The Angel of Death, Quest Abilità & Missione AntiMago

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view post Posted on 20/1/2019, 14:30
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Il Fato

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fulmine-generica-169629


La pioggia cadeva sempre più fitta, incessante, piegando il gambo dei fiori e spazzandone via i petali. Quello che era il ricordo di un parente amorevole, o un gentile visitatore, sarebbe stato spazzato via senza rimpianti. Le gocce ticchettavano sulle lapidi di marmo, dando vita ad un ritmo macabro. Era quella la colonna sonora che avrebbe accompagnato le loro ultime esplorazioni, contribuendo non poco a creare scompiglio. Era un bene? Era un male? Esisteva davvero qualcuno che sapesse rispondere con sicurezza a quelle domande? Era meglio farsi confondere i sensi da tanto rumore oppure era preferibile farsi cullare da un silenzio mortale?
Un fulmine aprì il cielo in due, come se qualcuno vi avesse conficcato dentro un coltello affilato. Fu questa la risposta degli Elementi, un chiaro segno che non sarebbero stati più soli.
I sensi acuti di Maurizio erano sempre più in rivolta, così come lo erano le sue sensazioni sgradevoli su ciò che stavano vivendo. Per il momento avrebbe lasciato ad Ecate il compito di dedicarsi all’essenziale, mentre lui si sarebbe concentrato meglio sui dettagli.
Era davvero quella la tattica giusta da seguire?
La Medimaga sfruttò al massimo il suo spirito d’osservazione tipicamente femminile e, china sulla tomba di Daisy, riuscì a cogliere un piccolo particolare che era sfuggito anche all’Angelo. Una scarpina color crema giaceva capovolta tra il marmo e il prato. Era bagnata dalla pioggia battente ma era nuova e il suo cinturino non mostrava segni di ruggine. La laccatura era perfetta ed il tacco appena consumato. La sua presenza in quel luogo sembrava del tutto illogica, ma per Ecate probabilmente non fu così. Richiamò immediatamente l’attenzione del suo accompagnatore. Cercava da lui una conferma ai suoi sospetti? Forse non voleva essere lei a pronunciare il verdetto a voce alta.
La civetta, raggiunta ormai la sua posizione di vedetta, li osservava senza perdere di loro un solo fotogramma. Apriva e chiudeva i grandi occhi gialli ad intervalli regolari.
Era stata addestrata alla perfezione e avrebbe portato a termine il suo compito senza alcuna sbavatura. Avrebbe atteso che entrambi concentrassero l’attenzione sulla scarpina di Tilly, quindi avrebbe sorvolato la scena, lasciando cadere la missiva. Quando Maurizio ed Ecate se ne sarebbero avveduti, lei sarebbe già svanita tra la gli alberi, esattamente come era venuta. La pergamena sarebbe caduta a pochi centimetri dalla scarpetta, perfettamente asciutta.
Aprendola, i due soccorritori avrebbero letto una sola riga:
Benvenuti a casa
Erano pronti sulla linea di partenza, decisi ad agire. Che cosa gli avrebbe riservato il destino? Era davvero una tomba quella che li attendeva? Ma soprattutto, chi era l’Angelo della Morte?
Si sarebbero posti mille domande ma le risposte che cercavano erano ancora celate dalla lapide di Daisy. Ora dovevano solo entrare.



Ottimo! Ora siete pronti a fare il vostro ingresso nella tomba di Daisy.
Nel prossimo turno avrete la mappa dei cunicoli sotterranei.
Per ora dovete sapere che, una volta scoperchiata la lapide, non troverete una fossa ma un pozzo profondo 5/6 metri e largo circa 2 metri. Non ci sono scale, il muro è liscio e senza appigli.

Per eventuali dubbi, contattatemi via MP.

Prossima scadenza: 27/01/2019 ore 23.59

 
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Lia Soxilia
view post Posted on 27/1/2019, 14:38





Ecate Soxilia O'Connor8DNuj
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Medimaga Veela Guaritrice Apprendista
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La mano sinistra tesa verso l'ombra che giaceva immobile fra il marmo liscio della tomba e l'erba bagnata sferzata dalla pioggia battente che li stava inzuppando, gli occhi tremanti su cui ciglia imperlate eseguivano il loro compito di protezione, il fiato corto di chi teme la realizzazione della verità: Lia si sentiva inerme davanti a ciò che stava compiendo, sapeva che era lei a muoversi ma non aveva il coraggio di ammetterlo a sé stessa. Dentro di lei la tempesta dei suoi alter ego si faceva simile a quella esterna che li stava martellando incessantemente da quando erano giunti al cimitero, ma non poteva permettere a nessuna delle due di vincerla: Ecate sarebbe stata cinicamente disinteressata rischiando di portarla ad azioni di cui non voleva immaginare l'entità, l'Arpia invece era furia pura ed avrebbe rischiato di ferire la bambina. Doveva mantenere il controllo, lo sapeva, per quello aveva chiamato Maurizio accanto a lei, per quello aveva afferrato piano l'oggetto nascosto e sempre piano l'aveva avvicinato ai suoi occhi, per quello aveva sentito il cuore esplodere e il fiato rompersi quando aveva riconosciuto una scarpetta da bambina nuova. Era tutto reale, la bambina era davvero in pericolo rapita da un misterioso assassino che già una volta aveva riempito una bara bianca.
Avvertì il cuore accelerare il battito pompandole il sangue carico di adrenalina, il mondo si era ovattato nella morsa dei suoi alter ego che chiedevano furiosamente di poter dar sfogo alla loro furia, il braccio necrotico era scivolato contro la lapide marmorea sprovvisto dell'illusione con cui lo nascondeva spiccando in quel contrasto di colori; le ci volle uno sforzo superiore alle sue forze per rimanere a capo del suo corpo, per impedire che la sua rabbia e la paura si materializzassero nella forma più dirompente e spaventosa. Stringeva la scarpetta fra le dita della mano sinistra quando un leggero tonfo sull'erba vicina e il fruscio di un paio d'ali che si allontanavano la ridestò: la civetta che li seguiva era svanita nel nulla abbandonandoli forse alla lotta che presto sarebbe sorta, ma gli aveva lasciato un ultimo indizio sull'erba fradicia simile a quelli che avevano trovato fra le mani dell'angelo, una pergamena. L'aveva aperta tremante, disinteressata a mostrare il suo tremore al compagno d'avventura, scrutandola attenta alla ricerca di indizi ma solo una frase le aveva lasciato di rimando. "Benvenuti a casa..." Un sussurro scarno mentre la leggeva a Maurizio, poi la mano sana aveva agito in completa autonomia appallottolando rabbiosamente il messaggio derisorio e i suoi occhi si caricarono della rabbia dell'arpia pronta ad uscire, la sua voce si era fatta scura di furia e se Maurizio avesse saputo che celava anche lei un mostro avrebbe capito che la minaccia era ben più che semplici parole di rabbia. "Non sa con chi sta giocando!"
Ma come faceva lo sconosciuto a sapere che erano in due? Come sapeva che l'avevano trovato? E poi cosa avevano trovato? Era solo una scarpetta abbandonata... Ma se non fosse solo quello, se fosse stato di più di un piccolo oggetto dimenticato? Se fosse stato l'indizio giusto cosa avrebbe voluto significare? Perché una scarpetta era rimasta impigliata fra una lapide e il terreno? Come l'aveva persa? Tante domande di cui non conoscevano la risposta, o almeno Lia sentiva di averla una risposta ma non riusciva ad afferrarla, era come arrivare davanti ad un traguardo e non superare la linea senza un motivo valido. "Come credi che abbai perso la scarpa la piccola?" Domandò ad alta voce, quasi rivolta a Maurizio più che a sé stessa. "Credi che possa essere rimasta impigliata mentre correvano? O è più probabile che ci sia un passaggio segreto?" Ragionava e sragionava, vittima di una mente razionale e di un cuore troppo emotivo in conflitto.




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Bustino di Morgana favorisce la concentrazione e protegge dai veleni. Salute +4 Mana +5
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Alcune lettere nella tasca del cappotto

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view post Posted on 27/1/2019, 19:46
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

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Maurizio ammirò la civetta per qualche secondo, era una creatura particolarmente affascinante e quegli occhi sembravano scrutarti fin sotto la pelle. Staccò lo sguardo soltanto per raggiungere Lia che era stata più fortunata di lui. Una scarpetta, probabilmente della bambina, giaceva ai piedi della lapide. Era una di quelle cose che fece storcere il naso all'Italiano, erano stati mandati da un'angelo ad una lapide, era tutto perfetto, tutto calcolato, allora per quale motivo compiere un errore così banale?
Nella testa di Maurizio prese forma l'idea che persino quella fosse parte di un piano e la civetta ne faceva parte. Ai loro piedi apparve una lettera, lasciata cadere proprio dal volatile, la cosa confermava ciò che l'Italiano aveva appena pensato.
Ecate prese la lettera visibilmente turbata, forse era proprio questo il motivo per cui era stata lasciata lì? Del resto il vantaggio ambientale era suo, e adesso anche quello emotivo. "Benvenuti a casa" recitava la lettera, la cosa fece sorridere l'italiano che si limitò a commentare.
"Beh, almeno è gentile."
Ascoltò la voce titubante dell'amica con interesse, sembrava avere un principio di paranoia ma l'Italiano voleva comunque renderla partecipe delle sue idee, così le rispose prima di agire.
Indovinelli, angeli, civette ammaestrate...e fai un errore così banale? Non credo proprio. Chiunque sia costui sa dove siamo e ha calcolato ogni singolo nostro passo...per quanto riguarda il passaggio segreto...scopriamolo!
E a quel punto cercò di scoprire quanto la licantropia l'avesse reso forte. Ovviamente si sarebbe aspettato di fare un po' di fatica nel tentativo di scoperchiare la lapide, ma sorprendentemente questa era molto meno del dovuto. Di fronte a loro si palesò un' ambiente che in pochi si sarebbero aspettati, anziché terra, Maurizio ed Ecate trovarono una cavità di fronte a loro, oscura e profonda. Maurizio riuscì a considerarne le misure grazie alla sua vista notturna e constatò come un salto li avrebbe riportati direttamente al punto di partenza, il San Mungo.
"Trovaci qualcosa per scendere, e ti consiglio di accendere la bacchetta, e piuttosto buio laggiù...io ho in mente una cosa."
Il tempo aveva insegnato una cosa all'Italiano, non era tipo che riusciva a seguire alla lettera gli ordini, sarebbe riuscito a sorprendere il proprio nemico?

PS: 202 ◆ PC: 147 ◆ PM: 163




non ho usato il condizionale poiché con le informazioni dateci a fine post ho supposto che l'azione sarebbe andata a buon fine comunque, in caso my bad. :fru:
(La prossima settimana potrei avere problemi a rispondere)
 
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view post Posted on 4/2/2019, 11:52
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Il Fato

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pozzo-3


La civetta nera aveva continuato a volare nelle tenebre, puntando l’obiettivo che conosceva. Alcuni giri a vuoto, preparati a regola d’arte, e a seguire un battere d’ali in linea retta per alcune centinaia di metri. Una derapata al lato di un alto cipresso e il fiero animale conquistò la sua meta. Una cavità occultata ad arte, molto lontana dalla scena. La oltrepassò senza alcuna esitazione e lasciò che il fruscio delle sue ali risuonasse nei cunicoli sotterranei. Aveva fatto il suo ingresso dalla porta principale, mentre ad Ecate e Maurizio restava quella sul retro.
Le ali frusciarono un’ultima volta prima che Bones guadagnasse la spalla destra dell’Angelo. I suoi artigli la strinsero in una presa salda per poi saltellare un paio di volte verso il collo.
“Bravo Bones” una voce graffiò il silenzio “hai eseguito il tuo compito alla perfezione”
Una mano inanellata e sporca sollevò verso il becco un topo ancora vivo. La civetta emise uno stridio di soddisfazione, conficcando il becco nella carne viva del ratto che smise di dimenarsi.
“Hanno scoperchiato la tomba” biascicò l’Angelo senza voltare lo sguardo “Senti l’aria, Bones. È cambiata”
Un sorriso maligno rivelò il premolare mancante, ricordo di una disavventura giovanile. Da lì aveva imparato a controllare i suoi impulsi, che l’irrazionalità non era mai un bene, e ne aveva fatto tesoro.
Alle sue spalle arrivò un singhiozzo soffocato. La bambina era stremata, ma ancora piangeva. La trovava così irritante, imperfetta, incapace di obbedire. Ora i capricci non erano più ammessi, sapeva che avrebbero fatto la differenza. Passi lenti la raggiunsero e lì l’Angelo si chinò a controllare la quantità del sangue a terra. Era ancora troppo poco per il suoi gusti.
La bacchetta tornò a colpire e due tagli apparvero sul dorso delle mani cicciotte di Tilly.
Sorrise e si allontanò. C'erano due ospiti da accogliere.
Era solo l’inizio.

La civetta li aveva abbandonati ma il Fato era ancora lì appollaiato a bearsi dei loro sforzi. Li amava e di loro si nutriva, il suo lato sadico ne era affascinato. Sarebbe potuto essere diversamente?
I due attori protagonisti non avevano solo il dono della Magia e lui lo sapeva. Erano esponenti di due razze sovrane, non si sarebbero fatti scoraggiare dalle difficoltà. Ne avrebbero trovate molte, anche di questo era al corrente, ma era suo compito mettere alla prova la loro sagacia.
Nonostante l’animale dell’Angelo avesse lasciato la scena per un nuovo palcoscenico, gli altri pennuti continuavano senza sosta i loro scambi vocali. Erano insistenti, fastidiosi, petulanti, assoldati per innervosire anche l’uomo più calmo. Il loro canto non favoriva la concentrazione, ma presto non li avrebbero più uditi.
Sarebbe davvero stata una fortuna sentirsi avvolti di nuovo in un mortale silenzio?
Ciò che apparve davanti ai loro occhi li colse di sorpresa. Non videro una fossa di morbida terra ma un cunicolo verticale e profondo, molto più inospitale di una tomba. Chi aveva mai potuto farlo? Chi era l’Angelo? E dove era finita la bara di Daisy?
Quei quesiti li avrebbero accompagnati nel corso della loro caccia. Quello era solo il punto di partenza, non restava che arrivare incolumi all’arrivo. C’era però una domanda che il Fato sarebbe stato ansioso di fare in quel momento.
Erano pronti a calarsi in quell’abisso senza volto?



Bene! Avete scoperchiato la porta dell'Inferno, non vi resta che entrare.
Il come dipende da voi, quindi usate il vostro ingegno e stupitemi.

A seguire trovate allegate due immagini.
- La prima è la visione di ciò che troverete una volta arrivati in fondo al pozzo.
- La seconda è la mappa del primo cunicolo.
Alle spalle avrete un muro di pietra, sulla testa il pozzo.
Di fronte vedrete un tunnel con delle radici e piante secche che ricoprono soffitto, pareti e pavimento. Tenete presente che il cunicolo è lungo circa 20 metri e termina con una biforcazione.
Per ora non vi serve sapere altro.
Buon proseguimento!

Per eventuali dubbi, contattatemi via MP.

Prossima scadenza: 10/02/2019 ore 23.59



Primo cunicolo e Mappa:

 
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Lia Soxilia
view post Posted on 10/2/2019, 16:46





Ecate Soxilia O'Connor8DNuj
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Maurizio le aveva risposto con una semplicità disarmante, era ovvio che l'Angelo sapesse chi aveva di fronte e li stava giocando bellamente ma ciò che torturava Lia era il pensiero del perché avesse scelto loro due e di come li conoscesse. Poteva anche immaginare che una Medimaga e un Antimago si interessassero alla causa ma qualcosa, nel profondo della giovane, diceva che sapeva tutto di loro anche le loro razze e i loro punti deboli: era su quello che giocava? Sul puntargli addosso ciò che li faceva crollare? Ciò che li faceva impazzire? Perché inscenare tutta quella commediola per torturare due persone comuni che a parte brevi incontri non avevano nulla a che fare tra di loro? Cosa si aspettava di trovare nella ragnatela in cui li stava gettando?
C'erano tante cose che non tornavano, ma Maurizio aveva deciso di mettere in mostra la sua forza bruta amplificata dalla trasformazione pressoché recente scoperchiando la tomba di Daisy; fu quasi banale vedere quel grande vuoto al posto del terreno morbido, come se improvvisamente Lia si fosse accorta di essere la protagonista di una film horror di cui già si intuiva la fine. "Ma bene... In un cimitero di notte, due giovani di razze diverse si accingono a scendere lungo un pozzo oscuro nascosto dalla pietra di una tomba...Per nulla allarmante insomma." Ecate aveva scherzato appena con la voce calma di chi finge uno spavento,cercando di placare la sua parte più emotiva che stava già dando troppi numeri; da quando avevano avuto quell'incontro-scontro alla festa dei morti con Mireen, le due personalità si erano messe d'accordo per concedersi spazi e limiti nei quali poter agire senza che l'altra interferisse e lentamente stavano cominciando a vedere l'utilità di mescolarsi. Così, quando Ecate aveva visto Lia perdere la testa si era insediata al suo posto proteggendo la sua antitesi fragile da ciò che sarebbe potuto avvenire: avevano bisogno della calma fredda e precisa di Ecate per terminare il viaggio e salvare la bambina. "Più che accendere la bacchetta credo sia meglio modificarmi la vista, comunque sta indietro userò la lapide come appiglio per calarci giù con una fune magica." Era stata sintetica e con la bacchetta ben stretta in pugno nel suo braccio sinistro su cui la luna faceva brillare l'argentea scritta, la bionda puntò la sua bacchetta verso la lapide appena menzionata e quindi cominciò a disegnare in senso orario tre cerchi esattamente come se avesse una corda in mano e la stesse legando alla lapide per fermarla recitando la formula magica che già una volta l'aveva aiutata a scendere per un pozzo. “Carpe Retràctum
Se tutto fosse andato come previsto e dalla sua bacchetta fosse spuntata la corda con cui si sarebbe calata lungo il pozzo, Lia avrebbe mantenuto l'incantesimo anche per Maurizio in modo che entrambi si ritrovassero nella cavità sotterranea creata da un misterioso artefice; lì la giovane maga ceca dall'oscurità del luogo dove si era calata avrebbe aggiunto un secondo incantesimo ma senza pronunciare alcuna formula, sapeva infatti che quel dato incantesimo era più efficace se usato in modo non verbale. Avrebbe chiuso gli occhi azzurri inebriandosi del ritrovato silenzio in quel luogo, si sarebbe concentrata solo ed unicamente sul suo obbiettivo di poter vedere in quella circostanza allontanando dalla mente qualunque altro pensiero, nascondendoli nello stesso luogo dove stava nascondendo Lia e ignorando qualunque azione del suo cavaliere, poi con la bacchetta parallela al pavimento sarebbe passata davanti agli occhi rapidamente mentre le parole dell'incanto risuonavano nella sua testa come un incisiva imposizione.
Visibula Noctambulus




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view post Posted on 18/2/2019, 13:16
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

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Mentre Ecate pensava ad un modo per farli scendere Maurizio attuò il suo piano, odiava l'idea di buttarsi all'interno di un tunnel senza avere nessuna arma dalla sua parte, nessuna informazione, nessun vantaggio e nessuna tattica. Era una di quelle cose che aveva imparato col tempo e col lavoro, non farsi trovare impreparati. Nel peggiore degli scenari l'Italiano si immaginava spalla contro spalla con la sua compagna d'avventura con nemici che gli arrivavano da davanti e da dietro, pronti a fare fuori altre due persone oltre alla bambina, era snervante!
Così, forse per una sua personale liberazione dall'ansia degli scenari negativi, Maurizio diede definitivamente le spalle alla tomba, si fidava abbastanza di Ecate da poter lasciare a lei quel semplice compito.
Nella sua testa non voleva lasciare nessuna trappola ma, come aveva già pensato prima, voleva solo trovarsi preparato ad una possibile imboscata, così si limitò all'incantesimo Gnaulante come unica arma di difesa. Si voltò un paio di volte cercando di focalizzare per bene l'area attorno alla tomba ove i due sarebbero scomparsi di lì a poco e iniziò a mulinare la bacchetta sopra la propria testa, cercando di descrivere numerosi e ampi cerchi di egual misura come in un moto armonico. Quando i cerchi si avvicinarono alla decina Maurizio ne eseguì un'ultimo prima di concludere l'esecuzione dell'incanto.
"Caterwauling!"
Disse con tono fermo, ponendo particolare attenzione a quando le due vocali si incontravano e producendo un terzo suono più simile ad una "o".
Se l'incantesimo fosse andato a segno i due avrebbero potuto procedere molto più tranquilli di prima lasciandosi alle spalle una contro-trappola pronta a scattare al momento giusto.
A quel punto Maurizio avrebbe potuto seguire il piano dell'Infermiera che armeggiava alle sue spalle.

PS: 202 ◆ PC: 147 ◆ PM: 163




sorry, I'm back :flower:
 
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view post Posted on 9/3/2019, 18:02
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Il Fato

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pozzo-3


Le emozioni iniziarono a prendere una forma concreta nel petto di Ecate. Forza e rabbia si fondevano alla perfezione, infondendo nella Veela la spinta giusta per perseguire i suoi intenti. Non era una donna che si arrendeva facilmente e mai come questa volta l'avrebbe dimostrato a se stessa e a chi la stava sfidando. Non c'era solo il suo amor proprio in gioco, ma anche la salvezza di una bambina. Quella giovanissima vita dipendeva da lei e la Medimaga non avrebbe lasciato nulla di intentato.
Il Fato lo sapeva bene ed era per questo che le aveva lanciato quel guanto di sfida. Non aveva alcun dubbio che la donna lo avrebbe raccolto senza la minima esitazione. Era quello l’ardore che amava, il fuoco di cui il suo spirito di nutriva. Se avesse avuto ancora la civetta nera la suo fianco, si sarebbe dilettato ad accarezzarla. Sarebbe stato un succoso passatempo mentre osservava la storia avanzare sotto i suoi occhi. Si concesse un sorriso appena Ecate e Maurizio si misero all’opera tuffandosi nel vivo dell’azione. Era soddisfatto, sapeva che non lo avrebbero deluso.
La bacchetta della Medimaga tagliò l’aria eseguendo tre cerchi perfetti. Una corda color biscotto bruciato schizzò fuori dalla punta, iniziando a vorticare nella cavità del pozzo. Viaggiava sicura mentre si inoltrava nell’oscurità, fino a raggiungere la destinazione che la donna gli aveva imposto. Si agganciò con decisione al terreno leggermente umido, e si tese con forza fino a raggiungere stabilità.
Ora la loro scala improvvisata era pronta per essere utilizzata e li avrebbe condotti senza problemi al livello inferiore. Cosa li aspettava in quel posto? Era davvero tutto così semplice come sembrava in quel momento?
Nello stesso momento, Maurizio prendeva le precauzioni necessarie per evitare spiacevoli sorprese. L'incantesimo lanciato dall'Antimago andò a segno senza problemi. Ora dovevano solo cercare la bambina. Era uno solo il nemico ad attenderli oppure l'Angelo celava dei segreti? Esisteva una risposta a tutto questo, ma a loro non era ancora concesso saperla.

L’Angelo si spostava con sicurezza tra i cunicoli. Avrebbe raggiunto a breve l’ingresso della tomba, dove avrebbe accolto a braccia aperte i suoi ospiti inattesi. I piedi nudi si muovevano veloci, ignorando i sassi appuntiti che ne scalfivano a sangue la pianta.
La civetta atterrò di nuovo sulla sua spalla e l’Angelo si fermò di colpo.
“No, Bones” le dita sporche di terra si sollevarono in un sospiro “Torna dalla mocciosa e fai in modo che non faccia confusione. Tu sai come fare”
La civetta nera non emise un suono. Fece frusciare le ali e tornò da dove era partita.
Tilly era ancora lì, ormai stremata. Non era ancora in pericolo di vita, ma la sua situazione peggiorava minuto dopo minuto. Quanto sangue aveva ancora in corpo da versare? Probabilmente quella era la domanda più importante di tutte ed era su quel filo sottile che si muoveva anche la speranza di Ecate. Sarebbe arrivata in tempo da lei o si sarebbe ritrovata a guardare sgomenta il suo corpo senza vita? Quella era un’altra risposta che solo il Fato conosceva.



Il Carpe Retractum è andato a buon fine, potete quindi utilizzare la corda per scendere nel pozzo. Questo incantesimo doveva prima essere da me masterato, e per questa ragione non posso darvi per buona l'azione di calarvi lungo la corda in questo post. Non potevi sapere che l'incanto avesse avuto buon esito, quindi siete ancora al livello della lapide.
Non posso darti buono nemmeno il secondo incanto. Sia perché non siete ancora scesi, sia perché è' possibile eseguire un solo incantesimo per turno di gioco.

Per eventuali dubbi, contattatemi via MP.

Prossima scadenza: 17/03/2019 ore 23.59



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Lia Soxilia
view post Posted on 17/3/2019, 19:20





Ecate Soxilia O'Connor8DNuj
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Per un momento appena, giusto il tempo perché lo notasse solo lei, Ecate sorrise orgogliosa dinnanzi la perfezione con cui aveva lanciato l'incantesimo e questi si era palesato; era stato come tornare a scuola e nuovamente risultare la migliore del corso in un banale esercizio, era stato come ritrovarsi consapevole che lei sapeva usare la magia in maniera eccellente e ciò le sarebbe servito per venir fuori da quella situazione. Potevano passare mille vite e mille cambiamenti ma era sempre la stessa,era sempre quella bambina che involontariamente aveva incendiato una biblioteca, era sempre la giovane che aveva trovato il modo per superare anche la morte, era sempre la donna che stava trovando la strada per la rendere le sue tre personalità una sola entità capace di cose ancora più grandi; non sembrava più importante la rabbia per Issho, non sembrava più importante la quasi banale attrazione fisica per l'italiano, non faceva quasi più male pensare a Drinky lontana che la odiava e non la voleva, non faceva quasi più rabbia la sua decisione di abbandonare Aida.
Ma quel breve momento, quel piccolo spiraglio di sollievo che era riuscito a portare il suo incantesimo, sparì quasi contemporaneamente al suo gesto automatico di afferrare la corda e calarsi nel vuoto come una foglia nel vento; leggera appesa ad un filo, Ecate scendeva immergendosi nell'oscurità dove solo il suo cuore palpitante si riusciva ad udire mescolato ad un olezzo umido di piante rampicanti e muffa."Ehy bestione!" Lo incalzò scherzosamente seppure fosse seriamente preoccupata per ciò che stavano per vivere; mano a mano che percorrevano la strada creata per loro dal rapitore, Lia si domandava quanto tempo restasse alla piccola e se fosse ferita destabilizzando Ecate che cercava di trovare soluzioni logiche a ciò che si trovava di fronte, ma nonostante quell'alternanza delle due solo un emozione superava tutto: la rabbia, una rabbia spietata e determinata, incurante della logica e fomentata dalle preoccupazioni, una rabbia che dava forza e spavalda accettava il guanto della sfida con violenza.
Quando i piedi della Veela toccarono il suolo i suoi occhi cerulei non riuscivano a vedere nulla, tutto ciò che scorgeva era il buio, l'oscurità di un pozzo scavato nella terra; si teneva salda alla corda per evitare di muoversi e cadere o finire in chissà che tranello, nel mentre cercava di capire cosa fare. Se avesse utilizzato il Lumos certamente avrebbe rischiarato l'ambiente per un metro o due ma ciò che era distante non lo avrebbe visto inoltre avrebbe potuto far scattare qualche animale a difesa della sua tana; se avesse usato l'incantesimo per vedere al buio ciò non sarebbe successo ma le avrebbe portato via tempo e concentrazione. Certo Maurizio riusciva a vedere al buio merito della sua trasformazione ma avrebbe dovuto affidarsi ai sensi dell'uomo che seppur aumentati non le davano gran fiducia. Doveva essere lei a vedere, a trarre le sue conclusioni, a cercare indizi che magari l'Antimago troppo abituato al suo lavoro dava per scontati: lei aveva la visione da medico, ma anche da viaggiatrice e da donna amante del sapere. Così, mentre la corda si agitava sotto le gesta del suo compagno di viaggio, Ecate chiuse gli occhi azzurri lasciando che l'oscurità l'inglobasse come parte di sé, ogni rumore si facesse più vivido alle orecchie e il suo respiro si regolarizzasse permettendole di acquisire per almeno pochi secondi un stato di completa calma e riflessione, quasi come se stesse meditando. Poi con la bacchetta parallela al pavimento sarebbe passata davanti agli occhi rapidamente mentre le parole dell'incanto risuonavano nella sua testa come un incisiva imposizione.
Visibula Noctambulus
Nessun altro pensiero oltre a quelle due parole, oltre a quella richiesta fatta alle sue forze e le forze del mondo di poter vedere al buio, nulla solo ciò che chiedeva le importava in quel momento: aveva bisogno di vedere, non perché temesse il buio, ma per poter trovare la strada che l'avrebbe condotta alla bambina e a quella battaglia che sembrava già ripercuotersi nei loro movimenti.




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view post Posted on 18/3/2019, 12:43
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

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Una volta concluso l'incantesimo una invisibile barriera si era creata attorno a loro, da quel momento chiunque avesse calpestato il suolo dove era stato castato l'incantesimo avrebbe sentito un rumore assordate intasargli le orecchie e, seppur lontano, Maurizio avrebbe potuto sentire il suono grazie ai suoi sensi acuti. I due avevano sempre agito secondo ciò che gli era praticamente stato imposto ma Maurizio, come altri gli avevano insegnato, non aveva disciplina. Non era mai stato uno ligio alle regole che gli venivano imposte e gli aveva sempre causato guai, e anche oggi stava iniziando a sollevare la testa, stava iniziando a guardarsi intorno e smettere di seguire il percorso. Eppure il fine ultimo era sempre lo stesso sia per lui che per Lia, salvare quella bambina e spaccare la testa a quel porco.
Dopo di te, dolcezza.
Si voltò e lasciò che lei per prima utilizzasse l'improvvisata scala che l'INFERMIERA (scusate ma Lia sa perché lo scrivo in maiuscolo :flower: ) aveva appena costruito col suo carpe retractum, incantesimo semplice ma efficace.
Maurizio avrebbe atteso qualche istante prima di lanciarsi anch'esso giù per la tomba e a quel punto sarebbe andato avanti lungo il percorso che gli si sarebbe parato davanti.

PS: 202 ◆ PC: 147 ◆ PM: 163




Mi scuso tantissimo per il ritardo ma ieri sera è successo un casino e ho dovuto rifare il post :flower: non succederà più che posto alle 12 (cit. :secret: )
 
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view post Posted on 25/3/2019, 18:14
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Il Fato

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pozzo-3


Erano finalmente giunti al punto X, da lì il loro percorso avrebbe avuto finalmente inizio. La caccia era ufficialmente iniziata e non solo per Ecate e Maurizio. L’Angelo era a sua volta un predatore esperto e non si sarebbe fatto sfuggire l’occasione di poter giocare un po' con loro. Era un’opportunità troppo succosa per non essere afferrata al volo.
Si muoveva scalzo, con passo sicuro tra quei cunicoli che aveva creato nel corso degli anni, prestando attenzione ad ogni più piccolo dettaglio. Viveva quasi sempre lì sotto come un animale in gabbia. Quelli che un tempo erano stati odori umani, avevano lasciato il posto a qualcosa di indefinito che ondeggiava tra il putrido e l’animalesco. L’umidità di quei luoghi si era impossessata delle sue vesti e intriso i suoi capelli fin nelle radici. La terra umida che ricopriva parzialmente il suo corpo tonico riusciva a mimetizzarlo. Non era solo la sua casa, l’Angelo era parte di quel luogo e quel posto era parte di lui. Una simbiosi perfetta.
Era quasi giunto lì dove il cunicolo prendeva quell’ambigua biforcazione e riuscì ad avvertire alla perfezione l'atterraggio dei due ospiti. Erano lì, e il suo desiderio di martirio aumentava. Perchè accontentarsi solo di quella bambina dalle mani cicciotte quando poteva avere due esemplari adulti?
Sorrise nel buio, infilando le unghie lerce in una risega della parete. Da lì avrebbe potuto contare i passi che lo separavano dall’incontro con i suoi ospiti.

Ecate era arrivata in basso senza troppi problemi, grazie alla perfetta esecuzione dell’incantesimo. La corda, saldamente ancorata al fondo del pozzo, le aveva assicurato una discesa sicura. Appena toccò il fondo, la Veela si rese subito conto dell’ambiente inospitale che li attendeva in quel luogo. Era però avvezza all’acqua e l’umidità che regnava in quel luogo le avrebbe dato una maggiore spinta a proseguire senza intoppi.
Il Visibula Noctambulus venne eseguito in modo impeccabile ed ora anche i suoi occhi potevano muoversi sicuri al pari di quelli del Beta.
Maurizio la raggiunse senza indugi e i due videro insieme ciò che li attendeva. Un lungo cunicolo si palesava davanti a loro, una via obbligata. Piante ormai secche si muovevano in tutte le direzioni, ricoprendone interamente la superficie come se fossero state dipinte. Alcune foglie erano marce e i rami sapientemente intrecciati ospitavano nugoli di insetti di ogni tipo. Scarafaggi e ragni avevano il dominio assoluto, ma c’erano solo insetti e aracnidi nascosti in quella fitta rete che sembrava morta?
E la strada? Era davvero così semplice da percorrere?




Ci siamo! Fate le vostre considerazioni e decidete di conseguenza.

Per eventuali dubbi, contattatemi via MP.

Prossima scadenza: 31/03/2019 ore 23.59



Mappa:

 
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view post Posted on 28/3/2019, 19:40
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

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Il Carpe Retractum aveva ben resistito ad entrambe le pressioni che i due avevano posto, un ottimo incantesimo per essere solo quello di una infermiera (farò così per tutta la quest :flower:). I due si ritrovarono in un umido e scuro cubicolo, l'Italiano lo poté notare anche perché il modo in cui vedeva i colori era ben diverso, tutto aveva assunto una strana sfumatura che andava dal grigio al bluetto. Da quel poco che aveva intuito non avevano altre vie se non quella di andare avanti, l'incantesimo gnaulante era ancora silente e di fronte a loro v'era il nulla...un nulla ricoperto di piante secche e rovi che coprivano le pareti di una via che sembrava senza fine.
Sembrava evidente che una trappola si ergeva di fronte a loro così prese l'iniziativa, se uno dei due avesse iniziato a correre verso il tunnel l'altro lo avrebbe potuto soccorrere con calma e dal cunicolo "sicuro" in cui si trovavano adesso. Così senza darle il tempo di rispondere o di pensare un piano migliore, Maurizio si fiondò avanti iniziando a correre come un forsennato, nel tentativo di innescare ogni trappola presente davanti a se, ma non prima di aver urlato qualcosa all'amica.
"Se muoio soccorrimiiii..."
Sul finale della frase la sua voce avrebbe iniziato a sentirsi sempre più flebile per colpa della distanza che si sarebbe già posta tra i due. Che dire, Maurizio era molto istintivo, ma anche molto sciocco.

PS: 202 ◆ PC: 147 ◆ PM: 163




Che il fato me la mandi buona, vi ho voluto bene. :flower:
 
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Lia Soxilia
view post Posted on 31/3/2019, 16:31





Ecate Soxilia O'Connor8DNuj
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Medimaga Veela Guaritrice Apprendista
PS 188 PC 123 PM 133 PE 28,5


Ad occhi chiusi Ecate si accorse di quanto pesasse il suo braccio necrotico, era come un corpo estraneo che si portava appresso ovunque e che spesso lei stessa allontanava dal suo raziocinio per non esserne distratta; lì ferma, immobile al buio mentre la corda traballava appena per i movimenti compiuti dal lycan per scendere, Ecate sentì Lia vibrare al richiamo dell'acqua che quel posto sembrava trasudare era come se la Veela potesse percepire l'elemento richiamarla quasi fosse un padrone benevolo. Si trattenne ad ascoltare quella sensazione solo per pochi istanti, poi si scrollò di dosso quel fremito e finalmente aprì gli occhi che grazie all'incanto riuscito ora potevano vedere ciò che la circondava. Un ambiente dimenticato, il lungo corridoio davanti a loro straripava di rampicanti apparentemente morti fra i cui rami nugoli di insetti delle tenebre albergavano pacifici, dietro di loro un muro li bloccava: il cunicolo forestale era la loro unica via.
Ti prego, niente ragni...
Lia aveva invocato una sola preghiera che Ecate svelò approvare con una semplice smorfia di disgusto: i ragni erano un animale che non apprezzava e se ne serviva solo per spaventare il cugino ma da quando era morta la cosa si era tramutata in paura folle. La bionda stava per avvicinarsi appena alle sterpaglie, per analizzarle cercando se vi fossero tranelli, quando Maurizio spiccò un balzo e si accinse a correre perdifiato fino alla fine del cunicolo urlandole di salvarlo nel caso avesse avuto bisogno. Sbuffò la giovane che avrebbe voluto fulminarlo con un incantesimo proibito per quel suo modo di fare, ma almeno avrebbe avuto l'opportunità per vedere come avrebbero reagito insetti e piante a quella invasione improvvisa: la Veela infatti riteneva che quelle sterpaglie potessero appartenere al Tranello del Diavolo e, in caso la sua teoria fosse stata positiva, Maurizio presto sarebbe stato stritolato fra le spire della pianta a cui solo la luce del sole dava battaglia. Un'altra possibilità riguardava gli animali che sarebbero potuti fuoriuscire per proteggere la loro tana dai due avventurieri.
Ecate perciò strinse salda la mano sinistra attorno alla bacchetta pronta a lanciare l'incantesimo adatto alla situazione ed attese che la trappola scattasse. "Se muori ti lascio lì..." rise di rimando, aveva intascato mappa e indovinello mentre la scarpina l'aveva lasciata nel cimitero l'avrebbero ripresa dopo aver salvato la piccola.




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bacchetta Legno di Ebano, Corda di cuore di drago, 10 pollici e molto flessibile.
Bustino di Morgana favorisce la concentrazione e protegge dai veleni. Salute +4 Mana +5
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Alcune lettere nella tasca del cappotto

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Cappotto lungo alle ginocchia con tasche laterali, mini abito bianco e giacchina di panno, scarpe con tacchi.
 
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view post Posted on 26/5/2019, 11:08
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pozzo-3


Il percorso innanzi ai due intrusi era l’ultimo ostacolo che questi avrebbero dovuto superare prima di raggiungere l’Angelo. Trepidante, in uno stato vicino all’estasi, attendeva il momento in cui finalmente avrebbe potuto dar loro il benvenuto, consumato dal desiderio di poter stringere tra le sue luride grinfie i suoi trofei. La vita delle sue vittime era ciò a cui ambiva e non si sarebbe arreso davanti a nulla, pur di sottrargliela. Quella era stata per lui una giornata proficua e da quel momento in poi sapeva sarebbe potuta solo migliorare. La mano del padrone di quei cunicoli si contrasse spasmodica, di oscuro piacere, accarezzata dalle vibrazioni che i passi dell’antimago diffondevano lungo la parete su cui era posata. Lui per primo avrebbe pagato il prezzo della sua scelleratezza.

Le prime trappole che l’Angelo aveva predisposto, non tardarono ad attivarsi. Maurizio era scattato per pochi metri e la sua velocità gli permise di risparmiarsi le prime frustate, ma le piante secche che rivestivano le mura di quel tunnel angusto non furono del tutto clementi con lui. Da quell'involucro di natura secca e appassita dei rami erano scattati come giavellotti, scagliati con una violenza tale che lasciava presumere quali fossero gli intenti di chi le aveva piazzate. Non esistevano allo scopo di ferire, bensì di uccidere, senza pietà alcuna. Lunghe, sottili, rigide ed estremamente appuntite, quattro aste di legno marcio avevano attentato alla vita di Maurizio, con un discreto successo. Una era andata a vuoto, ritraendosi immediatamente, due erano riuscite a colpire di striscio la pelle del Lycan, che per sua natura incassò le escoriazioni senza riportare gravi ferite. Entrambe provenivano dalla sinistra dell'agente, a differenza della prima. Una solcò di poco il fianco corrispondente, lacerando i vestiti, in cui rimase impigliata trattenendolo, e graffiando la pelle fino a procurare una ferita superficiale di un paio di centimetri da cui sgorgò un rivolo di sangue (-4PS). L'altra colpì la spalla, spezzandosi prima di poter penetrare la carne per via della sua fragilità, lasciando comunque sul corpo dell'uomo un segno simile ad una puntura d'insetto (-2PS). La terza, quella che si conficcò nel sedere dell'italiano, fu l'unica che provocò un danno considerevole. La punta di legno affondò per almeno tre centimetri e mezzo nel lato destro del gluteo - dalla sua destra proveniva - scavando dolorosamente i tessuti (-8PS, -3PC). Rimase lì, senza ritrarsi, in attesa di essere rimossa.
Sebbene Ecate fosse pronta ad intervenire, la repentina reazione della parete arborea non le diede modo di difendere il malcapitato. Ciò nonostante le si stava rivelando una ghiotta opportunità di salvare Maurizio da un destino crudele. Le radici alle sue spalle, quelle che prima avevano frustato l'aria nel tentativo di avvinghiarsi a lui, si sviluppavano a velocità moderata in sua direzioni. Silenziose e flessuose come serpenti, avvicinavano la loro preda alle spalle. Si muovevano raggruppate, ma non era difficile contarle: cinque, forse sei, spesse dai tre ai cinque centimetri, erano ormai accostate alle gambe dell'antimago, pronte per costringerlo nella loro morsa. Qualcosa lasciava presumere che quell'intricato sistema a difesa del cunicolo volesse immobilizzarlo per una ragione precisa. In quel quarto di strada percorso dall'uomo potevano celarsi altri tranelli. Le pareti vibrarono, quasi a conferma. Che stesse per scattare l'ennesima trappola?



Maurizio, Ecate, mi scuso infinitamente per il ritardo. Ci sono stati degli intoppi che mi hanno tenuto distante dal computer, ma adesso che sono tornato attivo a pieno regime possiamo recuperare i ritmi precedenti. Oltretutto vi ringrazio per la pazienza.
Lia, ho visto il tuo pm ieri e non ti ho fatto sapere nulla perché la risposta era già pronta ed io ero certo l’avreste ricevuta a breve. Per praticità vi ho detto ciò che c’è da sapere, in questa sede. D’ora in avanti, in caso di ritardi, sarà mia premura avvisarvi in modo tempestivo, ma escludo una mia futura assenza per un periodo di tempo prolungato.

Nel cunicolo vi ritrovate in una situazione spinosa, che non lascia presagire un proseguimento indolore. A voi il compito di destreggiarvi per evitare il peggio, raggiungere ed affrontare l’Angelo.

Prossima scadenza il 02/06/2019 ore 23:59. Per qualunque dubbio, domanda, chiarimento e via dicendo non esitate a contattarmi in pm, sono a vostra disposizione.

 
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Lia Soxilia
view post Posted on 29/5/2019, 09:28





Ecate Soxilia O'Connor8DNuj
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Stava ancora finendo l'ultima parola quando una serie di rami sottili e marci presero vita dalle pareti muovendosi come fruste nell'aria dirette rabbiose verso l'antimago, rapidi e con la precisa missione di uccidere più che catturare quella sorta di lance fameliche avevano schioccato nell'aria umida ad appena un soffio dal corpo del lycan per poi colpirlo con violenza: la prima l'aveva mancato di poco ritraendosi rapida, la seconda e la terza lo avevano scalfito appena graffiandolo mentre la quarta aveva colpito sicura centrando in pieno il gluteo dell'uomo. Lia avrebbe voluto sorridere a quel colpo ma la rapidità e la violenza con cui aveva visto muoversi quelle sterpaglie le preannunciava un percorso ad ostacoli in cui il loro nemico cercava di ucciderli , perché il loro nemico nutriva così tanto odio nei loro confronti non sarebbe stata in grado di spiegarlo soprattutto perché loro erano andati lì a salvare semplicemente una bambina con cui non avevano alcun legame.
Dopo ore in cui avevano vagato sospettosi e con indizi da decifrare era finalmente giunto il momento di cominciare la lotta, che servisse ad ucciderli o a fiaccarli prima del grande scontro non importava, era cominciata la battaglia all'ultimo sangue fra loro e quel misterioso assalitore. Dovevano superare quel corridoio di sterpaglie di cui Maurizio aveva solo percorso un quarto, dovevano evitare di finire ammazzati da rami rabbiosi, dovevano raggiungere la bambina; ma nulla di tutto ciò sembrava possibile sopratutto con Lia ferma ad inizio cunicolo e Maurizio infilzato a pochi metri da lei. Doveva andare da lui, togliergli il ramo che l'aveva colpito e pregare di riuscire a superare il tutto senza venire ammazzata. Forse se avesse cominciato a lanciare bombarda in giro avrebbe distrutto quelle piante violente, ma avrebbe potuto anche far crollare il cunicolo bloccandoli sotto le macerie lontano dalla piccola e quel loro tentativo di salvarla sarebbe stato vano regalando al cimitero altre tre vittime. No, doveva cercare di raggiungere l'antimago fermando la corsa delle piante.
"Coprimi le spalle, arrivo!" Intimò la giovane all'uomo mentre i suoi passi risonanti per i tacchi cominciavano a ripetersi ritmicamente entrando nel cunicolo cercando di correre veloce per evitare di essere colpita o afferrata da quella natura malevola. Con la mano ben stretta attorno alla bacchetta e il braccio teso verso i 5 rampicanti che stavano strisciando verso Maurizio si preparò a lanciare l'incanto che forse avrebbe potuto aiutarli in quella corsa disperata o quanto meno avrebbe ridotto il numero di avversari, doveva bastare quell'unico incantesimo, doveva bastare a lei per aiutare Maurizio e lui doveva aiutare lei a raggiungerlo. "Diffindo!"




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view post Posted on 3/6/2019, 15:29
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

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Che la sua fosse una scelta sciocca era evidente, ma rabbia e disgusto iniziarono ad annebbiargli la vista. Come poteva qualcuno persino pensare di rapire una bambina ed utilizzarla a quale scopo poi? Giocare con le persone era un atteggiamento così viscido.
La sua stupidità lo colpì numerose volte, alcune volte la sua nuova natura lo aiutò ad incassare il colpo, ma alcuni pezzi di legno affondarono nella spalla e nel fianco dell'Italiano. Ben altra sorte però lo colpì al gluteo, una delle lance gli si conficcò per qualche centimetro.
Proprio per quello Maurizio non riuscì nemmeno ad accogliere la richiesta dell'amica, sarebbe arrivato di fronte al proprio nemico senza una gambe, con ossa rotte e numerosi traumi interni, ma sentiva già le proprie mani stringersi attorno al suo collo.
"If my armor breaks
I’ll fuse it back together"

Così afferrò con le proprie mani il pezzo di legno per poi spingere in direzioni opposte, confidava abbastanza nella propria forza da supporre di riuscirci senza troppi sforzi. Garantire ad Ecate un sicuro passaggio attraverso il tunnel sarebbe comunque potuto essere utile ad entrambi, del resto accadeva nei migliori romanzi che uno dei due si sacrificasse per salvare l'altro e lasciare incolume una donna che lavora al San Mungo e che lo aveva già salvato una volta sarebbe stato quantomeno utile.
"NO! Vado avanti io."
Le avrebbe detto se fosse riuscito a liberarsi, a quel punto avrebbe continuato ad avanzare inesorabile, pronto ad accusare i successivi colpi. Non v'era modo più rapido per liberarsi del tunnel e arrivare alla bambina. Stava ancora facendo il suo gioco?

PS: 188 ◆ PC: 144 ◆ PM: 163





PS: 188/202
PC: 144/147
PM: 163
 
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