| | | | All'assenza di un porto d'approdo vero e proprio, preposto con la presenza di Mr Habbott, inconsapevolmente Oliver aveva cominciato a guardarsi attorno - un punto all'altro, sinistra verso destra e viceversa, nella speranza di aver saltato qualche passaggio, di essere stato distratto semplicemente dalla fine del Viaggio in Passaporta. Poteva esserci un errore qualsiasi, un margine appena, e il loro traguardo sarebbe stato compromesso: da parte propria, in più, Oliver non avrebbe avuto neanche modo di contattare la persona che avrebbero dovuto incontrare; di lì a fine giornata, se fosse riuscito per davvero a vedere Mr Habbott, gli avrebbe confermato di inviare il prima possibile una Spilla del C.r.e.p.a. - immaginava, infatti, che il Mago potesse esserne contento, aveva contribuito così ampiamente alla loro causa e il suo nome svettava in cima a più di un documento ufficiale in archivio. Le parole di Jolene, per lui, furono molto più limpide e una parte di sé cominciò a rilassarsi. Non riusciva a capacitarsi del perché fosse in tensione, ma comprendeva di come quella sensazione stesse offuscando una razionalità certamente migliore. Stava bene, tutto sommato, e per la prima volta poteva respirare a pieni polmoni, nel pieno delle sue potenzialità. Al cenno di conferma nei riguardi di Jolene e delle altre Streghe vicine, anche Oliver riprese il cammino. Si guardò attorno una, due, tre volte e lentamente la stretta al petto - prima come un soffio, poi come una morsa leggera - si fece insistente. Si bloccò improvvisamente, su due piedi. «Juliet?» Chiamò il nome della sua concasata, si guardò indietro e su entrambi i lati, e all'assenza apparente dell'amica si accorse di aver represso a stento un brivido lungo la schiena. Non capitava per la prima volta di perdere qualcuno nel nulla e, avrebbe dovuto ammetterlo, Oliver non si era affatto accorto di quell'assenza fino a quel momento. Si sentì spaesato, fin nel profondo. «L'avete vista? Forse non è riuscita a partire con noi, io...» Avrebbe atteso un eventuale commento, conferma o meno, da parte delle colleghe lì presenti. A quel punto, ad un'ennesima infruttuosa ricerca visiva, avrebbe cercato la Spilla del C.r.e.p.a. nella tasca della giacca; se fosse riuscito a recuperarla, stringerla tra le mani e attivarne il potere comunicativo non sarebbe stato complicato. Poche parole, un messaggio: Juliet, Hogwarts. Se la ragazza fosse rimasta al Villaggio di Hogsmeade, se per qualche motivo la Passaporta non avesse coinvolto anche lei, almeno Juliet avrebbe saputo di non essere da sola. Tornare indietro non era possibile, ma sapere che l'amica di sempre fosse al sicuro, quello diveniva per Oliver necessità.
Il cammino non si mostrò difficoltoso, il Caposcuola seguì Jolene come una guida e accolse quei pochi attimi di passaggio per guardarsi attorno; non conosceva quel posto, non era mai stato in quella parte della Capitale, e si chiese - bizzarramente - se potesse essere nei pressi di Evviva Lo Zufolo o meno. Un saluto allo store musicale non gli sarebbe dispiaciuto, avrebbe potuto mostrare alle Streghe il luogo in cui lavorava nel tempo libero e, perché no, fare da Cicerone tra l'uno e l'altro piano, a tempo debito. Comprendeva di come i suoi pensieri stessero divagando, per giunta da soli e senza logica, e fu estremamente grato di scorgere qualcuno ad attirare la loro attenzione. Poche battute servirono per essere finalmente sicuri di aver incontrato la persona giusta e sebbene Oliver avesse provato ad immaginare la fisionomia del Mago, avrebbe dovuto ammettere di non essere riuscito a coglierne alcun dettaglio. Annuì, cercando la mano dell'altro per un primo, fugace cenno di saluto. «Oliver Brior, sono stato tra quelli che hanno risposto alla sua missiva. La ringrazio, Mr Habbott: a nome del C.r.e.p.a. e di tutti noi, il suo contributo è stato e resta prezioso.» Al momento opportuno, alla prima pausa disponibile e senza rischiare di interrompere l'altro, Oliver avrebbe ripreso in fretta. «Thalia non poteva, in questa occasione. Ma ha parlato di lei e del suo aiuto, portiamo i suo saluti. Il suo nome è nei nostri archivi e tutti i vostri sforzi sono indescrivibili.» Il tono gentile, l'espressione pacata, Oliver si presentò al meglio delle sue possibilità; il sorriso leggero, la riconoscenza evidente, avrebbe atteso a quel punto la fine del discorso del Mago, ripercorrendone insieme alcuni dei tratti di cui era già a conoscenza. Curava personalmente tutti i risultati del Comitato: gli obiettivi raggiunti, i traguardi tuttora da portare a termine, perfino i fallimenti; forse erano proprio questi ultimi ad essere da sempre stati fonte di riscatto tanto personale quanto comune, trascinando l'associazione benefica in un tornado in piena. La storia di Mr Habbott, la sua dedizione, perfino il pericolo che Thalia aveva sperimentato sulla propria pelle, tutto quello aveva aperto una riflessione ben più ponderata del solito: da un lato, la consapevolezza di come il C.r.e.p.a. stesse effettivamente toccando punti e aspetti più difficoltosi del solito; dall'altro, però, di come fossero ad ampia veduta assoluta, fin nel profondo. Oliver immaginava le trame raggiunte come una vera e propria ragnatela: una mosca da scacciare in un punto, un insetto da respingere in un altro, ma il ragno era vivo e vegeto, e tanto bastava per tessere, tessere ancora. La metafora stuzzicò ogni sua fantasia e nascose ogni pensiero con un gesto casuale, spostando il peso da una gamba all'altra. Aveva letto sufficienti informazioni sull'avventura precedente che vedeva partecipe tanto il Ministeriale di fronte quanto un'amica preziosa, ne aveva trascritto in parte alcuni legami, pergamena e piuma alla mano; ma c'erano dettagli che non conosceva, moltissimi, e sentire la testimonianza del Mago fu piuttosto importante. Annuì di nuovo, alla fine del discorso dell'altro. «Davvero, Mr Habbot, grazie.» Pronunciò quelle ultime parole con tutta sincerità, trasportato da un'empatia e da un moto di gratitudine che non avevano eguali. «Gli Elfi Domestici che avete salvato, loro dove sono adesso?» Era stato segnato nei documenti ufficiali, lo sapeva, ma c'erano così tanti programmi e così tante relazioni - per fortuna, sempre in crescendo - che non ne aveva immediata memoria. Nella sorprendente rivelazione ascoltata, nella possibilità di poter avere un primo indizio per salvare altre Creature in difficoltà, si annullava ogni altra ragione per pochi istanti. «Il lavoratore di cui parla, il maestro del vetro, abita qui?» Una parte di sé tralasciava qualche dettaglio, lo sentiva, ma si volse verso le attiviste nelle vicinanze; erano insieme, nelle sue intenzioni avrebbero fatto squadra comune e compatta. C'era una strada da percorrere, era un ottimo punto iniziale.
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| salute 300/300 - corpo 262/262 - mana 322/322 - exp 57.5
» abilità Divinatore Esperto, Maridese, Materializzazione
» inventario bacchetta, Galeone ES, Spilla C.r.e.p.a., bracciale di Damocle, tarocchi, rune sacre, amuleto propiziatorio, bussola del domestico, intruglio confondente, galeoni e api frizzole
» incanti I, II, III, IV Classe completa V Classe » Claudo/Parclaudo, Nebula Demitto, Plutonis, Stupeficium VI Classe » Perstringo
» riassunto Oliver si accorge dell'assenza di Juliet, ne è preoccupato e cerca conferma da parte delle altre; cerca di inviare un messaggio alla concasata tramite Spilla, per poi seguire Jolene verso il punto di raccolta. Alla presenza di Mr Habbott, si presenta e porge i suoi più vivi ringraziamenti (i saluti da Thalia sono concordati con la stessa), infine pone qualche domanda per ricostruire tutto. Ho considerato la vicenda come in parte conosciuta perché Oliver cura gli archivi del C.r.e.p.a. |
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