The Angel of Death, Quest Abilità & Missione AntiMago

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view post Posted on 26/11/2018, 09:58
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Il Fato

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La mano fece pressione sul volto delicato della bambina. Il suo pianto divenne soffocato, ma le lacrime continuarono a scendere copiose. Tilly chiuse gli occhi, forse così tutto sarebbe sembrato meno brutto e meno reale. Aveva paura, voleva solo tornare dalla mamma. All’inizio si era dimenata furiosamente a quella cattura, ma l’uomo era troppo più forte di lei. Si era smaterializzato chissà dove, ormai era tutto perso, prima fra tutte la speranza.
Forse la miglior cosa da fare era lasciarsi andare ad una resa senza condizioni. Aveva solo cinque anni e quando sei così piccolo non ti è stata ancora concessa la capacità di capire alcuni oscuri risvolti della mente umana. Portò le piccole dita cicciotte sulla mano dell’uomo, nel tentativo di allentare la presa. Fu tutto inutile.
Quando riaprì gli occhi nocciola, si accorse che il paesaggio era cambiato. Non si trovavano più in città, ma in un parco o qualcosa che gli somigliava. Era troppo buio per vedere bene e la paura che le stringeva il petto la faceva sentire ancora più piccola.
Una civetta fece sentire la sua voce e Tilly ebbe un brivido. Le erano sempre piaciute le civette, eppure ora quel suono sembrava sinistro, così tanto da farle stropicciare lo stomaco.
Camminarono lungo un viale alberato, il rumore dei loro piedi era l’unica cosa che faceva eco ai suoni della notte. Le lasciò la bocca e l’afferrò saldamente per il polso. Una bacchetta da dodici pollici svolazzò nell’aria. Una lapide si scoperchiò con un suono spettrale ed entrambi sparirono nell’oscurità sotto la tomba.

Ingresso Ospedale di San Mungo ore 20.43

Era una serata fredda e il vento che entrava dalla porta perennemente aperta non prometteva nulla di buono. C’era rischio di pioggia nelle prossime ore ed era certo che l’aria sarebbe diventata ancora più tagliente.
Joey lavorava in Ospedale da molto tempo e quel lavoro gli aveva insegnato ad apprezzare le persone, spesso senza condizioni. Non gli dispiaceva essere solo un portinaio accanto a tante menti illuminate, lo considerava un privilegio. I suoi occhi scaltri spesso giungevano dove quelli di un Medimago non erano in grado di arrivare.

Una civetta sfrecciò nell’ingresso, lasciando cadere con precisione una busta sul tavolo di Joey. Aveva già visto quella civetta, non poteva essere…
Strappò la busta con impazienza, quindi sfilò la lettera. Era sempre la stessa calligrafia. Era di nuovo lui, quel maledetto.

“Non è possibile!!! Un’altra volta!” si ritrovò a ruggire con tutta la rabbia che aveva in corpo “Ha preso un’altra bambina!”
Lia, proveniente dal corridoio di destra, immerso nelle semioscurità, stava per voltare l'angolo che l'avrebbe portata all'uscita. Aveva appena finito il suo turno e probabilmente non vedeva l'ora di tornare a casa. Venne colta di sorpresa dalle grida di Joey, riuscendo ad udire alla perfezione tutte le parole.
Dal lato opposto del corridoio, Maurizio stava lasciando l'Ospedale dopo aver accompagnato un giovane collega ferito. Il giovane, alla prima esperienza, era piuttosto scosso e lui forse non se l'era sentita di lasciarlo solo. Dalla posizione in cui si trovava non solo riusciva a sentire Joey, ma anche vederlo.

mappa




Benvenuti all'avventura che vi coinvolgerà entrambi e in modo diverso.

Vi prego di postare statistiche ed inventario. Quest'ultimo sceglietelo in modo che sia coerente con la situazione.
Detto questo, vi auguro in bocca al lupo e buon divertimento.
Per eventuali dubbi, contattatemi per MP.

Prossima scadenza: 02/12/2018 ore 23.59

 
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view post Posted on 26/11/2018, 17:42
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

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Aveva provato mille volte a dire che lasciare andare da sole le nuove reclute si sarebbe ritrovato controproducente, vivevano in un periodo oscuro in cui i terroristi erano all'ordine del giorno, perché mai una cosa del genere sarebbe dovuta sembrare saggia? Oggi ne aveva avuto la conferma, Mark era apena arrivato ed era evidentemente inesperto, era tornato al Ministero con entrambe le braccia rotte, era stato colto da una trappola e ogni incanto curativo sembrava essere inefficace, così accompagnarlo al San Mungo era inevitabile. Nonostante il turno fosse finito Maurizio si offrì volontario per accompagnarlo all'Ospedale
Erano più o meno le nove di sera e Maurizio si congedò dal collega per tornare a casa, sicuramente non era stata una giornata difficile, ma evidentemente stancante. Si era fermato nell' ingresso per tirare fuori una sigaretta dal pacchetto di Davidoff, era una giornata particolarmente fredda e preferiva stare fuori il meno possibile visto che aveva lasciato il cappotto in ufficio. Proprio in quel momento sentì una voce tuonare parole sospette *Che diamine vuol dire, una bambina?* era alquanto confuso, ma di recente aveva meglio capito come svolgere il suo lavoro, tirò fuori un taccuino e una penna in cui era solito scrivere ogni sorta di cosa quando era a lavoro. Si avvicinò all'uomo con passo rapido rimettendo la sigaretta dove l'aveva presa e tirando fuori il distintivo.
"Agente Pisciottu, Polizia Antimago. È successo qualcosa?"
Numerose domande volteggiavano nella testa di Maurizio ma le tenne per se, non era il momento di rimproveri e ramanzine, grazie ai suoi sensi riuscì a percepire la rabbia dell'uomo, forse l'Italiano aveva avuto una giusta intuizione.

PS: 202 ◆ PC: 147 ◆ PM: 163




Maurizio Pisciottu
PS: 202
PC: 147
PM:163

Inventario:
-Bacchetta
-Sigarette e clipper
-Taccuino e penna

Vestiario:
Maurizio indossa un maglione, un jeans e degli stivali. Ha lasciato cappotto e mantello in ufficio.


Edited by Don Medellìn - 6/12/2018, 12:36
 
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Lia Soxilia
view post Posted on 2/12/2018, 12:42





Ecate Soxilia O'Connor8DNuj
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Quella mattina non era cominciata come avrebbe sperato. Si era alzata come sempre preparandosi la sua colazione solita composta da un cappuccino, una pesca e delle fette biscottate mentre leggeva le novità portatele da Anacleto; era stato proprio fra le buste e gli opuscoli portati dal gufo di famiglia a farla sprofondare nuovamente nell'abisso: il cugino, un po' per evitare la tristezza delle feste dopo la scomparsa di Sybella, aveva deciso di organizzare una piccola cenetta fra amici invitando lei chiedendole di portare la piccola Aida, poi continuava elencandole gli invitati fra cui spiccava il nome di Drinky che accompagnava un'altra bambina. Leggendo quel nome le si era bloccato un pezzo di pesca in gola facendola tossire affinché non soffocasse, il cuore le aveva dato un impennata e lei si era ritrovata a pensare a tutto quello che lei stessa aveva causato e a come la rossa non avesse mai provato a farsi sentire nemmeno per capire meglio; ma non poteva biasimarla, in fondo aveva minacciato quella che Drinky riteneva sua figlia e le aveva vomitato addosso insulti non proprio carini, eppure una piccola parte di lei sperava che un giorno la rossa potesse domandarsi il vero motivo di quel comportamento e cercarla per avere spiegazioni, sperava che avrebbe superato il suo ego ferito per andare a chiederle se lei stesse bene.
Quando finalmente la sua mente aveva riacquistato un minimo di controllo, Lia si era mossa meccanicamente andando a vestirsi per quella giornata di lavoro e si era truccata: aveva optato per un abitino di maglia bianco con il disegno di un fiocco nero abbinato ad una giacchina di panno nera sfiancata con le maniche lunghe, aveva indossato un paio di calze velate nere e un paio di carlo IX con plateau e tacco ad imbuto fatte in pelle nera; per il trucco aveva optato per uno smokie eye nei toni del caramello e per un rossetto rosa pastello, aveva lasciato i capelli mossi in una coda che lasciava alcune ciocche libere e quindi aveva indossato il cappotto lungo damascato con il bordo in pelliccia. Poi era arrivata alla porta d'ingresso e aveva capito che qualcosa non andava, era distratta stanca e di un umore pessimo, così aveva deciso di usare un piccolo trucco un aiuto solo per quel giorno; si era spogliata nuovamente ed aveva indossato il bustino di Morgana che aveva preso mesi prima e che prometteva un effetto di maggiore concentrazione, poi si era rivestita rapidamente infilando le lettere nella tasca del cappotto e si era smaterializzata vicino al San Mungo dovo il suo turno stava cominciando.
Solo quando l'orologio tuonò le otto e mezza di sera Lia si riebbe dalla giornata pesante che aveva appena attraversato, ricordava ben poco di tutto ma sapeva di essere stata professionale e precisa nei sui movimenti, era come se avesse lasciato il pieno controllo della giornata ad Ecate e Lia si fosse nascosta nel buio del suo essere per evitare di provare emozioni, inutili nel suo lavoro se non per confortare la famiglia o il malcapitato di turno: era una cosa che stava imparando a fare, stava cominciando a controllare quelle sue parti gestendole in caso di bisogno, Ecate spesso le serviva per lavorare mentre Lia la teneva per la quotidianità, l'arpia però non si era più mostrata e ciò le dava da pensare. Era immersa in una conversazione interna, fra un analisi di sé stessa quando alcune parole la inchiodarono proprio prima dell'ultimo angolo che portava all'uscita: ha preso un'altra bambina. Gelata e con la consapevolezza nata da chissà dove che l'arpia stesse per riemergere dopo mesi di inattività, Lia si immagino una scena tutt'altro che piacevole di quelle che i giornali babbani trasmettevano di continuo e nella sua mente il volto contento di Aida divenne una maschera di terrore puro. Non aveva fatto in tempo a svoltare l'angolo, troppo presa da quell'idea raggelante, che una seconda voce si aggiunse alla prima in tono serio presentandosi come agente: conosceva perfettamente quella voce! Svoltò finalmente l'angolo, le mani ancora con la sigaretta stretta e gli occhi azzurri che cominciavano a diventare gialli, Maurizio era davanti a Joey con il taccuino alla mano e i sensi attivi; si avvicinò anche lei e pose leggera una mano sulla spalla del portinaio che ogni volta salutava cordialmente. "Ehy Joey, che succede? Perché parli di un'altra bambina? E chi l'avrebbe presa?" Cercava di essere delicata per non far esplodere la rabbia dell'uomo già troppo nervoso.




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view post Posted on 4/12/2018, 13:20
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Le dita di Joey si strinsero attorno alla pergamena. Quel mostro era tornato. Come aveva potuto di nuovo? E lui, lo sapeva, non poteva fare niente di niente. Si sentiva impotente ed era cosciente che nessuno avrebbe fatto nulla, esattamente come la volta precedente. "E’ solo uno scherzo" avevano detto e invece non lo era affatto. Si sentì stringere lo stomaco in una morsa e si lasciò andare sulla sedia dietro alla scrivania. Doveva pensare a cosa fare, e doveva farlo in fretta. Sarebbe dovuto andare dal responsabile dell’Ospedale e fargli vedere il gufo? Non era certo che fosse davvero cosa di loro competenza.

La voce maschile lo fece trasalire, era convinto di essere solo. Come diceva sempre suo padre? Joey ricordati di non parlare mai nei luoghi chiusi, non sai mai chi possa passare dietro l'angolo.
Digrignò i denti, un sorriso amaro.
“ Io...io… “ sgranò gli occhi di un verde ormai leggermente scolorito. Si passò la mano sudata sul bavero della giacca. Era perennemente in difficoltà, soprattutto quando doveva interfacciarsi con persone di un certo spessore. Un AntiMago...Forse quell’uomo era la persona giusta al momento giusto.
“Io...Agente…” doveva assolutamente fidarsi di quell’uomo, non aveva alternativa.

Non si avvide del sopraggiungere della donna e, nel momento che lei gli posò la mano sulla spalla, Joey scattò di nuovo per l’agitazione.
“Miss O’Connor” la guardò boccheggiando come un pesce rosso mezzo morto. L’aveva sempre giudicata una donna stupenda e non solo nell’aspetto. La Medimaga era di una gentilezza fuori dal comune, mossa dal quel tipo di eleganza che in poche possiedono. Joey le sorrise, ritrovando quel poco di serenità per esporre i fatti con lucidità.
“Miss O’Connor, è arrivato un gufo sulla mia scrivania. Eccolo!!” la pergamena gli cadde dalle mani e l’uomo la recuperò subito da terra.
“E’ la seconda volta che accade, ma in precedenza hanno creduto che fosse uno scherzo di cattivo gusto” si coprì il volto con le mani “Povera bambina...povera bambina” l’ultima parola si perse nel soffio lieve del suo respiro.
Li guardò entrambi, poi consegnò la missiva nelle mani della donna “Dice che l’ha portata al cimitero di Highgate” lo sguardo divenne supplice e angosciato “ e non è uno scherzo!! Non lo è nemmeno questa volta”
Gli occhi spenti di Joey fecero la spola tra la donna e il poliziotto. Non solo cercavano speranza, ma soprattutto rassicurazioni.
“Aiutatela”



Iniziamo le danze, mettete le scarpine da ballo, quelle più comode che avete.
Per ora avete solo un indizio, direi che possa bastare.
Procedete.

Per eventuali dubbi, contattatemi via MP.

Prossima scadenza: 09/12/2018 ore 23.59



 
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view post Posted on 6/12/2018, 12:35
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

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Era impressionante quanto la gente fosse diffidente verso i Ministeriali, con i tempi che correvano la gente era più restia nel condividere informazioni, in particolare a loro che avrebbero dovuto ristabilire l'ordine. Se ne rendeva conto, non era una cosa che facevano di proposito o con astio, era un sentimento che con gli anni era diventato di una portata immensa, per anni il Ministero si era dimenticato del popolo e questo aveva fatto lo stesso.
Proprio per questo motivo non si stupì granché quando l'uomo al bancone riuscì a sbloccarsi soltanto di fronte alla presenza di una collega anche se fortunatamente la conosceva da tempo. La bellissima Ecate si avvicinò all'uomo al bancone che da quel momento riuscì a parlare, Maurizio alzò il capo per rivolgerle un occhiolino e tornare a guardare l'uomo, non sapeva quanto tempo avevano, ma agire il prima possibile sarebbe stato comunque un imperativo, quella bambina andava salvata.
Maurizio annotò quelle poche informazioni che avevano: "Seconda volta-Cimitero Highgate". Non era molto, ma dava sicuramente qualche informazione su cosa stavano cercando, il sospetto aveva già colpito, probabilmente avrebbe commesso meno errori.
"Farò il possibile...faremo, immagino."
Disse con un mezzo sorriso, chiedere l'aiuto di Ecate sarebbe stato fondamentale, la bambina sarebbe stata sicuramente traumatizzata e anche senza l'effettivo bisogno di un medico un viso femminile sicuramente sarebbe stato più rassicurante dell'Italiano.
Maurizio avrebbe poi teso la mano verso Ecate per poi smaterializzarsi verso il cimitero, perdere un secondo sarebbe potuto essere fatale, non sarebbe tornato a prendere il cappotto, le temperature non sarebbero state un problema per lui...ma forse la puzza sì.

PS: 202 ◆ PC: 147 ◆ PM: 163


 
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Lia Soxilia
view post Posted on 9/12/2018, 16:04





Ecate Soxilia O'Connor8DNuj
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Joey era visibilmente agitato e frustrato, con Maurizio aveva avuto esitazioni e diffidenza giustificati da quei tempi complicati che il ministero stava vivendo e di cui anche Ecate si era accorta nonostante la sua permanenza di un solo anno; solo quando l'uomo avvertì la mano sulla sua spalla e la bionda gli rivolse la parola allora si sbloccò, mentre Maurizio le lanciava un occhiolino che lei prontamente ricambiava con un cenno del capo in segno di saluto. Joey cominciò a spiegarle mostrandole la lettera che gli era caduta ed aveva prontamente recuperato, ne parlava con fervore concludendo il discorso mettendosi le mani sul viso con la lettera ben salda e la voce che si perdeva in un soffio. Poi le porse la lettera.
Lia osservò la pergamena leggendo le parole vergate da una mano che non mostrava alcun segno di rimorso o rancore, era priva di emozioni quella scrittura e sembrava quasi averci messo impegno e divertimento nel scrivere quelle parole con uno stile così aggraziato. Diceva chiaramente che la bambina stava morendo, ma poi diceva che una volta arrivati avrebbero dovuto chiedere la chiave all'Angelo della Morte, quelle parole scossero Lia che strinse appena la pergamena ricordando il viso della donna che l'aveva accompagnata al Lago Nero. I suoi occhi che giocavano fra il giallo e l'azzurro in quel momento fecero passare un velo di malinconia e rammarico che la Veela cercò di scacciare mostrando la pergamena al mannaro che stava segnando tutti gli indizi sul taccuino e le proponeva di accompagnarla a cercare quello che doveva essere un mostro se attaccava una bambina per la seconda volta.
"Joey, stai tranquillo. Io e l'antimago Maurizio ci occuperemo di tutto, troveremo la bambina e la salveremo per poi far rinchiudere il colpevole ad Azkaban. Te lo prometto, non permetterò che qualcuno faccia del male ad una bambina." Lia era convinta e determinata, non avrebbe permesso a nessuno al mondo di fare del male ad una bambina perché oramai vedeva nelle bambine il volto della sua Aida. Lia alzò gli occhi puntandoli in quelli di Joey e poi su Maurizio a cui aveva dato la pergamena, poi aveva lasciato la spalla del collega e l'aveva allungata a Maurizio che la invitava a smaterializzarsi nel luogo indicato: avevano poco tempo per salvare quella bambina e non dovevano perderne. "Andiamo! Joey, se faccio tardi al turno di domani avverti gli Auror e il capo di cosa è successo per favore."




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Gli occhi di Joey saettavano dall’AntiMago alla bella MediMaga, sembravano delle Gobbiglie impazzite. Cercavano risposte, rassicurazioni, certezze, ma soprattutto cercavano pace.
Cominciò ad annuire ad ogni parola. Forse loro...Forse sì.
La decisione di Maurizio ebbe un forte impatto sulla sua emotività. Quel “farò il possibile” fece apparire un sorriso amaro sul volto dell’anziano mago, mentre continuava scioccamente ad annuire. Lei però riuscì a trovare la chiave giusta per far scattare la sua calma. Finalmente. Annuì per l’ennesima volta, con decisione.
“Grazie, grazie” poi fece un passo indietro. Non voleva essere d’intralcio.
Strinse le braccia ossute attorno al corpo, mentre chiudeva gli occhi stanchi. Il classico “crack” della smaterializzazione glieli fece aprire di nuovo. Erano ormai spariti, destinazione cimitero di Highgate. Fece un respiro rumoroso e lento. Ora erano loro due contro l’Angelo della Morte. Ce l’avrebbero fatta a trovare la bambina? Ce l’avrebbero fatta contro quell’uomo senza scrupoli e anima? Poteva solo augurarglielo con tutto il cuore.
“Buona fortuna” sussurro. Sarebbe stata una lunga notte.

Cimitero di Highgate ore 21.00

Maurizio eseguì una perfetta materializzazione congiunta che li fece apparire davanti all’enorme cancello del cimitero monumentale. L’aria era gelida e i fulmini in lontananza non promettevano nulla di buono. L’umidità era come una cappa di Morte, la stessa Morte che era la Regina indiscussa di quel triste luogo. Li iniziò ad avvolgere nel suo tetro abbraccio, regalandogli il suo benvenuto. Mai lo avrebbe negato. Era lì per i più grandi, ma non si negava al più triste viandante di quelle terre. La Morte era la signora di tutti, amica e carnefice, ma sempre giusta.
Il suo Angelo era con lei, occultato e protetto dalla sua mano perlacea, dove nessun tipo di sguardo sarebbe stato in grado di cogliere la sua presenza. Li osservava mentre lisciava il suo vestito da cerimonia. Erano due ospiti speciali, inattesi. Li avrebbe trattati con i guanti.
Il vento fischiò impetuoso tra i rami degli alberi, scompigliando con gusto i capelli dei due visitatori. Uno sfogo di rabbia che scomparve nel nulla come un urlo disperato.
Silenzio.
Il verso di una civetta.
Di nuovo silenzio.

Così aveva inizio la caccia.





Siete arrivati, con la materializzazione di Maurizio, davanti al cancello del cimitero di Highgate. Come potete vedere sulla mappa, l'Angelo della Morte è poco distante dall'ingresso. Una volta varcata la soglia non avrete difficoltà ad individuarlo. Nelle sue mani troverete le due pergamene riportate in spoiler. Una contiene la mappa del cimitero, l'altra la sciarada da risolvere per iniziare a muovervi verso la tomba giusta.
Buona fortuna!

Per eventuali dubbi, contattatemi via MP.

Prossima scadenza: 16/12/2018 ore 23.59



Mappa:

Sciarada:
 
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Lia Soxilia
view post Posted on 16/12/2018, 13:32





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Medimaga Veela Guaritrice Apprendista
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La sua mano aveva stretto quella del lycan e in un battito di ciglia l'ospedale era sparito mentre il suo corpo veniva risucchiato nello spazio dalla materializzazione che le fece riaprire gli occhi sull'imponente entrata del cimitero Highgate, il rintocco di un campanile poco distante segnò le nove in punto della sera mentre l'umidità li avvolgeva come un mantello o una coperta invernale, il gelo pungente le imporporò le guance di un rosso scarlatto come come lo fece con le sue labbra e il suo fiato si condensò in una nuvoletta bianca che contrastava nettamente con il buio intorno a loro; un fulmine illuminò momentaneamente il cielo seguito poi dal rombo di un tuono. Lia avvertì come un richiamo dentro di lei, una sorta di appartenenza a quel greve mondo abitato dall'ombra della figura che un tempo aveva visto immobile vicino al lago, qualcosa le diceva che era lì che doveva stare eppure l'urlo del vento la investì ugualmente spettinandole i capelli permeando il corpo della giovane che aveva ancora la mano stretta in quella dell'uomo. Quando il fischio del vento scomparve lasciandola leggermente intontita, Lia non avvertì altro che non fosse silenzio e il suo cuore le parve fermarsi mentre ancora una volta i suoi occhi scrutavano il buio in cerca della dama che aveva visto anni prima. Una civetta interruppe per un breve istante il silenzio, poi più nulla come un cattivo presagio di ciò che erano andati ad affrontare come se la Morte li stesse avvertendo del suo imminente arrivo.
"Questa volta non mi abbandonerò a te... Sappilo. Ho qualcosa per cui vivere." Lia aveva lasciato la mano dell'uomo serrandola in un pugno di determinazione, le sue parole sottovoce erano rivolte a Lei che sentiva li stesse osservando, non le importava se Maurizio avesse sentito quelle parole sapeva che era una Veela e forse sapeva anche come lo si diventava (cosa assai rara dato che in nessun testo veniva spiegato). La bionda strinse la bacchetta nella mano sana e, con un cenno del capo per invitare il suo accompagnatore, si diresse verso il cancello del cimitero superandolo con passo inarrestabile e con sguardo sicuro, conosceva quel cimitero: in una delle viette fra le lapidi di pietra ve n'era una che riportava il suo nome a grandi lettere senza alcuna dedica e con solo la data di nascita, l'aveva vista quasi un anno prima quando aveva rivisto il padre portarle una torcia accesa in sua memoria. L'entrata era imponente e subito dopo cominciavano ad apparire lapidi e statue di angeli, era quasi consolatorio il modo in cui erano state lavorate e disposte ma soprattutto agghiacciante, la prima fra tutte era proprio l'Angelo della Morte che sostava immobile su un basamento rettangolare, le ali erano chiuse in segno di riposo e il viso basso mostrava reverenza per coloro che entravano, le mani erano sovrapposte sulle vesti a stringere una ghirlanda di fiori mentre alle sue spalle un enorme croce cristiana si ergeva nella sua imponenza. Gli occhi di ghiaccio della giovane subito andarono a fissare l'angelo, seguendo le istruzioni della pergamena ricevuta da Joey, e subito colsero un anomalia nel suo ricordo: fra le mani oltre alla ghirlanda l'Angelo stringeva un rotolo di pergamena, le ci vollero pochi secondi ad estrarlo e srotolarlo scoprendone la doppiezza. Erano una mappa del cimitero e una sorta di indovinello che avrebbe potuto condurli dalla bambina rapida e da quel sadico schifoso.
"Tocca, tocca dove sai e in un lampo arriverai. Puro genio nel pensarlo la famiglia per crearlo. Ci van tutti a consumare e poi vanno a passeggiare. Ora giace in vera gloria perché tutti ne han memoria. Se hai capito chi era in vita ora trova la rapita. Ma se ancora non lo sai mio fratello cercherai. Le ali lui non ha allargato ma giù a terra ripiegato." Lia aveva letto ad alta voce la pergamena in modo che anche Maurizio potesse sapere cosa vi fosse scritto, l'indovinello parlava di una tomba in particolare e di certo lì avrebbero trovato un altro indizio o addirittura la bambina... Peccato che come tutti gli indovinelli bisognava prima risolverlo, certo l'ultima parte parlava della statua dell'angelo addormentato e serviva se non avessero decifrato il primo indovinello ma avevano poco tempo perciò dovevano decifrare la prima parte per poter sfruttare quello che gli era rimasto. Fra le tombe rinomate di quel cimitero c'erano tanti nomi, fra cui anche i Flamel, eppure Lia era convinta che si trattasse di qualcuno di diverso, anche perché la tomba di Flamel era nella direzione opposta all'angelo addormentato. Inoltre l'indovinello sembrava parlare di una smaterializzazione e di un ristorante molto in voga... "Daisy Dodderidge..." disse pensierosa la bionda che aveva ricordato quel nome mentre pensava alla strada per raggiungere l'angelo addormentato. "Credo che parli della tomba di Daisy Dodderidge, la fondatrice del Paiolo Magico e del passaggio da Londra a Diagon Alley. La sua tomba è sulla via per raggiungere la statua dell'angelo addormentato guarda." Spiegò meglio all'uomo mostrandogli la mappa. "Dobbiamo andarci subito!"




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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

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Ci fu un lampo e l'ambiente in cui si trovavano era stato stravolto così come il naso di Maurizio che era passato da sentire un forte odore di alcool misto a sangue ad una moltitudine di odori e colori completamente diversi.
Ci mise un istante ad ambientarsi, da quando era diventato un Licantropo la smaterializzazione era diventata vagamente nauseante per lui. La prima cosa che sentì era un forte odore di muschio, ma il vento cambiò velocemente direzione portando nuovamente dalla sua il forte odore di morte che sentiva sempre...non era il cimitero però! Lia portava sempre con se quell' odore, come se avessero lasciato il suo cadavere a marcire per giorni... e in un certo senso era così, aveva scoperto che lei era una Veela, sapeva così poco sulla sua condizione, ma avrebbe sicuramente approfondito in tempi più calmi.
Una volta sul posto vide Ecate prendere l'iniziativa e muoversi verso la statua dell'angelo della morte da cui prese due pergamene. La lasciò fare e si mise all'ascolto di quello che sembrava essere un indovinello. Riuscì a decifrarne gli intenti e a individuarne lo scopo in poco tempo, ma la sua scarsa conoscenza della storia di Londra lo portò a fidarsi completamente dell'amica. Era lì da poco e, salvo casi particolari, sapeva ben poco della storia di Londra.
"È tutto in mano tua."
Era veramente inutile in quel momento, si limitò a tirare fuori il suo taccuino, avrebbe segnato ogni nome che sarebbe venuto in mente a Lia e se lo sarebbe annotato, giusto per poterli escludere e non dimenticarne nemmeno uno.
Non si mise nemmeno a discutere sul fatto che un solo nome fosse poco, in effetti il nome di Daisy Doodderidge non gli era nuovo e sembrava calzare a pennello con l'indovinello che gli era stato proposto. Si limitò ad annotare il nome e annuire, confermando quanto la sua intuizione sembrasse giusta.
"Andiamo!"
Gli fece eco e si sarebbe diretto con lei assieme alla sua accompagnatrice verso quello che sembrava essere una corsa contro il tempo. Ma perché diamine un pazzo avrebbe dovuto lasciare indizi? Il suo modus sembrava avere qualche falla, oppure v'era ancora molto altro da scoprire.

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view post Posted on 27/12/2018, 09:52
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gufo


Il lamento sommesso della bambina, riecheggiava nei cunicoli che si snodavano sotto la tomba. Una piccola città sotterranea che l’Angelo aveva costruito nel corso degli anni. Ne aveva studiato ogni angolo, senza fretta. Era in grado di muoversi tra quei cunicoli ad occhi chiusi. L’unica torcia che teneva accesa gli serviva per non perdere di vista quella marmocchia fastidiosa. L’aveva legata con una catena corta al solido muro di pietra, trattenendone il polso destro.
La bacchetta da dodici pollici tornò a muoversi con grazia tra le mani dell’Angelo. Due tagli vennero inferti sulle caviglie di Tilly. La bambina lanciò un urlo disperato, si afferrò le gambe. Le catene emisero un suono metallico che la fece rabbrividire. Appena vide il sangue, il suo pianto divenne accorato. Aveva paura, non ne aveva mai avuta così nemmeno quando credeva che ci fosse un mostro nell’armadio. Non sapeva bene cosa fosse la Morte, ma non se ne era mai preoccupata. Sembrava un Universo troppo lontano da lei per essere preso in considerazione.
Chiuse di nuovo gli occhi sperando di potersi addormentare. Anche il peggiore degli incubi sarebbe stato meglio della realtà che stava vivendo.


Il vento scuoteva i rami delle conifere, diffondendo nell’aria un odore dolciastro. Gli stivali portarono Maurizio lungo il viale del cimitero che li avrebbe condotti alla tomba scelta da Lia. Le suole di entrambi calpestavano pesantemente le pozzanghere di fanghiglia ghiacciata, resti della pioggia del giorno prima. Passo dopo passo, l’aria in quel luogo diventava sempre più malsana. Non era dovuto al fatto che fosse un cimitero, ma alle sensazioni che ne venivano fuori. Tutto sembrava essere immobile, gelido, irreale. Ogni cosa che li circondava era pesante e opprimente. I nomi scolpiti sulle tombe sembravano salutarli e dargli il benvenuto alla loro macabra festa.
Anche la Natura sembrava osservarli in silenzio tra le lapidi. La luna faceva capolino tra le nuvole nere, batuffoli sporchi pronti a scatenare un temporale con i fiocchi. Era lei la vera padrona di casa, colei che indicava la strada o la celava a chi alla Magia non era avvezzo.
Un tuono fragoroso squarciò il silenzio e cominciò a piovere forte. I due non avrebbero avuto problemi ad avanzare sotto la pioggia, ma l’acqua non gli avrebbe reso un gran servizio. Il terreno sarebbe diventato una poltiglia, cancellando le eventuali tracce di chi li aveva preceduti.
Non erano soli.
Appollaiata su un albero, la civetta dell’Angelo contava i passi del loro avanzare con i suoi occhi gialli. Faceva frusciare appena le piume a causa del vento, scuotendole con decisione quando questo diventava più insistente.
Stavano avanzando senza alcun ostacolo, lo sapeva, ma non c’era nulla che potesse fare. Il suo unico compito era osservare e consegnare ciò che doveva quando sarebbe stato il momento.
Mancava davvero poco alla tomba che cercavano. Era davvero quella giusta? Cosa avrebbero trovato quando si sarebbero inginocchiati sulla tomba di Daisy?



Avete imboccato il sentiero che vi condurrà alla tomba che cercate. Per ora avanzate senza problemi.
Davvero un ottimo inizio, il Fato è fiero di voi e vi osserva seduto vicino alla civetta.

Per eventuali dubbi, contattatemi via MP.
Se avete bisogno di eventuali proroghe natalizie, fatemelo sapere.

Prossima scadenza: 30/12/2018 ore 23.59

 
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view post Posted on 27/12/2018, 16:34
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

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Di recente Maurizio aveva iniziato a fidarsi molto di più delle perosne a lui amiche, parlandone con Daaria avevano ricongiunto tutto alla sua trasformazione ed al branco di Brandon e seguire Lia, una delle poche persone che poteva definire amica, era per lui estremamente rassicurante.
Se c'era una cosa che non era sfuggita ai sensi dell'Italiano era quella strana e terribile sensazione di avere gli occhi di qualcuno addosso, non ne era sicuro, eppure era una di quelle cose che continuavano a fargli venire i brividi lungo la schiena, accompagnata dal silenzio che sembrava regnare in quel posto. Era solo il rumore dei loro passi a rompere il tremendo silenzio che sembrava avvolgerli quasi fosse vivo.
Improvvisamente quest'ultimo fu squarciato da un tuono che, come un direttore d'orchestra, diede il via alla splendida e grigia sinfonia della pioggia.
Maurizio tirò fuori la bacchetta e la puntò contro Lia, entrambi camminavano allo stesso passo quindi non fece molta fatica a mantenere la bacchetta puntata contro di lei.
"Impervius!"
Se l'incantesimo avesse avuto un buon esito Lia avrebbe evitato che la pioggia le rovinasse i vestiti, se c'era una cosa che aveva intuito su di lei e che teneva molto a quel particolare aspetto. Maurizio a quel punto non avrebbe fatto altro che aggiungere:
"Ecco, così non ti bagni."
E a quel punto avrebbe proseguito per la strada con la bacchetta ancora stretta in mano, la prudenza non era mai troppa, specialmente con quella tremenda sensazione che sembrava non oler andare via dalla testa di Maurizio.

PS: 202 ◆ PC: 147 ◆ PM: 163


 
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Lia Soxilia
view post Posted on 29/12/2018, 17:18





Ecate Soxilia O'Connor8DNuj
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Medimaga Veela Guaritrice Apprendista
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Maurizio le aveva lasciato il compito di guida, quasi fosse la cicerone del cimitero, e in un silenzioso passo deciso si era avviato con lei verso la tomba prescelta; camminavano in tacito silenzio quasi le loro voci fossero state strappate via da quella presenza che costante e opprimente li seguiva come l'ombra della notte. A guidarli per il sentiero di ghiaia le conifere in cui lapidi e monumenti funebri facevano la loro tetra scena con i fiori abbandonati ai loro piedi e qualche fotografia, erano piccoli santuari alla memoria di defunti speranze di un luogo felice oltre il velo. La donna stringeva la mappa in mano controllando continuamente la correttezza del loro andare, mentre invece l'indovinello era riposto nella tasca del suo cappotto con la bacchetta; era una situazione surreale trovarsi in quel luogo di notte con Maurizio a cercare una bambina rapita, era qualcosa di impensabile per lei che si aspettava solo di essere una medimaga nel rinomato ospedale di Londra con una vita sentimentale un po' incasinata. Non era un Auror e nemmeno un Mangiamorte, non si era mai schierata da nessuna parte semplicemente si adoperava per difendere chi ne aveva bisogno ma se in quella circostanza avesse dovuto scegliere fra salvare la bambina ed uccidere il rapitore o non farlo e perdere la bambina cosa avrebbe scelto? Per assurdo Lia aveva scoperto di trovare sacra la vita, di chiunque, uccidere non sarebbe mai stata una cosa che avrebbe fatto ma a quale costo? Al suo colloquio aveva perso la sensibilità al braccio destro che era in necrosi fino al gomito spesso nascosto dalla magia, questa volta a cosa avrebbe rinunciato per salvare la vita?
Si fermò appena quando si ritrovò davanti al bivio che conduceva all'angelo senza ali oppure all'angelo inginocchiato, i suoi occhi andarono verso l'ovest nel buio dedalo di tombe lasciando che per un momento i suoi pensieri tornassero alla sua lapide e a come il tempo aveva cambiato le cose; eppure i suoi passi in quel momento ricordavano esattamente quelli di otto anni prima con le scarpe che affondavano nella poltiglia gelata del fango con un temporale tremendo che imperversava roboante sopra di lei e quel senso di essere osservata. Un ennesimo tuono e la bionda chiuse gli occhi pronta a godersi le gocce gelide che presto avrebbero preso a caderle addosso inzuppandola, eppure Maurizio non aveva proprio intenzione di lasciare che l'acqua le rovinasse i vestiti quasi come fossero importanti per lei, forse dava proprio quell'impressione. "Non è importante... Mi piace la pioggia..." Stava lavorando sul suo dover accettare di aver preso brutte decisioni, sul fatto di essere morta e che il passato le aveva dato il presente, così aveva deciso che avrebbe cercato di accettare ciò che era accaduto sia di trovarne i lati migliori. "Comunque dobbiamo andare dritti, ci stiamo avvicinando alla tomba di Daisy..." Disse poi mentre continuava a indicare la strada all'italiano che continuava a stringere la bacchetta, anche lui sentiva la presenza e comunque non faceva male essere preparati ad un agguato.




Statistiche:
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Inventario:
bacchetta Legno di Ebano, Corda di cuore di drago, 10 pollici e molto flessibile.
Bustino di Morgana favorisce la concentrazione e protegge dai veleni. Salute +4 Mana +5
Sigarette
Alcune lettere nella tasca del cappotto

Abbigliamento:
Cappotto lungo alle ginocchia con tasche laterali, mini abito bianco e giacchina di panno, scarpe con tacchi.
 
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view post Posted on 8/1/2019, 09:46
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Il Fato

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gufo


Tilly sentiva il muro gelido contro la schiena, ma aveva paura di spostarsi da quella posizione. Si era appallottolata, le ginocchia contro lo stomaco. Sperava di sentire meno freddo, ma era tutto inutile. Le lacrime erano l'unica cosa calda che si sentiva addosso, ma il loro tepore durava appena qualche istante. Le era rimasta solo una scarpa, l’altra l’aveva persa vicino alla lapide nel momento che l’Angelo l’aveva condotta a forza nei cunicoli.
Teneva gli occhi serrati con forza, non voleva vedere il volto del suo carceriere. Aveva paura, aveva sempre più paura. Ora le era salita alla gola e le toglieva il respiro, mentre una mano gelida sembrava accarezzarle le spalle. Le sfuggì un singhiozzo che riecheggiò nel cunicolo umido.
“Fai silenzio! Taci o te la chiudo io quella bocca!”
La manina di Tilly si affrettò a coprire le labbra. Non voleva che quella persona potesse farle del male di nuovo, ma era troppo tardi. La bacchetta dell’Angelo volteggiò nell’aria una seconda volta e due segni profondi apparvero sulle guance paffute della bambina. Questa volta non ci fu alcun grido.
“Fai un altro rumore bambolina e il prossimo sarà sulla gola”


Procedevano senza intoppi verso la loro probabile destinazione. Lia aveva preso in pugno la situazione e, mappa alla mano, guidava entrambi con sicurezza lungo i lugubri sentieri del cimitero. La pioggia cadeva sempre più fitta, mischiava le tracce, confondeva gli odori. Questo era un piccolo contrattempo che non avrebbe fermato i loro passi.
Il vento dava ausilio alla rabbia delle nuvole, aggiungendo ad esse la sua forza. Si erano strette in cielo in un’unica coltre plumbea e la Luna era solo un ricordo. Ora il buio regnava sovrano.
La civetta si spostava di ramo in ramo, seguendo i movimenti dei due ospiti. Si alzava in volo silenziosa per poi planare un paio di alberi più avanti. I gufi accompagnavano i suoi movimenti con versi acuti e andava benissimo così. Nell’ultimo volo li precedette, andandosi a sistemare nell’olmo di fronte alla tomba in questione. Tornò a scuotere le piume per liberarle dall’acqua. Aprì il becco ed emise uno stridulo richiamo. Chi doveva, l’avrebbe sentito.
Ora non restava che aspettare.
Lo spettacolo sarebbe andato in scena a breve? Lia e Maurizio avrebbero avuto ancora la strada sgombra? Dipendeva dalla volontà dell’Angelo? Dipendeva tutto da loro?
Per il momento non era dato saperlo, ma molto presto i nodi di quel mistero sarebbero giunti dolorosamente al pettine.
Erano pronti ad affrontarli?



Nei cunicoli sotto la tomba la situazione di Tilly non è delle migliori.
Lia e Maurizio avanzano sicuri verso quella che pensano essere la loro destinazione. Dovreste già essere in grado di vederla, nubi permettendo. La lapide, dopo l'ingresso dell'Angelo, è stata rimessa al suo posto e nulla lascia intendere che la tomba nasconda qualcosa.

Per eventuali dubbi, contattatemi via MP.

Prossima scadenza: 13/01/2019 ore 23.59

 
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view post Posted on 11/1/2019, 02:05
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

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Più avanzavano più Maurizio iniziava a sentirsi diverso, non sapeva cosa era, forse la vicinanza alla bambina aveva acuito i suoi sensi di lupo, forse era tutta suggestione, eppure si sentiva leggermente alterato. Non capendo a fondo la natura di questa sensazione si limitò ad avanzare senza sosta.
"L'ho fatto per me, non mi piacciono i cadaveri bagnati."
Tentò di allentare la tensione con una battuta, lo faceva sempre per evitare che gli altri potessero sentire la sua. Il loro inesorabile e silenzioso avanzare fu interrotto da una civetta che li oltrepassò e si andò a posare su di un albero di fronte ad una tomba. Aveva dato solo un piccolo sguardo alla mappa per poi lasciarla ad Ecate, eppure si rese conto che più o meno si era posata proprio dove stavano andando, era una conferma della loro buona strada oppure un'ostacolo che gli si stava per parare di fronte? Non ne avrebbero mai avuto la conferma stando sul posto, ma solo avvicinandosi ad essa.
"Va verso la lapide, io ti guardo le spalle e cerco qualche indizio nei dintorni."
Non era un piano particolarmente complicato, eppure nella sua semplicità era quello che aveva più senso. La sua vista e il suo udito avrebbero sicuramente giocato un ruolo importante nella ricerca di indizi o di eventuali persone che vigilavano su di loro, sebbene la sola compagnia che avevano era la pioggia, e la civetta che aveva nuovamente attirato la loro attenzione con uno squittìo.
Se avessero raggiunto il perimetro della lapide senza interruzioni Maurizio avrebbe iniziato a guardarsi intorno dando particolare attenzione proprio all'essere alato che dall'alto di quel ramo torreggiava sui due soccorritori.
La sensazione di Maurizio non era affatto svanita, i due soccorritori sarebbero ben presto diventati prede?

PS: 202 ◆ PC: 147 ◆ PM: 163




La stavo ascoltando mentre scrivevo il post e bon, ci sta da Dio quindi l'ho messa lì <3

Per quanto riguarda Maurizio non credo serva dire molto, pur essendo un tentativo disperato si guarda intorno anche se è particolarmente attratto dalla civetta
 
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Lia Soxilia
view post Posted on 11/1/2019, 10:31





Ecate Soxilia O'Connor8DNuj
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Celebro Hekate trivia, amabile protettrice delle strade,terrestre e marina e celeste, dal manto color croco,
sepolcrale, baccheggiante con le anime dei morti, figlia di Crio, amante della solitudine superba dei cervi,notturna protettrice dei cani, regina invincibile, annunciata dal ruggito delle belve, imbattibile senza cintura,domatrice di tori, signora che custodisce le chiavi del cosmo,frequentatrice dei monti, guida, ninfa, nutrice dei giovani, della fanciulla che supplica di assistere ai sacri riti,benevola verso i suoi devoti sempre con animo gioioso.

Lia aveva preso a ripetersi nella mente quell'invocazione antica che gli elleni usavano per ingraziarsi la dea di cui lei portava il nome, era una cosa che faceva raramente quando sentiva che le cose sarebbero solo peggiorate e non vi era via di salvezza ed era proprio ciò che stava provando in quel momento: persi nella notte tempestosa di un cimitero silente guidati da angeli di pietra e stridii di civette, lei e il suo accompagnatore cercavano la salvezza per una bambina rapita da un misterioso assalitore. Non vi era motivo per pensare che le cose sarebbero andate bene, che avrebbero trovato la bambina sana e non avrebbero dovuto combattere con l'aggressore; non vi era alcun motivo per non pensare al peggio e cercare conforto in vecchie pratiche per ingraziarsi dei e forze benefiche superiori a loro.
"Perché hanno un odore più intenso dai cani bagnati?" rise tesa Lia ricambiando la battuta che l'uomo le aveva lanciato, era quasi comprensibile dal tono di lui che fosse teso e certo lei non era da meno ma entrambi cercavano un modo per risollevarsi da quel silenzio minaccioso e carico di cupe emozioni. Avevano i nervi così a fior di pelle che sarebbe bastato un nonnulla per farli scattare come molle, così quando la civetta li oltrepassò rapida posandosi sul ramo di un albero sopra una lapide poco più avanti per poi stridere in una sorta di invocazione Lia si bloccò cercando con gli occhi un eventuale minaccia. Purtroppo nulla si palesò al suo sguardo, forse per la notte scura o forse per la totale assenza, lasciandola solamente in allarme; Maurizio però non sembrò trovarsi spiazzato e dopo averle detto di proseguire per controllare la tomba aveva cominciato a controllare ciò che stava loro attorno.
Lia aveva mosso gli ultimi passi inquieti e si era chinata davanti alla lapide per poter leggere il nome che riportava, ai suoi occhi non vi era nulla di sospetto o diverso dal comune spazio di una lapide, ma forse era lei ad aspettarsi grandi manifestazioni sulla presenza di un indizio. O forse c'era davvero un indizio lì intorno? Gli occhi di ghiaccio della Veela avevano notato una strana ombra vicino al marmo della lapide, era nascosto un po' dall'oscurità ma se avesse si fosse avvicinata magari avrebbe scoperto l'identità dell'oggetto: se fosse stato dell'aggressore o della piccola sarebbe stato un evidente messaggio che erano lì vicino, che la storia era reale e che loro avrebbero potuto avere una possibilità. "Maurizio..."Lo aveva chiamato appena ancora titubante, qualcosa in lei aveva paura di sapere la verità.




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