Jolene White
bbbInfermiera ☽ 20 annibbb
bbbOutfitbbb
Appena riconosciuta Mìreen, Jolene non si concesse il tempo di pensare prima di dare voce al flusso disordinato di scuse che le ronzava in mente. Fu solo quando l'altra l'interruppe che finalmente poté prendere aria e, tornata in sé, prestare attenzione alla donna che aveva di fronte. Naturalmente non le era sfuggito l'aspetto considerevolmente diverso rispetto a quando l'aveva conosciuta, ma solo in quel momento arrivò ad apprezzarne la portata. La Strega sfoggiava una capigliatura come Jolene non ne aveva quasi mai viste: diverse sfumature si intrecciavano tra le ciocche morbidamente ondulate. Erano i capelli di una fata, pensò, ma non del genere di Nephelae; Mìreen aveva l'aria sognante delle creature che popolano il folklore babbano, si distingueva con vivacità tra le tinte slavate tipiche delle giornate londinesi più uggiose. Una scelta particolare quanto felice, pensò, che le accordava alla prima occhiata la forza di un carattere che si prospettava sfaccettato e travolgente.
Guidata dalle parole dell'altra, Jolene prese un profondo respiro, salvo rilasciarlo in una mezza risata all'idea di collassare lì davanti a tutti. Così venne sancita la rottura della tensione, prima che la sorpresa la portasse a sollevare rapidamente una mano verso il lobo sinistro.
«Oh, è vero!» Anche l'altra mano corse a sfilare l'orecchino, mentre uno sbuffo palesava il suo disappunto.
«Ci hai visto giusto, una delle bestiacce ha una passione smodata per tutti i miei gioielli. Per di qua.» Iniziò a guidare l'altra, facendole cenno verso la direzione in cui avrebbero dovuto dirigersi. Nel frattempo era riuscita a liberarsi del cerchietto spaiato, e lo fece scivolare in tasca.
«Si chiama Nephelae, è una fata», prese a spiegare,
«E, per Merlino, ha il caratteraccio peggiore che abbia mai incontrato. Mi sono lasciata ingannare dall'aspetto grazioso, ma quando vuole qualcosa non c'è verso di averla vinta. Ha una collezione di piccoli oggetti, perlopiù brillanti, da qualche parte sopra la libreria. Questo non è il mio unico orecchino spaiato». Rise, consapevole di quanto fosse assurdo che un esserino alto solo pochi centimetri potesse averla vinta su una Strega adulta. La verità era che Jolene non aveva il cuore di sottrarre a Nephelae i suoi tesori, dato che sembrava tenerci così tanto. Non sarebbe stato qualche orecchino mancante la sua rovina, si era detta prima che la situazione sfuggisse di mano.
«Poi c'è Daisy, che è la più innocua. L'hai vista, oltre a un grande talento per la teatralità quando vuole da mangiare non disturba nessuno. E infine Emerald Butler, il gatto, la cui specialità è Materializzarsi tra i tuoi piedi quando sei di corsa, con risultati ovviamente disastrosi.» Terminava così quella piccola famiglia di cui Jolene, a dispetto delle parole volutamente esagerate, non avrebbe potuto fare a meno. Era certa che Mìreen potesse capirlo, dopo tutto lei stessa possedeva almeno un gufo, e di certo non le era sconosciuto l'affetto che lega al proprio famiglio.
«Grazie davvero!», esclamò poco dopo, tanto per la gentilezza di averle portato i biscotti gufici quanto per il complimento riguardo al suo vestiario.
«Anche tu stai benissimo. I capelli mi piacciono da morire, quindi hai deciso di cambiare look?» Le sorrise, trovando incredibilmente piacevole scambiarsi quel tipo di commenti: per quanto semplici, per diverso tempo le erano stati preclusi dalla mancanza di un'amica che potesse apprezzarli. Riponeva sempre una grande attenzione nella propria immagine, avere la conferma che ciò non passasse inosservato era una piccola soddisfazione innocente, a dispetto di quanto potesse nutrire la sua vanità. Sapeva quanto una semplice osservazione come quella potesse risollevare l'umore.
Camminavano da circa cinque minuti quando infine Jolene si fermò: di fronte a loro, un locale dalla vivace insegna al neon era incastrato, stretto e apparentemente insignificante, tra un negozio d'abbigliamento e una pasticceria.
«Eccoci!», esclamò allegramente, pronta a trascinare Mìreen all'interno. Quando aprì la porta l'aria fresca della sera si riempì delle note vivaci di una chitarra e del chiacchiericcio degli avventori; lasciò che la Strega entrasse prima di seguirla a sua volta.
L'interno si rivelava più spazioso di quanto la facciata lasciasse presagire. Il locale si sviluppava soprattutto per il senso della lunghezza, culminando in un palco sopraelevato su cui una band locale stava accordando gli strumenti per il concerto della serata. Numerose figure si muovevano sfuggenti nella luce calda e soffusa, facendo la spola tra il bancone, il tavolo del buffet e i piccoli tavolini rotondi dove ci si poteva sedere con la propria consumazione.
«La mia parte preferita, dopo la musica, è il buffet gratis con il primo aperitivo», confidò alla donna.
«Non è niente di troppo elegante, ma ti assicuro che ne vale la pena.» Esitò qualche istante, colta dall'improvviso timore che quella specie di ambiente non fosse tra i prediletti di Mìreen. Non si era premurata di domandarle che cosa preferisse fare, forse si era presa troppa libertà a credere che ciò che faceva piacere a lei fosse anche nelle sue corde? Dopo averla guidata al bancone, in attesa del loro turno, Jolene esordì con una nuova rivelazione, che quasi certamente avrebbe destato l'interesse dell'altra:
«Noti qualcosa di strano in alcune delle clienti?» Spostò l'equilibrio su una gamba, così da potersi avvicinare a Mìreen e parlarle in tono più confidenziale. Se vi avesse fatto attenzione, avrebbe notato che alcune delle avventrici vestivano in maniera quanto mai curiosa: si potevano vedere mantelli lunghi fino in terra, abiti dalla foggia antiquata e capi in voga nelle epoche più diverse, maldestramente mescolati. Jolene era certa che Mìreen avrebbe riconosciuto i tentativi del popolo Magico di mimetizzarsi tra i Babbani; mentre loro due si adattavano con disinvoltura alla moda dell'epoca, non si poteva certo dire lo stesso di una parte del locale.
«Sono Streghe», avrebbe sussurrato nel caso in cui Mìreen non lo avesse detto di sua iniziativa.
«Si vocifera che questo sia uno dei locali preferiti di Wizzy Sonorus. Da quando ha scalato tutte le classifiche con il suo nuovo album ha un'orda di fan, quelle che sanno di questo posto vengono qui sperando di avere fortuna e incrociarlo.» Per qualche momento si guardò intorno, come se lei stessa tentasse di individuare il volto del famoso cantante. Poi tornò a concentrarsi su Mìreen, sorridendole.
«Non è mai successo, che io sappia. Ma se questa è la sera fortunata, di sicuro ci sarà da divertirsi.» Lo disse con una leggera punta di sarcasmo, convinta che, se c'era qualcuno che poteva scatenare l'inferno in un posto tranquillo come quello, era un cantante giovane, belloccio e famoso.