All night doctors, Privata

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view post Posted on 4/6/2019, 20:52
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Jolene White

bbbInfermiera ☽ 20 annibbb
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Al numero nove di Methley Street, nel piccolo appartamento al terzo piano, regnava un silenzio quasi perfetto. Emerald Butler sonnecchiava allungato sul divano, una delle zampe posteriori pendeva appena fuori dal bordo. Nephelae era nascosta alla vista, appollaiata sulla foglia più robusta della cathalea accanto alla finestra. Un'atmosfera pigra aleggiava tra le quattro mura del soggiorno, beandosi degli ultimi raggi di sole. Bastò un attimo per spezzarla.
L'improvvisa presenza di Jolene, ancora leggermente nauseata dalla Smaterializzazione, strappò il gatto e la fata al loro riposo. Il primo corse a strusciarsi contro le gambe della padrona, annunciando con il suo miagolio acuto che era ora di cena; la seconda cominciò a svolazzarle intorno alla testa, mirando ad attirare l'attenzione della piccola civetta che le stava sulla spalla. Dal canto suo, Jolene aveva solo bisogno di non vedersi intralciare i movimenti.
«Adesso mi occupo di voi… Emerald, aspetta un attimo. Daisy, per piacere, scendi. Sono già in ritardo!» Iniziarono così le corse da una stanza all'altra, in preda alla fretta di badare a troppe faccende in troppo poco tempo. Aveva un appuntamento tra meno di dieci minuti, e doveva ancora lavarsi via di dosso il sentore delle pomate che aveva terminato di spalmare prima di correre fuori dall'Infermeria. Alla lezione di Pozioni un calderone era esploso proprio mentre lei si preparava a lasciare il Castello, imponendole di fermarsi per aiutare nella cura di diversi ustionati più o meno gravi. Così, si ritrovava in quel momento a dover correre contro il tempo per non far aspettare Mìreen. Era ormai tardi per mandare un Gufo con cui segnalare un ritardo; le due erano poco più che sconosciute, temeva che un rimando dell'ultimo minuto potesse risultare inappropriato.
Era pur vero che dalle poche battute che si erano scambiate a San Patrizio era emersa una personalità amichevole, vivace e allegra. Jolene era rimasta piacevolmente colpita dall'altra rossa, ed era curiosa di approfondirne la conoscenza. Doveva essere la compagnia ideale per una serata leggera con cui staccare una routine fin troppo adulta. La verità era che, a dispetto della naturalezza con cui sapeva trattare anche un perfetto sconosciuto, Jolene poteva contare ben poche amicizie. Il suo atteggiamento aveva subito un profondo cambiamento dopo il conseguimento dei M.A.G.O.: prima, una tendenza alla chiusura in se stessa le aveva impedito di stringere legami saldi. Era stato durante il periodo trascorso in Italia che aveva imparato ad esporsi più liberamente. Una volta tornata in patria, però, il lavoro le aveva sottratto gran parte del tempo, e non poteva vantare che conoscenze piuttosto superficiali. Era quindi comprensibile l'allegra curiosità con cui aveva guardato a quella serata. Nessuna delle due era il tipo da farsi pregare per parlare, quindi non ci sarebbe stato da annoiarsi.
Riflessioni simili facevano appena capolino nella sua testa, impegnata com'era a prepararsi il più velocemente possibile. Dopo essersi fatta una doccia si infilò i vestiti; si dedicò poi ad un trucco leggero, il cui tocco più vistoso fu il rossetto rosso. Non scordò neppure di riempire la ciotola di Emerald e di lasciare una generosa quantità di biscotti gufici vicino al trespolo di Daisy. A quel punto sarebbe stata pronta ad andare, se solo Nephelae non avesse deciso di appropriarsi di uno dei suoi orecchini. Tentò di riprenderselo con un incantesimo di Appello, ma il cerchietto dorato arrivò accompagnato da una fata quanto mai indispettita. Fu costretta a cederle il piccolo tesoro, che Nephelae trasportò con aria fiera fino alla sua collezione in cima alla libreria. «Peggio di una gazza ladra», fu il commento della rossa.

Non osò Materializzarsi direttamente sul luogo dell'incontro, temendo che qualche Babbano potesse vederla apparire dal nulla e prendersi un colpo. Comparve poco lontano, in una strada meno trafficata, riuscendo a passare inosservata. Si diresse poi a grandi passi verso il posto dove, credeva, Mìreen la stava aspettando da circa mezz'ora. Sulle labbra sgomitavano già le parole che, a raffica, avrebbero tentato di giustificarla: «Mi dispiace davvero, ho cercato di fare il più in fretta possibile ma non puoi immaginare che disastro sia successo al lavoro, ustionati ovunque. E a casa, poi, ho tre bestie che non mi lasciano respirare un attimo… Spero di non averti fatto aspettare troppo». Così avrebbe parlato appena avesse visto la Strega, senza neppure accorgersi di indossare un unico orecchino tristemente spaiato.

 
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view post Posted on 3/7/2019, 18:39
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Mìreen Fiachran
Ex-Grifondoro | P. Antimago | 25 anni | Sangue Banshee | Outfit | Scheda PGXwFHG5M "Non è il tuo Sangue a dire ciò che sei, ma è ciò che decidi Te di essere"
Ci aveva messo più tempo di quanto si aspettasse per prepararsi.
Era da parecchio che non usciva tra amiche, purtroppo Lia la sentiva poco ultimamente, ma si promise di contattarla presto, almeno per sentire come stava.
Non sapendo come sarebbe andata la serata, ne dove sarebbero andare dopo aver cenato insieme, si mise qualcosa di soft ma carino per una serata tra ragazze.
Aveva qualche dubbio sulla maglia, le temperature erano ancora instabili così aveva optato per qualcosa di lungo ma leggero, se poi la sua scelta si fosse rivelata sbagliata, avrebbe pur sempre potuto infilarsi in un vicolo e modificare con un incantesimo il vestito, ma sperò di non doverlo fare, infondo aveva comprato da poco sia gonna sia maglia e le piacevano tanto.
La ricerca della borsetta era stata problematica, ricordava di averne una nera perfetta, ma dopo che aveva ospitato il fratello quel weekend, dopo che l'avevano raggiunto dei suoi concasati il pomeriggio per poi averli scortati fino ad Hogwarts tutti insieme, il disordine regnava sovrano nel suo appartamento e come al solito era lei quella rimasta a pulire (era il suo appartamento, non poteva far diversamente).
Trovata la borsetta sotto il divano, l'amuleto della sua famiglia come sempre al collo a nascondere in parte la cicatrice sul petto, uscì diretta a Diagon Alley.

Quando arrivò sul luogo dell'incontro, erano le 7 p.m. esatte, ma della rossa non ce n'era traccia, così ne approfittò per dare una controllata al trucco leggero e ai capelli. Erano di un colore prevalentemente lilla, ma con qualche ciocca qua e là rosa e azzurra (tentativo di togliere le 2 precedenti tinte non perfettamente riuscito). Col vestiario il colore dei capelli cozzava un poco, e i passanti si giravano attirati da quella chioma inusuale, ma poco le importava, da quando aveva deciso di riprendere il controllo della propria vita e "tornare a vivere", colorandoli a seconda di come le girava in quel momento, non aveva più prestato attenzione agli sguardi dei curiosi, tra i divertiti, gli affascinati e a volte anche i contrariati, ne aveva viste di facce e reazioni alla sua decisione di "rompere gli schemi".
Ma quando si trattava di conoscere qualcuno il cui parere poteva contare se si fosse rivelata una persona degna di fiducia, le cose cambiavano.
Si passò una mano incerta tra i capelli, catturando una delle ciocche le cui sfumature andavano dal rosa al lilla per poi finire con la punta ancora azzurra.

[Cosa penserà Jolene del mio modo strano di colorare i capelli? Resterà divertita o le farò pena? Crederà che il mio sia solo un tentativo di attirare l'attenzione come alla fine credono sempre tutti?]

Incontrare ragazzi in un pub, flirtarci per poi dargli il 2 di picche era diventato ormai facile, addirittura divertente, ma conoscere possibili nuove amiche era diverso.
Era così facile uscire col suo gruppo in Irlanda, si conoscevano fin da piccoli e tra femmine c'era sempre stato un legame, anche perchè molte delle loro madri erano membri della "sua" congrega.
Anche se, a volte, aveva il sospetto che avessero intuito qualcosa sulle sue capacità magiche, ritenendo le sua conoscenze nell'ambito esoterico non solo necessarie a ereditare il compito di sua nonna, ma alla fine non si erano mai comportate quasi mai in modo strano verso di lei, infondo non era l'unica strega in mezzo a babbane.
Ciò che più la intimoriva era la gente del villaggio, soprattutto gli anziani.
Alcuni erano gentili e affettuosi con lei, infonso erano una comunità piccola e si conoscevano tutti, la sua famiglia aveva fatto tanto per il villaggio, ma altri la guardavano con sospetto, con attenzione come che si aspettassero qualcosa da lei, chi addirittura con paura, come che potessero spuntarle un paio di corna e le ali da pipistrello come nei disegni dei vecchi libri di sua nonna sui demoni.
Era felice di aver fatto nuove amicizie da quando si era trasferita a Londra, ne aveva veramente bisogno dopo tutto quello che aveva passato e molte erano state più importanti di altre, con cui aveva un bel rapporto che intendeva continuare a coltivare.

Aveva messo via lo specchietto e guardava la punta nera dei propri tacchi bassi quando una rossa trafelata l'aveva raggiunta, dispiaciuta del ritardo, spiegandole cos'era successo..
L'aveva ascoltata e appena ebbe finito, la bloccò prima che potesse ripartire a scusarsi:

<< Tranquilla, non preoccuparti!
Sai quante volte è successo a me di tardare per un motivo o per un altro.
Ora rilassarti, prendi fiato, che se no mi collassi qui in strada...
E intanto che andiamo al localino di cui mi hai accennato nella lettera, raccontarmi delle 3 bestie che hai a casa e che, suppongo, tengano in ostaggio l'altro tuo orecchino a cerchio, sempre che in verità non sia una tua scelta stilistica indossarne solo uno.>>


Le fece un gran sorriso e fece un passo avanti in una direzione puramente casuale non sapendo quale fosse il locale dove la voleva portare.

<< Nella borsetta ho i biscotti gufici nuovi di cui ti ho scritto nella lettera...
E per la cronaca, stai benissimo con quel vestito, adoro soprattutto questo soprabito, sembra un cielo stellato! Ma dove li trovi??>>


PS: 196 | PC: 126 | PM: 135 | PE: 29.5 Giuls || © harrypotter.it

 
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view post Posted on 13/9/2019, 16:54
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Jolene White

bbbInfermiera ☽ 20 annibbb
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Appena riconosciuta Mìreen, Jolene non si concesse il tempo di pensare prima di dare voce al flusso disordinato di scuse che le ronzava in mente. Fu solo quando l'altra l'interruppe che finalmente poté prendere aria e, tornata in sé, prestare attenzione alla donna che aveva di fronte. Naturalmente non le era sfuggito l'aspetto considerevolmente diverso rispetto a quando l'aveva conosciuta, ma solo in quel momento arrivò ad apprezzarne la portata. La Strega sfoggiava una capigliatura come Jolene non ne aveva quasi mai viste: diverse sfumature si intrecciavano tra le ciocche morbidamente ondulate. Erano i capelli di una fata, pensò, ma non del genere di Nephelae; Mìreen aveva l'aria sognante delle creature che popolano il folklore babbano, si distingueva con vivacità tra le tinte slavate tipiche delle giornate londinesi più uggiose. Una scelta particolare quanto felice, pensò, che le accordava alla prima occhiata la forza di un carattere che si prospettava sfaccettato e travolgente.
Guidata dalle parole dell'altra, Jolene prese un profondo respiro, salvo rilasciarlo in una mezza risata all'idea di collassare lì davanti a tutti. Così venne sancita la rottura della tensione, prima che la sorpresa la portasse a sollevare rapidamente una mano verso il lobo sinistro. «Oh, è vero!» Anche l'altra mano corse a sfilare l'orecchino, mentre uno sbuffo palesava il suo disappunto. «Ci hai visto giusto, una delle bestiacce ha una passione smodata per tutti i miei gioielli. Per di qua.» Iniziò a guidare l'altra, facendole cenno verso la direzione in cui avrebbero dovuto dirigersi. Nel frattempo era riuscita a liberarsi del cerchietto spaiato, e lo fece scivolare in tasca. «Si chiama Nephelae, è una fata», prese a spiegare, «E, per Merlino, ha il caratteraccio peggiore che abbia mai incontrato. Mi sono lasciata ingannare dall'aspetto grazioso, ma quando vuole qualcosa non c'è verso di averla vinta. Ha una collezione di piccoli oggetti, perlopiù brillanti, da qualche parte sopra la libreria. Questo non è il mio unico orecchino spaiato». Rise, consapevole di quanto fosse assurdo che un esserino alto solo pochi centimetri potesse averla vinta su una Strega adulta. La verità era che Jolene non aveva il cuore di sottrarre a Nephelae i suoi tesori, dato che sembrava tenerci così tanto. Non sarebbe stato qualche orecchino mancante la sua rovina, si era detta prima che la situazione sfuggisse di mano. «Poi c'è Daisy, che è la più innocua. L'hai vista, oltre a un grande talento per la teatralità quando vuole da mangiare non disturba nessuno. E infine Emerald Butler, il gatto, la cui specialità è Materializzarsi tra i tuoi piedi quando sei di corsa, con risultati ovviamente disastrosi.» Terminava così quella piccola famiglia di cui Jolene, a dispetto delle parole volutamente esagerate, non avrebbe potuto fare a meno. Era certa che Mìreen potesse capirlo, dopo tutto lei stessa possedeva almeno un gufo, e di certo non le era sconosciuto l'affetto che lega al proprio famiglio.
«Grazie davvero!», esclamò poco dopo, tanto per la gentilezza di averle portato i biscotti gufici quanto per il complimento riguardo al suo vestiario. «Anche tu stai benissimo. I capelli mi piacciono da morire, quindi hai deciso di cambiare look?» Le sorrise, trovando incredibilmente piacevole scambiarsi quel tipo di commenti: per quanto semplici, per diverso tempo le erano stati preclusi dalla mancanza di un'amica che potesse apprezzarli. Riponeva sempre una grande attenzione nella propria immagine, avere la conferma che ciò non passasse inosservato era una piccola soddisfazione innocente, a dispetto di quanto potesse nutrire la sua vanità. Sapeva quanto una semplice osservazione come quella potesse risollevare l'umore.
Camminavano da circa cinque minuti quando infine Jolene si fermò: di fronte a loro, un locale dalla vivace insegna al neon era incastrato, stretto e apparentemente insignificante, tra un negozio d'abbigliamento e una pasticceria. «Eccoci!», esclamò allegramente, pronta a trascinare Mìreen all'interno. Quando aprì la porta l'aria fresca della sera si riempì delle note vivaci di una chitarra e del chiacchiericcio degli avventori; lasciò che la Strega entrasse prima di seguirla a sua volta.
L'interno si rivelava più spazioso di quanto la facciata lasciasse presagire. Il locale si sviluppava soprattutto per il senso della lunghezza, culminando in un palco sopraelevato su cui una band locale stava accordando gli strumenti per il concerto della serata. Numerose figure si muovevano sfuggenti nella luce calda e soffusa, facendo la spola tra il bancone, il tavolo del buffet e i piccoli tavolini rotondi dove ci si poteva sedere con la propria consumazione. «La mia parte preferita, dopo la musica, è il buffet gratis con il primo aperitivo», confidò alla donna. «Non è niente di troppo elegante, ma ti assicuro che ne vale la pena.» Esitò qualche istante, colta dall'improvviso timore che quella specie di ambiente non fosse tra i prediletti di Mìreen. Non si era premurata di domandarle che cosa preferisse fare, forse si era presa troppa libertà a credere che ciò che faceva piacere a lei fosse anche nelle sue corde? Dopo averla guidata al bancone, in attesa del loro turno, Jolene esordì con una nuova rivelazione, che quasi certamente avrebbe destato l'interesse dell'altra: «Noti qualcosa di strano in alcune delle clienti?» Spostò l'equilibrio su una gamba, così da potersi avvicinare a Mìreen e parlarle in tono più confidenziale. Se vi avesse fatto attenzione, avrebbe notato che alcune delle avventrici vestivano in maniera quanto mai curiosa: si potevano vedere mantelli lunghi fino in terra, abiti dalla foggia antiquata e capi in voga nelle epoche più diverse, maldestramente mescolati. Jolene era certa che Mìreen avrebbe riconosciuto i tentativi del popolo Magico di mimetizzarsi tra i Babbani; mentre loro due si adattavano con disinvoltura alla moda dell'epoca, non si poteva certo dire lo stesso di una parte del locale. «Sono Streghe», avrebbe sussurrato nel caso in cui Mìreen non lo avesse detto di sua iniziativa. «Si vocifera che questo sia uno dei locali preferiti di Wizzy Sonorus. Da quando ha scalato tutte le classifiche con il suo nuovo album ha un'orda di fan, quelle che sanno di questo posto vengono qui sperando di avere fortuna e incrociarlo.» Per qualche momento si guardò intorno, come se lei stessa tentasse di individuare il volto del famoso cantante. Poi tornò a concentrarsi su Mìreen, sorridendole. «Non è mai successo, che io sappia. Ma se questa è la sera fortunata, di sicuro ci sarà da divertirsi.» Lo disse con una leggera punta di sarcasmo, convinta che, se c'era qualcuno che poteva scatenare l'inferno in un posto tranquillo come quello, era un cantante giovane, belloccio e famoso.

 
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