добрый утренний друг, Continuazione della Quest del Guardiano.

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добрый утренний друг.
Capitolo XV
Vath Remar
28
Purosangue
Dip. Ministeriale V° Livello C.M.I.
Acero, pelle di Runespoor, 12 pollici e 3/4, rigida.
Ex Serpeverde
Legilimens Apprendista
«La conoscenza è potere.»

Ciò che saltò subito all'occhio del Ministeriale fu una moltitudine di tatuaggi, il corpo del russo era una vera e propria opera d'arte vivente. Una Geisha, Geisha sul braccio sinistro, piume di aquila, una maschera africana , svariati fiori, frasi in diverse lingue, a Vath saltò immediatamente l'occhio sulle parole in arabo mentre, poté supporre dalle forme delle lettere che alcune frasi fossero in greco. Non aveva mai apprezzato i tatuaggi, macchiare indelebilmente la propria pelle non era tra le sue massime aspirazioni però il ministeriale poteva comprendere il fascino di avere un qualcosa a memoria di un esperienza o un viaggio o, ancora, solo per sfizio. Un tatuaggio catturò il suo sguardo per una breve frazione di secondo, le spire di un cobra si avvinghiavano attorno alla testa di una tigre ruggente. Vath si chiese se la Dea Tiche gli stesse mandando un segno o se Atena gli stesse dicendo che, con le giuste intuizioni, il ventisettenne avrebbe prevalso sul russo come nel tatuaggio il cobra faceva con la tigre. «Un privilegio, il viaggio, che purtroppo molti non hanno anche io stesso ho avuto l'onore di visitare il vostro paese, imparare la lingua, conoscere i vostri usi e costumi.» Vath annuì all'affermazione che il russo fece, sapeva con cosa stava commerciando e, rapidamente, non gli ci volle molto per comprendere a quale capacità il ministeriale stesse facendo riferimento. «Esattamente, proprio quella.» Asserì brevemente, il giovane di Canterbury aveva notato un certo lucore nello sguardo di quello che, a conti fatti, si presentò come Vladimir Petrovic. Ora ne aveva la piena conferma, se fino a poco prima poteva supporre di trovarsi alla presenza della persona che stava cercando ora non ne aveva il minimo dubbio. «Mr. Petrovic, non sarei qui se altre misure di sicurezza fossero efficaci. Vede, possiedo un intera muta di Crup specificatamente addestrati a prevenire qualsiasi intrusione nella mia residenza, lo stesso si potrebbe dire degli incantesimi posti a protezione della stessa e, in effetti, posso ammettere che per casa mia questi sistemi di sicurezza siano molto più che validi. Tuttavia, vede, ciò che mi preoccupa è la mia sicurezza fuori casa da eventuali borseggiatori. Per il denaro la camera blindata che ho alla Gringott's è più che sufficiente, ma per i liquidi e i pochi oggetti di valore che porto occasionalmente con me... Ecco quello è il maggior rischio in cui potrei incorrere. Mi creda quando le dico che, se avessi trovato un sistema più efficace, non sarei qui a chiederle della merce che so benissimo essere illegale nel mio paese.»

INVENTARIO ATTIVO:


Fede nuziale d'oro all'anulare sinistro.
Bastone da passeggio lasciato in eredità da un vecchio parente con l'impugnatura in argento a forma di testa di serpente dove, all'interno, si cela la propria bacchetta in legno di Acero, pelle di Runespoor, 12 pollici e 3/4, rigida.
Scarsella medievale (originale) +5 corpo +2 mana [Possibilità di contenere 8 oggetti di medie dimensioni.]
Stivali Elisabettiani +5 corpo +5 mana +2 salute
Anello del Potere - Blocca l'avversario per 2 turni. Utilizzabile solo in Quest.
Perla di Afrodite +8 mana +7 corpo +7 Salute


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cuorebanshee vlad occhiobanshee

Petrovic sorvolò oltre qualsiasi altro argomento che non riguardasse gli affari, poiché l’incontro con il Ministeriale sotto mentite spoglie serviva proprio a quello: offrire un servizio in cambio di un lauto guadagno. Il suo sguardo azzurrino si fece ancora più affilato, sondando Vath con un’intensità tale che avrebbe potuto imprigionarlo in una gabbia di ghiaccio, mentre le labbra si incurvano in un sorriso colmo di avidità.
«Deve essere molto disperato per volere la pelle di Moke, Mr Valantine.» esclamò, in tutta calma, con una nota divertita. «Ma per fortuna che ha incontrato il sottoscritto, da? Vladimir Petrovic sarà il vostro Angelo salvatore, Signore!» Irruppe in una piccola risata, spalancando le braccia con una falsa modestia, manifestando così una parte del suo ego. Ma Petrovic tornò serio quasi subito e si concesse qualche piccolo attimo di silenzio assoluto, prima di sottoporre all’attenzione di Vath quanto aveva da offrirgli e il relativo prezzo. «Le offrirò due alternative. La prima: se vuole la pelle di Moke a tutti i costi, dovrà uscire dal Paese e recarsi in Islanda per reperire l’oggetto fatto con la suddetta pelle, poiché come le già detto qui è illegale. Non ho alcuna intenzione di compromettere il mio giro d’affari dopo anni e anni di duro lavoro e qui in Gran Bretagna ho molti clienti affezionati. Posso accontentarla, ma a questa condizione e con una tariffa di 50 Galeoni per ogni borsa o scarsella, 70 Galeoni per gli zaini e 100 Galeoni per oggetti dalle dimensioni più grandi.»
Il tono usato dal Russo nel manifestare la propria condizione a beneficio della pelle di Moke, fu inflessibile e decisa, lasciando quindi intendere a Vath che non si sarebbe lasciato persuadere facilmente nel modificare i termini di quell’offerta.
«La seconda: potrei incantare per lei una borsa di piccole dimensioni o una scarsella, garantendo soltanto a lei la possibilità di reperire gli oggetti al suo interno. Nessuno potrà derubarla a quel punto, né manualmente né magicamente; il che significa che qualsiasi incantesimo di Appello o levitazione sarebbe pressoché superfluo. Puntualizziamo però che tale oggetto non dovrà essere soggetto ad Incantesimi Estensivi e/o prodotti in con pelle di Moke.» Un sorriso furbo e sornione si dipinse sul volto di Vladimir, come a volersi fare beffe dell’ignoranza di Vath. «Lei si sbaglia nel dire che non esistono altri mezzi, semplicemente non si è informato a sufficienza. Tuttavia, ora lo sa e può valutare da sé quello che le è più congeniale. Il prezzo per questo servizio è… 50 Galeoni. Ma posso anche accettare il baratto di un qualche oggetto di valore.»



Ti chiedo scusa per l’immenso ritardo!
Dunque, tornando a noi: Petrovic ti sottopone a due alternative e ora sta a te decidere quale scegliere. L’incantesimo che ti è stato spiegato è il Defendat e lo potrai trovare a breve nell’Elenco degli Incantesimi.
Per qualsiasi dubbio, non esitare a scrivermi.
Mappa invariata.

Quest-Vath-Interno5


Vath Remar
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Capitolo XVI
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«La conoscenza è potere.»

Essere un membro del Ministero della Magia, e più specificatamente un membro dell'ufficio Cooperazione Magica Internazionale, dava modo a Vath Remar di conoscere prezzi, merci e trattative commerciali lecite ed illecite che in Gran Bretagna potevano aver luogo. La sua intera attenzione si focalizzò su ciò che stava avvenendo in quel momento tra lui e Petrovic che, professionalmente, esponeva la propria offerta con una serietà tale che il ministeriale comprese che il Russo non avrebbe fatto neanche mezzo passo in suo favore. Il suo obiettivo, tuttavia, era quello di giocare al rialzo, offrire qualcosa di così ghiotto da potersi accaparrarsi quei due oggetti. Una volta che Petrovic gli espose la sua offerta, non senza mostrare una parte del suo smisurato ego, a Vath vennero in mente le parole sia di Madama Rosmerta che quelle di Tuco riguardo l'io del contrabbandiere e dongiovanni. Di certo Vladimir si riteneva in larga misura il salvatore di Roderick Valantine che, disperato, cercava una soluzione al suo problema con i borseggiatori. Le proposte commerciali che il russo gli diede furono duplici, la prima opzione comprendeva un viaggio sino in Islanda, dove Vath avrebbe dovuto reperire la pelle con cui poter avere un oggetto in quel materiale cosa che, per il suo obiettivo primario, era inutile. D'altro canto, la seconda proposta si rivelò illuminante per comprendere cosa si celasse dietro quel semplice marsupio indossato dal biondo russo. Vath aveva ragione di supporre che occhio e cuore della Banshee fossero all'interno della scarsella, ma a difesa di questa il defendat sarebbe stato pronto ad impedirgli di estrarre tali oggetti. La mente analitica del ministeriale gli fece comprendere che Petrovic avrebbe dovuto tirar fuori quegli oggetti di sua volontà o con un sotterfugio e, il ricco e disperato Valantine, sarebbe stato utile al suo scopo. «Ha ragione Mr. Petrovic, evidentemente non mi sono informato abbastanza. Questa magia di cui mi ha appena parlato mi era ignota. Come funziona nello specifico?» Il ministeriale si sarebbe schiarito la voce con un colpetto di tosse, la sua genuina ignoranza, gli aveva dato modo di pensare a riguardo nel tentativo di cogliere il massimo profitto da quell'esperienza. Tuttavia volle vederci più chiaro e, per spingere ulteriormente sugli oggetti che gli interessavano per poter accedere al reparto proibito della biblioteca Vath poté far sfoggio nuovamente della propria diffidenza. «Sono entrambe offerte molto allettanti, lo ammetto, ma per quel che riguarda la prima la mia fretta nel reperire tali materiali non mi consente di fare un viaggio fino in Islanda. Di conseguenza la scarterei. Per quel che concerne invece la seconda... questa già mi interessa molto di più. Ha modo di mostrarmi qualche oggetto già precedentemente incantato con questo portento anti-borseggiatori?» La sua attenzione si focalizzò sul non osservare la scarsella dell'uomo, ma di guardarlo direttamente negli occhi.

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Avido come non mai, convinto di essere superiori agli altri e di avere per le mani l’elsa del coltello, Vladimir Petrovic non riuscì a trattenersi nell’ampliare quel furbo ghigno che aveva stampato sulle labbra contornate da un ispida barba bionda. Tra quelle quattro mura si sentiva come un vero sovrano che sapeva mantenere il pieno controllo della situazione, falsamente magnanimo, ma con il solo e chiaro scopo di ottenere ciò che più gli premeva ottenere al mondo: il profitto.
L’ego dell’uomo lo portò a pavoneggiarsi, a destreggiarsi della sua ben ampia conoscenza della magia, come un Maestro intento ad istruire il proprio Discepolo. Al che, a seguito della domanda del Ministeriale, Petrovic si limitò a sollevare un palmo al cielo come a voler palesare l’ovvietà.
«Come le ho già detto, Mr Valantine, solo il proprietario può recuperare gli oggetti contenuti all’interno del contenitore incantato. Nessuna magia di Appello o levitazione funzionano, né usando le proprie mani.» disse, muovendo le dita con fare teatrale.
Mosse le spalle con finta noncuranza, poiché al Russo importava pressoché niente delle ragioni che avevano spinto il proprio ospite a scartare la prima offerta, voleva solamente mettere le mani su una cospicua somma di denaro che avrebbe investito nella propria attività così da espanderla ulteriormente e diventare, a tutti gli effetti, il solo e vero Re del commercio di pellicce. Aveva infatti sottoposto al falso Valantine ben due offerte, al fine da rendere pressoché impossibile la declinazione di entrambe, specialmente se era così disperato come si era rivelato ai suoi occhi.

«Lei è fortunato, Signore. Molto fortunato.» Come un avvoltoio che sorvolava nei pressi di una creatura prossima alla morte, Vladimir fissò Vath dritto negli occhi con i suoi penetranti occhi di ghiaccio. «Perché si dia il caso che, come Lei, perfino io preferisco tenermi i miei preziosi tesori con me e al sicuro dagli sciacalli.» Detto ciò la mano del biondo andò lentamente verso la scarsella che pendeva al suo fianco e, una volta aperta, estrasse un oggetto alquanto curioso e singolare. Un piccola sfera luminosa, non più grande di una noce, venne sollevata all’altezza del viso del proprio possessore, illuminandone il viso di una sinistra luce.
Al tempo stesso, incurante che l’ospite se ne accorgesse o meno, l’altra mano del Russo era corsa all’impugnatura della bacchetta, intenzionato più che mai a difendere il proprio tesoro dall’avidità altrui.



Mappa invariata.



Vath Remar
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La sensazione di vittoria, assoluto controllo e invulnerabilità di Vladimir Petrovic era palpabile e, anche un cieco avrebbe potuto capire dal tono di voce del russo che l'uomo si sentiva di avere il coltello dalla parte del manico. Vath non voleva rimuovere quella forma di sicurezza che il cosaccco così ostentava, farlo sarebbe stato strategicamente sbagliato, e il ministeriale non voleva metterlo in allarme senza motivo. "La strategia è la via del paradosso. Così, chi è abile, si mostri maldestro." e, ripensando a quell'insegnamento di Sun Tzu veicolato tramite la voce di suo nonno Albert un pomeriggio di un ventennio fa, Vath si levò la giacca. Una volta tolta, rimosse il proprio portafoglio dalla tasta interna e la allungò all'uomo. Quando l'attenzione dell'inglese si spostò sull'oggetto che il russo teneva in mano i suoi occhi si spalancarono e, un'espressione sorpresa comparve sul suo volto. «Mr. Petrovic...» La sua voce, scolvolta, osservava la pietra che l'uomo aveva estratto dalla propria scarsella, un oggetto che Roderick Valantine collezionista di oggetti preziosi non poteva non riconoscere. «M.ma quello? Mr. Petrovic, dove lo ha trovato?!?» La voce fattasi un singulto gli diede fastidio alla gola e, portata una mano alla bocca si schiarì la voce con due colpetti di tosse, cercando di ritrovare la compostezza perduta. «Mi perdoni, ma ho ragionevolezza di supporre che quello che tiene tra le mani è l'occhio della Banshee degli O'Moore? Stando a quanto dice la leggenda Brian O'Brian si getto in mischia nella battaglia di Clontarf nonostante questi sapesse che sarebbe andato incontro al suo triste destino dato che la notte prima aveva visto Aibhill,» Disse, indicando l'occhio, infervorato dal ritrovamento. «La banshee, mentre lavava la biancheria dei soldati, fino a quando l'acqua non si tinse completamente di un color rosso sangue. Alla morte di Aibhill, occhio e cuore divennero dei potenti talismani e si dice che insieme abbiano poteri inimmaginabili.» Sollevò lo sguardo, incontrandone quella del Russo. La storia della Banshee era reale, una leggenda che il ventottenne aveva appreso appassionandosi di mitologia, il resto era tutto personaggio. Roderick Valantine il collezionista d'arte e cimeli antichi. Aveva supposto che quello fosse l'oggetto tanto desiderato da Tuco e su quella supposizione aveva formulato quell'azzardo. «È per caso anche in possesso del cuore?»

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Silenziosamente, senza emettere il benché minimo cigolio, la porta della stanza si aprì con estrema lentezza, finché la testa di Madama Drusilla non fece capolino all'interno. Come una faina, gli occhi della donna indugiarono sui due uomini intenti a discutere, assicurandosi di non disturbarli più del dovuto con la sua presenza; soltanto dopo una manciata di secondi si decise ad entrare del tutto nella stanza, richiudendosi la porta alle spalle onde evitare che il marito o Sergej potessero anche solo sperare di spezzare il ritmo di quel colloquio d’affari.
Il rumore ovattato delle spesse pantofole della donna attutirono i passi che intraprese nel raggiungere il tavolino che divideva Petrovic dall’ospite, sorreggendo un vassoio argentato dallo stile vittoriano nel quale vi era un delizioso servizio da thé. La porcellana floreale era lucida e perfetta, non presentava alcun tipo di imperfezione o tracce di sporco, così come le posate argentate disposte in una parte del vassoio. L’aroma del bergamotto si levò dal beccuccio della teiera, riempiendo in breve tempo la stanza, così come quello degli scones appena sfornati. Da brava donna inglese, Drusilla non mancò nell’aver portato marmellata di albicocca e burro da spalmare su quei dolcetti che aveva imparato a fare durante la sua permanenza in Scozia anni e anni addietro.
Nel mentre in cui l’anziana donna fu alle prese con il servizio del thé, Petrovic alzò un sopracciglio con aria confusa quando un falso signor Valantine gli porse senza troppe cerimonie il proprio portafogli. E, quando fu sul punto di agitare la bacchetta per reperire quella strana offerta, il russo invece si ritrovò a studiare la reazione del proprio ospite, ponderando con stucchevole indecisione le parole che udì e trovandole discordanti su diversi punti.
A dare un maggiore incentivo su quei suoi pensieri furono le parole che sopraggiunsero da Drusilla. La donna, infatti, alzò lo sguardo sul Ministeriale e soffocò un risolino.
«Mi perdoni, Sir. Sa, ho una cugina che vive a Dublino, e quando mi raccontò la leggenda da voi citata, l’uomo in questione si chiamava Brian Boru e non O’Brian.» disse in tono gentile, non volendo di certo svergognarlo più dello stretto necessario.
Gli occhi di Vlad, improvvisamente, una volta che ebbe ascoltato la frase dell’anziana, si fecero più duri del solito e fissò il Mago davanti a sé con un sospetto crescente.
«Curioso… Per un momento ho pensato che foste un esperto in materia, ma evidentemente non così tanto. E no, non è degli O’Moore.» aggiunse, assottigliando lo sguardo, indeciso se credere o meno su quello strano teatrino. L’interrogativo maggiore, dunque, era se il proprio ospite era davvero esperto come voleva far credere o stesse semplicemente agendo a caso, alla cieca.
«Lei pensa che ce l’abbia?» chiese a sua volta, canzonandolo, stringendo maggiormente l’elsa della bacchetta.



Attenzione a quanto scrivi, Vath! Prima ancora che tu postassi mi avevi contatto per mp per maggiori delucidazioni riguardo al carico di informazioni che il tuo PG poteva o non poteva avere in merito all’oggetto che ti è stato mostrato. Una volta ricevuta la risposta sarebbe stato opportuno e corretto prenderne atto, senza andare contro alle indicazioni del Master.
Ti invito a prestare maggiore a queste cose, d’ora in poi, e di non avvalerti di informazioni parzialmente inventate di tuo pugno per giustificare il tuo gesto (nello specifico mi riferisco al nome di Brian e degli O’Moore).
Come sempre resto disponibile per mp.

La situazione, come avrai notato, è cambiata. L’arrivo ed intervento di Drusilla hanno reso Petrovic sospettoso nei tuoi confronti.

Mappa aggiornata.
Il pallino violetto è il servizio da thé.

hYOD6wt


Vath Remar
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Da ottima padrona di casa Madama Drusilla si era permessa di preparare del the, degli scoones e a parte burro e marmellata d'albicocca. Vath adorava quella prelibatezza, i pomeriggi della sua infanzia attendeva l'ora del the solo per assaporare quel dolce che, da buon inglese, farciva con gli ingredienti che la donna aveva appena portato. Dando il portafoglio a Petrovic l'obiettivo era accaparrarsi quell'incanto e, estratta una sacchetta, mostrare la volontà di pagare il russo per quella sua prestazione. Solo quando la donna parlò della medesima leggenda Vath si rese conto che la cultura della donna era derivante da una parente del ramo irlandese. «Sua cugina, Madama Drusilla, ha perfettamente ragione.» Un sorriso benevolo, rivolto verso l'anziana donna, voleva farle comprendere che ne era piacevolmente stupito. Voleva far colpo su Vladimir, tuttavia, l'intervento di Drusilla rese il russo più sospettoso e complice il suo errore nel cognome della famiglia in questione lo mise ancor di più in allarme, cosa che si tradusse nello stringere di più la bacchetta. Vath si sarebbe maledetto, non sapeva per quale ragione ebbe detto O'Moore, né come quel cognome gli fosse passato come un fulmine a ciel sereno nella mente. «Brian Boru e Brian O'Brian sono la stessa medesima persona. Mi perdoni, mi sono rivolto a lui utilizzando il cognome del suo discendente. Ciò a cui faccio riferimento è uno scritto risalente al XII secolo il Cogad Gáedel re Gallaib, perdoni la mia pronuncia, ovvero la Guerra degli Irlandesi contro gli Stranieri nella quale Brian ha un ruolo fondamentale. Quest'opera era un tentativo di Muirchertach Ua Briain di avvalorare la propria pretesa alla corona irlandese a dispetto della casa regnante, gli O'Neil.» Nonostante il piccolo capitombolo sul cognome Vath mantenne il proprio aplomb, ostentano una calma che, assieme alle sue conoscenze storiche derivate dai pomeriggi passati con il ramo materno della sua famiglia gli avevano garantito. «Perdoni questo piccolo lapsus, Mr. Petrovic, nessun O'Moore mi riferivo ovviamente agli O'Brian. Ero venuto o meglio, il vostro amico Ivanov, mi aveva cercato di vendere delle pellicce e io cercavo della pelle di Moke. Se non fosse stato per lui probabilmente non sarei neanche qui, e ascoltata la vostra proposta avrei intenzione di farmi incantare il portafogli. Comunque sia...» Un sorriso cordiale, dimostrandosi piacevolmente a suo agio. La mano destra rimise il portafogli a posto nella giacca interna, lasciando tuttavia la sacchetta piena di Galeoni sul tavolo proprio accanto al servizio da the. «Non ho idea se voi siete in possesso di tali oggetti, mi è venuto per la testa per sbaglio forse, ne ero solo curioso....quanto darei per possederli. Come può immaginare non mi mancano i fondi, e potremmo ottenere un vantaggio reciproco da questo scambio, non trova?»

//perdona l'immenso ritardo, ci tengo tuttavia a precisare che la storia degli O'Brian non è inventata, qui di seguito ti lascio il link che riporta tutto ciò che ho scritto in questo ultimo post. Vath da parte materna ha parenti Irlandesi percui ho voluto giustificare la conoscenza della leggenda e il suo M.A.G.O. in Storia della Magia, oltre alla sua passione per suddetta materia mi hanno fatto pensare che potesse essere abbastanza informato per fare questo azzardo che altro non è.
QUI

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Non batté ciglio né diede alcun segno di volersi ammorbidire: Vladimir Petrovic mantenne uno sguardo circospetto e glaciale per tutto il tempo che seguì, ponderando sul da farsi, se credere che il proprio ospite aveva preso un abbaglio oppure se ritenerlo un cialtrone su tutta la linea.
Le labbra presero una piega colma di deliziato divertimento quando il falso signor Valentine convenne con quanto aveva sostenuto Drusilla, soffocando quella che doveva essere una risata di puro scherno; per il russo non c’era niente di meglio del prendersi gioco degli altri, in una qualunque forma, facendoli apparire come inferiori. Anche se in quel frangente era stata Drusilla ad intervenire nel correggere il mago di Canterbury, Petrovic non si lasciò sfuggire quell’occasione per sentirsi come un pavone in mezzo a delle galline.
Senza fare domande, una volta udito il desiderio del Ministeriale nel voler farsi incantare il portafogli e renderlo protetto dall’avidità altrui, il russo allungò la propria mano libera e accolse di buon grado quella richiesta, stringendo l’oggetto in questione. Cosa non si faceva per un bel gruzzoletto sonante? E Vlad diventava un vero avvoltoio quando si trattava di soldi, tant’è che si ritrovò a sorridere con un tale gaudio che si sarebbe ben volentieri sfregato le mani con una tale ingordigia da far invidia persino ad una volpe, se solo non avesse avuto entrambe le mani occupate.
A quel “cosa darei per possederli”, il biondo si leccò le labbra, pregustando l’imminente affare del secolo a proprio beneficio.
«Qualsiasi cosa?» fece eco in tono suadente. «Beh, si dal caso che abbia sia il cuore che l’occhio di Banshee, da» Sorrise, maliziosamente, per poi - infine - decidersi ad allentare la presa sulla propria bacchetta. «Tuttavia, a causa della loro unicità, temo che le costeranno abbastanza. Sa, sono due cimeli molto antichi e, non per farne un vanto, ma possiedono una potenza che supera quelli venduti da Safarà.» Si concesse una breve pausa, il tempo di sfoggiare il suo miglior sorriso affabile. «Ma visto che lei non ha problemi in termini montenari, potrà certamente sostenere una cifra di 155 Galeoni, in cui è compresa la quota per incantarle il portafoglio. Oppure, se preferisce, potremmo barattare degli oggetti che possano coprire la cifra per tale servizio o per uno dei due oggetti. Il cuore e l’occhio vengono rispettivamente 55 e 50 Galeoni. Mi dica, cosa preferisce?»



Bene Vath, a te la scelta tenendo comunque conto di quanto possiedi alla Gringott. Se vorrai barattare, potrai farlo con degli oggetti che attualmente hai con te, oppure potrai tentare di mediare, ma a tuo rischio e pericolo. Sei liberissimo di intraprendere la strada a te più congeniale.

Vath Remar
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Legilimens Apprendista
«La conoscenza è potere.»

Madama Drusilla sembrò accettare quella spiegazione e non disse nient'altro, Vladimir invece sembro osservarli con alterigia superiorità. Quando poi, il ministeriale, gioco la carta del "quanto darei per possederli" la natura venale del russo ebbe la meglio e, in quel momento, Vath seppe di aver fatto scacco matto. «Si, Mr. Petrovic, come ho detto.» Ascoltò la proposta del russo e, con calma, si prese qualche secondo per riflettere. Le sue finanze non avevano eguali e Vath non si era scomposto minimamente alla richiesta del russo di centocinquantacinque Galeoni. Certo, una somma del genere era una fortuna che, qualsiasi mago, non si azzardava a spendere a cuor leggero eppure, per il Purosangue, quei Galeoni rappresentavano poco più di un investimento a breve termine. Lui era solamente un intermediario, il vero prezzo lo avrebbe pagato il custode della Biblioteca. Scambiare i propri oggetti era fuori discussione, Vladimir si sarebbe accontentato dell'oro. «No, Mr. Petrovic, centocinquantacinque Galeoni andranno benissimo. Proceda pure.» Disse, sorridogli cordialmente. Un cenno della mano, ad accentuare ciò che disse e, al contempo, l'altra che estraeva dalla scarsella tre borsine da cinquanta Galeoni e, da una quarta, i restanti cinque.

INVENTARIO ATTIVO:


Fede nuziale d'oro all'anulare sinistro.
Bastone da passeggio lasciato in eredità da un vecchio parente con l'impugnatura in argento a forma di testa di serpente dove, all'interno, si cela la propria bacchetta in legno di Acero, pelle di Runespoor, 12 pollici e 3/4, rigida.
Scarsella medievale (originale) +5 corpo +2 mana [Possibilità di contenere 8 oggetti di medie dimensioni.]
Stivali Elisabettiani +5 corpo +5 mana +2 salute
Anello del Potere - Blocca l'avversario per 2 turni. Utilizzabile solo in Quest.
Perla di Afrodite +8 mana +7 corpo +7 Salute


Narrato ~ «Parlato» ~ “Pensato”
PS:193/199 ~ PC:132 ~ PM:136 ~ PE:28,5

code © by Vath Remar




//perdona l'estremo ritardo ma aspettavo di avere abbastanza Galeoni nella cassaforte della Gringotts.
 
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view post Posted on 13/7/2020, 17:02
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Il Fato

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cuorebanshee vlad occhiobanshee

«Molto bene allora.» asserì il russo, gli occhi avidi che brillarono intensamente alla vista delle borsine contenente l’oro che il Ministeriale mise sul tavolo degli affari.
Al tempo stesso l’uomo mise il portafogli di Remar sul ripiano davanti a sé e vi puntò la bacchetta contro: due linee perpendicolari vennero disegnate su di esso, senza che il catalizzatore lo toccasse, dall’alto verso il basso e partendo da sinistra, per poi seguire dal punto inferiore sinistro in un cerchio orario in modo tale da racchiudere le linee tracciate. Una formula sconosciuta venne pronunciata e qualche istante dopo Vath ebbe modo di assistere ad una dimostrazione del risultato ottenuto, in cui Petrovic provò ad Appellare il contenuto dell’oggetto in questione e non ne uscì assolutamente nulla. Il Ministeriale poteva quindi considerarsi più che soddisfatto di quel primo investimento.
In seconda battuta, Vlad estrasse l’occhio e il cuore della Banshee - un oggetto che sì, aveva l’aspettato di un cuore, ma leggermente più piccolo di quello umano e sembrava fatto di pietra anziché da muscolo - e li mise alla portata di Remar; eppure l’uomo mollò la presa sugli oggetti soltanto quando si fu accertato che la persona davanti a sé non volesse fregarlo, pertanto mosse la mano in modo repentino e agguantò l’oro in pochi secondi.

«Direi che - a questo punto - con la transazione ultimata, non ci resta che salutarci, signor Valantine. Ma la prego, torni pure se le dovesse servire altro.» Sorrise, beffardo e compiaciuto al tempo stesso.

Una volta preso congedo, Petrovic scomparì oltre la porta del salotto per tornare al piano di sopra, probabilmente per cercare Sergej, mentre Vath rimase da solo con Drusilla. Avrebbe potuto favorire dell’ospitalità della donna ancora un po’, godendosi il thé e quei deliziosi manicaretti che aveva gentilmente servito, oppure avrebbe potuto fare ritorno lì dove tutto era iniziato con il bottino appena guadagnato senza ulteriori indugi. Il patto con il Guardiano, di certo, era da saldare ma era solo questione di tempo.




Eccoci! Questa parte può considerarsi conclusa, hai ottenuto il Cuore e l’Occhio di Banshee richiesti da Tuco e il tuo portafoglio è stato incantato con il Defendat. Puoi descrivere la tua uscita dalla casa come meglio desideri, per poi Smaterializzarti all’esterno e tornare al British Museum dove Tuco ti attende per le ultime battute.
Puoi postare direttamente nella vecchia discussione da te aperta e, ovviamente, aspettando la mia convalida per Smaterializzazione.
I 155 Galeoni ti verranno scalati dal conto.


Vath Remar
PS: 193/199
PC: 132/132
PM: 136/136



Aggiornato.

Edited by Keyser Söze. - 13/7/2020, 18:11
 
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