Le cellule del corpo di Juliet, poi i tessuti, i muscoli e le intere articolazioni cominciarono a svegliarsi come dopo un profondo sonno. Ancora intorpiditi, la impacciavano nei movimenti, facendola barcollare come una ubriaca. Fu infatti Edward ad avere la prontezza di spingerla via. Con furia le sue mani la sollevarono da terra, e con una spallata la fece urtare contro una vecchia scrivania (-15PS). Tale brutalità, nel complesso delle brutalità subite quel giorno, poteva apparire ancor più immotivata a un primo acchito, ma, seguendo il filo del sottile ragionamento del mago, era valsa unicamente a salvarla. Dopo quelle parole, "uccidi mio fratello", Damien aveva collegato tutti i puntini: il continuo via vai di Edward dal retro, il suo repentino cambio di idee e pensieri e uno strano modo di agire per nulla consono ai membri della setta… e ora questo, l'uccidere un suo pari. Era stata una mossa falsa? Era stato troppo precipitoso? Non importava. Vi era un'occasione: la ragazzina, la porta chiusa, lo shock. Si sarebbe dilettato del sangue sparso in giro di entrambi i presenti, oppure avrebbe saggiato le vere capacità della giovane. Sapeva però che Juliet non avrebbe potuto sostenere uno scontro diretto con Damien, più vecchio e più forte di lei, nemmeno con la bacchetta in pugno. Era assai consapevole delle sue forze, e soprattutto delle sue debolezze. Allora come avrebbe potuto la ragazzina adempiere a quel compito e vincere le proprie paure? Come avrebbe potuto uccidere a mani nude?
Un largo sorriso si disegnò sotto la maschera blu del mago al sentirla parlare. Quanta etica nelle sue parole, quante credenze imposte da una società malata. La vita gli aveva insegnato che non esistevano solo il bianco il nero, ma mille sfumature di grigio. E il sapore del sangue, il suo odore, il sangue che sgorga da un corpo in cui viene annientata la vita, possono far paura, male, ma solo perché ci hanno insegnato così. Tutto è possibile, tutto deve seguire motivi più alti di una singola azione. Il suo Sire gli aveva aperto gli occhi.
Damien, collegati i puntini, si lanciò subito sulla ragazzina. La mutazione avvenne all'improvviso, e un gatto rosso fece un balzo agile versa la testa della nemica scavalcando le spalle del non più fratello. L'intento era quello di metterla fuori gioco, già disarmata, magari accecandola o tirandole via un orecchio. Juliet sentì le unghie affilate del felino strapparle via brandelli di pelle fra miagolii e un soffiare esagitato (-5PS, -8PC). Tuttavia in quel caotico attimo i suoi occhi rimasero salvi, e venne solo spinta ulteriormente all'indietro quando il gatto balzò subito dopo verso Edward.
Caos. Le finestre si chiusero, la serratura scattò, bloccando tutti i presenti dentro il negozio. Il gatto si era ritrasformato in un essere umano e ora scagliava maledizioni contro la maschera blu. Questa, per contro, le schivava o le rilanciava indietro, provocando la catastrofe generale. Le vetrine si rompevano, lasciando a terra grosse e affilate schegge di vetro, le librerie si urtavano e cadevano le une sulle altre inondando il pavimento di libri e oggetti. Tutta la bellezza delle teche, i valori custoditi dal Pozzo dei Desideri vennero profanati e seppelliti sotto gli ideali di quegli uomini. Juliet ne era spettatrice, per quel che poteva a causa della luce soffusa che filtrava a malapena dalle persiane, e non poteva fuggire. Avrebbe perseguito gli ideali appena espressi? Avrebbe trovato altre necessità contingenti da sfamare e scoperto le mille sfumature del grigio?
Sei chiusa dentro il negozio e non puoi uscire, le luci sono spente e non filtra molta luce dalle finestre. La tua bacchetta si trova sulla sommità di un armadio molto più alto di te. Ho realizzato una mappa per facilitarti. In caso di dubbi mandami un mp Le vetrine sono rovinate al suolo frantumando i propri vetri.