| Senza rendersene effettivamente conto, la ragazzina si era andata a cacciare in una situazione ben più grande di lei. Non appena l'uomo si complimentò per quel suo aver esposto un concetto così bene come solo il padre avrebbe potuto fare, inutile dire che la piccola si crogiolò in quel sottile complimento, che non era solita ricevere a casa, per cui un piccolo e timido sorriso prese a far capolino sulle labbra che pian piano andavano a distendersi. Tuttavia, quando l'uomo "rimproverò" il ragazzo facendogli presente che avrebbe potuto offrirle qualcosa per farsi perdonare, l'undicenne di dirizzò sul posto facendo scivolare lo sguardo da uno all'altro. "N-no aspetta non c'è bisogno che mi offri nulla!"Cercò invano di fermare il ragazzo sentendo l'imbarazzo crescere."Non volevo essere presuntuosa mi dispiace, mi è stato istintivo, sono stata maleducata, scusami."Disse al giovane di ritorno mentre questo le porgeva quella che era una cioccolata calda. Si sentì davvero colpevole per quella scenetta, si era intromessa nella discussione additando il ragazzo per puro istinto, abituata a dover seguire rigide regole in casa sua, si sentì davvero mortificata in quanto, capendo di aver esagerato come suo solito, cercò di mettersi nei panni del ragazzo che aveva involontariamente umiliato. "Grazie..."Decisamente giù di morale e sentendosi responsabile per una sofferenza di qualcuno, si ripromise che a tempo debito avrebbe cercato di ripagare la cortesia del ragazzo riguardo quella cioccolata."Tu non prendi nulla?"Domandò con un effettivo filo di voce vedendolo tornare solo con qualcosa per loro due. I sensi di colpa aumentarono e lo sguardo della ragazzina andò ad infrangersi sulla tazza di liquido bollente davanti a lei. Alla fine, secondo suggerimento dell'uomo prese posto al tavolo sentendosi infinitamente a disagio. "Sheridan Moore. Futura studentessa di Hogwarts, oggi ero qui per comprare le ultime cose prima di partire per il castello." Riassunse brevemente, visto che infondo non c'era chissà cosa da dire su di lei. Portò le mani alla tazza riscaldandole tirando un sospiro di sollievo mentre prese ad ascoltare il discorso dei due cercando di seguirne il filo. Era un discorso particolarmente serio per la ragazzina che fece effettivamente fatica ad elaborare tutto ciò che stava ascoltando. Cercò ugualmente di prestare attenzione portando meccanicamente la tazza alle labbra poggiandole sulla ceramica, che per ovvie ragioni scottava e che quindi fece sussultare l'undicenne che riportò lo sguardo sulla cioccolata fumante con un velo di rimprovero. Cominciò a soffiare al suo interno quando il ragazzo che l'uomo aveva chiamato Daniel,le domandò cosa ne pensasse a riguardo. Dandole addirittura del tu. Ci fu un escalation di imbarazzo da parte della studentessa che inizialmente osservò il giovane con aria spaesata, poi sgranò leggermente gli occhi comprendendo effettivamente quale fosse la domanda. In casa sua non le venivano mai chiesti dei pareri, in quanto veniva considerata sempre troppo piccola per capire, troppo giovane per essere messa al corrente di determinati fatti. Insomma, non le era mai stato permesso nè tanto mano chiesto un intervento. La sensazione piacevole che provò la bionda fu messa a contrasto con quella a disagio riguardo l'avere improvvisamente l'attenzione su di se. Non le piaceva attirare l'attenzione. "Da quello che posso sapere..." Cominciò riflettendo attentamente alle parole da utilizzare prima di esporre quel concetto che mai aveva effettivamente esposto a qualcuno. "Penso che nascondersi sia stupido, ma che allo stesso tempo ora come ora si l'unica cosa possibile da fare. Le persone senza magia, come avete detto, hanno paura dell'ignoto. Noi facciamo parte dell'ignoto. Come noi temiamo il loro avanzamento tecnologico, la loro evoluzione. Non dico che sia giusto che le cose stiano così, unendo le forze diventeremmo qualcosa di realmente forte e solido." Prese brevemente aria mantenendo lo sguardo basso sulla tazza riflettendosi sul liquido scuro non volendo incontrare lo sguardo altrui."Penso che prima o poi i maghi debbano mettersi allo scoperto. Perchè noi conosciamo il loro mondo, ma loro non conoscono il nostro, al massimo lo immaginano. Proprio perchè lo immaginano, penso che non tutti partirebbero con il vederci come una minaccia, molti potrebbero esserne affascinati, attratti. Il problema penso stia proprio nel modo in cui noi ci facciamo vedere. Minacciosi? Pericolosi? Prevenuti nei loro confronti? Penso che un inserimento graduale nel loro mondo sarebbe la cosa migliore. In modo da entrarvi pian piano, senza scombussolare il loro pensiero, ciò che conoscono." Stirò con le manine le pieghe dei jeans convinta che dovessero essere tolte nell'immediato, e che quindi concentrarsi su di loro fosse di estrema importanza, pur di scappare dalla sensazione di essere fissata. "Senza che possano vederci come una minaccia. Certo, apparire all'improvviso e dirgli -Salve! Vi studiamo da anni e ci nascondiamo da voi perchè siamo certi ci farete la guerra!- non penso sia il modo più saggio per eliminare ciò che ci divide. Ma sarebbe bello se piano piano i due mondi si unissero cominciando con coloro che hanno la possibilità di vivere in entrambi. Loro che appunto sanno cosa si trovi da entrambi i lati, potrebbero essere la chiave per un qualcosa di simile. Potrebbero essere loro in grado di comunicare con entrambe le popolazioni e trovare il modo di unirle e farle incontrare." Si era lasciata un pò andare. Evitò di parlare di Mezzosangue o Nati Babbani, era una cosa che non le piaceva fare. Le storie dei fratelli riguardo le lezioni scolastiche, ciò che avveniva nel mondo magico, in un modo o nell'altro erano tornate utili, così come ovviamente seguire le vicende sulla Gazzetta del Profeta. Non era troppo ferrata su quegli argomenti, ma per una volta era riuscita a mettere a nudo quello che pensava a riguardo e esporre quel forse troppo idilliaco e candido mondo che le piaceva immaginare.
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