Tracce sulla neve, Missione Auror - Aiden

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view post Posted on 17/1/2020, 23:07
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss

Tracce sulla Neve

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I am the Sword in the darkness. I am the Watcher on the walls. I am the Fire that burns against the cold, the Light that brings the dawn, the Horn that wakes the sleepers, the Shield that guards the realms of men.
George Martin, A Clash of Kings


Lo spirito della locandiera più rinomata del villaggio sembrò - almeno per un attimo - sciogliere un poco il gelo che dimorava nell'Auror. Non era solo il freddo del clima ad esserli penetrato fin dentro le ossa, ma per lo più la serietà con cui stava affrontando la situazione, conferendoli un'aurea di professionalità che, sperò, rendesse Rhaegar molto orgoglioso di lui. Per un istante, nel fare eco al tono gioviale e confidenziale di Rosmerta, Aiden fu sul punto di replicare come qualsiasi altro cliente, proprio come quel genere di persona che, nel fine settimana dopo una pesante giornata lavorativa, si rinchiudeva nel locale a sorseggiare ottimo Idromele. Invece, l'uomo mantenne il decoro e l'atteggiamento tipico della propria posizione, senza fare una piega o una sbavatura.
Gli occhi magnetici si fermarono ufficialmente sul ragazzo accanto lui una volta ricevuta la risposta da parte della donna, tirando su col naso, declinando gentilmente l'offerta di qualsivoglia ristoro. «Ti ringrazio, Rosmerta, ma temo di non potermi permettere un simile lusso. Conservarmi il tuo Idromele migliore per il fine settimana.» Le concesse un rapido sguardo d'intesa, accompagnato da un flebilissimo sorriso, per poi tornare ad essere inespressivo. Anche se granitico, come se si fosse svuotato di tutte le proprie emozioni, Aiden non aveva potuto negare alla donna una piccola dose della propria cordialità. Grugnì, tuttavia, a seguito della domanda del ragazzo, riportando l'attenzione su di lui e annuendo lentamente, specialmente quando ricevette la conferma di essere stato mandato dal San Mungo; diede per scontato quindi che Miss Collins fosse la stessa Medimaga che aveva soccorso e prelevato il ragazzo aggredito.
Il sopracciglio del rosso si inarcò a fronte dell’ultima frase pronunciata dall’apprendista di Miss Collins, percependo una certa gravosità tra quelle poche parole che richiedevano un luogo più appartato per affrontare la discussione; ma se l’Irlandese venne pervaso da un certo allarmismo, cercò di tenerlo per sé, celandolo al meglio delle proprietà capacità dietro una maschera di puro e solido granito. «Ho dovuto isolare la zona, per questo non mi vedeva. Se non altro ho potuto udirla, grossomodo...» spiegò brevemente, giustificando quindi del perché non era stato individuato dall’apprendista Medimago; allo stesso tempo seguì lo sguardo dell’altro con aria sospettosa, i sensi all’erta, poiché il comportamento del ragazzo diede molto da pensare all’Auror. Voleva evitare il diffondersi del panico, dato che il locale era pieno zeppo di persone che stavano appunto parlando dell’accaduto, oppure temeva che qualcuno lo stesse seguendo? Ad ogni modo si ritrovò a dover assecondare la richiesta di parlare altrove, concordando sul fatto che certe questioni delicate non dovevano essere affrontate sul suolo pubblico, specialmente se affollato. Con un cenno del capo, quindi, invitò il giovane a seguirlo verso l’ufficio che Rosmerta aveva gentilmente messo a loro disposizione. «Ti devo un favore...» asserì in direzione della donna poco prima di avviarsi a sua volta.
Lasciò che fosse l’altro ad entrare dentro per primo, mentre la propria mano andò verso la bacchetta una volta che misero piede nella stanza. Non aveva la minima idea del comportamento dell’apprendista nell’esprimere la propria volontà nel parlare in privato, ma se c’era una cosa che Aiden aveva imparato e aveva rafforzato da quando aveva ottenuto il Distintivo era che la previdenza era tutto. Sentiva di dover mettere a suo agio il Medimago affinché parlasse in totale trasparenza, senza temere ripercussioni di sorta, oltre a garantire a se stesso l’urgenza e l’importanza di quanto stava per udire. Fu per tale motivo che, una volta richiusa la porta alle proprie spalle, il rosso puntò la punta della stecca di Biancospino contro di essa e immaginò di propagare l’effetto desiderato su tutte le pareti della stanza, pavimento e soffitto compreso, impedendo così a chiunque di origliare la conversazione. Desiderò dunque che soltanto lui e l’altro potessero udirsi con chiarezza, mentre qualsiasi altra persona non avrebbe percepito altro che un fastidioso ronzio. «Muffliato!» scandì con la stessa chiarezza e cadenza di un ordine, nella speranza che la propria magia facesse il proprio corso in base a quanto si era preposto.
Semmai l’incanto fosse andato a buon fine, allora l’Auror si sarebbe girato verso il giovane apprendista ed esortandolo a chiudere le tende poste alla finestra, affinché nessuno potesse spiarli e capire di cosa stavano parlando dal movimento delle loro labbra. «Ebbene? Come sta il ragazzo?»


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Inventario

• Bacchetta in legno di biancospino, piuma di Ippogrifo, 12 pollici e mezzo, flessibile;
• Distintivo Auror [Agganciato al maglione, nascosto dal cappotto.];
• Anello e ciondolo d'argento;
• Cinturone d'argento con incastonate Perla del Mistero e Punto Luce Corpo;
• Bracciale Celtico originale;
• Orecchie Oblunghe [Tasca sinistra del cappotto.];
• Cappello del Falco;
• 1 x Polvere Buiopesto Peruviana [Tasca destra del cappotto.];
• 1 x Fiala di Essenza di Purvincolo [Tasca superiore del cappotto.];
• Orecchie Oblunghe rotte - ritrovate sulla scena del ritrovamento [Tasca destra del cappotto.];
• Braccialetto con una civetta - ritrovato sulla scena del ritrovamento [Tasca destra del cappotto.].

Incantesimi Conosciuti

• Classe I, II, III, IV complete, esclusi i proibiti;
• Proibiti appresi: Iracundia (Classe III), Ignimenti (Classe IV), Claudo/Paraclaudo e Nebula Demitto (Classe V);
• Classe VI appresi: Incarceramus;
• Incantesimi da Auror: Stupeficium, Expecto Patronum, Rompisigillo, Nego Negligetiam, Homenum Revelio, Deletrius.

Vocazione: Occlumante Apprendista.


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view post Posted on 20/1/2020, 23:30
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Russell Fisher era sempre stato diligente; a scuola, durante il corso di preparazione per diventare Medimago, come assistente di Miss Collins. Era forse fin troppo attento, si poneva mille domande e prendeva tutto alla lettera. Quando Miss Collins gli aveva detto di essere discreto aveva evitato di parlare dell’argomento con chiunque, fatta eccezione per il signor Weiss. Aveva sentito le discussioni giù al locale e non erano certo entusiasmanti, tutti facevano speculazioni su quanto accaduto, ma nessuno di loro aveva visto ciò che aveva visto lui.
-Mi scusi per queste precauzioni, forse le sembreranno eccessive, ma è una questione delicata, renderla di dominio pubblico è... inopportuno- ci tenne a precisare entrando nell’ufficio.
L’incantesimo scagliato dall’Auror fece il suo corso, nessuno avrebbe potuto origliare la loro conversazione. Massima discrezione.
Russel si compiacque, quell’Auror sembrava avere le sue stesse manie in fatto di prudenza.

-È stabile- rispose secco, senza girarci troppo attorno. -Le sue condizioni erano molto critiche, ma Miss Collins ha agito tempestivamente, non ci saranno gravi danni a lungo termine, ma dovrà restare al San Mungo per una settimana almeno- si sedette sul divanetto, ma la postura tesa lasciava intendere che non era proprio a suo agio. Picchiettò le dita sulle ginocchia ossute, il solo pensiero di ciò che aveva visto gli faceva venire la nausea.
-Secondo Miss Collins è stato torturato; il corpo era pieno di tagli e bruciature. Hanno usato magia oscura, sicuramente è stato vittima della Maledizione Cruciatus... e chissà cos’altro- l’ultimo fu un commento fatto sottovoce, ma perfettamente udibile. -Secondo Miss Collins si sono divertiti con lui; una sorta di gioco, di passatempo- scosse la testa, chi mai poteva pensare di divertirsi a quel modo? No, c'era sicuramente un altro motivo, ne era sicuro
-Ad ogni modo... è sveglio. Può andare al San Mungo ad interrogarlo se vuole, anche se non so a quanto possa servire. Il ragazzo è ancora molto confuso per via della Maledizione subita, inoltre è stato obliviato dai suoi aggressori-



Scadenza: 24/01 ore 23:59
 
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view post Posted on 21/1/2020, 20:14
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Una volta che la magia fece il proprio corso, assicurando all’Auror e al proprio interlocutore quella privacy tanto ricercata, l’Irlandese incrociò le braccia al petto muscoloso e fissò l’altro con una tale serietà che, oltre alla posa, poteva passare per minaccioso. Ovviamente non era sua intenzione mettere soggezione all’apprendista Medimago, sapeva perfettamente quanto quella situazione richiedesse l’ausilio di altre persone oltre a se stesso, che da solo non sarebbe riuscito a nel proprio intento, ma mostrare un certo rigore e professionalità erano essenziali quanto naturali; gli era impossibile ammorbidirsi, sapeva di dover rimanere concentrato e lucido tanto quanto prudente, ma tuttavia concesse un segno d’assenso e totale comprensione verso l’altro Mago quando spiegò il motivo per quella richiesta di conversare in privato.
«Condivido il suo pensiero, perciò non si scusi...» mormorò con estrema lentezza. Era saggio e giusto evitare il diffondersi di ulteriori chiacchiere su quanto era accaduto, specialmente se riguardavano le condizioni di salute della vittima, e Aiden era dell’avviso che si doveva mantenere intatta una certa privacy nei confronti del ragazzo. Le persone, inoltre, spesso e volentieri cedevano al panico dinanzi a determinate informazioni e - se avessero anche solo udito una sola parola di quella conversazione - probabilmente sarebbe esploso un tale Caos che il Ministero avrebbe dovuto fare parecchi salti mortali pur di far calmare le acque. Wiess, quindi, apprezzò molto la discrezione adottata dal Medimago.
Rizzò le orecchie quando venne spiegato che il ragazzo era stabile, ma che - secondo l’opinione di miss Collins - probabilmente era stato torturato con la magia oscura. Serrò la mascella e irrigidì i muscoli della schiena. «Spiegherebbe i deliri nel momento del ritrovamento...» analizzò con fare analitico quando venne nominata la Maledizione Cruciatus, ma non osò andare oltre con i propri ragionamenti in maniera verbale, piuttosto immagazzinò tutte quelle novità e proseguì mentalmente. Non era del tutto convinto che si trattasse di un passatempo, non senza un preciso motivo, un movente che inducesse i colpevoli ad agire in quel modo; era infatti più dell’opinione che si fossero divertiti a fargliela pagare per aver udito qualcosa che non avrebbe mai dovuto sentire o non si sarebbe spiegata la presenza dell’Orecchio Oblungo in mezzo alla neve. E poi sopraggiunse un altro pensiero: il colpevole di un atto così meschino era da imputare ad una sola persona o a più individui? Era difficile da stabilire ma nulla era da escludere.
«Obliviato...» Ripeté quella parola a denti stretti, percependo il peso di quel inconveniente che impediva all’Auror di proseguire spedito con le proprie indagini: l’interrogatorio, con una persona confusa e privata della propria memoria, era impraticabile fintanto che non si trovava una soluzione. In parole povere era un bastone tra le ruote che doveva essere rimosso ad ogni costo, ma non per questo Aiden si demoralizzò, piuttosto si decise ad elaborare una linea d’azione semplice e - sperò - proficua. Doveva scrivere immediatamente al Quartier Generale affinché il Capo Auror, o un Ispettore, intercedesse in modo tale mandare un Obliviatore al San Mungo affinché potesse intervenire sulla mente compromessa della vittima.
«Molto bene.» decretò infine, una volta riordinate le idee. «Se non c'è altro, può tornare al San Mungo e provvedere a reperirmi un gufo per una consegna rapida. La raggiungerò a breve con una missiva da inviare al Ministero.»
Aiden non poteva sapere se al villaggio vi era o meno la presenza del colpevole o di alcuni di loro, se davvero erano implicate più persone, e non voleva rischiare che venisse intercettata la lettera con la sua richiesta; perciò spedire il gufo da un altro luogo era la scelta più ovvia e saggia, era una mossa preventiva, che mirava ad escludere altri possibili imprevisti. Sperò solo che la propria natura astuta e imprevedibile desse i propri frutti, che vi fossero o meno dei rischi pronti ad ostacolarlo.

Semmai l’apprendista Medimago avesse assecondato quella sua richiesta, prendendo congedo e lasciando quindi l’Irlandese da solo, allora quest’ultimo avrebbe cercato di prendere in prestito dalla scrivania di Madama Rosmerta un pezzo di pergamena e dell’inchiostro. Confidò che la locandiera non si offendesse per quella piccola concessione che l’Auror si era preso senza permesso, ma d’altronde lui rappresentava un’autorità e aveva l’urgenza di comunicare con qualcuno al Quartier Generale in nome di una nobile causa. Sicuramente, in caso di una reazione negativa da parte di Rosmerta, Aiden avrebbe cercato di porvi rimedio in un qualsiasi modo.

Quartier Generale Auror
Ministero della Magia
Londra

All’attenzione del Capo Auror o di un Ispettore: chiedo mi venga inviato il supporto tempestivo di un Obliviatore presso il San Mungo. L’indagine rischia di essere compromessa altrimenti. Urgente.

Weiss



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Dal Semmai in poi è tutto al condizionale. A discrezione del Master.
 
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view post Posted on 2/2/2020, 22:42
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La reazione di Aiden fu comprensibile, trovarsi di fronte ad un ostacolo così grande rallentava le indagini a tal punto da arenarle completamente. Una cosa però si poteva dedurre: il colpevole era scaltro e sapeva come agire per non essere scoperto.
Russel acconsentì alle richieste dell'auror, uscì dalla stanza ed attese nel corridoio per il tempo necessario. Rosmerta aveva una bella scorta di pergamene, buste e piume colorate, nonché inchiostri di tutti i colori. Ultimata la missiva Russel la prese in consegna e si affrettò a lasciare la locanda. Tornato al San Mungo affidò personalmente la lettera ad un gufo, tra i più veloci a disposizione.

Era un giorno come un altro al Ministero; l’addetto allo smistamento posta si stava godendo una meritata pausa. La ciambella con glassa rosa ripiena di marmellata al lampone emanava un profumino da far venire l’acquolina in bocca. La addentò con gusto ed un po’ di marmellata schizzò fuori macchiandogli la camicia. L’uomo non si perse d’animo, raccolse la confettura col dito e lo leccò senza tanti complimenti. Stava già dando il secondo morso quando il gufo entrò dalla finestra ed atterrò sulla scrivania. Quella ciambella doveva essere proprio invitante perché la bestiola zampettò in avanti allungando il becco.

-Sciò!- la scacciò prontamente l’uomo -Questa non è per te- Con poca grazia infilò in bocca il resto della ciambella, si spazzolò le briciole di dosso e recuperò la missiva appena arrivata. Incantò la busta che assunse il classico aspetto di un aeroplanino di carta, ed aprì la porta dell’ufficio per farla giungere a destinazione. Pochi minuti dopo era sulla scrivania dell’ispettore Smith. Appena letto il messaggio si precipitò fuori dall’ufficio diretto al quartiere Obliviatori. L’unica disponibile era Virginia Gordon, obliviatrice con vent’anni di esperienza alle spalle. Tenace, dai nervi saldi e con un pessimo carattere. Nonostante fosse la migliore quasi nessuno voleva lavorare con lei.

Virginia giunse al San Mungo come richiesto; all’accettazione chiese di Weiss e la mandarono al quarto piano. Miss Gordon non era molto alta, sfiorava appena il metro e sessanta, corporatura esile, capelli neri e mossi. Viso quartato, con un naso lungo e sottile; il trucco pesante nascondeva qualche ruga venuta fuori con l’avanzare dell’età.
L’abbigliamento era casual, per meglio confondersi tra i babbani, dato il lavoro che faceva. Giunta sul piano si rivolse alla caposala con fare perentorio

-Virginia Gordon a rapporto. Squadra Obliviatori- asserì mostrando il tesserino. -Sono stata chiamata qui con urgenza-





Come si può intuire lo scenario è cambiato e ci troviamo ad San Mungo.
Sei libero di approcciarti a Virginia come meglio credi, se hai dubbi scrivimi per MP.

Scadenza: 07/02/2020 ore 23:59
 
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view post Posted on 5/2/2020, 11:10
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Una volta consegnata la missiva nelle mani del giovane Medimago, consapevole di aver fatto la scelta giusta, Aiden si pizzicò la barba con aria pensierosa. Era in corso una complessa partita a scacchi e lo iniziò ad intuire quando fu costretto a riconoscere che chiunque avesse usato l’Oblivion sul ragazzo era senz’altro scaltro, gettando così degli ostacoli sul cammino degli Auror dal rallentarne l'arrivo alla verità dei fatti. Che lo fosse o meno, il rosso percepiva che vi era l’esigenza di ponderare al millimetro ogni mossa e contromossa, soffermandosi sia sui vantaggi che sui svantaggi, al fine da assicurarsi la vittoria e a garantire, di conseguenza, quella Giustizia che sapeva di dover dare alla giovane vittima.
Ma era davvero così? Il responsabile era diventato anche il suo diretto avversario? Nulla era da escludere, lo sapeva, ma tanto valeva prepararsi anticipatamente. Ora come ora, per prima cosa, doveva arrivare alla mente del ragazzo e ai ricordi che la magia gli aveva portato via. Gli Obliviatori erano stati la sua prima scelta in quanto esperti e focalizzati in quel ramo della magia che influenzava la mente, pertanto era stato lecito pensare che fossero i più adatti a risolvere quel problema che lo ostacolava dal proseguire oltre; ma non nutriva dubbi che, in caso, avrebbe potuto sentire con il San Mungo per una soluzione. Ad ogni modo, testardo com’era, non avrebbe gettato la spugna facilmente, perché - oltre a non essere nel suo stile - non avrebbe reso soddisfatto Wilde e Aiden, di certo, non voleva deludere le aspettative del proprio superiore.
Poiché non aveva altro da fare lì ad Hogsmeade, avendo già per le mani alcuni indizi a cui avrebbe dato un senso una volta interrogato il ragazzo rimasto aggredito, Weiss uscì qualche minuto dopo aver concluso quei suoi ragionamenti. Concesse a Rosmerta un breve e rapido saluto, prima di lasciarsi inghiottire dal freddo invernale che aleggiava sul villaggio, la neve che scricciolò sotto il peso dei propri robusti e pesanti calzari.
Si concesse una rapida occhiata nei dintorni, prima di concentrarsi e prepararsi a Smaterializzarsi al San Mungo. La bacchetta di Biancospino era serrata nella mano dominante, la mente venne svuotata di qualsivoglia altro elemento di disturbo o pensiero, mentre il profilo dell’atrium del San Mungo prendeva forma in maniera sempre più nitida e dettagliata. Per quelle volte che si era recato in quella struttura ospedaliera per Maghi e Streghe, per se stesso o per il semplice piacere di andare a trovare suo fratello Samuel, Aiden aveva memorizzato quella particolare zona, al semplice fine da non correre rischi inutili con il processo di Smaterializzazione. Ora, però, il suo arrivo a destinazione era più urgente, per un fine superiore al quale aveva giurato di lottare con tutte le proprie forze; per questo motivo la mente dell’uomo dai capelli rosso accesi cercò - in tutti i modi possibili - di rendere quell’immagine dell’atrium in cui voleva apparire il più reale possibile, come se già potesse avvertire la durezza del pavimento sotto ai propri piedi, il calore che la struttura emanava in confronto al freddo dell’esterno e i tipici odori del posto che non aveva nulla a che vedere con il sentore umido della neve. Era quindi determinato a colmare lo spazio da lui prescelto con ogni cellula del proprio corpo, fisicamente, e non soltanto mentalmente come stava già facendo. Nessun timore disturbò la propria decisione, ma - anzi - era più risoluto che mai nel voler procedere in tal senso, confidando in una buona riuscita senza lasciarsi indietro nemmeno una misera ciocca della propria chioma rossiccia. Quando si sentì pronto, con una spinta decisa, Aiden prese a ruotare su se stesso senza smettere di pensare alla propria destinazione che voleva raggiungere ad ogni costo.

Ammesso e concesso che tale pratica fosse andata per il verso giusto, senza dover richiedere l’intervento di qualche Medimago o anche il solo ritentare nuovamente per non essere giunto dove voleva, Weiss chiese a chi di dovere di indirizzarlo al piano in cui si trovava il ragazzo ritrovato ad Hogsmeade.
Giunto al quarto piano chiese alla caposala di riferire a miss Collins di raggiungerlo una volta che l’Obliviatore inviato dal Ministero fosse arrivato, al fine da stabilire tutti insieme una giusta linea d’azione senza dover rischiare di sconvolgere le condizioni del ragazzo. Era chiaro che voleva anche lui valutare i rischi correlati ad una riesumazione dei ricordi perduti e miss Collins era quella che ne sapeva più di tutti; pertanto una cooperazione tra tre vertici era necessaria quanto saggia.
Rimase dunque in attesa dell’arrivo dell’Obliviatore, tenendosi appoggiato al muro con la schiena, il volto corrucciato per tutti i ragionamenti che gli affollavano la mente e le braccia serrate sul petto muscoloso. Non seppe dire quanto tempo passò in quella posizione, a grugnire di tanto in tanto quando alcuni dei propri pensieri non sembravano convincerlo, finché non udì una voce femminile parlare con qualcuno, forse un Medimago di passaggio o direttamente con la caposala. Lo sguardo scattò come un fulmine quando riuscì a distinguere la parola “Obliviatori” e a quel punto Weiss si mosse come una statua appena animata da una potente magia trasfigurativa.
«Sì, da me...» scandì con chiarezza mentre si avvicinava. Lentamente aprì la giacca per rivelare il Distintivo del proprio Dipartimento che aveva appeso al maglione affinché la donna potesse riconoscerlo, per poi presentarsi. «Auror Weiss. Ho richiesto il suo intervento attraverso il mio Quartier Generale.» Una volta ricoperto il Distintivo, Aiden emise un profondo sbuffo dalle narici. «Un ragazzo è stato aggredito e ritrovato ad Hogsmeade in condizioni davvero critiche. La donna che lo ha trovato e chiamato i soccorsi mi ha detto che il poveretto delirava una frase senza senso. Nonostante mi sia stato assicurato che ora è stabile, le mie indagini sono allo stato attuale ferme, quindi a rischio di compromissione effettiva; e questo è dovuto al fatto che il ragazzo sia stato torturato e Obliviato. Suppongo che lei comprenda, miss Gordon, che il suo supporto mi è necessario.»
Una volta terminato quel breve ragguaglio, Weiss si augurò che miss Collins si unisse a loro per studiare il giusto modo con cui procedere.


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Considerando il cambio di scenario, non sapendo se la Materializzazione possa passare per buona, ho comunque impostato il post, dalla seconda parte in poi, in via ipotetica. A discrezione del Master.
 
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view post Posted on 2/3/2020, 23:26
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Quello che Weiss aveva per le mani era un caso particolare; il giovane Auror si stava arrovellando il cervello per riuscire a mettere insieme tutti i pezzi del puzzle.
La smaterializzazione gli permise di raggiungere l’ospedale con rapidità e non dovette attendere molto prima di accorgersi che i rinforzi che aveva richiesto erano già arrivati.
La donna si girò molto lentamente quando Aiden si intromise rivendicando il proprio ruolo. Lei, dopo aver riconosciuto il distintivo, lo squadrò dall’alto in basso; ricordava di averlo visto qualche volta nei corridoi del ministero o nell’atrio, e finalmente riusciva a dare un nome a quel volto imperscrutabile.
Ascoltò con attenzione le parole dell’Auror, eppure le sfuggiva il punto della situazione. Lo guardò con volto inespressivo per qualche secondo, aspettando che le venisse detto altro. Quando si rese conto che era tutto lì, si decise ad esternare il suo pensiero

-No, non comprendo- ammise con poca grazia incrociando le braccia al petto.
-Se il ragazzo è già stato obbliviato a cosa le servo io?- chiese con un accenno di sarcasmo quasi come se fosse stizzita dall’essere stata scomodata per nulla.
Nel mentre la dottoressa Collins si stava avvicinando ai due.




Scadenza: 07/03/2020 ore 23:59
 
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view post Posted on 4/3/2020, 18:01
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Studiò la donna senza battere ciglio, assicurandosi che capisse quanto fosse importante per lui il suo supporto. Eppure, inspiegabilmente, si ritrovò ad ottenere l’esatto contrario, strappando nella propria interlocutrice un sarcasmo che trascendeva quello che poteva apparire come un fastidio nell’essere stata scomodata per nulla. Si ritrovò dunque a domandarsi se e quanto il proprio resoconto fosse apparso fallace ed incompleto agli occhi di miss Gordon.
«Mi perdoni, miss Gordon...» esordì con quanta più calma possibile, affinché non venissero rilasciate note stonanti che potevano facilmente causare delle incomprensioni in quel loro dialogo. «Mi permetta di rispiegarle meglio la situazione. La vittima è stata Obliviata da chi lo ha aggredito, questo è chiaro, ma ciò costituisce una complicazione nelle indagini. Mi segue fin qui? Se la memoria del ragazzo è compromessa, come posso proseguire? Come posso interrogarlo? Ho chiesto il supporto del suo Dipartimento, miss Gordon, poiché siete quelli più esperti in fatto di magia mentale; di conseguenza, e qui mi corregga se sbaglio a supporre tale pensiero, ho pensato che magari potevate aiutarmi a trovare una soluzione.» Seguì una breve pausa, il tempo di assicurarsi che la Strega stesse seguendo il suo ragionamento, poi proseguì. «I ricordi di quel ragazzo mi necessitano, miss Gordon, per scoprire la verità dei fatti e assicurare Giustizia. Quindi ora mi dica: è possibile ripristinare quanto è stato magicamente compromesso?»
Incrociò le braccia al petto muscoloso e attese una risposta, mentre mille pensieri affollarono la sua mente: e se la Gordon non fosse stata in grado di aiutarlo, a chi altri avrebbe dovuto chiedere? A miss Collins? Possibile che non esistesse un incantesimo in grado di cancellare gli effetti dell’Oblivion?
Agli occhi di Weiss appariva una come una cosa davvero ridicola ed impensabile, oltre a costituire un ostacolo che - con ogni probabilità - nemmeno un Legillimens esperto come sua madre non avrebbe potuto arginare. Appellarsi agli Obliviatori era stata la scelta più logica e sensata da prendere, giacché lui stesso non possedeva le conoscenze necessarie per sistemare la faccenda per conto proprio.
«Ad ogni modo, semmai riusciremo a sovvertire il problema, una volta che avrò ultimato l’interrogatorio potrà aiutare il ragazzo a non soffrire più del ricordo di quanto accaduto.» aggiunse, sperando di smorzare il disappunto dell’Obliviatrice.


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• Cinturone d'argento con incastonate Perla del Mistero e Punto Luce Corpo;
• Bracciale Celtico originale;
• Orecchie Oblunghe [Tasca sinistra del cappotto.];
• Cappello del Falco;
• 1 x Polvere Buiopesto Peruviana [Tasca destra del cappotto.];
• 1 x Fiala di Essenza di Purvincolo [Tasca superiore del cappotto.];
• Orecchie Oblunghe rotte - ritrovate sulla scena del ritrovamento [Tasca destra del cappotto.];
• Braccialetto con una civetta - ritrovato sulla scena del ritrovamento [Tasca destra del cappotto.].

Incantesimi Conosciuti

• Classe I, II, III, IV complete, esclusi i proibiti;
• Proibiti appresi: Iracundia (Classe III), Ignimenti (Classe IV), Claudo/Paraclaudo e Nebula Demitto (Classe V);
• Classe VI appresi: Incarceramus;
• Incantesimi da Auror: Stupeficium, Expecto Patronum, Rompisigillo, Nego Negligetiam, Homenum Revelio, Deletrius.

Vocazione: Occlumante Apprendista.


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Giusto per far chiarezza, qualora non si capisse, la spiegazione di Aiden è dettata da una supposizione. Quindi mi rimetto alla volontà del Master.
 
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Virginia rimase impassibile di fronte alle spiegazioni di Aiden, o così parve in principio. Non appena l’uomo finì di spiegare la situazione ed il motivo per il quale era stata convocata con così tanta urgenza, si espresse con una sonora risata.
-Voi Auror credete di sapere sempre tutto, vero?- commentò infine scuotendo la testa
-Ora lasci che sia io a spiegarle come funziona- continuò gesticolando per enfatizzare meglio i concetti che da lì a breve avrebbe esposto -Noi cancelliamo i ricordi, li modifichiamo al massimo, ma non possiamo ripristinare la memoria. Quindi, a meno che la sua vittima non abbia visto cose che non doveva vedere e lei fosse impossibilitato a fargliele dimenticare, la mia presenza qui è inutile-
C’era un motivo per cui nessuno voleva lavorare con lei, non era di certo una donna affabile e accondiscendente, tutt’altro, i suoi modi pungenti e irritanti la rendevano a tratti odiosa.
-Ma visto che ormai sono qua, posso dirle se chi ha eseguito l’incantesimo era o meno competente-
A qualche metro di distanza la dottoressa Collins aveva assistito alla discussione tra i due, ma si era tenuta in disparte, non era sua abitudine impicciarsi degli affari altrui, men che meno se gli affari riguardavano il Ministero o chi ci lavorava. Tuttavia quando questi si svolgevano nel suo ospedale era tutt’altra faccenda
-Chiedo scusa- attirò l’attenzione senza spostarsi di un passo
-Se avete da battibeccare vi invito a continuare fuori. C’è gente malata qui. Ad ogni modo il ragazzo è sveglio-




Scadenza: 12/03/2020 ore 23:59
 
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Trattenne il fiato per qualche istante, speranzoso di ricevere una risposta affermativa, ma quando miss Gordon non si trattenne dal ridergli in faccia, Weiss si incupì all’improvviso. La mascella si contrasse pericolosamente, minacciando di frantumare le ossa in tante piccole schegge, mentre il chiaro colorito della propria pelle iniziò a tingersi di un rosso intenso. Si sentì irriso, reputato come una sorta di arrogante saccente in quello che pareva essere uno stereotipo degli Auror.
Aiden non gradì affatto quel trattamento, poiché sentiva di non esserselo meritato: aveva chiesto aiuto agli Obliviatori proprio perché era consapevole dei propri limiti e della qualifica di quel Dipartimento. Se non si poteva fare nulla in merito alla situazione, almeno che indirizzassero il giovane Auror altrove tramite un consulto, ma senza farlo passare come un idiota che non sapeva stare al proprio posto o incapace di svolgere il proprio lavoro a dovere.
Un sibilo si liberò dalle sue labbra sottili, contorte in una smorfia di disappunto e di puro contenimento: la furia si era annidata in lui, stimolata dall’odiosa miss Gordon, ma che si tenne dentro grazie alla propria fermezza. E mentre la vena sulla tempia prese a pulsare, gli occhi dell’uomo lanciarono un tacito ammonimento alla propria interlocutrice. Non voleva litigare in un ambiente simile, né voleva farsi calpestare in alcun modo: sapeva di aver agito nel modo giusto, pertanto non provò alcun rimorso nell’aver scomodato la donna.
«Se sapessi tutto, miss Gordon, non l’avrei fatta scomodare. Mi creda.» replicò, asciutto. «Considerando la qualifica del suo Dipartimento, ho soltanto pensato che con il vostro aiuto sarei riuscito a trovare una soluzione o ad avere un consulto a riguardo. » Nonostante i modi dell’altra, Weiss mantenne un certo decoro e si rivolse all’altra con quanta più calma e civiltà possibile. Tentò disperatamente di non sembrare maleducato o arrogante.
«Se non altro è qualcosa… La ringrazio.» asserì, sospirando, sentendosi in dovere di accettare quel poco che si poteva fare e che gli veniva offerto.
Quando poi sopraggiunse la voce di miss Collins, Aiden volse lo sguardo su di lei ed espresse tutto il proprio rammarico. «Mi perdoni, miss Collins, ha ragione. Ad ogni modo non c’è altro da dire, a quanto pare dovrò accontentarmi di ascoltare il ragazzo nella condizione attuale. Ci faccia strada, per favore.»


▵▵▵

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Dopo il piccolo rimprovero da parte della Medimaga, Virginia smorzò il proprio animo ribelle con una smorfia di disappunto; non sopportava di essere ripresa per via del suo atteggiamento, ma il luogo in cui si trovava richiedeva un certo decoro.
Fece cenno all’Auror di precederla e si accodò dietro la dottoressa. Quest’ultima condusse i due nella stanza in cui era stato sistemato il paziente.
Il ragazzo era sdraiato sul letto, le lenzuola bianche di cotone coprivano la maggior parte del suo corpo fino al torace, le porzioni esposte erano avvolte da bende. Le ferite sul volto erano state medicate e coperte con spessi strati di pomate ed ampi cerotti. Aveva lo sguardo perso nel vuoto
-Jonathan questo è l’Auror Weiss- alle parole della dottoressa il ragazzo spostò lo sguardo sui signori appena entrati -è qui per farti alcune domande, insieme alla signora… Signora?-
-Gordon- intervenne prontamente Virginia avvicinandosi al letto del ragazzo per osservarlo meglio da vicino.
-Jonathan Wolf- si presentò il ragazzo -vi darei anche la mano, ma non posso alzare il braccio- la terribile esperienza subita non gli aveva fatto perdere il senso dell’umorismo, ma lo sforzo del parlare gli causò un piccolo attacco di tosse; avvicinò la testa alla spalla destra per soffocare lo spasmo, ma riprese subito il controllo. -Mi hanno conciato proprio male, eh!- continuò riprendendo fiato, poi si rivolse direttamente ad Aiden -Suppongo che voglia sapere cosa mi ricordo-



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Anche se non aveva potuto notare l’espressione dipinta sul volto della Gordon, perché troppo impegnato a scusarsi con la Medimaga, non poté non constatare il silenzio alla quale era stata chiamata per rispetto dell’ambiente in cui si trovavano. Se solo avesse potuto, Weiss avrebbe permesso alle proprie labbra di modellarsi quel tanto da trasparire la propria soddisfazione, ma il suo ruolo e il rispetto che provava - quantomeno - per miss Collins, lo fece desistere e rimase quindi serio. Accolse dunque l’invito dell’Obliviatrice a procedere per primo, seguendo la Medimaga lungo il corridoio fino alla camera del paziente.
Giunti nella stanza, lo sguardo dell’Auror sondò meticolosamente quelle che erano le tracce visibili della condizione del ragazzo, incapace di immaginarsi invece quelle invisibili che, difficilmente, sarebbero guarite nel tempo o affatto. Aveva particolarmente a cuore il caso, non soltanto perché era il proprio lavoro e doveva assicurare giustizia, ma anche perché era la propria umanità a chiederglielo, implorandolo di fare qualcosa; qualsiasi cosa fosse in suo potere.
Si avvicinò lentamente al capezzale del giovane e gli appoggiò delicatamente una mano sulla spalla, per confortarlo e per dimostrargli che avrebbe fatto il proprio dovere. «Sono certo che le cure esperte di miss Collins daranno presto i suoi frutti e che potrai tornare a casa. Da parte mia cercherò di non provarti più dello stretto necessario.» disse in tono gentile, sorridendo al ragazzo. «E’ così, sì.» convenne poi, sospirando, facendo eco alle parole di Jonathan con dei flebili cenni della testa. «Quello che puoi. E’ importante se vogliamo prendere i responsabili.»
Delicatamente la mano dell’Auror andò a cercare nella tasca della propria giacca i due oggetti che aveva rivenuto sul luogo del ritrovamento: ciò che restava delle Orecchie Oblunghe e il braccialetto argentato con attaccato un piccolo pendente a forma di civetta. Gli mostrò entrambi a Jonathan, i palmi aperti affinché potesse afferrarli e studiarli meglio, magari aiutandosi a ricordare. «Ho trovato questi nel punto in cui ti hanno trovato. Ti dicono niente?»
Infine rivolse un tacito sguardo a miss Gordon, chiedendole se poteva dargli un responso circa le capacità del Mago che aveva usato l’Oblivion su Jonathan. Voleva sapere con chi aveva a che fare e fino a che punto poteva affidarsi alla memoria del ragazzo.


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Jonathan osservò i due oggetti mostratigli dall’Auror. -Oh, ha trovato le mie orecchie oblunghe! O quello che ne resta- non si era accorto di averle perse, ma era pur vero che non aveva avuto modo di controllare ciò che aveva o non aveva nelle tasche. -Sono dispositivi magici, servono per origliare conversazioni alle quali non siamo stati invitati- spiegò. Non poteva sapere quanto Aiden ne sapesse a riguardo. -So che può essere considerato scortese, ma sa, ad Hogwarts si vive di pettegolezzi- un altro colpo di tosse lo costrinse a fermarsi
-Quello invece non è mio- aggiunse indicando con un cenno del capo il bracciale. -L’ultima cosa che ricordo è che ero a Diagon Alley, mi servivano degli ingredienti da Misurino e del lucido per manici da scopa- mentre parlava cercava di sforzarsi di ricordare quante più cose poteva -Qualcosa ha attirato la mia attenzione; o forse era qualcuno- chiuse gli occhi per ricordare meglio. Riaffiorava qualcosa, ma era molto confuso ed annebbiato -credo fosse una civetta- concluse, anche se non aveva molto senso. Tornò a fissare il ciondolo appeso al bracciale -Potrei vederlo?- chiese del bracciale aprendo il palmo della mano sinistra, forse sarebbe riuscito a ricordare di più se avesse potuto esaminarlo da vicino.
Nel frattempo Miss Gordon aveva osservato il ragazzo con attenzione mentre egli cercava di raccontare quanto fosse successo. In ultimo si avvicinò a lui per esaminare gli occhi, puntando la bacchetta contro di essi come se fosse una torcia, alla ricerca di chissà quale indizio.

-L’incantesimo di memoria non è stato eseguito molto bene. Chiunque sia stato o era un dilettante o ha trovato resistenza. O entrambe le cose- era quello il suo parere. Se Jonathan si era ribellato all’incantesimo di memoria, forse aveva dei buoni motivi per mantenere vividi i suoi ricordi. C’erano ancora molte questioni irrisolte in quella storia, ma un nuovo passo era stato compiuto in avanti: la storia era iniziata a Diagon Alley.



Scadenza: 13/04/2020 ore 23:59
 
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view post Posted on 12/4/2020, 10:54
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Iniziò a pensare che - forse - il ragazzo non aveva sentito nulla di così compromettente tanto da guadagnarsi una punizione con i fiocchi, ma che avesse semplicemente perso le Orecchie Oblunghe quando era scaricato ad Hogsmeade come un sacco della spazzatura. Tuttavia, e l’Auror lo sapeva, rimaneva un’ipotesi che non poteva scartare e che non aveva modo di avvalorare; non allo stato attuale per lo meno.
Si ritrovò ad annuire flebilmente alle parole di Jonathan, constatando quanto le cure di miss Collins stessero dando i propri frutti e che presto, dopo del meritato riposo e molta pazienza, il ragazzo sarebbe potuto tornare a casa. Per lo meno, si disse l’Auror, Jonathan era riuscito ad identificare i due oggetti, anche se il braccialetto non era di sua proprietà; al che Aiden inarcò un sopracciglio nel disperato tentativo di soffocare un moto di delusione nel ritrovarsi senza una risposta in merito a quell’oggetto. Tuttavia acconsentì nel lasciarlo a Jonathan, sperando che potesse dare una risposta alle sue domande in ogni caso, mentre la mente elaborò quanto il ragazzo aveva raccontato.
Si grattò il mento barbuto con aria assorta. «Questo qualcosa o qualcuno che ha attirato la tua attenzione… E’ avvenuto prima o dopo essere stato nei negozi in cui volevi fare acquisti?» Era importante saperlo, avrebbe potuto fare la differenza, giacché era palese che avrebbe dovuto ripercorrere i passi del ragazzo a Diagon Alley; ma se fosse riuscito a capire se Jonathan era entrato in contatto con le persone dei negozi prima dell’accaduto, allora forse avrebbe potuto fare delle domande ai negozianti. «Ricordi il punto in cui è stata attirata la tua attenzione?» Doveva sperare che il ragazzo ricordasse quantomeno un punto o un momento ben preciso, affinché potesse dare all’Auror un punto di partenza non indifferente da cui partire senza perdersi in ricerche troppo lunghe.
Doveva provarci almeno.
«La donna che ti ha trovato ha detto che non facevi altro che ripetere la frase “L’orso ha mangiato la civetta”. E il braccialetto ha una civetta, vedi?» E glielo indicò. «Se non è tuo, potrebbe essere di una donna. Hai visto una donna a Diagon Alley, Jonathan? Potrebbe essere stata una donna ad attirare la tua attenzione?» Doveva tentare e lo sapeva, a maggior ragione quando l’Obliviatrice terminò il proprio controllo sul ragazzo, decretando che chiunque avesse operato l’incantesimo per cancellare la memoria su Jonathan non era stato molto bravo oppure aveva trovato resistenza. Poteva contare quindi su questo, sul fatto che magari non era stato cancellato propriamente tutto e che, grazie alle sue domande ben mirate, potesse in un qualche modo stimolare la mente del giovane a tal punto da ricevere degli indizi più consistenti con cui proseguire la propria caccia.
Perché era proprio questo che l’indagine era diventata: una caccia al responsabile che aveva usato la magia oscura sul povero Jonathan. E tale caccia sarebbe stata spietata, lui stesso sarebbe stato implacabile. Non si sarebbe fermato facilmente, non il figlio del defunto Auror noto come il Segugio o Lupo d’Irlanda.
Non sarebbe tornato da Wilde a mani vuote e lo giurò sul proprio Distintivo. Non si sarebbe dato pace finché tutto quel mistero non fosse stato risolto.


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Il ragazzo prese in mano il bracciale focalizzando la sua attenzione su quel ciondolo. Lo guardò con insistenza, cercando di far affiorare qualcosa. Nessuno in quella stanza poteva saperlo, ma Jonathan era il primo a voler sapere cosa gli fosse successo. Sapeva che quel ciondolo era importante, ma non ne ricordava il perché. Le continue domande dell’Auror erano come stilettate nella sua testa, gli evocavano suoni, immagini, odori, ma non riusciva a cogliere i dettagli era tutto coperto da una nebbia, tutto ovattato.
-Non lo so- era già stato in quei negozi? Non lo sapeva -Non lo so!- cosa aveva attirato la sua attenzione? Non se lo ricordava -Non lo so!- era frustrante non sapere e in quell’ultima risposta c’era tutta la sua frustrazione. Ma sentendo quella frase, la frase che tante volte aveva ripetuto nella sua testa, gli si accese una lampadina -L’orso ha mangiato la civetta- ripetè ancora una volta, come se dicendolo ad alta voce potesse sbloccare un qualche ricordo. Strinse in ciondolo nel pungo, serrò la mascella e guardò uno ad uno i presenti nella stanza. Riaprì la mano restituendo l’oggetto ad Aiden -Mi dispiace, ma non so cosa significhi- disse con tono piatto. -Una donna? Forse l’ho vista, o forse no. Se potessi tornare lì magari potrei ricordare, ma...-
-Non se ne parla- intervenne categorica la dottoressa -Sei ancora debole ed hai bisogno di cure- poi di rivolse direttamente all’Auror, tanto per chiarire meglio il concetto -Non può uscire da qui. Anzi, credo che sia il momento di andare- senza tante cerimonie invitò i due ospiti ad uscire dalla stanza
-Io cercherei l’altro orecchio- suggerì il ragazzo; improvvisamente assunse l’aria di chi sapeva più di quanto aveva detto.



Scadenza: 25/04/2020 ore 23:59
 
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view post Posted on 23/4/2020, 17:41
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Avrebbe fatto qualsiasi cosa per quel povero ragazzo, qualsiasi, persino riavvolgere il Tempo e riconsegnargli la propria vita così com’era prima di quel terribile evento; ma non rientrava tra le sue capacità, benché vi fosse un intenso desiderio. Invece, l’unica cosa che poteva fare era assicurare Giustizia e, di certo, non era una cosa da poco. Avrebbe quindi stretto i denti dinanzi al vuoto totale che il ragazzo manisfestò a seguito delle sue domande, frustrato di non poter dare all’Auror le risposte che anelava, andando avanti come meglio poteva e armato di solida pazienza.
La meta era già stata tracciata: Diagon Alley era il luogo dove tutto era iniziato e lì sarebbe andato.
«Non preoccuparti, pensa a riposare...» mormorò mentre recuperava l’oggetto e lo rimetteva in tasca. Ovviamente non poté contraddire miss Collins e convenne che fosse il caso di prendere congedo e dare a Jonathan più tranquillità. «Non appena il caso sarà risolto, avrai mie notizie. Hai la mia parola.» E Aiden Weiss non era certamente il tipo di persona che veniva meno alle promesse fatte: anzi, avrebbe fatto il diavolo a quattro pur di mantenerle. «Miss Collins…. Miss Gordon… Vi ringrazio entrambe per la disponibilità e la pazienza. Devo proseguire con l’indagine, pertanto prendo congedo e, ovviamente, i miei più sentiti ossequi.» Inclinò appena il capo, in un gesto di rispettoso saluto. Se non altro l’Irlandese era un uomo che non prendeva alla leggera l’educazione e il rispetto verso il prossimo, considerando quel suo modo di fare un po’ all’antica; ma era anche vero che era tutta opera di suo nonno e del tipo di istruzione che aveva imposto all’intera famiglia.

Tornò nell’atrium del San Mungo, deciso con non mai nel volersi Smaterializzare a Diagon Alley, e nel farlo rimuginò sull’ultima frase che Jonathan aveva proferito: “Io cercherei l’altro orecchio!”. Aveva senso, era l’unica pista utile che aveva tra le mani, poiché non era riuscito farsi dire se l’aggressione era avvenuta prima o dopo gli acquisti ai negozi. Tuttavia, più di una domanda lecita sopraggiunse alla mente analitica dell’Auror: era davvero a Diagon Alley in cui era avvenuta una tale barbarie nei confronti di un povero ragazzo? Possibile che invece fosse accaduto tra le vie di Nocturn Alley? C’erano troppi civili in giro per Diagon Alley e sarebbe stato davvero impossibile non notare nulla o, peggio ancora, non udire i gemiti e le urla di Jonathan; in tal caso, e Aiden ne era convinto, qualcuno avrebbe sporto denuncia e avvisato gli Auror, ma la cosa non era successa. Che quindi le proprie supposizioni fossero giuste? Che l’orecchio fosse in realtà tra i vicoli sudici e loschi di Nocturn Alley? Del resto era risaputo quanto fosse pullulante della peggior feccia del Mondo Magico.
Doveva tentare: procedere dal Misurino al negozio di accessori per il Quiddich, fino ad arrivare a Nocturn Alley.
Aiden si appellò a tutta la propria volontà e decisione per concentrarsi a dovere, mentre nella propria mente andò a delinarsi quello che era la facciata della Farmacia da Misurino. Focalizzò la porta d’ingresso, la vetrata che permetteva ai passanti di sbirciare al suo interno come tutte le altre botteghe lungo la via; poi passò all’insegna e tutte quelle serie di erbe, scaffali ricolmi di barattoli contenenti denti di drago, occhi di salamandra e molto altro ancora, mortai e pestelli, bilance per pesare il quantitativo richiesto dai clienti. Tutto ciò che poteva essere intravisto dall’esterno attraverso il vetro Aiden lo impresse a fuoco nella sua mente, proprio come una fotografia scattata alla perfezione, senza sfocature o carenze di luce.
Ed era proprio dinanzi alla vetrata che voleva apparire, a pochi passi da essa, desiderando di colmare quello specifico spazio con ogni cellula del proprio corpo, con una tale determinazione che non aveva precedenti; era il dovere a guidarlo, ma anche quella sensazione di prurito alle mani che aveva preso a percepire dal momento stesso in cui aveva visto Jonathan sul letto d’ospedale: non avrebbe dato tregua al responsabile, ne era certo, ma lo avrebbe trascinato al Quartier Generale per i capelli se vi fosse stato costretto. Tuttavia l’Auror aveva dovuto mettere da parte simili pensieri fin dall’inizio, pur di non lasciarsi distrarre e rischiare di finire chissà dove, se non addirittura arrivare a spaccarsi.
Quando si fu accertato di avere tutte le carte in regola, di non avere elementi di disturbo che lo distogliessero dal tenere la mente fissa sul punto in cui voleva arrivare, alla proprio volontà nel voler giungere a destinazione in modo sicuro, Weiss ruotò su se stesso con decisione e senza alcuna esitazione. Era fiducioso di farcela, sentiva di non aver fatto sbagli, ma sperò che il Fato non lo tradisse, perché aveva bisogno di tutta la buona sorte possibile.


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