La casa dei segreti, Quest di BG di Juliet Little

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view post Posted on 16/11/2018, 16:35
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Casa Little era così vuota e silenziosa che uno avrebbe quasi potuto sentire il battito del proprio cuore, se non fosse stato per i rumori provenienti dall'esterno, il cinguettio degli uccellini e il rombo occasionale di qualche macchina che passava in lontananza. Lame di sole filtravano attraverso le tapparelle socchiuse per tenere a bada la calura di quell'afoso giorno di luglio. Sul soffitto, le pale del ventilatore giravano pigramente, disturbando a tratti una mosca troppo stordita per avere ancora uno scopo.

In tutto questo, una ragazza non più bambina, ma non ancora donna, rimuginava sull'ultima lettera che Claire, la sua gemella - gemella! A volte faticava ancora a crederci - le aveva inviato giusto qualche giorno prima. A sottolineare quel pensiero, la civetta bianca di Juliet picchiettò il becco contro la gabbia, nascondendo poi la testa sotto un'ala. Forse aveva solo fame. O forse era offesa per la costrizione. Ma una casa Babbana non era posto per una civetta.

Comunque, nell'ultima lettera Claire era stata molto chiara, suggerendo senza troppi preamboli di approfittare delle vacanze estive e di uno dei momenti in cui la casa di Juliet sarebbe stata vuota per fare qualche esplorazione. Un'ottima occasione per ficcanasare in giro. Così, in generale, aveva scritto.

E ora Juliet si trovava a rimuginare sulla faccenda. Da quando aveva scoperto di avere una gemella, le domande si erano moltiplicate a dismisura e i coniugi Little non erano stati molto propensi a collaborare, le rare volte in cui Juliet aveva anche solo provato ad accennare alla faccenda. Un vero e proprio muro di gomma. Sua madre era anche giunta a proibirle l'accesso alla soffitta, quasi nascondesse un terribile segreto. Inutile dire che da allora la curiosità di Juliet era schizzata alle stelle, rinvigorita dal silenzio dei genitori e dal continuo scambio epistolare con Claire.

Dicevano che l'avevano fatto per proteggere la bambina Babbana dagli sbalzi di umore della sorella magica. Ma se Claire aveva, come le aveva raccontato una volta, la capacità di calmare le persone al tocco, non sarebbe stato più logico tenere le sorelle vicine, il danno e la cura l'una lì per l'altra?

La casa era vuota e lo sarebbe stata fino a sera inoltrata, il padre di Juliet all'estero in una missione diplomatica e sua madre a far visita ad un'amica fuori Londra. Come avrebbe detto Claire, era forse il tempo di cercare da sola delle risposte.



Benvenuta alla prima parte della tua quest di BG. Posta le tue statistiche e l'inventario e buon divertimento
 
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view post Posted on 22/11/2018, 13:40
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La piccola Juliet fissava il ventilatore della sua stanza, nella parte adiacente all’Ambasciata Italiana, senza peraltro vederlo come se fosse invisibile. La sua mente non riusciva a focalizzarsi su ciò che le ruotava attorno, ma quello che sentiva e vedeva era quello che le pesava sul cuore, così invisibile, ma così tangibile e pesante come un macigno.
La sua mente non si fissava su altro che non fosse la lettera, l’ultima, che aveva ricevuto da Claire. Sua gemella. Con l’arrivo della gemella tutto s’era complicato accrescendo e moltiplicando i mille dubbi che già c’erano.
Chiuse gli occhi cercando di non perdersi per una via impervia e avrebbe ricercato la calma -come se fosse stato facile-
La lettera era ancora lì a farle compagnia in quel suo viaggio pieno di segreti nascosti e celati anche a lei stessa che aveva il diritto di sapere qualcosa.
Per trovare qualcosa che potesse dissipare tutta quella nebbia così onnipresente avrebbe dato ancora una volta un’occhiata più approfondita all’ultima lettera ricevuta dalla gemella. Forse tutto sarebbe stato più chiaro se ne avesse cercato di capire molto di più. Avrebbe cercato di leggere gli indizi, forse molti, nascosti tra le poche righe della stessa lettera ricevuta quando era a Hogwarts.
Più cercava di capire più tutto sembrava così confuso.
Avrebbe scosso la testa sconsolata cercando di far ordine in quella mente così giovane ma così ingarbugliata. Non le doveva essere chiaro? Cosa c’era che non andava ancora in lei? Perché i loro genitori erano così scettici nel rispondere ai mille dubbi che l’attanagliavano?
Il silenzio imperversava nella villa. La calma prima della tempesta. Il silenzio significava solo una cosa: poteva curiosare tra i vari oggetti sparsi nella casa e scoprire qualcosa, qualsiasi cosa che le avrebbe dato un piccolo indizio a tutte quello che era ancora nascosto dalla nebbia, costituita dalle scusanti dei suoi parenti. I suoi piedi, dopo essersi alzata dal suo letto, si sarebbero diretti verso il corridoio e con nessuna idea dove andare a ficcanasare il naso avrebbe preso la scaletta che portava in soffitta. Nella sua mente si facevano strada le parole dei suoi genitori che le dicevano che non poteva varcare la soglia di quella stanza. Ma più le cose le venivano proibite più era curiosa, come un gatto. La soffitta aveva quel suo fascino irraggiungibile ma allo stesso tempo alla portata. I suoi piedi avrebbero cominciato a salire per la scala a chiocciola. Ben presto si sarebbe trovata davanti alla porta della soffitta. Era lì ferma davanti alla porta. Una parte di Juliet, forse la più razionale, avrebbe voluto fare dietrofront e tornarsene tra le coperte per dimenticare tutto e vivere ancora nella bambagia solo per non ricevere delle brutte sorprese. Vi era poi invece quella parte che voleva osare, voleva sapere. Lei era figlia di Godric e l’essere una Grifondoro l’avrebbe aiutata a compiere qualcosa per lei stessa che voleva e doveva sapere. La sua mano si sarebbe poggiata sulla maniglia. Ma la paura era ancora lì e la mano era lì che non faceva leva sulla maniglia.
*Sono una Grifondoro perdinci. Cosa mi prende?* Non sapeva dare un volto alla paura.
Per un attimo la mano sinistra si sarebbe stretta sulla bacchetta magica, che lei si portava sempre dietro. Ma non l’avrebbe di certo usata per compiere magie, dopotutto le era proibito usarla fuori da Hogwarts se non per emergenze.
Avrebbe fatto leva, alla fine, sulla maniglia.
Sarebbe andata a vuoto o le avrebbe permesso di aprire quella stanza, la soffitta in cui vi erano quelle risposte alla mille domande che lei si stava ponendo?


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view post Posted on 28/11/2018, 23:53
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Mille pensieri affollavano la testa di Juliet. Scoprire di avere una sorella gemella non era cosa da tutti i giorni, sufficiente a riempire di domande anche la persona più calma e razionale. E proprio tante domande affollavano la mente della giovane Grifondoro, forse anche amplificate dal silenzio che regnava nella casa.

Nel silenzio, il lieve fruscio della lettera che Juliet teneva in mano diventava quasi assordante. L'aveva letta già numerose volte, uno dei pochi legami che aveva con la sorella, ma la speranza che ci fosse un messaggio nascosto che le era sfuggito persisteva. Magari un codice tra le righe o una parola più importante delle altre.

Ma, ecco, c'è una cosa quando si tratta di cercare indizi: bisogna avere la mente pronta e aperta, libera da interferenze. Oppure persino le informazioni così grandi che sembrerebbe impossibile non notare, finiscono con l'essere ignorate. Oppure il detto "nascondere in piena vista" non avrebbe senso.

Oppure, la lettera non era il posto in cui la ragazza doveva cercare, solo l'apripista di una ricerca più ampia. E ricerca più ampia sarebbe presto stata, guidata dalla consapevolezza di uno spazio di manovra che raramente era concesso alla ragazza.

La soffitta rappresentava la soglia proibita, dopo anni di divieti che avevano ormai messo le radici in una parte di Juliet. Poteva anche trattarsi di una parte nel suo subconscio, una parte che contrastava con la sua curiosità, ma pur sempre una parte di lei. E, su quella soglia, quella parte si faceva sentire. Due impulsi, l'uno opposto all'altro: da un lato la sicurezza dell'ignoranza; dall'altra l'inizio di qualcosa che Juliet non poteva prevedere, ma che l'attirava terribilmente.

Poi, una mano che si stringeva attorno alla maniglia, la girava e ... nulla. La porta era chiusa a chiave. A quanto sembrava, i genitori di Juliet avevano preferito aggiungere un ostacolo fisico al divieto che le era stato imposto oralmente, qualora la ragazza decidesse di non seguirlo. Come stava in effetti succedendo.

Forse la Grifondoro si ricordava dove normalmente i suoi genitori tenevano le chiavi quando volevano nasconderle. Ma, anche in caso contrario, era pur sempre una strega. C'erano altri modi per aprire una porta.

 
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view post Posted on 30/1/2019, 12:39
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La sua mano aveva fatto pressione sulla maniglia sperando nel contempo che la stessa non le permettesse di varcare la soglia. Non era sicura di essere psicologicamente pronta per ciò che era il suo passato che avrebbe cambiato il suo presente. Nessuno lo sarebbe stato nemmeno uno che sembrava essere all’apparenza sicuro di sè. Per un attimo avrebbe trattenuto il respiro mentre sentiva la maniglia piegarsi verso il basso. Sarebbe restata lì per poi decidersi a spingere la porta pronta a subire l’ira di Pandora. Ma la porta sarebbe rimasta lì, ermeticamente chiusa. Sembra proprio che abbiano voluto fare le cose in grande. Nonostante fosse in qualche modo contenta che ci fosse un’ulteriore ostacolo alla sua curiosità rimase delusa e chi non lo sarebbe stato?
Scosse la testa bruna cercando di sbrogliare quella matassa che s'ingigantiva con il passare del tempo. Poteva andarsene tranquillamente nella sua camera. Si sentiva in quel momento come la volpe con l'uva che non riusciva ad afferrare. Più ci provava più quella risultava irraggiungibile. La sua mano sinistra si sarebbe stretta a pugno facendole ricordare in quel momento che aveva qualcosa che poteva aiutarla in quel momento.
*No, a dire il vero non potrei* ma la voglia era lì e facendosi soggiogare dalla curiosità avrebbe preso con la mano destra la bacchetta e la punta della stessa sarebbe stata quasi a contatto con la maniglia senza peraltro venire a contatto con la stessa per evitare di fare danni. La sua mano sarebbe stata ferma nell'esecuzione e il suo polso si sarebbe mosso facendo muovere la bacchetta in modo sincrono senza far movimenti rigidi o frastagliati. Un cerchio perfetto sarebbe stato fatto racchiudendo in esso la maniglia e la serratura. Mentre avrebbe fatto il movimento richiesto avrebbe pronunciato la formula che sembrava essere perfetta per quella situazione. La sua voce sarebbe stata chiara e decisa e il suo obiettivo ben fissato in testa: «Alohomora» avrebbe pronunciato quell'incantesimo senza far leva sull'h che sarebbe rimasta muta come prevedeva la corretta pronuncia dell'incanto. Se fosse stato tutto corretto la porta della soffitta si sarebbe aperta come se fosse stata aperta da sempre. Pandora avrebbe gioito a creare scompiglio nella vita della giovane figlia di Godric Grifondoro.


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view post Posted on 7/2/2019, 00:10
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Di modi per chiudere una porta con la magia ce n'erano di sicuro, ma i genitori di Juliet non erano maghi e per fortuna della ragazza, dovevano aver pensato che un lucchetto sarebbe stato sufficiente.

C'era sicurezza nel modo in cui Juliet puntò la bacchetta verso la serratura, mista forse a un pizzico di impazienza e timore per quello che la ricerca avrebbe rivelato. Dopotutto, non le avrebbero vietato l'accesso alla soffitta se non avesse contenuto qualcosa che volevano tenere segreto.
Riguardava forse quella sorella gemella comparsa così all’improvviso nella sua vita? O c'erano segreti ancora più profondi?

Lo avrebbe scoperto presto. La serratura si scattò con un clic, cigolando appena. Alla Grifondofo non restava altro da fare se non abbassare la maniglia ed entrare.

Si sarebbe trovata in un ambiente mal illuminato, con un lucernario impolverato come unica fonte di luce. Per quanto si fosse in estate, i raggi del sole faticavano a passare lo strato di sporco che copriva il vetro.

L’ambiente era stretto, il tipico sotto tetto pensato più accumulare oggetti che per essere abitabile. E le pile di scatoloni che ingombravano il pavimento non aiutavano certo i movimenti. Impossibile per il momento vedere cosa si nascondeva in fondo alla stanza.

Era tempo di cominciare la vera ricerca.



Benvenuta. Ti trovi in una soffitta dal soffitto spiovente, per ora ancora abbastanza alto da non sbattere la testa. L'ambiente è poco illuminato e polveroso. Quasi tutto lo spazio è occupato da scatoloni. Puoi vedere solo la parte frontale della stanza.
Buona fortuna
 
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view post Posted on 7/2/2019, 16:06
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La serratura fece il solito suono del click quando risultava aperta segno che il suo incantesimo non era andato a vuoto. Ora poteva davvero scoperchiare ciò che i suoi tenevano nascosto nella soffitta.
Ora poteva appurare con certezza che i suoi erano babbani. Se la porta rimaneva chiusa nonostante la magia usata significa solo una cosa: il mistero s'infittiva sempre più e doveva avere nervi saldi per non sclerare del tutto.
Ma c'era solo un semplice lucchetto a tenere il suo naso fuori dalla questione. Una questione che riguardava lei e il mistero che essi tenevano nascosto ai suoi occhi.
Armandosi del tanto decantato coraggio che l'aveva portata fino a lì avrebbe poggiata la mano sulla maniglia spingendola leggermente in basso. Avrebbe voluto fare marcia indietro ma qualcosa ormai in lei era scattato e voleva essere lei la padrona delle sue emozioni.
Doveva scegliere da sola quale via prendere.
Si sarebbe fatta avanti nel silenzio totale della dimora, soltanto il battito del cuore sarebbe stato udito alle sue orecchie, in quella stanza che odorava di cose nascoste.
Per fare le cose per bene avrebbe chiuso la porta precedentemente aperta. Se qualcuno da esterno fosse passato vicino avrebbe visto la porta chiusa come se non fosse stata violata in nessun modo. Avrebbe chiuso la porta dall'interno mettendoci qualcosa contro la stessa in modo che non fosse aperta dall'esterno. Per impedire di essere colta sul fatto.
Dopo aver compiuto quelle mosse si sarebbe girata verso ciò che la stanza, in cui era entrata a forza, conteneva. Il suo sguardo spaziava da una moltitudine di oggetti che quasi riempivano la stanza. Per lo più erano scatoloni. Avrebbe sospirato cercando di non perdere la pazienza. Ora lì e non aveva voglia, né tempo per tornare indietro sui suoi passi. Il grosso era stato già fatto e ormai Pandora era lì che l'osservava compiaciuta da tale prodezza. Doveva solo aprire gli scatoloni uno ad uno per fare luce sui misteri che i suoi genitori -erano davvero loro i suoi genitori?- cercavano di tenerle nascosti. Si sarebbe rimboccata le maniche della camicia che aveva addosso e senza ormai indugio avrebbe cominciato ad aprire uno scatolone che si trovava alla sua sinistra, quello più vicino all'ingresso.
Avrebbe cominciato a toglierne lo scotch che teneva chiuso lo stesso.
Chissà cosa avrebbe trovato.
Il suo cuore in tutto quel casino piatto faceva un rumore assordante come se fosse un'entità a se stante pronto a sgattaiolare da qualche parte a leccarsi le eventuali ferite che quella ricerca produrrà


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view post Posted on 15/2/2019, 00:27
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Dritta al punto. Questo era l’approccio che la Grifondoro aveva deciso di adottare. Una scelta di fatto giustificata considerato che si trovava in un luogo dove non avrebbe dovuto stare e che i suoi genitori non sarebbero stati via per sempre. L’orologio ticchettava e c’era solo una fetta limitata di tempo per scoprire quanto più possibile.

Lo scotch che teneva chiusa la scatola era vecchio, l’adesivo consumato dagli anni, e venne via facilmente, sollevando uno sbuffo di polvere sottolineato dall’unico fascio di luce dal lucernario.

Sul lato della scatola qualcuno aveva scritto a grandi lettere “VESTITI” e, in effetti, questo era il contenuto. Juliet avrebbe presto riconosciuto gli abiti di quando era bambina, tutti accuratamente piegati e conservati come ricordo. O forse in vista di futuri nipotini.

Erano passati anni dall’ultima volta che aveva visto quei vestiti. Valeva la pena di guardare più a fondo? O forse c’erano oggetti più interessanti in altre scatole. Molte avevano il contenuto indicato sul lato e quelle più vicine recitavano “FILMATI” e “CUCINA”.



OT. Il mantello vulcano ha poco senso considerato che la quest è ambientata in estate.Ti devo chiedere di toglierlo dall'equipaggiamento.
 
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view post Posted on 10/4/2020, 18:24
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Da sola in quel sottotetto, dove attorcigliati rami di polvere incrociavano pigri una manciata di lame di luce diurna, Juliet avrebbe pensato che se si fosse dovuto nascondere qualcosa, il modo migliore sarebbe stato di metterlo dove non avrebbe sollevato alcun sospetto.
Cercare in
Filmati sarebbe stata la prima scelta, la più razionale e immediata e per questo la più scontata. Non avrebbe nascosto lì nulla, non con quel nome. Sarebbe stato fin troppo ovvio.
Anzi! Non avrebbe avuto molta differenza dall’appiccicarci sopra un adesivo con sopra scritto: “HEEEY SEGRETI IMPORTANTI, QUI! Non aprirlo!"
No, assolutamente no. Qualsiasi cosa lei stesse cercando, non era lì. O tra i vestiti, oppure in “CUCINA”.
Chi sarebbe mai andato a caccia di segreti nello scatolone della cucina, dopotutto? Così si sarebbe chinata sul primo degli scatoloni intitolati in quel modo e avrebbe agguantato il nastro adesivo per stracciarlo.
Però avrebbe lavorato in modo che il nastro adesivo non si stracciasse come il solito. Avrebbe aperto uno dei scatoloni presenti nella stanza. Lo scatolone preso di mira fu quello che aveva la scritta
Filmati Alla fine un altro pensiero aveva fatto capolino nella sua mente e le aveva fatto ricredere su quello che aveva pensato prima: era sempre meglio nascondere qualcosa sotto gli occhi di tutti per far cadere nel tranello ogni persona che crederà che le cose ovvie non sono mai quelle più semplici. Ma forse era quel caso, forse i suoi genitori adottivi volevano facilitare la via o forse sono stati stupidi non conoscendo il suo potenziale. Il suo sguardo scuro sarebbe vagato tra tutte quelle cassette. Cosa contenevano? Ne prese una in mano e ne avrebbe sentito la pesantezza, la pesantezza di un segreto importante.


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Mi scuso tantissimo del ritardo. Avevo pensato di chiuderla qui e poi ci ho ripensato :flower:
 
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view post Posted on 18/4/2020, 19:09
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Finora la soffitta si era dimostrata assolutamente normale, con nulla che a prima vista giustificasse una così grande riluttanza da parte dei coniugi Little di lasciare che Juliet andasse a esplorare tra i ricordi e le cianfrusaglie che conteneva Ma se addirittura la porta era stata chiusa a chiave, allora la Grifondoro doveva guardare oltre le apparenze.

In mezzo agli scatoloni e alle casse di cui sono normalmente popolate le soffitte, la ragazza aveva diretto la propria attenzione verso la scatola marcata come "cassette". Era sigillata con dello scotch, ma era abbastanza usurato da poter essere strappato con un po' di impegno.

Una volta sollevati i lembi di cartone, se Juliet si fosse aspettata chissà quasi meraviglie, sarebbe rimasta delusa. Lo scatolone, infatti, conteneva esattamente quanto indicato dall'etichetta, tante cassette e altrettanti DVD bene impilati al suo interno. Certi erano film, la maggior parte filmati amatoriali. "Primo giorno di scuola", recitava una cassetta; "Compleanno - sei anni", un altro DVD.

Certo, poteva esserci la possibilità che qualcuna di esse una volta infilate nel lettore rivelasse un contenuto ben diverso dalla sua etichetta, ma per scoprirlo Juliet avrebbe dovuto guardarle una a una.

"Oggetti da cucina" recitava lo scatolone che Juliet aveva ignorato. A ipotizzare che i suoi genitori fossero stati altrettanto ordinati, allora la ricerca doveva proseguire verso l'interno della soffitta, dove il tetto cominciava ad abbassarsi e le scatole ad impilarsi.

 
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view post Posted on 21/9/2020, 22:43
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Le piaceva curiosare tra i ricordi. Chissà quali aveva vissuto e non se ne ricordava. Per esempio non aveva ricordi della sua nascita. Si concentrava su quel ricordo e quello che riusciva ad estrapolare solo nebbia fitta. Ed erano, addirittura ricordi più profondi, difficili da dimenticare. Invece a lei era capitato. Ora non le restava altro che vederli con occhio da ragazza e da matura e ridere delle cose buffe che avrebbe fatto. Da piccolini quelle cose buffe sono il piccolo grande passo per diventare grandi e poi diventano agli occhi di chi le ha vissute, sciocchezze. Di sicuro le era capitato.
Curiosa avrebbe infilato le sue mani in quella scatola. Aveva tolto lo scotch e aveva rivelato il contenuto dello scatolone. C'erano vecchie videocassette. Per un po' rimase ferma. Era tentata nel richiudere il tutto e ritornare nella sua camera, infilarsi nel letto e pensare che fosse solo un capricci, la voglia di scoprire di più.
Però era Grifondoro
Doveva andare a fondo delle cose. Doveva far luce su quello che le capitava attorno, sui silenzi dei coniugi Little e di chi le girava attorno. Era stufa di sentirsi fuori posto in casa sua.
Dopo il tentennamento avrebbe proseguito come confaceva alla sua indole di eterna curiosa. Prese in mano una videocassetta che digitava: "Compleanno - sei anni". Ora non doveva altro che sedersi e ridere alla goffaggine che sembrava essere la sua caratteristica preponderante. Il videoregistratore sarebbe partito mettendo in moto il flusso di ricordi sbiaditi


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Mi scuso tantissimo del ritardo. Avevo pensato di chiuderla qui e poi ci ho ripensato :flower:
 
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9 replies since 16/11/2018, 16:35   406 views
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