| Aveva appena colto il sibilo ristoratore che accompagnava il primo pennacchio di fumo che fuoriusciva dalla sigaretta quando una voce di uomo, una voce del passato remoto, una voce che la proiettava nel passato di balli, di danze e di cene di gala, la chiamò. Una voce che la proiettava nei ricevimenti proibiti di suo marito, una voce irruenta che si permetteva di chiamarla Ekaterina. Nemmeno suo marito si permetteva di chiamarla Ekaterina. Riconobbe quella voce immediatamente e sentì un brivido scorrerle sulla schiena, un brivido che le ricordava un mondo che aveva pensato di essersi scrostata, un mondo fatto di parassiti, di ruffiani e di giullari. L'ampia fronte e gli occhi piccoli dell'uomo si figurarono nella sua mente d'improvviso. Si voltò verso la voce. "Lance Montague!" disse allargando un sorriso e imprecando contro quella che a lei pareva un'irruenza taurina, quasi da uomo delle Colonie. Davanti a lei si dipinsero l'anziano Montague ed un giovane ragazzo allampanato dall'aria annoiata. Lance aveva l'energia che mancava, apparentemente, al giovane, e le parole si susseguivano senza lasciare un respiro, un momento di stallo " Sono così felice di sapervi bene!" Disse stringendo la mano che conduceva la sua dopo il baciamano con le dita robuste e sottili come zampe di ragno, simulando un perfetto esempio di entusiasmo contenuto "Della piccola Esther? Quella dolce, cara, ragazza!" Poi volse il suo sguardo verso il giovane: "E' un piacere conoscerla Elijah, sono Ekaterina von Kraus, congratulazioni per la sua prestigiosa carica, sono persuasa che, non essendo il sangue mendace, sarà il primo di tanti scalini verso il successo" mentre parlava indugiò troppo sulla parola successo per sembrare casuale. Poi tornò a rivolgersi all'anziano patriarca che, comunque, notava con profondo disappunto, sembrava di gran lunga più giovane di lei:"Ora che mi sono trasferita anche io in questa terra… incantevole, Lance, devo fare una bella cena per festeggiare, come facevamo una volta, e certo dovremmo organizzare qualcosa per rinfrancare i rapporti messi a prova da tanti anni di colpevole silenzio!" sorrise guardando fissa l'amico di suo marito "Poi che anche il figlio di Nathaniel, è in Serpeverde credo non vi sia occasione migliore per riunirsi attorno ad un tavolo per discorrere come abbiamo fatto per tante ore, anche se ricordo ancora quanto vi trascurai quei giorni per colpa di quelle mie noiosissime riunioni!"
"Vorrei invitarti a prendere il the in quel salotto che piaceva tanto a te e Dawn" Cosa? "Oh lo ricordo molto bene! Chissà se sarà ancora aperto!" "ma ho un appuntamento tra quindici minuti e non posso rimandarlo " Grazie al cielo "Beh possiamo organizzare in…" "Può farti da cavaliere Elijah" "Sarei felice di essere accompagnata lì, sarà un po' come ai vecchi tempi!" Ma pur pensò che Lance era stato un obliviatore di livello e che, anche se scomode e non interamente gradite, quelle attenzioni e quelle alleanze sarebbero presto tornate utili.
"Dunque Lance, salutami tanto Dawn e dille che voglio assolutamente che mi faccia visita nella nuova casetta per un incontro da donna a donna. Anche perché, se ricordo bene, tua moglie ha uno straordinario gusto per i fiori. Ed io ho diversi ettari di giardino che devo ordinare e abbiamo così tanto di cui parlare!" vide che l'interlocutore fremeva per partire e così non lo trattenne vieppiù e si girò verso il giovane cavaliere del quale ignorò il braccio piegato. " E mi dica, Elijah, come sta Esther? Devo averla vista, l'ultima volta, che era in fasce! Ed ora immagino sia una prodigiosa giovane donna" disse avviandosi dopo aver recuperato il bastone. "E così… Caposcuola Serpeverde, si dice così, vero? Anche i tuoi … nonni" disse con riluttanza " erano Serpeverde, giusto? Sono stata recentemente ad una festa danzante ad Hogwarts, anche se non ho danzato. Non ne ho avuta l'occasione molto spesso negli ultimi anni" Si incamminava a passo misurato ma inesorabile verso la meta:" Immagino che non sia il suo pomeriggio ideale quello di passare del tempo a fare il cicisbeo ad una amica dei genitori di sua mamma"
Il Bloom taste manteneva un nome, garantito da una clientela selezionatissima, che superava intatto la prova degli anni: Niente pettegolezzi e niente scandali al Bloom Taste solo buona cucina. Era nato come una sala da tè e lentamente, ma senza fatica, era diventato un faro per coloro che volessero mangiar bene con la garanzia di non esser disturbati. La porta sulla strada era in legno nero con un pomo d'ottone proprio al centro. Gettata la sigaretta in terra Ekaterina aprì la porta, controllando che "l'agnello sacrificale" non fosse scappato, e cominciò a salire le scale verso il primo piano. Dopo una breve esitazione alzò la prima gamba e, da un lato con il bastone dall'altro con il mancorrente in noce, riuscì a salire fino al pianerottolo del primo piano. Lì una porta in legno lucido attendeva, chiusa, gli avventori. Ekaterina si guardò perché fosse tutto ordinata, così gettò un'occhiata indagatrice verso il giovane. La porta si dischiuse e ne uscì un odore caldo di tè, di spezie e di cucina. Dietro di essa un cameriere in livrea, la sala dietro di lui sembrava non essere cambiata. Il suo sguardo era quello di chi sapeva perfettamente chi stava entrando, pur non avendo idea di chi fosse la donna, era lo sguardo del perfetto cameriere che, dopo aver aperto la porta, accompagna il movimento del braccio con un cortese "Bentornata, Signora!" Dietro quella porta, Ekaterina lo sapeva, c'era un piccolo ingresso composto da un bancone per il maitre e un guardaroba, oltre questo una delle stanze che si affacciavano sulla via arredata con tavoli di gusto retrò, sedie foderate di chintz, tazzine di porcellana cinese dove si potevano gustare tè eccellenti e, anche, perfetti liquori invecchiati.
Edited by Katherine Lee-Carter - 3/2/2019, 22:36
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