Hellfire, Ecate— trasformazione in Arpia

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Lia Soxilia
view post Posted on 7/7/2019, 13:24





Ecate Soxilia O'Connor
Guaritore Apprendista
Incantesimi Quarta Classe
Veela
Medimaga
★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★
Then tell me
WhyI see her dancing there
Why her smold'ring eyes still scorch my soul
I feel her, I see her
The sun caught in her sunshine hair
Is blazing in me out of all control
Le sue sfere di fuoco erano sbiadite, lì nelle sue mani aperte e desiderose di portare distruzione scagliando quei globi infernali, le sue sfere di fuoco sembravano spegnersi di quella forza distruttrice che le aveva dominate; eppure l'Arpia sentiva che aveva forze in abbondanza per distruggere il mondo intero, eppure la sua furia non aveva fine e la sua fame era insaziabile, eppure il suo spirito ardente fremeva nel sentire e vedere quegli animali scappare e belare impauriti davanti alla sua potenza. Ma il tarlo aveva cominciato il suo lento percorso all'interno della opaca coscienza del mostro facendo risuonare quel dubbio sulle sue capacità, dentro l'animo umano e l'animo veela sembravano aver colto quel dubbio e chiederne ancora quasi sicuri che il dubbio avrebbe fermato la furia assassina e distruttiva del demone. E se veramente quel dubbio avesse dato fine a quella situazione, se davvero il mostro si fosse ritirato e nascosto oramai incapace di usare la sua forza, cosa sarebbe successo? Il corpo avrebbe ripreso le sembianze di Lia? Sarebbe rimasto quell'ammasso di piume e carne avvizzita? Il suo bel vestito azzurro dov'era? E soprattutto come avrebbe potuto spiegarsi e spiegare tutto ciò che era successo? Troppe domande per un momento simile in cui la creatura stava lanciando le sue sfere contro le palizzate di legno della stalla urlando e gemendo la sua rabbia, troppe domande per un'essere così semplicemente animalesco ed umano. Il suo braccio sinistro scagliava con forza le sfere eppure quest'ultime parevano non rispondere con altrettanto ardore deviando la traiettoria imposta sfinite, l'ala destra pareva pesare più di prima e qualche rumore di troppo stava cominciando ad infastidire l'arpia che agiva quasi meccanicamente.
Osservandola era chiaro che stava per crollare a terra sfinita e inerme sotto il peso di quello sforzo e di quella foga che l'avevano mangiata, eppure ella continuava a scagliare sfere pallide di fuoco ed a urlare il suo tormento interiore; era una rabbia complessa e che non le apparteneva, era una furia cieca e solitaria, era un ricordo che si stava spegnendo. Fu il barlume di lucidità che Ecate avvertì grazie al tarlo del dubbio che le permise di vedere: in quell'abisso ove si era andata a nascondere l'animo umano si sentiva come sprofondare di nuovo, come sé l'assenza di coscienza fosse l'acqua del lago nero e la furia dell'Arpia fossero quei sassi che si era messa in tasca per annegare; era come annegare nuovamente, come rivivere l'attimo stesso in cui aveva lasciato la vita urlando di rabbia per ciò che le aveva fatto il mondo... E quell'urlo risuonò da Ecate all'Arpia echeggiando per la valle carico di dolore, ma pur sempre intriso di rabbia e sconcertante vendetta. Sarebbe riemersa Lia da tutto ciò? O come otto anni prima un'altra coscienza sarebbe nata pronta a fare i conti con quel già affollato corpo?
code © psiche


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PS 192-41PS/ 151
PC 125/ 250-15PC 235
PM 135/ 67
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Il braccio destro è necrotico a causa della quest Einmal ist Keinmal
 
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view post Posted on 22/7/2019, 17:18
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Il Fato

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Burn. Tame. Adapt. Ignite.
F
atte le considerazioni del caso, l’arpia era come un bambino che impara a conoscersi ed inizia a comprendere di possedere un corpo e di poter interagire con l’ambiente; o forse era come un adolescente nel momento in cui il corpo inizia a cambiare che non si rende conto di quanto la pubertà lo stia effettivamente segnando.

«Marge, corri a chiamare i Robertson. Quella cosa punta alle loro pecore!» Il torpore annidato agli angoli degli occhi era stato lavato via di fretta non appena il vecchio mago si era affacciato alla finestra.
Aveva immediatamente buttato la moglie giù dal letto e dopo aver recuperato bacchetta e mantello era uscito in ciabatte nella neve verso l’appezzamento dei vicini di casa.
«Irvin! Mago da strapazzo, scendi!» Berciò sotto le sue finestre.

Si stava sfaldando. Benché invisibili all’occhio, l’arpia avrebbe potuto percepire le crepe che iniziavano ad aprirsi lungo quella facciata; e più scalciava, più si opponeva a quel conto alla rovescia, più sarebbe stato facile per la veela riemergere dal baratro nel quale era stata relegata. Per la veela... o chiunque altro si fosse affacciato su quell’oscurità. La mente frammentata e martoriata pregava per l’unità, ma l’avrebbe ottenuta?
Ad aggravare quella confusione mentale s’aggiunse la voce dell’uomo che ormai l’aveva raggiunta brandendo la propria arma. «Allontanati, turpe essere!» Agitava gli arti come un pazzo, forse allo scopo di spaventare l’arpia, ma la verità era che provava molta più paura di quanto non ne provasse lei. I movimenti inconsulti assunsero una formazione sensata e l’incanto venne pronunciato. «Nebula antigravitas!»
La nube circondò l’arpia immediatamente, andando ad infierire sul suo già fragile equilibrio mentale (-6PS | -5PC | -5PM). Il cielo si fece bianco di neve e le zampe parevano calpestare le stelle.
Eppure qualcosa in quell’immagine non quadrava...

Nel frattempo la moglie batteva furiosamente il pugno contro la porta dei Robertson, chiamandoli a gran voce. La tranquillità del quartiere era ormai irrimediabilmente compromessa.
Continui a perdere 5PS e 5PC.
Sei vittima del "Nebula Antigravitas", ti invito a prestare molta attenzione alla natura dell'incantesimo e alla natura del tuo pg, e a giocare di conseguenza (consiglio di dare un'occhiata in "Descrizione incanti").

Arpia
PS 140/192
PC 225/125
PM 62/135
Cittadino preoccupato #1
PS 150
PC 110
PM 110
 
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Lia Soxilia
view post Posted on 17/8/2019, 14:51





Ecate Soxilia O'Connor
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Eccole le crepe, ecco i primi spiragli di lucidità che quella trasformazione aveva negato, qualcosa stava cambiando e le due personalità nascoste nel buio dell'incoscienza parvero accorgersene: ad Ecate parve di riuscire a respirare di nuovo come se quel suo annegare fosse improvvisamente finito e presto il lembo d'acqua sotto cui era scivolata si sarebbe pezzato permettendole di uscirne e poter tornare consapevole delle sue azioni; Lia che nel suo angolino aveva sofferto, si sentì accecata da quella consapevolezza che tornava a farla riemergere, non voleva rivivere il dolore degli ultimi mesi, non voleva dover nuovamente fare i conti con la lontananza e l'impossibilità di stare con Drinky per quel suo casino interiore, non voleva andarsene da quell'angolino dove poteva nascondersi e non dover affrontare tutto quello che era la vita con le emozioni. Nuovamente un divario si era aperto nella fragile psiche della Veela che doveva lottare per trovare una sua dimensione mentre l'Arpia sembrava disfarsi sotto gli impellenti bisogni che la fame e la furia le richiedevano. Lì a lanciare sfere infuocate contro abitazioni rurali non sembrava accorgersi di come la sua forza e la sua trasformazione si stessero estinguendo lasciandola priva di qualunque protezione conto gli abitanti che aveva svegliato. Fu proprio uno di questi ad avvicinarlesi agitando compulsivamente le braccia per attirarla e quindi a colpirla con un incantesimo che la lasciò spaesata: improvvisamente il cielo fu un manto di neve e la terra un giardino di stelle, le girava la testa e provava nausea per quella visione alterata della realtà, era come se d'improvviso tutto il mondo si fosse capovolto un po come quando a novembre aveva scoperto che Lia era capace della stessa freddezza di Ecate e che Ecate era capace di legarsi. L'Arpia però aveva solo la furia a guidarla, nemmeno il suo declino poteva renderla consapevole della sua mancanza di energia; strepitò e urlò la sua disapprovazione per quello stato in cui si era ritrovata, cercava di lanciare sfere di fuoco e di muovere passi disarticolati. Quanto mancava perché la trasformazione finisse? Ecate sembrava non attendere altro mentre i suoi occhi finalmente riuscivano a scorgere ciò che la stessa Arpia vedeva: vide piume e neve, vide pelle avvizzita e sfere di fuoco, vide zampe ed ali, vide il mago che sbraitava a testa in giù; per la prima volta Ecate riuscì a vedere com'era fatta la creatura che le dava battaglia quando voleva ferire Lia, per la prima volta si accorse del mostro che covavano insieme e ne ebbe paura, una paura viscerale. Come poteva essere quel mostro? Come poteva non saperlo? Come potevano aver lasciato che la creatura abominevole prendesse il sopravvento? Ecate urlò, Lia si strinse a sé, l'Arpia provò a sbattere le ali per sollevarsi in volo.
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OFF: chiedo scusa per il ritardo ho avuto problemi fra lavoro e l'inizio del trasloco.
 
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view post Posted on 31/8/2019, 13:50
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Il Fato

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M
arge, la poveretta, aveva continuato a sbattere con insistenza contro la porta dei Robertson finché il vecchio vicino di casa non aveva aperto. Non prima, tuttavia, che in molte delle case vicine si accendessero candele e lumini e si sentissero volare improperi per il disturbo alla quiete pubblica «ad un’ora così indecente della notte».
«Vaiolo di Drago ti colga! Cos’è quest’inferno, Marge?» Irvin s’affacciò dalla soglia di casa, i baffi che letteralmente frullavano dall’emozione.
A ruota, dietro di lui, Marge fu in grado di identificare la signora Robertson —con la quale solo qualche ora prima aveva condiviso pettegolezzi davanti al camino— e come un diavolo entrò dalla porta quasi investendo il mago. «Grizel, presto! Duff è qui fuori, pensa di poter affrontare quella cosa da solo! Gliel’ho detto che è tutto rimbambito, cosa pensa di fare a quell’età? Grizel!» Logorroica e melodrammatica nei momenti meno opportuni, Marge s’aggrappò alle spalle della vicina che la sorresse con una prontezza non indifferente.
«Testa d’un troll-» Imprecava intanto Irvin mentre cercava il bastone nel quale celava la sua bacchetta, tutto esagitato finché la moglie non gli posò la mano sul braccio.
«Controllo io, tu calma Marge e avvisa il ministero. Manda Linguablu, è il più rapido.» Anche sull’orlo dei suoi settant’anni, Grizel non aveva perso la fermezza ed il rigore che l’avevano contraddistinta durante gli anni da domatrice presso il ministero. Restava temibile persino nella vestaglia giallo paglierino.
Irvin fece per balbettare qualcosa, ma lei era già uscita.

Disorientata da quel capovolgimento, l’arpia reagì con ancora maggiore furore. Eppure, come anche il più feroce degli animali, avrebbe dovuto fare i conti con la paura dell’ignoto: agiva per istinto e non c’era niente di istintivo nel trovarsi capovolti a testa all’ingiù con le ali che si aprivano verso il manto di neve, troppo stanche per poter fare molto più che sgranchirsi fiaccamente.
Eppure qualcosa non tornava, una parte di lei avrebbe potuto sentirlo. I sensi non lasciavano spazio a dubbio alcuno, ogni singolo suo punto di riferimento era stato ribaltato intrappolandola in quella bizzarra condizione e sarebbe stato troppo pericoloso azzardare anche solo un passo. Ciò nonostante, in quella cortina di cieco terrore animalesco, al di là dei sensi, iniziava a svilupparsi una forma embrionale di consapevolezza.
Non era solo arpia, ma anche veela: creature che s’ammantavano del velo della segretezza, divertendosi a plasmare le percezioni altrui, incantando ed ingannando, stuzzicando e lusingando; un gioco di maschere e apparenze, di trucchi mentali ed illusioni.
Quello sciocco mago pensava davvero di poter usare le menzogne contro di lei, lei che di bugie si vestiva?

«Ce l’ho, Grizel! Quella maledetta è bloccata per ora, dammi una mano.»
La donna aveva raggiunto il vicino di casa in tempo per vedere l’arpia reagire con rabbia e paura, trovando assai inusuale la sua mancanza di iniziativa. Era… disorientata?
«Con cosa l’hai colpita?»
Nonostante il pensionamento, le vecchie reminiscenze tornarono a galla. Sapeva con cosa avevano a che fare e, se i suoi sospetti erano fondati, l’arpia non sarebbe rimasta bloccata ancora a lungo.
Non attese la risposta di Duff per mettere mano alla bacchetta e prepararsi in vista di misure di sicurezza più efficaci.
Sotto il gelo, il terreno —cielo?— intorno all’arpia si smosse un poco.
Continui a perdere 5PS e 5PC.
Non riesci ad alzarti in volo né a materializzare sfere di fuoco.
In questo tuo prossimo post, se anche non è tuo interesse spezzare il controllo del Nebula Antigravitas, ti chiedo comunque di tenere in considerazione la natura illusoria dell’incantesimo e di cosa ciò comporti per il tuo personaggio. Anche nello stato di arpia continui a mantenere bonus e malus da veela, ti invito a tenerne conto e ad approfittare di questa role —ormai agli sgoccioli— per entrare in confidenza con tutti i vantaggi e gli svantaggi che caratterizzano la razza.
Stai andando bene.

Arpia
PS 135/192
PC 220/125
PM 62/135
Duff
PS 150
PC 110
PM 110
Grizel
PS 145
PC 115
PM 115
 
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18 replies since 1/2/2019, 17:41   444 views
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