di narcisi e di fiamme, evento post-profezia

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view post Posted on 8/9/2019, 21:55
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Il Fato

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Londra, la Ciminiera.
Le prime luci dell'alba, le ultime ombre della notte: sgusciano insieme, di pari passo, in un incontro così scandito nel tempo da non ammettere ordine casuale; un saluto sfuggente, l'attimo di un bagliore che si consuma fino alla fine, nulla di più. Le strade silenziose, il ferro battuto di un fabbro restio al suo operato, il profumo del pane già in forno: un idillio dal gusto mattutino, soltanto per pochi, mentre il risveglio sbadiglia a sua volta. Tra le finestre si scorgono figure in movimento: le madri al lavoro, le colazioni ormai quasi pronte, il latte tiepido, la cioccolata a dispetto della calura estiva; le diete di mezza stagione, le promesse di un nuovo inizio, l'epilogo degli sbagli appena commessi. Un postino che consegna la posta del giorno, le ultime notizie sul giornale fresco di stampa, infine un colpo secco ai portoni di legno di villette a schiera, un quartiere qualsiasi, uno qualunque, sembrano l'una la copia dell'altro; un padre che giunge all'uscio, lì fermo alla porta, un gradino in famiglia e il successivo già fuori, mentre una moglie, un bambino, una figlia, perfino l'abbaiare di un piccolo cane lo riportano indietro, all'interno, ancora una volta. Non andare, non c'è fretta. Le tazze di caffè fumante - una zolletta di zucchero, cara; per me amaro, basta così -, poggiate alla rinfusa su tavoli di riunione antica, che richiama ed invoca un affetto. Non c'è fretta, non c'è fretta. Londra sfila le sue lunghe coperte; è un sonno leggero, a tratti infranto, e il dormiveglia si delinea nella sua stessa penombra. Mamma, sussurra qualcuno. Una manina paffuta, le dita tutte aperte, sporche di arancio: la nonna sorride dall'altro lato, sulla poltrona, mentre nasconde un barattolo di marmellata alle albicocche, è solo per suo nipote. Mamma, mamma. Ancora una volta, la gonna tirata con impazienza, l'espressione distratta; un vestito di taffetà azzurro, lungo fino alle gambe, non trova però i sandali bianchi. Mamma, mamma. Un sospiro di palese fastidio, quelle quattro mura si riempiono di grida, di voci, di conversazioni sospese: è l'inizio, si dice, è soltanto un altro giorno. Strappa l'abito già macchiato di marmellata, scocca un'occhiata punitiva al piccolo, e infine abbandona il calendario: l'ultimo giorno di Agosto.
Una frase, una richiesta, le pagine scivolano tra le sue dita.
Non ha più tempo, è una mamma.
Mamma, mamma.
Si risveglia anche lei.


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Una Chiesa.
I passetti leggeri di una donna avanti con gli anni, i capelli tirati all'indietro e poi in alto, a mo' di una crocchia severa; le gambe tozze, i tacchi bassi scricchiolano sul pavimento in pietra battuta, lì nella Cattedrale di Santo Stefano; le rughe le solcano il viso, è uno sguardo - il suo - che ne ha viste molte, e che ancora molte potrà vedere: il suo unico ragazzo slittato altrove in un banale, folle incidente stradale, la ricorrenza, l'odio viscerale per la fine di Agosto, più di qualsiasi altro periodo dell'anno. Si stringe all'accenno di un brivido di freddo, le mura sono così imponenti, il tetto altissimo, tutto in quella Chiesa impone un rigore assoluto; i mosaici brillano ai primi tenui raggi di sole, è una luce tanto fioca, è spenta, la donna vi si ritrova pienamente. Più avanza lungo la navata principale, più tiene gli occhi rivolti verso il basso; non ha bisogno di studiare ancora, una Chiesa vale l'altra, tenta di convincersi, ma quella - quella è più importante: mentre sfila accanto all'altare del Redentore come figura minuta, quasi impercettibile, non ha attenzione neanche per il Creato. Non è meritevole, non quel giorno, e il ricordo di una bara in mogano - «mogano, signora, scelga il mogano, è un legno resistente», le avevano saputo soltanto dire - le fa trattenere il respiro. Le mani trafficano rapide, esperte, di continuo: una moneta argentea nel cerchio delle offerte, un lumino acceso per un'altra anima, lì nel blocco dei caduti. Si disperde in quel modo la sua attenzione, mentre la candela brucia di una fiammella solitaria, e poi divampa, imperterrita. Socchiude gli occhi, una perla di cera scivola sulla mano - e li vede, uno ad uno, angeli dispersi. Sussulta, all'attenzione del Cielo.
«Non farlo, mio Dio. Non di nuovo.»
Li vede, e non riesce a dire altro.

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Hogsmeade, il Villaggio.
Alla distanza necessaria dalla Londra Babbana, come la seconda faccia di una medaglia consunta nel tempo, sorgeva una ragnatela intricata di vicoli, viottoli, ciottoli e stradine laterali: il Sobborgo più antico del luogo, la Storia di carta ed inchiostro che diveniva reale. C'era un'atmosfera pacata, tra quei dintorni: gli ultimi passanti coloravano di tanto in tanto gli angoli più trafficati, alcuni entrando e uscendo dai negozietti più in voga, sulla scia dei fermenti per l'indomani: l'aspettativa del vicino primo di Settembre si percepiva nell'aria, gli studenti in arrivo avrebbero posto fine alle vacanze estive e dato così inizio ad un nuovo anno scolastico. Hogwarts si diroccava poco distante, in effetti, e dalla Stazione ci sarebbe stato finalmente fermento. Agosto, tuttavia, si faceva forza nel suo ultimo slancio: il tepore estivo, il cielo azzurro, soltanto uno sbuffo di nuvole di tanto in tanto. Una giornata qualsiasi, a tratti astratta, se non fosse stato per una pattuglia di passaggio - Stregoni in osservazione, lo sguardo del Ministero come un velo impercettibile sul Villaggio vivace. Non avevano attirato alcuna attenzione, si aggiravano con cautela, e tuttavia erano pronti al momento opportuno. La voce, quella voce, aveva raggiunto chi di dovuto, e tanto bastava per prevenire ogni pericolo. Non c'era nulla fuori luogo, non ancora, e la vita scorreva nel più semplice dei suoi percorsi. Di fronte la vetrina di Mielandia, infatti, si intravedeva una fila di clienti golosi come di solito, e al suo lato opposto si concentrava un venditore ambulante - uno dei tanti, uno dei soliti, forse senza permesso -, che distribuiva a destra e sinistra mazzolini di fiori a soli cinque falci l'uno. Un omaggio floreale per il bentornato ad Hogwarts dell'indomani, un gesto gentile, magari l'uno e l'altra cosa; il prezzo era tanto basso da coinvolgere perfino i più giovani e in quel cicaleccio ogni voce si perdeva, e diveniva tavolozza di colori di un dipinto fuorviato di petali. Un ragazzo di bell'aspetto attese il suo turno con più pazienza del solito e quando recuperò cinque bouquet di fiori, si affrettò a pagare il prima possibile. Non voleva rose né girasoli, erano i più gettonati quel giorno, ma non per lui.
Narcisi, precisò. Soltanto narcisi.
All'occhiata incuriosita del venditore, aggiunse un galeone di mancia e si rituffò via, a colpi di bracciate e di imprecazioni.
Per fortuna, si disse, non abitava lontano.


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Una Vasca da Bagno.
Stringeva tra le mani tutti quei narcisi, il giallo e l'ocra in sovrapposizione, il bianco del centro come una corona luminosa; nella lunga borsa a tracolla che scendeva dalla spalla destra aveva raccolto i primi barattoli di miele d'api, infine una candela al profumo dei cedri estivi. Sapeva ogni cosa, e ne era felice più di sempre, perché il ragazzo - il suo ragazzo, si sorprese anche solo a pensare - aveva finalmente acconsentito all'incontro: in quell'alone di mistero, mentre il giovanotto si sporgeva all'indietro, ad ambo lati, si realizzava allo stesso modo un'eccitazione tutta originale, tutta nuova, anche per lui. Un tratto romantico non avrebbe guastato, non ne era esperto, ma i fiori, e le candele, e il luogo scelto, forse nell'insieme avrebbero potuto fare per davvero una bella scena. Si allontanò dai passanti del Villaggio, diretto a passo rapido verso un palazzo in disuso, dall'aspetto abbandonato; non si era mai soffermato più del dovuto a studiarne l'edificio, ma avrebbe dovuto ammettere che non fosse un granché, affatto. Un condominio, più o meno, con pochi inquilini: salì la prima di tre rampe di scale e si ritrovò la strada bloccata. Tre uomini vestiti di nero erano fermi su una porta chiusa, li guardò di sfuggita e si chiese cosa volessero, chi fossero: non li aveva mai incrociati prima di quella volta. Chiedendo permesso, continuò ancora per i gradini di cemento dimesso, e ancor prima di sparire di lato, si volse indietro. Indicò la porta, l'appartamento chiuso. «Se cercate Aminia, è in vacanza dai suoi.»
In risposta il triumvirato parve soltanto infastidito, uno di loro grugnì con insistenza e poi spinse le nocche della mano destra contro la porta; nessuna risposta, e il suono si disperse al vuoto. Senza rimetterci più del dovuto, il ragazzo abbandonò tutti loro. Alla porta del suo abitacolo, recuperò le chiavi e fece scattare la serratura: il profumo degli incensi lo accolse come un vecchio amante e senza ripensarci, febbrilmente, iniziò a spogliarsi. Il miele nella borsa, i narcisi tra le mani, si diresse così verso la vasca da bagno.

Ed era pace,
una giornata tranquilla,
la fine di un mese, l'ultimo di Agosto.
Trentuno, mamma. Trentuno.
Tra il cicaleccio di voci, il turbinio di colori,
i fiori in vendita e gli osservatori in attesa.

Accadde tutto di sfuggita, tutto di scatto.
Una Chiesa - la donna che piangeva all'altare.
Una Vasca - i narcisi sminuzzati in petali.
Una Porta - abbattuta di forza.
C'era ordine al Sobborgo,
e tuttavia, tuttavia iniziava.
Il Futuro così diveniva Presente.


«Prima del fischio del Treno in arrivo, la Cera esigerà il pegno di un patto;
tra le dolcezze del vecchio Sobborgo, ciò che è pagato resterà pagato,
così il solo Edificio dai cinque e più piani sarà preso d'assalto,
di pietra viva sarà profanato, e di cenere a fondo rivestirà i suoi abitanti.»


Benvenuti all'Evento Post Profezia [link].
Il post d'apertura consiste in più scene, ma la penultima è quella pubblica. La Profezia infatti viene svelata nella sua prima parte: temporalmente, ongdr, siamo al 31 Agosto, al Villaggio di Hogsmeade. Nulla di più sembra essere accaduto, non ad ora.

- L'Evento è aperto a tutti, è cumulabile. Quanto accaduto al Ballo di Fine Anno rappresenta il punto iniziale, i personaggi coinvolti potranno dire di essere a conoscenza della profezia - o di qualsiasi cosa credano possa essere stata - oppure, per i non presenti al ballo, si suppone che la voce sia girata per un po', soprattutto al Castello. Per questioni organizzative e realistiche, poiché ongdr periodo di vacanza, per gli Studenti la partecipazione è riservata ai primi cinque a postare.

- Potete accedere all'evento nei suoi primi due turni, dopodiché sarà chiuso ai partecipanti intervenuti.

- Si svolgerà a turni con scadenze di circa dieci giorni o poco più, così da favorire un certo livello scorrevole. Saranno come sempre permesse proroghe e massimo tre assenze.

- Per domande, resto a disposizione per mp.

Prossima scadenza: 14 Settembre, 23.59
 
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view post Posted on 10/9/2019, 12:01
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isshonome
Dipendente Ministeriale ☯ C.M.I. ☯ 67 anni ☯ Giapponese
PS: 196 ☯ PC: 132 ☯ PM: 126 ☯ EXP: 29


L’ultimo giorno di Agosto si vedeva vissuto nella sua totale incertezza e incognita; la quotidianità di quel piccolo borgo da sempre baluardo della festa e del commercio più disparato era da un certo periodo stata contaminata dagli ultimi eventi spiacevoli che, nuovamente, avevano trovato protagonista la scuola di Hogwarts nelle vicinanze. La pacatezza che si assaporava in quelle vie, strade e negozietti di qualsivoglia specie risultava quasi innaturale per come il giapponese, passeggiante da qualche ora, l’aveva cominciata a conoscere negli ultimi tempi; quella cautela del pensiero rivolta negli ultimi episodi che da giorni oramai echeggiava nel borgo stesso, nelle mura ministeriali e probabilmente nella stessa scuola che tra poco sarebbe tornata aperta ai suoi ospiti, si trovava mescolata alla fretta e attenzione nell'adorno del paesino che cercava come suo solito di dar il benvenuto a vecchie conoscenze e nuove personalità. Il primo giorno di Settembre dell’indomani avrebbe dovuto dare un importante slancio per l’inizio di un nuovo percorso non solo scolastico ma anche sociale che gli ruotava attorno e della quale la stessa Hogsmeade era parte attiva e fondamentale. Camminando per i vicoli, accompagnato dal proprio bambù saldo sulla destra, Issho osservava quella atipica vita giornaliera di borgo; erano già a regime lavorativo alcuni negozi sul viale da lui percorso, tra i quali Mielandia già satura di gente in fila ad aspettare il proprio turno per assaporare le sue golosità. Sono arrivato tardi, yare yare. Sbuffava sottotono l’orientale, ultimo della fila ma primo goloso fra quella marmaglia di gente; aveva probabilmente perso anche l’appuntamento giornaliero col piccolo Lucas, un bambino che non perdeva mai tempo o occasione per spacciare le proprie leccornie in cambio di altre comperate dall'asiatico. Lo sguardo rivolto al cielo, nell'attesa infinita del proprio turno, lo portò ad osservare quegli ultimi tratti di azzurro di una estate oramai in conclusione, adornato a intervalli irregolari da nuvole che ne smussavano la brillantezza, il tutto accompagnato da quel tipico tepore stagionale che aveva lasciato nella storia e nel tempo ultimo trascorso nuovi segnali di tensione sociale; il ministero, nei suoi svariati ingarbugliamenti di uffici e piani, non si era tenuto lontano dalle discussioni, dalle illazioni e speculazioni decantate da una profezia ricevuta da uno studente durante la festa di fine anno scolastico a Hogwarts. Voci di corridoio? Tantissime… posizioni ufficiali o azioni concrete da parte dell’istituzione? Poche, quelle conosciute almeno; aveva sentito che fossero state stanziate delle pattuglie ministeriali per i viali del paese, ``così … in caso di disastro o pericolo``, ma di rado gli sembrava di cogliere con lo sguardo volti nuovi e in gruppo in giro per il borgo. Sempre affidandosi al ``sentito dire``, c’era poco da fare a livello esecutivo dato che gli parve di capire che non vi fossero dettagli evidenti nelle parole profetiche e tanto meno studi e analisi da personale competente avevano portato a qualche soluzione o prevenzione… unico dato certo era la negatività e il pericolo ben descritti nella visione che lo stesso Issho faceva fatica a ricordare e, a maggior ragione, si teneva lontano dal commentare non avendo ben a mente tutta la storia per intero ma dovendosi solo affidare a quelle parole o discussioni presso gli uffici dove lavorava, con i colleghi. Tieni… hai fatto tardi! Ho preso qualcosa anche per te. Un giovanissimo bimbo prendeva a tirarlo per il fondo della leggera ed enorme giacca bianca che indossava per le spalle. Lucas, per amor del cielo; se non esistessi, ti dovrebbero creare. Un sacchetto di leccornie gli fu consegnato dal bambino che lo intratteneva quasi ogni di’ per pochi minuti e che prendeva a rispondergli con quella voce squillante. Si, lo so questo… non prendere il vizio. Scaltro e mala-lingua, Lucas prendeva ad allontanarsi per ricongiungersi alla madre, salutando con la mano in alto nel mentre la madre echeggiava il suo stesso gesto, presa dalla fretta di tornar a sbrigare i propri affari. Sorrise di gusto, salutando di sua volta e lasciando la fila di gente che non aveva avuto la fortuna del giapponese nel conoscere qualche goloso patentato che potesse reclamare per lui il premio del giorno. C’è ancora speranza per questa società. Ammiccava a un povero disgraziato che da lì a poco avrebbe preso il posto suo nella fila. Tornando per i propri passi, notò con sorpresa la presenza di un venditore all'opposto del negozio di Mielandia. Non ricordava di averlo sempre visto lì; avrebbe giurato di no e pensato che fosse abusivo, ma poco importava in quel momento dato che il ``clima`` di attesa e preparazione era tale che si sarebbero potuti chiudere gli occhi dinanzi a commercianti di fiori che tiravano su il gruzzoletto di giornata. Badò poco a quell'episodio, c’erano ben altri problemi ai quali pensare, tant'è che, fra un’ape frizzola e un’altra e trovando posto presso una panchina non troppo distante dal venditore ambulante, tornò coi pensieri al pensare solito di un vecchio in giro per il proprio paese: non cantieri…. ma la società in sé.

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view post Posted on 14/9/2019, 19:58
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MAURIZIO PISCIOTTUsquadra antimago ✧ 28 anni ✧ Anxiety
Nel periodo più calmo dell anno nel mondo magico era arrivata una delle notizie peggiori che aveva sconvolto l'intera comunità Inglese. Il ballo scolastico di fine anno si era rivelato una fatale sentenza, gli studenti si erano ritrovati con le gambe all'aria, un momento di festa si era trasformato per tutti in un momento di dolore e tristezza. Le dinamiche della situazione per molto tempo erano state terribilmente confuse, le poche informazioni che si avevano in un primo momento era che una profezia era stata lanciata. Eppure giorni dopo la notizia è iniziata ad allargarsi oltre il mondo di Hogwarts e tutti avevano intuito che più di una profezia quella lanciata al mondo magico era una sentenza, una sentenza di morte.
Proprio per questo il Ministero aveva deciso di giocare in contropiede, la sentenza aveva una data seppur approssimativa e avevano avuto modo di organizzarsi per tempo. Era stata istituita una piccola task force guidata da un Auror per affrontare una minaccia di cui avevano pochissime informazioni.
Quando la notizia arrivò a Maurizio la prima reazione fu puro stupore, era fermamente convinto fosse stato Aiden a tirare fuori il suo nome dal cilindro ma avrebbe chiesto solo una volta finito.
Jeans, camicia di lino giallo limone, coppola nera e una bandana di lino nera che gli copriva parte del volto andavano a completare il suo outfit per quel giorno. Le direttive del Ministero erano chiare: non farsi notare quella sera, e così aveva optato per una scelta che guardasse anche lo stile.

---


"Dove diamine dovevamo vederci?!?"
Dico forse con un tono troppo alto e seccato. Sono in una parallela di high street, una piccola stradina poco trafficata, dove mi posso permettere di togliere la bandana e fumarmi una sigaretta. Guardo l'orologio regolarmente, mancano tre minuti prima di rimettermi e girare verso high street, forse sono più in ricerca dei miei compagni che di qualche volto sospetto. Forse era sfortuna, forse il caso ma non ho ancora visto nessuno dei tre in giro per Hogsmeade. Due minuti. Vedo una donna immettersi nella stradina e sollevo la piccola bandana, le direttive sono: "non fatevi vedere" e, seppure la bandana è una scelta appariscente, fa il suo sporco lavoro. La signora non mi degna di uno sguardo e si infila in una casa, torno alla mia sigaretta. Un minuto. Rimane soltanto il filtro, quindi la getto per strada e rimetto la bandana oltre il naso, il leggero lino di cui è fatta mi permette di respirare senza problemi. Riprendo la ronda prima del tempo, in cerca dei miei compagni.

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view post Posted on 14/9/2019, 20:14
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Jolene White
‣ Infermiera‣ Ex Corvonero‣ 20 anni‣ Outfit

Jolene
30 Agosto

Nella cucina illuminata fiocamente dalle tinte grigie che a malapena oltrepassavano i vetri delle finestre, il fischio del bollitore annunciò l'alba imminente. Spense il fuoco; una nube di vapore confuse i tratti stanchi, dando l'impressione che galleggiassero sopra alla tazza profumata di cannella. Lunghe dita pallide si chiusero intorno alla ceramica bollente: volutamente impassibili, mantennero la morsa mentre il silenzio l'accompagnava oltre le porte scorrevoli. Il terrazzo era fresco, grigio come il mondo intero, che da quell'altezza aveva la placidità innaturale di una città disabitata. Sapeva che il colore avrebbe dovuto proseguire il proprio cammino da Oriente ancora per un pezzo prima che Londra si risvegliasse. Con i gomiti appoggiati al parapetto, soffiando nel tè mentre ancora era fumante, Jolene attendeva così che la giornata iniziasse a pieno diritto.
Man mano che i fogli del calendario si consumavano nella corsa verso il primo di settembre, l'attesa si faceva più snervante. Aveva avuto a disposizione un'intera estate per riflettere sulla premessa del disastro, vi aveva consumato i pensieri fino a quando le fiamme non erano diventate solide e concrete quanto il pavimento su cui poggiava i piedi. Non che ora trascorresse le sue giornate a rimuginarvi sopra, naturalmente: gli affetti richiedevano tutta la sua attenzione, in un modo o nell'altro riusciva a tenersi sufficientemente impegnata. Ma vi erano momenti – come quel giorno, prima che il sole scacciasse le ombre dei presagi e che lei fosse autorizzata a mettersi in moto e non fermarsi più per ore -, momenti di vuoto che si saturavano immancabilmente di ciò che qualcuno sapeva e che lei si sforzava di non temere.
Presto, troppo presto quella mattina aveva aperto gli occhi sul soffitto ancora buio. La data, che controllava con un'attenzione inedita per i mesi estivi, indicava che il momento per il quale aveva accordato il proprio aiuto non poteva ormai essere lontano. Gli arti rispondevano con un sorprendente connubio di pesantezza e prontezza allo scatto, la mente non si dava pace. Da che aveva memoria, le settimane più calde dell'anno erano state per lei ozio e piacere – la precisa definizione di vacanza. Da che aveva memoria, non aveva mai dovuto preoccuparsi di una catastrofe imminente; quel genere di avvenimenti non aveva mai riguardato la sua vita da vicino, e anche quando ad essere presa di mira era stata Hogwarts stessa Jolene si trovava in un altro paese e, fatto più importante, totalmente ignara di ciò che stava per accadere.
Non così quella volta. Qualsiasi fossero state le conseguenze, sapeva di non volersi tirare indietro. Un senso del dovere, tanto astratto quanto concretizzato in volti a lei noti, le imponeva di essere presente a qualsiasi cosa fosse avvenuta. Anche al nulla, se così doveva essere – se Oliver si sbagliava, e il pericolo era ormai alle loro spalle, avvolto nell'olezzo dolce delle rose e il tanfo rugginoso del sangue.
I primi veicoli avevano iniziato a percorrere le strade sgombre quando ritornò al coperto, i pensieri volutamente rivolti a faccende quotidiane di nessuna importanza.


31 Agosto

Giunse infine il momento di confrontarsi con la realtà. L'ultimo giorno d'attesa, nonché le poche ore che rimanevano dell'estate propriamente vissuta. L'indomani la Sala Grande avrebbe ospitato un nuovo banchetto di benvenuto, e se solo avesse avuto la testa sgombra Jolene avrebbe potuto apprezzare la piacevole tensione di un ciclo sul punto di riaprirsi. Non si interrogava su come avrebbe trovato il Castello, sui nuovi volti pieni di meraviglia e quelli che, invece, non avrebbero più popolato i corridoi perché ormai parte del mondo adulto. I suoi pensieri si concentravano sul presente, con tutto ciò che sarebbe potuto accadere nelle ore immediatamente successive.
Quando apparve in un viottolo di Hogsmeade, si sentì in parte risollevata dalla bella giornata: nulla di irrimediabile avrebbe potuto avere luogo sotto a quel cielo così sereno, e coloro che incontrò mentre si dirigeva verso la via principale parevano pensarla allo stesso modo. Di lì a poco, come concordato, avrebbe dovuto incontrare Oliver: il ragazzo aveva chiesto il suo aiuto, e Jolene non avrebbe esitato a mantenere la parola data. Camminava dunque a passi spediti, appena a disagio a causa del mantello che le cadeva sulle spalle. Generalmente si teneva alla larga dall'abbigliamento tipico della comunità magica, trovando di suo gusto solo qualche veste da Strega che indossava di tanto in tanto su insistenza di Virginia. Per il resto si era mantenuta fedele alla moda Babbana, ma quella particolare cappa era una sorta di corazza – quantomeno a quel che le aveva garantito Mrs Butler –, e sotto di essa si sentiva in certa misura protetta.
Si trovò a rallentare quando, a testimonianza della fama di Mielandia, i passanti divennero più numerosi in prossimità delle sue vetrine. Avrebbe scommesso che tra i vocianti avventori vi fosse anche qualche studente di Hogwarts, felice di fare scorta di Cioccorane e Topoghiacci in vista nel nuovo anno scolastico. Ad attirare maggiormente la sua attenzione, però, fu un venditore che credeva di aver già visto da quelle parti, una volta o due: uno dopo l'altro i suoi clienti si allontanavano con allegri mazzolini di fiori tra le mani, in un tripudio di colori che la spinse ad indugiare ancora. Circondata da tanta spensieratezza, Jolene stessa arrivò a sentirsi alleggerita di parte del peso di quella giornata. C'era il tepore del sole ancora estivo, c'erano l'azzurro vivido del cielo e il profumo dei fiori mescolato al chiacchiericcio spensierato: tocchi delicati che, nel loro complesso, la facevano pensare a una tranquillità infrangibile.


‹ PS: 196 ‹ PC: 140 ‹ PM: 156 ‹ EXP: 27

Riassunto & Status delle Ferite

Tra una para mentale e l'altra, Jolene si ferma nei pressi del venditore ambulante.

Nessun danno subito.


Inventario

‣ Bacchetta: legno di Larice, piuma di Abraxas, 13 pollici, flessibile
‣ Cappa della resistenza: resiste a moltissimi colpi e folate di calore o di gelo (indossata)
‣ Anello difensivo: protegge da danni fisici e incantesimi; anche da Avada Kedavra, ma poi si spezza. Usabile una volta per quest (anulare destro)
‣ Patente di Smaterializzazione e qualche Galeone (tasche)

Conoscenze

‣ Classi di Incantesimi I, II, III, IV (esclusi i proibiti)
‣ Classe VI:
Adduco Maxima















 
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view post Posted on 19/9/2019, 19:55
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Il Fato

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Appartamento, l'Assente.
Come un lupo famelico di vestigia paziente, l'abito lungo e scuro si articola al fremito di entrambe le mani; un colpo di nocche in coppa, il pugno serrato, la parete di legno scadente, è un tremito che ripercuote con violenza inaudita perfino gli interni coperti: il gruppetto di tre uomini attendeva dietro un porticina che non aveva ragione di essere aperta. La fronte corrucciata dell'uno collimava con le sopracciglia inarcate dell'altro, la tensione palpabile fin nei battiti più tenui; un segno di diniego, un altro di assenso, e ancora un movimento secco del braccio destro contro il legno di tarli. Avevano ricevuto una risposta sufficiente, la partenza imprevista dell'inquilino dell'appartamento silenzioso, e sapevano fin nel profondo di quanto quella scusante restasse mogia all'ascolto di ogni preghiera. Mancò il seguito, bussare con naturalezza era il dominio della diplomazia spicciola. Uno sguardo d'intesa tra il primo e il secondo uomo, il terzo con la bacchetta già in avanti. Quando la serratura incontrò resistenza, una smorfia più simile a un ghigno apparve sul volto del figurante proprio al centro: un capo, forse, di una combriccola che non aveva ancora identità accurata. Si lasciò andare ad un sussurro infastidito, uno sbuffo appena, per poi piegare il legno alla magia trasfigurativa; occorse un attimo soltanto per avere una visuale d'insieme sull'atrio della stanzetta e quando a colpi di incantesimi si realizzò un varco abbastanza ampio per un essere umano, tutti e tre gli Stregoni si inerpicarono verso l'ingresso. Una volta entrati, l'appartamento si rivelò spoglio come un tempo non così addietro: uno spazio ristretto conteneva alla rinfusa un paio di sedie e una scrivania in legno, un letto disfatto tanto piccolo da somigliare ad una poltrona, infine un quadro attaccato alla parete sulla destra. Un vecchietto spaventato si ritrasse dalla cornice in uno squittio animalesco; la bacchetta del Mago più basso puntò proprio in quella direzione e lo scintillio che ne scaturì andò ad attaccare e staccare il dipinto ancor prima che il suo abitante si dilettasse in un passo di fuga. Rimasti da soli, l'attenzione si volse alla stanzetta e non poterono fare a meno di notare una serie di candele, alcune ancora fumanti.
«Aminia, Aminia, Aminia» cantilenò l'uno.
«Così accogli i tuoi ospiti?»


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Un Corpo, il Nascosto.
Vestiva di inadeguatezza, mentre il passo si faceva costante sui ciottoli del Villaggio. I pantaloni risultavano troppo stretti alle ginocchia, la camicia bianca si piegava da sé ad ogni movimento del corpo, la cravatta era un'aggiunta che non convinceva ancora, le scarpe erano mocassini scuri e andavano bene, i soli senza dubbio insieme alla giacca piegata sul braccio destro. Sentiva un rivolo di caldo lungo tutta la schiena e i capelli restavano senza brillantezza attaccati alla fronte; in ritardo, e per giunta a mani vuote, cercava di correre e di scongiurare ogni goccia di sudore possibile. Quando imboccò finalmente l'ultimo angolo, si affacciò poco dopo dal muro che conduceva al centro di Hogsmeade. Uno sguardo fugace e intenso allo stesso modo, la mano destra poggiata sulla pietra di tufo di lato. Per quanto ancora, si diceva. Per quanto ancora.
Il volto si piegò verso il basso, a capo completamente chino, mentre si addentrava nell'edificio che più conosceva in quella piazza. Al sicuro tra le sue mura umide, trasse un respiro di sollievo: salire le scale non gli parve mai così difficile come quel giorno, mentre distrattamente cercava di rassettare il suo aspetto al meglio delle possibilità. Non si accorse della porta violata al piano inferiore, non si accorse di nulla; vide invece il suo riflesso nella maniglia di ottone dell'appartamento raggiunto: il volto arrossato, la paura nel suo sguardo, il disagio di tutta quella situazione. Per quanto tempo, si chiese nuovamente.
Ma suo padre non avrebbe capito, nessuno avrebbe potuto.
Si morse il labbro inferiore, compiendo un passo indietro. Forse non era giornata, forse non ne valeva la pena, avrebbe rovinato un incontro già rimandato da molto. Parve titubare, prima che la porta si spalancò. «Sei in ritardo.» La voce del ragazzo lo raggiunse pienamente. Indietreggiò ancora, come in risposta. Non ricordò, poi, di aver superato l'uscio né di aver abbandonato la giacca sulla prima sedia libera; né ricordò di essere arrivato in bagno o di aver cominciato a spogliarsi. Il profumo di narcisi e il sapore del miele, il balsamo sulla pelle, la camicia che scivolava via, tutto quello ricordò. Socchiudendo gli occhi, al respiro trattenuto, si lasciò andare al contatto del viso del ragazzo sulla sua spalla, proprio dove il tatuaggio di un narciso stilizzato imprimeva sottopelle il calore di un bacio segreto.


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Sobborgo, il Caduto.
Apparvero come in una scena surreale, mentre una bambina correva via da Mielandia con un rettangolo di cioccolata stretto tra le mani: un bagliore a carpire i raggi di un sole esplosivo, ultimo baluardo di una stagione calante, e infine una piuma, una seconda, una terza in un volteggiare continuo e casuale. Angeli, dal candore rivestito sui corpi scoperti, in processione verso il centro della piazza principale: le occhiate risentite dei passanti più reticenti, quelle più apprezzate di visitatori per nulla imbarazzati, le une e le altre inseguivano e seguivano il cacciato del giorno, mentre la folla si spostava di lato, lasciava passare, non si perdeva alcun dettaglio di quel momento inusuale. Hogsmeade parve cristallizzarsi alla vista degli Angeli: avanzavano, si sistemavano, erano corpi modellati di perfezione, vestiti di bianco, dalla cintola in sopra scoperti, soltanto un paio di ali dalla schiena. Il piumaggio di uno stretto candore, luminoso e vivo, mentre il gruppetto di dieci, forse venti Celesti si dirigeva a passo spedito verso un punto meno trafficato. Si adagiarono in una zona delimitata da una striscia di carta sospesa e continua, dove ben presto si frapposero altri tre angeli, tuttavia in pietra. Le statue infatti cominciarono ad essere animate da una coppia di Streghe che seguiva la troupe, mentre la voce profonda di un uomo in giacca e cravatta - seguito da tre fotografi - impartiva ordini veloci.
«Gli Amorini sulla destra, fate passare.»
«Angeli, Gruppo A 24. Venti-quattro!»
«Cherubini, Gruppo A 33. Oh-»
«Ma insomma, ordine, ragazzi. Ordine.»
«Che qualcuno sblocchi quell'Angelo- quello, quello accasciato, suvvia, un po' di vita. Siete Angeli della Vita, non della Morte.»

Uno svolazzo della bacchetta magica e la Statua al centro si rianimò per risollevarsi in bella mostra. Tutto intorno, uomini in costume.

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Caotica nello slancio degli ultimi giorni estivi,
la piazza principale del Villaggio accoglieva così i suoi passanti. ll venditore di fiori offriva una camelia color panna ad una ragazzina, una bambina si sporcava il viso di un pasticcino alla crema, un fotografo immortalava un adone in candore per il settimanale in voga, e tutto accadeva all'unisono. Osservatori in silenzio, in attesa, adombrati di cautela; era stato annunciato pericolo autentico, ma ad eccezione di una statua angelica in bilico - sospesa al comando di un sortilegio mancato -, nulla lasciava intendere un peso d'impegno peggiore. Casette colorate, negozi vivaci, era il richiamo di un sabato del villaggio, né più che meno. Trentuno Agosto, a tutto tondo.
Parve quindi fuorviante, a tratti quasi fuori luogo, quel suono spezzato.
Come una corda di violino pizzicata maldestramente,
uno stridio di un gessetto sulla lavagna, un fragore vibrante.
I primi passanti corsero con lo sguardo alle vetrine di Zonko, poteva forse essere uno scherzo manomesso; qualcuno già inseguiva le statue e il gruppetto in mostra, ma gli stessi Angeli guardavano oltre. In alto, dal palazzo più dissestato e più laterale, il più lungo, si propagò per la seconda volta un impatto assordante, come oggetti andati in pezzi. Proveniva da lontano, ma era percettibile: la folla più vicina cominciò a farsi largo, sempre più lontana. Correvano indietro, correvano altrove. Accadde in un frangente soltanto: dai piani superiori dell'edificio le finestre esplosero, le une insieme alle altre, sospinte da un'onda d'urto che attirò l'attenzione dei più. Il vetro si dischiuse come una pioggia argentea e piombò in basso come frammenti in precipizio. Questione di secondi prima di colpire i passanti già in corsa.
«Via da lì!»
Il grido si disperse al successivo scoppio.

Così il Vetro accolse il primo segno,
e fu libero, fu vivo, fu infido.


«Prima del fischio del Treno in arrivo, la Cera esigerà il pegno di un patto;
tra le dolcezze del vecchio Sobborgo, ciò che è pagato resterà pagato,
così il solo Edificio dai cinque e più piani sarà preso d'assalto,
di pietra viva sarà profanato, e di cenere a fondo rivestirà i suoi abitanti.


Questo è il secondo e ultimo turno per accedere all'evento, dopo sarà riservato ai soli già intervenuti. Prossima scadenza: 28 Settembre, 23.59

Avete già libertà d'azione, l'ultima scena è in divenire.
 
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view post Posted on 24/9/2019, 17:09
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LA MANGIAMORTE

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“avete sentito di quello studente?”
“sembra che abbia previsto una C A T A S T R O F E”
“un sacco di morti dice…”
“ma chi è?”
“ma sarà vero?”
“bho"
“sei poi andata a quel concerto”
“Ma chi delle sorelle? Si, molto bello…”



Non si poteva dire che quanto accaduto al ballo di Hogwarts non avesse creato del fermento in redazione. Bagley aveva espressamente chiesto d”indagare sull’accaduto ma erano arrivate alla fine talmente tante versioni di questa fantomatica profezia che ci aveva rinunciato. Fine dell’estate, tutta la redazione aveva dimenticato la faccenda e Rowena compresa, presa com’era a raccogliere quante più informazioni possibili sul Quidditch mercato. Da li a pochi giorni sarebbe stato chiuso e le Holidey Harpies avevano dichiarato che avrebbero portato in squadra una vera star e tutti i tifosi ed appassionati, non facevano altro che attendere questo nome. La giornata era quindi trascorsa tra qualche chiacchiera con i colleghi, una battaglia tra fogli di carta trasfigurati e una corsa per i corridoi con le sedie, ma ancora nessuna novità all’orizzonte. Tutto sembrava morto, come la sua doppia vita. Era un po’ infatti che non partiva in missione per l’ordine dell’oscuro, che il marchio non aveva bruciato e anche quando era andata in villa per studiare qualche tomo di non facile reperibilità, non aveva incrociato né altri mangiamorte né Voldemort. Che fosse in vacanza su una isola caraibica? Poteva almeno mandarle una cartolina o una foto in bermuda. Era sempre così pallido poverino, un po’ di sole gli avrebbe giovato.
L’idea che colui che non deve essere nominato fosse davvero su un isola dei caraibi, con addosso un bel bermuda a fiori e sorseggiare margarita l’aveva perseguitata tutta l’estate, anche in quel momento, che si stava dirigendo ad Hogsemde per assistere al servizio di playwitch. Una strega sua collega le aveva detto che il cugino, che faceva il modello per la rivista, sarebbe stato presente ad Hogsmede per farsi fotografare e dato che non batteva chiodo da un paio di mesi, qualcosa che le rinfrancasse la vista faceva sempre piacere. Se ne stava quindi leggermente in disparte dal gruppo di venti manzi che pascolavano sotto i suoi occhi, le braccia conserte, gli occhiali da sole calati sul viso in modo che nessuno vedesse quanto famelico e allupato fosse il suo sguardo che ovviamente, non si era minimamente accorto dei volti conosciuti.

-Bontà divina….-

sbiascicò tra se e se, ritrovandosi a scuotere il capo come a scacciare chissà quale sordido pensiero. Sciolse le braccia che caddero penzoloni lungo i fianchi, andando a sistemare poi con le mani la tunica color oliva che indossava. Un abito leggero e comodo, che lasciava le gambe scoperte da sopra il ginocchio in giû. Un gilet in cuoio dotate di tasche per trattenere qualche galeone e un paio di oggetti sempre utili a coprire il busto, ai piedi un paio di stivaletti estivi. La bacchetta dimorava in una fondina che utilizzava anche come cintura, stretta alla vita. I suoi ninnoli, scintillavano ai raggi del sole. Era decisa a muoversi, a seguire il gruppo di angeli più da vicino per adescarne qualcuno ma questi si bloccarono spostando lo sguardo altrove. Un suono stridulo e contratto, qualcosa che non apparteneva a quel luogo e nemmeno a quella giornata che appariva del tutto spensierata, attirò l’attenzione di molti presenti. Anche lei, che fino ad un attimo fa si era immaginata quanto bello fosse il paradiso, aveva spostato, con un po’ di fastidio, lo sguardo altrove. Un rumore, di nuovo ma questa volta più definito, come di qualcosa che andava in pezzi, mentre la folla più vicina al palazzo più dissestato si spostava molto rapidamente. Decise quindi di fare altrettanto, spostarsi, prima di tutto per non essere investita dalla gente che scalpitava rapidamente, in secondo luogo, perché i rumori sospetti, non l’erano mai piaciuti. Passi svelti quindi, falcate ampie in un TENTATIVO di defilarsi di lato, osservandosi indietro in modo da capire da che parte andare per poter guardare la scena in disparte, ma sembrò non avere tempo. I vetri esplosero, come se un expandit mal controllato avesse preso il sopravvento, e iniziarono a cadere, come neve tagliente, su chi ancora non aveva fatto abbastanza in fretta a spostarsi. Arrestava il suo incedere quindi la strega, voltando il busto di spalle e sollevando il braccio sinistro in modo da riparare il viso, casomai qualche scheggia impazzita, decidesse di arrivare sino a lei.

________________________________________


Punti Salute: 350
Punti Corpo: 351
Punti Mana: 363
Punti Esperienza: 49

Inventario:
bacchetta
12 galeoni
Anello con un’armatura elaborata di colore nero, che richiama a se la bacchetta (dono di voldemort)
Anello del potere: blocca l'avversario per un turno
Orecchino del drago: penalizza l’avversario per un turno
spilla luna calante: Appannaggio degli oscuri, la spilla della luna calante pare essere in grado di evocare al tocco una coltre di fumo nero che circonda e immobilizza l’avversario. Molto indicato se in caso di pericolo o cattura l’adepto del male non possiede alcuna
possibilità di fuga. (1 turno)


//RIASSUNTO: Rowe allupata pensa a Voldy al mare senza di lei. Segue quindi gli angeli, quando sente i primi rumori molesti e vede la prima gente spostarsi fa lo stesso. Mi sembra da quello che ho capito che non sia così vicino al palazzo dai vetri esplosi, per questo non lancia nessun incantesimo. Prova solo ad allontanarsi, a mettersi in disparte per osservare quello che accade e a riparare il viso con il braccio in caso di qualche scheggia impazzita.

 
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view post Posted on 25/9/2019, 22:55
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You are not saving this world, you are preparing it for me.

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MAURIZIO PISCIOTTUsquadra antimago ✧ 28 anni ✧ Anxiety
Non mi preoccupo molto perché non trovo i miei compagni, sono molto più irritato perché non mi ricordo granché di come ci eravamo organizzati. So di non dover dare nell'occhio di "agire in incognito" come dicono loro, eppure sento che questa separazione ci è nociva.
Continuo a girare per le stradine attorno ad High Street fino a che non arrivo nella piazza. Lì vedo una cosa che definirei a dir poco curiosa. Proprio dalla via da cui provengo sento una serie di brusii ed una voce squillante che intima a degli "attori" come muoversi adeguatamente. Ciò che vedo dopo è a metà tra l'inquietante e lo splendido. Una schiera di Angeli! Statue di pietra a forme di Angeli che si muovono verso il centro della piazza con attorno uomini in costume, proprio la vista di questi ultimi mi calma definitivamente e abbasso la guardia.
Cammino verso uno dei lati della piazza sempre con un occhio sulla combriccola, mi appoggio sul muro di una casa e prendo un'altra sigaretta. Dopo averla accesa prendo la bacchetta e la metto sotto la manica sinistra della camicia, fumare con la destra mi è più scomodo, ma essere pronti è tutto in questo momento l'apocalisse stava arrivando.
E un piccolo assaggio di questa apocalisse arriva qualche istante dopo.
Boom!
Un piccolo boato dall'altro lato della piazza e poi un rumore di vetri che si infrangono, sembra quasi che tutte le finestre sono esplose all'unisono. Proprio in quel momento mi libero degli impedimenti alla mano destra e inizio a correre verso il rumore.

@ CODE BY SERENITY

 
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view post Posted on 26/9/2019, 16:41
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isshonome
Dipendente Ministeriale ☯ C.M.I. ☯ 67 anni ☯ Giapponese
PS: 196 ☯ PC: 132 ☯ PM: 126 ☯ EXP: 29


Fissava il vuoto in maniera quasi innaturale; rimasto incantato per qualche piacevole minuto, l’anziano giapponese prese nuovo vigore e vita non appena una scaltra bimba uscì fuori dai locali di Mielandia con il proprio pezzo di cioccolata in mano, addentato così come la fame e la gola chiedevano: di gusto. Un sorriso sincero prese tratto in seguito a quella vista e qualche altro sguardo fugace fu rivolto all'originale venditore poco più accanto, smistante camelie, probabilmente, alle più giovani che passeggiavano per un paese che di vita si stava riempiendo nuovamente. Uno status quasi di dormiveglia trovava dimora nell'animo del giapponese, per nulla dispiaciuto da questo sentire; calma e tranquillità, viste positive e azioni quiete erano ciò che potevano richiamare alla perfezione di un Di’ di riposo lavorativo che necessitava di esser ben diverso da quelli contrari e passati. In quella predisposizione d’animo fu preso d’assalto in maniera improvvisa da quello che parve un lampo in cielo; non di quelli annuncianti tempesta, piuttosto insolito e particolare; non pioggia bensì piume presero a cader delicatamente e dolcemente per l’intera Hogsmeade al suo seguito. Meraviglia… questo era lo scenario che si proponeva di seguito: Angeli, non avrebbe saputo dire come tirati in ballo, da un candore e vestiario tipico dei racconti che li vedevano protagonisti, in gruppo e in processione per quei viali che di tanta gente vedeva partecipazione, possibilmente colpiti o meno da quell'atipico evento di paese. Nella sobria nudità e nel pacifico mostrarsi, quella scena cristallizzata di un paese in paradiso vedeva entrare in scena le più vaghe delle figure: da un duo di streghe che sembrava dar vigore e movenza a quella schiera celestiale, per arrivare a un signore che sembrava impartire con fare ligio e autorevole ordini per la precisa esecuzione e prosecuzione di quel che sembrava presentarsi come un festival. Il giapponese prese ad alzarsi senza distogliere lo sguardo da tale ``locandina`` di un paese che sapeva sempre come colpirti nell'interesse e nella curiosità; cominciò a seguire la schiera spettacolare con gli altri probabili partecipanti della vita di paese e troupe della messa in scena. Nell'unirsi alla marmaglia di gente gli sembrò di riconoscere un volto di una donna, ma tenne bene a bada l’impulso di fermarla non essendone ben sicuro e lasciandosi trasportare dalla gente in movimento. Notò ben presto che fra lui e i protagonisti di quello scenario vi si erano già interposte altre persone, troppe, tant'è che cominciava a veder male col suo occhio le statue di pietra stregate apparse dal nulla e che andavano ad unirsi alle schiere celesti delle quali cominciava a tenere sotto mira solo le ali dal tipico candore e piumaggio. All'inizio tutto ciò sembrava richiamare troppa affluenza nel percorso di sfilata, tant'è che Issho pensò di allontanarsi dalle fila e fermarsi in un punto poco distante dal fiume di gente; tuttavia, verso un altro spiazzale, quella moltitudine di persone prese a scemare; un nastro tenuto sospeso in cielo sembrava segnare la tappa di cessione del pellegrinare di quei componenti, ``artisti di strada``? Non sapeva bene come poterli definire. Sembravano tutti in attesa di ordini da parte del vocione che ora lontano non riusciva a farsi intendere dalle orecchie dell’orientale. Tutto bello e curioso, si, ma quel suono che spezzo il ritmo di quiete e pace… No. Nani’? Echeggiò a tono basso e in lingua madre in quel piccolo spazio ritagliato dal giapponese nel viale. Un stridio secco e maldestro, seguito da un boato lontano ma assordante, quasi al pari di un infrangersi di finestre. Non seppe bene dove guardare ma a giudicare dalla provenienza del suono e dal capo rivolto dagli altri paesani, non doveva esser troppo distante da dove si trovava e in linea d’area sembrava giunger da uno di quei palazzi a più piani locato a distanza da sé ma vicino, troppo vicino ai civili riunitivisi sotto per l’evento. Rimase fermo, immobile, alla possibile vista che gli si sarebbe potuta palesare e ignorando cause e possibili effetti di tale… incidente? Se era una giornata tranquilla, forse cominciava a prender una brutta piega… e non era il clima adatto perché’ ciò potesse esser permesso. Non a un giorno dall'inizio della scuola; non in un paese tranquillo e non con il ministero che teneva gli occhi ben puntati su scuola e dintorni, compresa Hosgmeade.

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view post Posted on 27/9/2019, 18:51
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Jolene White
‣ Infermiera‣ Ex Corvonero‣ 20 anni‣ Outfit

Jolene
La vista si beava di quel quadretto che, a dispetto dell'apparente tranquillità, nascondeva, appena sotto la superficie, una membrana tesa come la pelle di un tamburo. Era l'attesa: si respirava come un aroma di festa, la possibilità di formulare a pieno diritto nuovi piani e nuove aspettative. L'anno scolastico sarebbe incominciato di lì a poco e, per quanto la maggior parte dei presenti non avesse l'età per popolare le fila degli studenti, il paesino era così vicino all'imponente Hogwarts da vedersene regolati i ritmi. Questa, almeno, era l'impressione della rossa che, dal canto suo, si trovava invischiata in tutt'altro tipo di attesa.
Il battito secco, ritmico della pesante suola contro la strada prese a scandire i secondi. Normalmente non si sarebbe fatta pregare per entrare pienamente nello spirito della folla: avrebbe preso qualche mazzolino di fiori bianchi, ne avrebbe infilato un paio tra i capelli e avrebbe trovato qualcuno con cui scambiare quattro chiacchiere. Nel suo presente stato d'animo, però, non si accorse nemmeno che una delle tante figure era a lei nota – e confondere Mr Fuji-Tora non era un'impresa da poco.
Quando scorse il primo angelo, rimase sorpresa come chiunque altro. Era una visione insolita, perfino per i Maghi che, si sa, vivono di stranezze. Osservò la curiosa troupe muoversi con decisione, uomini e statue all'unisono. Certo non si poteva dire che passassero inosservati: il loro spettacolo era già iniziato, prima ancora che tutti fossero disposti secondo le indicazioni dell'uomo in giacca e cravatta che sembrava il coordinatore. Innegabile era la bellezza, tanto i corpi quanto le candide piume di cui erano ornati rimandavano a una memoria classicheggiante, e un'atmosfera d'eternità si tratteggiava per loro che erano presenti. L'inquietudine serpeggiò nell'animo di Jolene, velando la visione di ombre appena percettibili. C'era quella statua, quella caduta, che, per quanto si perdesse nel numero di dorsi alati perfettamente dritti, guastava la composizione nel suo insieme. Jolene si morse la guancia, scoccando occhiate da una parte e dall'altra della piazza. Le parve di scorgere una figura familiare poco più lontano, ma era seduta su una panchina e presto la folla si spostò ad ostruirle la visuale. Il riconoscimento rimase disarticolato in mera sensazione, che venne presto accantonata quando tornò a rivolgersi verso gli angeli.
Si aspettava qualcosa, ed infine qualcosa accadde. La testa ramata si volse all'unisono con le altre, prima da una parte e poi dall'altra, nel tentativo di individuare la sorgente del forte rumore. Fu come se una piccola zona, esattamente al centro del costato, si svuotasse d'improvviso e rimanesse mera bolla d'aria: la solleticava con la sua leggerezza, avvisandola che un cambiamento importante era sul punto di avvenire. Ebbe appena il tempo di scrutare un'altra volta la folla, domandandosi dove fosse Oliver, prima che i rumori si ripetessero assordanti. Se inizialmente vi era stata sorpresa, il panico dilagò come inchiostro in un bicchier d'acqua. Le espressioni scurirono di colpo, e i primi scalpiccii divennero presto un movimento esteso, la risposta al pericolo.
Leggermente in disparte, Jolene cercò di appiattirti maggiormente contro il muro alle sue spalle e non intralciare nessuno. Non provò a scappare, ritenendo la sua posizione ragionevolmente lontana dal punto in cui tutti gli sguardi erano diretti. Quando l'atmosfera esplose – e, all'unisono, anche la bolla nel suo petto –, le dita avrebbero forse già stretto i lembi del cappuccio, affrettandosi a calarlo sulla testa. Il tentativo di proteggersi, forse abbastanza rapido o forse no, mentre il viso sarebbe stato voltato in basso. Non voleva assistere alla discesa delle schegge, annunciata dal boato finale, quell'ultimo stridio infernale contro i timpani. Dietro alle palpebre abbassate vide una costellazione di vetri frantumati, ma non era fantasia né anticipazione; era il ricordo del Ballo e, anche se in quella occasione non aveva assistito direttamente allo scoppio dei cristalli, le sembrò amaro e quanto mai di cattivo gusto che cominciasse allo stesso modo.

‹ PS: 196 ‹ PC: 140 ‹ PM: 156 ‹ EXP: 27

Riassunto & Status delle Ferite

Jolene cerca di non intralciare nessuno e di coprirsi il più possibile col mantello.

Nessun danno subito.


Inventario

‣ Bacchetta: legno di Larice, piuma di Abraxas, 13 pollici, flessibile
‣ Cappa della resistenza: resiste a moltissimi colpi e folate di calore o di gelo (indossata)
‣ Anello difensivo: protegge da danni fisici e incantesimi; anche da Avada Kedavra, ma poi si spezza. Usabile una volta per quest (anulare destro)
‣ Patente di Smaterializzazione e qualche Galeone (tasche)

Conoscenze

‣ Classi di Incantesimi I, II, III, IV (esclusi i proibiti)
‣ Classe VI:
Adduco Maxima















 
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view post Posted on 28/9/2019, 14:21
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KILLIAN Friedrich RESWEEN

A Killian le profezie non erano mai piaciute.


Lui voleva essere libero, senza alcun contorto scioglilingua potenzialmente fatale a pendere sul suo capo come una spada di Damocle. Spesso sembravano persino delle prese in giro. La magia come se la immaginava lui era qualcosa di fluido e inconsistente, in continuo movimento, ovunque e da nessuna parte. Quei vaghi stralci di futuro, invece, determinavano un punto fisso nel dispiegarsi di una vita che iniziava ad orbitare attorno a qualcosa che nemmeno si comprendeva appieno. No, Killian ne faceva volentieri a meno. Anche se fosse esistita una profezia che lo riguardava, il mago avrebbe preferito rimanere all’oscuro. Mantenere almeno in apparenza le redini del proprio destino, anziché scoprirsi predestinato a fare – o a non fare – qualcosa. O peggio, a subire.

Killian aveva cambiato idea.


Spesso le inversioni di rotta di pensieri e credenze si realizzavano nel tempo, con la gradualità propria che la consapevolezza richiede. Ma in questo caso era possibile individuare una data ben precisa e un evento ancor più circoscritto. Il venticinquenne era stato spettatore impotente – e inizialmente anche ignaro – di un veggente baciato dal suo Dono. Ma quel veggente era solo un ragazzo e la carezza ricevuta proveniva dalle labbra della morte, e di morte avevano parlato. Tuttavia l’esistenza stessa delle funeste parole di cui Oliver Brior era stato portavoce costituiva una speranza, un’opportunità che sarebbe stato sciocco e immorale non cogliere.
Questo stava facendo l’Ispettore Auror ad Hogsmeade, aggrapparsi ad una fessura di luce. Con forza, con volontà, con la nuova convinzione di poter fare la differenza. In cosa lo aveva più o meno chiaro: le ore di speculazioni al Quartier Generale non erano mancate. Contro cosa, era ancora un mistero che sorrideva a lui ed ai suoi colleghi con un enigmatico ammiccamento. Sapevano abbastanza per essere lì in un luogo ed una data specifica, ma per il resto la nebbia giocava con loro nonostante l’ultimo giorno di Agosto, per paradosso, fosse limpido e sereno e placido e… vivo. A completare il quadretto di squisita normalità, un tocco di stravaganza: quelli erano angeli? Gli occhi grigi dell’Auror confermarono il primo pensiero sorpreso nel vederli giungere. Lui se ne stava in disparte, in un angolo della piazza, appoggiato al muro di uno dei tanti negozietti a confondersi con tutto il resto grazie all'anonimo vestiario. Qualsiasi segno di riconoscimento come un tatuaggio e persino i tratti del viso erano resi poco visibili da un cappello, un bracciale, una chincaglieria. Ad intervalli sbirciava l’orologio con fare impaziente, batteva il piede a terra, si voltava a scrutare la vetrina accanto alla ricerca di qualcuno all’interno. L’immaginaria persona che stava attendendo fuori dal locale si attardava nelle compere e lui era costretto a rimanere lì, ad indugiare con lo sguardo tra i passanti con fare apparentemente casuale, spinto dalla finta noia che interpretava. In realtà, persino un gufo che svolazzava nell’azzurro attirava l’attenzione del Resween. Non era il solo ad essersi soffermato, ora, sulla combriccola alata a terra, ne era certo. I colleghi probabilmente si stavano ponendo le sue stesse domande, altrettanto camuffati e mescolati lì intorno in modo da non attirare l’attenzione. Valutò la possibilità di andare ad informarsi sull'identità e lo scopo della presenza degli ultimi arrivati. Individuare a chi rivolgere tali domande era stato semplice: un tipo in giacca e cravatta stava dando ordini a destra e a manca. Il mago voleva muoversi nella direzione dell’uomo, ma una danza iniziò al ritmo incalzante di suoni esplosivi e Killian non poté che prendervi parte.

Al primo scoppio, il corpo si irrigidì nel picco massimo dello stato di allerta in cui si trovava.
Al secondo, gli occhi grigi che avevano cercato la fonte di quel primo rumore la individuarono in un vecchio palazzo ai margini.
Al terzo, il giovane aveva iniziato a camminare a passi svelti verso il luogo, andando controcorrente rispetto al flusso di passanti che cercava invece di allontanarsi dalla pioggia di schegge.
La bacchetta era scivolata nella sua mano prima ancora di rendersene conto.


ISPETTORE AUROR ✧ 25 Y.O.
//Killian è in servizio per ordini del Capo Auror, con lui ci sono Maurizio Pisciottu, Aiden Weiss e Mireen Fiachran. Sono rimasta vaga nel citare altre forze dell'ordine (Auror e/o Antimago) perchè Rhaegar ha dato indicazione della presenza di PNG, ma attendo ulteriori informazioni per muoverne di eventuali.

Inventario:
- Bacchetta (e portabacchetta);
- Distintivo Auror;
- Borsello con galeoni;
- Mantello della Resistenza;
- Anello Vegvisir;
- Pantaloni scuri;
- Cappello della Nebbia;
- Carillon Soporifero;
- Appunti consegnati da Aiden (X).




//
 
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view post Posted on 28/9/2019, 14:26
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss
Di Narcisi e di Fiamme

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Aiden-evento

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L’alba era sempre più vicina e presto i primi raggi solari avrebbero fatto breccia tra gli scuroni semi-chiusi della propria camera da letto, annunciato così l’inizio di un nuovo giorno; eppure Aiden Weiss, dopo una notte insonne in cui aveva fissato il vuoto nel buio più totale della propria stanza, vedeva soltanto l’approssimarsi delle Tenebre annunciate al Ballo delle Rose e delle Spine ad Hogwarts. La mente dell’Auror non aveva fatto altro che pensare a quanto era successo, a rimuginare sul possibile significato della Profezia che Oliver Brior era stato costretto ad emettere, come una sentenza, dinanzi ad un vasto pubblico. Nell’Oblio più assoluto nel quale il proprio sguardo si era smarrito in quelle ore notturne, l’Auror aveva rivisto il corpo del Caposcuola di Grifondoro contorcersi con violenza alla pari di un burattino controllato da un burattinaio capriccioso. Il Fato dunque non era stato clemente con il giovane Brior, né lo sarebbe stato con gli abitanti di Hogsmeade.
Non era un’impresa da poco cercare di coniare il giusto significato ad una Profezia, specialmente se così nefasta, ma su una cosa il rosso non si era sbagliato, e a confermarlo erano state le parole di Oliver, una volta riaperti gli occhi in Infermeria: l’Inferno si sarebbe scatenato al villaggio di Hogsmeade, l’antico sobborgo abitato da soli Maghi che vide la propria nascita secoli or sono, all’incirca nello stesso periodo della fondazione di Hogwarts. Oltre al luogo in cui il pandemonio sarebbe partito, era stata intuita anche una data: il primo Settembre, il giorno in cui gli studenti sarebbero tornati ad Hogwarts per iniziare un nuovo anno di studi e sarebbe giunti a destinazione con il treno, proprio alla stazione di Hogsmeade.

Prima del fischio del Treno in arrivo…

Aveva ovviamente conferito con Killian, una volta che il collega ed Ispettore fosse riuscito a domare la folla di studenti presenti al Ballo e raggiunto, infine, il rosso per un confronto. Aiden aveva cercato di spiegare all’amico che quanto avevano udito era una Profezia e che Oliver non era stato vittima di nessuna Magia Oscura o scherzo di cattivo gusto; quest’ultimo aveva poi esortato il fulvo ad avvisare il Capo Auror e il resto del Quartier Generale affinché venissero prese delle misure di sicurezza. Weiss aveva cercato di essere il più convincente possibile con Resween, senza rivelare spudoratamente la vera natura di Oliver a causa del giuramento che aveva prestato, ma permettendo comunque al proprio collega di unire i puntini in modo tale che vi arrivasse da solo, oltre che a comprendere la portata del pericolo imminente. Al termine di quel loro ragguaglio, entrambi si erano precipitati al Ministero per fare rapporto ed avvisare lo stesso Rhaegar, così che potesse decretare un piano difensivo tempestivo.
Aiden Weiss, nonostante tutto, al di là delle rassicurazioni in merito alle contromisure che sarebbero state adottate, era anche piuttosto certo che non avrebbe permesso alla Tenebre di vincere, determinato come non mai nel voler combattere fino alla fine con il preciso scopo di tenere i cittadini al sicuro ed evitare che la minaccia si espandesse fino ad Hogwarts. Non aveva avuto modo di battersi per quei ragazzi durante gli eventi avvenuti ai G.U.F.O. del signor Swan, ma ora ci sarebbe stato, quanto meno per difendere un pezzo di popolazione che confidava in lui e negli altri Auror.
Il Dovere chiamava, Lui avrebbe risposto senza alcun indugio. Perché era la Spada nella Tenebra, in attesa di abbattersi all'improvviso su qualsiasi tipo di minaccia che gravasse sulla popolazione; e perché era lo Scudo che proteggeva gli innocenti, frapponendosi tra loro e il nemico.

Rhaegar aveva decretato che lui e Killian avrebbero fatto parte di un gruppo con alcuni Antimago, capitanati dallo stesso Ispettore, muovendosi tra le vie del villaggio in incognito ed impedendo a qualsiasi costo che Oliver Brior non si esponesse in alcun modo al pericolo. Fu proprio per tale motivo che Weiss non esitò a portarsi dietro il proprio Specchio comunicante, il quale era direttamente collegato con la copia in possesso del Grifondoro. Se il Caposcuola fosse riuscito ad eludere il suo sguardo vigile o quello di Resween, allora si sarebbe premurato di tenerlo sottocchio tramite quell'oggetto. Tra l’altro, una volta riordinate le proprie varie supposizioni in merito alla Profezia, aveva lasciato una busta nell’ufficio di Killian, con all’interno una copia trascritta in cui aveva annotato tutti i suoi appunti personali, affinché l’Ispettore potesse farsi un’idea delle giuste manovre da compiere.

◹◹◹

31 Agosto, Hogsmeade

In un villaggio di Maghi e Streghe non era poi così inusuale passeggiare con delle tuniche dai molteplici colori, ricami e stili, con dei cappelli a punta e altri svariati accessori che rappresentavano la moda del Mondo Magico. Proprio per questo motivo Weiss scelse di indossare la propria Veste della Metamorfosi, sperando così di integrarsi tra la folla e passando, di conseguenza, inosservato; ma era anche vero che la propria chioma fulva avrebbe potuto attirare facilmente l’attenzione e che, per tale motivo, aveva fatto in modo di radersi la barba e di legarsi i capelli in un piccolo codino sulla testa, nascondendo poi il tutto tra le morbide pieghe del proprio Cappello della Nebbia. A completare l’opera, tuttavia, fu la scelta di non indossare il proprio ciondolo argentato con la testa della volpe e del massiccio anello del padre, poiché entrambi avrebbero potuto favorire il suo identificamento e, quindi, rischiato di compromettere le direttive stabilite da Rhaegar.
E quando finalmente i primi raggi dell’alba andarono a colpire le varie strutture di Hogsmeade, la veste dell’Auror ondeggiò ad ogni passo, il Distintivo ben celato alla vista, la bacchetta sistemata lungo il fianco ma coperta dalla mano che stringeva un libro, oltre che dell’ampia manica dell'abito. Andò a sistemarsi su una delle panchine stanziate nelle piazza centrale, fingendosi assorto in una lettura rilassante in quello che sarebbe dovuto apparire come un normalissimo giorno libero dal proprio lavoro. Gli occhi blu dell’Irlandese si alzavano e abbassavano dalle pagine del libro ad intervalli non sempre ben precisi, così da non dare troppo nell’occhio, scrutando con finto interesse la zona circostante; di tanto in tanto soffocava uno sbadiglio o fingeva di sgranchirsi il collo a seguito della posizione di lettura, mentre altre volte si finse incuriosito dal traffico che andava e veniva da Mielandia. Ma la verità era che ogni scusa era valida per controllare la situazione, identificando così possibili minacce oltre che per scovare gli altri membri della squadra capitanata da Killian, appostati - presumibilmente - in altri punti strategici. L’occhio vigile, infatti, intercettò lo sguardo del Resween, ma non fece alcun tipo di cenno o espressione che potesse tradire la propria posizione; si limitò a volgere lo sguardo altrove e a toccarsi il mento che fino alla sera prima era stato ricoperto da una folta peluria rossiccia, come se volesse far intuire al collega che era lui, Aiden. Da qualche parte, ne era certo, dovevano esserci anche gli Antimago che erano stati chiamati per affiancare lui e l’Ispettore, con lo sguardo o avrebbe potuto attirare sguardi indiscreti su di sé, e questo voleva evitarlo.
Tutto sembrava apparire tranquillo, al proprio posto, e tra i vari passanti non aveva scorto nessun potenziale sospettato. Eppure, per sua stessa natura e a seguito degli avvenimenti che, presto o tardi, avrebbero iniziato ad infuriare tra le vie del villaggio, il sospetto non lo abbandonò nemmeno per un secondo. Anche se si mostrava rilassato e occupato in una tranquilla lettura, Weiss era vigile e pronto a scattare come una molla, riparato dietro una maschera colma di noncuranza e finta calma che - sperò - non avrebbe potuto tradirlo.
Ben presto però lo sguardo si dipinse di puro sbigottimento: una schiera di Angeli fece il proprio teatrale ingresso all’interno della piazza, seguiti a ruota da un uomo in giacca e cravatta e da tre fotografi. L’Irlandese batté più volte le ciglia, perplesso, mentre prese a domandarsi se la sera precedente sua zia si fosse presa fin troppa libertà nel rifilargli funghi allucinogeni anziché i consueti porcini; eppure era tutto vero, così dannatamente reale, che l’Auror per poco non si schiaffò una mano sul viso. Per l’amor di Belenos, che diavoleria è mai questa? pensò, alzando gli occhi al cielo con esasperazione.
Ma poi accadde tutto all’improvviso: mentre i fotografi svolgevano il proprio lavoro in assoluta tranquillità, uno strano fragore irruppe nell’aria, seguito a ruota da un secondo impatto assordante. Lo sguardo dell’Auror seguì quello del gruppo di Angeli, verso l’alto, verso uno dei piani del palazzo più dissestato e laterale, le cui finestre esplosero in una pioggia di vetro. «Merda!» imprecò a denti stretti, abbandonando il libro e cercando di portare la mano alla bacchetta, pronto ad intervenire. Non perse tempo a cercare Killian o qualsiasi altro membro della squadra tra la folla, sapeva che c’erano e che si sarebbero precipitati a loro volta verso il luogo dell’esplosione.

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‹ PS: 242 ‹ PC: 192 ‹ PM: 215 ‹ EXP: 35

Inventario

› Bacchetta in legno di biancospino, piuma di Ippogrifo, 12 pollici e mezzo, flessibile;
› Distintivo Auror;
› Ciondolo "Giada delle Fate" ─ Ciondolo creato dalle Fate con le loro magiche mani, dona forza e sicurezza in sé.;
› Cinturone d'argento con incastonate Perla Mistero, Punto Luce del Corpo e Punto Luce del Mana;
› Bracciale Celtico originale;
› Veste della Metamorfosi ─ Veste che aiuta chi la possiede a compiere trasformazioni. Facilitato il cambiamento in Animagus, possibilità maggiori di trasformarsi in ciò che si vuole per i Metamorfomagus e modesta facilitazione per l'utilizzo di incantesimi Trasfigurativi che hanno impatto su chi lancia l'incanto (come quelli di camuffamento). Utilizzabile solo in Quest ed Eventi.;
› Cappello della Nebbia ─ Anche se sembra sgualcito e un po' usato, questo cappello comodo è utile anche per nascondersi fra i babbani; scherma leggermente il capo dai cambiamenti di temperatura e dai danni da incantesimo grazie ad alcuni incanti di protezione;
› Bracciale di Damocle ─ Chi indossa questo oggetto avrà la possibilità di lanciare un "doppio incanto", ovvero due incantesimi in un solo post/azione, ma non più di una volta ogni 6 post di Quest/Evento (non portabile in duello del Club);
All'interno di una borsetta a tracolla (oggetto comune):
› Mantello Leprecaunico della Disillusione ─ Realizzato con pelliccia di camaleonte, il Mantello della Disillusione rende una buona, anzi ottima mimetizzazione: se il tuo corpo è ben avvolto in questo tessuto, esso sembrerà donarti l'invisibilità. Se l'esterno del mantello, quando utilizzato, acquisisce il colore di ciò che lo circonda per mimetizzarvi, il suo interno sarà foderato in seta finemente decorata da tanti piccoli quadrifogli verdi;
› Coppia di Specchi ─ in collegamento con Oliver Brior;
All'interno di una piccola scarsella (oggetto comune) appesa al cinturone, contenente:
› 1 x Fiala di Dittamo;
› 1 x Fiala di Puzzalinfa ─ La Puzzalinfa è un liquido che proviene dalle bolle rosse delle Mimbulus Milmbletonia (piante molto simili a cactus, ma senza spine). Una fialetta di Puzzalinfa impedisce all'avversario di respirare aria pulita e può metterlo in condizione di non riuscire ad attaccare;
› 1 x Caramella dell'Illusione ─ Chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero.

Incantesimi & Abilità

Classe I, II, III, IV complete, esclusi i proibiti;
Proibiti: Iracundia (Classe III), Ignimenti (Classe IV), Claudo/Parclaudo e Nebula Demitto (Classe V);
Classe VI: Incarceramus;
Incantesimi da Auror: Stupeficium, Expecto Patronum, Rompisigillo, Nego Negligetiam, Homenum Revelio, Deletrius.
Incantesimi da Animagus: Mutas/Immūtas.

Vocazione: Occlumante Apprendista, Animagus Apprendista (Volpe Rossa).


Riassunto & Status delle Ferite

Dopo una notte in bianco passata a riflettere sul da farsi, si agghinda come un normalissimo Mago (si è rasato e ha nascosto i capelli) e si piazza su una panchina fingendo di leggere con tranquillità e discrezione. Nota Killian per un momento, ma non cerca gli altri con lo sguardo. Rimane piuttosto perplesso per l’arrivo degli Angeli ma non appena avviene l’esplosione di vetri, cerca di afferrare la bacchetta così da poter intervenire.
Nessun danno subito.

Post concordato con i diretti interessati.























 
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view post Posted on 28/9/2019, 17:39
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Mireen Fiachran

◆ 25 ◆ Sangue BANSHEE ◆ P. Antimago

Quest "di Narcisi e di Fiamme"
Un passo.
Un altro passo.
Lenta e attenta stava camminando per il villaggio di Hogsmeade avvolta nel suo mantello.
La missione che questa volta le era stata affidata insieme ad altri del dipartimento non era una delle sue solite, ma decisamente più impegnativa e pericolosa.
Quando era giunta la conferma di un possibile attacco lì ad Hogsmeade, il suo capo, insieme a quello degli Auror, avevano mandato alcuni di loro in incognito a tener d'occhio la zona indicata.
Quasi non ci aveva creduto.
Il cuore le batteva rapido dall’emozione da quando le erano stati comunicati i pochi dettagli che sapevano su ciò che sarebbe potuto succedere quella mattina.

Si strinse ancora di più al proprio mantello, come fosse un riparo sicuro, posizionandolo meglio sulle spalle.
Un sorriso ironico comparve sulle sue labbra quando notò i piccoli quadrifogli verdi che, a detta della commessa dello stand di Magie Sinister da cui lo aveva comprato alla fiera di San Patrizio di quell’anno, concasata di suo fratello, il tessuto in pelle di camaleonte garantiva un'ottima mimetizzazione tanto da sembrare quasi invisibili.
Camminava per quel villaggio che con una dolcezza quasi innaturale si stava svegliando, con la consapevolezza, quasi una certezza, che qualcosa sarebbe successo.
Un’ombra nera, sinuosa si muoveva tra le strade, attenta a non attirare l’attenzione, i suoi passi si perdevano nel silenzio del paese ancora dormiente, col sole che lento si alzava nel cielo, cercando di restare nell’ombra delle case e nei negozi.
Si era vestita completamente di nero.
Ci aveva messo una vita a decidere come vestirsi.
Doveva essere libera nei movimenti, senza morire di caldo essendo ancora tecnicamente Estate, ma era di vitale importanza passare inosservata.
Normali vestiti babbani ad Hogsmeade avrebbero forse attirato troppo l'attenzione, soprattutto quelli moderni ed estivi, completamente scoperti, così si era provata di tutto… Dal solito vestito lungo e scuro, che tra i maghi sicuro non avrebbe destato attenzioni, ma purtroppo scomodissimo in caso di combattimento o inseguimenti, allo sportivo super comodo, ma che sarebbe risultata decisamente un pesce fuor d'acqua.
Alla fine aveva optato per una via di mezzo: un vestito nero, di un tessuto aderente al corpo ma anche comodo e leggero, lungo fino a leggermente sopra il ginocchio, con lunghe maniche cascanti in pizzo che arrivando al polso non ne intralciavano i movimenti, calze dai motivi a rete a maglia larga, parigine spesse, sempre nere, alte fin sopra il ginocchio, così da non lasciare cm di pelle delle lunghe gambe scoperta. Infine stivaletto coordinato nero, basso, "da battaglia" (con suola "a carrarmato") già più volte collaudato e passato a pieni voti.
Il cappuccio calato sul volto, ne nascondeva i tratti femminili: la pelle chiara, morbida e delicata, gli occhi di un azzurro così chiaro da ricordare un cielo sereno senza nuvole, di solito in contrasto coi capelli neri più di una notte senza stelle, questa volta erano in perfetta unione con la lunga chioma, legata con una treccia scompigliata.
Poche ciocche bionde scappavano da sotto il pesante tessuto, completamente nero.

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Forse avrebbe dovuto restare del suo colore naturale, così i capelli si sarebbero potuti nascondere ulteriormente, invece quel biondo era per lei così strano, strano ma al tempo stesso naturale…
Chiaro e luminoso, il colore del sole.
Li aveva colorati per la festa di Lughnasadh che ci sarebbe stata il giorno dopo, era settimane che la preparava, spostandosi in metropolvere tra casa e appartamento e proprio quando era tutto pronto, mancava la prova finale, il suo permesso era stato revocato richiamandola a Londra per quella missione urgente.
Sua nonna non ne era stata molto contenta, ma il lavoro era il lavoro, e sicuramente era più preoccupata che tornasse a casa viva e intera, che della cerimonia… per sicurezza le aveva persino creato un rametto di rosmarino e tiglio che aveva poi legato al proprio amato medaglione col triquetra “Saranno amuleti per proteggerti dai pericoli” aveva detto.
Quella notte aveva dormito poco, i pensieri che si rincorrevano, ipotizzando e immaginando cosa sarebbe potuto succedere quel giorno, forse in quel momento esatto.
Il sorriso si spense.
La “simpatica” piega all’insù delle labbra rosee della giovane ragazza scomparve, tornò ad essere una linea pensierosa.
Aveva ancora tanto da vivere, da sognare, da provare.
Quel giorno poteva succedere di tutto.
Sapeva che ci sarebbe stato il suo collega antimago Maurizio.
Sapeva chi ci sarebbe stato, perché avevano reso noti a tutti loro i volti delle persone da riconoscere anche se in incognito… E quando aveva visto il SUO volto, il cuore aveva sobbalzato.
LUI ci sarebbe stato. Quel maledetto Auror, irlandese come lei, ex-Grifondoro come lei.
La possibilità d'incontrarlo se fosse effettivamente successo qualcosa, l'agitava ancora, benchè lentamente lo stesse dimenticando, benchè il suo cuore stesse capendo finalmente che doveva andare avanti e troncare ogni speranza.
Non capiva se quella sua paura era voglia o rifiuto di vederlo... forse tutti e nessuno dei due.
Dopo aver dato una veloce e curiosa occhiata agli angeli che ubbidienti prendevano il posto a loro assegnato per decorare e accogliere l’indomani i nuovi e vecchi studenti di Hogwarts, suo fratello compreso, tornò concentrata al percorso che si era studiata, così da controllare la zona a lei assegnata.
Voleva che quel posto tornasse sicuro.
Per chi vi viveva, per chi ci lavorava, o era solo di passaggio. Per gli studenti che il giorno dopo sarebbero scesi da quella stessa stazione felici, più probabilmente tristi della fine delle vacanze e l’inizio dell’anno scolastico. Per dar loro un posto sicuro dove stare o passare senza la paura che possa succedere qualcosa da un momento all’altro, come in quel momento esatto.
Guardava attenta la gente che le passava affianco, cercando di cogliere gesti o parole sospette, oggetti fuori posto, movimenti improvvisi.
La bacchetta era al sicuro in una tasca nascosta del corpetto, come sempre cucita appositamente per averla vicina, per estrarla rapida in caso di bisogno; nella piccola tracolla che si portava sempre appresso vi aveva messo il necessario, nulla di più.
Era lì per lavoro, non per shopping e con quello che aveva fatto quell’estate con la madre, per un po’ era meglio stare tranquilla se voleva continuare a vivere a Londra senza chiedere soldi alla sua famiglia.

Stava passando affianco un negozio quando finalmente successe.
Quando ciò che attendeva fin da quando era giunta ad Hogsmeade avvenne.
Un suono spezzato. Un fragore vibrante.
Vicino. Troppo vicino.
Probabilmente avrebbe fatto male… dannatamente male.
La mano sinistra provò a stringere ancora di più il tessuto del lungo mantello per spostarselo a coprire la poca pelle del volto che poteva forse esser colpita dalle schegge, mentre la destra cercò di correre rapida a sfilare la bacchetta dal corpetto.
Il cuore aveva mancato un respiro, eppure la mente non aveva perso neanche un colpo.
Lo aspettava.
Da quando aveva saputo della profezia.
Di quel ragazzo che le aveva ispirato subito fiducia, che suo fratello aveva tanto premuto che incontrasse ma che ancora non c’erano riusciti.
Per fortuna avrebbero ancora potuto farlo… ma infondo l’importante era proprio quello: che lui fosse ancora vivo.
Qualsiasi fosse il significato di quella profezia non le importava, anche se in quel momento esatto ebbe la prova che era vera e iniziata, avrebbe lo stesso lottato. Schierata in prima linea.
Aspettava quel momento da tutta la vita.
Da quando aveva deciso di seguire le orme del padre.



PS: 218 PC: 163 PM: 181 EXP: 31
◆ codice role Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


INVENTARIO
Attivo (tasche, mani)
Bacchetta: Legno di noce nero, baffo di troll, polvere di papavero, 11 pollici e 3/4, semi-flessibile.
Distintivo di riconoscimento della P. ANTIMAGO
Spilla del C.R.E.P.A.
Collana con ciondolo "Triquetra" incastonato di pietre preziose e rametti rosmarino e tiglio


Oggetti:
Anello della Gorgone
Effetto: Se utilizzato contro un avversario umano blocca totalmente o parzialmente i suoi movimenti per 1 turno, non pietrificandolo. Utilizzabile solo in Quest ed Eventi.

Diadema della Veela
Effetti: Un bellissimo diadema appartenente proveniente dal tesoro di una veela. Conferisce un fascino più prepotente nei confronti del nemico. Invocando il suo potere blocca l' avversario in quest per un turno. Utilizzabile una sola volta per quest

Anello Luminoso
Anello che acceca l'avversario per 2 turni, facendo scaturire dalla pietra incastonata in esso, un raggio di luce molto chiaro ed abbagliante.
Sull'anello sono presenti incisioni non ancora decifrate.

Orecchino di Drago
Consente di avere successo in un’azione e di far fallire l’avversario. Usabile una volta per Quest

Anello del Coraggio
Attacco e Difesa raddoppiati nei confronti di un unico avversario – 2/5 azioni

Anello del Potere
Blocca l'avversario per 2 turni. Utilizzabile solo in Quest.

Anello dell'Eroe
Ridona il 2% della salute. Solo per PG chiari e utilizzabile in Quest.

Polvere Buiopesto Peruviana (dentro tracolla)
Polvere finissima e nera come la pece, proveniente dal Perù, è’ in grado di creare un buio intenso e impenetrabile per la durata di 5 minuti. Ottima in caso di pericolo per una fuga immediata.
Ogni scatola contiene polvere sufficiente per un solo utilizzo.

Caramella d’Illusione (dentro tracolla)
Chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero!

Vestiti&Accessori

Mantello Lepricanico della Disillusione
Realizzato con pelliccia di camaleonte, il Mantello della Disillusione rende una buona, anzi ottima mimetizzazione: se il tuo corpo è ben avvolto in questo tessuto, esso sembrerà donarti l'invisibilità. Se l'esterno del mantello, quando utilizzato, acquisisce il colore di ciò che lo circonda per mimetizzarvi, il suo interno sarà foderato in seta finemente decorata da tanti piccoli quadrifogli verdi.

Cappa della Resistenza
Realizzata con scaglie di testuggine e cuoio di Trinoceronte e Drago, resiste a moltissimi colpi e folate di calore/gelo.

Bustino di Morgana
Rigido e resistente agli urti, impreziosito da fili d'oro e crine di Unicorno che lo rendono elegante. Favorisce la concentrazione e protegge dai veleni.

Guanti Sostegno del Paladino
Guanti ignifughi, impermeabili, resistendi all'acido, alle basi, al freddo. Proteggono le mani da tutti gli elementi naturali e da colpi fisici.

INCANTESIMI
- QUARTA Classe di Incantesimi (COMPLETA) esclusi i Proibiti
- INCANTESIMI BONUS per "Squadra Antimago"

 
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view post Posted on 28/9/2019, 18:23
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Nemo me impune lacessit Nessuno mi aggredisce impunemente.

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Memory MacWood 12 anni - II anno


Cara Gwen,
è sempre un piacere ricevere tue notizie.
Anche rivedere Edgar è sempre piacevole, nonostante le sue tendenze. E poi le scene che fanno nei loro incontri con Spuma e Lingualunga, sono impagabili.
Non preoccuparti molto del ciondolo, lo convincerai a dartelo, ne sono sicura. Così potrai senza dubbio restituirlo tu stessa quando ci vedremo a Mielandia.
Mi pare proprio tu abbia avuto una splendida idea e anzi chiederò alla nonna di parlare con quei tali suoi amici che, mi aveva detto una volta, abitare ad Hogsmeade. Forse ci possono ospitare fino all'arrivo di tutti gli altri studenti che arriveranno con l'Espresso.
Mi hai proprio messo i doxy nella testa in queste settimane, con quel racconto del ballo.
Non vedo l'ora di abbracciarti,
tua Memory.




Quindi quel giorno, oramai l'ultimo prima dell'inizio delle lezioni, si sentiva già più euforica perché presto avrebbe incontrato la sua amica.
Chissà se la loro ricerca avrebbe trovato un senso? Del resto erano delle ragazzine curiose che s'erano incaponite per tutta l'estate, su un mistero forse costruito per lo più nelle loro menti ancora innocenti e spiccatamente vivaci. Forse non c'era in realtà nessun mistero a cui dare la caccia.
E allora? Poco male: avrebbero passato la giornata tra frivolezze e dolciumi, andando a spasso da Zongo a Mielandia, passando per I Tre Manici di Scopa.

Quando vide arrivare Gwen lungo la via, le venne voglia di correrle incontro e quando la raggiunse la salutò con un rapido ma forte abbraccio. Come promesso.
Era davvero contenta di ritrovarla e di poter trascorrere la giornata con lei.
Si divertirono tra le meraviglie di Mielandia, finché non notarono gli sguardi un po' torvi degli avventori affaccendati a spintonarsi per le loro compere. Dopo uno scambio complice, si diressero fuori dal negozietto per finire col riderne spensierate.
Guarda.
Andiamo a vedere cosa sta succedendo?

Disse alla compagna, notando delle piume svolazzare qui e là per la via, mentre i passanti, con i loro mazzolini in mano, si affollavano in un punto della piazza.
Chissà cosa stava succedendo, si chiese. E si rammaricò del loro essere arrivate quando già la ressa non permetteva più di vedere bene.
Mentre cercava gli spazi utili tra i corpi e le teste che le impedivano di associare l'immagine alle direttive che sentiva impartire, le cose cominciarono a cambiare intorno.
Un brivido lungo la pelle.
Un boato.
Non era sicura dell'ordine delle due cose.
Guardò Gwen, ma non fece in tempo a chiedere se anche lei l'avesse sentito, perché nell'aria arrivò un altro boato.
Le due ragazze cominciarono a muoversi insieme, nella direzione opposta a quella da cui sembrava provenire il rumore. Dapprima a passo veloce e poi correndo, accorgendosi che anche il resto della gente cercava di fare lo stesso.
Un fragore sconvolse ancor più i timpani di Memory. Qualcosa che le riverberò nella testa.
Ebbe paura di voltarsi; era sicura di sentire un lungo susseguirsi di tintinnìi di vetri che urtavano.
Si assicurò di non essere stata allontanata troppo dalla concasata; la intercettò tra la confusione e le fece segno di seguirla. Aveva intravisto su un lato della strada, tra le vetrine luminose e ancora ridenti, un angolo che aveva tutta l'aria di essere un muro che poteva accoglierle. Forse da lì avrebbero potuto fermarsi un attimo e vedere cosa stava succedendo adesso.






STATS
PS 177/177 | PC 78/78 | PM 88/88 | EXP 16.5


Incantesimi conosciuti:
Prima Classe ~ tutti
Seconda Classe ~ tutti eccetto Orcolevitas / Monstrum
Terza Classe ~ tutti i "normali"
Innati: Acclario, Aparecium, Ardesco, Illegibilus, Lapsus, Luminarium, Manina, Orchideus, Veronesi, Vitreo.

Attivo/borsetta
Bacchetta e monete varie
Anello del Giusto. Caduceo. Bracciocchio.

 
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view post Posted on 28/9/2019, 18:48
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Scusate, nella fretta ho fatto un casotto con l'immagine di sfondo...ho editato solo per rimuoverlo...chiedo ancora e umilmente scusa :cry2:

‖ PS: 118/118 ‖ PC: 53/53 ‖ PM: 55/55 ‖ EXP: 4 ‖
Ciao Mem!
Ho rimproverato Edgar per averti rubato quel ciondolo e spero te lo restituisca senza fare storie. Non so più che cosa fare, le cose che luccicano stanno diventando un tormento!
Comunque, ritornando al discorso della profezia, pensavo di recarci insieme ad Hogsmeade per vedere in prima persona cosa dovrà accadere, che ne dici? Avevamo inteso, da quel pezzo iniziale che mi ricordo, che qualcosa dovrà avvenire nel palazzo di Mielandia, o comunque lì nei dintorni! Io non ci sono mai andata, quindi ne approfitterei per farci una visitina... Non dirmi di no!
Con affetto,
Gwen

Da quando Gwen era tornata all’orfanotrofio per le vacanze estive, continuava a ripensare spesso a ciò che aveva visto durante il Ballo delle Rose e delle Spine e il solo ricordo dei movimenti inumani compiuti dal corpo del Prefetto Grifondoro le facevano venire i brividi. Per fortuna quel giorno c’era Elhena, non sapeva come sarebbe finita altrimenti; l’aveva letteralmente salvata portandola via e sperava di poter fare di più per, o con lei il prossimo anno, doveva sdebitarsi ancora una volta.
Invece, tra le Tassorosso più giovani con cui aveva stretto un buon legame durante l’anno, e soprattutto dopo gli avvenimenti a Cadair Idris, c’era Memory, una ragazzina curiosa come lei, ma dal guscio resistente: una volta riuscita a superare la sua barriera, cosa che per Gwen era diventata quasi una sfida, si era rivelata molto dolce e affettuosa. Dopo la complicità trovata tra le Orme di Tosca, infatti, aveva spesso cercato di avvicinarsi a Memory, soprattutto se la vedeva in disparte in Sala Comune o al tavolo della Sala Grande, approcciandosi sempre con la sua contraddistinta cortesia, senza invadere troppo i suoi spazi. Era così riuscita a conquistarla, forse Memory provava simpatia per lei, oppure chissà; in ogni caso avevano stretto un bel legame, anche se per l’ennesima volta Gwen aveva evitato in tutti i modi di far sapere il suo passato.

Quel 31 agosto, dopo essere riuscita vagamente a convincere Arella di lasciarla partire un giorno prima, Gwen si era recata al luogo dell’appuntamento con entusiasmo, felice di poter indagare su quel mistero. Le voci sul fatto che Oliver avesse avuto una profezia si erano diffuse nel mondo magico e cercare di capire quel poco che ricordava di quei versi, era diventato un passatempo a dir poco divertente.
Non appena riconobbe la figura della compagna in lontananza le sorrise, felice di rivederla e si lasciò abbracciare trattenendo il respiro: non pensava che l’avrebbe davvero salutata in quel modo! Gwen non era abituata agli affetti manifestati fisicamente e in quel momento sembrò probabilmente molto impacciata, ma cercò di non darlo a vedere e rispose sfiorandola dolcemente.

«Allora siamo pronte?» Esordì poco dopo con entusiasmo e si diressero spensierate verso la loro meta.
Mielandia era un posto meraviglioso! Non credeva che avrebbe mai potuto vedere tanti dolci tutti insieme contemporaneamente, per qualsiasi bambino significava il paradiso e lo stesso valeva per Gwen, anche se non amava abbuffarsi di dolci, non li disdegnava mica. Indicò alla compagna diverse prelibatezze colorate prima di rendersi conto dell’enorme fila che si stava creando nel locale: tutti aspettavano il proprio turno per poter acquistare qualcosa ed iniziarono a guardare le due ragazzine con delle brutte occhiate una volta resosi conto che non avevano intenzione di spendere nulla, la loro era praticamente una visita turistica. Così, con un paio di cenni di intesa, le due uscirono da quel paradiso pronte a recarsi nel successivo.
All’esterno la quantità di mazzi di fiori in mano alla gente superava quella solitamente normale, poi Memory le fece notare le piume che stavano iniziando a svolazzare nel cielo. Curiosa Gwen si guardò in giro alla ricerca del colpevole, fin quando non riuscì a scorgere dei veri e propri Angeli che si stavano muovendo nella piazza e, seppur avendo una scarsa visuale, riusciva ad intravedere anche un paio di statue che venivano animate.
«Ma cosa stanno facendo?» Chiese alla compagna mentre entrambe tentavano di osservare meglio la situazione per capirci qualcosa. Poi si udì un forte boato e spaventata Gwen si voltò ad osservare Memory, che la stava già guardando, ma non ci fu tempo per dire o fare nulla che un secondo rumore cambiò la situazione. Il tremore si fece vivo nel corpo della giovane tassorosso ed insieme alla compagna iniziò a muoversi seguendo la folla nella direzione opposta a quei rumori. La fuga si fece sempre più precipitosa e l’unico pensiero di Gwen in quel momento era solo quello di non perdere di vista l’amica, la quale trovò forse un luogo più al riparo, dal quale speravano di potersi fermare e capire cosa stava accadendo.
Gwen si è organizzata con Memory per recarsi ad Hogsmeade dove credono che la profezia conduca, anche se probabilmente per loro è solo una scusa per passare del tempo insieme. Qualche tempo da Mielandia per poi recarsi in piazza e notare le piume degli Angeli; in seguito ai boati iniziano a correre insieme alla folla, fermandosi in un posto che credono sicuro, che sia un vicolo o un angolo qualsiasi (a discrezione del Master).
Indosso / in mano
Outfit; sotto la maglietta: Catena della Notte; al polso sinistro: un bracciale con inciso il suo nome (non se ne conosce l'origine né il valore).
Nello zaino
Bacchetta; divisa scolastica ben ripiegata (pronta per il giorno successivo); Occhi di Fenice; borsello con 27 Galeoni.
Conoscenze
Prima classe di incantesimi (completa), Confundo, Evanesco, Expelliarmus, Inversum, Muffliato, Riddikulus, Silencio.
harrypotter.it©code by Suguni ~ la rincorbellita di turno


Edited by Suguni - 28/9/2019, 20:28
 
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view post Posted on 28/9/2019, 18:50
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Tempo di crepitii da Zonko.
Mentre tamburellava le mani sul bancone, all'insegna del suo primo giorno di lavoro, successe.
Una vibrazione, qualcosa che all'inizio fu impercettibile e alla fine divenne caos.
Sbatté la mano sul tavolo mentre la mente si domandava che stava accadendo, che diamine doveva fare.
Non pensó nemmeno per un secondo che il trambusto fosse per colpa di qualche petardo presente nel locale;ne aveva passate talmente tante in quelle quattro mura che oramai riconosceva qualsiasi rumore, anche quelli di qualche prototipo.
Si sfilò il grembiule da lavoro mentre la faccia, sbigottita dalle persone affacciate alle vetrina nel locale, si trasformava in una smorfia interessata.



-Zonko vado un'attimo a vedere cosa sta succedendo fuori!-


Disse con enfasi.
Se quella era una possibilità di migliorare la giornata la stava sfruttando al meglio, magari poteva strappare qualche minuto di pausa dal lavoro.
Aprì la porta, cercando di non colpire nessuna delle persone vicine al negozio.
Non gli interessava di litigare per una disattenzione, almeno non durante l'orario lavorativo.
Cercando di guardarsi attorno per capire la fonte di interesse, rumore di vetri arrivó all'orecchio.
Oliver aveva predetto qualcosa, ma non sapeva cosa. Il dolore poteva essere forte come quello che aveva provato lui.
Prese la bacchetta dalla fodera e si guardò attorno.
Se c'era qualcosa di pericoloso doveva essere affrontato per il bene del Mondo magico e delle persone attorno a lui.




Scusate per il post striminzito, ma il tempo stringeva e non potevo perdere l'occasione di ruolare con questi splendidi adulti <3

Statistiche e oggettistica ve le rifilo al prossimo post.
 
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118 replies since 8/9/2019, 21:55   4869 views
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