| I dubbi del giovane Remar sembravano accrescere, rafforzarsi, ma ciò nonostante decise di non sviscerare la verità tramite quel tipo di magia che pochi possedevano e sapevano gestire: la Legilimanzia, quindi, venne tenuta a freno pur di non rischiare, pur di non commettere passi falsi. Era stata una mossa saggia? Il Cosacco sorrise a trentadue denti alla risposta del Mago di Canterbury, palesando una certa simpatia e rispetto nei suoi confronti. Questi furono senz'altro altri elementi che Vath avrebbe facilmente potuto riscontrare e che giocavano a suo vantaggio. « E tu viste nostre danze, da? Comunque, tu ottimo intenditore.» esclamò con entusiasmo. Era sicuramente un individuo a cui piaceva dialogare, ma cercò di non dilungarsi troppo in quella mera conversazione sulla cultura russa pur di passare agli affari. Agli occhi dell’ex Serpeverde, dunque, il russo apparve deciso nel voler prima cercare di intavolare un buon affare e poi concedersi altri tipi di discussioni.
Lo straniero fece strada a Vath. Immersi in quella parziale oscurità del vialetto, generata per lo più dagli alti edifici che si affacciavano sulla strada, i passi dei due uomini risuonarono lungo le pareti di pietra. Inghiottiti da quella che era la “facciata oscura” di Hogsmeade, proseguirono tranquillamente verso la Testa di Porco in remoto silenzio, il Cosacco leggermente più avanti e maggiormente più stretto nella propria pelliccia nera. I capelli lunghi e sporgenti da sotto il Futrzane furono l’unica conferma della natura umana dell’individuo, poiché dalla prospettiva di Vath poteva apparire più un orso che un uomo. Ben presto il silenzio tombale della via venne colmato dai rumori provenienti dal pub della Testa di Porco, finché la porta d’ingresso entrò nel campo visivo di entrambi. Vath poté notare la porta aprirsi e una coppia uscì ridendo con una certa euforia ed evidente sbronza, ma l’uomo che vide abbarbicato alla giovane donna dai capelli corvini non corrispondeva affatto alla descrizione fornitagli da Tuco. Che Petrovic si trovasse all’interno del locale? Il Cosacco superò di poco il pub e svoltò a destra, in vicolo stretto e ancora più tetro, tant’è che dovette avvalersi della bacchetta per farsi luce. E se Vath avesse aguzzato la vista, prima ancora di svoltare, avrebbe potuto intravvedere alla propria destra l’insegna del negozio più losco del villaggio, Safarà. La propria guida si fermò all’improvviso davanti a questa porticina che dava sul retro del negozio di Pozioni, finché non bussò con le sue robuste nocche. L’ambiente circostante appariva sudicio e in stato decadenza, come se nessuno vi abitasse ormai da anni, eccetto per i ratti che andavano e venivano a loro piacimento senza curarsi della presenza degli esseri umani. Fitte ragnatele pendevano dalle due lanterne spente posta sopra l’ingresso, ingrigite dal tempo e dalla sporcizia, agitandosi sotto la spinta del venticello come tante bandiere. Due finestrelle erano state sbarrate con alcune travi di legno, marce e anch’esse ricoperte da uno strato di ragnatele. La porta si spalancò con un sinistro cigolio, raschiando con insistenza contro il pavimento roccioso e bloccandosi fino a concedere il passaggio di una persona in senso laterale. La faccia di una vecchia signora fece capolino dall’uscio e scrutò il viso del Cosacco con occhi socchiusi, come se non ci vedesse molto bene, finché non sorrise. « Signor Ivanov, già di ritorno?» gracchiò, per poi coprirsi la bocca a seguito di un secco colpo di tosse. Era veramente anziana, i capelli color cenere e leggermente arruffati, sebbene fossero tenuti fermi da un’elegante crocchia; era bassa, ingobbita dall’età, ma dalla corporatura non eccessivamente tarchiata. Non ci vedeva granché bene e due piccoli occhiali a mezzaluna pendeva da una cordicella che portava appesa al collo. « Io cerca Vlad. Lui è di sopra?» « Sì, ha “quasi” finito.» rispose la donna una volta che si fu ripresa. Poi si accorse della presenza di Vath e allungò il collo come una vecchia oca per poterlo osservare meglio. « Cliente?» domandò soltanto.« Da! Tu fare accomodare amico inglese in salotto, io avvisare Vlad.» rispose il Cosacco una volta che fu entrato dentro, lasciando spazio a sufficienza a Vath affinché entrasse a sua volta. « Tu tratta bene lui. Tu dare ciò che vuole, intesi?» « Non si preoccupi, signor Ivanov. Il suo ospite è in buone mani.» asserì la donna, avvolta in un pesante cardigan di lana grigia. L’interno dell’edificio non era nemmeno paragonabile con l’esterno: nulla era trascurato, ma tutto appariva in perfetto ordine e non vi era traccia nemmeno di un granello di polvere. Le pareti erano ben illuminate, facendo rispondere la carta da parati di un verde smeraldo e le cornici dei quadri in oro o argento. Vath avrebbe potuto scorgere la presenza di due porte in quel piano, una dalla parte opposta dell’ingresso, l’altra alla sua destra; invece una massiccia scala in quercia partiva alla sua sinistra, fino a svoltare a destra e giungere al piano superiore, ricoperta da una moquette di un grigio tendente all’argento. La donna fece strada verso la porta a destra, guidando Vath in una delle due stanze presenti al pian terreno. Bene, siamo giunti ad una piccola svolta. Nella mappa del villaggio noterai che non ho ancora tolto VP dalla Testa di Porco, ma è anche presente nel retro del negozio di Pozioni. Questo perché non hai ancora ricevuto conferma di dove sia, quindi tutto può succedere, anche fare dei buchi nell’acqua. La C è stata sostituita con I dato che hai scoperto l’identità del tuo nuovo amico. Da adesso, fino a quando resterai all’interno dell’edificio, potrai avvalerti della nuova mappa come riferimento.
Mappa nelle dimensioni originali: click
Mappa interna:
La S è la signora che ti accoglie e ti fa strada nella stanza.
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