.. Amber S. .Hydra Hufflepuff Prefect ▾ 18y.o GREENWICH PARK - London |
«
N-no..» aveva risposto nell'immediato, per poi abbassare il tono di due ottave «
... non gli dico sempre tutto!» In verità Amber a suo padre non diceva quasi niente - con degno sconforto di John - ma quella parte la tralasciò in favore all'ansia che aveva preso ad animarle il petto. Quel mago non era proprio uno sprovveduto e gli sbalzi emotivi che avevano caratterizzato l'instabilità della figlia non erano passati inosservati, solo che non era certo Horus ad averli provocati; ma come negare di fronte ad una falsa evidenza se li avesse beccati lì? E quante probabilità al mondo c'erano che la madre di uno ed il padre dell'altra si trovassero nello stesso posto alla stessa ora e cominciassero anche a parlare assieme? Pochissime, ad un rapido calcolo. Calcolare le età poteva servire almeno a comprendere se ci fosse un pregresso tra gli adulti ancora ignoto agli adolescenti dietro il cespuglio. Ad un primo "trentanove - corvonero" Amber sgranò gli occhi, e ribatté a fil di voce: «
Trentanove... Tassorosso». Non ricordava di aver mai affrontato con l'amico i dettagli più irrilevanti sulla sua famiglia, poiché il loro rapporto si era sempre basato su altro, ma forse ora non erano più delle piccolezze quelle che non si erano detti. Nascosta quasi letteralmente dal corpo di Horus, allungò una mano dietro la schiena per avere una presa solida - più o meno - sul terreno e non rischiare troppo di sbilanciarsi. Non ricordava di essere mai stata così tanto vicina da potergli vedere con precisione il marchio che ne segnava un occhio, ma ora che ci faceva caso (sempre nei momenti meno opportuni) non poteva negarne la particolarità. L'avvicinarsi dei passi la tenne all'erta su quel che era il punto focale dello sconvolgimento del pomeriggio; suo padre stava andando in quella direzione, sul serio? «
Oh no...» riuscì appena a sussurrare prima che l'amico la zittisse a buona ragione, i due erano vicini, troppo vicini. Talmente vicini che udire la voce di suo padre le fece tremare la spina dorsale. Beh, era una sciocchezza no? Insomma non stava facendo nulla di male... eppure lo scombussolamento in lei era evidente almeno quanto sciocco. L'imbarazzo di sentirli parlare in via indiretta di loro, poi, la immobilizzò impedendole di scegliere quale espressione indossare. «
Ma si figuri, quello è uno dei pochi sensi su cui posso fare totale affidamento...» a cosa si riferiva esattamente John? Chiederselo era però fuori discussione perché i tacchi di mamma-Horus erano così vicini che Amber aveva perfino paura di alzare lo sguardo. Non ebbe il tempo di capire cosa le parole della strega volessero intendere... era possibile che Horus avesse dimenticato di avere un precedente impegno? L'oscillare pericoloso del ragazzo la deconcentrò al punto che anche lei mise un piede (sarebbe stato meglio dire un ginocchio) in fallo affondando su un punto di terriccio scivoloso e finendo per spingere direttamente con una mano sulle costole dell'amico. Silenziosamente, sebbene il ramo spezzato potesse averli già svelati al mondo, mimò un "
scusami". «
Mi auguro lei riesca a trov-» il finale del discorso di John si interruppe quando il rumore prodotto da Horus indirizzò proprio la mano del mago oltre il cespuglio. Bastarono due passi a fare il resto. «
Amber?» chiese, ora palesemente stupito, senza smettere di passare lo sguardo dalla figlia, alla persona che le stava fin troppo vicina per i suoi gusti. Per contro, Amber che ancora reggeva parte del cappotto di Horus con una mano, mollò la presa e si rialzò in piedi, sistemandosi rapidamente i capelli per scongiurare rami che la mettessero ancora di più "in pericolo". L'ironia nell'apparente disgrazia era data dal fatto che i due adolescenti sapevano di aver davanti uno il genitore dell'altra, ma i due genitori probabilmente no. Avrebbero però ovviato alla cosa
troppo molto presto. Lo sguardo colpevole della biondina difficilmente avrebbe risposto alle domande implicite del padre che però non sembrava arrabbiato quanto più stupito e incuriosito - ok forse un tantino troppo incuriosito - da Horus, a cui sembrava voler fare una radiografia con quegli occhi da padre apprensivo. Prima che potesse essere anche tacciata di maleducazione, avrebbe già avuto parecchio di cui parlare, al ritorno, si prodigò in una mite presentazione imbarazzante. Degnò la mamma di Horus di un solo sguardo; abbastanza per capire quanto di lei potesse aver preso l'amico. «
Papà, lui è -» l'indice si sollevò appena per puntare sul ragazzo «
- Horus Sekhmeth, il mio compagno di classe... e Horus» che però non degnò di uno sguardo, «
... lui è mio padre; Johnathan Hydra.» *
e risponderò ad altre domande solo in presenza del mio avvocato* Immobili, entrambi gli Hydra si fissarono ancora, prima che John potesse allungare una mano verso Horus, senza cancellare un sospetto nello sguardo apprensivo. Più che "piacere di conoscerti" sembrava voler dire "chiunque tu sia mi devi dire che ci facevi con mia figlia dietro un cespuglio". Si poteva davvero biasimarlo?
Thank you for being you, in a world full of somebody elses