La Fine., "Contest a Tema di Settembre: Vendetta."

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view post Posted on 26/9/2019, 08:20
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8onhXDV


La fine.

Sto qui e con rabbia penso a quanto è successo.
Non posso scappare da quel pensiero, non riesco a muovermi e fa male, tanto, troppo.
Alle volte mi domando come sia stato possibile che tu mi abbia tradito, che le tue labbra si siano avvicinate alle sue e abbiano stretto quel patto così spiacevole per noi.
Ho i polmoni in fiamme, le mani tremano dalla voglia di farti una faccia piena di schiaffi ma non posso, non sarebbe ben visto in questa comunità di piccoli impostori nella quale viviamo.
Mi alzo. Sento le gambe vacillare, la forza nelle braccia diventare sempre più incontrollabile e prendo, spacco quello che trovo davanti, senza nemmeno capire cosa ho davanti.
Mi hai tradito, mi hai ferito e io ti voglio morto come mai prima d'ora.
Mi muovo confusionariamente per la stanza in cerca della mia sana vendetta, in cerca di qualcosa che possa incidere in quel tuo cuore di pietra almeno una piccola ferita.
Voglio sentirmi appagato, voglio dimostrarti che non puoi vivere una vita tranquilla sulle mie spalle; ogni azione equivale ad una reazione, ogni torto che mi hai fatto equivale ad un danno che farò a te.

Prendo un foglio, scrivo.
Le parole escono violentemente dalla punta del calamaio e schizzano ripetutamente sulla pergamena, come io vorrei che schizzasse il sangue dal tuo collo, senza tregua.
Mi viene un impeto di rabbia, do un pugno sulla scrivania che fa vibrare il mio braccio sinistro ma che non mi da soddisfazione come le parole che sto scrivendo, come quel flusso di idee che, concatenate tra loro, mi potranno far sorgere un sorriso sulle labbra.
Ho quasi fatto, quasi finito. Si capisce quello che penso? Capirá quello che provo e ciò che è successo?
Un rapido tocco con il palmo della mano e piego la pergamena che ho scritto.
Chi deve leggere capirà che sono io che scrivo, capirà la sofferenza che provo e troverà il modo migliore per agire.
Con irruenza scendo le scale e sento la televisione far da sottofondo alla tragedia. Tu non sai cosa ho in mente per te, non hai per nulla al Mondo capito cosa posso fare.
Sono arrivato, il viaggio è stato veloce.
Non che ci volesse molto ad arrivare a quella familiare cassetta delle lettere, ma lo sforzo per arrivarci era stato immane.
Piccoli pensieri mi frullano per la testa cercando di fare da bastian contrario, di portarmi sulla retta via, ma è troppo tardi.
Spingo la lettera nella buca come vorrei spingere la voce fuori dalla gola per farmi sentire, per far capire al Mondo che ci sono. Sono qui.
Sento gli occhi bruciare, so che manca poco alla fine di quel mio malefico piano, ma sono anche convinto che quella sia la fine.
È stato tutto molto bello, pieno di parole dolci e infantili fantasie, ma siamo arrivati ad un punto di non ritorno.

Lettera:


Mamma,

Quello stronzo di papà ha conosciuto un'altra.
Sono andato a trovarlo una settimana fa a lavoro e l'ho visto baciarsi con una parrucchiera all'angolo di Horntorn Street.
Non te l'ho voluto dire subito, non ne ho avuto il coraggio.
In questi giorni ho continuato ad osservarli per capire se potesse esserci qualcosa di serio tra di loro e sembra sia così.
Lei si chiama Annie Russell. È una stupida biondina senza senso, che si è invaghita di papà. Vanno a mangiare ogni giorno a pranzo assieme in una sorta di bar, Eggbreak e la sera si ricontrano con la promessa di vedersi il giorno dopo.
Non ti meriti tutto questo, ma lo dovevi sapere. Papà non capisce cosa significa amare la propria famiglia e per questo deve pagare.

© Esse | harrypotter.it

 
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