferiore ( fece una nota mentale di non indossare più piercings di quel genere per andare a mangiare il sushi, complicavano ancora di più la sua precaria relazione con i caratteristici arnesi), poi dopo aver inghiottito e bevuto un altro sorso d'acqua raccontò di una sua disavventura piuttosto recente:

"Oh, non mi parlare di cenere. Tempo fa ho starnutito mentre dichiaravo la destinazione con la metropolvere e sono sbucato in un posto sconosciuto. Non sono nemmeno sicuro che fosse Inghilterra", mormorò piano per non farsi sentire dai tavoli vicini anche se sembravano tutti impegnati a mangiare e solo al loro arrivo avevano gettato un occhio incuriosito all'abbigliamento del mago. Niente a cui non fosse abituato, comunque.



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Perdona il ritardo!


Edited by Killian Resween - 5/10/2018, 17:51
 
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view post Posted on 5/10/2018, 11:55
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Vath
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Su una cosa Killian aveva ragione: la gente ha bisogno di gesti concreti -anche piccoli- piuttosto che di imprese impossibili. Peccato che questa massima appena esposta dall'ispettore Auror non fosse stata recepita dalla dirigenza del Ministero. Se fosse stato per il ventottenne avrebbe fatto tesoro e messo in pratica quelle parole. «Hai detto una sacrosanta verità Killian, la gente ha sempre bisogno di azioni concrete per non soccombere alla disperazione e spetta a noi, del Ministero, dargliele.» Vath attese che il collega finisse di mangiare. Killian parlò della cenere nei capelli e di come questa, una volta, mentre usava la polvere volante, lo fece starnutire proprio mentre dichiarava la destinazione. Vath sorrise, quel genere di inconvenienti erano all'ordine del giorno con quel tipo di viaggio magico. «Non hai idea, davvero, di quanto ti capisca. Io d'altro canto ero e sono tuttora allergico a polvere, parietaria e graminacee, ogni primavera è un dramma e cerco di usare il meno possibile la polvere volante.» Replicò a bassa voce al mago di fronte a se. Quando entrambi finirono Vath si alzò controllando l'orologio. «Ti ho invitato io a pranzare, il conto lo pago io.» Un sorriso ma l'affermazione non ammetteva repliche.

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view post Posted on 5/10/2018, 17:34
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Infine, anche i tagli di prima qualità di pesce crudo sparirono dal piatto dell'Auror. Si sentiva sazio, sicuramente più di quanto lo sarebbe stato con il trancio di pizza che quella mattina aveva designato come "pranzo al volo senza pretese". Come aveva già in precedenza confidato a Vath, non andava matto per il sushi, ma senza dubbio quel ristorante era comunque una valida alternativa ai suoi pasti da tavola calda. Con gli ultimi commenti sulle allergie dell'uomo, la pausa dei ministeriali giungeva agli sgoccioli: tirando le somme, la triste disavventura che la famiglia Remar stava attraversando non era mai stata al centro diretto dell'attenzione perciò Killian poteva considerare riuscito il proposito di distrarlo da quella tragedia, anche se temporaneamente. L'aveva visto più volte ridere e già questo costituiva un mezzo miracolo per il mago: affidandosi all'opinione che aveva del Caposcuola ai tempi di Hogwarts, il Resween non avrebbe mai ritenuto possibile uno scambio di battute tra loro come quello che era appena avvenuto.
Quando il dipende del quinto livello si offrì di pagare anche la parte dell'Ispettore, quest'ultimo scrollò semplicemente le spalle mentre con tranquillità rispondeva:


“Non opporrò alcuna resistenza, non temere”

E tanti saluti alla cortesia, come suo solito. Mai avrebbe ingaggiato una di quelle lotte che trovava l'apoteosi della falsità per accaparrarsi il conto da saldare. Poi, dopo che Vath ebbe pagato i contanti che dovevano, lo affiancò per lasciare il locale diretti alla volta del comune luogo di lavoro.

"Andiamo a farci questo piacevolissimo viaggetto di ritorno nei gabinetti", disse riferendosi alla loro prossima destinazione: i bagni pubblici che consentivano l'ingresso al Ministero. In realtà potevano utilizzare altri mezzi - più lusinghieri e meno equivoci- per raggiungere l'Atrium, però Killian non aveva voluto perdere l'occasione per beccarsi le occhiatacce della gente che l'aveva udito mentre a passo spedito passava tra i tavoli apparecchiati con un sorriso fin troppo divertito.



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13 replies since 30/8/2018, 06:01   244 views
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