Zonko Party

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view post Posted on 8/11/2018, 14:41
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We can MASTER the future.

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Festa di Halloween 2018
Capitolo I
Vath Remar
28 Anni
Purosangue
Dip. Ministeriale V° Livello C.M.I.
Acero, pelle di Runespoor, 12 pollici e 3/4, rigida.
Ex Serpeverde
Legilimens Apprendista
«Trick or Treat.»

Una lettera gli era arrivata la settimana prima, al lavoro, durante il proprio orario lavorativo. Il messaggio, scritto su una pergamena, dove Mìreen lo invitava alla festa organizzata da Zonko per Halloween. Avrebbe accettato l'invito immediatamente, nell'ultimo periodo si era disinteressato di qualsiasi cosa; pure del proprio compleanno e per questo Halloween non aveva pronto neanche il costume. L'invito di Mìreen tuttavia lo aveva smosso da quel torpore in cui affondava , la mente del ventottenne si attivò subito per trovare il costume migliore per quell'anno. Si sentiva morto interiormente, emotivamente, perché non trasportare quella condizione anche esternamente? Fu così che il giovane ideò il costume da Infero, il giorno stesso della festa aveva già tutto pronto. Sia il trucco, si ricordava il fatto che Rowena l'anno precedente per Halloween aveva usato una bottiglietta di magi cosmesi, che l'abito li aveva a portata di mano, il più era fare alcuni esercizi vocali allo specchio per apparire il più inquietante possibile. Aveva deciso anche di sbarbarsi, eliminando la barba che aveva lasciato crescere prima disordinatamente e successivamente in maniera curata, per tornare al viso pulito che possedeva. Su una cosa era convinto: i babbani in fatto di trucco erano inferiori ai maghi, materiali plastici, gomme siliconiche e struccanti non potevano nulla con l'effetto realistico che la vera pelle creava. Applicò il prodotto e attese che fece effetto, lentamente la pelle del volto, del torace, delle mani, delle braccia e dell'unico piede scalzo che aveva deciso di lasciare iniziarono a impallidire; le vene vennero messe in risalto e il volto si fece più scavato, attorno agli occhi apparvero delle occhiaie molto marcate e le labbra si fecero di un colore tra il bluastro e il lilla. L'unica cosa che mancava erano gli occhi, ancora così vivi, e l'ex Serpeverde optò per delle lenti magiche che si adattarono al volere del mago, in breve divennero vacui e lattiginosi. L'ultima parte non meno importante era per il pezzo di torace che la felpa, opportunamente trasfigurata per sembrare una sacca d'obitorio, lasciava scoperto, Vath decise per un trucco a taglio Y come nelle autopsie Babbane. Una volta pronto non poté che ammirarsi allo specchio e complimentarsi con sé stesso, prese la bacchetta e la infilò nella tasca interna della felpa, Materializzandosi al luogo dell'appuntamento poté vedere che fuori non c'era nessuno. Era arrivato poco dopo la mezzanotte, proprio quando un campanile lontano batteva i dodici rintocchi della mezzanotte. L'amica arrivò qualche minuto dopo, indossava un costume da regina degli inferi e Vath, dopo aver annuito all'amica, non poté che ridere a quella casualità. Vath alzò le braccia verso di lei e, strascicando il piede privo di scarpa, con lentezza si avvicinò a lei. Se la ragazza fosse rimasta ferma il dipendente avrebbe cercato di afferrare la mano come se dovesse farle un baciavano ma, all'ultimo secondo fece scattare i propri denti a pochi centimetri della pelle di Mìreen. Dopo essersi esercitato allo specchio la voce che il ventottenne andò a creare fu roca e bassa, inframezzata da gorgoglii. «Mia Regina. Sembra quasi che ci siamo messi d'accordo sull'abito, tu regina degli Inferi io...» Lascio in sospeso la frase, conscio che lei capisse ugualmente. Vath era morto con la morte di Sybella e quel costume serviva ad esorcizzare la propria perdita. L'occhio dell'ex Serpeverde cadde involontariamente sul décolleté ampio, poté notare sul busto di lei la cicatrice di una triquetra impressa a fuoco sulla pelle dell'amica che, per l'occasione, aveva scelto un vestito gotico, con pizzi e tulle dai colori scuri, gli occhi di color rosso avevano sicuramente lenti colorate mentre in testa un diadema impreziosiva la capigliatura scura quanto la notte, la pelle di lei era più pallida del solito e tutto l'insieme creava un bell'effetto. L'uomo si concesse solo per un istante di uscire dal copione del suo costume e, schiaritosi la voce, riprese la propria postura eretta e disse alla giovane. «Sei dannatamente affascinante come signora degli Inferi.» Non le disse nulla della cicatrice, si ricorda a che fosse una triquetra perché gli aveva mostrato il simbolo il primo giorno che si erano incontrati ma per rispetto della sua privacy non le chiese nulla di quella cicatrice. Da bravo conoscitore dell'animo umano sapeva che, con il tempo necessario, l'amica si sarebbe aperta anche al rivelargli quelle confidenze. Le parole di lei gli fecero avere un sorrisetto sfrontato ma che, con la pelle così pallida e tirata sembrava più un ghigno maligno. Aprì la porta ma, prima di entrare, fece passare l'amica e una volta entrati in quel luogo scarsamente illuminato Vath mantenne il passo strascicato ma, nonostante questo, sulle scale aiutò l'amica che stava su un paio di tacchi vertiginosi. In cima ci fu un vecchietto ad attenderli, forse proprio Zonko in persona ma dato che Vath non lo aveva mai visto poiché mai aveva frequentato il suo negozio non seppe dirlo con certezza. Il party richiedeva come unico "obbligo" l'ingerimento di una pillola, il ministeriale non pensò che fosse qualche sostanza illegale, se fosse stato così il giorno dopo il ministero stesso avrebbe fatto irruzione nel negozio di scherzi di Hogsmeade e così, presa in mano la portò alla bocca e la mandò giù. Non ci furono cambiamenti significativi esteriori ma, quando l'irlandese parlo la sua voce si era fatta più bassa, sinuosa e sibilante, Vath cercò di risponderle ma le uniche cose che gli uscirono dalle labbra furono dei gemiti. Halloween party, voce terrificante, Vath sorrise e l'uomo si avvio nella stanza seguendo Mìreen, il buio più totale li accolse, solo in lontananza c'era una ciotola per quello che Vath ritenne punch. Il buio non lo disturbava, anzi il buio era un intimo amico di Vath sapeva che non sarebbe accaduto nulla a quella festa e, perché no, poteva spaventare un po' di persone con la rappresentazione del suo Infero.

Azioni concordate con Mìreen N. K. Fiachran.

Narrato ~ «Parlato» ~ “Pensato”
PS:214/214 ~ PC:143 ~ PM:141 ~ PE:28,5

code © by Vath Remar




Edited by Vath Remar - 8/11/2018, 18:47
 
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view post Posted on 8/11/2018, 18:20
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Mìreen Fiachran
◆ 25 ◆ Sangue BANSHEE ◆ P. Antimago
Festa di HALLOWEEN 2018
- ZONKO PARTY -

Lunghi capelli neri come la notte più scura.
Pelle bianca come neve.
Occhi rossi come il sangue.
Labbra del colore del Peccato, quella che per i Cristiani era stata colta da Eva e aveva tentato Adamo, oppure la mela rossa di Biancaneve, che con un solo morso la fece cadere in un sonno paragonabile alla Morte stessa... solo il bacio del suo vero amore l'aveva risvegliata.
Mìreen sospirò, in ogni favola che conosceva, c'era sempre una giovane fanciulla che veniva salvata dal bel principe e i due innamorati alla fine vivevano felici e contenti.
Solo in una storia la principessa perdeva il suo amato e lo compiangeva fino a consumarsi del tutto...
Lei non aveva bisogno di esser salvata, era forte e abile anche da sola, non era una principessa debole e indifesa, era lei quella che salvava... eppure sentiva che qualcosa era cambiato dentro di lei c'era qualcosa da combattere, qualcosa di nascosto, che aspettava di svegliarsi, ma non si trattava di un drago come nelle favole...
Allora che cos'era?
Il suo cuore ferito?
La sua anima? La cui oscurità di recente sentiva farsi sempre più forte?
Forse era il motivo per cui, per la festa di Halloween, aveva deciso di vestirsi da Regina delle Tenebre...
Forse non riusciva a trovare il suo principe perchè non era una principessa come Biancaneve, ma la Regina Cattiva, che alla fine voleva solo essere la più bella del reame. Bassa autostima? Chissà...
La Morte del suo sogno... o meglio incubo, l'aveva chiamata "Oscura Creatura"... Perchè?
Mentre si truccava non faceva che ripensare a ciò che la sua mente le aveva fatto vedere e sentire, non si aspettava di rivedere l'oscura figura che già la sera della morte del padre si era presentata e l'aveva spaventata e confusa, certo non era paragonabile a ciò che era successo dopo, ma perchè era tornata a farsi viva nei suoi sogni proprio adesso?


[ Mìreen ti stai facendo troppi problemi.
Era un sogno e basta, non cervellarti senza motivo, ne hai già abbastanza di cose a cui pensare... tipo a camminare con quei terribili tacchi e a nascondere il decoltè.]


Quando era andata al casolare di sua nonna in Irlanda per cercare un vestito adatto all'occasione nell'enorme soffitta, ne aveva trovato uno perfetto, meraviglioso con tutto quel pizzo nero ricamato con rose sempre nere... e, perfettamente coordinato, nello stesso baule, aveva scovato pure un velo nero dello stesso tessuto e ricami.
Aveva poi modificato magicamente la sottana accorciandone il davanti per renderla più comoda e moderna e l'effetto finale era veramente intrigante.
Aveva avuto però un problema non da poco con la parte superiore dell'abito: il corsetto rosso, anch'esso ricamato con fiori neri, era parecchio aderente, era riuscita ad entrarci grazie ai chili persi da quando si era trasferita a Londra, ma si capiva che la precedente proprietaria del vestito oltre ad esser stata parecchio magra, non aveva neanche la metà del suo seno, risultato: il suo decolté era completamente schiacciato dal corsetto e non solo sembravano più grandi, ma doveva continuamente rimetterselo a posto per evitare che "si vedesse troppo".
Quando aveva indossato il vestito e mostrato il problema alla madre, la sua affermazione stupita era stata "Che bocce!" seguita da una risata durata quasi un'ora, mentre la ragazza alquanto irritata, malediceva e lottava contro lo stretto tessuto nella speranza di allargarlo con la forza bruta per far respirare "le gemelle".


<< Mìreen, di cosa ti preoccupi?
Sei una bella ragazza, single, di 25 anni, che và a festeggiare Samhain... o come lo chiamano tutti "Halloween" con gli amici.
Non è la vera cerimonia che faremo prima della festa, se ti presentassi così vestita a QUELLA è probabile che tua nonna ti diseredi dalla famiglia, ma se vai alla festa di Zonko più provocante del tuo solito non ci saranno problemi, infondo è Halloween!>>


Lo aveva detto sollevando le braccia in aria come che stesse esultando, come che aspettasse quel giorno da tutta una vita, la cosa lasciò Mìreen insospettita, ma ci diede poco peso, così tornò a guardarsi allo specchio grattandosi distratta la cicatrice lungo il braccio sinistro, mentre la madre riprendeva a parlare, più tranquilla...

<< Rischia, osa, sarà la notte delle streghe, le tenebre regneranno sovrane, le creature delle leggende diventeranno realtà e gli spiriti camminano in mezzo a noi... - uno strano sospiro sfuggì alla donna, come che un pensiero l'avesse attraversata, per poi continuare - Approfittane! Magari incontrerai qualche bel vampiro da cui farti mordere così sbrilluccicherai anche te sotto il sole!>>

A quelle parole Mìreen divenne rossa dall'imbarazzo e tirò il corsetto, che era riuscita finalmente a sfilarsi, contro la madre...

<< Sapevo io che era uno sbaglio farti vedere la saga di Twilight!>>

<< Sì certo, vallo a dire ai poster di Edward e quello piccolo di Jacob che hai appeso dentro l'anta dell'armadio credendo che non li scoprissi...>>

Sta volta fu la coroncina nera con pietre rosse a volare contro la faccia di Sheryda, la quale la schivò per un soffio, occupata com'era a ridere.

Alla fine si era fatta convincere non solo a mettere il vestito senza interventi magici per allargarlo, ma pure a indossare dei tacchi alti neri che doveva ammettere star bene con l'insieme.
Lo specchio le restituì l'immagine della donna che aveva sognato quella spaventosa notte: pelle bianca, occhi e labbra rosse come il sangue, ma i capelli li aveva tenuti del suo colore naturale, era stata tentata di colorarli rossi, ma poi l'effetto "Oscura Signora" rischiava di perdersi e di nascondere l'impegno che ci aveva messo per mettere le lentine colorate e l'intera ora passata a truccarsi.
Suo fratello le aveva mostrato il volantino qualche settimana prima, ma non vi avrebbe partecipato, dopo Samhain aveva già una festa a casa di amici a cui andare, così la ragazza era stata ben felice di invitare i suoi colleghi e la sua migliore amica.
Aveva mandato una lettere a Issho e a Vath, Lia l'aveva chiamata ma non le era sembrata pienamente convinta e a Maurizio glielo aveva detto a voce, essendo colleghi nella stessa squadra, ma era più un No il suo.
Purtroppo solo Vath le aveva dato la conferma che ci sarebbe stato, degli altri non ne sapeva niente...


[ Forse minacciarlo di devastargli il giardino coi colori della mia ex-casata è servito!
Quel ragazzo ha decisamente bisogno di distrarsi con tutto quello che ha passato dalla scomparsa della moglie... Speriamo che sta sera ci riesca e speriamo anche che Zonko non abbia esagerato col Party, o tornerò a casa con una qualche nuova fobia e di chissà che colore.]


Quando ebbe finalmente finito di prepararsi, si osservò soddisfatta del lavoro svolto, era ancora in dubbio a riguardo del decoltè, inoltre era la prima volta che mostrava così apertamente la sua cicatrice, solo con Lia, Maurizio e Vath l'aveva fatto, ma essendo Halloween probabilmente l'avrebbero tutti scambiata per un trucco di scena, magari fatta con quei materiali babbani da teatro con cui realizzavano imperfezioni della pelle come tagli e appunto cicatrici...
Ormai comunque era tardi e la mezzanotte era bella che passata, non aveva più tempo per ripensamenti.
Mise la bacchetta in un lembo di tessuto del corpetto, cucito appositamente per averla dietro ma ben nascosta, indossò la tiara a cui aveva magicamente attaccato il velo e, borsetta al braccio, si infilò nel suo solito vicolo buio per smaterializzarsi ad Hogsmeade, per poi dirigersi più svelta che poteva (e che quei tacchi le consentivano) verso la fabbrica in disuso dove si sarebbe svolta la festa.
L'aria era fredda ma per fortuna non c'era molto da camminare, percorse il tratto di strada abbastanza veloce, il velo che le svolazzava dietro in una inquietante visione... intanto, per distrarsi dai brividi che il villaggio buio e sinistro le dava, provò a indovinare chi dei suoi amici/colleghi si sarebbe presentato e con quale costume.

Arrivata al luogo della festa, l'unica persona che vide ad aspettarla fu Remar, non lo riconobbe subito per via di tutto il trucco che ne aveva modificato i lineamenti del viso, ma doveva ammettere che aveva fatto proprio un gran bel lavoro, molto realistico.
Il viso appariva smorto e pallido, gli occhi erano cerchiati con un colore scuro che li facevano sembrare pesti e lividi, le labbra erano di un blu inquietante... sembrava veramente un cadavere e il sacco da obitorio poi aveva accentuato l'effetto finale.


<< Complimenti! Cavolo se è fatto bene il trucco! Chi te l'ha fatto??
Ma con cosa ti sei vestito? Oddio, ma è un sacco da obitorio?? Grande ideaaa! >>


Se se lo era fatto da solo il trucco, si era per forza studiato un libro di anatomia post-mortem per sapere dove andava messo il colore e con quale sfumatura, il sacco da morto poi era stato il tocco finale D.O.C.
Stava ancora studiando il travestimento di Vath, quando questo le prese la mano, subito pensò le volesse fare il baciamano, come aveva fatto alla festa di Carnevale mesi prima, ma invece la stupì fingendo di volergliela morsare come avrebbe fatto un vero zombi...
Le scappò una risata divertita, ma dentro di sè dovette ammettere che, ora che l'amico era tornato single, la semplicità con cui prima gli stava affianco non era più la stessa, certo la voglia di sfidarlo e provocarlo in difesa dei vecchi tempi ancora c'era e spesso veniva fuori quando si incrociavano a lavoro, ma qualcosa era cambiato...
Forse stava esagerando, alla fine si trattava sempre di Vath Remar, era sempre lui: l'ex-Serpeverde autoritario e perfettino... e, a quanto pareva, tornato sbarbato come lo aveva conosciuto.
Chissà se era un segno che si stava riprendendo piano piano dalla perdita subita... Sicuramente la battuta sulla Regina degli Inferi, e lui si era travestito proprio da Infero non le era sfuggita, e non poteva che esser un buon segno della sua ripresa emotiva.

Si era tanto concentrata su ciò che le aveva provocato quel gesto, che si era scordata del corsetto e di ciò che mostrava... l'occhio dell'amico era immancabilmente caduto proprio sul decoltè, appena lo scoprì a sbirciare, subito si girò dalla parte opposta per tirarsi su il corsetto, gesto ripetuto già più volte da quando aveva varcato la soglia di casa, il reggiseno a fascia senza spalline che indossava almeno aiutava ad evitare che si vedesse ciò che doveva restare nascosto dietro il vestito.
Rigirandosi nella sua direzione, lo guardò minacciosa, leggermente rossa in viso dall'imbarazzo, beccandolo poi a ghignare soddisfatto...


<< Non un commento sul davanzale o sarai morto per davvero. - fece due passi verso la porta e aggiunse - Entriamo prima che mi congelo, la scelta del pizzo non è stata proprio la migliore con questo freschino e dubito che ci raggiungeranno gli altri considerata l'ora. Mi dispiace che mi hai dovuta aspettare per così tanto, ma ora possiamo andare a divertirci!>>

Il complimento che le fece le causo un improvviso rossore dal chè non se lo aspettava, sorrise imbarazzata e rispose mordicchiandosi il labbro inferiore:

<< Grazie, anche te non sei male con quel look cadaverico, è strano vederti calato completamente nella parte, invece dello "zombi elegante" che mi sarei aspettata.>>

Il giovane, da bravo gentleman, le aprì la porta e insieme si diressero sulle scale avvolte nella penombra, solo dei teschi con delle fiammelle dentro la bocca illuminavano quel percorso non tanto semplice per i suoi tacchi, ma l'adrenalina che lentamente stava iniziando a scorrerle nelle vene con l'avvicinarsi dell'entrata alla festa le aveva fatto scordare completamente di essere sopra dei trampolini.
Vedendola in difficoltà, Vath l'aiutò prendendola per un braccio, un gesto tanto gentile e altruista a cui non potè che ringraziare e sorridere in risposta.
Se l'uomo al suo fianco fosse riuscito a superare il dolore del perdere la moglie, ne sarebbe sicuramente uscito più forte di prima, sia per se stesso, sia per i figli che ora doveva crescere da solo, a parte l'aiuto suo e di Lia...
Magari in futuro avrebbe iniziato di nuovo a guardarsi attorno, infondo aveva solo 27-28 anni, non poteva restare solo per sempre, anche lui meritava di trovare di nuovo l'amore.
Amore.
Che bella parola... Un sentimento bello quanto imprevedibile... Nessuno sa quando, dove e con chi troverà l'Amore, tanto meno se sarà uno passeggero o quello eterno e perfetto come era stato quello tra i suoi genitori.
A quel pensiero, l'immagine di Aiden le comparve nella mente, veloce come un battito del cuore, seguito poi da un leggero dolore e senso di impotenza...


[ Non lo vedo da parecchio...
Dalla festa di fine anno organizzata da Hogwarts, e anche in quell'occasione non ho potuto parlargli, sembrava così irritato e di cattivo umore, che quando mi ha salutata per poi andarsene subito dicendole che non era serata, non me l'ero sentita di insistere...
DEVO dimenticarlo, è inutile inseguire una Chimera, continuerò a restarci male e per chi?
Per un ragazzo già impegnato, che giustamente non ha mostrato interesse nei miei confronti.
Mìreen, è ora di mettersi il cuore in pace e iniziare a guardarti in giro, togliti dalla testa sia Aiden sia Maurizio, così non rischierai di perdere le occasioni che il fato ti piazza davanti...
A cominciare da questa festa!]


Arrivati in cima, l'umore della ragazza era tornato in vena di divertimento, ma un vecchio dall'aria pervertita la fece sobbalzare e la sua mano scattò subito mano verso la pelle esposta e la cicatrice, in modo da coprirsi. Poteva sopportare le occhiatine, ma il pervertito bavoso proprio No.
Il vecchietto offrì loro una pasticca che dovevano ingerire per poter partecipare al party, Mìreen si girò verso Vath un po' incerta, in teoria Zonko è un burlone, non un assassino, quindi quella strana "caramella" non li avrebbe uccisi, ma chissà cosa sarebbe successo appena ingerita.


<< OooK, già che ci siamo e che mi sono ficcata in sto vestito striminzito, tanto vale continuare e rischiare.>>

Prese la pasticca e la ingoio come richiesto.
Non successe niente, controllò braccia, gambe e si toccò il viso, ma le sembrò tutto al suo posto, anche Vath sembrava esser lo stesso così si rilassò.


<< Oh Dea Madre, mi sono agitata senza mot...>>

Si bloccò appena sentì la propria voce.
Quella non era la sua voce! Era una voce bassa, sinuosa, sibilante... le ricordò un sacco quella della donna che piangeva sangue nei suoi sogni: una voce sempre femminile ma decisamente inquietante, come quella di uno spirito, di un fantasma, un'entità incorporea la cui voce è un concentrato di energia spiritica, imprecisa, leggera, come sospirata o sibilata dal vento.
Quella di Vath invece era troppo terrificante: grottesca, un serie di grugniti che ricordavano bestie feroci, ma ci stava bene con lo zombi-infero che aveva creato!


<< Mi sento un inquietante a parlare con questa Voooooceeee...>>

Allungò volutamente l'ultima parola per intensificare l'effetto che la pasticca aveva dato alla sua voce e una risata spettrale le uscì quando sentì di nuovo la voce di Vath.

<< Dai andiamo, non vedo l'ora di scoprire cos'altro ha riservato Zonko per i suoi invitati.>>

Appena la porta si aprì, notò la stanza immersa nella più nera oscurità, tranne che per una grande ciotola di punch di color rosso brillante, un po' distante dall'entrata.
Si girò nuovamente verso Vath un po' dubbiosa sul da farsi, ma dopo un'alzata di spalle tornò a sorridere e nel momento in cui fece il passo necessario per entrare, si ritrovò completamente avvolta dal buio... l'amico era sparito, restavano solo lei, il punch rosso e un sacco di suoni di ogni tipo, tutti inquietanti più della sua voce, alcuni addirittura spaventosi che le causarono inevitabilmente un brivido lungo la schiena.


[ E ora? Cosa succederà?]

◆ codice role Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


//Le azioni autoconclusive sono state concordate in precedenza con Vath in chat privata.

Edited by LadyShamy90 - 8/11/2018, 18:50
 
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view post Posted on 9/11/2018, 13:41
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss

Zonko Party - Halloween 2018













Era quindi un gioco quello di divertirsi con le paure altrui?
Aiden Weiss cercò di mostrarsi immune dinanzi alla voce che irruppe nella stanza, probabilmente del signor Zonko in persona, ringraziando qualsiasi Divinità esistente che anche in quella occasione avesse la faccia accuratamente celata dietro una maschera; semmai non l’avesse avuta e al posto di quel buio profondo quanto la gola dell’Inferno ci fossero state anche le luci più flebili, probabilmente chiunque avrebbe potuto scorgere l’ombra di un ringhio sommesso. Se la risata maligna che aveva seguito l’annuncio sembrò segnare il prologo di un’intensa nottata tra urla di terrore e colpi di scena non propriamente desiderati, la musica da circo sembrò invece la portatrice di un triste capitolo, ma che non era di certo l’epilogo in assoluto.

La mente dell’Auror venne riportata indietro nel Tempo, quando non era altro che un bambino di otto anni che doveva ancora assaporare il brivido della vera paura e che non aveva fatto altro che pregare suo padre di portarlo al Cirque du Freak. Ricordava perfettamente ogni dettaglio, ogni colore e suono, persino gli odori. L’aroma del fieno sparpagliato sul terreno, la sabbia fine che si alzava in un immenso polverone sotto ai piedi degli artisti del circo, la sirena che fendeva l’aria in modo acuto e fastidioso mentre una piccola macchina gialla simile ad uno dei taxi americani si muoveva a tutta birra, il fetore del sudore dei presenti prodotto da quei macabri colpi di scena. Aiden batteva le mani con entusiasmo, inconsapevole che da lì a pochi attimi sarebbe rimasto segnato per sempre da un terribile trauma, inerme ed incapace di prevedere il Futuro, altrimenti se ne sarebbe andato volentieri prima che fosse troppo tardi.
Le luci divennero di un rosso rubino mentre gli sportelli gialli si spalancarono di botto, un’ondata di sangue caldo come quello appena versato andò ad investire l’intera tribuna da capo a piedi. Il giovane fulvo urlò, tra il terrore e il disgusto, mentre tre figure macabre uscirono dal veicolo, vestiti come dei classici clown ma più terrificanti e maligni: avevano artigli e zanne aguzze, fatte per dilaniare la carne, occhi colmi di malvagità e freddi come il ghiaccio. Aiden urlò e lo fece più forte di prima, la gola dolorante e i polmoni che bruciavano per l’immane sforzo.
Quello fu l’inizio della sua paura più grande, poiché l’ultimo capitolo lo concluse suo fratello Richard, il sangue del suo sangue, colui che odiava con tutto sé stesso il proprio fratellino simile in tutto e per tutto al padre. Il secondogenito di Charles Weiss aveva indossato i panni di un macabro clown e aveva
quasi fermato il cuore del povero terzogenito, spingendolo a reagire d’istinto, quello della sopravvivenza, tanto da balzare addosso a Richard e tempestarlo di pugni fino a quando le robuste mani del genitore non l’avevano fermato.

L’Auror quindi sprofondò nello sconforto più totale, conscio del fato che avrebbe dovuto lottare pur di non venire sopraffatto dalla sua più antica paura. Udire quella musica lo portò a sfiorare la pazzia, tant’è che mollò il sacchetto contenente i panini e si portò la mano alla testa, urlando di puro terrore.
Nessuno era mai stato a conoscenza di quella sua fobia per i clown, nessuno se non la sua stessa famiglia; e Richard era talmente orgoglioso e tronfio che conservò per sé stesso quello strumento di tortura, piuttosto che cedere quell’esclusiva assoluta a qualcun altro, persino ai suoi stessi concasati. Zonko, però, pareva essergli entrato nella testa in cerca di qualcosa che potesse indurlo a piegarsi, spezzando così il suo ancestrale coraggio.
«NOOOOO!!!» L’urlo demoniaco dell’Auror, profondo e cavernoso, avrebbe potuto sovrastare qualsiasi altro suono, persino la musica da circo, facendo vibrare la terra per la potenza e disperazione che vi impresse.
La gola bruciava come se avesse ingoiato dei tizzoni ardenti, la maschera che aveva indosso si faceva sempre più opprimente, tanto da provocargli un senso di claustrofobia; tuttavia non se la sfilò di dosso, mentre l’istinto di sopravvivenza sembrò possederlo quanto uno spirito demoniaco. La mano destra, armata di prosciutto stagionato, prese a fendere l’aria davanti a sé, mulinando a destra e a sinistra senza alcuna distinzione o mira precisa, deciso più che mai a colpire qualsiasi tipo di minaccia di natura pagliacciosa fosse mai riuscita ad avvicinarsi a lui, nonostante quel buio.
«NON MI AVRETE MAI!!!» tuonò con rabbia.
Nonostante fosse spaventato, Weiss era ora governato da un’emozione più potente: la Furia.



 
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Lia Soxilia
view post Posted on 10/11/2018, 21:18





Ecate Soxilia O'Connore8DNuj
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Domare la bestia che è in noi, significa prima aver accettato che c'è.


Halloween, la festa dei morti,una ricorrenza che per lei era più che altro dell'inizio della sua vita; era passato un anno da quando a quella festa alla testa di porco aveva finalmente sentito di essere viva, di avere un posto nel mondo, di essere importante almeno per qualcuno. Era passato un anno eppure per lei era passata una vita ed un secondo: aveva ancora dubbi sul vero motivo del perché si trovasse a Londra a fare quella vita che le stava portando gioie così come dolori, eppure era una persona completamente nuova con una certezza e con dei sentimenti che riusciva a comprendere meglio... E poi c'erano il viso di Drinky e quegli occhi grandi di Aida, quelli erano i due grandi simboli di un cambiamento interno che non si aspettava di avere in solo un anno.
Quell'anno era stata Mireen ad invitarla, ma Lia sapeva che l'amica voleva in realtà uscire con il cugino e provare a tirarlo su di morale per la scomparsa di Sybella; la festa era solo una scusa ma non costava nulla farci un salto e poi dalle indiscrezioni che aveva sentito al lavoro anche i giovani primini di Hogwarts avevano il permesso di andare. Magari anche Ven..Aida ci sarà... Da quando l'aveva incontrata non smetteva di pensarci e spesso andava a toccare il piccolo tatuaggio che portava in sua memoria: avrebbe così tanto voluto poterle stare vicino e magari conoscerla e diventarle amica, forse solo un giorno futuro le avrebbe detto la verità e avrebbe scoperto cosa la giovane pensasse.
Si vestì di tutto punto convinta di aver azzeccato il tema: un paio di stivali alti di pelle nera con il tacco a spillo, delle calze a rete grande nere, il body rosso fuoco con una lavorazione in pelle nera e il fondo di piume, un cappellino da poliziotta, un paio di guanti neri decorati di perle e una frusta finta; il trucco era semplice rossetto rosso fuoco e i capelli erano per la maggior parte raccolti in uno chignon dentro il cappellino. Prese il mantello in cui riponeva la bacchetta e si smaterializzò fuori dal locale dove si svolgeva la festa: un vecchio negozio di tappeti sgangherato.
Non le ispirava molto quel posto in più non aveva visto nessuno che conoscesse nemmeno Mireen, così decisa ad aspettare accese una sigaretta appoggiandosi con le spalle e un tacco al muro; il fumo denso di nicotina e catrame l'avvolse facendole tornare i mille pensieri che l'avevano svegliata quella mattina e le mattine precedenti: aveva trovato una sorta di equilibrio fra le sue parti interne, lo avvertiva chiaramente, eppure qualcosa ancora non andava ad incastrarsi nel posto giusto lasciandola in bilico sul filo di un rasoio da cui poteva solo cadere. Fu sentendo il tonfo di una persona caduta al suolo che Lia si distrasse cercando con i due diamanti di ghiaccio chi fosse caduto: era una giovane ragazzina vestita da fantasma morte che le era caduta ai piedi, aveva i capelli morbidi scuri che le scendevano lungo il viso affilato e un paio di grandi occhi che fissavano il mondo increduli. "Aida!" Lo aveva detto resasi conto del tutto e aiutando la piccola a rialzarsi, non sapeva come ma la bambina era inciampata proprio davanti a lei. "Stai bene? Hai battuto la testa? Ti sei fatta male?" Lia era in allarme, qualcosa la faceva agire con l'ansia e la preoccupazione di un familiare più che di una medimaga e ciò la scombussolò non poco; ma appurato che Aida era sana, l'ansia calò e la donna decise di accompagnarla dentro. "Non sapevo saresti venuta, di solito quelli del primo anno non possono uscire da Hogwarts senza accompagnatore. Avrei potuto passarti a prendere.... Sempre se ti andava... Comunque ti va di entrare? Io stavo giusto per avviarmi..." La sigaretta ancora a metà bruciava sulla strada negando quell'affermazione mentre le due entravano insieme intente a parlare.



Le azioni sono concordate con Aida
 
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view post Posted on 11/11/2018, 16:43
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Ocean eyes.

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«Ma la tua voce?!»
Rise divertita mentre prendeva consapevolezza della modifica spettrale che anche il suono delle sue parole aveva preso. Un demone terrificante sembrava averla impossessata, il suono potente e scuro che uscì dalle sue labbra espandendosi all'interno della stanza, le fece venire i brividi.
Non ebbe il tempo si replicare o di fare ulteriori commenti su quanto appena accaduto. Il punch impazzito, che aveva iniziato ad emanare una luce forte e penetrante, l'aveva catturata totalmente. Si sentiva come un insetto attratto da un'energia artificiale e la voglia di avanzare, per sapere cosa vi era all'interno, la pervase.
Prima ancora di muovere i passi verso l'oggetto luminoso, socchiuse leggermente gli occhi lasciandosi catturare dal suono della voce che diede inizio alla festa. Essa le rimbombò nella mente, allo stesso modo le trombette e la risata inquietante, tanto da farla fremere. Un mix di emozioni fra paura e gioia la invasero. Sentì un brivido lungo la colonna vertebrale, preda della curiosità e dell'ansia che le avevano avvolto la mente. Mentre iniziava ad avvertire il pavimento tremare sotto i piedi, il vuoto le riempì lo stomaco paralizzandola.
«Cosa diav-»
Barcollò leggermente indietro mentre la presa dalla mano di Wolf si dissolse completamente. Il pugno si chiuse catturando l’aria e del ragazzo non vi era più traccia.
«Wolf?» chiamò il Serpeverde, allungando le mani in avanti con la speranza di trovare il ragazzo.
«Se mi stai facendo uno scherzo non ti garantisco l’incolumità, lo sai!»
Di nuovo la sua voce, inquietante, si disperse nella stanza confondendosi con la musica tenebrosa. La situazione di totale panico la colpì senza mezze misure. Sentirsi isolata in una stanza all'interno della quale non conosceva nulla, riusciva a destabilizzarla al punto di non farle avere il controllo totale delle sue azioni.
Agì d'istinto senza pensare a cosa fosse giusto o sbagliato. Aveva, così, afferrato la bacchetta con il cuore in gola avanzando dritta verso l'unica fonte di luce visibile. Al buio era una preda, priva di ogni possibilità di difesa, avrebbe voluto illuminare i suoi passi cercando di capire dove le sarebbe stato consentito muoversi. Il pavimento, dopo la scossa, avrebbe potuto avere qualche qualche ripercussione, una spaccatura poteva aver aperto il lastricato e lei non aveva alcuna intenzione di cadere.
Dove diavolo sei finito?!
«Lumos Solem!» tese il braccio in avanti.
Se l'incanto avesse avuto esito positivo, avrebbe potuto sperare di muoversi con più facilità e di vedere chi si celava dietro quello scherzo infernale.

 
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view post Posted on 11/11/2018, 19:43
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non cliccare

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Aveva sempre odiato la festa di Halloween, ma quella sera contro ogni aspettativa aveva deciso di andare a Hogsmeade magari per una semplice passeggiata. Gli sembrava uno spreco non approfittare della possibilità data dal preside di potersi recare nel villaggio vicino la scuola anche solo per una burrobirra e tornare al castello.
Così mosso dalla voglia di camminare uscì dall’ingresso principale alla volta di Hogsmeade, nel suo cammino incontrò tanti studenti, uno più sconosciuto dell’altro ma qualcosa lo stupì: alcuni di loro parlavano di una festa da Zonko. Chissà cosa aveva organizzato il vecchio mago che conosceva solo per fama e per via del suo negozio di scherzi.
Continuò a camminare senza pensar molto alla festa ma tenendo ben a mente la sua burrobirra.
Una volta arrivato alle porte del villaggio decise che era meglio percorrere tutta la via principale prima di dar fondo al bicchiere che tanto anelava. Ogni casa, così come ogni negozio erano davvero ben addobbati per la festa di quella sera, era davvero un piacere per gli occhi vedere tutte quelle decorazioni e luci, nemmeno a dirlo macabre come mai, ma lo divertivano e non poco.
Si ritrovò davanti Zonko senza essersene accorto, lesse la locandina della festa, addirittura il vecchio mago aveva deciso per una location davvero bella, una fabbrica in disuso poco fuori il villaggio.
Abbassò la testa in direzione dei tre manici di scopa ma mentre camminava ebbe come la sensazione quasi sadica di dover andare a quella festa, si fermò di botto e iniziò a pensare ai pro e i contro di presenziare ad una festa di Halloween, quanto poteva essere sbagliato? In realtà qualunque cosa avrebbe potuto accendere l’interruttore che doveva rimanere spento almeno alla vista di altre persone, ovviamente era già complicato in condizioni normali, figuriamoci in una festa dove il fattore scatenante poteva nascondersi in qualunque avvenimento.
Ma di certo non poteva smettere di vivere e forse, anzi sicuramente, solo per quella ragione si girò e andò alla volta della vecchia fabbrica come un toro verso il drappo rosso, analogia non troppo lontana dalla verità.
Arrivato all’ingresso era quasi convinto ad entrare anche se qualcosa ancora lo frenava, magari avrebbe potuto semplicemente bere quella burrobirra e tornare in sala comune. *NO!*. Era tempo di entrare, così apri la porta di legno avanti lui che non fece attendere il suo macabro cigolio. *Andiamo Bene*. Iniziò la sua scalata di quella scala non poco macabra anche se evidentemente decorativa, guardandosi a destra e sinistra passo dopo passo, non sapeva cosa aspettarsi dal proprietario di un negozio di scherzi. Arrivato all’ultimo gradino il vecchio mago si palesò e Derek lo guardò, gli diede il benvenuto e lo invitò a prendere una pastiglia. Derek la dettava in mano, non era sicuro di quanto stesse facendo, era davvero indicato per lui farlo? *Al diavolo*.

Immagino sia per il mal di testa
Disse senza pensare, la porto alla bocca e giù come fosse niente. Indicatagli la strada Derek la percorse, si ritrovò davanti ad una porta a doppia anta di legno, così aprendo quella di sinistra si avventurò in corridoio davvero strano, infatti quasi ad ogni passo del Corvonero la luce diveniva sempre più fioca. *Ok, bella pensata*. D’un tratto tutto fu buio ad eccezione di una ciotola di qualcosa che evidente era da bere, forse punch, color rosso brillante, non proprio il suo colore preferito, non è che era richiesto un particolare abbigliamento?.* E' buio Hide, che vuoi che importi*. *Eccoci qui*. Forse era meglio avventurarsi verso l'unica fonte di luce presente o magari avrebbe atteso fermo prima di dar vita alla sua voglia di bere qualcosa, considerata anche tutta la strada fatta.





 
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view post Posted on 12/11/2018, 07:28
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Il Fato

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Gente dentro, gente fuori dalla festa.
Quel luogo, che fino a poche ore prima era stato desolato, ora era divenuto il fulcro principale dell’attenzione di giovani e adulti amanti del rischio.
Mentre molti iniziavano a saggiare le “stranezze” della stanza, altri, leggermente più cauti, aspettavano ad addentrarsi nel luogo del massacro, cercando il momento maggiormente opportuno per prendere la tanto agognata decisione.

-Cosa state aspettando voi due qua fuori? Andate da Gregory a farvi dare le pasticche. Vi state perdendo il meglio della festa.-

Disse un quarantenne alto poco più di un metro e quaranta, leggermente ingobbito a Ecate e Aida per poi entrare nell’ingresso principale.
Era assurdo, in quel posto Zonko aveva previsto anche un “buttadentro” alla festa, forse proprio per evitare che occhi indiscreti si poggiassero sulla fabbrica.

-Stesso discorso vale per voi, piccioncini. Pasticca e dentro la festa, qui non c’è un attimo da perdere.-

Aggiunse con poca nonchalance a Oliver lo strano individuo.
Certo c’era da dire che quello strano essere, calvo, si dava molto da fare. Per quale diamine di motivo?




Mentre i ragazzi fuori dalla festa si accingevano a fare la loro comparizione, i personaggi presenti in sala si beccavano quanto di più anomalo potesse succedere in quel luogo.
Casey, dopo aver risposto al corvo con il suo sussurro orangotesco, tracannò tutto d’un fiato parte del punch presente nella ciotola, trasformandosi in un fantasma con un braccio (precisamente il sinistro) mozzato e con una testa nella mano destra.
Che stranezza! Certo fortuna voleva che quell’intruglio gli desse anche dei benefit. Infatti, sotto lo sguardo sveglio di Wolfgang, la ragazza ora poteva vedere per un raggio abbastanza ampio nella festa, riuscendo ad individuare altre due persone oltre al Serpeverde (Dereke Aiden).
Se la giovane avesse voluto spostarsi velocemente verso una di quelle persone, lo avrebbe potuto fare, volando, e sarebbe stata visibile a loro, solo che purtroppo sarebbe stata irriconoscibile. Ora doveva sfruttare quel potere nel migliore dei modi. Come si dice? Da grandi poteri derivano grandi responsabilità.

Al contrario di Wolgang, fortunato ad incontrare una nuova compagna di viaggi, Megan si trovava sola nel buio pesto.
Era veramente una situazione pessima quella in cui versava la Corvonero la quale, non trovando soluzione migliore, provò a scagliare un Lumos Solem in aria.
La sagacia della ragazza venne completamente assorbita dalla stanza la quale, sfruttando al massimo la luce fornita da lei, gliela rilanciò contro, in maniera intermittente.
Ai primi cinque colpi di luce sul suo volto, la giovane non poté replicare, ma successivamente, riuscì a notare davanti a lei uno Zombie con una macchinetta fotografica il quale, senza troppe premure, gli disse:

-Cosa aspetti dolcezza! Dai, mettiti in posa!-

Certo era che quei flash non passarono inosservati. Infatti, Derek e Daniel, appena entrati nella festa li videro, mentre dei profondi e sordi rumori si fecero largo tra di loro. Cosa diamine stava succedendo?

Nel frattempo, Elijah e Jolene si stavano godendo un insano Tuca-Tuca con un essere sconosciuto.
Allarmato giusto in tempo, il Serpeverde – mentre nell’aria iniziava ora a risuonare una ben nota sinfonia di Johann Strauss, sul Danubio Blu- tirò a sé la ragazza, ritrovandosi dalla padella alla brace.
Infatti, pur riuscendo a salvare la ragazza dalla presa alla caviglia, ora si ritrovava con delle mani che lo avvolgevano un po’ su tutto il corpo.
Quante erano? Dieci? Cento? Mille? Quella risposta non era definibile, specialmente in quella oscurità, ma sicuramente tutto ciò avvincente.

Tra un Valzer e altro, Aiden si trovava sull’orlo di una crisi di nervi. Quella musica da circo gli aveva portato terrore nel corpo, ma tutto ciò non era ancora finito.
Infatti, come se la stanza avesse fiutato la paura nelle sue vene, magicamente gli piazzò nella mano qualcosa di sottilissimo.
L’Auror, se avesse voltato lo sguardo verso la sua mano sinistra, avrebbe potuto notare un palloncino rosso, dello stesso colore del punch, mentre la solita trombetta da pagliaccio risuonava per l’aria e una bicicletta dava la sensazione di muoversi verso di lui.
Forse il clown stava per arrivare, le grida roche erano giustappunto un buon inizio.

Dulcis in fundo, Vath e Mìreen si trovarono in un attimo dalla padella alla brace.
Vedendo poco distante qualcosa di rosso volteggiare nell’aria, sentirono dei passi sempre più profondi farsi largo tra di loro, mentre un insolito fetore gli inondava le narici.
Chiunque avesse avuto la loro stessa cultura avrebbe potuto ricondurre quel fetore ad un Troll di montagna, specialmente quando dei strani e rochi grugniti (simili a quelli che emetteva Remar) si fecero insistenti.
Un forte spostamento d’aria, percepito perlopiù dal classico movimento della capigliatura, fece assaporare ad entrambi riservato timore; probabilmente quella creatura era con la clava.
Ma era possibile che ci fossero così tanti pericoli lì? Tutto era da scoprire; Zonko li aspettava al varco.


Bene eccoci al nuovo punto di svolta.
Ecate, Aida e Oliver sono stati sollecitati da una sorta di Zio Fester ad entrare in festa. Il tutto è molto anomalo, può darvi fastidio, come causarvi totale indifferenza. La scelta sta a voi.
Casey si è trasformata in uno spettro. La durata dell’effetto la scopriremo nei prossimi post. Ciò che è importante da sapere è che può volare, vedere per uno spazio limitato e farsi vedere.
Per ora vedi Wolfgang, Aiden e Derek e loro vedono te. Vedi tu come agire, ricordati che sei irriconoscibile e questo lo puoi sfruttare a tuo favore.
Megan ha fatto un Lumos Solem e si è ritrovata fotografata da uno zombie. Fortunata, vero? Derek e Daniel vedono quella luce quindi potrebbero raggiungerti, ma allo stesso tempo sentono dei passi abbastanza pesanti; vedranno loro se darti una mano.
Elijah ha salvato Jolene, ma ora è lui nei guai. Che sia giunto il momento di ricambiare il favore?
Aiden ha un palloncino tra le mani, rosso. E’ un regalino della stanza che gli permette di essere un punto visibile per Vath e Mìreen, che però hanno anche un problema abbastanza grande da risolvere.


Data indicativa del prossimo Masteraggio:17/11 h:23:59


Per qualsiasi dubbio su posizioni e possibili azioni scrivetemi un mp.

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view post Posted on 12/11/2018, 22:04
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Grifondoro,11 anni

Aida batté le ginocchia a terra e fortunatamente si riparò con le mani, altrimenti avrebbe lasciato i denti sull'ingresso della fabbrica! Il suo viso si fece subito rosso di vergogna e sentì le lacrime salirle agli occhi appena udì la voce della donna bionda. Ma non erano di certo lacrime di dolore, ma lacrime di vergogna per la figuraccia fatta di fronte a quella donna.
Lei sapeva il nome della bambina e Aida ricordò subito il suo: Ecate. Si, Ecate, impossibile dimenticare un nome così particolare, soprattutto se appartenente ad una donna del genere. Mentre la donna l'aiutava a rialzarsi e le chiedeva se stesse bene, Aida non riusciva a distogliere lo sguardo dal suo bel viso.
-Si, si, sto bene, grazie per l'aiuto... mi succede molto spesso ... - disse ridacchiando nervosa.- mamma dice sempre che è perché ho la testa fra le nuvole che inciampo spesso!-
Ecate sembrava molto preoccupata. Aida si sentì ancora più in imbarazzo, non voleva che quella donna pensasse di essere di fronte ad una sciocca bambina distratta! Uno degli obiettivi che si era posta la bambina, entrando ad Hogwarts, era di essere meno distratta, più attenta a dove metteva i piedi e come faceva le cose, proprio per evitare figure del genere.
Ecate rimase stupita dal fatto che la bambina al primo anno fosse lì alla festa e allora Aida le spiegò che il preside aveva dato un'autorizzazione speciale per far partecipare i primini senza accompagnatori.
Le due entrarono insieme. Avrebbero dovuto salire delle strette scale di legno per arrivare all'ingresso vero e proprio. L'atmosfera era tetra e inquietante, e Aida credette anche di aver sentito delle urla. Con calma salirono le scale.
-La volta scorsa quando sono tornata non c'era, non ho potuto salutarla...
- Dammi del tu, ti prego, mi fai sentire vecchia! - disse Ecate ridendo.
-Si,mi s.. ehm, scusami. Mamma mi ha insegnato a dare sempre del lei alle persone più grandi. - si scusò Aida sorridendo. Arrivate sul pianerottolo, lo strano signore lì di fronte fece venire i brividi ad Aida. Non aveva proprio idea di cosa aspettarsi... Disse a se stessa di non fare la figura della paurosa, dopotutto aveva scelto di sua iniziativa di andare alla festa! Probabilmente sarebbe stata una stanza, addobbata con ragnatele finte e zucche, con del cibo, musica e tanta gente allegra. Eppure non si sentiva musica al di là della porta! E il signore all'ingresso offriva delle strane caramelle.
Invece di entrare Aida rimase un po' ferma sul pianerottolo a guardare il signore. Spostava il peso da una gamba all'altra, e si tormentava l'orlo del vestito, visibilmente nervosa. Perché ti stai facendo prendere dall'ansia? Fai l'adulta! E' solo una festa! Si disse.
- Pensi che ci sia già gente? - chiese ad Ecate. Poi sentirono una specie di urlo proveniente dalla sala della festa. Aida non avrebbe voluto mostrarsi spaventata, ma il suo viso non riusciva a celare le emozioni che provava! Sgranò gli occhi, con i sensi allarmati cercava di capire se fosse l'urlo vero di una vera persona o magari qualche grido finto fatto proprio per spaventare. Aida non voleva ammetterlo, ma Halloween non era una festa che amava particolarmente! Ed anche se si riteneva una persona coraggiosa, pronta a fare ogni volta cose nuove, se si parlava di mostri e spiriti maligni ,Aida aveva paura.
Ecate la vide preoccupata, cercò di rassicurarla.
- Stai tranquilla, è pur sempre una festa di Halloween, qualcosa di spaventoso dovrà esserci. Qualche ragno finto e qualche scheletro parlante, massimo. Anche se si sa, ai maghi piace un po' esagerare se si tratta di feste.
- E' che Halloween non mi piace molto, mostri e spiriti maligni, tutte queste cose mi spaventano un po'. - ammise la bambina. Non l'avrebbe mai ammesso con nessuno, eppure non si vergognò a rivelarlo ad Ecate. Non sapeva spiegarsi perché, ma Ecate le era familiare, come se la conoscesse già. E questa sensazione non veniva dal fatto che si erano conosciute in casa sua, perché aveva avuto la stessa situazione di familiarità appena l'aveva vista aprendo la porta. Ecco perché continuava a guardarla, non solo perché era bellissima, ma cercava di ricordare dove l'aveva già vista. L'uomo all'ingresso esortò le due ad entrare nella sala, allora Ecate si fece avanti.
- Entreremo insieme,e se avrai troppa paura potrai sempre andare via.- la incoraggiò. Si avvicinò all'uomo all'ingresso che le porse la caramella e senza indugiare la mangiò. Aida, appurato che la caramella non aveva effetti strani, si fece coraggio e fece la stessa cosa.
- A cosa... Caspiterina! - esclamò Aida. Ecco cosa facevano quelle caramelle: la voce di Aida era gutturale, con un timbro completamente diverso dalla sua originale. La cosa la fece ridere, invece di spaventarla. Rise e pensò che se la festa iniziava con una cosa così divertente, dentro sarebbe stato tutto abbastanza tranquillo. Si sbagliava.
Entrò insieme ad Ecate, affiancate, ed entrarono in un stanza completamente buia. Non si vedeva proprio nulla, era completamente buio. L'unica luce proveniva da quella che sembrava una boccia di liquido rosso, posta presumibilmente al centro della stanza. Se c'era qualcosa che spaventava Aida più di qualsiasi altra era proprio il buio! Dormiva con una piccola lucina perché odiava il buio completo. Non era il buio di per sè che la spaventata, ma il fatto che al buio non potevi vedere ciò che ti succedeva intorno! Si spaventò, ritrovatasi nel totale buio, sentiva solo Ecate di fianco a sè. Con un gesto automatico cercò la mano della donna e gliela strinse.


«The most wasted of all days is one without laughter.»

Post concordato con Lia Soxilia
 
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view post Posted on 15/11/2018, 12:29

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Daniel Anderson
Serpeverde | Studente | 11 Anni 2sbiiLZ
Era entrato in quella stanza da pochi istanti e già stava rimpiangendo quella decisione, sarebbe potuto rimanere in sala comune a farsi i fatti suoi, evitando tutto quel casino e invece era lì, in quella che qualcuno aveva definito una festa, immerso nel buio. Non riusciva a vedere praticamente nulla, fece un mezzo passo in avanti, cercando di fare affidamento quanto più possibile sul suo udito *Perfetto non si capisce niente lo stesso..* Sospirò, andando a cercare con la mano destra la bacchetta, all'interno della giacca che indossava, non gli rimaneva che tentare di fare in qualche modo luce. Stava per lanciare l'incantesimo quando una serie di flash attirarono la sua attenzione, rimase interdetto per qualche istante, cosa li aveva causati? Contemporaneamente sentì dei rumori che si avvicinavano a lui, doveva prendere una decisione e doveva farlo anche in fretta. Si rese perfettamente conto che andava a correre un rischio indipendentemente dalla decisione presa, quindi luce o rumori? I Rumori mano a mano che avanzavano i secondi si facevano sempre più forti ma anche più chiari, erano dei passi, cosa stava arrivando verso di lui? Mentre la ripetizione dei flash finì. Prese la decisione in maniera del tutto automatica, decise di allontanarsi quanto più possibile da quei passi, con quel dannato buio non riusciva a rendersi conto cosa li stesse causando, ma dato che si stava inesorabilmente avvicinando, si disse, che in quel momento era la minaccia maggiore, quindi iniziò ad avanzare con passo spedito in direzione dei flash, restando comunque all'erta con la bacchetta in pugno, sperando di mettere più spazio possibile tra se e quei dannati passi




PS: 106 | PC: 59 | PM: 56 | PE: 2,5
Giuls || © harrypotter.it

 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 15/11/2018, 21:19





hallo1


hallo2



Dopo aver tirato con forza, si sentì sbalzare di colpo all’indietro. Voleva dire solo una cosa, Jolene era di nuovo padrona della sua caviglia. La strinse con forza contro il petto, non l’avrebbe mollata nemmeno morto. Sapeva che la sua compagna era più che preparata in una situazione difficile, ma non aveva idea di cosa stesse succedendo. Il suo istinto maschile non avrebbe mai permesso che la ex Corvonero si trovasse nei guai da sola e senza vedere a un palmo dal naso.
- Stai bene? - cercò di armonizzare una voce soave, ma il risultato che ottenne fu decisamente inquietante.
Ora era tutto tranquillo. Nessuno si sarebbe più permesso di toccarla, e aveva perfettamente ragione. Si avvicinò di più. Seguì il respiro di lei, cercando le labbra. Le trovò. Non gli importava se avrebbe impiastricciato un po' il trucco. In fondo era con lei al buio e nemmeno quel fastidioso valzer avrebbe distolto la sua attenzione.
Nessuno avrebbe più toccato Jolene a parte lui, ma quel “nessuno” si concesse il lusso di navigare verso altre sponde.
L’unica certezza che aveva Elijah erano le braccia di lei e le labbra. Nel giro di qualche istante non fu più la sola cosa che avvertì con chiarezza. Altre mani scivolavano su di lui e lo toccavano in modo abbastanza lascivo. Il Serpeverde sollevò gli occhi al cielo nel buio. No, ma per favore !!!
A quanto pareva la situazione non faceva che migliorare. Meglio però che quelle cose, non ben identificate, fossero su di lui e non su Jolene. Elijah non si scompose e la sua respirazione tornò del tutto normale dopo il precedente imprevisto. Lui era perfettamente calmo e tale doveva restare anche lei.
- Scintilla, hai presente la mano che prima ti stava afferrando la caviglia? Credo di averne addosso così tante che non riesco nemmeno a contarle. Un paio mi stanno toccando il fondo schiena. All’inizio speravo fossero le tue, ma direi che sono un po' troppo grandi – si schiarì la voce con fare teatrale, generando un rombo gutturale – ma ho idea che il padrone stia apprezzando parecchio.
Il proprietario di quei due artigli apprezzava sicuro, lui di certo no!
Porca miseria! Quelle mani sconosciute addosso lo irritavano a morte, soprattutto perché viaggiavano a latitudini poco discrete. Mosse il bacino con forza per cercare di scrollarsele di dosso, ma quelle stavano arpionate peggio di una pianta tentacolo.
Le sue braccia rimasero attorno al corpo di Jolene, esattamente dove erano sempre state.
- Riesci a fare qualcosa per riuscire a vedere che accidenti ho dietro? - la sua voce era sempre più calma e non lo era solo in apparenza – vorrei sapere di cosa si tratta prima di prendere provvedimenti.



Post concordato con Jolene



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view post Posted on 15/11/2018, 21:32
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Il tira e molla improvvisato fu, per fortuna di Jolene, piuttosto breve: in men che non si dica Elijah la aveva strattonata verso di sé, arrivando a stringerla contro il proprio corpo. La ragazza tirò un sospiro di sollievo: era rimasta piuttosto allarmata dagli artigli sconosciuti che si erano permessi un contatto ravvicinato con la sua persona.
Il conforto delle braccia di Elijah fu immediato.
«Sì, ora è andato via… Qualsiasi cosa fosse.» Ancora una volta, il suono della sua voce la lasciò interdetta. Un sorriso obliquo si fece strada e, celato dal buio, si rispecchiò nel nuovo tono di quel gracchiare stridente. «Mi hai salvato, mio prode Troll di montagna!»
Le labbra di lui la colsero di sorpresa, ma Jolene le accolse, in un abbassarsi di palpebre dettato dall'istinto ma che, di fatto, non fece nessuna differenza sul nero che la circondava. Le sue mani erano appoggiate alle spalle del Serpeverde, ancorate ad esse come all'unica certezza in quel mare di oscurità. Probabilmente sarebbe stato insopportabile trovarsi lì da sola, a ballare per conto proprio sulle note, stranamente demenziali in quell'occasione, del Danubio Blu.
Stava quasi valutando l'opzione di proporre al suo accompagnatore un bel valzer, così, giusto per dare a Zonko la soddisfazione di vedere sfruttate appieno tutte le sue insane idee. Elijah, però, la precedette nell'attirare l'attenzione su un'urgenza più impellente.
Le sopracciglia scesero sullo sguardo in un'espressione di puro disappunto: cosa diamine stava dicendo? Aveva capito bene, non era stata tratta in inganno dalla voce cavernosa?
«Eh no, così non va!» Esclamò energicamente, ferendosi da sola un timpano. «Prima è stato maleducato, signor Millemani, ma ora sta sfociando nel molesto.» La perfetta tranquillità che percepiva in Elijah, nella sua voce come nei suoi muscoli, le permise di assumere con una certa naturalezza un atteggiamento scherzoso. «Sono convinta che le grazie del mio accompagnatore siano di suo gusto, ma, vede, è già impegnato.» Accidenti, sperava che non si fosse affezionato troppo, perché lei di certo non aveva intenzione di cedergli Elijah per quel ballo. D'altra parte, era inaccettabile che un essere sconosciuto andasse in seconda base con il suo ragazzo prima di lei. Capiva che era giunto il momento di farsi valere, e sbarazzarsi di quella cozza una volta per tutte.
«Sì, un Lumos dovrebbe mostrarci il nostro simpatico terzo incomodo.»Annuì in risposta alla domanda di Elijah, ignorando il fatto che non potesse notarlo. Avrebbe quindi mosso la mano verso il catalizzatore, che si trovava in una tasca appositamente cucita nel vestito. Acquisito anche quello strumento di sicurezza, Jolene sentì che presto avrebbe sconfitto il buio che li circondava. Prima, naturalmente, doveva raccogliere a sé la propria concentrazione. Avrebbe inspirato a fondo, trovando la posizione più naturale delle dita intorno al legno nel quale avrebbe canalizzato il suo potenziale magico. Avrebbe fatto del proprio meglio per ignorare la gran confusione che imperversava tutto intorno. Dopo tutto si trattava di un Incanto piuttosto basilare, in Infermeria era abituata a lavorare sotto pressione e compiere gesti molto più complessi.
Si sarebbe in parte distanziata da Elijah, pur mantenendo il contatto con la mano libera, così da poter puntare la bacchetta nell'aria immediatamente dietro a dove, grazie al tatto, aveva percepito essere la sua spalla. Avrebbe scelto l'incanto non verbale, pensando che il suono della propria voce sarebbe stato piuttosto disturbante in quell'occasione. La formula,
Lumos Solem, sarebbe però stata scandita con chiarezza e precisione dentro alla sua mente, ogni lettera un raggio solare che, credeva, avrebbe illuminato quello che stava loro intorno.
Sperava solo che non fosse meglio rimanere nell'ignoranza.




Post concordato con Elijah.
R.I.P.
 
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view post Posted on 15/11/2018, 21:42
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Festa di Halloween 2018
Capitolo II
Vath Remar
28 Anni
Purosangue
Dip. Ministeriale V° Livello C.M.I.
Acero, pelle di Runespoor, 12 pollici e 3/4, rigida.
Ex Serpeverde
Legilimens Apprendista
«Trick or Treat.»

Possibile che in quel luogo d'oscurità più totale non si potesse interagire con nessuno, relegando gli ospiti ad un horror party in solitaria? Il ventottenne non credeva e, a conferma del proprio pensiero, vide come dalla ciotola di punch ci fosse un po' di luce; oltre a ciò un qualcosa di color rosso volteggiava per aria ed era anche relativamente vicino a Vath. L'ex Serpeverde aveva sperimentato molte volte le horror house babbane e alcune, le più curate, avevano attori veri che impersonavano le più disparate creature d'orrore per impressionare il pubblico. Mìreen doveva trovarsi alla sua destra, aveva perso la presa sul suo braccio e il ventottenne non avrebbe saputo determinare la posizione dell'amica. Un rumore di passi sempre più profondi si stava avvicinando verso di loro e quando gli arrivò al naso una zaffata d'odore di troll non credette possibile che, all'interno di quello spazio ci fosse un Troll di Montagna. Qualcuno dello staff doveva aver vinto un bel bagno nell'essenza di Troll, il ministeriale avrebbe riso se non fosse stato che, così, avrebbe rovinato la sua parte da Infero. Quando percepì la folata d'aria ai capelli si chiese effettivamente fin dove l'attore si sarebbe spinto, alzò le mani in avanti e cercando di modulare la voce cercò di modulare la voce, sarebbe dovuto essere un "Bel tentativo, complimenti." ma l'effetto della pasticca lo rese inintelligibile. Era più che certo che non sarebbe accaduto nulla a tutti i partecipanti, altrimenti Zonko il giorno dopo si sarebbe ritrovato in cosiddette "braghe di tela". Non aveva senso estrarre la bacchetta così fece un nuovo tentativo per parlare, quella volta, la voce era bassa, rauca e strascicata, un vero insulto per una voce che aveva negoziato l'accordo con la comunità cinese di Soho ma quello era meglio di nulla. «Mìreen, verso la luce rossa.» Sperò con tutto se stesso che gli effetti della pasticca si sarebbero esauriti senza effetti collaterali per la sua voce altrimenti, il ministeriale, avrebbe reclamato un adeguato risarcimento da parte di quel vecchio pazzo di Zonko.

Azioni concordate con Mìreen N. K. Fiachran.

Narrato ~ «Parlato» ~ “Pensato”
PS:214/214 ~ PC:143 ~ PM:141 ~ PE:28,5

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Edited by Vath Remar - 18/11/2018, 15:56
 
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view post Posted on 16/11/2018, 12:17
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We are all immortal until proven otherwise

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La sua bocca, dopo svariati esperimenti al Testa di Porco, ci stava ormai prendendo gusto a tracannare alcol. Il sapore pungente del punch non aveva nulla a che vedere con quello intenso e bruciante come napalm del whisky incendiario, ma lentamente quel che all'inizio considerava imbevibile cominciava ad assumere le note sembianze di quel comune piacere dei sensi. A quel punto poco le importava del sapore, erano le sensazioni che contavano.
Il liquido rosso scendeva lungo la sua gola portando con sé un aroma d'arancia e di spezie. KC teneva gli occhi chiusi e inclinava la testa all'indietro bevendo tutto d'un fiato, poiché più velocemente ingoiava meno la sua bocca sarebbe rimasta intrisa del sapore dell'alcol. Ma una volta buttato giù tutto, quando la sua testa raggiunse la sua massima inclinazione e l'ultima goccia ricadde, fra l'ottundimento dei sensi solo un rumore di vetro infranto ai suoi piedi le fece riaprire le palpebre. Con uno scatto la giovane riprese a scrutare avanti a sé, poi in basso, poi il suo corpo, poi alla sua destra, dove era comparso il ragazzo-teschio. La tazzina con cui aveva prelevato il punch era a terra in mille pezzi, ma lei sapeva di non aver mollato la presa. L'istinto fu quello di aprire la mano sinistra, con la quale ne aveva stretto il manico, ma ogni sua decisione si dissipava lì dove terminava la spalla. Il suo braccio era svanito, era stato mozzato, come se qualcuno in mezzo all'oscurità l'avesse presa ad accettate senza farle avvertire alcun dolore. La sua espressione si contrasse ancor più, inorridita, quando notò che il suo corpo era diventato traslucido come un foglio di pergamena oleato. Rigirò su se stessa in preda al panico in una piroetta, come se in quel modo potesse cogliere con lo sguardo ogni parte di sé e sfuggire a quella trasformazione. Poi, una volta alzata la mano destra con l'intento di portarsela al petto e toccarsi per appurare di non essere diventata quel che temeva, notò ciò che essa stringeva involontariamente. Un gridolino convulso accompagnò il gesto di lasciar cadere la testa mozzata.
- Mi riesci a vedere, vero? - disse al ragazzo accanto a lei - non sono scomparsa, è uno stupido scherzo di Zonko! E' questa pozione!
Quella conclusione servì a calmarla. Se si trattava di un gioco allora non c'era da temere, anche se il terrore più grande era che ciò potesse avere effetti collaterali sul suo fisico. Fece un respiro profondo. Man mano che si rilassava cominciava a percepire delle nuove sensazioni. I suoi piedi non poggiavano più sul pavimento, si libravano leggeri su di esso come se stessero scivolando su pattini fatti di nuvola; in più il suo corpo simil-ectoplasmatico emanava un certo bagliore che risaltava al buio. Dopo aver spostato lo sguardo da sé al resto della sala colse l'ulteriore novità che quel punch-pozione le aveva donato: a circa una decina di metri da loro c'erano altre due persone. Le vedeva chiaramente in volto, mentre i loro bordi sbiadivano verso l'oscurità. Uno non era travestito, ed era un ragazzo che ogni tanto aveva visto in giro per Hogwarts e al tavolo dei Corvonero, l'altro un uomo ben più alto con una maschera da Trooper della saga di "Guerre Stellari" alle prese con un balletto a dir poco ridicolo mentre fendeva l'aria con... un prosciutto. La ragazzina rimase allibita di fronte a quella scena e le venne spontaneo chiedersi se non si trattasse di un'altra trovata di Zonko.
- Ci sono due tizi laggiù che prima non vedevo. Credo che l'esser diventata un fantasma mi abbia dato qualche privilegio. Andiamo! - disse al ragazzo facendogli segno con la mano. Lui probabilmente non sapeva di quel che parlava, ma se l'avesse seguita almeno avrebbe potuto vedere la sua figura in mezzo all'oscurità.
KC si lanciò in avanti e fluttuando scivolò ad una velocità inimmaginabile per una persona verso le due nuove sagome. Una volta arrivata si fermò a circa sei passi dal Trooper e portando i palmi avanti a sé in segno di "pace" gli disse:
- Hey, tu. Sta buono! Ci sono altre persone attorno a te, rischi di far del male a qualcuno. Cosa ti sta succedendo? -
e poi rivolgendosi all'altro, che si trovava a qualche passo di distanza - spostati, altrimenti ti becchi una prosciuttata in testa.
Chiaramente sapeva che nessuno dei due riusciva a vedere a un palmo dal loro naso. Forse il suo intervento li avrebbe tranquillizzati, specie il tipo con l'elmetto, oppure, nel peggiore dei casi, spaventati ulteriormente.








Riassunto: KC scopre i fantastici effetti del punch. Si rivolge a Wolf e poi va da quel prosciutto di Aidy e da Derek
 
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view post Posted on 16/11/2018, 16:22
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss

Zonko Party - Halloween 2018













Ruggì. Dalla cassa toracica del fulvo partì un ruggito bestiale, reso decisamente più terrificante dalla strana pasticca che Zonko gli aveva fatto ingerire all’entrata, alternandone la voce; sebbene la maschera da Trooper avesse - in un certo senso - “tamponato” il livello acustico di quel verso colmo di rabbia, qualsiasi individuo nei paraggi dell’Auror avrebbero potuto udirlo e scambiato per chissà quale orribile e grottesca minaccia.
Sapeva, sentiva, che quella rabbia doveva essere controllata ed estirpata da sé tanto quanto la paura. La necessità di riappropriarsi del proprio autocontrollo era quindi fondamentale, se non di vitale importanza. Eppure qualcosa accadde nel momento stesso che quel pensiero affiorò nella mente dell’Auror e non fu di certo uno spasso (non per lui almeno!). Percepì la presenza di un oggetto sottile e lungo tra le sue dita, mentre qualcosa di più grosso e che tendeva a rimanere sospeso nell’aria sembrò fargli capire in pochi secondi di cosa si trattasse; non deglutì, non si irrigidì nemmeno per quella consapevolezza, piuttosto alzò lo sguardo per vedere se in mezzo a quel buio totale riuscisse almeno a vederne il profilo: rosso come il punch che aveva intravisto a diversi metri da sé, dalla parte opposta della stanza, il palloncino fluttuava sopra la sua testa e che si beccò la peggiore occhiataccia nella storia di Halloween. Dietro la maschera, infatti, Aiden lanciò fiamme dagli occhi e fu altrettanto intentato di tirare giù il palloncino e disintegrarlo con un poderoso morso: quanta soddisfazione avrebbe ottenuto!
Ci fu il suono di una trombetta nell’aria e Aiden venne riportato alla realtà: quando capì che uno strano rumore si stava muovendo verso di lui, il rosso mollò il dannato filo e lasciò che quel diabolico palloncino se ne andasse a quel Paese per i fatti suoi.
Avanti, bastardo: porta quel tuo bel nasino rosso davanti al mio prosciutto. Vedrai che bella festa ti farò! pensò con un ghigno stampato sulla faccia nascosta dalla maschera. Se era davvero un clown quello che si stava avvicinando a lui, a giudicare dai rumori che stava sentendo, allora gli avrebbe dato un caloroso benvenuto a suon di prosciuttate sulle gengive.
Per lo meno - così si disse tra sé - era riuscito ad estinguere la paura e quando questa cessava di esistere, subentrava il desiderio impellente di rivalsa.

Non si era accorto dello strano “spettro” con le sembianze di una giovane fanciulla avvicinarsi a lui [Casey] fluttuando nell’aria: tutto ciò che non aveva nulla a che fare con i clown era come passato in secondo piano e per Weiss c’era solo una minaccia da affrontare e da vincere, del resto se ne sarebbe potuto occupare in seguito.
E invece no!
Il fantasma sembrò cercare la sua attenzione, ma Aiden era ancora in posizione: il prosciutto stretto con entrambe le mani, come un battitore di Baseball, lo sguardo fisso nel punto in cui aveva giurato di aver sentito arrivare il pagliaccio; tuttavia la ascoltò sebbene sembrasse l’esatto contrario. Aveva parlato di altre persone attorno a lui, del rischio che poteva incorrere se avesse osato mulinare ancora una volta il prosciutto a caso in tutto quel buio. «C’è un fottuto clown nei paraggi! Hai sentito la trombetta? E poi penso di aver udito il rumore di ruote che si muovono… E quella dannata risata! Deve smettere, cazzo! Deve smettere o gli rompo il muso con una prosciuttata!» grugnì in modo sbrigativo così da rispondere alla domanda della fanciulla fantasma. Poi la sentì parlare ancora, stavolta non sembrava rivolta a lui la frase: rimase interdetto, confuso ma abbandonò comunque quello stato di guardia. «Ma con chi parli?»





Riassuntino: Aiden vorrebbe morsicare il palloncino per vendicarsi, ma preferisce stare in allerta per menare il clown di santa ragione con il fedele prosciutto. Non si accorge di Casey che si avvicina a lui, ma la ascolta e cerca di sapere se anche lei ha sentito l'arrivo del clown. Non capisce poi a chi si rivolge.

 
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view post Posted on 16/11/2018, 19:01
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Mìreen Fiachran
◆ 25 ◆ Sangue BANSHEE ◆ P. Antimago
Festa di HALLOWEEN 2018
- ZONKO PARTY -

Mìreen non si aspettava quel buio così totale.
Che senso aveva fare una festa nel completo buio? Zonko strava tramando qualcosa, non era tutta lì la festa, non poteva trattarsi solo di buio e suoni raccapriccianti.
Era la prima volta che si trovava in una situazione di completa oscurità, bene o male aveva sempre avuto una qualche fonte di luce anche pallida, ma in quell'occasione, a parte per il punch rosso un po' distante da dove si trovava, non riusciva a vedere manco la punta del suo naso.
Tutto quel nero l'agitò, i battiti si fecero più veloci alla ricerca di un punto di riferimento...


[ E se estrassi la bacchetta per fare Lumos? Rovinerei la sorpresa che magari Zonko ci sta preparando?
Ma allora devo camminare così alla cieca?? Ma ci sono altre persone in sta stanza o sono io l'unica scema persa qui dentro?!
ok. Allora... la cosa migliore è andare verso il punch, magari riesco ad incontrare qualcun'altro degli invitati o almeno mi faccio un goccio e cerco l'uscita.
Chissà se Vath mi sente, non possiamo vederci, ma forse sentirci sì.]


Stava per parlare quando sentì un urlo disumano poco distante a dove si trovava...
I battiti accelerarono, la paura iniziò a farsi avanti, stava per urlare a sua volta ma una voce nella sua testa, una che non aveva niente a che fare con quelle inquietanti che sentiva invece con le orecchie, la voce femminile, così simile alla sua, ma con un tono più basso, sibilante, lugubre, e che ultimamente sentiva spesso nei suoi sogni, iniziò a sussurrarle:


"Non temere il buio. Non affidarti unicamente alla vista...
Concentrati e guardati bene attorno.
Nessuno ti farà del male, presto potrò proteggerti."



[Oh perfetto, ci mancavano pure le voci nella testa!
Non so come sono state le altre feste di Zonko gli anni scorsi ma quest'anno s'è per forza superato... ma come faceva a conoscere la voce di Muìryn?
Se finisco pazza, Zonko avrà notizie dal mio personale psicanalista, poi voglio vedere come sopravvive a Issho Fuji-Tora!]


Per quanto l'accaduto fosse alquanto inquietante, la voce le aveva dato un buon suggerimento, si concentrò ed esattamente davanti a lei, scorse un'altra fonte di luce, diversa dal punch, era anch'essa rossa ma la forma era strana, vagamente sferica e sembrava sospesa in aria...

[Sbaglio o quello è un palloncino rosso?!]

Era così concentrata sull'oggetto appena scoperto che non si accorse dell'improvviso tanfo finchè una improvvisa zaffata puzzolente le invase le narici e dei grugniti si sentirono, accompagnati da rumore di passi pesanti sempre più vicini.

<< Vath, capisco l'importanza dell'interpretazione del personaggio, ma stai esagerando! Al posto del profumo per uomo di sei fatto il bagno in una palude?! Puzzi come un Troll di Montagna!
Non dirmi che ti stai veramente decomponendo...>>


Lo aveva detto a voce forse troppo bassa, resa ancora più bassa e inquietante dalla pasticca che gliela aveva spiritata, per farsi sentire dall'amico, nel caso riuscissero a comunicare tra loro, e sopraffare i lamenti della stanza oltre a quei nuovi "promettenti" grugniti.
Fece un passo avanti verso il palloncino, quando una strana ventata le scompiglio leggermente i capelli e la mise seriamente in allerta...


[Oh porca vacca! Non è Vath! E' veramente un Troll di Montagna con tanto di CLAVA!]

Veloce sfilò dal corpetto la bacchetta e si concentrò nel cercare di individuare la creatura o almeno la sua posizione sfruttando l'udito e, purtroppo, l'olfatto, ma la voce dell'amico ministeriale, trasformata in gemiti-zombeschi le arrivò all'improvviso all'orecchio, poco più avanti da dove si trovava la ragazza«Mìreen, verso la luce rossa.»

<< La fai facile con un possibile Troll nei paraggi...
E poi ci sono 2 luci rosse, cretino! A quale ti riferisci??>>


Senza volerlo, lo sguardo si spostò verso quella più vicina: il palloncino sospeso in aria, ma in quel momento stesso che individuò in mezzo a tutto quel buio, lo vide di colpo fluttuare verso l'alto, come che qualcuno avesse lasciato o tagliato la corda che lo teneva fermo al suo posto.
Stupore e confusione furono subito seguiti dall'angoscia di perdere il punto di riferimento più vicino, così se ne fregò della possibile creatura nascosta nell'oscurità e con passo veloce si diresse dove aveva visto la sfera rossa.
Nel caso fosse stata attaccata, avrebbe sacrificato i tacchi per usarli come arma da lancio contundente, potendo così correre libera e veloce.


◆ codice role Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
 
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70 replies since 31/10/2018, 17:48   2344 views
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