No one will ever understand how much it hurts, Privata

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view post Posted on 19/7/2019, 19:36
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Jolene White
Non dubitò della sincerità delle dichiarazioni dell'uomo, poiché non avrebbe saputo trovare un buon motivo per farlo. La naturale fiducia riposta per principio in ogni sconosciuto e l'osservazione di ciò che di Aiden poteva percepire la portarono in quella direzione. Il suo atteggiamento era più eloquente di qualsiasi discorso apologetico, e fino a quel momento le aveva suggerito di trovarsi di fronte ad una persona priva di malvagità. Quali che fossero i difetti di Aiden, la disonestà non pareva figurare tra di essi.
Jolene si era scordata delle Api Frizzole: se ne ricordò quando le venne teso il sacchetto ormai quasi vuoto, e accettò l'ultima caramella. Appena la sentì tra i polpastrelli, un mutamento d'espressione le fece alzare lo sguardo sull'uomo: il suo colorito aveva virato drasticamente su una tonalità preoccupante, mentre pareva alle prese con una lotta tra la vita e la morte contro una caramella che cercava di strozzarlo. Improvvisamente preoccupata cercò di pensare a quale incanto si usasse nei casi di soffocamento. Le dita libere erano già corse alla tasca della bacchetta -
solo in caso -, ma quel giorno il rosso venne graziato anche senza il suo aiuto.
«Aiden, per Merlino, sta' attento», bofonchiò. Ma se lei tornò a rilassarsi e – con una certa attenzione – fece sparire la caramella tra le labbra, Aiden aveva raggiunto un nuovo livello di disagio. Nel guardarlo era quasi incredula, e si domandò se le orecchie fossero rosse anche prima. L'imbarazzo si leggeva con chiarezza disarmante sui suoi tratti e nel suo sguardo sfuggente. Un simile atteggiamento sarebbe stato più adatto ad un ragazzino alle prese con le prime storielle d'amore tra i banchi di scuola, non a quell'uomo ormai cresciuto che le camminava al fianco. Non avrebbe voluto fissarlo con tanta insistenza, ma non poté farne a meno: era la prima volta che assisteva ad una reazione così forte di fronte ad una domanda simile. Per quanto si trattasse di questioni personali, ci si sarebbe aspettati che col tempo si acquisisse un certo autocontrollo anche in quei casi. Sentì gli angoli delle labbra sollevarsi senza che potesse impedirlo, testimonianza di una nuova simpatia nei confronti del rosso. Ecco la conferma che aveva cercato: ecco la spiazzante sincerità, più di quanta fosse opportuno mostrare.
«Non mettere già l'ultima parola.» Una nuova morbidezza le modellava la voce. Posò una mano sulla sua spalla, sollevando il mento per poterlo guardare negli occhi. Avrebbe voluto confortarlo in qualche modo, ma sentiva che qualsiasi parola lei avesse potuto trovare sarebbe stata superficiale e impotente. Eppure, non poteva rimanere indifferente. «Le persone possono cambiare idea. Dalle tempo. Hai sbagliato, ma questo non ti rende una cattiva persona, proprio come hai detto anche tu. E sono sicura che anche lei lo capisca.» Lasciò cadere il braccio lungo il fianco, rinnovando un sorriso incoraggiante. «Però, se posso darti un consiglio, non essere pressante. Accetta i suoi tempi e le sue decisioni. È una situazione delicata, ancora di più se lei è già impegnata.» Aveva forse a disposizione qualcosa oltre alle banalità, in un contesto per lei così vago? Jolene continuò a camminare, tormentandosi quasi che, se vi avesse pensato a sufficienza, le sarebbe soggiunta una verità del tutto inedita con cui illuminare l'infelice innamorato.
Nel mentre, aveva dimenticato di lanciare di tanto in tanto un'occhiata all'orologio. La manica del cappotto ricadeva a coprirlo completamente, e continuò ad allontanarsi da Hogwarts del tutto ignara del ritardo che iniziava ad accumularsi.

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view post Posted on 12/8/2019, 16:44
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Aiden Weiss
▽ Auror ▽ Ex Grifondoro ▽ 27 anni


Aspettare è doloroso. Dimenticare è doloroso.
Ma non sapere quale decisione prendere è la peggiore delle sofferenze.
♖ ━ Paulo Coelho


A mano a mano che i secondi passavano, Aiden iniziava a sentirsi sempre più stupido, vittima di una fragilità di cui si vergognava da morire. Ma non poteva fare diversamente, sapeva che una volta manifestata sarebbe stato impossibile tornare indietro e cancellare quanto si era compiuto. Si era esposto a Jolene con semplicità, perché in lei aveva intravisto una dolcezza e propensione all’ascolto fuori dal comune, spingendolo a provare un’empatia per quella sconosciuta senza precedenti.
Quando sentì la mano di lei sulla sua spalla, in maniera del tutto inaspettata, il rosso venne scosso da un brivido. Era diventato una preda facile, stordito dal potere dell’alcool e dai sentimenti che lo aveva travolto come una valanga. E una volta che Jolene gli ebbe sollevato il mento barbuto per poterlo guardare in viso, Aiden tremò ancora una volta come una foglia.
«Potrei anche aspettarla per l’Eternità, ma lo farei in silenzio, senza espormi. Temo le conseguenze di un rifiuto...» confessò in un soffio. Già aveva il cuore a pezzi per quella situazione complicata, incapace di decidere se combattere i suoi sentimenti e mantenere la promessa fatta, oppure infrangerla e combattere per conquistare Thalia, anche a costo di infangare il suo rigido codice d’onore. L’indecisione era il peggior veleno esistente al mondo dopo quello dell’odio e della gelosia, e Aiden Weiss non aveva la minima idea di come purificarsi da esso.
«Sai, non è da molto che mi sono ripreso da una storia finita male… E’ stata la prima volta che ho amato qualcuno e per per un po’ ho pensato che il mio cuore non si sarebbe mai più ripreso. Ho sofferto così tanto per quell’abbandono che...» La voce dell’uomo si spense all’improvviso per qualche istante, mentre l’unico suono che accompagnò quel lento incedere lungo la via del villaggio erano i loro stessi passi. Parlare di Daphne aprì delle vecchie ferite che aveva faticato a rimarginarsi, ma sentiva di dover farsi maggiormente comprendere da Jolene, enfatizzando quanto forti fossero i suoi sentimenti per Thalia. «mi sono chiuso a tutto! Non riuscivo nemmeno a guardare le coppie felici, mi saliva una tale rabbia che avrei preferivo dare fuoco al mondo, dato che il mio cuore era stato ridotto ad un mucchio di cenere! E ho giurato a me stesso che non avrei mai più sofferto in questo modo, che nessun’altra donna mi avrebbe abbandonato sul ciglio della strada come un cane! Ma poi ho incontrato Lei e le cose mi sono sfuggite di mano. Non riesco a distruggere questi sentimenti… Non voglio saperne… Ma non ci riesco e mi stanno consumando. Più ci penso e più la voglio, ma so che è una cosa impossibile. Non sono degno di lei.»
La mano accartocciò il sacchetto ormai vuoto delle Api Frizzole, per poi gettarlo nel primo bidone della spazzatura che trovarono per strada. Era proprio così che si sentiva: come un contenitore vuoto e pronto per essere buttato via. Ma quanto aveva detto era la verità e Aiden Weiss non era certamente degno di essere ricambiato da una ragazza come Thalia Moran.
«Perdonami… Se ti sto tediando.» sussurrò infine, guardandola con un mezzo sorriso imbarazzato. «Sono proprio uno stupido...»


 
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view post Posted on 11/9/2019, 18:54
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Jolene White
Non era difficile percepire l'intensa emotività di cui era carica la voce del rosso. L'intreccio irriducibile dei sentimenti instillava disordine nelle sensazioni stesse di Jolene, portandola ad empatizzare con un ruolo pur così lontano dalla sua esperienza. Ripensò alla delusione d'amore più cocente che avesse vissuto: da un anno a quella parte, per lei la falsità era il barlume di luce racchiuso in due occhi castani. In essi aveva visto infrangersi le illusioni nutrite in anni di distacco dalla realtà, ma la sofferenza che allora aveva provato portava, di fronte al suo sguardo, gli inconfondibili colori dell'egoismo. Era stato il tradimento di se stessa ad infliggerle il colpo più doloroso, e il ragazzo di cui si era stupidamente infatuata un mero strumento attraverso il quale, prima o poi, la nuova consapevolezza avrebbe dovuto entrare nella sua vita. Non avrebbe neppure saputo classificare quanto avvenuto più tardi, in presenza di un nuovo coprotagonista, l'ultimo che avesse conosciuto. L'assurdità del loro ultimo scambio aveva gettato nell'ombra qualsiasi avvenimento precedente, imprigionandola in un miscuglio di rabbia e disgusto che solo in parte aveva a che spartire col dolore di un cuore infranto. Jolene sentiva che, se anche avesse tentato di raccontare a qualcuno di quei vissuti, la sua voce avrebbe risuonato imperdonabilmente lontana. Era più semplice mostrare partecipazione per le disavventure altrui che per le proprie, e in quella curiosa condizione non sapeva se fosse più sensibile o senza cuore.
Stare ad ascoltare le confidenze di Aiden era sorprendentemente simile all'esperienza della lettura di un romanzo coinvolgente: le sue parole avevano in sé il trasporto degli amanti e la loro stessa disperazione venata di rabbia. Le emozioni che si trasmettevano alla rossa erano ugualmente artificiali, eppure sincere al punto in cui, se in un futuro lontano avesse ripercorso quella passeggiata tra i viottoli di Hogsmeade, entrambe le loro figure sarebbero apparse avvolte nello stesso trasporto.
«Non sei stupido», si ritrovò ad esclamare con parte dell'urgenza dell'uomo stesso. «Sei irrazionale, come tutti di fronte a dei sentimenti forti. Averli ritrovati dopo esserti chiuso li rende preziosi, comunque vadano le cose, credimi.» Preziosi, come tutto ciò che sfuggiva alla sua presa. «Vi serve un confronto, se le parlassi con la stessa sincerità che hai adesso sono convinta che non avrebbe più un'immagine sbagliata di te.» Sarebbe stato un buon passo in avanti, per quanto neppure la volontà di confortare in qualche modo il rosso potesse strapparle l'ingenua affermazione che in quel modo i suoi sentimenti sarebbero stati ricambiati. Per quel che ne sapeva lei, una relazione tra i due poteva semplicemente essere da escludere, e col tempo Aiden avrebbe dovuto farsene una ragione. Ma era convinta che risolvere i malintesi potesse alleviare, almeno in parte, la pesantezza della situazione.
Aveva in mente di proporre di tornare sui loro passi così da entrare a Mielandia: i dolci erano sempre stati dei buoni compagni durante i momenti più sconsolati, al punto che Jolene era arrivata a considerarli come una sorta di rimedio momentaneo a tutti i mali. Non sapeva quanto fosse il caso di azzardare con una fetta di torta – non aveva dimenticato gli effetti dello stomaco scombussolato dall'alcool di Aiden -, ma qualcosa di più leggero lo avrebbe quantomeno impegnato in consumazioni meno dannose rispetto a quelle in cui si era rifugiato. Fu nel considerare quel cambio di rotta che le venne l'improvvisa idea di sbirciare l'orologio: scostò la manica del cappotto scuro, rivelando così la corsa inaspettata delle lancette.
«Oh, per Merlino!» Si bloccò sul posto, alzando sul rosso uno sguardo sconfortato. «È passato più tempo di quanto pensassi, sono in ritardo per il mio turno in infermeria.» Lasciò nuovamente cadere il braccio lungo il fianco. «Scusami, scusami davvero, ma devo scappare. Però sappi che mi ha fatto piacere ascoltarti, non mi hai assolutamente tediato.» Allargò i tratti in un sorriso morbido, negli occhi il barlume di una sincera simpatia. Aiden, intenzionalmente o meno, aveva fatto crollare parte delle barriere che normalmente si frappongono tra due sconosciuti, e Jolene non avrebbe dimenticato il calore e l'istintivo affetto nei confronti di una persona in quel modo esposta. «Starai bene?», domandò, piuttosto apprensiva. Si augurava davvero che non tornasse ad annegare il malumore in altro alcool. «Senti, se mai ti andasse di parlare non farti problemi a mandarmi un Gufo. Hogwarts, Infermeria.» L'esitazione di un momento, prima che si decidesse ad avvicinarsi per un rapido abbraccio. «Per la consulenza accetto pagamenti in Api Frizzole e Cioccorane», affermò trattenendo una risata.
Il Castello la aspettava, a ben pensarci durante la sua assenza c'era stato tempo abbondante per qualche inaspettata catastrofe e decine di ferite. Come al solito, scenari poco rassicuranti testimoniavano un'immaginazione più catastrofica di quanto sarebbe stato opportuno per la sua salute mentale. Un ultimo cenno di saluto, e si sarebbe affrettata verso la scuola.

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view post Posted on 15/11/2019, 11:56
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Aiden Weiss
▽ Auror ▽ Ex Grifondoro ▽ 27 anni


Aspettare è doloroso. Dimenticare è doloroso.
Ma non sapere quale decisione prendere è la peggiore delle sofferenze.
♖ ━ Paulo Coelho


Inspirò a fondo, portandosi le mani nelle tasche dei pantaloni e fissando l’acciottolato della strada mentre procedevano verso una meta che lasciò decidere silenziosamente a Jolene. Si sentiva come la testa di mezzo del Runespoor, un sognatore che voleva disperatamente dare un senso a quei sentimenti che provava conquistando il cuore della persona per cui li nutriva. Era irrazionale, dunque, proprio come diceva Jolene. Eppure, in un angolo recondito di se stesso, Aiden non desiderava esserlo, non per sempre per lo meno; c’era, più che altro, l’idea di un equilibrio tra quell’insieme di emozioni che avevano preso a farsi strada in lui e la propria ragione, ma ancora non aveva la minima idea di come fare, troppo terrorizzato e confuso su come doveva comportarsi. E poi c’era ancora l’alcool in circolo a rendergli le cose ancora più difficili, instabili, prive di qualsiasi senso logico. Decise quindi di non pensarci più dello stretto necessario finché poteva.
«Ne abbiamo parlato quando ero ancora confuso sui miei sentimenti per lei, ma già da allora sono stato sincero. Forse le serve tempo per digerire la cosa e riuscire ad accettare le mie scuse.» Sospirò profondamente, mentre l’afflizione non accennava a diminuire. Perché doveva continuamente sentirsi così? Perché non poteva stare bene come prima?
Si fermò all’improvviso a seguito dell’esclamazione di Jolene e del suo improvviso arresto. Sollevò lo sguardo e la scrutò con aria perplessa, non capendo in prima battuta cosa le fosse preso. Solamente quando lei disse di essere in ritardo per il turno di lavoro, Aiden si ritrovò a sorridere flebilmente, specialmente quando gli chiese se sarebbe stato bene. «Camminerò fino a casa, puoi stare tranquilla. Penso che dopo una doccia calda mi farò una bella dormita. E niente magia finché non passa la sbronza. Parola di lupetto!» aggiunse, mano sul cuore come un bravo scout. «Spero che in alternativa gradirai qualche mia frittella. Non sono un cuoco provetto, ma ci sto lavorando parecchio sul lato gastronomico. Magari mi puoi dare qualche parere.» ridacchiò flebilmente.
Subito dopo aver salutato Jolene e averla ringraziata del supporto e della compagnia, Aiden mantenne la promessa fatta alla ragazza: non usò la magia per tornare a casa, si limitò a camminare con tutta la calma del mondo, per poi concedersi una doccia rilassante e una sana dormita.
Quando poi, il giorno dopo, gli effetti della sbronza furono belli che dimenticati, Aiden inviò un gufo a Jolene con una scatolina piena di frittelle al miele e con un semplice biglietto: “Grazie per il supporto di ieri, ti sono debitore. - Aiden”.





Finish :flower:

 
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