Lo spettacolo che si trovò davanti agli occhi, una volta superato lo scossone dato dalla passaporta e il conseguente senso di vertigine, era disarmante: è impotenza ciò che si prova in un terreno che si è da poco visto protagonista di una guerra? Osservare un luogo così familiare eppure così diverso, deturpato dal dolore, da una casualità infausta. E le voci. Le grida disperate di chi si è visto strappare via qualcosa, senza nessuna avvisaglia precedente, senza potersi preparare. I bambini urlanti. Le loro grida disperate. Un suono disturbante e capace di creare un turbamento interiore vorace, famelico. Era facile capire quale fosse il palazzo in cui era avvenuta l’esplosione, dove la distruzione avesse preso vita.
Fissò i muri degli edifici, in direzione di Brompton Road, verso le vetrine di Harrods. Provò a dipingersele in mente, lussureggianti e luminose come sempre, sforzando di ripetersi che esse non fossero cambiate. Le percorse una ad una mentalmente, immaginandole lussureggianti e brillanti come sempre. Le cose che conosciamo ci confortano, le novità invece possono spaventare. Aveva bisogno di una strategia per non lasciarsi intaccare dal malessere che si era disperso nell’aria di quella via come una nube velenosa. Una maschera antigas. D’altra parte, l’aveva “promesso” a Murdoc: gli aveva detto di come si sentisse pronta ad interfacciarsi con scenari raccapriccianti, di come disponesse di strumenti in grado di aiutarla anche nelle situazioni più spinose. Ma forse non era così. Cosa poteva fare? Come poteva placare quella spinta interiore che la spingeva a correre da quelle voci, a dare una mano?
*My buddies and me are getting real well known. Yeah, the bad guys know us and they leave us alone…*
Grottesco mettersi a cantare mentalmente i Beach Boys in una scena del genere. Eppure, stimolare la testa a ragionare sulle parole, cercando di ricordarsele, riusciva a tenere al guinzaglio quello che sentiva. Perché non poteva permettersi di “sentire” - doveva raffreddarsi e inserire il pilota automatico. Aveva sentito Costas dare ordini a due maghi che si trovavano con lei, ma non sentendosi nominare direttamente, la sua mente rimase concentrata sulla musica mentre il suo corpo rimase alle calcagna dell’obliviatore.
*I get arouuuuund, from town to towwwn, I’m a real cool he -*
Due cadaveri. Si potrebbe passare ore ed ore ad interrogarsi sul concetto di “morte", leggere scritti di grandi autori, di filosofi e illudersi di accettarne il significato. Ma il punto è che, quando la senti così vicina, sono poche le persone che riescono a dialogarci e ad accettarla. Gli esseri viventi non sono fatti per la morte, nonostante essa possa dirsi l’unica certezza nella vita di chiunque. A volte attrae, a volte si desidera e assume un ruolo importante, si rende madre che accudisce il figlio allontanandolo e tutelandolo dalla sofferenza. Però quel contesto era diverso, perché probabilmente nessuno la voleva, nemmeno il fautore. Era accaduta e basta. E ciò non rendeva ancora il tutto più indigesto? Nessuna premeditazione, nessun motivo, nessuno bisogno…un incidente. Un’amara cucchiaiata di casualità rivoltante. Sentì lo stomaco stringersi e farsi grande quanto uno zellino, in contrasto con il voler fare ulteriori domande mosse dalla curiosità che notizie come queste suscitano e il non volerlo. Il non voler essere coinvolta.
Furono quelle parole a risbatterla dentro il contenitore della realtà, quelle e colui che le aveva pronunciate. Si trattava di un uomo molto, molto alto e dal viso asciutto, che ne metteva in risalto gli zigomi squadrati. A occhio, viaggiava più sugli “-anta” che sugli “-enta”, quindi, proprio questo essere più maturo, lo rendeva una presenza rassicurante. Drinky fu attratta subito dai suoi occhi, che presentavano una strana eterocromia, con un occhio color nocciola e l’altro di un azzurro glaciale.
*Un husky. Sembra un husky.*
Salve signor Husk…Walsh! Sono Drinky Anser. Ecco vede...
*Come "da dove vogliamo cominciare"?! Cosa? Perché lo chiede a me?! E’ pazzo.*
Era spaesata. Non aveva la benché minima idea di come gestire quella circostanza. Cercò di fare mente locale: c’erano diversi gruppetti sparpagliati per la strada, con una grande concentrazione all’ingresso. I feriti gravi probabilmente erano già stati trasportati via mentre altri stavano venendo medicati al momento, per strada. I passanti, coloro che si trovavano lì per capire cosa fosse successo, probabilmente non sarebbero stati un grosso problema - l’aspetto che aveva assunto il palazzo, con i chiari segni di un’esplosione, poteva trovare una semplice giustificazione attraverso “lo scoppio di una caldaia”. D’altra parte, chi avesse assistito alla scena, forse, si sarebbe reso conto della peculiarità di quell'incidente, diverso da uno causato da qualche marchingegno babbano. Le venne in mente uno schema a cerchi concentrici. I più “vicini” all’esplosione, li considerava quelli che necessitavano il prima possibile di un’alterazione della memoria. Coloro che erano arrivati più tardi, invece, si sarebbero potuti risparmiare quel micro lavaggio del cervello. Sarebbe stato idilliaco poter sistemare tutto con qualche incantesimo, in modo che nessuno dovesse portarsi addosso la cicatrice di questa vicenda, e far tornare tutto come prima. Però, come si potevano motivare due cadaveri? Gli altri inquilini se ne sarebbero accorti, prima o poi, della loro assenza inspiegabile. A meno che non si elaborasse una valida scusa. Ma quanto sarebbe stato giusto? Dove si trovava il confine tra “corretto” e “scorretto” in una situazione simile? E poi c’erano i feriti. Per quanto le ripercussioni dell’esplosione potessero venire curate e i ricordo alterati, il corpo possiede una memoria tutta sua. Dunque, che impatto avrebbe avuto sulla loro psiche, col passare del tempo? Aveva bisogno di ulteriori informazioni, prima di capire come muoversi correttamente in quella distesa di gusci di uova.
…gli appartamenti sono stati tutti sgomberati? Dove si trovano gli inquilini del palazzo? E, sappiamo con precisione quale incantesimo sia stato la causa di tutto ciò?
Punti Salute: 167
Punti Corpo: 115
Punti Mana: 115
Esperienza: 25
-
Inventario: bacchetta in legno di alloro, corda di cuore di drago, polvere di rubino, 13 pollici, flessibile