Se Aiden non stava dando tregua ad Amber con gli sguardi, persino lei non sembrava essere da meno. Si studiavano a vicenda in attesa di capire in anticipo le emozioni e pensieri dell’altro, ma quanto sarebbe durato quel loro silente gioco?
Cercò di contenere le proprie emozioni quando ripensò ai propri fallimenti, sia come Auror che come uomo, ma fu tutto alquanto inconcludente; Amber avrebbe potuto notare con estrema facilità quanto Aiden soffrisse a riguardo, di come la cosa lo tormentasse e lo bruciasse fino alle radici stesse della propria Anima tormentata. In quel momento non gliene importò granché nel mostrarsi fragile, umano, con dei sentimenti, nemmeno di ricevere dei giudizi poco gradevoli; Aiden possedeva - come tutti - sia pregi che difetti, ma non se ne faceva un vanto, né negava di averne. Semplicemente si accettava così com’era e piuttosto che piangersi addosso cercava di migliorarsi, indipendentemente che agli altri piacesse o meno come persona. Che quindi piacesse o meno ad Amber era irrilevante, la cosa importante era essere semplicemente sé stesso e dare alla ragazza qualsiasi cosa volesse da lui, finché ciò rientrava nelle sue facoltà. Ad occhio e croce, però, sembrava che ella non volesse affatto i suoi consigli, perciò su questo sentì di dover fare marcia indietro.
«
E’ una scelta tua, ovviamente.» convenne, annuendo energicamente. Poi non aggiunse altro in merito, conscio che aveva ragione lei sul riconoscere i propri limiti, accettarli; lui, d’altro canto, aveva sempre osato spingersi troppo ed era proprio per questo che si era sempre cacciato nei guai. Dopo la sospensione però aveva deciso di darci un taglio netto e di mettere la testa apposto, cosa che continuava a fare ogni giorno e iniziava a notarne i risultati.
Lo sguardo sarcastico di Amber sembrò dare il colpo di grazia ad Aiden: lui che aveva cercato in tutti i modi di andarci cauto, di aiutarla, ma aveva finito con il fare l’esatto opposto, ovvero quello di infastidirla. Si rese conto troppo tardi di aver varcato un confine che sarebbe dovuto rimanere inviolabile e di aver infranto, involontariamente, quel loro patto segreto nel doversi trattare da pari.
Pari.Gli occhi blu di Aiden si incupirono e misero in mostra un’altra emozione: il
pentimento. Fu sul punto di fare l’ennesimo passo indietro, di interromperla e chiederle scusa per essersi azzardato a farle da Maestro, di essersi comportato in maniera eccessiva e poco consona, quando la frase riguardante Peverell giunse alle sue orecchie e lo fece fremere con un misto di allarmismo e rabbia. I propri capelli sembrarono scattare verso l’alto, come un cane quando rizza il pelo, mentre i denti presero a serrarsi a scricchiolare pericolosamente. Nei suoi occhi si accesero come due tizzoni ardenti, evidenziando il suo evidente e crescente stato di furore.
Non che fosse arrabbiato con Amber, ma il contenuto delle sue parole non gli piacquero per
niente e il desiderio di strozzare Peverell sembrò tornare con prepotenza. Aiden si costrinse a mantenere il controllo di sé, concedendosi due profondi respiri nella speranza di contenere la propria rabbia, poi cercò di analizzare l’informazione appena ricevuta a mente lucida. Albus gli gettava nella mischia senza sporcarsi le mani, senza affiancare i suoi stessi studenti, lasciando quindi quell’ingrato compito a uomini come lui e Carter.
Si passò una mano sulla faccia in maniera esasperata, torturandosi la barba, in cerca delle giuste parole da dire ad Amber senza risultare eccessivo. Allo stesso tempo diede modo alla ragazza di ultimare il proprio discorso e si ritrovò a concordare pienamente con lei, rivolgendole un mezzo sorriso, ma che comunque palesava la propria comprensività e solidarietà.
«
Amber, senti...» mormorò dopo qualche minuto di riflessione. Il tono era pacato, gentile, carico anche di pentimento nell’aver sbagliato atteggiamento con lei. Avrebbe dovuto adattarsi a quanto ella voleva senza indossare l’abito sbagliato e per questo si sarebbe scusato a dovere. «
... fino adesso ho sbagliato modo di rapportarmi con te e me ne rammarico. Mi rendo conto solo ora di aver osato troppo con te, che non era quel tipo di discorso che volevi affrontare con me e ti chiedo scusa. Speravo che agendo per gradi sarei riuscito ad aiutarti ma capisco che probabilmente non è ciò che vuoi da me.» Desiderò che Amber capisse che non era stata sua intenzione farla sembrare una sorta di novellina né che lui avesse davvero voluto sembrare arrogante.
«
Quanto mi hai detto mi ha lasciato interdetto e non ti nascondo di essere profondamente arrabbiato, ma con Peverell, non di certo con te.» Seguì una breve pausa, giusto il tempo per contorcere le labbra nell’emmesima smorfia amara. «
Non hai considerato un altro fattore...» aggiunse con aria grave. Afferrò all’improvviso una bustina di miele e la aprì quasi con una certa cattiveria, per poi versare il contenuto nella propria tazza. Mischiò con un certo nervosismo. «
Ora che me lo hai fatto notare, devo ammettere che mettervi gli uni contro gli altri non può che aver gettato sicuramente dell’attrito tra voi. Voglio dire… Tra i Romani ci sarà sicuramente stata una tua conoscenza, un amico che ti sta particolarmente a cuore o comunque di cui ti fidi. No? E all’improvviso te lo sei ritrovato contro: come ti sentiresti a combattere contro una persona di cui ti sei sempre fidata? Lo attaccheresti? Pensi che lui attaccherebbe te? Ti fideresti anche se la cosa dovesse accadere in una vera Guerra?»
Ora che erano giunti finalmente ad un giusto equilibrio delle cose, Amber si sarebbe sentita finalmente soddisfatta nell’udire simili parole dall’Auror? Non vi erano dubbi sul fatto che anche il Mago fosse deluso dallo svolgimento dei fatti, sebbene avesse cercato di svolgere il proprio dovere senza discutere, ma ora Amber sembrava averlo stuzzicato a sufficienza da far emergere persino il più profondo e nascosto dei pensieri.
Se prima aveva cercato, in un certo senso, di essere diplomatico, ora c’era solo l’amarezza.
Aiden era riuscito a domarsi, per ora, ma ancora le fiamme nei suoi occhi persistevano e bruciavano con violenza.
"A(i)de(n) arrabbiato!" - cit -
Ovviamente non con Amberella, a lei solo fiorellini