The meeting, Privata. Issho.

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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss




«Angus, una Guinness mentre attendo il mio ospite!» La voce dell’Auror sovrastò il vociare del resto della clientela, quasi tutti concentrati nella zona del bancone.
Il Cask & Glass non era ancora così pieno, ma non sarebbe durato a lungo, perciò Aiden si affrettò ad ordinare qualcosa di fresco e piacevole mentre ingannava il tempo nell’attesa dell’arrivo di Issho Fuji-Tora, poi sarebbe corso a prendere un tavolo in una delle zone più appartate. Non aveva idea, ovviamente, se il Giapponese avrebbe accettato l’invito o se invece avrebbe appallottolato la pergamena contenente il messaggio e creduto che si fosse trattato di uno scherzo di pessimo gusto. Per Weiss però quello non era affatto uno scherzo, semmai aveva usato il mistero per attirare l’attenzione; e chi non resisteva al fascino di certi enigmi?
Il barista, Angus, era già stato avvisato su cosa avrebbe dovuto fare: sarebbe bastato chiedere di Sionnach, la Volpe, e poi avrebbe indirizzato il Giapponese al tavolo del fulvo. Una bella sorpresa avrebbe atteso l’asiatico, semmai non si fosse ricordato di lui, quel Charles O’Brien nato con il solo scopo di celare la sua vera identità.
Non sapeva se fidarsi dell’uomo, non sapeva bene cosa pensare di lui: aveva certamente un modo di parlare e pensare unico, ma Weiss non aveva mollato la presa né lo avrebbe fatto con tanta facilità; non avrebbe poi abbassato la guardia, questo finché non avrebbe adeguatamente inquadrato l’uomo, anche se forse non lo avrebbe fatto nemmeno dopo. Non c’era fretta, ovviamente, e di certo non avrebbe espresso giudizi troppo affrettati, semmai avrebbe dosato il tutto con estrema moderazione.
Si pizzicò la barba rossiccia con aria pensierosa, dopo aver afferrato la sua birra e aver preso posto a sedere, la visuale parzialmente coperta dal pannello di vetro che circondava l’area di quel tavolo. Doveva a Rhaegar uno quadro completo, informazioni quanto più capienti e dettagliate possibili su coloro che avevano presenziato alla raccolta firme contro Camille e il Capo Auror stesso ad Hogsmeade. Non avrebbe fatto distinzioni di sorta nel catalogare chi aveva apertamente simpatizzato o meno per quella petizione, avrebbe semmai affrontato la questione con le pinze e cercato di carpire preziose informazioni. L’Auror non avrebbe torchiato Fuji-Tora, non lo avrebbe interrogato, ma semmai si sarebbe fatto un’idea sulla sua linea di pensiero a riguardo e avrebbe poi stabilito se era una minaccia o meno.
Bevve un lungo sorso di birra e si passò il pollice sui baffi, impregnati di schiuma, fino a pulirli alla ben e meglio. E poi si mise in attesa, la mente svuotata da macchinosi pensieri e cercando di godersi quel momento di pace il più a lungo possibile, ma senza dover arrivare fino a notte tarda senza aver sprecato quel suo tempo in un’attesa senza fine. Di tanto in tanto si domandò se l’uomo si sarebbe presentato.

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Qualcuno dello Staff mi potrebbe cortesemente sistemare il titolo con questo colore #ffe4b5? :flower: Grazie.

 
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isshonome
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Impelagato nei suoi documenti; circondato da indefiniti moduli; distratto da una scimmia affamata...quanto era messa alla prova la mente dell'orientale? Tanto, sicuramente, ma un'occhiata da una parte, dell'inchiostro in un'altra e una vociata generale, avrebbe rimesso in regola buona parte dell'occupazione. Una giornata di lavoro particolarmente intensa, sfociante sul pranzo. Era stata particolarmente movimentata la sezione commercio, con le circolari internazionali che ragionavano su nuove possibilita' di sburocratizzazione che tanto premeva anche al giapponese: meno carte, piu' azioni correttive; meno inchiostro, piu' diplomazia. Uno sbuffo, dopo aver impilato una delle ultime pergamene citanti ``Comportamenti e azioni Goblin in materia di commercio nella PA`` al proprio posto. Ambipom, vado a mangiar qualcosa. Avrebbe semplicemente detto alla propria scimmia che, neppure degnandolo di uno sguardo, continuava a sonnecchiare al suo posto nell'armatura....aveva gia' mangiato l'animale. Stette per alzarsi dal proprio scranno, quando un goffo e generosamente grosso gufo, forse una civetta a un'occhiata piu' attenta, svolazzo' nell'ufficio oriental Style, mandando in panico e caos Ambipom che la inseguiva come i dannati, cominciando a rovesciar fogli, far cadere penne e inchiostro: un delirio. Hey! Urlo' secco e grottesco, puntando la bacchetta verso l'animale e immobilizzandola repentinamente nel suo delirare. Avrebbe atteso che l'uccello uscisse fuori dal proprio locale dopo la consegna di quella che era a tutti gli effetti una lettera. Prima, disincanto' il mostriciattolo, lanciandogli una mala occhiata giusto per ammonire, riuscendo nell'impresa a quanto pare, visto che Ambi prese a tornare con la coda fra le gambe dal samurai che di tale aveva oramai solo la lamiera. Devi imparare a controllarti, Saru-Baka. Riprese calmo a replicar, mentre apriva la missiva consegnata in maniera oramai inusuale (stando alle voci) al ministero, leggendone il contenuto: Anonima, intrigante nel suo esser misteriosa e dannatamente curiosa. Era riconosciuto dal mandante, ma cio' non si poteva dire da parte del giapponese che attivo' subito tutti i possibili ragionamenti a priori per ritornar a indicare la persona dietro quelle parole, senza successo. Unici indizi un Sionnach, evidentemente un termine di qualche lingua poco conosciuta per Issho, il luogo di incontro con mr.X e lo stemma di una volpe stilizzata, a occhio piu' attento stile celtico, per quanta poca conoscenza l'orientale potesse posseder in materia. Avrebbe potuto perdersi in pensieri, ma caso volle che la pausa era stata gia' programmata e quale miglior scusante per dilatare i tempi se non risolver un enigma di siffatta specie? L'enorme cappotto fu indossato su per le spalle, lasciando libere le braccia di dar una sistemata generale a tutto il resto del vestiario; subito dopo venne impugnato il proprio bambu' guida e l'avanzata prese a procedere. Gli ci vollero una manciata di minuti per raggiunger il posto, dopo profonde spiegazioni da parte di colleghi e passanti di zona. Il Cask & Glass ....la prima volta che ne sentiva parlare. Un pub dall'aria sui generis, sicuramente stonante con lo stile prettamente inglese. Qualche tavolino era occupato, per quanto possibile se ne potesse scorgere. C'era gente sul bancone pronta a consumare, mentre altra era probabilmente gia' piu' nelle braccia di bacco che altro. Era abbastanza evidente che non fosse locale preciso per Issho, tuttavia l'aveva presa con filosofia...era aperto alle cose. Tornavano a mente le parole citate nel messaggio: Il ricordo del sapore di un buon the ricambiato con la bevuta di una birra promessa. Gli tornavano i toni...sapeva di averlo vissuto con qualcosa o qualcuno, ma non ne collegava i tratti somatici, non gli dava un volto, una persona...finche', domandato al barista (come richiesto dal messaggio stesso) di un certo Sionnach, quest'ultimo senza dir nulla ma semplicemente usando gli occhi, indico' un angolo del locale piu' personale, quasi distaccato e appartato, con una bella finestra angolare. Se in lontananza la figura dell'ignoto tizio non era possibile ricondurla a nulla, mano a mano che si avvicinava tutto cominciava a prender senso. Capelli, rossi, abiti scuri, luoghi ordinati nel loro esser confusionari...personalita' rispecchiata in tutto, ora che la ricordava. Passo cadenzato, bastone battente e scandente le proprie orme e, quando abbastanza vicino, prese parola: Mr. Aka... stavo quasi per dimenticarla. Si sarebbe seduto dirimpetto al collega, prima di proseguire. Tuttavia ricordo ancora le mie parole che la descrivevano: persona umile, non ambiziosa di esser al potere ma orgogliosa di lavorare dietro le quinte. Coraggiosa in parole e sicuramente in azioni....le si addice la volpe che richiamava nella lettera. Avrebbe concluso sistemandosi per bene nel tavolino, lasciando da parte il bambu' e levando il proprio giaccone per riporlo sullo schienale della stessa seduta. Che fa, me la offre questa birra?....aggiunse subito, sorridendo: O devo mandare carta scritta al dipartimento catastrofi e incidenti magici? Alluse alla mansione che gli fu riferita dalla stessa persona dinanzi, l'evasivo Charles O'Brien. Mi spieghi pure questa storia del Sionnach, mentre ci siamo. Era gia' partito a soddisfare le proprie lacune....d'altronde, quale modo migliore per rompere il ghiaccio dopo diverso tempo passato? Un mezzo inchino e una possibile stretta di mano, avrebbero dato inizio a tutto. .

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view post Posted on 14/12/2018, 22:36
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Aiden Weiss




Non passò molto tempo, probabilmente, o così almeno parve a lui. La birra, tuttavia, non era durata granché e il bicchiere vuoto, tinteggiato da qualche residuo di schiuma, giaceva sul tavolo di noce scuro.
Appoggiato con la schiena in uno degli angoli più remoti della tavolata, in una posa a dir poco svacata con l’intento di avere una buona visuale, oltre che a stare comodo, l’Auror attese. Quando poi il suo ospite giunse sul posto e il rumore del bastone contro le assi di legno del locale annunciò quel teatrale ingresso, il fulvo si ritrovò a sogghignare soddisfatto tra sé. Aveva pizzicato a sufficienza la curiosità dell’uomo tant’è che ora l’aveva di fronte e - forse - un tantino sorpreso: quella per lo meno fu l’impressione che Weiss si fece a seguito della frase dell’orientale e non poté che ritenersi più che compiaciuto; se non altro non aveva perso il proprio tocco, rimasto assopito e a prendere la polvere troppo a lungo. Ora la Volpe che era insita dentro di sé bramava di giocare, di emergere.
«Ah, sir!» mormorò, rimettendosi composto sulla panca che costeggiava il tavolo. «Di certo non si è dimenticato dell’essenziale! E sì, tra le tante cose, la volpe è di certo il mio animale preferito. Ma prego, dunque, si unisca a me!» Con la mano indicò al Giapponese di prendere posto davanti a sé: guardarsi in faccia sarebbe dovuto essere imperativo, oltre che cortese e sintomo di rispetto reciproco. L’ospitalità, inoltre, non doveva mancare ed era stato lui a porgere l’invito. «Posso consigliarle una Harp Lager? O una Smithwick's Draught, se ha una passione per le rosse.»
Quando vide che il signor Fuji-Tora si fu bello che sbarazzato del giaccone, ormai superfluo in un ambiente caldo e asciutto come in un locale chiuso e ghermito di clienti come quello, Aiden si alzò per salutare l’uomo che si deve, allungando la mano in una poderosa ed educata stretta di mano.
Sorrise quando Issho chiese riguardo al Sionnach. «In gaelico irlandese, significa Volpe. Come le dicevo, è il mio animale preferito e in un certo senso lo sento particolarmente parte di me.» spiegò brevemente. Si volse appena in cerca dello sguardo del barista e gli fece un cenno affinché mandasse qualcuno ad ordinare. Poi si rimise a sedere e appoggiò gli avambracci sul tavolo, fissando il volto il suo ospite. «Signor Fuji-Tora, le devo le mie scuse se l’ho attirata qui con un simile trucco, tuttavia c’era bisogno di discrezione. Spero capisca...»

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view post Posted on 15/12/2018, 15:29
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Oh Mr. Aka, mi piacciono le persone discrete... danno valore a cio' che custodiscono. Sorrise, dirigendo la vista del proprio singolo occhio verso lo sguardo del rosso irlandese. Se le consigli entrambe, le prendero' entrambe. Avrebbe aspettato l'arrivo del garzone servente i tavoli per prendere il proprio ordine, entrambe le birre suggerite dall'uomo dinanzi che mostrava i tratti di una persona rispettosa ma che era pronta a lanciar una bomba nel mezzo del locale. L'aria enigmatica, di discrezione... un animale che studiava e che metteva le zampe avanti ancora prima di cominciare la battuta di caccia. Lo sente in se' come animale....la volpe, capisco. So cosa vuol dire. Avrebbe chiuso le ultime affermazioni circa lo svelato senso del Sionnach, termine del gaelico irlandese; dunque era un radicato conoscitore della propria terra, non di quelli che la ripudiavano. Un bar dello stesso stile, storie e termini della propria terra...un affezionato a questa, senza ombra di dubbio. Avrebbe continuato a mantenere lo sguardo fisso sull'uomo piu' giovane, scrutando ogni possibile cenno che i suoi tratti potessero sottolineare. Le prime impressioni al primo incontro erano rimaste al quanto eteree, nascondendo un criptico ruolo o presa di posizione dal parte del ragazzo, dovuto a cosa o a chi non gli era stato chiaro; ricordava le sue parole troppo cordiali, quasi evasive e i suoi tratti antagonisti a determinati temi o figure ministeriali. Quale giorno migliore o occasione precisa per approfondire nuovamente quei dettagli che nella sua fantasia avevan trovato questa area misteriosa? Il bello delle personalita' discrete caro ragazzo e' che quando serve sanno farsi invisibili, sanno rispettare gli spazi o aspettano di farne parte....sanno costruire un ruolo nel totale non sapere di tanti. Sembra quasi indifferenza, se non che a un certo punto,dal nulla, ti arriva la voce di ``e' permesso``, in punta di piedi, pronto a giocare il proprio ruolo. Avrebbe lanciato ora un'occhiata nei dintorni del bar, come per studiarsi il posto. Gli stava piacendo alla fine, era abbastanza anonimo sicuramente ma calmo nel suo esser rumoroso, caldo...quasi familiare. Aggiungo che e' anche arte. Lo capisci se uno e' falso, perche' tende sempre a esagerare. La teatralita' amplifica, e sai perche'? Perche' il solo rumore della sincerita' e' la discrezione stessa. Una lezione sfociante in correzione del primo incontro; era chiaro che dal momento in cui la parola ``Discrezione`` era entrata in gioco, si parlava di qualche colpa da evitare o ripagare e un favore da ottenere o ricambiare. La storia piu' vecchia del mondo ma che, secondo Issho, poteva avere in questo caso solo un'accezione positiva, nonostante i dubbi ancora profondi sul cosa o il come. Dunque Mr. Aka....mentre attendo le mie birre. Che connotati diamo a questa discrezione? Da cosa dobbiamo guardarci? Evitiamo troppi giri di parole; lei e' giovane e' deve sfruttare il tempo per correre verso un obiettivo. Io son sulla mezza eta' e devo cercare di non restare troppo indietro. Un colpo di tosse e poi i gomiti ben piantati sul tavolino. Il tema del giorno? Un sorriso sarebbe stato fisso nel volto del giapponese.

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view post Posted on 17/12/2018, 13:04
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Aiden Weiss




Sorrise entusiasta dinanzi alla prospettiva di aver convinto il proprio ospite a voler prendere ben due birre diverse tra loro; non si sarebbe di certo aspettato un uomo tanto aperto e curioso nel voler provare qualcosa, presumibilmente, di nuovo. Anche lui avrebbe cambiato tipologia di birra, magari passando prima ad una Beamish e poi, forse, ad una Harp Strong.
Il garzone non avrebbe fatto tardi nel presentarsi a prendere le ordinazioni, tuttavia l’attenzione dell’Auror era calamitata totalmente sul Giapponese: aveva una buona dialettica, una saggezza tipica del suo paese e, sicuramente, una mente molto aperta ed elastica. Si domandò, in ogni caso, se fosse il caso di sganciare la bomba subito, in maniera semplice ed indolore; ma si ritrovò ben presto a convenire che procedere a briglia sciolta non avrebbe giovato a nessuno: né a lui, né a Fuji-Tora, né al Capo Auror, né tanto meno alla Comunità Magica. Specialmente alla Comunità Magica.
No, Weiss convenne che procedere con brevi passi, concedendo a Issho piccoli bocconi per volta, avrebbe certamente favorito una buona metabolizzazione dell’argomento in questione e che pareva in dirittura d’arrivo.
«Mi piace questa sua visione della discrezione, sir. Mi permetta di aggiungere che oltre a rivelarsi un’arte è anche strategia.» aggiunse, facendo eco allo sproloquio dell’uomo più maturo. Aiden, di certo, non era saggio però era sicuramente scaltro. Aveva intravisto una verità nelle parole di Issho, una parte di sé che mostrava per lo più in ambito professionale e che ora era chiamato - per forza di cose - ad adottare.
Sotto alcuni punti di vista, le parole del Giapponese sarebbe potute essere interpretate come una velata allusione ad uno spettacolo di marionette, in cui vi era un burattinaio e tanti piccoli burattini da giostrare. Il fulvo, tuttavia, non si sentiva né il burattinaio né un burattino, ma semmai si sentiva come un’entità differente ed indipendente; questo, almeno, lo era nella maggior parte dei casi, altre volte sentiva di dover essere lui a tirare un filo oppure era Rhaegar a tirare i suoi, in base alle esigenze. In quel preciso momento era totalmente indipendente, conscio che stava cercando di sciogliere un nodo a beneficio del proprio Capo Auror.
«A volte è meglio rallentare e non lasciarsi guidare dallo scorrere del tempo, sir. Procedere adagio a volte è meglio che correre...» mormorò in tono piatto e misurato. Lo sguardo dell’Auror era vigile e scrupoloso, stando ben attento alle mosse che compiva tra toni, parole e gesti. Un solo ingrediente fuori posto e il minestrone poteva dirsi buono solo per i maiali.
Poi arrivò la prima domanda, una di quelle tanto attese e che - di certo - Weiss si era ben preparato dal rispondere con assoluta calma; questo perché doveva far capire fin da subito all’uomo che aveva davanti che non vi era nulla da preoccuparsi. «La raccolta firme contro Camille Pompadour e Rhaegar Wilde avvenuta molti mesi fa ad Hogsmeade.» rispose asciutto. Gli occhi blu erano fissi su quello ceruleo e sano di Fuji-Tora. «Ricordo che diede diversi consigli alla donna che presidiò la raccolta firme.» E quelli furono i primi due bocconi che concesse all’uomo, poi attese una reazione e che iniziasse a metabolizzare altri quesiti e punti di vista.
Si premurò di sottolineare la neutralità adottata dal Giapponese durante quell’evento e del fatto che Weiss si era trovato sul posto, ma invisibile alla normale vista. Forse Issho non avrebbe faticato molto ad unire quei primi punti, a sviluppare ipotesi, ma in ogni caso si tenne pronto ad affrontare la tempesta in arrivo… semmai era davvero alle porte.
Ora tutto dipendeva dal Mago più maturo, dalle sue reazioni e parole, poi il resto sarebbe venuto da sé. Aiden doveva solo muovere un passo alla volta.

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view post Posted on 23/12/2018, 00:36
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Rimase li' fermo ad ascoltare ogni singola parola del ragazzo. Non volle rispondere a ogni affermazione ma semplicemente attese che venisse il suo turno una volta svelato il tema. Se da una parte veniva assecondato nell'arrivare lestamente al nocciolo della questione, dall'altra parte sentiva ancora distanza dall'irlandese che, come lui, non mollava lo sguardo, neppure avendo chiamato il garzone a servire. Posate le birre ordinate sul loro tavolino, il dipendente venne trattenuto per il braccio dal giapponese che subito ordino' ancora: Porti pure due bei panini con dei bei hamburger e un contorno abbondante di patatine...col signore dobbiamo trattenerci. Lascio' subito la presa, facendo mezzo inchino per scusare i modi adottati per la comanda ma era stato preso tanto dalle parole criptiche e chiamanti ora una serie di pensier liberi e somme algebriche fra casi e coincidenze. La strategia fa parte dell'arte, sono concorde. Bevve un sorso della propria bevanda, la Harp inizialmente, dal luppolo sentito, fermentato a dovere e docile nella propria bocca. Procedere adagio....e dimmi ragazzo, tu hai tempo per rallentare? Chiese egualmente criptico. Era una prima battaglia che si giocava su un terreno esplorativo, un muovere le pedine, i pedoni meglio dire, avanti e vedere come posizionare meglio i restanti pezzi importanti della scacchiera. Se ricorda la scena, ha partecipato. Se ha partecipato, sa come e' andata...il fatto di non ricordarmi di lei, tuttavia, mi lascia pensare....son solito inquadrare le persone quando le collego a scenari particolari come puo' esser stata la raccolta. Dunque, mi chiedo: Se era li' e non l'ho notata, sara' perche' era in incognito? Perche' rimanere incognito quando altre figure ministeriali eran li' presenti. Celarsi da chi o cosa, mi incuriosisce ancora piu' dei consigli che potrei aver dato alla Abyss, la profetessa dalla parola letale. Bevve tutto d'un sorso la birra appena assaggiata, pulendosi con la manica destra del proprio vestiario il baffo spumoso e accennando appena un sorriso. Giusto...c'erano anche mr. Remar e il signore bendato, com'e' che si chiamava. Porto' le dita indice e medio verso la basetta destra, grattandola pensando al nome in maniera abbastanza finta, per affermare immediatamente dopo. Insomma, un auror, credo il capo se la memoria non mi inganna. Lo stesso Wilde forse come affermava prima lei. Ti nascondevi da lui? Hai fatto qualche casino al ministero che merita di esser denunciato?. La butto' sul comico, per non invadere troppo con un solo periodo. Nel giro di pochi istanti sarebbero giunte le patatine e i panini e Issho avrebbe azzannato il proprio con un grosso boccone, bevendo subito dopo un altro sorso di birra, dell'altra tipologia. Fatto sta che manca la domanda nelle tue ultime affermazioni, giovane. Lascia che te la faccia io allora. Mando' giu' un secondo boccone, accompagnato da qualche patatina, per concludere la propria mossa sulla scacchiera. Prima che ti ponga il test Minnesota, faremmo prima se mi dicessi il perche' dal nulla mi mandi un messaggio via gufo, portandoci a pranzare assieme, in un bar appartato, facendo riferimento a un fatto di mesi fa, senza domanda diretta e senza che se ne fosse discusso al primo incontro. Mi nasconde qualcosa.... Fece una sosta, incrociando le braccia e concludendo. Non abbia paura di un signore di mezza eta', per il momento non ho ragione alcuna per portare problemi. Sii Identifichi se ha voglia. Diretto come il vento d'inverno, passante anche sotto gli spifferi di ogni porta e finestra. Avrebbe soffiato ininterrottamente finché sarebbe durata la stagione. Avrebbe coperto con la neve ogni tetto di sapere e sospetto, per farlo crollare e rivelare il contenuto. Non l'aveva convinto la prima volta e continuava a farlo ancora. Questi erano i momenti in cui si prendevano le scelte piu' importanti per le strategie future. Sulla scacchiera la calma si mantiene finché muovono i pedoni...quando comincia a muoversi il cavallo, superando le barriere e i soldati in una mossa, bisogna cominciare a giocare.

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view post Posted on 27/12/2018, 14:31
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Aiden Weiss




Aiden si concesse una breve pausa solo per comunicare la propria ordinazione al garzone e sorrise a quest’ultimo, con estrema leggerezza, quando il Giapponese ordinò pure qualcosa da addentare per entrambi. Si ritrovò compiaciuto di quella perspicacia dell’uomo che aveva davanti, come se avesse intuito che l’argomento appena rivelato avrebbe inchiodato entrambi a quel tavolo per diverso tempo. Si ritrovò quindi ad ammirare quegli aspetti sempre più evidenti da parte dell’ospite e si chiese se Fuji-Tora stesse aspettando che anche lui girasse le proprie carte e si facesse un’opinione più ampia sulla sua persona.
Lo avrebbe fatto, ma senza correre.
«Se voglio individuare dettagli che solitamente all’occhio umano sfuggono… Sì, direi che devo rallentare. Ma, ovviamente, tutto dipende da situazione in situazione.» asserì con convinzione. Aveva già assaporato la fiele del fallimento a seguito della fretta, tirandosi nei piedi la zappa per mano propria. La fretta era una grossa nemica, correre significava rischiare di impattare il naso da qualche parte e di certo non era piacevole. Il fallimenti, tuttavia, erano un modo per perfezionarsi, per quanto dolorosi se collezionati con troppa costanza: Aiden, di certo, aveva sempre cercato di vedere il lato positivo nei suoi e ne aveva ricavato una profonda lezione. Mai ripeteva lo stesso sbaglio più di una volta, se non strettamente necessario.
Lasciò che Issho esponesse la propria arringa, fatta di domande più che legittime e che lo stava conducendo verso un ragionamento sensato e logico, fino ad un certo punto però. Vi erano parti esatte e altre ben lontane dalla verità, eppure la cosa lo lasciò più che divertito, anche se il suo volto lo palesò in una minima parte. Solo un flebile sorriso infatti incorniciava le sue labbra, mentre dentro di sé il riso prese a montare in maniera esponenziale. Sarebbe volentieri scoppiato a ridere all’idea di nascondersi dal suo stesso Capo, però si costrinse a rimanere serio e composto, lasciando che il Giapponese terminasse le ultime battute, per poi sospirare profondamente.
«Partiamo per gradi, signor Fuji-Tora. Le va’?» Non attese una risposta, aveva capito che il Giapponese attendeva solo che il fulvo rivelasse le carte strette nella sua mano, come nella remota speranza di vedere chi tra i due si sarebbe goduto la vincita messa sul piatto. Eppure non vi erano state delle puntate, non ancora almeno, perciò quella poté essere considerata una partita di prova dove non vi erano né vincitori né vinti?
Forse. L’Auror incrociò le dita delle mani sul tavolo e si concesse una smorfia amara. Aveva esaminato velocemente il discorso di Issho ed erano stati fatti diversi nomi, tra cui il nome di Remar e della Abyss. L’istinto gli suggerì che l’uomo che aveva davanti aveva avuto modo di parlare con gli individui con una solida identità una seconda volta, magari in circostanze più calme e meno opprimenti di una raccolta firme. Si ripromise quindi che presto o tardi sarebbe di nuovo tornato sull’argomento, prima però avrebbe concesso sciolto qualche nodo a beneficio del Giapponese.
«Aye! Io ero lì, ma come le ho detto prima certi dettagli sfuggono all’occhio umano se mossi dalla fretta.» Annuì piano, mentre il sorriso si allargò maggiormente. «Nascondermi da Rhaegar Wilde? Io? Oh suvvia, da quando un Auror si nasconde dal proprio Capo?» Aiden strappò la prima mollica dalla propria pagnotta e la porse a Issho in un gesto simbolico: ecco dunque la prima verità di sé stesso che venne a galla e che per il momento sarebbe dovuta bastare. Estrasse il proprio Distintivo dalla tasca dei pantaloni e lo posò sul legno duro del tavolo, mostrandolo all’uomo come prova della propria effettiva mansione. «Ero in incognito, sì. E tenevo d’occhio la situazione affinché non degenerasse. Nessuno mi ha individuato perché sono stato abile nel confondermi tra la folla.» Riprese il proprio Distintivo e lo mise al proprio posto, mentre notò con la coda dell’occhio il sopraggiungere del garzone con le birre. Attese qualche minuto affinché venisse ultimata quella distribuzione dei liquidi, quando riprese a parlare: «L’unica cosa che mi preme tenere nascosta, signor Fuji-Tora, è la natura stessa dell’incontro. Non voglio che le nostre parole giungano alle orecchie sbagliate, ecco perché l’ho attirata qui e non altrove. Questo locale è sicuro perché è tra quelli che frequento ed è Babbano.» Una spiegazione breve ma concisa. Issho avrebbe facilmente potuto intuire che l’Auror avesse studiato bene il terreno di gioco, facendolo suo e - in un certo senso - intimo. Ma non aveva in fondo parlato di discrezione? «Non l’ho fatta venire qui per interrogarla, vorrei che fosse ben chiaro questo dettaglio sin da subito. Vorrei, tuttavia, chiederle la sua opinione in merito. Ora è a Londra già da diversi mesi, presumo, avrà avuto modo di notare fattori sia positivi che negativi nella nostra società. Avrà certamente maturato la sua ottica circa l’operato del Ministero e messo a confronto con quanto detto dalla donna, questa… Abyss.» Il tono era morbido e misurato, non lasciò intendere che fosse già a conoscenza dell’identità di Rowena, già incontrata ad Hogsmeade tempo addietro. Giocò dunque la carta di chi era totalmente ignaro di qualcosa, abbracciando quella nuova facciata pur di mantenere un certo vantaggio; questo almeno finché non avrebbe trovato in Issho più un alleato che un potenziabile ostacolatore e nemico. «Lei è uno straniero, è vero, ma forse il Paese ha bisogno di un’ottica esterna se si vuole portare un beneficio. Vorrei che fosse totalmente onesto, signor Fuji-Tora, dato che non ha nulla da temere.»
Prese un sorso di birra e attese pazientemente.

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view post Posted on 28/12/2018, 12:25
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Il rosso era scaltro, quasi prudente nel suo saper procedere a tappe soddisfacenti di contenuto. Sicuramente era un'altra persona rispetto all'incontro in ascensore; non una parola fuori contesto, non un'aria di mistero e tanto meno nessuna impressione criptica. Parlava con tranquillita', conoscenza e una parte di esperienza. Sapeva cio' che diceva e sapeva dove poter arrivare con le proprie parole. Se i bianchi del giapponese avevano mosso per primi, la risposta dei neri fu parigrado. Se mi va? Siamo qui per questo. Disse portando in bocca un altro morso del proprio panino, seguito subito dopo da un ultimo sorso di birra. Notava il sorrisino crescente nelle labbra del tipo e gli ci vollero pochi istanti per capire il motivo di tanto silente clamore. A si? Ma non mi dica. Sorrise, finalmente soddisfatto dell'identita' dell'individuo confermata dallo stesso distintivo ora poggiato sul tavolo. Non era poi cosi' difficile, no? Sorrise, allo stesso modo, lasciando momentaneamente il proprio vivero sul piatto e poggiando le spalle nella sedia, con braccia conserte per continuare. Non c'e' abilita' nel nascondersi da chi non ha interesse a trovarci. Pero', tuttavia, rimane un bel modus operandi. Avra' visto anche ``l'attentatore`` del denudamento immagino. Sorrise ancora piu', digerendo lestamente e amorevolmente la notizia del giovane rosso e rimembrando la divertente scena a Hosgmeade dove rimasero tutti in mutande. E' stato un bel ``Benvenuto`` inglese, lo ammetto. Che facciamo, mi dice anche il suo nome o posso continuare a chiamarla Aka? Cosa che probabilmente faro'. Riprese a mangiare, mentre oramai il ghiaccio era sciolto e il tema accomodato. Arrivarono nel frattempo le rinnovate birre, mentre l'irlandese approfondiva la natura segreta e discreta dell'incontro in un pub babbano di poca conoscenza al mondo magico. La ``frequenza`` non e' mai sicura mr. Aka. Disse abbassandosi leggermente col busto in direzione del ragazzo, quasi riferendo a bassa voce. La frequenza e' quotidianita' e cio' che e' quotidiano e' facilmente programmabile, intercettabile e analizzabile. Sorrise ancora, come aver appena dispensato una pillola di saggezza, mentre tornava con spalle alla sedia per rispondere alla prima vera domanda fulcro di tutto l'incontro. Collega per caso le tre cose? Disse quasi criptico, per poi spiegarsi. Parliamo di ministero, di Londra o di questa...Abyss sospesa a fine discorso? Retoricamente affermo', proseguendo subito dopo. Sa una cosa? Sono a Londra da oramai un po di tempo, come dice in maniera informata lei. Ho gia' fatto qualche viaggio fuori per poter lavorare per questa istituzione. Ho portato a termine alcune trattative, evitando anche danni gravi alla mia persona e quella altrui. Ho compilato molti moduli, mandato permessi e discusso trattati con altri dipendenti internazionali. Ho conosciuto colleghi, lei fra questi, imparato il vostro stile di vita e quant'altro. Un discorso lungo, mentre si puliva la bocca per affermare quasi ironicamente. Sa quante volte ho parlato, visto, intravisto o adocchiato il ministro? Sorrise, portando la propria mano davanti il volto del rosso, facendo segno dello 0 con pollice e indice uniti. Non e' nulla, per carita'... le firme le vedo sui rapporti, le circolari passano, ma....Tu mi chiedi che ottica possa aver uno straniero in terra straniera. Beh....la tua stessa ottica caro ragazzo...Diffidenza. Parlava schiettamente, senza temere troppo. Se era la verita' che voleva l'auror, Issho non l'avrebbe negata. Mai uno scambio di parole; mai un incontro o riunione di ufficio. Si lavora per ordini e non si sanno le mete e gli obiettivi. Spesso non sappiamo nemmeno cio' che facciamo e perche' lo facciamo. Non abbiamo una strategia commerciale e/o preventiva su questo. Non abbiamo una strategia di legiferazione proposta e/o consigliata. Viviamo di passivita'; ci adattiamo a cio' che ci arriva dalla cooperazione internazionale, come manna dal cielo, senza farci propositori o sperimentatori di qualcosa. Perche' non dirle al ministro? Trovami la modalita' per farlo....girano voci che ci si arrivi solo per referenza. Affermava, quasi come poteva aver affermato la Abyss durante la raccolta firme. Per lo meno....le vorrei dire questo, se non avessi solamente quest'ottica da esterno. Sarebbero parole come la profetessa che poc'anzi lei citava...ma cosa mi distinguerebbe da lei, dalle sue parole letali, dalla sua fredda compostezza e dalla sua aria tetra? Un altro boccone, trascinando a se il ragazzo con il discorso carico di curiosita' e continui aspetti pro e contro. Bene...cio' che mi differisce da questa gente e' lo strumento per cambiare rotta che si vuole usare. Non servono raccolte firme, colpi di stato, insediamenti o il potere per determinate cose. Serve parola, costanza e perseveranza. Il ministero non e' il ministro. Il ministero e' una societa' dotata di una complessa macchina di uffici su uffici che spesso non si trovano a collaborare e coordinare sullo stesso piano. Manca discussione, manca dettaglio e manca cooperazione. Si vive di segreti all'interno dello stesso....lei, anche se brevemente e per fattore personale devo pensare, ne e' l'esempio. Che ministero e' quello che non crede nei suoi stessi dipendenti? Che lavoro puo' portare avanti questa macchina se tiene lontano da se' i propri ingranaggi. Concluse, inveendo ora sull'inglese mago tipo. Siete arrugginiti, impauriti, non guidati e confusi. Devo citarle gli ultimi grossi problemi che riportano i vostri giornali? Credo siano ancora freschi. Non sapete cosa fare....lo stare fermi e' il problema della vostra societa'. Se poi si sta lavorando a qualcosa, beh, sarebbe un ulteriore segreto che sicuramente nuoce a questa complessa macchina. L'istituzione deve andare avanti insieme, senza zone d'ombra e per lo meno con gli obiettivi chiari e strategie comuni condivise. Termino' la prima domanda d'interrogatorio ``che non lo era``.

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Anche i panini vennero serviti e Aiden ringraziò mentalmente la velocità provvidenziale della cucina del pub per aver fatto giungere appena in tempo quei piatti. Sarebbe stato certamente più piacevole, per entrambi, affrontare quella conversazione a stomaco pieno; c’era da dire, tuttavia, che l’argomento non diventasse via via sgradevole, tanto da rendere indigesti quei panini da sapore decisamente fuori di testa. Weiss morse il proprio panino con la stessa voracità di un predatore rimasto affamato per giorni e si tamponò la barba dal grasso liquido della carne e dall’abbondante salsa che era schizzata fuori.
La notizia sulla sua vera professione non aveva scandalizzato l’asiatico, il che fu decisamente un bene: Aiden non avrebbe dovuto assorbirsi occhiate giudiziose o guardinghe. «Bene… Ora che un cerotto è stato tolto, possiamo proseguire.» osservò solo dopo aver mandato giù l’ennesimo boccone dell’hamburger.
Quando fu nominato il cosiddetto attentatore che aveva denudato i presenti quel giorno, Aiden quasi non scoppiò a ridere al solo pensiero. Aveva avuto, certamente, la fortuna di aver visto chi aveva osato compiere un simile atto “oltraggioso” ai danni dei partecipanti della raccolta firme, tanto da decidere di sedersi davanti al nascondiglio di un simile furfante per fuorviarne la presenza. Era stato uno scherzo, una ragazzata, e pertanto andava considerato. Ad ogni modo, l’Auror non avrebbe smascherato l’identità del Caposcuola di Grifondoro perché era consapevole che il ragazzo non aveva avuto alcuna intenzione nel fare del male a nessuno e persino lui era stato giovane e aveva fatto degli scherzi di varia natura. «Il villaggio è pieno di ragazzini, sir.» mormorò scrollando le spalle. Nel vedere Issho sorridere e ammettere che è stato un bel benvenuto, persino il fulvo si concesse un piccolo sorriso; un sorriso che andò ad allargarsi quando gli fu chiesto il nome. «Con un po’ di pazienza, signor Fuji-Tora, avrà anche quello. Ha la mia parola.» E Aiden Weiss manteneva sempre la parola data, questo il Giapponese lo avrebbe imparato molto presto.
Si limitò ad annuire distrattamente all’osservazione dell’uomo circa la quotidianità, ma entrambi sembravano concordi nel voler sorvolare in ben altri discorsi, più spinosi a detto dell’Auror, ma che purtroppo non potevano essere ignorati, non se era per quel motivo per cui si trovavano lì. Mentre si gustava il proprio panino, gli occhi vigili dell’Auror non si scollarono di un secondo dal proprio ospite, analizzando ogni parola di quel monologo più che legittimo, dato che glielo aveva chiesto lui.
Issho era amareggiato, perplesso, forse addirittura preoccupato per la mancanza di contatti con il Ministro della Magia, anche semplicemente per un’occhiata sfuggente. Non aveva la minima idea di cosa spingesse la Pompadour a sottrarsi persino dagli sguardi dei propri dipendenti; poteva solo sperare che avesse i suoi buoni motivi e che stesse cercando un modo per risollevare la situazione in cui il Paese aveva rischiato di finire schiacciato. L’attento di Raven alla Congrega dei Saggi Duellanti e la battaglia ad Hogwarts avevano fatto sanguinare il Paese intero, non solo le persone rimaste colpite.
Posò l’ultimo quarto di hamburger sul piatto e si diede una sistemata alla barba sporca di salsa appiccicosa. «Non posso parlare per la Ministra e nemmeno per il mio Capo Auror. Tuttavia, posso ben capire la sua perplessità e la ringrazio per questa sua opinione onesta e pulita. Farò in modo che Rhaegar Wilde ne sia informato e che possa, di conseguenza, parlarne personalmente alla Ministra. Fintanto che i consigli e i punti di vista vengono espressi con cortesia e buona propensione al dialogo, oltre al voler dare una mano, non vedo perché ignorarli. Oltretutto lei non mi sembra una minaccia e nemmeno ha firmato contro la Pompadour e Wilde.» Si concesse una breve pausa, il tempo di bere una lunga sorsata di birra. «Ritornando alla raccolta firme, mi pare di capire che conosce la donna che ha parlato. Cosa mi può dire su di lei e sugli altri presenti? Ha mai avuto modo di intrattenersi con loro?»
E mosse un’altra pedina...

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Manteneva il sorriso mentre ascoltava il ragazzo piu' giovane di lui ``investigare`` con la scusa del pranzo. Era chiaro che era affamato di storie e dettagli riguardanti non solo l'istituzione per la quale lavorava ma per la sicurezza generale della societa'. Un paladino di altri tempi, piu' mite e distaccato dall'azione e socializzazione a favore di un analisi piu' lunga e critica possibile, nonostante fosse un preciso sostenitore dell'attuale ``politica`` ministeriale. Audace da parte tua, mr. Aka...tuttavia la prego di non informare nessuno; non c'e' abilita' nell'esser riferite cose. E' giusto che altri siano spinti a cercar comunicazione; il suggerimento, leale e sicuramente fedele, non aiuta a rimarginare una ferita; dipende da noi stessi quest'ultimo fattore. Sorrise ancora, finendo il proprio panino e pulendosi mani e volto con un fazzoletto afferrato da un altro tavolino vicino. Se il villaggio di Hogsmeade e' pieno di ragazzini che sanno cogliere la tempistica perfetta e lo scenario piu' adeguato per fare uno scherzo, il ministero e' pieno di dipendenti che sanno cogliere e apprezzare o criticare la manovra istituzionale da portare avanti nel momento del bisogno. Non esistono minacce vere e proprie caro ragazzo... esistono solo cose date per scontato o trattate superficialmente. Li' prolifera il dubbio...il dubbio genera caos. Era un continuo far procedere i due discorsi in parallelo, finche' l'Irlandese non prese a esser piu' diretto con la sua ultima domanda, non appena il proprio cibo fu gustato con molto apprezzamento. No, non ho firmato; cosa avrei dovuto firmare esattamente quando non era nemmeno un mese che risiedevo a Londra? E si, conosco la signora profetessa, ma non cosi' bene da poterle raccontare una biografia....posso affidarle solo suggestioni. Leggermente piu' serioso proferi', mentre portava a stringersi le braccia a se, comodo e pronto per iniziare a trattare un tema che dall'aria e caratteri assunti dal suo collega, sembrava esser di particolare interesse. Sugli altri presenti potrei dirle di piu', ma son cose di tutti i giorni e alla merce' di tutti. Si fidi dunque solo delle mie suggestioni al riguardo...le facciate son difficili da interpretare e far calare e su questo, modestamente, ho qualche esperienza e abilita' d'indagine. Sorrise ancora, ticchettando il tavolo del cibario vario. Rowena profetessa Abyss; Che dire...bravissima nelle parole, letale, glaciale e freddamente perspicace. Non ha problemi a comunicare o sviare un discorso; sa passare dalla padella alla brace senza sforzarsi troppo, celando una terribile e cupa indole dietro un beffardo e nofio sorriso e volto buonista. Una volpe dal pelo nero solamente che gioca con poca applicazione; sa e le piace non esser apprezzata ma mantiene la calma e la finta educazione per continuare a celarsi dietro questo status. Non andiamo d'accordo, dai pochi discorsi avuti siamo in contrasto; non perde occasione per pestare chi cade a terra o pensi ingenuamente. Non ha scrupoli a lasciar scivolar via soprusi o parole poco gentili nei suoi confronti. E' un abile giocatrice e scrittrice di quotidiani, ma ....sara' una brava persona? Io dico, penso e affermo convintamente di No. Sorrise, chiudendo quel paragrafo principale della domanda per concentrarsi a quelli dopo. Per il resto, mio caro Aka, chi frequento non differisce totalmente da te... voglio dire, tutti hanno scheletri nell'armadio e chi bene e chi male riesce a tenerli celati o a somministrarli sotto altri aspetti. C'e' chi e' originale, chi vuole un istituzione diversa, chi ricerca la gloria, chi la giustizia e chi vuole seguire le orme dei padri e delle madri...c'e' anche chi vuol semplicemente trovare il suo posto e stare bene con se stesso al servizio per altri, o chi si vuole scoprire adatto ad altro. C'e' chi gioca di squadra e chi se la cava meglio da lupo solitario. E' molto variegato il gruppo di colleghi che frequento. Potrei dirle che un Pisciottu e' un barbaro antimago d'altri tempi che segue il fiuto piu' che la burocrazia, come spirito libero e imbenzinato d'ebrezza e indifferenza; potrei dirle che una Fiachran cerca qualcuno che sia disposto a percorrere con lei una strada tortuosa d'amore e trovare un posto da poter chiamare ``casa`` o ``lavoro``, che vive male l'attuale locazione ministeriale; potrei ancora dirle di un Remar giustizialista e classicamente burocratico e impegnato nella ricerca di attenzione e azione per e da parte del ministero, non riconoscendosi nel modus operandi dell'attuale amministrazione, come tanti, per legittimare un approccio piu' diretto e schietto; potrei dirle tante altre storie e suggestioni su altri colleghi come la O'Brien, la Anser e via di scorrendo, ma la verita' e' che son cose che puo' scoprire da se semplicemente andando a parlare con questa gente, fra gli uffici e i piani del ministero...quello che dovrebbe fare un bravo capo. Conoscere e' potere... e potere e' anche controllo. Sorrise un'ultima volta, lanciando la palla in mano al ragazzo rosso di pelo. Non l' avrebbe fatto solo retoricamente, ma passando alla sua nuova domanda. E su di lei cosa mi puo' dire...sai tu stesso cosa dire di te? Sorrise.

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Weiss ascoltò tutto in remoto silenzio, senza emettere il benché minimo rumore, chiudendosi in se stesso per esaminare ogni parola pronunciata dal Giapponese. Avrebbe certamente voluto dichiarare che era un semplice Auror e che pertanto non gli era concesso muoversi in autonomia, né tanto meno tenere per sé determinate informazioni. E poi era leale a Rhaegar, non avrebbe mai osato agire alle sue spalle o tradirne la fiducia, perciò avrebbe riferito qualsiasi cosa fosse stato ritenuto allarmante per quanto riguardava il benessere del Paese o di Camille.
Issho, però, aveva ragione sul fatto che il dubbio non avrebbe fatto altro che generare il Caos e che molte situazioni erano state prese troppo superficialmente o date per scontate; proprio per questo Aiden doveva tenere occhi e orecchie aperti, aggiornando il Capo Auror su quanto veniva a conoscenza. Non era quindi solo il dubbio a generare il Caos, ma anche l’ignoranza e tutto ciò lo tenne appositamente per sé.
E poi sopraggiunse un nome, un’identità a lui che era nota grazie all’incontro ravvicinato con l’ex Serpeverde. Rowena Abyss, poco più grande di lui, era una Strega abile e caparbia come poche, una giocatrice assennata e piena di risorse, una donna che sapeva esattamente cosa voleva. Da un lato Aiden ammirava l’indole forte e decisa di Rowena, ma dall’altro percepiva una strana suggestione, una sorta di timore verso quel potere seducente che la donna era in grado di controllare e sprigionare a proprio piacimento. E cosa le impediva di sfruttare quella sua dote a proprio vantaggio? Assolutamente nulla e lui aveva davvero rischiato di cadere nelle sue grinfie, sebbene fosse stato sempre animato da un obiettivo ben preciso e l’avesse voluto di sua spontanea volontà. Aveva provato a giocare con lei, a tenerla in pugno, ma la donna gli era sfuggita di mano come quando si tentava di afferrare il fumo.
Le parole di Fuji-Tora parvero, in parte, avvalorare quanto già lui sapeva e pensava: Rowena Abyss era una Strega da cui era meglio riguardarsi.
«Suppongo che questo pensiero non sia stato solamente sviluppato da quanto accaduto alla raccolta firme.» Aiden alzò un sopracciglio e si passò la mano sulla barba con aria perplessa. Cosa aveva indotto Issho a pensare che Rowena non potesse rientrare nella categoria delle brave persone? Aveva appena confessato di aver scambiato qualche parola con la donna, ma l’Auror non aveva idea se riguarda sempre l’assetto politico o ben altri contesti; dopotutto non era l’orientamento politico a decretare se una persona era perbene oppure no. «Cosa la spinge a pensarla così su questa Abyss?» Tranquillo, l’Auror si portò la pinta di birra alle labbra e la finì in poche sorsate, per poi passarsi la mano sulla barba umidiccia.
Altri nomi vennero fuori dalla bocca del Giapponese, come una valanga improvvisa. Il nome di Maurizio lo fece sorridere flebilmente, specialmente quando venne descritto come un barbaro. Era uno dei pochi amici che aveva e che sapeva apprezzare, per quanto Maurizio avesse un modo tutto suo di vedere e vivere le esperienze della vita, tanto dal non aver ricevuto il benvenuto al Quartier Generale Auror ma mandato tra gli Antimago. Aiden si era sempre augurato che con il tempo Maurizio potesse cambiare registro e sposare in maniera appropriata la filosofia degli Auror; questo perché, fin dal tempo del loro colloquio, nonché periodo in cui si erano conosciuti, aveva sempre desiderato lavorare con l’Italiano al suo fianco. Aiden considerava Maurizio come una sorta di fratello a distanza.
Poi arrivò il nome di Mireen, la ragazza che in quel pub Babbano, nel loro primissimo incontro, lo aveva baciato da ubriaca e poi era scappata a gambe levate. In seguito l’aveva rivista ai Tre Manici di Scopa e avevano ricominciato da capo nonostante quel bacio. Si era rivelata anche lei una vecchia adepto di Grifondoro e Aiden dovette ammettere che era una brava ragazza nonostante si fosse rivelata un po’ eccentrica e chiacchierona, ma comunque emotiva e molto legata alle tradizioni della propria terra.
Nessuno di loro però aveva presenziato alla raccolta firme quel giorno, perciò non mostrò molto interesse, tranne per un nome che venne in seguito: Remar. Vath Remar c’era stato eccome e se Issho era a conoscenza delle ideologie dell’ex Serpeverde, allora gli interessava altroché! Non si fidava, per questo voleva saperne di più, informarsi su cose di cui lui era totalmente all’oscuro. Cosa spingeva Vath a seguire il movimento di Rowena contro Camille? L’ambizione? Un fine che riteneva giusto? L’ingenuità? Questo non poteva saperlo e solo Issho, in quel momento, era l’unico in grado di fornirgli possibili risposte oppure ulteriori dubbi.
Issho ha ragione: la conoscenza è potere. pensò. E il Giapponese lavorava nello stesso livello di Vath, quindi lo rendeva una fonte di informazioni davvero preziosa, ammesso e concesso che i rapporti tra i due colleghi fossero buoni e rosei.
«Remar? Un suo collega o mi sbaglio?» domandò, picchiettando le dita sul legno del tavolo. «Le ha mai detto nulla in proposito?»
La domanda finale di Issho lo fece sorridere. Era divertito da quell’uomo, in senso positivo ovviamente, trovandolo addirittura stimolante. «Io?» Trasse un lungo sospiro prima di proferir parola. «Di me si può dire tanto e poco. Qualsiasi opinione la gente si faccia su di me è sia giusta che sbagliata, ma a me poco importa. L’unica cosa certa su di me? Che sono il fuoco che arde contro il freddo e lo scudo che difende il regno degli uomini. Populus Defensor...»

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view post Posted on 9/2/2019, 15:57
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Sorrise divertito ad ogni affermazione e quesito quando oratorio e quando cercante risposta da parte del giovane irlandese. Non era una presa in giro, quanto una sorta di complimento per la trattenuta piacevole della conversazione. Non si spostava dall'esser un interrogatorio sotto altra forma e il giapponese non poteva che assecondare tale flusso discorsivo, dato che era il suo stesso piacere e diletto impegnarsi in lunghi discorsi. Populus Defensor, eeee...affermo' pensieroso l'orientale, incrociando le braccia per porle sopra il tavolino e avvicinarsi col volto verso il rosso celtico. Non sei l'unico ragazzo. Il mondo e' pieno di eroi, difensori e vigilantes. La vera questione e'....che acqua tirano al proprio mulino? Porto' l'indice destro nella propria testa toccando tre volte la tempia, come per sottolineare il Pensiero come chiave di lettura a quella sua affermazione. Remar...Abyss....per risponderle a entrambe le domande faro' un discorso unico. In parole povere? Non differiscono da lei. Sorrise, accentuando questa volta il suo cercare di scovare reazioni da parte del ragazzo. Giocava molto in difesa, lasciando solo che le trasparenze e schiettezze fossero espresse dall'orientale; d'altronde Issho non voleva che si comportasse allo stesso suo modo il ragazzo, ognuno era capace conoscitore delle proprie abilita' e propri limiti...forse aveva paura di sbagliare giocando scoperto? Non poteva affermarlo ne tanto meno ci si sarebbe soffermato, soddisfacendo invece la fame del ragazzo in totale tranquillita' e noncuranza del parlare. Tu difendi un istituzione perche' ti piace il suo modus operandi, le sue persone, le loro ideologie... Abyss, Remar,`` Io`` stesso forse e ogni ministeriale o persona di politica, difende o va contro a quell'istituzione perche' forse non risponde a una richiesta di comunita' attuale, non condivide ideologie e posizioni. Non sono per caso anche loro, io, populus Defensor in questo senso? Chi ha stilato il canone del perfetto protettore? L'istituzione suona diverse campane perche' ognuno ha il suo popolo da difendere, la propria roccaforte...dunque, ti saresti definito come comunissima persona che vuole difendere cio' che gli e' caro....questo non basta per scoprirsi e definirsi in maniera originale e distinta dalla massa. Non sei alla fine tanto diverso dalle due persone sui quali chiedi informazioni e mostri interesse. Sorrise ancora, cercando con i prossimi discorsi di far luce al ragazzo su una strada percorribile introspettivamente per la scoperta del proprio essere. Una persona non e' definita solo dalle ideologie o dai titoli, ma anche dalle azioni. Le azioni giustificano o incriminano. Se fatte bene o male scavano il letto del proprio fiume...un fiume inarrestabile se ben alimentato a monte. Siamo naturalmente chiamati a schierarci e impegnarci nei ruoli stabiliti; questo almeno se cerchiamo di seguire la strada del Populus Defensor...invece, prova a dichiararti Attuatore di Giustizia. Seguire la legge puo' solo condurre al bene, perche' approvato a livello non solo nazionale ma delle volte mondiale; seguire la massa, il popolo, apre le porte a strumenti poco leciti, alle famose azioni che ti citavo prima, al caos. Proprio per questo, se vuoi far tua la posizione neutrale ma pro istituzioni, quella del pensiero sia giusto che sbagliato,limitati ad applicare la giustizia, la legge, nella sua assolutezza e non a seguire ordini e direttive solo perche' ammiri una persona o un gruppo di persone. La legge deve esser la tua sola ammirazione. Non essere difensore, ma legiferatore. Gli occhi a mandorla presero a strizzarsi ulteriormente, insieme al sorriso, mentre la schiena veniva portata nuovamente dritta e le braccia si liberavano dalla stessa loro morsa confortevole. In questa chiave, le diro' solo che mr. Remar e' uno schierato che fara' uso di azioni, un difensore del popolo che prima o poi sara' giustificato o incriminato o legittimato. Tocchetto' il tavolo, per richiamare il cameriere per ordinare un ulteriore boccale di birra...la gola era secca. Mrs. Abyss? Come Remar...ma il suo schieramento, beh...lo vedo molto incriminabile; Sa, le feste, le interazioni, i giornali...son tutte opportunita' di azione. Ne ho condivise alcune con questi colleghi o con la stessa Abyss e credo di essermi fatto un'idea, forse anche sbagliata, ma un'idea dettata da quelle sue poche manovre che sono in netto contrasto con un senso di giustizia e societa' che porto ideologicamente avanti, costantemente come uno studioso aggiorna e riscrive i propri appunti e saggi. Cosa stava dicendo Issho? Non era forse lui stato sin da subito un uomo dalla giustizia morale? Come mai questa propensione assolutistica della giustizia come tale? Diversi i motivi...ogni epoca, ogni periodo, ogni eta' aveva la propria visione legale e Issho, nel suo esser aperto e pronto al nuovo e al tutto, cominciava a propendere per l'assolutezza. Il ministero, la societa', non avrebbe bisogno di altri richiami, di altri gruppi di pensiero o fazioni o peggio ancora di organizzazioni, benevole o maligne...dovrebbe solo seguire giustizia e scrivere nuove pagine di giustizia in risposta all'esigenza attuale di un popolo, non prescelto ma del momento. Lo sta facendo l'attuale amministrazione? Interroghiamoci...applicare e' differente anche da legiferare...forse siamo fermi e passivi? Basta l'attuale carta normativa in risposta all'attuale popolo? Le comunicazioni in sede internazionale? La sicurezza? Il commercio? Ecc.ecc.ecc...Beh...lei che dice Mr. Aka? Sorrise, lasciando la domanda aperta e tenendo in mano il nuovo boccale di birra giunto freddo e ben spumoso.

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view post Posted on 18/2/2019, 20:49
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«Gli Eroi, signor Fuji-Tora, non esistono!» La voce di Aiden era ferma e calma, ma che - tuttavia - stemperata da un timbro sarcastico. L’Auror non credeva più in quel termine da quando aveva diciannove anni, dal momento stesso in cui giunse la notizia della morte di suo padre. Era stato Charles Weiss il suo unico e vero Eroe, l’uomo che gli aveva fatto da mentore e che, come un fabbro, aveva forgiato il figlio affinché seguisse le sue orme al Quartier Generale. «Ci sono persone che combattono per gli altri, senza chiedere nulla in cambio. Questi dovrebbero essere i veri difensori. Quindi, per rispondere alla sua domanda, il loro mulino può dirsi bello che asciutto!»
Sapeva che Issho stava alludendo ai benefici che un simile stile di vita avrebbe garantito a se stessi, a chiunque avesse scelto di battersi per il popolo, ma la risposta era sempre una e non c’era alcun beneficio. Non c’era gratitudine, non c’era pace: solo tanta sofferenza. L’onore per alcuni bastava, altri invece preferivano il sapore dell’oro o di titoli di grande rilievo. Ma erano queste cose che garantivano la felicità o la sopravvivenza per coloro che combattevano in campo aperto. E Aiden Weiss di certo bramava solamente la sopravvivenza, quanto più a lungo possibile affinché potesse svolgere il proprio dovere finché ne aveva la possibilità e le forze.
La successiva affermazione del Giapponese fece alzare un sopracciglio all’Irlandese, confuso e non del tutto convinto su quella versione dei fatti. «Sicuramente hanno il loro punto di vista. Certo.» asserì, riflessivo. «Ma la mia domanda è: in cosa differiscono dal mio? O dal suo, per esempio.» Un sorriso amaro si distese sulle sue labbra. «E, come ha giustamente detto prima, che tipo di acqua pensano di tirare al proprio mulino?» Domande pertinenti, studiate, ancorate su quanto il Giapponese stesso aveva sostenuto. Aiden combatteva senza pretendere nulla in cambio, ma la Abyss e Remar? Lo stesso Issho? Cosa volevano tutti loro? E cosa si aspettavano in cambio? E quanta differenza c’era davvero tra lui, Vath e Rowena?
Non ci crederò finché non avrò le prove inconfutabili! pensò con decisione. Fino ad allora avrebbe continuato a nutrire diffidenza nei loro confronti.
Poi tacque e si mise a riflettere, saggiando parola per parola di quanto detto dal Giapponese. Aveva ragione sull’operare rispettando la legalità e quella che doveva essere una giusta morale, dopotutto essere un Auror implicava una disciplina fatta di regole ben salde in cui l’ago della bilancia doveva essere prettamente focalizzato sul Bene, come nel suo caso. Ad ogni modo credeva nelle disposizioni imposte da Rhaegar ed era anche per questo che lo reputava un buon Leader da seguire. La parte dello schieramento cozzò parecchio con la sua indole quanto con gli ideali stessi, ma se lo tenne per sé, ritenendo poco saggio esporre a cuor leggero altri aspetti della propria natura; aveva già dato abbastanza, aprirsi completamente diventava una questione imprudente e pericolosa, specialmente se Issho aveva preferito barricarsi dietro la linea della neutralità assoluta piuttosto che dirgli di più su Vath o Rowena.
Sospirò alla domanda dell’uomo. «Io sono dell’idea che bisogna consigliare ed aiutare, in maniera del tutto cooperativa su più vertici, migliorando quegli aspetti fallaci, deboli o incompleti. Se una cosa non funziona è giusto demolirla e sostituirla con qualcosa di più innovativo? A volte è meglio apportare migliorie piuttosto che gettarsi ad occhi bendati su una cosa nuova e che potrebbe scoprirsi peggiore della vecchia, non trova? Prima di dire: “Fuori il vecchio, dentro il nuovo.”, andrebbero affrontati dei tentativi. Si può tentare di seguire l’esempio di altri sistemi funzionanti, così da apportare migliorie e colmare le lacune presenti.» Sorrise, conscio di aver usato alcune parole dello stesso Issho durante la raccolta firme ad Hogsmeade. Se ne sarebbe accorto? In cuor suo l’Auror sperò vivamente di sì, segno che anche se non aveva partecipato in maniera attiva aveva quantomeno ascoltato e cercato di capire i vari punti di vista. Non si espresse in maniera aperta sul fatto che disapprovava su tutti i fronti la linea adottata da Rowena nella protesta contro Camille e Rhaegar. Dopotutto cosa ne poteva sapere la Abyss di quanto si stava occupando la Pompadour? Aveva forse delle spie al Ministero? Senza delle prove concrete la voce di Rowena gli entrava da un orecchio e gli usciva dall’altro.
«Probabilmente ora mi dirà che non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire, tuttavia se si vuole farsi sentire non bisogna fare necessariamente la voce grossa.» Seguì una breve pausa. «Ma trovare un modo per poter essere ascoltati, non solo avvalendosi di una buona dialettica, ma dimostrandosi anche scaltri ed ingegnosi.»

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view post Posted on 19/2/2019, 18:52
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isshonome
Dipendente Ministeriale ☯ C.M.I. ☯ 66 anni ☯ Giapponese
PS: 171 ☯ PC: 115 ☯ PM: 115 ☯ EXP: 26


Ascolto' con estrema calma e sorriso piacevole ogni singola parola del collega dinanzi a lui. Il sarcasmo, forse avrebbe puntato al ``leggermente`` infastidito, con la quale rinnegava gli eroi per passare alla personale definizione e coniazione del termine Difensore, che altro non era che una variante meno simbolica ma piu' comune...diceva molto sulla personalita' del rosso. Ascolto' anche con enorme interesse i quesiti desiderosi di risposta e altre informazioni su quelle persone che quasi quasi lo ``ossessionavano``; metteva un certo carico nel cercare di capire la differenza fra lui e gli ``altri``. Non voleva forse confondersi con essi? Ragione. Sorrise in maniera piu' pronunciata anche dopo l'uso di qualche parola che Issho rimando' alla raccolta firme durante il suo brevissimo discorso con la profetessa Abyss...ancora una volta ritornava l'immagine della donna nel loro dialogo, anche se involontariamente. Yare yare...disse, quasi come incipit a un prossimo discorso. Mr. Aka....se gli eroi non esistono e' semplicemente perche' lo sono tutti. Chi fa cio' che puo', e' un eroe, quando gli altri non lo fanno. Chi porta il miglior risultato nella peggiore delle circostanze, e' un eroe. La vera domanda e'....e' buono per definizione l'eroe? Non direi...anche il Diavolo e' l'eroe dei propri demoni, cosi' come Il signore oscuro e' l'eroe dei mangiatori di morte....Pronuncio' male quella piaga che affliggeva la societa' magica in questione. L'acqua che tirano al proprio mulino, quest'ultimi, puo' esser solo ben che avvelenata. E le dico di piu'...e' nel momento che mancano gli eroi, dall'una o dall'altra parte, che si perde una battaglia ideologica. Se un giovane come lei, mi parla in questo modo di figure cosi' fondamentali nella societa', beh...non e' incoraggiante. Lancio' una provocazione a fin di bene. Era chiaro che non voleva offendere ma spronare la ricerca di ideale dietro un servizio. Dovremmo essere automi passivi di una societa' ? Dovremmo fare le cose come macchine e portarle a compimento senza gratificazione? Siamo sentimentali, mio giovane ragazzo...siamo fatti di emozioni, morale e etica. Sono quelle basi che ci fanno muovere e che ci fanno allineare. Se dico che seguire la legge e' il modo piu' neutrale di schierarsi, beh, affermo allo stesso tempo che e' il modo piu' etico e morale di condurre una vita sociale, tramite l'applicazione del concetto di Giustizia. Non basta fare una cosa e portare il risultato a casa....necessita che qualcosa o qualcuno ne dia un senso a quella cosa; e' la popolazione che e' chiamata a far cio', che dunque si schiera apertamente e innalza il proprio eroe. Il mondo ha necessita' del simbolo...non fa eccezione nemmeno il male, per questo ti dico che la risposta e' sempre la solita dalla nascita della terra; Per ogni Giovanna d'Arco, c'e' sempre un Hitler appollaiato all'altra estremita' dell'altalena. Non facciamo eccezioni noi maghi. Dirigeva lui il discorso al momento, avendo aperto quel tema tanto vasto quanto interessante e complesso da definire e portare avanti su vari piani. Apprezzo che le mie parole non siano state perse nella neve di Hogsmeade, davvero. Simulo' un battito di mani innocente e vero, apprezzante la ricordanza del rosso. Questo che mi hai citato e' un chiaro esempio di acqua tirata al proprio mulino. Sai...qualcuno vorrebbe solo buttare giu' tutto e ricostruire e non se ne puo' dar tanto torto, visto i vari tentativi di approccio con i diretti interessati della faccenda. Non volle piu' fare nomi, se era furbo e pratico mr. Weiss, lo avrebbe capito da se e riagganciato al discorso precedente. Ed e' esattamente una persona che ha deciso di ``agire`` invece che parlare come posso far attualmente io con lei. Un peccato? Una colpa? Il tempo dara' la risposta...ma per qualcuno e' o sara' un eroe. Bene o male? Seguira' giustizia? Ancora una volta, il tempo dara' il frutto a noi. Allora sorge una domanda....che facciamo noi che rimaniamo al centro del Neutro? Sorrise ancora, agganciandosi alle ultime parole della volpe. Ci mostriamo scaltri e ingegnosi...non compiamo gesti, ma scriviamo e parliamo; La penna e la parola hanno un potere tanto influente e pericoloso quanto lo possa avere un incanto o un corpo in prestanza fisica. Siamo chiamati a riportare l'ago della bilancia nel suo equilibrio...stabilizziamo il tutto. Si avvicino' al ragazzo, sempre con i gomiti ben poggiati sul tavolino, per proferire ancora. Torno all'inizio della tua investigazione...se un giovane biondo fa uso dell'azione, degli incanti e della prestanza fisica e morale per creare un nuovo modello, portare un neo-simbolismo eroico al favore del proprio modello di societa', forse in risposta a quello attuale... una profetessa che scrive in maniera piccante e letale, fredda e schiva...cosa puo' portare? Torno' con la schiena alla propria spalliera, per offrire un ulteriore sorriso e bere la pinta di birra tutta in un colpo. Su cio' non ho altro da dire...mi manca la frequenza e la quotidianita'....solo congetture e pensieri, nulla di fondato...solo 4 chiacchiere. Ammicco' al giovane. Cos'altro le interessa oltre l'indagine? Cosa la diverte? Come sta di famiglia? Ha frequentato anche lei Hogwarts? Lancio' quesiti per divagare dal solito argomento.

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view post Posted on 5/3/2019, 12:48
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss




«La penso in tal senso perché ho perso l’unico eroe davvero importante della mia vita. Era il mio punto di riferimento, il mio mentore, il mio migliore amico… mio padre!» L’ultima parola uscì in un sussurro, talmente flebile che nell’atmosfera chiassosa del locale si sarebbe potuto disperdere facilmente. Concesse quella confessione, quella specifica informazione, affinché Issho comprendesse solamente la portata del proprio punto di vista. Tuttavia la propria espressione rimase immutabile, una maschera di cera che non voleva trasparire le proprie emozioni, fortificata dalle basi su cui si ergeva l’Occlumanzia; nascose dunque il proprio dolore.
«L’uomo è sentimentale quando è consapevole di possedere l’umanità, che sia in grosse o piccole quantità. Un uomo che, invece, dimentica di averla o la ripudia è una bestia.» recitò con un flebile sorriso a seguito del discorso del Giapponese su eroi buoni ed eroi cattivi. Forse non aveva tutti i torti, ma suo nonno Regan la pensava leggermente in maniera diversa su coloro che si battevano per il Male; per il Vecchio Orso esistevano solo le bestie tra le fila dei malvagi, ma la sua visione dei fatti era stata influenzata dalle sue precedenti carriere, prima di ritirarsi in pensione, e dalla perdita del proprio figlio. Regan Weiss era un uomo duro e severo, che difficilmente dimenticava o perdonava. «Mio nonno mi disse queste parole tempo fa, ma è sempre stato un uomo dalla mentalità piuttosto severa e complicata. Nel corso degli anni non si è di certo ammorbidito...» Prese un profondo respiro. «Forse...»
Il flusso di parole si interruppe in favore del Giapponese, cedendogli il ritmo della conversazione che, inspiegabilmente, tornò ad agganciarsi ad alcuni loro scambi precedenti. Aiden si fece ben attento e analizzò in silenzio ogni parola, mentre il cervello prese a macinare tali informazioni al fine di tradurle nella maniera più corretta possibile. Parlava di una persona che aveva scelto di agire piuttosto che parlare e all’inizio nella sua mente si formò l’immagine di Rowena. La rivide in piedi al centro della piazza di Hogsmeade, intenta a parlare contro Camille e Rhaegar, ad incentivare la popolazione a seguirla in quella petizione; non aveva di certo preso il forcone e aizzato gli altri a sferrare un attacco al Ministero. La Abyss era sì un elemento pericoloso, ma aveva scelto di parlare piuttosto che agire direttamente. No, non era di Rowena di cui Issho stava parlando. Che il suo riferimento fosse in realtà rivolto a Vath? Avevano parlato solo di loro due, degli altri individui che si erano presentati alla raccolta firme non era stato detto nulla a riguardo. Doveva quindi dedurre che Vath stava architettando qualcosa? Tutto poteva essere e finché non fosse entrato in possesso di prove più decisive e - soprattutto - fondate, non avrebbe potuto fare molto, eccetto informare Rhaegar su quanto era venuto a conoscenza; sarebbe poi stato il proprio Capo Auror a decidere il da farsi.
Una piccola smorfia si dipinse sulle labbra di Aiden, non riconoscendosi per nulla nella posizione di neutrale. C’erano molte cose che Fuji-Tora non sapeva e non poteva conoscere di lui, ma Weiss era più votato al Bene e un giorno - forse - quel suo lato si sarebbe mosso senza indugi; fino ad allora sarebbe rimasto latente, come in attesa di una chiamata a cui avrebbe risposto senza rimpianti.
«Oh, suvvia, signor Fuji-Tora… Non sto investigando come le ho puntualizzato al suo arrivo.» finse un tono dispiaciuto e punto nell’orgoglio, ma il sorriso divertito enfatizzò il suo non essersela presa affatto per quel pensiero. «Opinioni, punti di vista… E se vuole possiamo aggiungere un pizzico di gossip.» Estrasse la scatolina di latta in cui erano contenute le sue amate sigarette, con tanto di clipper con i panda, e se portò una alle labbra. Dopo essersi acceso l’amato cilindro di tabacco, allungò la scatolina in direzione del Giapponese; non sapeva se fumava, ma cercò di mostrarsi cordiale e disposto ad offrirgliene una se l’avesse voluta. «Un pandemonio, direi. Sì, direi proprio un pandemonio!» grugnì dopo aver ascoltato il discorso di Issho. «Ovviamente, nulla di fondato. Come dice lei, solo supposizioni e quattro chiacchiere.» Annuì piano. Per lo meno l’orientale pareva aver capito il nesso della questione: tutto ciò di cui avevano discusso non sarebbe dovuto uscire da quel pub o, meglio ancora, da quella stessa tavolata. Il silenzio, a volte, era oro.
«Ho frequentato Hogwarts a suo tempo, come qualsiasi altro membro della mia famiglia. Ero tra i Grifondoro… Suppongo che abbia avuto modo di leggere qualche libro riguardo alla storia di Hogwarts, sì?» Curioso, Aiden fece quella domanda così da valutare se era il caso di ampliare il discorso sulle Casate di Hogwarts o meno. «Riguardo alla famiglia… Beh, come tutte le famiglie ci sono alti e bassi, ma ce la caviamo. Sì, tutto sommato siamo una famiglia abbastanza coesa. Gli screzi ci saranno sempre, ahimé. E lei invece? Ho saputo che Mahoutokoro si avvale di tuniche colorate per manifestare il grado di conoscenza acquisita. E’ così?»

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