Kairos, privata

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 3/4/2020, 16:11
Avatar


Group:
Dipendente Ministeriale
Posts:
12,039
Location:
Trantor - Settore Imperiale

Status:


HorusSekhmeth« As iron sharpens iron, so a friend sharpens a friend.»
▾ Pure-blood ▾ 18 ▾ Hufflepuff ▾ Clothes
«Ma come non gliel’hai detto? »
In ansia, Horus si era abbassato ancor di più, poggiandosi sui talloni per nascondersi meglio dietro il cespuglio. Per uno alto quasi due metri non era di certo un’impresa facile e gli ci volle un po’ per trovare un dubbio equilibro sulle gambe lunghe. Guardò confuso Amber e per un momento rimase a fissarla con un’espressione confusa dipinta sul viso. Non seppe perché lei avrebbe dovuto dire a suo padre che usciva con lui. Erano amici e niente più e per quel che lo riguardava non era solito avvisare nessuno quando usciva. O meglio, si risparmiava sempre di dire con chi usciva. Ma poi, dopo averci rimuginato su per un secondo, Horus riuscì a connettersi con ciò che Amber aveva affermato poco prima: suo padre l’avrebbe voluta sola fino ai trent’anni.
Capì allora la portata di ciò che avrebbe potuto significare se li avessero scoperti: sua madre sapeva che Horus era fidanzato—possedeva un assurdo sesto senso al riguardo—, ma Ainsel ignorava l’identità della misteriosa ragazza del figlio. Visto il passato legame dei suoi genitori con i Cavendish, Horus si era ben guardato dal rivelarle che stava con la cugina di Aryadne (e figlia di Jacob Rose, il funzionario del Ministero finito ad Azkaban). Era vitale che Ainsel non scoprisse nulla né del sigillo spezzato, né, tantomeno, di quanto Horus fosse invischiato negli affari di quelle famiglie.
« Mia madre ha… » Lieto di potersi distrarre dai terribili pronostici su una sfortunata scoperta, Horus contò mentalmente, chiudendo un occhio nello sforzo di ricordare. « …Trentanove anni. Ed era in Corvonero. E tuo padre? » Sul finire della frase, però, il Tassorosso fu costretto ad abbassare il tono di voce, mentre con le mani cercava di aprirsi un varco tra le foglie per sbirciare sulla strada. La risata argentina era sfumata, ma il rumore di passi si era fatto pericolosamente vicino alla loro posizione.
« Sì sono loro! » Bisbigliò con una punta di panico, riconoscendo il cappotto di Ainsel e le gambe dell’uomo a nemmeno due metri e mezzo da loro.
Horus si voltò lentamente, portandosi un dito alle labbra e guardando l’amica con gli occhi spalancati, ma le orecchie tese.
« La ringrazio tanto, era da molto che non venivo a Londra e ho un pessimo senso dell’orientamento. » Stava dicendo Ainsel, il rumore dei tacchi sul selciato sempre più vicino. « Quel disgraziato di mio figlio doveva accompagnarmi, oggi, ma… beh, deve esserne scordato e chissà dov’è andato. » Con una punta di amarezza nella voce, la donna si era fermata proprio dinanzi al loro nascondiglio.
Davanti gli occhi grigi di Horus, ancora fissi su Amber, l’immagine sfocata della sera precedente si materializzò come un velo d’acqua: ricordava molto, ma molto vagamente di aver mugugnato un “sì va bene” ad una qualche confusa richiesta di sua madre, formulata proprio mentre lui stava cercando di studiare un discorso da fare ad Amber per l’indomani.
Colto sul fatto, come un bimbo con le mani nella marmellata di prugne dirigibili, per poco Horus non cadde all’indietro: barcollò spaventosamente, mordendosi silenziosamente le labbra per non imprecare e, d’istinto, afferrò un ramo sporgente dal cespuglio, facendolo frusciare rumorosamente.
L’equilibrio era salvo ma quanto ad Horus ed Amber… beh, era tutto da vedere.


©Mistake | harrypotter.it
 
Top
view post Posted on 23/4/2020, 15:38
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,506
Location:
Hyperversum

Status:


.. Amber S. .Hydra
Hufflepuff Prefect ▾ 18y.o
GREENWICH PARK - London

«N-no..» aveva risposto nell'immediato, per poi abbassare il tono di due ottave «... non gli dico sempre tutto!» In verità Amber a suo padre non diceva quasi niente - con degno sconforto di John - ma quella parte la tralasciò in favore all'ansia che aveva preso ad animarle il petto. Quel mago non era proprio uno sprovveduto e gli sbalzi emotivi che avevano caratterizzato l'instabilità della figlia non erano passati inosservati, solo che non era certo Horus ad averli provocati; ma come negare di fronte ad una falsa evidenza se li avesse beccati lì? E quante probabilità al mondo c'erano che la madre di uno ed il padre dell'altra si trovassero nello stesso posto alla stessa ora e cominciassero anche a parlare assieme? Pochissime, ad un rapido calcolo. Calcolare le età poteva servire almeno a comprendere se ci fosse un pregresso tra gli adulti ancora ignoto agli adolescenti dietro il cespuglio. Ad un primo "trentanove - corvonero" Amber sgranò gli occhi, e ribatté a fil di voce: «Trentanove... Tassorosso». Non ricordava di aver mai affrontato con l'amico i dettagli più irrilevanti sulla sua famiglia, poiché il loro rapporto si era sempre basato su altro, ma forse ora non erano più delle piccolezze quelle che non si erano detti. Nascosta quasi letteralmente dal corpo di Horus, allungò una mano dietro la schiena per avere una presa solida - più o meno - sul terreno e non rischiare troppo di sbilanciarsi. Non ricordava di essere mai stata così tanto vicina da potergli vedere con precisione il marchio che ne segnava un occhio, ma ora che ci faceva caso (sempre nei momenti meno opportuni) non poteva negarne la particolarità. L'avvicinarsi dei passi la tenne all'erta su quel che era il punto focale dello sconvolgimento del pomeriggio; suo padre stava andando in quella direzione, sul serio? «Oh no...» riuscì appena a sussurrare prima che l'amico la zittisse a buona ragione, i due erano vicini, troppo vicini. Talmente vicini che udire la voce di suo padre le fece tremare la spina dorsale. Beh, era una sciocchezza no? Insomma non stava facendo nulla di male... eppure lo scombussolamento in lei era evidente almeno quanto sciocco. L'imbarazzo di sentirli parlare in via indiretta di loro, poi, la immobilizzò impedendole di scegliere quale espressione indossare. «Ma si figuri, quello è uno dei pochi sensi su cui posso fare totale affidamento...» a cosa si riferiva esattamente John? Chiederselo era però fuori discussione perché i tacchi di mamma-Horus erano così vicini che Amber aveva perfino paura di alzare lo sguardo. Non ebbe il tempo di capire cosa le parole della strega volessero intendere... era possibile che Horus avesse dimenticato di avere un precedente impegno? L'oscillare pericoloso del ragazzo la deconcentrò al punto che anche lei mise un piede (sarebbe stato meglio dire un ginocchio) in fallo affondando su un punto di terriccio scivoloso e finendo per spingere direttamente con una mano sulle costole dell'amico. Silenziosamente, sebbene il ramo spezzato potesse averli già svelati al mondo, mimò un "scusami". «Mi auguro lei riesca a trov-» il finale del discorso di John si interruppe quando il rumore prodotto da Horus indirizzò proprio la mano del mago oltre il cespuglio. Bastarono due passi a fare il resto. «Amber?» chiese, ora palesemente stupito, senza smettere di passare lo sguardo dalla figlia, alla persona che le stava fin troppo vicina per i suoi gusti. Per contro, Amber che ancora reggeva parte del cappotto di Horus con una mano, mollò la presa e si rialzò in piedi, sistemandosi rapidamente i capelli per scongiurare rami che la mettessero ancora di più "in pericolo". L'ironia nell'apparente disgrazia era data dal fatto che i due adolescenti sapevano di aver davanti uno il genitore dell'altra, ma i due genitori probabilmente no. Avrebbero però ovviato alla cosa troppo molto presto. Lo sguardo colpevole della biondina difficilmente avrebbe risposto alle domande implicite del padre che però non sembrava arrabbiato quanto più stupito e incuriosito - ok forse un tantino troppo incuriosito - da Horus, a cui sembrava voler fare una radiografia con quegli occhi da padre apprensivo. Prima che potesse essere anche tacciata di maleducazione, avrebbe già avuto parecchio di cui parlare, al ritorno, si prodigò in una mite presentazione imbarazzante. Degnò la mamma di Horus di un solo sguardo; abbastanza per capire quanto di lei potesse aver preso l'amico. «Papà, lui è -» l'indice si sollevò appena per puntare sul ragazzo «- Horus Sekhmeth, il mio compagno di classe... e Horus» che però non degnò di uno sguardo, «... lui è mio padre; Johnathan Hydra.» *e risponderò ad altre domande solo in presenza del mio avvocato* Immobili, entrambi gli Hydra si fissarono ancora, prima che John potesse allungare una mano verso Horus, senza cancellare un sospetto nello sguardo apprensivo. Più che "piacere di conoscerti" sembrava voler dire "chiunque tu sia mi devi dire che ci facevi con mia figlia dietro un cespuglio". Si poteva davvero biasimarlo?
Thank you for being you, in a world full of somebody elses



Edited by ˜Serenitÿ - 23/4/2020, 16:54
 
Top
view post Posted on 10/10/2020, 09:40
Avatar


Group:
Dipendente Ministeriale
Posts:
12,039
Location:
Trantor - Settore Imperiale

Status:


HorusSekhmeth« As iron sharpens iron, so a friend sharpens a friend.»
▾ Pure-blood ▾ 18 ▾ Hufflepuff ▾ Clothes
Quando la testolina bionda di Amber emerse dal cespuglio (con la stessa enfasi di un fungo autunnale), Horus ne seguì l’esempio, balzando in piedi con ritrovata agilità e guardando ovunque, tranne sua madre. Lo sbigottimento dipinto sul volto di Ainsel era così palese che per una volta in vita sua, la sua lingua tagliente sembrava essersi annodata sul palato. Strinse gli occhi a due fessure e le lunghe ciglia rosse, sporcate appena di un po’ di mascara scuro, quasi oscurarono completamente i profondi occhi blu della donna.
Invece di sottostare al giudizio di sua madre, Horus fece del suo meglio per sorridere garbatamente al padre di Amber. Aveva un portamento fiero (da cui, era evidente, Amber aveva preso) e un bel viso affilato. Se anche non avesse avuto la conferma dell’amica, avrebbe sicuramente detto che John Hydra poteva tranquillamente essere il padre di lei. La somiglianza non era tanto fisica, quanto più nell’aura che egli emanava e Horus si sentì a disagio di fronte quell’uomo, come se lo avesse colto in flagrante a rubargli in casa.
« Buongiorno, signore. »
Fece del suo meglio per salutare John, ponendosi a rispettosa distanza dalla figlia e abbozzando un sorriso incredibilmente sfacciato: solo così, infatti, poteva riuscire a nascondere quell’imbarazzo che gli faceva battere il cuore. Avrebbe voluto poi ululare in direzione di sua madre: “non è come sembra!!”, ma era più che sicuro che sarebbe suonato più colpevole di quanto in realtà non fosse stato. Così, continuando a sorridere nella speranza che sua madre si sciogliesse (a volte funzionava), Horus guardò Ainsel. Lei aveva sorriso con elegante circostanza ad Amber, ma la sorpresa che ancora le veleggiava sul volto non faceva presagire nulla di buono per lui.
« E… mamma, lei è Amber Hydra, la mia compagna di banco e una mia amica. » Pose particolare enfasi sul ruolo di lei, per evitare che la donna si facesse chissà quali castelli in aria. Non poteva certo dire di essersi mai particolarmente aperto con sua madre e la presenza di una misteriosa ragazza nella vita di Horus poteva essere un’identità che Amber, agli occhi di Ainsel, poteva benissimo colmare; soprattutto in quella situazione così ambigua e sospetta. Per questo motivo, ci tenne a precisare (per sua madre e anche per John Hydra) come stavano le cose. Guardò Amber con sguardo a metà fra il disperato e il divertito, ma il silenzio della madre lo inchiodava dritto sul posto. Aprì la bocca per inventare una scusa per filarsela, quando la voce di Ainsel lo interruppe.
« Oh cielo! Quante probabilità c’erano che proprio noi ci incontrassimo per caso? » Esordì, guardando elegantemente l’uomo di fianco a sé e Amber.
Con l’istinto di madre che l’aveva sempre contraddistinta, Ainsel sapeva perfettamente che entrambi i ragazzi dicevano il vero: non nutriva il benché minimo dubbio sulla loro amicizia. Tuttavia, Horus questo non lo sapeva e la donna, divertita più che indispettita per quell’insolito dono del destino, proseguì a parlare con impeccabile educazione.
« Signor Hydra, posso ringraziarla del suo aiuto finora offrendole un tè? Sono sicura che mio figlio e la sua graziosa figlia saranno felici di accompagnarci, non è così? »
Horus deglutì, scoccando una velocissima occhiata colpevole ad Amber. Era chiaro che quella fosse la vendetta di sua madre, così annuì.
« Molto bene! » Esclamò Ainsel allegra, battendo le mani e mandandosi indietro la lunga chioma fulva. « La ringrazio davvero per avermi condotta fino a questo punto. » Continuò, rivolgendosi a John e riprendendo a camminare, voltando le spalle ad Horus che si apprestava ad uscire dal nascondiglio e maledicendo il fato per quell’incontro infausto.
« Mi sento più in colpa per questo, che per averti appioppato la spilla… » Mormorò Horus all’orecchio di Amber.
« Ma ora che è qui, sono sicura che Horus saprà fare il suo dovere e mi accompagnerà diligentemente come aveva promesso. » E così dicendo, senza che nessuno —tranne il figlio— se ne accorgesse, un ramo del cespuglio colpì piano, ma con decisione la schiena del ragazzo, spingendolo eloquentemente verso il suo destino.

©Mistake | harrypotter.it
 
Top
17 replies since 27/2/2019, 22:13   498 views
  Share