Il Pozzo dei Desideri

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view post Posted on 18/10/2019, 21:32
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Il Fato

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Le cellule del corpo di Juliet, poi i tessuti, i muscoli e le intere articolazioni cominciarono a svegliarsi come dopo un profondo sonno. Ancora intorpiditi, la impacciavano nei movimenti, facendola barcollare come una ubriaca. Fu infatti Edward ad avere la prontezza di spingerla via. Con furia le sue mani la sollevarono da terra, e con una spallata la fece urtare contro una vecchia scrivania (-15PS). Tale brutalità, nel complesso delle brutalità subite quel giorno, poteva apparire ancor più immotivata a un primo acchito, ma, seguendo il filo del sottile ragionamento del mago, era valsa unicamente a salvarla. Dopo quelle parole, "uccidi mio fratello", Damien aveva collegato tutti i puntini: il continuo via vai di Edward dal retro, il suo repentino cambio di idee e pensieri e uno strano modo di agire per nulla consono ai membri della setta… e ora questo, l'uccidere un suo pari. Era stata una mossa falsa? Era stato troppo precipitoso? Non importava. Vi era un'occasione: la ragazzina, la porta chiusa, lo shock. Si sarebbe dilettato del sangue sparso in giro di entrambi i presenti, oppure avrebbe saggiato le vere capacità della giovane. Sapeva però che Juliet non avrebbe potuto sostenere uno scontro diretto con Damien, più vecchio e più forte di lei, nemmeno con la bacchetta in pugno. Era assai consapevole delle sue forze, e soprattutto delle sue debolezze. Allora come avrebbe potuto la ragazzina adempiere a quel compito e vincere le proprie paure? Come avrebbe potuto uccidere a mani nude?

Un largo sorriso si disegnò sotto la maschera blu del mago al sentirla parlare. Quanta etica nelle sue parole, quante credenze imposte da una società malata. La vita gli aveva insegnato che non esistevano solo il bianco il nero, ma mille sfumature di grigio. E il sapore del sangue, il suo odore, il sangue che sgorga da un corpo in cui viene annientata la vita, possono far paura, male, ma solo perché ci hanno insegnato così. Tutto è possibile, tutto deve seguire motivi più alti di una singola azione. Il suo Sire gli aveva aperto gli occhi.

Damien, collegati i puntini, si lanciò subito sulla ragazzina. La mutazione avvenne all'improvviso, e un gatto rosso fece un balzo agile versa la testa della nemica scavalcando le spalle del non più fratello. L'intento era quello di metterla fuori gioco, già disarmata, magari accecandola o tirandole via un orecchio. Juliet sentì le unghie affilate del felino strapparle via brandelli di pelle fra miagolii e un soffiare esagitato (-5PS, -8PC). Tuttavia in quel caotico attimo i suoi occhi rimasero salvi, e venne solo spinta ulteriormente all'indietro quando il gatto balzò subito dopo verso Edward.

Caos. Le finestre si chiusero, la serratura scattò, bloccando tutti i presenti dentro il negozio. Il gatto si era ritrasformato in un essere umano e ora scagliava maledizioni contro la maschera blu. Questa, per contro, le schivava o le rilanciava indietro, provocando la catastrofe generale. Le vetrine si rompevano, lasciando a terra grosse e affilate schegge di vetro, le librerie si urtavano e cadevano le une sulle altre inondando il pavimento di libri e oggetti. Tutta la bellezza delle teche, i valori custoditi dal Pozzo dei Desideri vennero profanati e seppelliti sotto gli ideali di quegli uomini. Juliet ne era spettatrice, per quel che poteva a causa della luce soffusa che filtrava a malapena dalle persiane, e non poteva fuggire. Avrebbe perseguito gli ideali appena espressi? Avrebbe trovato altre necessità contingenti da sfamare e scoperto le mille sfumature del grigio?

Sei chiusa dentro il negozio e non puoi uscire, le luci sono spente e non filtra molta luce dalle finestre. La tua bacchetta si trova sulla sommità di un armadio molto più alto di te. Ho realizzato una mappa per facilitarti. In caso di dubbi mandami un mp Le vetrine sono rovinate al suolo frantumando i propri vetri.





Edward:
PS: 150
PC: 130
PM: 130

Damien:
PS: 140
PC: 120
PM:120

Juliet:
PS: 108/128
PC: 48/56
PM: 54
 
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view post Posted on 30/11/2019, 14:41
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Molti luoghi ha la tua anima, ivi alberga natura magnanima. Di coraggio e lealtà fanne bandiera, di Grifondoro potrai essere fiera!

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Juliet Little
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Sembrava che non ci fosse fine al dolore per Juliet. O alla malvagità più animale che umana mostrata da Edward. Come poteva definire un tale comportamento? Non aveva fatto in tempo a fare quel discorso che si sarebbe trovata distesa lungo il pavimento distante da dove era un secondo prima. Il suo primo pensiero si sarebbe focalizzato sul fatto che ogni cosa che la toccava poi l'allontanava con violenza come se non fosse degna. Quello che più le faceva male in quel momento, oltre al dolore fisico provato dopo la caduta contro il bancone, era il fatto di non essere stata, ancora una volta, compresa. Il suo animo, ormai logorato, era stato ancora preso a calci. Ma lei si sentiva come un cane. Nonostante quello che veniva fatto ritornava sempre a leccare la mano del padrone, la mano di chi aveva tentato la violenza. Era un'ingenua. Lo era sempre stata da sempre e sempre lo sarebbe stata. Dopo la botta avrebbe cercato di alzarsi per mostrare che non era ancora stata piegata. Qualcosa di rosso sarebbe volato verso di lei e avrebbe avuto la prontezza, forse, di mettere la braccia a protezione, qualunque cosa fosse. Era il gatto o Damien che aveva cercato di metterla fuori gioco. Forse lui aveva capito che cosa stava per succedere e aveva agito di conseguenza. Doveva romperla e ucciderla rima che lo facesse lei. Il cuor edi Juliet perse un battito. Quel dolore che aveva sentito lungo la schiena era un dolore che serviva per salvarle la vita in qualche modo. Aveva compreso che Edward l'aveva allontanata da sé prima che l'altro potesse approffittare del suo stato non ancora in equilibrio. Per un attimo a Juliet scappò un sorriso prima che la faccia le mostrasse il conto delle ferite riportate. In alcuni punti sentì come se ci fossero spilli che entravano nella carne martoriata dalle unghie di Damein che ora lanciava maledizioni a destra e a manca. Juliet si sarebbe rammigolata su se stessa cercando di capire, in quel marasma di oggetti per terra, come muoversi se voleva salva la vita.
Cosa poteva fare? Era impensabile prendere la bacchetta che era sopra l'armadio. E se lo spingeva e lo faceva cadere? Lo sforzo le sarebbe costato parecchio e forse non ce l'avrebbe fatta. Cercò di guardarsi attorno: non riusciva a vedere bene sia per il dolore sia per la scarsa illuminazione del negozio.
L'unica cosa da fare in quel momento, l'unica cosa che sembrava logica era spostarsi.
*E non fare l'eroina* Si sarebbe spostata verso l'unica zona che in quel momento era forse l'unica via d'uscita. Si sarebbe spostata, cercando di non farsi vedere dagli altri, a gattoni, verso il retrobottega. Se fosse riuscita a raggiungere almeno la porticina fosse avrebbe capito di più chi fosse Edward e quale fosse il suo incarico.
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view post Posted on 20/2/2020, 11:58
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Un tonfo e un lamento soffocato preannunciarono l'infrangersi del vetro di un'intera vetrina. Il risuonare acuto e tagliente dei cocci di vetro nella loro caduta apparve come lo scrosciare di una pioggia di un temporale.
Il rumore degli oggetti che cadevano in successione, come libri e tutti i bei ciondoli che il negozio custodiva, e le imprecazioni poco sommesse che Damien scagliava contro Edward avrebbero accompagnato la fuga impacciata di Juliet nel retrobottega.
«Tu, maledetto! Ah-» la voce, già flebile, si spezzò insieme a un lamento a denti stretti mentre Damien costringeva il corpo a strisciare via dal mirino dell’altro.«Chi cazzo sei? Che cosa hai fatto a mio fratello, bastardo?!»
Nessuna voce giunse dall'altro capo della stanza, solo un reiterato silenzio, una risposta che risultava molto più minacciosa rispetto a un qualsiasi vocabolo.

Trovare compassione in un mondo fatto di violenza e opportunismo non è così semplice. Nonostante gli intrecci di storie e le simili esperienze, nel male collettivo si arriva a un punto di non ritorno in cui ognuno desidera pensare solo per sé, a meno che non si decida di servire qualcuno, di credere in un ideale superiore.
Alcune gocce di sangue segnavano il cammino della giovane Grifondoro nello stanzino dietro il bancone. Lì regnava il buio, infranto solo dalla luce di una finestrella alta una ventina di centimetri e composta da uno spessissimo strato di vetro opaco. Sotto i suoi raggi brillava il contenuto di uno scatolo in legno scoperchiato: delle boccette in vetro stappate il cui interno, apparentemente appena vuotato, emanava un orribile puzzo.
Se Juliet si fosse presa la briga di curiosare fra quella cianfrusaglie, avrebbe notato sulla superficie del coperchio un disegno: un demone, dipinto di rosso e oro, che aveva le fattezze di un grifone. La sua pelle cadeva a pezzi mostrandone il teschio, il suo piumaggio bruno si confondeva nelle fiamme, i suoi occhi erano cavi. Fra le fauci, infilzandolo e comprimendolo, teneva un cuore. Al di sotto una scritta non dava filo da torcere alle intuizioni: "la Forza sopra il Cuore".
La voce di Edward giunse a un tratto dal negozio: «non allontanarti troppo, coniglietto. Non devi assolutamente perderti questa scena.»
Non vi erano affetti personali, nemmeno la minima traccia di un'indicazione su quale fosse l'identità di Edward o quella di Damien. Solo lo scatolo col disegno, le boccette vuote e la consapevolezza dell'imminente morte di qualcuno.
Le domande da porsi erano molte, in primis cosa volesse dire quel simbolo, poi cosa avessero contenuto quelle boccette, ma soprattutto perché quei due presunti "fratelli" combattevano fra di loro. E Juliet, che ruolo aveva in tutto questo? Perché era stata trascinata lì in mezzo, inspiegabilmente attratta da un medaglione con inciso sopra un grifone? E perché Edward l'aveva messa da parte in quella battaglia, ordinandole di uccidere Damien?


L'entrata del retrobottega si trova esattamente alla sinistra dell'armadio su cui è volata la tua bacchetta, dall'altra parte rispetto al luogo del confronto fra Edward e Damien.





Edward:
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PC: 130
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Damien:
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PC: 110/120
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view post Posted on 3/4/2020, 17:55
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Juliet Little
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Juliet, al riparo dallo scontro che infuriava al di là della porta, si sarebbe guardata attorno. I tonfi e i sussulti della battaglia l’avrebbero portata ad accucciarsi ai piedi degli scaffali, che le sarebbero sembrati solidi abbastanza da non rompersi, a differenza delle finestre.
Cercando di tornare in piedi, avrebbe tastato una superficie liscia e polverosa; voltandosi per guardarla, avrebbe notato che si trattava di una boccetta vuota, lasciata alla mercé del passare del tempo.
E non era la sola.
Il primo e il secondo ripiano, avrebbe visto, erano puntellati di ampolle e boccette, impilate con una parvenza d’ordine. La loro disposizione, a ben guardarla, le avrebbe suggerito di pensare che dietro v’era l’opera di una mano con qualche piano, però lasciato inconcluso.
Non avrebbero potuto esserle d’alcuno aiuto, quindi si sarebbe guardata attorno per capire come recuperare la sua bacchetta senza essere vista e al sicuro dai colpi. Uno strato di polvere più spesso degli altri avrebbe attirato il suo sguardo. Quel strato di pulviscolo nell'aria rafforzata dai pochi raggi proveniente dal l'unica finestrella in quel luogo angusto. Il suo sguardo seguì quelle goccioline di pulviscolo che sembravano galleggiare e mostrarle qualcosa. Con la mano avrebbe spostato la polvere dalla scatola che sembrava splendere in quel luogo. Avrebbe cercato di capire il disegno, di interpretarlo. Sembrava lo stesso, molto più malconcio, grifone che aveva visto sul medaglione. Ma questo mostrava la parte peggiore di sé. Un grifone pronto a sacrificare i suoi cari per il suo benessere. Doveva anche lei agire così in quella situazione? Cercò nadhe di capire il puzzo e di vedere cosa contenessero quelle boccette agguantandole una cercando di aprirla per soddisfare la sua innata curiosità
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Un urlo sancì la fine del caos. In mezzo al buio e ai pochi spiragli di luce offerti dai forellini delle persiane, il lampo verde della morte invase la sala del negozio. Un battito di ciglia ed esso si dissolse, portando con sé la vita e lasciando di nuovo spazio all'oscurità.
Il lavoro era stato portato a termine, la falsa setta stroncata in tutto e per tutto. Dei suoi seguaci e del loro credo bigotto non rimaneva più niente, e non avrebbero più intralciato il cammino dell’Oscuro. Coglierli sul fatto nell'atto di trovare nuove leve, gettati in crisi dalla persecuzione e dalla decimazione attuata da lui e dai suoi compagni, era stato decisivo per quel colpo. Se solo Juliet avesse saputo cosa comportava esser scelti da quegli adoratori di Grifoni maledetti probabilmente non avrebbe ceduto alla malia di quel medaglione.
Il fatto che l'avessero adocchiata aveva incuriosito Edward, e l'aveva portato a credere si potesse trattare di un utile acquisto. Aveva notato una certa tenacia nel suo sguardo, una tendenza impavida che però era stata liberata nei momenti meno adatti ai suoi scopi, mostrando una totale incompatibilità con la situazione. L'Oscuro non avrebbe avuto tempo per insegnare ai novizi come comprendere da che parte stare. Forse un giorno Juliet lo avrebbe compreso da sola, e non sarebbe scappata di fronte al sangue, né suo né altrui. Non avrebbe ucciso, glielo aveva detto chiaro e tondo nel tentativo di districarsi dall'Immobilus. Allora si chiese se la prima conversazione avuta al suo ingresso nel negozio fosse solo un inganno.

L'enorme commiserazione tratta dal contatto avuto con la ragazzina gli impose di non ricorrere ai metodi più estremi per l'eliminazione dei testimoni oculari. Juliet non avrebbe nemmeno avuto il tempo di scostare lo sguardo dalle provette per cogliere il suo sorriso venefico. Non si sarebbe ricordata il dolore provocatole dallo schiantesimo, e a partire da quello, scorrendo all'indietro, la serie di eventi che aveva generato il suo ingresso nel Pozzo dei Desideri. Si sarebbe risvegliata intorpidita, munita di graffi e dolorante alla base di un declivio cespuglioso e innevato, in un piccolo parco nelle vicinanze, sul finire del crepuscolo. La mano gentile di una signora anziana le avrebbe poi scosso una spalla, e solo allora Juliet avrebbe aperto gli occhi e capito che il miglior modo per mettere in luce quanto accaduto sarebbe stato andare a farsi controllare al San Mungo, salvo non si fosse ricordata di essere inciampata su una radice e di essere rotolata giù per il prato, sui sassi e le aiuole.


La tua quest di avvicinamento al lato oscuro termina qui. Non è andata a buon fine, ovvero Juliet non è riuscita ad avvicinarsi alla fazione. Purtroppo, nonostante l’evolversi della quest e le possibilità offerte di esplorare un lato caratteriale, magari inedito, di Juliet che avrebbe potuto portarla ad affrontare il lato oscuro per prendervi parte, questo non è avvenuto. Juliet al momento si presenta ancora acerba e priva di quella crudeltà che Edward avrebbe voluto vedere per poter prendere in considerazione un arruolamento successivo. Alcune proposte non hanno sortito l’effetto che avrebbero dovuto su Juliet, e di conseguenza il profilo di un possibile accolito non si è compilato.

Detto ciò, il mio intento non è quello di scoraggiarti, ma di darti un punto di partenza e di invogliarti a fare di più. Per qualsiasi dubbio a riguardo puoi scrivermi un mp. Vai con Juliet al San Mungo per guarire le ferite che le sono state inferte: i graffi al viso e alle orecchie provocati dal gatto Animagus e i danni dello Stupeficium che l’ha fatta svenire; il tutto lo ricondurrà a una brutta caduta in un parco, che l’ha fatta rotolare giù, su sassi e radici. Non ricorderà nulla dell'accaduto perché Edward l’ha obliata a partire dal momento in cui ha calpestato il volantino del Pozzo dei Desideri. Qualora volessi riapprocciarti nuovamente ad un avvicinamento al lato oscuro e ti sentirai pronta, sei pregata di contattare il master. Il consiglio che posso darti è quello di sviluppare già da ora il tuo personaggio in modo tale da indirizzarlo verso un’indole più idonea alla fazione.

Ti auguro una buona continuazione nel gioco e di trovare l'adeguata strada per Juliet. Se questa sarà, allora ti auguro di consolidare al meglio i suoi obiettivi. Ti ripeto, potrai ritentare in futuro, e nulla ti vieta una prossima riuscita.




Edward:
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PM: 130

Damien:
PS: 0/140
PC: 0/120
PM:0/120

Juliet:
PS: 73/128
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PM: 54
 
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19 replies since 8/1/2019, 09:58   885 views
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