La stanchezza della routine, strettamente legata alle ore di sonno mancate, indussero l’Auror dai capelli rossi a produrre una sonora russata mentre se ne stava spaparanzato sul divano in pelle. Gli occhiali erano posti di traverso, un plico di documenti - un tempo ben custoditi in una cartellina ordinata - giacevano a metà tra il proprio ventre e il pavimento, sul quale vi erano anche alcune bottiglie di birra. Non era da lui produrre simili rumori, facilmente paragonabili a quelli di un tir in corsa e che sapevano far innervosire la sua
dolce gatta; ma quando una tale spossatezza si impadroniva di lui e si aggiungeva una buona dose di alcol, allora il concerto era assicurato. Probabilmente era peggiorato da quando aveva avuto quel
piccolissimo incidente con l’albero, quel giorno in cui si era imbattuto in Thalia mentre era ancora nella pelle delle volpe e - per lo spavento - si era andato a schiantare contro il tronco fino a spaccarsi il naso. Eppure Weiss non poteva di certo dirlo dato che nemmeno poteva sentirsi russare in quel modo, ma era pur sempre una tesi che la propria gatta avrebbe potuto facilmente sostenere se solo avesse avuto l’uso della parola.
Da quando si era iscritto al Comitato ed era diventato uno dei Portavoce al Ministero, Aiden non si separava mai dalla propria spilla tanto quanto non si separava mai dal proprio Distintivo da Auror. Entrambi erano infatti custoditi in tasche diverse dei pantaloni così da rendere più facile all’uomo una distinzione dei due oggetti in caso di attivazione; e fu proprio la tasca sinistra dei jeans - quella contenente la spilla del C.R.E.P.A. ad attivarsi. La sentì vibrare con una certa insistenza, tanto che si svegliò di soprassalto, lanciando per aria i documenti rimasti sul proprio ventre e urtando con il braccio gli occhiali fino a scaraventarli all’indietro.
«
Santissimo Cernunnos!»
L’esclamazione, detta alla pari un ruggito impastato ancora dal sonno, strappò a Ginga un miagolio isterico, che sapeva di minaccia.
La spilla lo stava chiamando e lui non si sarebbe tirato indietro per nessun motivo al mondo: gli Elfi, alla pari degli umani, meritavano libertà ed uguaglianza, oltre che di rispetto. Forse, per alcuni, Weiss combatteva l’ennesima causa persa, ma la verità era che nessuna causa era persa davvero, non finché vi erano delle persone disposte a combattere per quello stesso obiettivo e che lo reputavano più che giusto.
Il giorno dell’incontro giunse finalmente alle porte e, di lì a poco, lui e altri attivisti sarebbero partiti per incontrare la signora Cassle.
Era trascorso un discreto lasso di tempo dall’ultimo incontro con la Strega e l’Auror si era sempre domandato se si sarebbe mai prodigata a mantenere la parola data, aiutando il Comitato nella difesa degli interessi dei poveri Elfi Domestici. Ma ora che finalmente aveva ricevuto la conferma che la donna non si era affatto dimenticata di loro, Weiss abbracciò con entusiasmo l’idea di un nuovo incontro con la signora Cassle per portare avanti la causa come era giusto che fosse, domandandosì più e più volte quale fosse l’esatta natura di quella convocazione.
Mentre attendeva l’arrivo dei suoi futuri compagni per quella missione, Aiden si concesse un momento di riflessione, in cui prese ad esaminare nel dettaglio ogni possibile punto di riferimento affinché potesse Smaterializzarsi in tutta sicurezza a destinazione assieme agli altri, evitando il ripetersi di errori di calcolo nel raggiungere la meta prefissata. Proprio perché era passato molto tempo dall’ultima volta che era stato a casa della signora Cassle, in un quartiere di Londra, ad Elephant & Castle per la precisione, non ricordava perfettamente il punto preciso della dimora della Strega; questo implicava che doveva scegliere un punto più concreto e che ricordava con esattezza, o la Smaterializzazione Congiunta avrebbe potuto causare dei danni a se stesso o ai suoi stessi passeggeri. Voleva evitarlo, ovviamente, perciò sopraggiunsero due possibili punti in cui arrivare: il primo era il più facile da ricordare, ma era anche il più rischioso se si considerava la possibile presenza di Babbani nei dintorni, ed era il murales con l’elefante posto sul confine con il quartiere magico; il secondo invece era leggermente più lontano, ma era più riservato e meno esposto ai Babbani, ed era il vicolo in cui aveva incontrato Caleb, il nipote della signora Cassle, sebbene in principio aveva temuto si trattasse di un Babbano. Era stato fortunato quella volta, aveva saputo gestire la situazione, ma non poteva prevedere tutto né escludere possibile problematiche. Era altresì importante evitarne il più possibile, adottato misure preventive; per questo fu molto deciso a voler raggiungere il vicolo piuttosto che il murales, considerando che se lo ricordava bene a causa della sua preoccupazione iniziale nei confronti di Caleb.
A mano a mano anche gli altri giunsero al rinomato pub e lui si rese visibile ai visi nuovi per la spilla del Comitato che portava appuntata al maglione color panna, la giacca aperta affinché tutti potessero facilmente individuarla. Già di per sé era un individuo alto e dai tratti fisici piuttosto appariscenti, non sarebbe stato difficile notare una spilla.
«
Signor Fuji-tora, bentrovato!» salutò con garbo il giapponese con un cortese inchino del capo, una volta sfilato il Cappello del Falco. Il Ministeriale era l’unica faccia nota che riconobbe ed era anche l’unico a sapere della sua identità e professione; cosa della quale si augurò non rivelasse nel rispetto della privacy che il rosso tanto bramava, ma non sollevò la questione a riguardo poiché ci avrebbe pensato lui a fornire lo stretto indispensabile.
C’erano un’altra adulta (
Ambar) e due studenti, un ragazzo dai capelli rossi come lui (
Justin) e una ragazza dai capelli castani (
Phoebe). «
Bentrovati a tutti quanti!» disse agli altri, accogliendoli con la stessa cortesia che aveva riservato al giapponese. «
Io sono Aiden, lieto di conoscervi.» Fece una breve quanto dovuta presentazione, senza doversi ritenere obbligato a comunicare il proprio cognome e il proprio lavoro in qualità di Auror, per poi volgere il resto al nocciolo della questione. Dopotutto - si disse - sarebbe anche potuto bastare così. «
Dunque, senza perderci in discussioni inutili, farò il possibile per prendermi cura di ognuno di voi, specialmente i ragazzi o il Preside potrebbe farmi lo scalpo. Ora, dobbiamo raggiungere un quartiere di Londra in cui risiede la signora Cassle, il nostro contatto, e sarebbe più adatto avvalerci della Smaterializzazione. Conosco due possibili punti d’arrivo, ma uno vorrei evitarlo poiché rischiamo di incappare nei Babbani e, onestamente, di dover scomodare il Ministero per sovvertire ad un simile inconveniente non mi entusiasma. Non è la prima volta che opero una Smaterializzazione Congiunta, tuttavia comprendo la reticenza che alcuni di voi potrebbero nutrire nei miei confronti, dato che non mi conoscete. Eppure siamo qui per una causa comune e in nome di quanto ci accingiamo a compiere quest’oggi vi chiedo un briciolo di fiducia.»
[Pezzo ipotetico] Qualora ciascuno dei presenti avesse scelto di fidarsi dell’Auror, egli avrebbe permesso ad ognuno di loro aggrapparsi alla sua figura nella maniera che volevano: tenendolo per la mano libera dalla presa della propria bacchetta, stringendosi direttamente alle braccia, oppure - più precisamente alla studentessa - concesse l’opportunità di aggrapparsi alla propria schiena, così da garantire a tutti un appiglio sicuro; ai due giovani aveva inoltre spiegato quanto fosse importante che non si tenessero ai vestiti, ma alla sua figura fisica e propria o sarebbero potute incorrere delle problematiche serie e lui voleva evitarle ad ogni costo. «
Non mollate la presa finché non saremo arrivati.» aggiunse, categorico.
E poi prese a concentrarsi al massimo delle proprie forze, la mano destra stretta nella stecca di Biancospino.
Aveva ben quattro persone con sé, perciò più restava saldo e focalizzato sul punto d’arrivo, più possibilità ci sarebbero state di arrivare in modo pulito. Fu proprio per tale motivo che la mente dell’Auror andò a circoscrive lo scenario in cui voleva arrivare, riesumando dalla propria memoria il ricordo di quel vicolo in cui aveva visto il proprio esordio come attivista. In un primo momento ricordò perfino il piccolo Caleb, sbigottito nell’essersi trovato all’improvviso al cospetto di un Auror e di una studentessa sbucati dal nulla, poi però - una volta visualizzato bene il posto - lo escluse dall’immagine che prese a focalizzare. Forse, se non si fosse immaginato Caleb in un primo momento, il vicolo sarebbe potuto sembrare uno come tanti, ma Aiden cercò di dargli un tocco di unicità. Dunque nella propria mente si formarono quei bidoni per la spazzatura, dai quali immaginò perfino di sentirne l’olezzo pungente di alimenti in decomposizione, poi quelle pareti in mattoni rossi che circondavano e riparavano il vicolo dal vento e dalla luce, infine lo sbocco che dava verso la strada principale illuminata dai lampioni. Tentò disperatamente di dare una forma nitida e reale ad ogni cosa e si aggrappò a quell’immagine del posto con tutte le proprie forze.
Infuse, infatti, ogni cellula del proprio corpo in quello che era un’irrefrenabile e deciso desiderio nel voler giungere a destinazione, portandosi dietro anche gli altri, presenti grazie a quel contatto fisico e determinato che avevano instaurato. Cercò di consolidare una sorta di sposalizio tra sé e la meta prefissata, immaginandosi di andare ad occupare lo spazio da lui scelto con la propria figura possente e atletica, seguito dal resto della truppa. Poi, quando fu certo di aver soddisfatto la Destinazione e la Determinazione che la procedura richiedeva, l’Auror fece affidamento a tutta la propria Decisione nel voler compiere il passo finale: con un slancio energico, svuotato da ogni dubbio o timore, armato soltanto da una solida ed inflessibile volontà, oltre che di coraggio, iniziò a ruotare su se stesso e si lasciò guidare dalla magia, con la remota speranza di aver compiuto la manovra nel miglior modo possibile.
PS: 250 PC: 192 PM: 215 EXP: 35,5
Inventario
› Bacchetta in legno di biancospino, piuma di Ippogrifo, 12 pollici e mezzo, flessibile;
› Distintivo Auror;
› Spilla del C.r.e.p.a;
› Avversaspecchio ─ Piccino e compatto, sta in una mano; in ottone intarsiato, lo specchio rifletterà delle ombre che si faranno sempre più distinte mano a mano che eventuali pericoli e/o nemici si avvicinano al proprietario dello specchio.
› Cappello del Falco;
› Bracciale Celtico originale;
› 2 x Nanosticche.
Incantesimi & Abilità
› Classe I, II, III, IV complete, esclusi i proibiti, eccetto per Iracundia e Ignimenti, e Mutas/Immūtas appresi in Quest di Animagus;
› Classe V appresi Claudo/Parclaudo e Nebula Demitto;
› Classe VI appresi Incarceramus e Realtas;
› Classe VII appreso Magisterium;
› Incantesimi da Auror ─ Stupeficium, Expecto Patronum, Rompisigillo, Nego Negligetiam, Homenum Revelio, Deletrius.
› Animagus I Volpe Rossa;
› Occlumante I.
Riassunto & Status delle Ferite
Aiden si presenta ai Tre Manici di Scopa rendendosi riconoscibile agli altri grazie alla Spilla che tiene in mostra, accogliendo tutti con assoluta cortesia e spiegando ai futuri compagni d’avventura della sua idea per raggiungere la signora Cassle.
Consapevole dei rischi con dei possibili Babbani, cerca di effettuare una Smaterializzazione Congiunta (per coloro che sceglieranno di fidarsi di lui) nel vicolo in cui aveva incontrato il nipote della signora Cassle la prima volta. (Nel pezzo ipotetico lascio ad ognuno la possibilità di scegliere, ci mancherebbe altro, considerando che non tutti mi hanno risposto per mp a riguardo. Il resto lo lascio nelle mani del Master!)
Nessun danno subito.