(Not so) Golden Knights, Elijah M. Sullivan

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view post Posted on 9/9/2018, 15:23
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Secondo Anno

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WOLFGANG BOGDANOW

PREFETTO SERPEVERDE

15 ANNI SERPEVERDE


Ten Bells.

Questo era il nome del pub scelto da Wolf per incontrare Elijah e suo fratello: risalente alla prima metà del diciottesimo secolo, era famoso per le voci che circolavano sul suo conto - si raccontava, infatti, che Jack lo Squartatore si aggirasse da quelle parti nell'autunno del 1888 e che Mary Kelly, la sua vittima più famosa, vi cercasse clienti. Tuttavia, ne la sua storia ne le sue famosi decorazioni in stile vittoriano, avevano influito sulle decisioni del Serpeverde, quanto il fatto che quel locale fosse solitamente frequentato da stranieri, turisti in cerca di facili emozioni - sperava che, considerando il numero di persone presenti, i baristi non facessero eccessiva attenzione all'età di ogni singolo cliente.

Erano ormai diversi minuti che il Serpeverde era giunto a destinazione e, in quel momento, si trovava appoggiato al muro adiacente all'ingresso in attesa che i suoi due ospiti arrivassero: doveva ammettere di essere bellamente scappato di casa, dopo aver inviato Felix in fretta e furia dal suo migliore amico con la richiesta che lo raggiungesse al numero 84 di Commercial Street. Non sopportava più l'atmosfera soffocante che si respirava in quelle mura, doveva andarsene, doveva... parlare con qualcuno di quello che era successo quella mattina - nessuno dei suoi cosiddetti parenti avrebbe potuto comprendere cosa potesse significare la lettera che aveva ricevuto quel giorno. Certo, aveva scritto a Megan, inviandole al tempo stesso uno dei due Specchi Gemelli che possedeva da Natale, ma sapeva quanto fosse difficile per la ragazza ritrovarsi a Londra in quel momento: sapeva che lei sarebbe stata orgogliosa di lui, avrebbe gioito del suo successo come se fosse stata una propria vittoria, ma al tempo stesso non aveva avuto cuore di disturbarla eccessivamente.

Fortuna che suo Fratello gli aveva promesso che quell'estate si sarebbero incontrati a Londra, che gli avrebbe presentato Daniel - perchè non approffittare di una simile promessa? In quel momento, Wolf aveva la necessità di tornare a Hogwarts o quantomeno di respirare le stesse atmosfere del mondo cui sentiva di appartenere: se avesse dovuto sopportare altre settimane tra i Babbani, quanto meno avrebbe voluto allietare la sofferenza con una bella birra - anche se non avrebbe disdegnato qualcosa di più forte. Per il momento, nell'attesa che i fratelli Sullivan arrivassero, si sarebbe accontentato dei pigri tiri che stava regalando alla sigaretta accesa - la mano sinistra iniziava a inviargli fitte fastidiose e a causa della tensione e a causa del contenuto.

Zum Teufel - sbottò. gettando a terra la cicca della sigaretta ormai finita e spegnendola con la punta della scarpa.
Elijah era in ritardo - e se non fosse venuto?


Edited by Horus Sekhmeth - 20/9/2018, 17:37
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 11/9/2018, 10:47







Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni


Erano almeno un paio d’ore che stava cercando di convincerlo a prendersi la mattina libera, ma Daniel non si era smosso nemmeno di un millimetro. Elijah ci teneva moltissimo a fargli conoscere Wolf, in fondo erano entrambi suoi fratelli, anche se un modo diverso. Daniel era suo fratello di sangue quello che non aveva scelto ma al quale era morbosamente legato fin dall’infanzia. Erano uguali, sotto moltissimi aspetti. Ogni giorno che passava il Serpeverde ne aveva sempre nuove conferme. Sebbene avesse un legame molto particolare anche con le gemelle, nulla riusciva ad eguagliare il suo rapporto con il maggiore dei Sullivan. Poi c’era Wolf, suo fratello per scelta, sempre uniti fin dal loro primo anno. Il primo concasato con cui aveva parlato, l’unico vero amico che avesse avuto sempre a Hogwarts.
Quella mattina Elijah doveva incontrare Wolf in un pub di Londra, il Ten Bells, e voleva che suo fratello andasse con lui. Daniel, di contro, aveva una riunione al Ministero e non poteva mancare per alcuna ragione. Tutto questo a cosa aveva portato? Era in ritardo e Elijah non era mai in ritardo.
Tremendamente innervosito da suo fratello, avvicinò l’Anello Gemello alle labbra.
- Sto arrivando, Wolf – sperava che quei cosi funzionassero davvero e che Wolfgang potesse sentire il suo messaggio.
Oltre al ritardo, il tira e molla aveva portato un piccolo frutto. Daniel aveva promesso che l’avrebbe accompagnato all’appuntamento, fatto la conoscenza di Wolf, smaterializzandosi poi nei bagni per arrivare al Ministero. Non era quello che il Serpeverde avrebbe voluto, ma era sempre meglio di niente. Alla fine suo fratello ci aveva messo una toppa e gli andava bene così.
Daniel finì di vestirsi, sistemando con cura i suoi capelli – appena appena più scuri di quelli di Elijah – che aveva fatto crescere negli ultimi mesi. Più passava il tempo e più assomigliava a nonno Lance. Sua madre non era stata contenta e quello era bastato a fargli prendere la decisione di farli allungare di più. Ognuno di loro combatteva in modo diverso le proprie battaglie emotive.
- Andiamo, Matthew – quando fu finalmente pronto, allungò il braccio perché Elijah glielo afferrasse con decisione. Sebbene fosse più grande, Elijah lo sovrastava di quasi tutta la testa. Il Serpeverde fece appena in tempo ad avvertire uno strappo all’altezza dell’ombelico con un lieve senso di nausea e i due si ritrovarono nel vicolo sudicio dietro al pub.
Pochi metri e si ritrovarono all’ingresso principale, facendo il loro ingresso trionfale in una nuvola di fumo di sigarette. Elijah fece un ghigno soddisfatto, Wolf aveva scelto davvero il posto perfetto. Già che si potesse fumare liberamente, lo portava nell’elite delle sue preferenze.
Si guardò intorno e vide il suo migliore amico, suo fratello, in un tavolo poco distante.
- Eccolo lì – una pacca leggera sul braccio dell’altro Sullivan.
I due si avvicinarono a Wolf senza esitazione e Elijah cercò di riguadagnare subito il tempo perduto.
- Ciao! Scusa il ritardo. Lui è Daniel, mio fratello – si voltò quindi verso il suo accompagnatore – Lui è Wolf.
Daniel sorrise gioviale. Era sempre stato meno ombroso del suo consanguineo – Il ritardo è colpa mia. Purtroppo ho una riunione al Ministero e non posso trattenermi. Elijah mi ha chiesto di passare un attimo ma devo subito andare via. Avremo comunque modo di vederci di nuovo e con più calma.
Un saluto breve, ma dovuto, e Daniel si defilò immediatamente nei bagni del pub.
Elijah si accomodò vicino a Wolf. Sebbene facesse facesse di tutto per nasconderlo, era decisamente dispiaciuto per la defezione di suo fratello maggiore.
- Allora, Fratello, come te a passi? Ci sono novità?

 
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view post Posted on 20/9/2018, 14:27
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WOLFGANG BOGDANOW

PREFETTO SERPEVERDE

15 ANNI SERPEVERDE


Il ritardo di Elijah aumentava di minuto in minuto, accrescendo lo stato d'ansia che in quel momento stava tormentando Wolf - un senso di irrequietezza che l'aveva spinto ad ordinare un boccale di birra e ad accendersi una sigaretta: sembrava che le voci sul locale che aveva scelto fossero vere dal momento che nessuno gli aveva chiesto alcun tipo di documento o fatto rimostranze per la sigaretta. Della birra, ormai, non rimaneva alcunchè, ma anche la sua pazienza aveva vita breve e l'idea di pagare il conto e andarsene si stava facendo sempre più allettante: che stupido pensare che...
"Sto arrivando, Wolf."
Oh, beh, allora quei cosi funzionavano veramente: avrebbe potuto pazientare ancora qualche minuto per suo fratello. Dopotutto, aveva molto da raccontargli e il pensiero di dover tacere un simile segreto fino all'inizio della Scuola gli avrebbe fatto combinare qualche pazzia - a quel punto, non avrebbe più avuto nulla da raccontare dal momento che. Beh, una volta cacciato da Hogwarts, quella spilla non avrebbe avuto molto senso: non aveva paura di correre dei rischi, di infrangere le regole ma non avrebbe mai messo in pericolo l'unica possibilità che aveva di evadere da quel mondo privo di magia.
Non avrebbe mai rischiato la possibilità di tornare a Scuola, rivedere suo fratello - vedere nuovamente Megan, con tutto ciò che questo significava - anche a costo di mettere un freno al proprio carattere.
Anche se doveva ammettere che se Elijah non fosse arrivato il prima possibile, probabilmente avrebbe scatenato una rissa in quel locale solo per il gusto di farlo. Solo per poter mettere fine all'insofferenza che stava provando da un paio d'ore a questa parte - fortunatamente pareva che quel giorno la sorte avesse deciso di evitargli tutta una serie di pessime decisioni.
Proprio mentre stava valutando i pro e i contro di una rissa al Ten Bells, i fratelli Sullivan entrarono dall'ingresso principale, mettendo fine ai suoi pensieri distruttivi: seduto in un tavolo poco distante, Wolf osservò i due ragazzi avvicinarsi - così simili e al tempo stesso estremamente differenti. Daniel aveva i capelli leggermente più simili di quelli di Elijah, più lunghi persino, ma la differenza maggiore era tutta nella sua persona: non provava nulla nell'osservarlo.
Era il fratello del suo migliore amico, ma non era la persona di cui aveva bisogno in quel momento: tuttavia, accolse la sua presenza, e le sue scuse per il ritardo, con un ghigno divertito.
E dire che ero sinceramente convinto che il ritardo fosse dovuto alla triste abitudine di Elijah di perdere tempo a rimirarsi nello specchio... come se questo potesse un giorno mentirgli.
Dopo quel breve scambio di battute, Daniel si diresse nei bagni del pub - probabilmente per smaterializzarsi - mentre suo fratello si accomodò al tavolo accanto a lui: il barista, impegnato a pulire il bancone poco lontano, lanciò loro uno sguardo inquisitivo, che mise a tacere solo alla richiesta di un secondo giro di birre.
Che dire, la possibilità di un guadagno faceva miracoli al Ten Bells.
Novità?
Wolf si accese una nuova sigaretta, attendendo che il barista facesse il suo dovere e portasse loro le birre che gli aveva appena richiesto, per poi gettare la spilla da Prefetto sul tavolo.
Ti sembra una novità adeguata? Ah, il primo giro lo offro io. Per festeggiare.
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 24/9/2018, 14:50






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni


Alzò gli occhi al cielo alle parole di Wolfgang. Lui non era uno vanitoso...beh, forse appena un pochino ma non passava certo le giornate a rimirarsi allo specchio. Si sistemò a sedere a fianco a suo fratello, cercando una posizione comoda. Accettò di buon grado la birra e imitò l’altro Serpeverde accendendosi una sigaretta.
Quando vide atterrare la spilla da Prefetto sul tavolo, mollò a Wolf una pacca sulla schiena così forte che avrebbe atterrato un Troll.
- Che mi prenda un colpo, Bro!! Congratulazioni !! - non gli poteva dare notizia migliore in quel momento – Dobbiamo brindare sì!! Ed il secondo giro lo offro io!!
Fece un tiro alla sigaretta con espressione soddisfatta e osservò il suo concasato con un’espressione compiaciuta, seminascosta dal fumo di entrambi.
- Sono fiero di te – e mai frase fu più sincera, doveva ammetterlo. Era bella anche l’idea di fare con lui qualche ronda notturna. Non che avessero necessità di conoscersi meglio, ma aver modo di passare del tempo insieme per dovere, avrebbe reso le ore molto più gradevoli.
Un colpo secco con la punta del dito e la cenere atterrò nel posacenere al centro del tavolo. Quel pomeriggio avrebbero fumato come dannati e bevuto come spugne, ne era consapevole. Il pomeriggio perfetto sotto ogni punto di vista. Per fortuna sia lui che suo fratello reggevano bene l’alcool e avevano entrambi preso il vizio del fumo da tempo. In effetti era solo routine per loro.
- Per il resto? - si bloccò un attimo perché le bevande arrivarono finalmente al loro tavolo. Elijah prese il suo enorme boccale e lo allungò verso Wolf per il primo brindisi. Bevve di gusto, tuffando le labbra nella schiuma della birra, l’adorava. Non era una vera birra se non era accompagnata da almeno due dita di schiuma che imbrattava la bocca al primo sorso.
- Dicevo – proseguì, facendo l’ennesimo tiro alla sigaretta – il resto? Con la Haven ci sono stati sviluppi?
Lo sperava davvero per Wolf, l’aveva visto davvero molto preso dalla Corvonero. Non era solo quello che si erano detti in Guferia, ma anche l’atteggiamento di suo fratello durante la festa di fine anno. Non gli erano sfuggiti gli sguardi dell’altro Serpeverde all’indirizzo della Prefetto. Erano sguardi che andavano oltre e che mettevano alla luce tante parole non dette. Non sapeva se Megan le avesse colte o meno, ma lo sperava davvero per Wolf. Da quello che aveva potuto constatare, lei non era indifferente, anzi.
- Io sto incasinato con il cervello – confessò, accarezzando lentamente il boccale umido con la punta del dito – Non sai quanto sono felice di vederti, Bro. Avevo bisogno di parlare con te.
Non sapeva da dove cominciare in effetti, perché aveva una confusione in testa che lo stava sbattendo metaforicamente contro il muro. C’erano sensazioni nuove che avevano preso piede nella sua testa, diverse e uguali. Alcune si sovrapponevano, altre gli erano così aliene che non riusciva a dargli proprio un senso logico. Non voleva parlarne con le sue sorelle e nemmeno con Daniel, ed era strano questo. A lui diceva sempre tutto, ma in questo caso era rimasto bloccato e non sapeva nemmeno lui il perché. Voleva parlare solo con Wolf.

 
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view post Posted on 17/10/2018, 10:27
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Secondo Anno

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WOLFGANG BOGDANOW

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Wolf era consapevole che ci sarebbero state persone molto più in grado di lui di gioire per la Spilla appena ricevuta - ed Elijah, suo fratello, era una di queste. In quel momento, dentro di lui vorticavano un misto di emozioni contrastanti e si trovava competamente incapace di mettere pace ai suoi pensieri: birra e sigarette avrebbero potuto silenziare solo in parte quel misto di orgoglio, vanità e leggera ansia che lo attanagliava da quella mattina, ma ciò che più avrebbe potuto calmare la cacofonia nella sua testa era parlare con una persona che avrebbe potuto comprendere le sue emozioni anche solo guardandolo.

Grazie - abbassò leggermente la testa di fronte ai complimenti di Sullivan, rialzandola subito dopo e rilassando il viso in una smorfia soddisfatta - Non avremo mica intenzione di fermarci a un semplice secondo giro, dico bene?

La sigaretta che aveva in mano era praticamente terminata e Wolf le diede un ultimo tiro, per poi spegnerla nel posacenere poggiato al centro del tavolo: fortuna che ne aveva fatto scorta, perchè aveva come l'impressione che quel giorno non si sarebbe fermato alle cinque sigarette canoniche che fumava solitamente - di sicuro, avrebbero entrambi terminato il pacchetto in men che non si dica, a giudicare il modo in cui entrambi avevano iniziato la giornata. Stava per rispondere alla nuova domanda di Elijah, quando la cameriera si avvicinò portando loro le birre che aveva ordinato poco prima: seguendo l'esempio di suo fratello - il suo Prefetto, esattamente come lo era lui adesso - alzò il boccale in un piccolo brindisi in suo onore, per poi concedersi l'ennesimo primo sorso. Su due piedi, Wolf decise di accordarsi un paio di minuti per pensare a cosa o come rispondere alla nuova domanda di Elijah: quello era esattamente un altro argomento che avrebbe voluto discutere insieme a lui, ma doveva ragionare bene sulla sua risposta.
Non tutti i segreti che custodiva erano suoi da rivelare.

Sì, ci sono stato sviluppi in effetti.
Sembravano passati secoli da quando avevano parlato di Megan l'ultima volta, in compagnia dei pennuti e del Vino Elfico: allora aveva ancora avuto dubbi sui sentimenti della Prefetta di Corvonero, ma dopo quanto avvenuto nell'Aula di Pozioni non riusciva neppure a comprendere come avesse potuto cedere alle proprie preoccupazioni.
Poco prima della fine dell'anno scolastico, ho infranto il coprifuoco e mi sono incontrato con lei: anche se è sbagliato dire così, le ho praticamente teso un'imboscata nell'Aula di Pozioni, durante la sua ronda notturna.
Ricordava l'ansia che l'aveva attanagliato mentre, coperto dalla sicurezza illusoria del suo Mantello della Disillusione, aveva percorso i corridoii poco illuminati dei Sotterranei - ricordava il dolore e la sofferenza del loro racconto, ricordava l'impulso irrefrenabile di baciarla. E come scordare il loro primo bacio? Era banale affermare di aver trascorso una serata indimenticabile?
Non posso dirti tutto quello che è successo quella notte, certi segreti non... esistono segreti che è meglio portarsi nella tomba, capisci cosa intendo? Ma... - si interruppe nuovamente, rivolgendogli un nuovo sorriso soddisfatto - ... non ho più dubbi sui sentimenti di Megan. Non dopo eserci baciati, almeno.
Non vedeva l'ora di osservare la reazione di Elijah alle sue parole - sapeva che suo fratello avrebbe gioito insieme a lui dei suoi successi e, sinceramente, non vi era nulla in quel momento di maggiore importanza rispetto ai sentimenti che provava per il Prefetto di Corvonero.

Incasinato? - lasciò che la confusione si rivelasse nel proprio tono di voce, aggrottando le sopracciglia in un moto di sincero smarrimento - Sono qui, ora: dommi di cosa volevi parlarmi.
Comprendeva quanto fosse complicato aprirsi e rigurgitare il tumulto che nascondeva all'interno della propria mente, ma non intendeva rinunciare ad aiutare suo fratello - esattamente come Elijah aveva aiutato lui in centinaia di situazioni diverse.
Se Sullivan era ancora disponibile a parlare, non avrebbe esitato ad ascoltarlo e spalleggiarlo.
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 31/10/2018, 12:42






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni


L’aria cominciava ad essere così densa di fumo che si poteva tagliare con un coltello ben affilato. Le luci del locale rendevano l’atmosfera confortevole, donandole quel calore piacevolissimo anche durante la stagione estiva. Sembrava strano, ma tutta quella gente che beveva e fumava intorno a loro, gli regalava un senso di relax imprevisto.
- Tu hai fatto cosa? - sollevò il sopracciglio nell’ascoltare la fuga notturna di Wolfgang – No, no, faccio finta di non aver sentito.
Prese il boccale della birra e ne mandò giù un sorso abbondante. Osservò la schiuma che abbracciava i bordi del bicchiere. Adorava la schiuma della birra, era quel tocco in più, la delizia che la rendeva speciale nel momento dell’assaggio. Detestava quei barman che la spillavano piano per evitare che si formi. Quelle due dita di schiuma erano irrinunciabili per lui, lo sporcarsi la bocca, l’aroma uguale e diverso che accarezza le labbra.
- Preferisco non chiedere come tu sia venuto a conoscenza dei turni di Megan, perché mi figuro già la risposta.
Appoggiò una nuova sigaretta sulle labbra e fece scattare l’accendino babbano con un leggero tocco del pollice. Non voleva indagare, tanto ormai era una cosa vecchia.
- Per il due concordo, fratello, ma che abbia almeno uno zero dietro – ridacchiò appena. Un paio di giri di birra per lui e Wolf erano un insulto. L’imperativo di quel giorno era almeno andare a toccare la doppia cifra. Avevano tantissime cose di cui parlare e l’alcool doveva scorrere a fiumi, beandosi del fumo che l’avrebbe avvolto.
Sgranò gli occhi chiarissimi alla confessione di suo fratello – Vi siete baciati? Dai! Per le sottane di Morgana, e me lo dici così?
Quella rivelazione meritava di essere bagnata con qualcosa di più serio di una birra. Sollevò il braccio, facendo cenno alla cameriera di avvicinarsi.
- Ci porti, per favore, due bicchieri di whisky e anche un altro boccale grande di birra a testa?
Mollò una pacca sulla schiena dell’altro Serpeverde senza preoccuparsi minimamente di contenere sia l’entusiasmo che la forza.
- No, i particolari non mi interessano, lo sai. Punto più alla sostanza della faccenda. Vi devo considerare una coppia ufficiale, bro?
Era contento per lui, sapeva quanto era stato travagliato il percorso che aveva percorso Wolf per arrivare a quel risultato. No, non era stato affatto facile e sapeva benissimo che osso duro fosse la Haven. Non osava immaginare doversi approcciare a lei con delle intenzioni che andassero oltre la mera conversazione.
- Una mi ha baciato al campo di Quidditch – non disse subito il nome, certo, ma dato che la Rigos era stata così indelicata di andare a seminare ai quattro venti una cosa che doveva restare tra loro, era fermamente deciso a ricambiarle il favore. La correttezza si deve a chi si comporta con te nello stesso modo. Lei, facendo arrivare la cosa a Midnight, aveva solo ottenuto di infrangere il suo silenzio.
- A lei di me non importa nulla e nemmeno a me di lei. Non c’era affetto in quello che è successo, Wolf, non se se mi spiego.
Sbuffò vistosamente, mentre gli occhi erano fissi sulla plafoniera poco distante da loro. Alcuni insetti, attirati dalla lampadina, razzolavano indisturbati nella parte interna, regalando delle ombre piuttosto strane.
- Ho conosciuto una ragazza, fratello, mi sento incasinato in testa. Non lo so nemmeno io se voglio capire di cosa si tratta, al momento non mi interessa – allungò la mano, carezzando la condensa sul boccale, seguendo i contorni dei rilievi, quindi tornò a guardare Wolfgang – io so solo una cosa, quando sono con lei dimentico tutto, dimentico la mia vita schifosa, dimentico tutto il male che mi ha fatto mia madre...non te l’ho mai raccontato...
Il silenzio scese tra di loro. Era vero, non aveva mai parlato a Wolf di Esther, e forse ora era giunto il momento di farlo.
- Per la prima volta mi sono sentito un’altra persona – bevve un sorso, bagnando però appena le labbra – e quell’Elijah era felice.

 
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view post Posted on 1/11/2018, 14:56
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WOLFGANG BOGDANOW
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La reazione di Elijah era stata molto più tiepida di quanto si era preventivato: un sopracciglio inarcato, confuso nelle luci del Ten Bells e nell'aria densa di fumo, quando, al contrario, si era aspettato se non altro un paio di domande in più - non che avesse davvero voglia di rivelargli come o dove avesse scoperto gli orari di Megan o perché avesse sentito la necessità di incontrarla da solo, quando lei non avrebbe potuto scappare via o nascondersi. Va bene, sì, le aveva praticamente fatto un agguato ma non si pentiva del risultato ottenuto e non solo per il bacio che si erano scambiati, ma soprattutto perché la ragazza aveva avuto bisogno di sfogarsi - e lui voleva essere presente per lei, in quella e in altre situazioni simili.
Davvero? - domandò con un sorriso storto, per poi prendersi un sorso di birra - Sei proprio sicuro di non volerlo sapere?
Rivelargli che era entrato in camera sua, pur con tutte le buone intenzioni del mondo, per poi leggere i suoi turni era assolutamente fuori discussione: alla fine, se Elijah non ne aveva la certezza, non poteva essere accusato di alcunché - per questo motivo era sicuro, almeno al novanta per cento, che suo fratello non avrebbe insistito sulla questione.
Wolf si fece passare l'accendino per accese una nuova sigaretta, seguendo l'esempio dell'altro ragazzo - il fumo andava ad aggiungersi alla cappa sempre più pesante che aleggiava sul soffitto - per poi scoppiare in una risata divertita al suo commento: per come stava andando quell'incontro, lui ed Elijah avrebbero fumato quante più sigarette possibili e decisamente non si sarebbero fermati a uno o due giri di birra. Giusto per sottolineare il punto, dopo un nuovo tiro di sigaretta, portò di nuovo il boccale alla bocca, lasciando che il nettare scorresse lungo la gola.
E come avrei dovuto dirtelo? Scrivendoti un sonetto? - appoggiò il boccale sul tavolo, per poi portare la mano al mento con un fare pensieroso, per quanto rovinato dal ghigno perenne che sembrava aver preso piede sul suo volto - La donzella, nel cuor della notte, mi ha concesso l'onore di un bacio… perdonami, non credo si possa considerare un sonetto: non è nemmeno in rima.
Potevano considerarsi una coppia ufficiale? Non ne avevano mai parlato, né quella sera in Aula di Pozioni né in un'altra occasione: eppure, se ripensava a tutti i momenti passati insieme - il duello, il loro incontro nella Torre dell'Orologio, quella volta in Infermeria e la fatidica notte - se ci ripensava, allora avrebbe detto che il loro rapporto doveva essere considerato ufficiale sin dal loro primo incontro. Forse non il giorno che si erano conosciuti a Londra - erano così piccoli, così diversi dalle persone che erano diventati in quegli anni.
Non ne abbiamo parlato, mai - per una volta non era così complicato esprimere a parole i suoi pensieri, l'alcool che continuava ad ingerire stava lentamente trasformandosi in coraggio liquido - Forse non l'abbiamo ufficializzato a parole, ma questo non vuol dire nulla: forse dovrei parlarne con lei e forse lo farò, ma per il momento sono contento.
Dei, aveva detto più avverbi di modalità in quel momento che in tutta la sua vita - e poi, ammettere di essere contento: chi era quel ragazzo? Dov'era finito il Wolfgang Bogdanow che aveva conosciuto per tutta la sua vita?
La cameriera, chiamata pochi istanti prima di Elijah, arrivò in quel momento - per fortuna, tutte quelle rivelazioni a cuore aperto, nonostante l'alcool e le sigarette, stavano iniziando a pesargli sull'anima - portando loro due bicchieri di whisky e altra birra. Non era sua abitudine giocare con le gradazioni degli alcolici, non aveva intenzione di ritrovarsi a vomitare anche l'anima nel vicolo dietro il locale: tuttavia, aveva già stabilito che quel giorno avrebbe superato ogni limite senza alcun rimpianto, anche quelli che si era sempre autoimposto.
"Una mi ha baciato al campo di Quidditch."
Wolf ingoiò il contenuto di uno dei bicchierini appena arrivati, facendosi ustionare la gola dall'alcool: non era l'unica persona tra loro ad aver avuto segreti e pensieri, quindi sembrava che quel giorno entrambi dovessero liberarsi lo stomaco dalle confidenze che avevano taciuto fino a quel momento.
Una? E mi lasci appeso così, senza neppure rivelarmi il nome di questa fantomatica ragazza?
Per quanto Elijah stesse affermando che tra loro non vi era nulla, qualcosa in quell'incontro doveva averlo toccato più del previsto o non ne avrebbe parlato con una tale acrimonia nella voce: certo, adesso aveva il "cervello incasinato" per un'altra ragazza, una ragazza in grado di fargli dimenticare tutta la sua vita. Ricordava la sera in cui lui gli aveva rivelato i suoi sentimenti per l'allora Prefetto Armstrong, Wolf l'aveva chiamata "Cenerentola" ma il tempo delle fiabe ormai era finito - quello di cui suo fratello adesso aveva bisogno era una persona in grado di aiutarlo e questa nuova ragazza sembrava esserne in grado.
No, non mi hai mai detto nulla di tua madre - ma come fargliene una colpa quando lui non gli aveva mai rivelato alcunché del suo rapporto con suo padre - Ma se questa ragazza ti rende felice… ma lei chi è? La conosco?

 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 9/11/2018, 11:29






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni


La mano destra trovò il pacchetto di sigarette. Elijah lo aprì e, picchiettando appena sotto la scatola, ne fece saltare fuori una proprio nel centro. La sfilò, afferrandola con la punta delle dita e la mise tra le labbra, lasciando che dondolasse appena. Il pollice fece scattare la rotellina dell’accendino babbano e la sigaretta brillò di rosso nella luce soffusa del locale. Il Serpeverde buttò l’accendino sul tavolo e questo rimase a girare su se stesso un paio di volte.
- Non voglio saperlo perché sono sicuro che hai fregato i miei turni, giusto? Quindi meglio fare finta di non aver sentito.
Il tono divertito con cui rispose non lasciava dubbi. L’ultima domanda di Wolfgang era stata una confessione in piena regola e quello gli bastava. A modo loro, era come se glielo avesse scritto nero su bianco. Con lui non erano mai servite troppe parole, era il suo migliore amico.
-Oh, beh, il sonetto lo avrei gradito parecchio, in effetti, ma le cose preferisco ascoltarle faccia a faccia, lo sai.
Abbandonò per qualche istante la sigaretta, tornando ad occuparsi del boccale di fronte a lui. Più lo guardava a più gli veniva voglia di bere. Il whisky al momento però era più necessario di tutto il resto e il Serpeverde lo buttò giù in un paio di sorsi. Era una sensazione pazzesca, lo era sempre stata fin dalla prima volta, sebbene avesse rischiato di restarci quasi secco. Fece un ghigno.
- Altro giro di whisky, bro?
Non attese nemmeno la risposta e, sollevando il bicchierino vuoto, fece cenno alla cameriera di portare una seconda dose.
- Non serve che ne parliate apertamente, certe cose si sentono e basta. Sono contento per voi, davvero.
Prese il boccale e lo sollevò pronto a brindare. In seguito avrebbe portato la birra alla bocca, facendosi coccolare le labbra da una schiuma deliziosa.
Era fresca e davvero ottima. Per il prossimo girò, però, voleva assaggiare anche la scura. Quello era uno di quei momenti in cui non voleva negarsi niente di niente.
- Nieve Rigos – rivelò senza alcuna enfasi - per questa ragione ti ho chiesto di scambiare i turni quella sera, avevo bisogno di parlare con lei.
Fece un tiro importante, la cenere si accese con rabbia e irritazione. Trattenne il fumo nei polmoni e lo liberò piano, insieme alle parole che ne seguirono.
- Ero andato al campo a fumare e l’ho trovata che si stava allenando. Ho fatto finta di non saper volare, lei ha fatto finta di crederci – fece un ghigno divertito, gli occhi fissi in quelli di Wolf – mi ha fatto lezione, era un gioco, insieme sulla stessa scopa, attaccati, io davanti e lei dietro. Aveva addosso una T-shirt fina fina...è stato un tormento.
Un altro tiro alla sigaretta, necessario per dare ritmo a quel racconto – Poi mi sono avvicinato e lei mi ha baciato in un modo ...Wolf, se Thalia non ci avesse interrotti, non so davvero come sarebbe andata a finire…Meglio così comunque.
La testa si appoggiò al muro, gli occhi chiarissimi cercarono qualcosa sul soffitto – Zero sentimenti Wolf, zero. C’era ben altro, non so se mi spiego.
Si concesse un altro momento di silenzio, un altro tiro di sigaretta.
- Mi ero riproposto di non raccontarlo a nessuno, per correttezza. Potevo dirtelo quando abbiamo scambiato il turno, ma non l’ho fatto. La Rigos l’ha raccontato a qualcuno e quel qualcuno l’ha detto a Midnight. Immagina cosa è potuto succedere quando ho fatto la ronda notturna con lui...si è concesso subito il lusso di prendermi in giro. Sapeva ogni minimo particolare.
Un’aria rabbiosa cominciò ad aleggiare sul suo volto, non gli era andata giù che quell’uomo sapesse le sue cose private e continuava a non andargli giù.
- Mia madre ha iniziato a picchiarmi quando avevo tre anni e ha smesso quando non è stata più grado di raggiungermi la faccia. Voltava gli anelli verso il palmo e mi sfregiava, facendomi sanguinare. Ogni giorno, bro, ogni giorno e mia sorella mi curava. Qualsiasi cosa io faccia è sbagliata. Non sono degno di lei, del suo nome, di portare l’anello di famiglia che mi spetta.
Si strinse nelle spalle, determinato a cambiare argomento dopo quella parentesi poco gradevole. Fu una confessione rapida e quasi indolore. Parlare di sua madre gli provocava i crampi allo stomaco e, in quel momento non aveva alcuna intenzione di rovinarsi al giornata.
- E’ l’infermiera, Wolf – confessò a voce bassa – quella nuova con i capelli rossi, Jolene.
Non serviva dire a Wolfgang di non dirlo a nessuno, sapeva benissimo che suo fratello era una tomba, come lo era lui.
- Quando sono con lei, quando la bacio...non te lo so spiegare...è come se diventassi quello che avrei dovuto essere e che non sarò mai. Lei è riuscita ad aprire una porta chiusa, nemmeno io sapevo cosa ci fosse lì dentro, nemmeno io. Per quello sto incasinato dentro. Io non capisco come mi sento, non capisco cosa stia succedendo. Non so se mi spiego...sono cose che non conosco e non riesco a catalogare.
La porta in questione, però, era stata chiusa per troppo tempo. Elijah era certo che quello che conteneva non avrebbe mai preso forma.

 
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view post Posted on 14/11/2018, 14:37
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WOLFGANG BOGDANOW
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Fregato.

Che brutta parola, come se ad Elijah fossero mai spariti veramente i foglietti dei turni - nah, a lui era solo caduto l'occhio su quel prezioso pezzo di carta: che colpa ne aveva se suo fratello lasciava in giro materiale "altamente" riservato. Wolf inarcò un sopracciglio, come a sfidarlo, per poi rilassare il volto in un ghigno divertito: per quanto quello seduto davanti a lui fosse in tutto e per tutto il Prefetto della sua Casata, in quel momento lui stava parlando con suo fratello - il fatto di essere in vacanza, poi, e di aver appena ricevuto una spilla che li metteva allo stesso piano per meriti e responsabilità scolastiche non faceva altro che acuire la sensazione di invincibilità che lo stava pervadendo in quel momento.
Ne sono consapevole, ma in quel dannato Castello a volte è impossibile trovarti: diciamo che ho approfittato di questa giornata per - come posso dire - confessarmi.
Tra i turni di lavoro di entrambi, i diversi corsi e le ronde da Prefetto del ragazzo più grande, per quanto appartenenti alla medesima Casata, spesso potevano passare settimane prima di vedersi per qualche ora in pace: molte volte, poi, alcune delle loro discussioni sfociavano su tematiche che necessitavano di qualche goccia - per così dire - di coraggio liquido. E sembrava che Elijah necessitasse di parecchia audacia, considerando come aveva appena chiamato la cameriera per farsi portare un altro giro di Whiskey: stava superando qualsiasi limite gli avesse mai visto porsi prima di quel momento, ma Wolf non si fece eccessivi problemi, accettando il brindisi che gli era appena stato proposto per festeggiare l'evoluzione della sua storia con Megan. La birra babbana, al contrario della Burrobirra che proprio non riusciva a sopportare, aveva un sapore acre e rinfrescante, adatto in quel momento a pulire la gola dalle volute di fumo che impregnavano la sala del Ten Bells - ancora non gli pareva vero di aver trovato un locale babbano che non si facesse problemi a servire tanto alcool a dei minorenni. Tuttavia, quando il nome della sua collega di lavoro al Safarà uscì dalle labbra del suo Concasato, il Serpeverde rischiò di strozzarsi con la birra che aveva appena ingerito - ok, quello non se l'era neanche lontanamente immaginato.
N-Nieve? - non sapeva per quale motivo la notizia l'avesse sconvolto tanto, forse perché era abituato a tenere separate le sfere della sua vita privata: certo, la ragazza era una sua collega, ma era anche il Prefetto di Grifondoro - era ovvio che i due si conoscessero, una ronda notturna tira l'altra e poi loro due si ritrovavano a parlarne di fronte a un boccola di birra e una sigaretta, proprio come una vecchia coppia di comari impiccioni - Siete imbarazzanti, tutti e due: non esiste scusa più trita e ritrita di quella.
Wolf scosse la testa, con un sorriso divertito negli occhi, riuscendo a immaginarsi con straordinaria chiarezza la scena che Elijah gli stava dipingendo con rapide e precise pennellate: loro due soli sul campo da Quidditch, le mani di Elijah a cingere la vita sottile della Grifondoro, il loro bacio e l'arrivo di Thalia ad interrompere i giochi dei due ragazzi.
Ti sei spiegato benissimo, ma continua - sei troppo seccato perché il tuo nervosismo sia solo colpa della Tassorosso: cos'altro è successo?
Nonostante il racconto, nonostante le parole di suo fratello, il modo in cui stava fumando in quel momento era indice di una tensione latente che non si spiegava con quanto detto fino a quel momento: certo, essere interrotti non piaceva nessuno e probabilmente il loro era stato un atto dettato dalla sola lussuria, ma l'espressione del suo viso nascondeva altro.
Forse non potrà aiutarti ora, ma la prossima volta che Midnight si impiccia della tua vita privata ricordati di una certa professoressa dagli occhi cobalto e rilucenti come stelle: non dire nulla a lui, però, non sono sicuro di quante persone siano a conoscenza di questa storia e non vorrei mettere nei guai una… un'amica - non tentò di giustificare Nieve, non conosceva né la persona cui aveva rivelato quanto successo né i motivi per cui aveva preso una simile decisione, ma al tempo stesso non se la sentiva di condannarla. Dopotutto, anche lei era stata vittima di un tradimento in quella stessa occasione: si era confidata con qualcuno e chiunque fosse quella persona aveva pensato bene di andare a spifferare il tutto a Midnight - Non chiedermi di rivelarti chi sia questa ragazza, ma sappi che la mia fonte è assolutamente attendibile.
Non poteva certo rivelargli che aveva ricevuto quella notizia proprio dalle labbra della persona di cui si stava lamentando in quel momento: inoltre, se quella voce avesse iniziato realmente a girare nel Castello, avrebbe messo Nieve in una pessima posizione - certo, ora si spiegava uno dei motivi di tanta acredine nei confronti del professore. Se doveva essere onesto con sé stesso non vedeva l'ora che incominciasse il prossimo anno per vedere di cosa si sarebbe realmente occupato l'Esercito del Mezzogiorno e quali altri studenti avrebbero partecipato - aveva l'animo da rivoltoso, chi l'avrebbe mai detto?
Per mio padre non esisto nemmeno: non sono nemmeno una persona, sono solamente il responsabile della morte di sua moglie.
Era la prima volta che ne parlava con qualcuno, la prima volta in assoluto che sentiva il bisogno di farlo: tuttavia la confessione di Elijah era stata tanto sincera e rapida da non meritarsi inutili forme di compassione o di preoccupazione nei suoi confronti - non l'avrebbero potuto aiutare, non avrebbero potuto cambiare il suo passato - e tutto ciò che Wolf poteva offrirgli in quel momento era altrettanta sincerità, certo di essere sulla stessa lunghezza d'onda di suo fratello. Avevano rivelato l'identità dell'uomo nero della loro infanzia ed ora avrebbero proseguito nella loro confessione come se nulla fosse, ma con la certezza di custodire entrambi un segreto che avrebbero protetto anche con la loro vita.
Come posso non capirti? Stai dando voce alle… ah, lasciamo perdere: diciamo solamente che sono sicuro che appena ricominciato l'anno scolastico avrò una terribile influenza e dovrò chiedere aiuto a qualche disponibile infermiera, no? - lasciò passare qualche istante, come per metterlo alla prova, per poi proseguire esibendo la sua migliore faccia da schiaffi - Dovrò pur conoscere la nuova ragazza di mio fratello.
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 21/11/2018, 18:11






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni


Se la situazione di partenza non fosse stata complicata, la reazione di Wolf valeva da sola il prezzo del biglietto. Era ovvio che mai e poi si sarebbe aspettato di sentirgli pronunciare il nome della Grifondoro.
Elijah fece un tiro alla sua sigaretta, lasciò placidamente il filtro e concesse al fumo di sfuggire appena dalle labbra socchiuse.
- Non posso farci niente, Wolf – la mente avvolta da mille pensieri, e quello era una certezza tra tanti – Nieve è bella, estroversa, sexy. In quel momento è riuscita a farmi perdere decisamente la testa. E’ andata bene come è andata, se fosse andata in modo diverso sarebbe stato comunque perfetto. Non mi pento di quello che faccio, mai, in nessun caso. Una decisione può essere mossa dall’istinto o dalla razionalità, ma resta comunque una mia decisione.
Ghignò appena.
- Non era una scusa, era come un gioco in cui interpretavamo qualcosa di nuovo. E’ stato molto divertente, non immagini nemmeno quanto.
Era perfettamente consapevole del potere che Nieve aveva avuto su di lui nel corso di quel pomeriggio. Sebbene il Serpeverde si ostinasse a raccontare quell’episodio come una cosa da nulla, sapeva benissimo ciò che quei gesti avevano significato. Era stato come sbattere la testa contro un muro, un varcare la soglia con un piede solo. Aveva avuto la possibilità di scontrarsi con qualcosa che non conosceva e si era sentito perfettamente a suo agio. Era come se una parte di lui non volesse altro. Era tutto alla base dello sperimentare, certo, ma non tutte le stanze che ti ritrovi a varcare sono uguali.

Quando suo fratello parlò di una professoressa dagli occhi cobalto e rilucenti come stelle, Elijah ci mise zero a capire che si trattava della docente di Astronomia. Storse vistosamente il naso a quella notizia e se avesse avuto la birra in bocca, si sarebbe esibito nella stessa reazione di Wolfgang.
- Ti prego, dimmi che stai scherzando – la sigaretta che viaggiava indecisa vicina alla labbra carnose – No, non Atena. Non con lui.
Fece un tiro distratto, troppo. Gli andò di traverso ed il Serpeverde si ritrovò a tossire stizzito.
- Lei è perfetta, non voglio nemmeno provare ad immaginarla vicino a Midnight. Lui e le sue stupide vestaglie
La voce era calmissima come sempre, ma era scesa di un tono. Era seccato, molto seccato. Aveva sempre rifiutato le insinuazioni che gli erano state mosse da un Serpeverde dell’ultimo anno.
- Mio caro Signor Prefetto, devi scendere a patti con te stesso. Hai una cotta per la McLinder, platonica si intende, come succede a parecchi studenti. Ma non preoccuparti! Appena inizierai a frequentare Alchimia, la Haryin diventerà la tua ossessione.
Elijah l’aveva ascoltato disgustato, salvo scoprire in quel preciso istante che aveva ragione da vendere. Non poteva dire di avere preso una cotta per Atena, probabilmente non arrivava fino a quel punto. Aveva però un vero debole per lei e quello non poteva negarlo.

Più continuavano a parlare, più Elijah prendeva coscienza che non solo avevano un presente incasinato, ma anche un passato decisamente tormentato. Lui e Wolf avevano molte cose in comune, prima tra tutte dei genitori difficili da commentare.
- Come se fosse colpa tua – bofonchiò tra i denti prima di schiarirsi la gola con un sorso di birra gelata. Avrebbero dovuto far conoscere sua madre e il padre di Wolfgang, sai che bella coppietta ne sarebbe venuta fuori.
Si voltò lentamente, mentre una cameriera dai lunghi capelli neri svolazzava di fronte a lui, gratificandolo con un sorriso. Si concentrò su chi sedeva al suo tavolo, distratto istantaneamente dalla nuova piega che aveva preso il discorso.
- Sto dando voce alle… alle, cosa? Non ti seguo.
Ovviamente non gli sfuggì che l’altro Serpeverde avesse abilmente cambiato discorso.
- Forse sarebbe meglio che te la presentassi io stesso, senza ricorrere a certi stratagemmi. Se vuoi conoscerla, andiamo in Infermeria e te la presento. Credo che sia molto più semplice.


 
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view post Posted on 3/12/2018, 14:39
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WOLFGANG BOGDANOW
PREFETTO SERPEVERDE
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Non sapeva il motivo per cui la menzione di Nieve l'avesse infastidito tanto - poteva solamente ipotizzare che tale antipatia fosse data dal fatto che lui avesse sempre separato le sfere della propria vita privata e lavorativa: in quel momento, invece, i confini del suo mondo stavano collassando e il pensiero che in qualche modo la Grifondoro avesse tradito la fiducia di suo fratello non faceva altro che acuire la sua avversione. Wolfgang si accese l'ennesima sigaretta, in questo caso con il solo tentativo di calmare il proprio umore fin troppo mutevole in quella giornata: le parole di Elijah non riuscivano a penetrare completamente nella sua mente, in quel momento distratta dal suo inesplicabile e momentaneo malessere. Tuttavia, non poteva lasciarsi cadere vittima del proprio malumore e, inevitabilmente, quanto detto dall'altro Prefetto suscitò una nuova traccia di ilarità nel Serpeverde.
Gioco, fantasia: chiamala come preferisci - concesse, con un leggero movimento della mano - Ma se tu non ne sei pentito allora sono contento per te.
Nonostante le sue parole, Wolf si distrasse nuovamente a ipotizzare cosa avesse spinto Nieve a rivelare quanto successo a una persona vicina a Midnight: sembrava che chiunque lei avesse scelto come custode di tale segreto, alla fine non si fosse rivelato così degno della stima che gli era stata riposta - non comprendeva come fosse possibile: nonostante Elijah avesse rivelato l'accaduto anche a lui, non avrebbe mai fatto divulgato un segreto non suo.
Atena? - domandò, incuriosito e dalla reazione di Sullivan e dall'apparente familiarità con cui aveva pronunciato il nome della professoressa McLinder: inoltre le sue successive parole non fecero altro che acuire il proprio interesse - Da quando in qua è Atena per te?
Non poteva negare di non aver subito anche lui il fascino della professoressa, ma quanto rivelato da Elijah pareva nascondere una confidenza maggiore di quanto lui avesse mai osato sospettare - Mi devi rivelare qualcos'altro per caso?
Non riusciva ad immaginarsi di entrare in una tale intimità con un professore - per quanto bella e affascinante come la McLinder - al punto da spingere Elijah a dubitare delle sue parole: si era forse invaghito della bella docente di Astronomia così tanto che il pensiero di lei e di Midnight insieme era addirittura inconcepibile?

Per quale motivo aveva iniziato a parlare di quell'uom? Se c'era una qualche persona in grado di fargli passare ogni traccia di buon umore era suo padre - non aveva voglia di proseguire lungo quel discorso assurdo e per quel motivo finse di non sentire ciò che Elijah aveva sussurrato tra i denti: era meglio non portare avanti un discorso che avrebbe solamente portato delle ombre sul loro pomeriggio, non erano quello il motivo per cui aveva chiesto all'altro ragazzo di vedersi. Lasciò che la cameriera dai lunghi capelli neri distraesse momentaneamente suo fratello, per poi cercare di cambiare discorso confidando nella sensibilità dell'altro di comprendere il suo tentativo.
Lascia perdere, non sono sicuro nemmeno io di quello che volevo dire - o meglio, non era sicuro di voler ammettere che i sentimenti confusi che Sullivan stava rivelando fossero gli stessi che in qualche modo tormentavano la mente di Wolf ogni volta che si trovava in compagnia di Megan: per qualche ragione, in quel momento sentiva di aver già rivelato troppo delle proprie sensazioni.
Oh, e io che volevo risparmiare te e lei dall'imbarazzo delle prime presentazioni - ma se pensi che sia meglio ufficializzare in questo modo, allora a quando il grande evento?
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 9/12/2018, 17:21






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni


Quando la cameriera dai capelli neri passò di nuovo davanti al loro tavolo, Elijah si concesse di guardarla bene dalla testa ai piedi. La vista non restò insoddisfatta. Fece un ghigno quando lei si voltò dalla sua parte, ma lo sguardo tornò di nuovo su Wolfgang.
- Pentito? Lo rifarei anche adesso – confessò senza farsi troppi problemi. Non c’era niente di male ed era esattamente quello che stava pensando. Non si era mai pentito di ciò che aveva fatto nella vita e non avrebbe cominciato a farlo in quel momento.

La domanda maliziosa di suo fratello sulla McLinder, riportò la sua totale attenzione sul discorso che la riguardava. Ci pensò un attimo e, sì, l’aveva fatto. Senza rendersene conto aveva chiamato la professoressa con il suo nome di battesimo e non perché fosse avvezzo a quella cosa lì.
Fece un tiro alla sigaretta, gli occhi fissi in quelli del suo interlocutore.
- Non la chiamo per nome, Wolf, se è quello che stai insinuando – gli occhi si strinsero, emergendo poco alla volta dietro al fumo della sigaretta – Non l’ho mai fatto e non lo farò mai.
Le palpebre si abbassarono appena mentre il Serpeverde si godeva un altro tiro. Le dita che tenevano il filtro svolazzarono morbide davanti alle labbra prima di tornare a toccarle.
- E’ quello il suo nome, dico male?
Era la prima volta che succedeva, che si ritrovava a chiamare un professore con il suo nome di battesimo. Socchiuse le labbra alla domanda che gli venne rivolta. Non stava succedendo, vero? Non era un bene far parlare l’inconscio, in nessun caso. Si era imposto dei paletti che rispettava in maniera rigorosa, sempre e comunque. Essendo Wolf la persona in questione, aveva leggermente allentato la presa e non era affatto un bene. Autocontrollo sempre, una forma di Imperativo. In futuro sarebbe dovuto stare più attento, ma nell’immediato la frittata era fatta.
- Rivelarti altro? - storse la bocca in un ghigno, scuotendo la testa in un modo che non indicava un No.
- Credo di avere una sorta di amore platonico per lei – si strinse nelle spalle – una roba diversa, ok?
Silenzio. La mano afferrò il boccale e bevve quasi d’un sorso ciò che era rimasto. Elijah sistemò il boccale sul tavolo, facendolo ruotare leggermente verso destra. Lo guardò mentre la condensa gli bagnava le dita e poi cercò con lo sguardo la cameriera bruna. Le indicò il bicchiere vuoto e le mimò di rinforzare la dose.
- E’ una sorta di ammirazione portata all’ennesima potenza, ma niente di più, Wolf. Niente di più.

Fece un respiro profondo e appoggiò la testa contro il muro, chiudendo gli occhi. Era perfettamente lucido. Tutto quello che avevano bevuto fino a quel momento aveva su di lui l’effetto dell’acqua. Stava rimpiangendo di non avere a portata di mano una bella bottiglia di idromele vikingo o del whisky Incendiario di altissimo livello, tipo quello della riserva privata del Capitano.
- Ufficializzare? - il sopracciglio sinistro si sollevò – Non c’è proprio nulla da ufficializzare Wolf. Esco con lei e ci sto bene, ma tra noi non esiste nulla di ufficiale.
La cameriera arrivò proprio in quel momento e il Serpeverde la gratificò con il sorriso delle grandi occasioni – Grazie
La birra gelida era lì a chiamarlo e non era lui il tipo di maleducato che l’avrebbe fatta attendere.
- Ti ricordi quando ti ho detto che volevo capire? - voce tranquilla prima di freddare la gola con un sorso pieno di soddisfazione – Ecco, la mia idea non è cambiata. Mi sento diverso con lei, ma non so se sia davvero un bene o no. Io non sono così e so nemmeno se voglio o potrei esserlo. Voglio solo capire se la sua voglia di vivere possa essere compatibile con la mia brama di autodistruzione.
Finchè non avrò capito cosa provoca in me tutto questo, non ci sarà nulla da ufficializzare.


 
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view post Posted on 17/12/2018, 14:37
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WOLFGANG BOGDANOW
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Doveva ammetterlo.

Quella cameriera era una distrazione - e non solo per il continuo flusso di alcool che, implacabilmente, continuava a servire loro. Dei, gli sembrava di aver bevuto l'intero contenuto di una distilleria e probabilmente iniziava ad odorare come una.
Allora brindiamo alla tua salute e al vostro divertimento - Midnight permettendo, ovviamente.
Con quelle parole, Wolf sollevò il boccale di birra in direzione del Serpeverde per poi concedersi l'ennesimo sorso: riusciva ad immaginare il fastidio provato da Elijah nel sentire le allusioni forse non tanto velate del loro nuovo Capocasa, ma in fin dei conti a giocare con il fuoco ci si poteva bruciare - e Sullivan aveva appena ammesso di non essersi pentito delle sue azioni.

Forse aveva toccato un nervo scoperto. Alla sua allusione, suo fratello si era rifugiato dietro una sigaretta, mostrando tutti i segni di una strana - e finora sconosciuta nei suoi confronti - irritazione: di fronte a una tale reazione, il Serpeverde non poté far altro che sorridere angelicamente, sapendo perfettamente bene che un simile sorriso solitamente contribuiva solamente a innervosire il suo interlocutore.
Ti sembro in grado di insinuare alcunché? - sinceramente, Wolf credette istintivamente al diniego di Elijah ma prolungare quella facciata fintamente allegra e innocente non faceva altro che acuire il suo divertimento: tirare la corda era il suo gioco preferito e voleva vedere quanto a lungo l'altro ragazzo avrebbe resistito prima di esplodere.
Mi chiedevo solo il motivo di tanta familiarità, ma in fin dei conti hai ragione: Atena è il suo nome. Dici che dovrei usarlo anche io?
Non aveva alcun interesse ad ottenere una tale familiarità con una professoressa a lui ancora sconosciuta - poteva ammettere con sé stesso di essere propenso a seguire le lezioni di Astronomia al terzo anno, ma quello che in realtà gli interessava in quel momento era vedere come avrebbe reagito Sullivan: gli credeva, credeva a tutto quello che suo fratello gli aveva raccontato fino a quel momento ma al tempo stesso voleva divertirsi. E quale modo migliore se non mettere a disagio le persone?

Wolf si accese una nuova sigaretta - il pacchetto si stava assottigliando pericolosamente - rimanendo ad osservare il linguaggio del corpo di Elijah, in quel momento appoggiato con la testa contro il muro, ad occhi chiusi. Un osservatore più superficiale avrebbe potuto scambiare il suo atteggiamento per stanchezza, ma anche il solo inarcarsi del suo sopracciglio sinistro lasciava intendere qualcosa di differente - qualcosa a cui ancora non era in grado di dare un nome, soprattutto a causa della velocità con cui sorrise una volta arrivata la cameriera a portare un nuovo giro di birre fredde.
Per questo avrei voluto conoscerla in un contesto differente - ammise, sollevando le spalle con studiata indifferenza, attendendo un qualsiasi chiarimento da parte di Elijah - Secondo me fai bene comunque, è inutile precludersi qualcosa prima ancora di sapere se possa funzionare o meno: il cambiamento non è necessariamente un male, ma dipende solo da te ovviamente.
Non era dell'idea di dover cambiare per una ragazza, ma aveva sperimentato sulla propria pelle quanto fosse semplice accettare la metamorfosi che un'altra persona era in grado di provocare con la sua sola presenza: la spinta ad essere la versione migliore di sé, ma non era del tutto certo che lui e Elijah stessero parlando dello stesso impulso.

Proprio mentre stava per chiedergli cosa di quella situazione sembrava disturbarlo tanto - almeno quella era la sensazione che gli stava provocando - lo squillo del telefono lo interruppe, risuonando con maleducazione insistente: con fare annoiato, lo tirò fuori dalla tasca per vedere chi lo stesse disturbando in quel momento e stranendosi nell'osservare il nome sullo schermo.
Devo rispondere - non voleva giustificarsi proprio con suo fratello, ma sapeva che non avrebbe potuto mandarla in segreteria, non quando lei era l'unica persona in quella a casa a ricordarsi di apparecchiare in tavola anche per lui - Zia, perché mi stai chiamando?
Solitamente non chiamava mai, il semplice fatto che si ricordava della sua presenza non giustificava una telefonata in pieno giorno - ah, beh, ovviamente Alisha voleva semplicemente che gli portasse il latte a casa entro un'ora al massimo. Dei, che voglia di mandare tutti al diavolo e dimenticarsi di tutto e tutti - purtroppo c'era una sola persona al mondo in grado di vendicarsi di qualcuno meglio di lui e quella persona era sua zia.

Elijah, devo scappare o mia zia me la farà pagare da qui fino alla fine dell'estate e purtroppo vivo ancora con lei.
La sua voce lasciava trapelare ogni traccia del risentimento che in quel momento stava provando nei confronti della sua famiglia, ma - mentre si allontanava dal tavolo sopra cui aveva lasciato cadere una cinquantina di sterline per pagare la sua parte delle ordinazioni odierne - sapeva che le catene che ancora lo tenevano legato a quelle persone con cui sentiva di avere poco a che fare erano ancora troppo strette per permettergli di scappare.
Se non riusciamo ad organizzarci differentemente, ci si vede a Hogwarts eh?
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 30/12/2018, 20:29






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni


Valutazioni, valutazioni, valutazioni. Era questo l'epilogo del loro incontro. Elijah l'aveva visto allontanarsi frettolosamente tra i babbani prima di imboccare l'uscita. Passi veloci, mentre le spalle di Wolfgang iniziavano a perdersi nel fumo che dominava il locale. Era il suo migliore amico, suo fratello, e mai si sarebbe permesso di giocare con lui al gatto col topo. Ad Elijah non erano affatto sfuggite le frecciatine che gli aveva riservato l'altro Prefetto, le parole buttate lì, gli sguardi irriverenti. Un altro, per molto meno, si sarebbe ritrovato al posto della plafoneriera, con tutto il corredo di mosche a fare da contorno. Non aveva risposto, e non perché non sapesse cosa dire. L'avrebbe fatto al momento opportuno, se fosse stato il caso, non era affatto un problema. Quello però non era il momento e nemmeno il luogo. Fece un tiro tranquillo alla sua sigaretta, un piacere che sapeva apprezzare sempre di più giorno dopo giorno. Il suo essere strafottente lo preservava da quelle prodezze altrui, ma - pur fregandosene altamente - teneva il conto peggio di un folletto della Gringott. Per prima cosa esisteva il rispetto che gli aveva dato e che in quell'occasione non aveva ricevuto in cambio. Se suo fratello Daniel avesse avuto lo stesso approccio, sarebbero finiti a prendersi a pugni, come succedeva spesso. Affetto, certo, ma rispetto. Ne aveva prese tante da lui, ma poi le proporzioni fisiche si erano invertite. L'ultima volta che avevano discusso, il maggiore dei Sullivan ne aveva più prese che date, per buona pace di entrambi.
Lui non aveva mai fatto certi giochetti con chi gli stava a cuore, non con chi reputava il suo migliore amico. Se solo avesse voluto, avrebbe potuto aprire bocca e ricambiarlo, ma aveva taciuto. Copione che non si sarebbe più ripetuto.
Guardò l'anello dei Gemelli che aveva comprato per entrambi. La pietra viola luccicava cupa nella sala poco illuminata.
Pensieri distruttivi gli affollarono la mente, pesanti e densi. Non lo avrebbero messo a tappeto. O forse si?
Nell'ultimo periodo stavano crollando tutte le sue certezze e cominciava a pensare che non sarebbe finita lì. C'era solo una cosa da fare, essere preparati.

 
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13 replies since 9/9/2018, 15:23   303 views
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