Lunghi capelli neri come la notte più scura.
Pelle bianca come neve.
Occhi rossi come il sangue.
Labbra del colore del Peccato, quella che per i Cristiani era stata colta da Eva e aveva tentato Adamo, oppure la mela rossa di Biancaneve, che con un solo morso la fece cadere in un sonno paragonabile alla Morte stessa... solo il bacio del suo vero amore l'aveva risvegliata.
Mìreen sospirò, in ogni favola che conosceva, c'era sempre una giovane fanciulla che veniva salvata dal bel principe e i due innamorati alla fine vivevano felici e contenti.
Solo in una storia la principessa perdeva il suo amato e lo compiangeva fino a consumarsi del tutto...
Lei non aveva bisogno di esser salvata, era forte e abile anche da sola, non era una principessa debole e indifesa, era lei quella che salvava... eppure sentiva che qualcosa era cambiato dentro di lei c'era qualcosa da combattere, qualcosa di nascosto, che aspettava di svegliarsi, ma non si trattava di un drago come nelle favole...
Allora che cos'era?
Il suo cuore ferito?
La sua anima? La cui oscurità di recente sentiva farsi sempre più forte?
Forse era il motivo per cui, per la festa di Halloween, aveva deciso di vestirsi da Regina delle Tenebre...
Forse non riusciva a trovare il suo principe perchè non era una principessa come Biancaneve, ma la Regina Cattiva, che alla fine voleva solo essere la più bella del reame. Bassa autostima? Chissà...
La Morte del suo sogno... o meglio incubo, l'aveva chiamata "Oscura Creatura"... Perchè?
Mentre si truccava non faceva che ripensare a ciò che la sua mente le aveva fatto vedere e sentire, non si aspettava di rivedere l'oscura figura che già la sera della morte del padre si era presentata e l'aveva spaventata e confusa, certo non era paragonabile a ciò che era successo dopo, ma perchè era tornata a farsi viva nei suoi sogni proprio adesso?
[ Mìreen ti stai facendo troppi problemi.
Era un sogno e basta, non cervellarti senza motivo, ne hai già abbastanza di cose a cui pensare... tipo a camminare con quei terribili tacchi e a nascondere il decoltè.]
Quando era andata al casolare di sua nonna in Irlanda per cercare un vestito adatto all'occasione nell'enorme soffitta, ne aveva trovato uno perfetto, meraviglioso con tutto quel pizzo nero ricamato con rose sempre nere... e, perfettamente coordinato, nello stesso baule, aveva scovato pure un velo nero dello stesso tessuto e ricami.
Aveva poi modificato magicamente la sottana accorciandone il davanti per renderla più comoda e moderna e l'effetto finale era veramente intrigante.
Aveva avuto però un problema non da poco con la parte superiore dell'abito: il corsetto rosso, anch'esso ricamato con fiori neri, era parecchio aderente, era riuscita ad entrarci grazie ai chili persi da quando si era trasferita a Londra, ma si capiva che la precedente proprietaria del vestito oltre ad esser stata parecchio magra, non aveva neanche la metà del suo seno, risultato: il suo decolté era completamente schiacciato dal corsetto e non solo sembravano più grandi, ma doveva continuamente rimetterselo a posto per evitare che "si vedesse troppo".
Quando aveva indossato il vestito e mostrato il problema alla madre, la sua affermazione stupita era stata "Che bocce!" seguita da una risata durata quasi un'ora, mentre la ragazza alquanto irritata, malediceva e lottava contro lo stretto tessuto nella speranza di allargarlo con la forza bruta per far respirare "le gemelle".
<< Mìreen, di cosa ti preoccupi?
Sei una bella ragazza, single, di 25 anni, che và a festeggiare Samhain... o come lo chiamano tutti "Halloween" con gli amici.
Non è la vera cerimonia che faremo prima della festa, se ti presentassi così vestita a QUELLA è probabile che tua nonna ti diseredi dalla famiglia, ma se vai alla festa di Zonko più provocante del tuo solito non ci saranno problemi, infondo è Halloween!>>
Lo aveva detto sollevando le braccia in aria come che stesse esultando, come che aspettasse quel giorno da tutta una vita, la cosa lasciò Mìreen insospettita, ma ci diede poco peso, così tornò a guardarsi allo specchio grattandosi distratta la cicatrice lungo il braccio sinistro, mentre la madre riprendeva a parlare, più tranquilla...
<< Rischia, osa, sarà la notte delle streghe, le tenebre regneranno sovrane, le creature delle leggende diventeranno realtà e gli spiriti camminano in mezzo a noi... - uno strano sospiro sfuggì alla donna, come che un pensiero l'avesse attraversata, per poi continuare - Approfittane! Magari incontrerai qualche bel vampiro da cui farti mordere così sbrilluccicherai anche te sotto il sole!>>
A quelle parole Mìreen divenne rossa dall'imbarazzo e tirò il corsetto, che era riuscita finalmente a sfilarsi, contro la madre...
<< Sapevo io che era uno sbaglio farti vedere la saga di Twilight!>>
<< Sì certo, vallo a dire ai poster di Edward e quello piccolo di Jacob che hai appeso dentro l'anta dell'armadio credendo che non li scoprissi...>>
Sta volta fu la coroncina nera con pietre rosse a volare contro la faccia di Sheryda, la quale la schivò per un soffio, occupata com'era a ridere.
Alla fine si era fatta convincere non solo a mettere il vestito senza interventi magici per allargarlo, ma pure a indossare dei tacchi alti neri che doveva ammettere star bene con l'insieme.
Lo specchio le restituì l'immagine della donna che aveva sognato quella spaventosa notte: pelle bianca, occhi e labbra rosse come il sangue, ma i capelli li aveva tenuti del suo colore naturale, era stata tentata di colorarli rossi, ma poi l'effetto "Oscura Signora" rischiava di perdersi e di nascondere l'impegno che ci aveva messo per mettere le lentine colorate e l'intera ora passata a truccarsi.
Suo fratello le aveva mostrato il volantino qualche settimana prima, ma non vi avrebbe partecipato, dopo Samhain aveva già una festa a casa di amici a cui andare, così la ragazza era stata ben felice di invitare i suoi colleghi e la sua migliore amica.
Aveva mandato una lettere a Issho e a Vath, Lia l'aveva chiamata ma non le era sembrata pienamente convinta e a Maurizio glielo aveva detto a voce, essendo colleghi nella stessa squadra, ma era più un No il suo.
Purtroppo solo Vath le aveva dato la conferma che ci sarebbe stato, degli altri non ne sapeva niente...
[ Forse minacciarlo di devastargli il giardino coi colori della mia ex-casata è servito!
Quel ragazzo ha decisamente bisogno di distrarsi con tutto quello che ha passato dalla scomparsa della moglie... Speriamo che sta sera ci riesca e speriamo anche che Zonko non abbia esagerato col Party, o tornerò a casa con una qualche nuova fobia e di chissà che colore.]
Quando ebbe finalmente finito di prepararsi, si osservò soddisfatta del lavoro svolto, era ancora in dubbio a riguardo del decoltè, inoltre era la prima volta che mostrava così apertamente la sua cicatrice, solo con Lia, Maurizio e Vath l'aveva fatto, ma essendo Halloween probabilmente l'avrebbero tutti scambiata per un trucco di scena, magari fatta con quei materiali babbani da teatro con cui realizzavano imperfezioni della pelle come tagli e appunto cicatrici...
Ormai comunque era tardi e la mezzanotte era bella che passata, non aveva più tempo per ripensamenti.
Mise la bacchetta in un lembo di tessuto del corpetto, cucito appositamente per averla dietro ma ben nascosta, indossò la tiara a cui aveva magicamente attaccato il velo e, borsetta al braccio, si infilò nel suo solito vicolo buio per smaterializzarsi ad Hogsmeade, per poi dirigersi più svelta che poteva (e che quei tacchi le consentivano) verso la fabbrica in disuso dove si sarebbe svolta la festa.
L'aria era fredda ma per fortuna non c'era molto da camminare, percorse il tratto di strada abbastanza veloce, il velo che le svolazzava dietro in una inquietante visione... intanto, per distrarsi dai brividi che il villaggio buio e sinistro le dava, provò a indovinare chi dei suoi amici/colleghi si sarebbe presentato e con quale costume.
Arrivata al luogo della festa, l'unica persona che vide ad aspettarla fu Remar, non lo riconobbe subito per via di tutto il trucco che ne aveva modificato i lineamenti del viso, ma doveva ammettere che aveva fatto proprio un gran bel lavoro, molto realistico.
Il viso appariva smorto e pallido, gli occhi erano cerchiati con un colore scuro che li facevano sembrare pesti e lividi, le labbra erano di un blu inquietante... sembrava veramente un cadavere e il sacco da obitorio poi aveva accentuato l'effetto finale.
<< Complimenti! Cavolo se è fatto bene il trucco! Chi te l'ha fatto??
Ma con cosa ti sei vestito? Oddio, ma è un sacco da obitorio?? Grande ideaaa! >>
Se se lo era fatto da solo il trucco, si era per forza studiato un libro di anatomia post-mortem per sapere dove andava messo il colore e con quale sfumatura, il sacco da morto poi era stato il tocco finale D.O.C.
Stava ancora studiando il travestimento di Vath, quando questo le prese la mano, subito pensò le volesse fare il baciamano, come aveva fatto alla festa di Carnevale mesi prima, ma invece la stupì fingendo di volergliela morsare come avrebbe fatto un vero zombi...
Le scappò una risata divertita, ma dentro di sè dovette ammettere che, ora che l'amico era tornato single, la semplicità con cui prima gli stava affianco non era più la stessa, certo la voglia di sfidarlo e provocarlo in difesa dei vecchi tempi ancora c'era e spesso veniva fuori quando si incrociavano a lavoro, ma qualcosa era cambiato...
Forse stava esagerando, alla fine si trattava sempre di Vath Remar, era sempre lui: l'ex-Serpeverde autoritario e perfettino... e, a quanto pareva, tornato sbarbato come lo aveva conosciuto.
Chissà se era un segno che si stava riprendendo piano piano dalla perdita subita... Sicuramente la battuta sulla Regina degli Inferi, e lui si era travestito proprio da Infero non le era sfuggita, e non poteva che esser un buon segno della sua ripresa emotiva.
Si era tanto concentrata su ciò che le aveva provocato quel gesto, che si era scordata del corsetto e di ciò che mostrava... l'occhio dell'amico era immancabilmente caduto proprio sul decoltè, appena lo scoprì a sbirciare, subito si girò dalla parte opposta per tirarsi su il corsetto, gesto ripetuto già più volte da quando aveva varcato la soglia di casa, il reggiseno a fascia senza spalline che indossava almeno aiutava ad evitare che si vedesse ciò che doveva restare nascosto dietro il vestito.
Rigirandosi nella sua direzione, lo guardò minacciosa, leggermente rossa in viso dall'imbarazzo, beccandolo poi a ghignare soddisfatto...
<< Non un commento sul davanzale o sarai morto per davvero. - fece due passi verso la porta e aggiunse - Entriamo prima che mi congelo, la scelta del pizzo non è stata proprio la migliore con questo freschino e dubito che ci raggiungeranno gli altri considerata l'ora. Mi dispiace che mi hai dovuta aspettare per così tanto, ma ora possiamo andare a divertirci!>>
Il complimento che le fece le causo un improvviso rossore dal chè non se lo aspettava, sorrise imbarazzata e rispose mordicchiandosi il labbro inferiore:
<< Grazie, anche te non sei male con quel look cadaverico, è strano vederti calato completamente nella parte, invece dello "zombi elegante" che mi sarei aspettata.>>
Il giovane, da bravo gentleman, le aprì la porta e insieme si diressero sulle scale avvolte nella penombra, solo dei teschi con delle fiammelle dentro la bocca illuminavano quel percorso non tanto semplice per i suoi tacchi, ma l'adrenalina che lentamente stava iniziando a scorrerle nelle vene con l'avvicinarsi dell'entrata alla festa le aveva fatto scordare completamente di essere sopra dei trampolini.
Vedendola in difficoltà, Vath l'aiutò prendendola per un braccio, un gesto tanto gentile e altruista a cui non potè che ringraziare e sorridere in risposta.
Se l'uomo al suo fianco fosse riuscito a superare il dolore del perdere la moglie, ne sarebbe sicuramente uscito più forte di prima, sia per se stesso, sia per i figli che ora doveva crescere da solo, a parte l'aiuto suo e di Lia...
Magari in futuro avrebbe iniziato di nuovo a guardarsi attorno, infondo aveva solo 27-28 anni, non poteva restare solo per sempre, anche lui meritava di trovare di nuovo l'amore.
Amore.
Che bella parola... Un sentimento bello quanto imprevedibile... Nessuno sa quando, dove e con chi troverà l'Amore, tanto meno se sarà uno passeggero o quello eterno e perfetto come era stato quello tra i suoi genitori.
A quel pensiero, l'immagine di Aiden le comparve nella mente, veloce come un battito del cuore, seguito poi da un leggero dolore e senso di impotenza...
[ Non lo vedo da parecchio...
Dalla festa di fine anno organizzata da Hogwarts, e anche in quell'occasione non ho potuto parlargli, sembrava così irritato e di cattivo umore, che quando mi ha salutata per poi andarsene subito dicendole che non era serata, non me l'ero sentita di insistere...
DEVO dimenticarlo, è inutile inseguire una Chimera, continuerò a restarci male e per chi?
Per un ragazzo già impegnato, che giustamente non ha mostrato interesse nei miei confronti.
Mìreen, è ora di mettersi il cuore in pace e iniziare a guardarti in giro, togliti dalla testa sia Aiden sia Maurizio, così non rischierai di perdere le occasioni che il fato ti piazza davanti...
A cominciare da questa festa!]
Arrivati in cima, l'umore della ragazza era tornato in vena di divertimento, ma un vecchio dall'aria pervertita la fece sobbalzare e la sua mano scattò subito mano verso la pelle esposta e la cicatrice, in modo da coprirsi. Poteva sopportare le occhiatine, ma il pervertito bavoso proprio No.
Il vecchietto offrì loro una pasticca che dovevano ingerire per poter partecipare al party, Mìreen si girò verso Vath un po' incerta, in teoria Zonko è un burlone, non un assassino, quindi quella strana "caramella" non li avrebbe uccisi, ma chissà cosa sarebbe successo appena ingerita.
<< OooK, già che ci siamo e che mi sono ficcata in sto vestito striminzito, tanto vale continuare e rischiare.>>
Prese la pasticca e la ingoio come richiesto.
Non successe niente, controllò braccia, gambe e si toccò il viso, ma le sembrò tutto al suo posto, anche Vath sembrava esser lo stesso così si rilassò.
<< Oh Dea Madre, mi sono agitata senza mot...>>
Si bloccò appena sentì la propria voce.
Quella non era la sua voce! Era una voce bassa, sinuosa, sibilante... le ricordò un sacco quella della donna che piangeva sangue nei suoi sogni: una voce sempre femminile ma decisamente inquietante, come quella di uno spirito, di un fantasma, un'entità incorporea la cui voce è un concentrato di energia spiritica, imprecisa, leggera, come sospirata o sibilata dal vento.
Quella di Vath invece era troppo terrificante: grottesca, un serie di grugniti che ricordavano bestie feroci, ma ci stava bene con lo zombi-infero che aveva creato!
<< Mi sento un inquietante a parlare con questa Voooooceeee...>>
Allungò volutamente l'ultima parola per intensificare l'effetto che la pasticca aveva dato alla sua voce e una risata spettrale le uscì quando sentì di nuovo la voce di Vath.
<< Dai andiamo, non vedo l'ora di scoprire cos'altro ha riservato Zonko per i suoi invitati.>>
Appena la porta si aprì, notò la stanza immersa nella più nera oscurità, tranne che per una grande ciotola di punch di color rosso brillante, un po' distante dall'entrata.
Si girò nuovamente verso Vath un po' dubbiosa sul da farsi, ma dopo un'alzata di spalle tornò a sorridere e nel momento in cui fece il passo necessario per entrare, si ritrovò completamente avvolta dal buio... l'amico era sparito, restavano solo lei, il punch rosso e un sacco di suoni di ogni tipo, tutti inquietanti più della sua voce, alcuni addirittura spaventosi che le causarono inevitabilmente un brivido lungo la schiena.
[ E ora? Cosa succederà?]