Good evening, Mr LeVane.

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view post Posted on 16/5/2020, 17:26
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Adepto di Lord Voldemort

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La carezza della donna non lo colpì, non a pieno. Che fosse una recita, per loro che erano i principali attori, era palese. Non poteva affermare, tuttavia, che quella scenetta non lo influenzasse in qualche modo. Sulle sue labbra si delineò un sorriso, mentore delle emozioni provate: puro divertimento.
I dadi erano tratti, le informazioni erano state riversate sul giusto ascoltatore; a Carlisle e al Fato non rimaneva che restare a guardare e lì, dove il primo avrebbe potuto intervenire, il secondo sarebbe rimasto completamente in disparte.
Libero arbitrio, sempre.

«Bene», sibilò con un passo indietro. La mano si mosse nel vuoto statico e, scostandosi dalla visuale di Rowena, lei avrebbe potuto notare che i primi già prendevano posto.
L'asta stava per iniziare.

«Di solito tengono i pezzi migliori alla fine» asserì mentre le faceva da scia tra le persone, attento a non urtare questo o quel damerino.
La fila di sedie a sinistra fu la scelta dell'uomo. Si fermò verso il centro lasciandole lo spazio dovuto affinché svicolasse tra le due parallele di posti a sedere e si fermasse a metà, affiancando uno sconosciuto col cappello calato sulla fronte e le braccia unite al petto.
Stava forse sonnecchiando?
Il numero 18 che spiccava dalla morsa delle braccia dovette improvvisamente ricordare a Carlisle che erano lì per un'asta e, con una mano sulla fronte, poggiò quella libera sulla spalla di Rowena, per attirarne sommessamente l'attenzione.

«Scusami cara, torno subito» asserì, indicando fugacemente con l'indice la paletta del dormiente.
Non attese risposta e la lasciò lì, presumibilmente a prendere i posti.
Un piccolo e sonoro gracchiare annunciò che lo sconosciuto stava avendo il miglior sonno ristoratore della sua vita, ora interrotto dal suo stesso russare.

«---Iniziato?», bofonchiò nella sorpresa, issandosi all'improvviso e lasciando cadere il cappello in grembo.
Volse a Rowena uno sguardo allibito, quasi spaventato della sua presenza. Incrociatene le iridi, lei avrebbe potuto notare lo strano colore della retina: languido, chiaro e pezzato da minuscole lentiggini nere.

«Miei cari Signori.... e Signore. Benvenuti a questa serata. Sono come sempre felice di una simile affluenza.»
Il presentatore era vestito come il peggior Ring-master da circo. I capelli di un biondo spento, fuoriuscivano da un capello striato bianco e rosso, e la sua sola voce, acuta e forzata dalla necessità che qualcuno ridesse alle sue affermazioni, contrastava enormemente con la particolare raffinatezza clandestina del posto.

«Questa sera, tuttavia, noto con piacere che siamo in molti di più! Mi viene da pensare che siano girate voci sulla presenza di oggetti specialissssssimi!!!»
Le voci, ovviamente, le aveva fatte girare lui e qualcuno, tra i presenti, si era lasciato andare a un sospiro sospettoso, come se non fosse la prima volta che una cosa del genere venisse detta e poi, con enorme delusione, smentita.

«Ah ecco, ci siamo!» il vicino della donna le rivolse un'occhiata concitata. Il sorriso fu talmente ampio da dividergli in due il viso, coperto da una leggera barba incolta.
L'espressione, tuttavia, mutò quasi repentinamente: senza sbattere nemmeno per un secondo le ciglia, continuava a fissare Rowena, col volto che lentamente ripiegava su una grottesca serietà.

«Lei perché è qui?»



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Rowena
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view post Posted on 2/6/2020, 23:25
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LA MANGIAMORTE

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Nonostante si potesse definire Rowena una persona abbiente, il suo conto alla Gringott n’era la prova, non era solita frequentare ambienti sfarzosi. Preferiva le sue amate e malfamate bettole dove il bere era buono e la compagnia pessima, ma dove alla fine trovava sempre qualcuno pronto a scaldarle il letto. In un luogo simile avrebbe dovuto sforzarsi di più per ottenere quello che voleva e la cosa l’infastidiva e nel contempo, l'eccitava. Si guardava attorno con un che di libidinoso negli occhi e non era solo la presenza del suo affascinante accompagnatore, era l’intero sistema che la mandava in visibilio. Avrebbe voluto semplicemente palesare se stessa, fregarsene del piano ed arraffare quanto più poteva di quel mondo che sentiva più marcio e corrotto di quanto sembrava. Ma forse si sbagliava, forse era solo una sua impressione. Seguì quindi Carlisle in silenzio, annuendo alle sue parole, il suo drink ancora in mano e dal quale prese un sorso una volta che lui arrestò il suo passo, lasciandole lo spazio per scivolare tra le file di sedie e farla quindi accomodare al fianco di un uomo che…sonnecchiava? La figura comica della situazione, con lo sconosciuto che sembrava farsi un riposino ristoratore antecedente all’asta, le strappò un lieve sorriso. Scosse il capo biondo e ben pettinato, sollevando leggermente la gonna in modo che non l’infastidisse la seduta, accavallando le gambe e terminando il proprio bere. Il bicchiere le rimase svuotato in mano e su questo si trovò a sbatacchiare mollemente le dita, osservandosi attorno in cerca di quello sguardo che poco prima la puntava con curiosità e avidità ma il tocco leggero del suo accompagnatore ad altezza della spalla attirò la sua attenzione. Si volse, notando ciò che le veniva indicato tornando ad annuire e se possibile, consegnandogli il bicchiere vuoto in modo da avere ambo le mani libere. Se questo fosse avvenuto rilassò la schiena alla sedia, incrociando le mani tra loro ad altezza del ginocchio, continuando a guardarsi attorno anche se, con la coda dell’occhio, non poteva che gettare qualche occhiata al suo vicino.
Certo che era strano dormire in un luogo simile ma questo le fece pensare che probabilmente l’uomo o veniva da lontano, oppure aveva passato molto tempo in quel luogo tanto da sentire la necessità di riposarsi. Entrambe le possibilità che si era disegnata nella sua testa, mostravano un desiderio per qualsiasi oggetto fosse sceso in scena decisamente forte. Si chiese di cosa si trattasse.
Sussultò quando l'estraneo si mosse e bofonchiò una parola sconnessa, osservandolo recuperare il cappello che gli era caduto in avanti. Ne incrociò lo sguardo, sorridendogli di rimando con un che rassicurante e non potè notare quegli occhi così diversi.

“interessante…”

fu il suo unico pensiero perché venne nuovamente distratta dal banditore che annunciava l’inizio dell’asta e che venne accolto con fare vispo dal suo vicino di posto. Su di lui volse lo sguardo e verso di lui, versò poche parole

-Cosí sembra…-

quando improvvisamente l’uomo, con il volto austero e lontano da quel sorriso allegro di pochi attimi prima, la fissava con insolita serietà. La mangiamorte avrebbe quindi distolto lo sguardo con l’intento di cercare Carlisle con gli occhi, in modo da avere una scusa capace di reggere il gioco che aveva intenzione d’inscenare.

-Sono solo un’accompagnatrice-

e SE lo avesse colto nella piccola folla verso di lui avrebbe fatto un lieve cenno con la mano, in modo da dare al suo vicino il beneficio del dubbio. Dopotutto era una mezza verità quella che aveva detto.
 
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view post Posted on 26/7/2020, 12:16
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Sbrigliata dal bicchiere vuoto, destinata al posto scelto per lei, Rowena sembrava aver trovato la posizione giusta per seguire l'asta e, al contempo, reagire qualora il pezzo di suo interesse si fosse palesato da un momento all'altro.
C'era tuttavia qualcosa che lei sembrò sottovalutare. Una presenza, apparentemente ben disposta, pronta a fare due chiacchiere con la sua vicina d'asta.

«Mh-mh», lo sconosciuto annuì col capo mentre cercava tra la folla colui che la donna aveva indicato con un debole cenno della mano. Carlisle, dapprima con lo sguardo piegato sul presentatore, attendeva che gli venisse consegnata la paletta ma nell'esatto momento in cui il Ringmaster aveva dato il via alle danze, aveva incrociato le iridi della donna, come a farle presente che era lì, che doveva tenersi pronta.
Lo sconosciuto, tuttavia, continuava a fissarla, e l'entusiasmo di poco prima, quello riservato al principio della trattativa, sembrava esser sparito, sostituito da un'altra priorità.

«Cerco sempre di capire se c'è qualcuno qui che vuole ciò che voglio io», sentenziò infine, arricciando lo sguardo, corrugando la fronte e portandosi l'indice a tamburellare la tempia.
«Lei dice di essere un accompagnatrice. Io potrei dirle di essere un caro amico del presentatore. Mi crederebbe?»
Bizzarro, fuori dagli schemi, Solomon veniva additato come un pazzo, certo, ma poiché afflitto dal duro peso dell'irrazionale genio.
«Perché è qui?» la voce, melliflua, risuonò come una piccola spinta a valicare un muro immaginario. Il quesito, identico al precedente, assunse una tinta nuova, incalzante. E se solo Rowena avesse incrociato il suo sguardo, avrebbe avvertito un'intrusione, più forte delle precedenti, più intima, solcarle la mente, ambire ai suoi sensi, ricordi, passioni...
Il brusio dei presenti si fece concitato, il primo pezzo veniva esibito sul palco ma Solomon non vi prestò attenzione, non era quello di suoi interesse,
i migliori venivano sempre alla fine.
«La base d'asta è di 100 galeoni e 30 falci... La signora lì infondo... 120! 135---140!»
Le distrazioni, prepotenti, non avrebbero certamente aiutato Rowena ma il Legilimens era una minaccia troppo pericolosa per non porvi la giusta attenzione.
Nel frattempo, tutte le sedie venivano occupate, tranne quella di Carlisle, lì al suo fianco. Non v'era via di fuga: d'altronde era solo un'accompagnatrice, no?



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Rowena
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view post Posted on 28/9/2020, 19:20
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Voldemort l’aveva mandata a recupera un oggetto di cui non conosceva né la forma né il potere che pareva possedere. Era stato sul vago, come sul vago si era dovuto tenere Carlisle, ma entrambi sembravano certi che lei si sarebbe accorta quando l’oggetto avrebbe fatto la sua apparizione dandole l’occasione di agire. Tutto ciò richiedeva tuttavia del tempo e lei doveva essere paziente e dissimulare la sua presenza, cercare di essere discreta e apparire quello per cui si era spacciata: un accompagnatrice e nulla più.
Ascoltò con cura le parole dell’uomo che aveva accanto e nel contempo, si prese il lusso di osservarlo, facendo un cenno di diniego con il capo.

-Potrebbe anche essere un buon amico del banditore, ma se ha una paletta con se in mano vuol dire che interessato a qualcosa, quindi non sarebbe qui solo come amico. O sbaglio?-

rispose a tono, accavallando le gambe e spostando il busto in avanti, posando sulla punta estrema del ginocchio il gomito destro e accogliendo nel palmo della mano il volto. Avrebbe a lui donato un sorriso e uno sguardo sornione se quella voce non si fosse fatta cosi intensa, se le iridi brillanti alle fioche luci e pezzate di lentiggini nere, non si fossero fatte cosi penetranti e fastidiose. Le stava entrando dentro. Era un intrusione in punta di piedi e terribilmente subdola eppure se ne accorse. Distogliere lo sguardo in quell’istante, cedere a quello scontro avrebbe voluto dire che effettivamente aveva qualcosa da nascondere e probabilmente, avrebbe gettato l’ombra del sospetto su di lei. Non se lo poteva permettere, doveva apparire solo come una graziosa accompagnatrice di Carlisle.
Il brusio della gente, la voce ovattata del banditore che all’inizio poteva essere una forma di distrazione per lei, cercò di giocarla a suo favore. Gente, si era immaginata un sacco di gente, seguita da altra gente e lei in mezzo, nuda, avvinghiata ad un uomo che sembrava avere le fattezze di Carlisle. Era moro come il suo accompagnatore, aitante e bello e le mani di lui diventavano mille, mischiandosi a quelle degli sconosciuti e scatenando una fantasia che a lungo aveva da sempre stuzzicato la sua mente libidinosa. Mille mani che la toccavano nei punti più scabrosi, mostrandosi all’intruso senza remore. Lo voleva imbarazzare o forse eccitare e Rowena sperava che il suo interlocutore, nonostante fosse bizzarro, fosse pur sempre un uomo che in preda all’ormone tendesse a vacillare. se avesse sentito la sua sicurezza scivolare, se lo avesse visto nella propria testa sorpreso avrebbe poi agito nuovamente, decisa che dopo il tutto, gli avrebbe mostrato il niente.
In quell’istante, la mano nascosta e appoggiata alla gamba si strinse a pugno violentemente, come se questo servisse per poterle dare ulteriore concentrazione e riproporre all’estraneo, lo stesso trucco nel quale aveva fatto cadere Finn poco prima. Concentrata sul nulla pensava solo ad uno spazio vuoto sconfinato, totalmente asettico e luminoso, dove fosse impossibile orientarsi, capire dove e se c’era un sotto o un sopra. Voleva che l’uomo si perdesse, che avvertisse un senso di malessere a sfiorarle la mente, che il suo desiderio di entrarle nella mente scemasse all’istante per non rimanervi intrappolato. Solo quando tutto parve finito, quando e se lui si fosse da parte per primo, avrebbe parlato.

-Gliel’ho detto, sono solo un'accompagnatrice.-


//ben ritrovato master! Scusa l'attesa lunghissima ma in estate con il lavoro é sempre un casino. Possiamo riprendere da dove ci siamo interrotti ^^//
 
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Un Legilimens esperto è in grado di captare il flebile equilibrio tra finzione e realtà.
Un Legilimens esperto conosce i propri limiti e vede, osserva, studia, quelli della controparte.
Lo sconosciuto era subito apparso come un personaggio eccentrico, fuori da qualsiasi trama schematica che avrebbe potuto permetterne la messa a fuoco. Eppure, nel preciso momento in cui i pensieri di Rowena prendevano piede, lui rimase immobile. Asettico.
E proprio per questo, prevedibile.
Aveva riconosciuto la chiusura, lo sviluppo di un ricordo ben architettato e dinanzi a tale reazione, rimase sì cheto, ma incuriosito. Avrebbe potuto forzare la mano, lasciar cadere in brandelli di carta quella sceneggiatura e, perché no, incenerirli dentro al palmo chiuso; lo stesso che la donna serrava per incrementare l'intensità della sua creatura.
Quel gesto non sfuggì a lui che, con la coda dell'occhio, pur prestandovi attenzione decise di non mettere in mostra la propria acquisita consapevolezza.
L'angolo delle sue labbra secche, però, si arricciarono appena e quando le palpebre calarono sul volto butterato, l'intrusione venne interrotta.

« Credo che lei sia solo un'accompagnatrice. Ma come tale, potrebbe avere diversi scopi. Non tutti maliziosi. », asserì. Le ultime parole vennero quasi sussurrate mentre il capo si voltava in direzione del ritardatario.
Carlisle, accennando con la mano le proprie scuse a chi li circondava, prese infine posto con uno sbuffo sommesso, la paletta a giocare tra le dita ben curate.

« Che mi sono perso? », chiese posando le iridi sullo sconosciuto e poi su Rowena, cingendole infine le spalle mentre si sporgeva in loro direzione.
« Aggiudicato al signore in fondo! », il menestrello interruppe la seconda, veloce asta con una sonora martellata e mosse le braccia con veemenza per far sì che il terzo oggetto facesse la propria entrata.
Sullo sfondo, il tempo sembrava scorrere veloce e inesorabile, mentre gli interessati del Fato rischiavano di venir monopolizzati dalla distrazione.

« Nulla di che. Intrattenevo la sua accompagnatrice in sua assenza.»
Si permise l'intruso. Lo sguardo venne nuovamente posato su Rowena, prima di volgere al palco, pronto a bussare nuovamente alle porte della sua mente alla prima occasione.
Carlisle strinse appena la presa sulla spalla della donna; non un gesto romantico il suo, ma un avvertimento. Ripose la schiena contro la sedia, la paletta sospesa oltre la gamba, lo sguardo rilassato sull'insignificante oggetto in arrivo.
Un momento di pausa avrebbe forse concesso a Rowena di capire la situazione in cui versava, di comprendere i suoi errori - se ce ne fossero stati - e capire il da farsi.
L'alone di minaccia si era posato prepotentemente su di lei e sull'ignaro Carlisle.


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Rowena
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view post Posted on 13/11/2020, 00:22
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L’intruso se ne andò così com’era arrivato, silenziosamente. Era scivolato fuori dalla sua mente eppure sul suo volto non trasudava nessuna emozione, nessun turbamento. Rowena non poteva sapere quindi se l’avesse vinto o se la situazione si era volta in uno stallo o se ancora, il suo interlocutore fosse particolarmente capace da non farsi scappare qualcosa da quelle labbra sottili. Nulla veniva detto, se non una lieve battuta che venne richiamata da uno sguardo, che allungatasi, si fermava su Carlisle in avvicinamento. Quando l’uomo prese posto al suo fianco le mise una mano attorno alla spalla, in un gesto che sapeva decisamente d’intimità, lei si rilassò sulla sedia, lo sguardo fermo sul banditore

-Davvero nulla di che…-

Fece eco allo sconosciuto, in attesa che il prossimo oggetto uscisse allo scoperto. Nonostante l’ometto accanto a se sembrava aver deciso di desistere al sondarle ancora la mente, la presa più salda da parte del suo accompagnatore sulla spalla era eloquente: doveva stare in guardia. Spostò rapidamente lo sguardo nella sala, ad osservare le teste impomatate dei presenti, i loro vestiti consoni all’ambiente cercando di cogliere qualche particolare, qualcosa che l’era sfuggito, prima di tornare a preoccuparsi del suo vicino. In quel momento valutò l’ipotesi di dissuaderlo dal riprovarci in altro modo, anche semplicemente sollevandosi e allontanandosi dal posto ma questo avrebbe gettato l’ombra del sospetto su di lei e non se lo poteva permettere, non ora che l’articolo per cui era stata mandata lì non si era ancora palesato. Il rischio che fosse stata scoperta come occlumante era quanto mai concreto, ma lui aveva fatto lo stesso con la sua capacità di Legilimens, probabilmente sottovalutandola, quindi non l’avrebbe trovata impreparata qualora avesse deciso nuovamente a provare un assalto. La sua fermezza si fece più salda, la sua mente più pronta a sopraffare l’intruso, come se quel breve incontro l’avesse temprata. Respirava piano, controllava l’emozioni e gli occhi, almeno per il momento, non si volsero più in direzione dell’ometto particolare, prestando attenzione solo al banditore ora che il terzo oggetto faceva ingresso sul palchetto.
 
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Il terzo oggetto non sembrò catturare l'attenzione di nessuno.
Non fu solo per la sua apparente inutilità o pregio: tutti gli occhi degli astanti furono proiettati sull'omuncolo che fece velocemente ingresso accanto al presentatore d'asta. Camminava svelto, sembrava non alzare nemmeno i tacchi da terra. Le mani giunte al petto e la testa bassa gli donavano uno sguardo servile, pari a quello di un animale in gabbia lasciato libero da poco, ormai soggiogato.
Prima ancora di dare il via alle richieste per quel futile portasigari, il presentatore sbuffò, posando l'attenzione sull'intruso, a volerlo incenerire con l'ira che, mal nascosta in quel momento, lo avrebbe sicuramente investito più tardi. A meno che...
Piegandosi per farsi mormorare chissà cosa all'orecchio, il giullare spalancò gli occhi sulla platea. Annuì brevemente poi e, rialzandosi in una posizione più naturale, scacciò via il servitore con uno schiocco di dita. La sua voce divenne frenetica e tutti, in sala, serbavano curiosità per l'accaduto.
Con voce febbricitante, per la prima volta quella sera, egli non accolse le preghiere dei partecipanti ma si precipitò ad appioppare a qualcuno l'ignaro portasigari.
« Allora, allora... Partiamo da una base di 50 galeoni per quest-... »

« 500 galeoni »
La folla si voltò. Verso Carlisle. Muta. C'era forse qualcosa che lui aveva visto in quell'oggetto e loro no?
« 500 e uno... »
Valeva più di quanto era stato intuito dalla plebe?
« 500 e due... »
Forse era il caso di rilanciare; poteva essere un affare...
« 500 e tre. Aggiudicato al numero 69. »
Carlisle sorrise ma nelle labbra tirate c'era una punta di fastidio. O era fretta?
Si piegò su Rowena, cercando di raggiungere la vicinanza col suo volto, abbastanza da poterle sussurrare qualcosa.

« Saranno sicuramente stati avvisati che qualcuno sta per irrompere qui. Alle nostre spalle se la stanno già dando a gambe » e nel farlo accennò appena ad un movimento del capo alla sua destra « Ma noi dobbiamo restare e fingerci ignari. Se qualcuno sta arrivando, vorranno togliersi il pezzo grosso il prima possibile. Se c'è... »
Ma Rowena non seppe mai cosa stava per aggiungere Carlisle.
Qualcosa annebbiò per un momento i suoi sensi...
*Non dovresti essere qui*...
Un sussurro, poco più incalzante di un pensiero improvviso, poco più seducente di un desiderio malizioso. Chi aveva pronunciato quelle parole? Era davvero stata la sua mente?
Volente o meno, mentre l'accompagnatore tornava eretto con la schiena e chinava la paletta, ignaro nella sua stasi, la donna avrebbe puntato lo sguardo sul palco.
Attratta.
Rapita.
Una piccola cassa nera e malconcia fece il suo ingresso. Minuscola quasi, posta in una teca di vetro.
L'udienza rimasta era ancora tanta. Si trattava per lo più di persone nuove del giro, che ancora non sapevano cogliere i segnali, ma anche di esperti, che non avevano la minima intenzione di abbandonare il luogo ora che stavano per rilasciare il grosso tutto insieme. E tutti parvero trattenere il respiro.
Qualcuno, davanti a Rowena, ammantata di nero, si alzò. Era una ragazza, come si poté notare dal suo profilo mentre si guardava intorno apparentemente confusa. Il ragazzo seduto al suo fianco la tirò per la tasca larga del soprabito, intimandola a sedersi, sconcertato. Lei ubbidì, lo sguardo spento ora rivolto al neo marito.
« Questo è un oggetto che ha fatto parlare molti. É reale? O una copia? »
Il giullare alzò le mani al cielo, per nulla impressionato dal cimelio.
« Noi possiamo assicurarvi la veridicità di questo pezzo d'antichissimo antiquariato. L'oggetto non è integro ma non per questo, ha meno valore. Leggenda o storia? Acquistate l'articolo e potrete scoprirlo voi stessi. Base d'asta... 650 GALEONI! ».
Le prime palette venivano alzate in aria... 670... 690... Era quindi arrivato? Si trattava proprio di quell'oggetto?
*Chi tradisce, muore. Eppur tu vivi*
Di nuovo la vocina irruppe nella sua mente. Ora le sembrò poco più di un pensiero.
Era più invadente.
Più forte.
Si nutriva del cruore che scorreva nelle vene, s'animava del suo potere.

Lo sconosciuto, al suo fianco, colse il momento e si preparò ad irrompere nuovamente. La palletta nella sua mano ebbe un fremito.


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view post Posted on 30/11/2020, 20:11
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Il terzo oggetto venne portato alla luce. Si trattava di un banale portasigari ma la sua attenzione, come quella degli astanti, fu portata sull’ombra che si era palesata sul palco e che chino e curvo su se stesso, aveva sussurrato qualcosa all’orecchio del presentatore. Era una piccola ombra, un guizzo del dietro le quinte che veniva mostrato al mondo e che scomparve così com’era arrivato ad un cenno del banditore. L’asta parve riprendere, levando tuttavia qualche brusio tra i presenti. Rowena si sorprese, quasi come il resto della folla, per la paletta che venne sollevata da Carlisle, osservandolo in tralice quando oramai era troppo tardi. L’oggetto era suo e lei non poteva fare alcuna domanda a riguardo anche perché l’ometto al suo fianco, avrebbe udito.
Riabbassò la paletta Carlisle, chinandosi nel contempo verso di lei per avvertirla che vi era un pericolo imminente e che alcuni, stavano già abbandonando il luogo. Si sarebbe voltata appena, allungando lo sguardo là nell’angolo dove c’era prima un piccolo capannello di persone ma una voce, che forse aveva sognato, che forse era un pensiero labile che aveva partorito lei stessa, la trattenne e il suo sguardo raggiunse, con una smania che non le sembrava appartenere, il palco. Si sentì in quell’istante scomoda sulla sedia, come se fosse stata pungolata da qualcuno o qualcosa, e si trovò costretta a muovere le natiche sul posto per raggiungere una nuova posizione, attenta.
Davanti a lei qualcuno si sollevò in piedi all’improvviso ma non ci fece troppo caso ora che l’oggetto, era finalmente giunto.
In una teca di vetro, come un prezioso inestimabile, stava una piccola cassa nera. Era minuta, forse le sarebbe stata intera sulla mano aperta, ma da dove stava non poteva esserne sicura, si sarebbe dovuta avvicinare, stringerla tra le dita, farla sua. Capì che quello non era solo un pensiero, ma un desiderio che le stava entrando dentro, un sortilegio che non conosceva e che le stringeva il cuore e si nutriva di lei.
Dopo un brevissimo preambolo, che non le fu di nessuna utilità, l’asta iniziò ad animarsi e palette venivano alzate velocemente, mentre una voca, la Voce, la raggiunse di nuovo scivolandole dentro come un serpente, come un amante. La toccò nel profondo, se la ritrovò in bocca ed era sapida, colma di sapori e smaniosa del suo potere.
Colse il movimento del vicino, quel fremito della paletta che era pronta ad essere sollevata e sapeva, in un qualcosa che era puro istinto, che se lui si fosse mosso lei non avrebbe avuto possibilità di raggiungere l’oggetto. Le mani strette appena in grembo, si mossero in maniera impercettibile e l’anello che portava al dito medio della sinistra venne sfiorato, tentando di ruotarlo tra le dita con il solo scopo d’inibire l’ometto seduto da fare qualsiasi cosa (attivazione anello del potere) e darle quindi il tempo necessario a ragionare e capire di chi era quella voce.
Il volto pallido di Voldemort sovvenne improvvisamente, il suo ordine fu un frammento che le rammentò quanto le aveva detto sull’oggetto, che l’avrebbe riconosciuto come l’aveva rassicurata anche Carlisle quella stessa sera. Era quindi la scatola quello che stava cercando? E proveniva da lì quella la voce? Non lo poteva sapere, non era sicura ma si concentrò a cercarla di nuovo e solo quando l’avrebbe trovata, l’avrebbe chiusa dentro la sua testa usando quel potere che stava ancora limando, l'occlumanzia. Immaginando uno spazio nero come una notte senza luna, oscuro quanto la profondità di una caverna senza fine e infinitamente piccolo, quasi claustrofobia tanto lo spazio poteva apparire infinito ma nel medesimo istante, ridotto. Lì dentro avrebbe cercato di stringere la voce in una morsa della sua essenza, come se l’avesse tangibile tra le dita, scagliandola con ferocia, aggredendola con tenacia per chiedere ed ottenere, la risposta a quell’unica domanda.

“Cosa sei?”

Non aveva certezze ma il sospetto che quella voce provenisse dalla scatola, la medesima che l’aveva fatta sentire scomoda sulla sedia, era quanto mai insito nel suo cuore.
 
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view post Posted on 30/1/2021, 19:59
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Nel giro di pochi istanti, la situazione si era evoluta e ogni secondo aveva ostentato il peggio. Qualsiasi persona si sarebbe sentita con le spalle al muro, circondata da situazioni pronte a crollarle addosso tra capo e collo, come un'inaspettata spada di Damocle.
Eppure, Rowena, forse memore di aver presenziato ad accadimenti ben peggiori, seppe mantenere il sangue freddo. Carlisle, dal canto suo, stava esattamente facendo ciò che da lui ci si era aspettato, ovvero assolutamente nulla. L'unica cosa che gli era stata ordinata era di non intromettersi, di non creare inimicizie ma semplicemente di stendere il tappeto rosso ad una donna con in tasca una missione. La sua missione, dunque, non quella dell'uomo. Avvertì il cuor leggero, mentre muoveva una gamba animata da una melodia che solo lui sembrava udire, forse accompagnato dal vociare degli incerti presenti che osavano tentare la sorte restando sul posto pur spaventati dal pericolo incombente. Aveva fatto il suo e sarebbe rimasto a lì a godersi il momento. Carlisle non era sicuro che l'oggetto fosse, infine, giunto ma la tesi da poco esposta all'accompagnatrice aveva una logica e lui non sbagliava mai in tema di azzardo. L'inspiegabile stasi di Rowena, d'altro canto, non sembrò far altro che confermare il tutto.
La guardò e non riuscì a scrutare nulla sul suo perfetto viso e per un momento, forse ammaliato o orripilato non seppe ben dirlo, provò l'insana sensazione di scuoterla.
La Negromante, per quanto immobile, aveva corso i suoi, di rischi.
L'anello del potere venne attivato e lo sconosciuto, impossibilitato nel tendere anche un solo muscolo, si ritrovò in una grottesca situazione che, tuttavia, non aveva dell'incomprensibile. Era un mago anche lui, d'altra parte.
Col corpo schiavo della magia altrui, scoprì di non poter fare altro che osservare il punto in cui il suo sguardo si era fermato. Il tentativo di irrompere nei meandri della testa della sua vicina venne interrotto e la frustrazione fu tramutata in sabbia immobile, fastidiosa, bloccata sul collo di una clessidra rotta.
*E tu chi sei?*
Il tono neutro, apatico, lasciò intendere che la Voce era ancora libera di aggirarsi nell'aere, incapace di sottostare alla prigione mentale che Rowena aveva accuratamente creato per lei.
Si mostrò, tuttavia e per sua fortuna, in qualche modo... Incline al dialogo. Non che potesse fare diversamente.
Non che potesse esistere al di fuori della sua essenza.
Oh per l'amor di Merlino... 820 galeoni...
*Non puoi saperlo... Nascondi parte di te... Di ciò che sei stata...*
Persino il giullare aveva perso il suo sorriso mentre con il fiato corto, sperava che qualcuno si aggiudicasse al più presto l'oggetto. Dovevano levare le tende al più presto e con altrettanta celerità liberarsi di quel
coso.
*Quanta codardia nelle tue scelte... Quanta codardia nella fuga...*

...NOVECENTOCINQUANTA!... 950 e uno...950 e due...

*...Nemmeno fossi davvero in grado di provare qualcosa...*

*...Codarda...*

*codarda...*

*...Codarda.*



and when you move
fall like a thunderbolt



Rowena
Punti Salute: 341
Punti Corpo: 351
Punti Mana: 363

???
Punti Salute: 230
Punti Corpo: 250
Punti Mana: 270

Lo sconosciuto resterà immobile per un turno.
 
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view post Posted on 9/2/2021, 23:49
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LA MANGIAMORTE

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Parole su parole, che si ripetevano in una nenia fastidiosa ma che sapevano di realtà. Era vero, Rowena Abyss nascondeva parte di se, di quello che era stata tra cui, tra le tante cose, anche una codarda. Nella sua vita aveva fatto molte scelte che avrebbero potuta esporre ad un vita forse ancora più pericolosa ma che le avrebbe regalato gioie che aveva oramai smesso d'assaporare. Era fuggita da quella che poteva essere felicità per paura delle conseguenze, anteponendo la paura di morire a qualcosa di reale e tangibile. Il ricordo di tutto, la investì come se fosse nel mezzo di un tempesta, ma cercò di allontanarlo, non era il momento ideale per farsi coinvolgere da sentimenti ed emozioni che aveva accantonato oramai da anni. Cercò quindi di fare leva sulla propria freddezza per scuotersi, per ridestarsi da quell’oblio prima che l’anello terminasse la propria funzione e fare quello che più di lucido la ragione le suggeriva: occludere la propria mente e agire. Aveva pensato lungamente prima di quella sera come poter raggiungere l’oggetto e aveva escluso la possibilità di lanciare un Accio verso questo, dato che, non aveva idea di quanto potesse essere grande e ingombrante. Inoltre si aspettava sicuramente delle contromisure magiche nel luogo che probabilmente facevano decadere incantesimi così banali ma anche cose più complesse come la smaterializzazione, il che l’era stato parzialmente confermato dalla camminata in compagnia di Carlisle. Erano supposizioni le sue, ma che le facevano pensare che le carte che a breve avrebbe sceso, sarebbero state vincenti. Tuttavia si doveva occupare prima di quella voce e della malia che rischiava di gettarle addosso. Socchiuse appena gli occhi quindi, tentando di isolare se stessa e la scatola nel luogo, tenendo lontano la voce del banditore, il sommesso vociare dei presenti, gli scalpitii dei passi di chi abbandonava il luogo, gli scricchiolii delle sedie sulle quali erano sedute le persone più corpulente. Ogni rumore fu dismesso, allontanato da lei, ogni pensiero ed ogni emozione sviscerate dalla sua essenza e gettate via. Doveva rimanere un guscio vuoto, fatto di ossa, muscoli e tendini pronti a scattare. Fu per questo che quelle parole e qualasi altra parola le fosse stata rivolta, veniva incarcerata in un quadrato infinito e complesso, quasi irreale eppure, tangibile. Quel quadrato non aveva mattoni, non vi era calce che poteva assemblare pezzi e che poteva essere intaccata, non erano nemmeno blocchi compatti ed uniformi, che lasciavano spiragli per via di fuga, era semplicemente uno spazio bianco che si faceva man mano più piccolo, che toglieva il respiro diventando claustrofobico mentre un oscurità nera divorava tutto attorno. Non vi erano ombre in quel buio, non vi erano fattezze, visi, brillanti occhi che osservavano in un riverbero di luce, c’erano solo tenebre infinite nelle quali perdersi e morire. Se mai l’ometto accanto a lei si fosse ridestato in tempo, tutto questo procedimento l’avrebbe vissuto anche lui.
Solo quando fu certa che tutto fosse andato a buon fine, che nella sua mente non vi fossero presenze estranee, si sarebbe alzata, infilando la mano nel vestito, apparendo probabilmente agli occhi del banditore, come una persona che voleva fare un offerta e prendendo forse il tempo necessario per poter agire ulteriormente. Avrebbe provato quindi ad afferrare rapidamente, mentre quello ciarlava, la bacchetta che teneva in tasca al vestito estraendola con un movimento fluido e deciso, stendendo rapidamente il braccio da se al palcoin un movimento privo di fronzoli, puntando esattamente in direzione del palco e con la precisione sul banditore ed enunciare a gran voce, la formula di un incantesimo che aveva già usato più volte nel corso della propria esistenza.

-Proiècto!-

L’intenzione era tutta lì, ovvero quella di raggiungere il palco e mettere fuori uso il banditore con il proprio peso. Avrebbe provato infatti a dargli la parte più dura di se, il fianco, cercando in volo di compiere una leggera rotazione con il busto, facendo leva sugli addominali e donare alla figura dell’uomo , il suo fianco e la sua spalla sinistra, in modo così anche di proteggere la bacchetta, che avrebbe stretto fortemente in mano in modo da non perderla, da eventuali incidenti. Era incurante di tutto in quel momento, del caos che avrebbe creato e del dolore che avrebbe provato, annebbiata solo dal suo obbiettivo: portare la scatola al Signore Oscuro.
 
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view post Posted on 21/2/2021, 17:02
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Nelle situazioni di pericolo, quando il momento impone decisioni definitive di cui si disconoscono le conseguenze, corpo e mente hanno diversi modi di reagire.
Qualcuno s'affida, nolente, all'istinto; altri hanno la vocazione della calma, della riflessione autentica.
Rowena doveva averne viste così tante in vita sua da aver sviluppato la meravigliosa abilità di far convogliare impulso e ragione nel medesimo istante. Come un meccanismo ben oliato, la mente svolgeva il proprio lavoro e le membra, rilassate, aspettavano chete il momento della loro entrata ad effetto.
Nel mentre il sistema prendeva forma, LeVane faceva finta di nulla, restando impassibile, incapace di esser scosso dagli eventi. In cuor suo, però, l'ansia prendeva piede: dovevano andar via e, al contempo, non poteva abbandonare la causa della sua statica presenza. La paletta nella destra tamburellava sommessa contro il ginocchio e per più di una volta ebbe l'ardire di alzarla nell'aere, benché la sua disponibilità economica non lo permettesse. Fu la consapevolezza di non farlo per proprio beneficio a farlo desistere, alla fine.
Con la coda dell'occhio avrebbe volentieri adocchiato la donna al suo fianco, giusto per capire a che maledetto gioco stesse giocando ma non lo fece e nemmeno parlò, evitando il rischio di deconcentrarla o, peggio ancora, di mandare tutta la loro copertura a rotoli. Si era, infatti, reso conto della scomoda partecipazione dello sconosciuto - e dell'uomo al suo fianco - e tutto ciò che avrebbe potuto fare, in quel momento, era non aizzare i suoi dubbi contro la coppia. Chi fosse e cosa volesse, tuttavia, erano dubbi a cui avrebbe desiderato trovare imminente risposta.
Lo sconosciuto, dopo un interminabile momento di frustrata stasi, sperava di riprendere presto possesso del moto del proprio corpo e fu allora che, senza indugi, il compare alla sua sinistra alzò la paletta all'aria emanando una somma da capogiro.
Se solo Rowena fosse stata presente non solo con il corpo ma anche con la mente, l'avrebbe udito accaparrarsi l'oggetto per la modica somma di 2000 galeoni.
Fu forse il netto distacco con quanto bollisse in pentola in quel momento, se non la palpabile necessità di darsela a gambe, che il giullare dell'asta si ritrovò a battere violentemente il martelletto sul podio.
Aggiudicato!
Urlò di gaudio mentre il legno irrompeva con uno, due tocchi sordi alle orecchie di chi s'era già alzato per non restare in quell'aula un secondo di più. Qualcuno gettò degli sguardi contrariati al vincitore, i perdenti scossero la testa dandovi le spalle ma tutti, seppur incanalati in diverse direzioni, non esitarono nel fermarsi dinanzi alla scena incredibile che, in pochi attimi, si parò loro innanzi.
Ad un uomo di distanza, il trionfante aveva appena abbassato la paletta, pronto a far peso sulle proprie gambe ed alzarsi quando gli occhi stanchi misero a fuoco una banchetta muoversi fluidamente verso il palco. La mano si alzò d'istinto, come a volerla aggrappare, ma ciò che il palmo si ritrovò a stringere fu un buffo d'aria violento. In realtà, cosa che non era sfuggita a LeVane, aveva solo temuto per la vita del suo Capo e, inutilmente, aveva mosso il braccio a difesa del corpo immobile del vecchio.
Rowena caricò il banditore come voluto, perdendo appena l'equilibrio sul posto, i capelli biondi a nascondere per un istante il suo volto e la figura esile a celare la rovinosa caduta dell'uomo mingherlino che, per la sorpresa e fattezze del corpo, si ritrovò faccia a faccia con la pedana di legno.
La teca tintinnò pericolosamente e, malamente poggiata sul podio già barcollante ed instabile di suo, cadde in frantumi davanti agli occhi della donna.
La guardia dello sconosciuto avanzò in avanti, inciampando nelle sedie vuote, dando spallate a ospiti più alti e stupiti di lui, consapevole di esser stato colto in fallo, del fatto che il tesoro per cui erano lì stava per essere rubato.
Qualcuno urlò per il Caos, qualcun altro fece vigorosamente cenno ai gorilla a protezione dell'asta di avanzare.
La scatola restò tra i vetri rotti, debitamente chiusa, in attesa di entrare in possesso di chiunque.
Fremente.
*... Dopotutto continui a fidarti... Ad ubbidire...*
Non era l'unica ad udire la voce, non più ormai eppure la Mangiamorte non l'avrebbe mai saputo.
*...Ciecamente... E se fosse sbagliato... Sai cosa vuol dire portarmi da Lui?*
Sembrò farsi quasi farsi beffe di lei, tintinnando nella sua semplicità alla luce di candele vacillanti.
*...E come potresti... Tu s-*

Accio!
Prima ancora che chiunque potesse avventarsi su di essa, la scatola compì il breve tragitto che l'avrebbe divisa da colui che se l'era legalmente guadagnata, sotto lo sguardo inerte ma bramoso di Faisal, lo sconosciuto.



and when you move
fall like a thunderbolt



Ciao Rowena, ti lascio con un piccolo OT al termine di questo turno, per facilitarti il prossimo con un piccolo riassunto.
Faisal - ora conosci il nome dello sconosciuto - non è mai stato solo. Impegnata com'eri a tenere testa a lui, seguire l'asta e mantenere la propria copertura, ti sei chiesta se ci potesse essere qualcun altro interessato all'oggetto. Bene, Faisal non poteva arrischiarsi a venire da solo.
Sei riuscita nel tuo intento e sei arrivata sul podio. Nel vederti tirar fuori la bacchetta, l'uomo ha reagito d'istinto spingendosi in avanti per agguantare l'oggetto, suo di diritto. La voce ti ha distratta appena e ha potuto farlo dopo il Proiecto, quando sei tornata vulnerabile.
Non potendo raggiungerti in termini di tempo, è stato evocato con successo un Accio e la scatola sta per raggiungere le mani del suo legittimo proprietario.


Rowena
Hai colpito il banditore come desiderato, urtando la spalla più di quanto premeditato. L'articolazione ti ha dato fastidio sul momento ma non ti limita in alcun modo.

Punti Salute: 341
Punti Corpo: 350/351
Punti Mana: 363

Faisal
Punti Salute: 230
Punti Corpo: 250
Punti Mana: 270

Uomo di Faisal
Punti Salute: 220
Punti Corpo: 230
Punti Mana: 280
 
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view post Posted on 8/3/2021, 22:59
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LA MANGIAMORTE

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Non ci voleva un intelletto fino per capire che la situazione stava degenerando completamente. Aveva raggiunto il suo obbiettivo, ovvero quello di salire sul palco, anche se in modo un po’ rocambolesco. Le doleva la spalla e l’indomani un livido le avrebbe ricordato quella scelta scellerata ma ora che se ne stava al fianco della teca ribaltata, poteva finalmente mettere le mani sulla scatola e afferrare la passaporto per andarsene da lì. Tuttavia giusto quando stava per allungare la mano e stringere le dita su quest’ultima, ora che la voce si faceva più chiara e vicina, questa le scivolò di mano richiamata da un incantesimo d’appello. Le bastò seguire la direzione che aveva preso con lo sguardo per intendere che chi aveva fatto l’ultima offerta e che ora cercava disperatamente di fare suo l'oggetto altro non era che il suo vicino di posto. Lo intravide nel caos della gente che si accalcava verso l’uscita, che abbandonava la sala notando che tra tutti, solo un altro uomo se ne stava ancora in piedi, assieme al suo ex vicino di posto. Un curioso? Una guardia del corpo? Qualcuno che voleva anche lui la scatola per se? Rowena non lo poteva sapere, ma doveva agire in fretta, prima di entrambii. Decise dunque, anche in via precauzionale per evitare un qualche incantesimo, di rotolare di lato verso sinistra per darsi in un qualche modo una spinta maggiore nel sollevarsi in piedi, appoggiando un avambraccio e la mano libera per terra, puntando, appena avesse messo i piedi ben piantati a terra, velocemente la bacchetta in avanti. L’idea su cosa fare era chiara e limpida nella sua testa: confusione. Avrebbe dovuto agire sull’ambiente, rendere difficile il muoversi dei due avversari ma data la distanza tra i due, scartò con fulminante velocità di pensiero l’immobilus, per optare per un qualcosa di ben più ampio raggio. Allargo dunque rapidamente le braccia iniziando a canticchiare sommessamente la formula dell’incantesimo

-Treguna mecoides trecorum satis dee!-

Non si preoccupò di essere intonata, né di dare una particolare inflessione al tono di voce, ma concentrò tutta se stessa nel movimento e nell’intenzione. Tentò infatti di compiere una veloce piroetta su se stessa, a braccia aperte, dandosi una spinta con il piede sinistro e vorticando sul destro come perno, cercando di essere più precisa possibile nel terminare quel volteggio nel punto esatto da dov’era cominciato, mentre la mente, libera ora dal gioco della scatola, poteva immaginare quello che voleva succedesse: il caos. Stringeva a se l’immagine della totalità delle sedie, o quasi, prendere vita, dimenarsi tra loro, rampando come cavalli imbizzarriti e correre a destra e manca, travolgendo chiunque si trovasse sul suo cammino, prendendo a calci il suo vicino di posto e l’estraneo, sommergendoli con la loro vitalità, mentre i mantelli appoggiati alle sedie strisciavano a terra come serpenti. Questo, assieme alle persone che cercavano di guadagnare l’uscita avrebbe probabilmente bloccato non solo i due e fatto forse cadere l’incantesimo d’appello, ma probabilmente rallentato l’arrivo di altre forze e darle il tempo materiale di muoversi subito dopo.


 
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view post Posted on 18/4/2021, 18:55
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Con la stessa facilità con la quale la voce aveva nuovamente deturpato i suoi pensieri, essa svanì. Il piccolo tesoro, teso nell'aere, si arrendeva infine alle mani di colui che l'aveva conquistato.
Faisal, tornato lentamente in possesso del proprio corpo, non aveva occhi che per il minuto forziere. Il palmo si stese mentre ergeva la schiena e rizzava in piedi, agitando le iridi sul suo uomo, esortandolo tacitamente a non fallire.
Era sua. SUA. E la voce che ora intonava i suoi animi, ne era la prova. Era sempre più vicina... Lo aveva pensato e, dopotutto, mai aveva avuto torto: la donna al suo fianco era lì per il suo stesso motivo. Tutta quell'ostilità, il forzato tentativo di apporre delle barriere per evitare che ne sbirciasse i ricordi... Ma nulla avrebbe potuto per ostacolarlo. Lui era Faisal, erano in due e lei non era nessuno.
LeVane se ne stava ancora fermo, impassibile nella propria fila. Non avrebbe potuto fare altro, il suo compito era giunto a termine e, da lì a poco, avrebbe dato le spalle a tutto, persino a Rowena.
Lei però, la Negromante, non aveva alcuna intenzione di perire all'abbandono o all'offesa e, appellandosi al Chaos - letteralmente - avrebbe dato vita alla miglior bisca clandestina degli ultimi dieci anni (giacché queste venivano ricordate per le sorprese e non per i successi delle compravendite).
Ogni oggetto presente nella stanza, eccezion fatta per il bar che, lontano, si salvava dall'incanto, prendeva vita e, caoticamente, giungeva ad esistenza.
LeVane fu tra i primi a cadere; colpito da una sedia in piena nuca, batté la fronte sullo schienale di quella successiva in procinto di sollevarsi, e rovinò pericolosamente a terra. Un'intuibile pozza si sangue prese a macchiargli il collo e il bavero della camicia.
La sicurezza, a quel punto, non avrebbe avuto più dubbi: la causa di tutto era Rowena e andava fermata. Due uomini, procedendo da ambo i lati della sala, iniziarono la corsa ad ostacoli per acciuffarla ma l'esercito di scanni ebbe ripetutamente la meglio e Rowena, semmai si fosse beata di un riparo, avrebbe avuto importanti secondi di vantaggio su di loro.
Il Fato però ebbe modo di pensare ch'erano tutt'altre le priorità della Fedele e, con occhio di riguardo, mirava il tesoro in palio.
La scatola venne sbalzata via con forza da qualcosa nella baraonda e, nell'urto che le costò un prezioso spigolo, s'aprì.
Cadde a terra, silenziosa nel baccano di urla e scontri, richiudendosi.
Faisal ebbe un fremito e checché la scatola fosse a pochi metri da lui (5) contro la parete, sulla sinistra avanzando in diagonale, gli occhi sondarono il pavimento.
Il contenuto era ancora lì?
Cercò Rowena, parandosi la testa con il braccio tremante, ponderando la prossima mossa: far fuori la donna e cercare la scatola. Prendere la scatola e scommettere che il contenuto fosse al sicuro. Cercare l'oggetto incriminato.
E allora forzò nuovamente la mente di Lei ma la distanza e l'agitazione, insieme glielo vietarono - il che non fece altro che indignarlo, cibando l'ira in crescita.
Le urla di propagarono man mano che le persone tentavano l'uscita, qualcuno urlò che "stavano arrivando", qualcun altro cercava di sorreggersi col vicino.
Il podio decise di partecipare al ballo e, nella sua fragilità, cercando di ergersi malamente, si rivoltò sullo stinco destro di Rowena con frustrata indolenza, causandole del dolore, certo, ma anche un momento di distrazione (- 1 PS; - 1 PC)
Faisal si mosse, evitando la gamba di una sedia indirizzata al suo occhio migliore e, imprecando per la spinta dolente del gomito volto a proteggerlo, incitò il suo uomo a prendere la scatola. Erano pur sempre in due.
Loro potevano dividersi.



and when you move
fall like a thunderbolt



Ciao Rowena, il tuo incantesimo è andato in porto, come puoi notare dalla confusione generale.
Due uomini della sicurezza tentano di raggiungerti ma sono bloccati nel "traffico".
Faisal, fallendo nel tentativo di prevedere le tue mosse, ha compiuto una scelta.
Il contenuto della scatola è ora in dubbio.
Resto disponibile via mp.


Rowena
Il podio di legno che sorreggeva la teca ha colpito lo stinco della gamba destra con uno degli angoli. Nulla di grave ma il dolore, improvviso e lancinante, ti distrae - immagina di sbattere il mellino contro lo stipite di una porta per farti un'idea.

Punti Salute: 340/341
Punti Corpo: 349/351
Punti Mana: 363

Faisal
Punti Salute: 230
Punti Corpo: 250
Punti Mana: 270

Uomo di Faisal
Punti Salute: 220
Punti Corpo: 230
Punti Mana: 280
 
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