CANDY CARNIVAL, Carnevale '20

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 23/2/2020, 12:58
Avatar

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
19,264
Location:
TARDIS

Status:



ntdZGaL
Da quando era stato annunciato il Candy Carnival, le vendite da Mielandia erano incrementate di molto: grandi e piccini, tutti insieme entravano e uscivano dalle vetrine tirate a lucido della pasticceria più famosa di Hogsmeade; le braccia cariche di sacchetti di dolci e di tavolette di cioccolato, il migliore del paese, tutto andava a rifinire da almeno una settimana una frenesia piuttosto frizzantina. Le giornate si erano rischiarate a nuova luce, sprazzi di verde cominciavano a tappezzare con delicato disordine le stradine del sobborgo, mentre i coriandoli scoppiettavano dalle mani di bambini e dei loro genitori. Un tripudio di colori che si esprimeva nell'imminente festa di Carnevale, quel martedì grasso che trovava quell'anno la partecipazione in prima fila da parte di Mielandia - girava voce che i festeggiamenti concidessero con il centesimo compleanno di Mr Ambrosius, proprietario del negozietto, e con il suo desiderio di organizzare una festa in grande. Di certo il volantino affisso lungo le strade prometteva più di una sorpresa; già il titolo, quel Candy Carnival a caratteri cubitali, anticipava uno squisito connubio tra dolci e maschere, tra caramelle e divertimento. Bastava scorgere il sorrisetto di Wonka, l'Elfo Domestico di Mielandia, per essere coinvolti in una gioia che forse da quelle parti mancava da un pezzo.

Il giorno di Carnevale, alle sei in punto, Mielandia aveva chiuso bottega come da promessa: un colpetto di bacchetta ed era apparso il sentiero di caramelle per condurre al luogo della festa. Un percorso di poche centinaia di metri, una curva qui e un'altra lì: ci si allontanava verso la periferia di Hogsmeade, leggermente in salita, e si raggiungeva così un boschetto. Al centro di una radura, là dove si concludeva il viaggio di ogni buon Pollicino, c'era una casetta a tetto spiovente, dall'aria pacata - una casetta di marzapane, tinteggiata di rosa e di rosso, di bianco e violetto, di azzurro e arancio, un po' come in una tavolozza di colori. Era evidente che la struttura fosse fatta di zucchero: le fondamenta, le pareti e le colonne portanti erano di pan di spagna con barrette di cioccolato come travi e camino; i cespugli, i funghi e il terriccio a mo' di tappeto tutto intorno erano di pasta alle mandorle; qualche bastoncino natalizio si incastonava come lampione; il cornicione dell'abitazione era invece di panna montata; perfino l'aria, nei dintorni, aveva un profumo più dolce, più caramellato, e le nuvole passeggere tra gli alberi di nocciola - al gusto di nocciola, per davvero - erano come batuffoli di zucchero filato in un cielo di per sé più romantico, spolverato di rosa chewingum e di un tramonto al gusto d'albicocca. La porticina della casetta, curiosamente, si apriva per accogliere tutti i partecipanti alla festa: non poteva essere più alta e larga di qualche metro, ma al suo interno, proprio lì si esprimeva la magia della festa. Un potente incantesimo estensivo si imponeva in ogni punto ed era come varcare la soglia per un mondo tutto commestibile: un luna park con una e più attrazioni incantate, fatte di dolci come ogni altra cosa nei paraggi; chioschetti di mele caramellate e zucchero filato; ruote panoramiche di torta e laghetti con fontane al cioccolato; di tanto in tanto si incontravano eccentriche figure gelatinose dalle forme più disparate, mentre si snocciolavano sentieri di caramello e mascarpone per raggiungere l'una e l'altra postazione. Qualcuno aveva già iniziato a staccare dei pezzetti da mangiucchiare, e in un attimo la parte mancante tornava alla struttura. Era una distesa infinita che avrebbe fatto la felicità di ogni goloso, un universo parallelo di dolci e di colori, al gusto raffinato di un Carnevale che si annunciava come indimenticabile.



GT7P4S1
foresta orsetti gommosi
La casetta di marzapane al centro della radura caramellata era circondata da veri e propri orsetti gommosi, animati dalla magia del luogo. Rossi, verdi, gialli, arancioni, marroni, azzurri, dai colori chiari a quelli più scuri, gli orsetti a grandezza naturale - talvolta anche in piedi sulle proprie zampe - ondeggiavano su se stessi come girovaghi d'eccezione. Accoglievano i passanti con un inchino, un cenno di saluto o uno sbadiglio, troppo ghiotti per lasciar scappare le prelibatezze del bosco zuccherato. Qualcuno aveva fatto una scorpacciata di miele dagli alberi più vicini, e altri - vinti dal dolce dormire, letteralmente - si appisolavano nel bosco. Un prezioso benvenuto, mentre si entrava nella casetta di marzapane con i primi mascherati; presto tutti avrebbero scoperto quanto la loro compagnia potesse essere piacevole.



xaF92a8
banchetto C.r.e.p.a.
[click] Quella festa era stato un po' come vincere il biglietto d'oro alla fabbrica di cioccolato. Wonka, l'Elfo Domestico di Mr Ambrosius e sua moglie da anni ormai presso Mielandia, conosceva quella storia e ne era stato per di più protagonista; la sua gioia per i preparativi era stata così grande da coinvolgere anche altri Elfi Domestici, così in un veloce passaparola il C.r.e.p.a. aveva colto l'occasione per un'iniziativa altrettanto sorprendente. Superando la casetta e ritrovandosi all'interno del luna park, infatti, c'era un banchetto non più grande di uno dei tanti chioschetti nei dintorni; recava un cartellone sospeso a mezz'aria con la scritta colorata Candy C.r.e.p.a. Dietro il bancone, Wonka e qualche altro attivista vendevano caramelle da più gusti e colori, dalle curiose forme di alcune creature magiche. Qualcuno già assaggiava le prime caramelle e poco dopo da una grossa coloratissima bolla da masticare appariva una vera e propria creatura magica di gelatina! Si animavano liberamente, ed ecco infatti strisciare un Ashwinder gommoso prima di esplodere su se stesso; un'imponente Acromantula filare una ragnatela di zucchero filato; un Avvincino avvinghiarsi come miele appiccicato; un Unicorno correre in una nuvola di panna; un Kneazle saltare con un guizzo di caramello dalla coda; un Maride muovere la coda in flutti di cioccolato; un Elfo Domestico sparire e riapparire in un vortice di zucchero; un Erumpent così grande da tremolare in gelatina colorata fin sul corno; una Fenice aromatizzata alla vaniglia spiccare il volo; perfino uno Snaso di liquirizia tentare di sgraffignare tesori luccicanti. Pochi minuti, prima che le raffigurazioni magiche potessero concludersi, ma la visione così dolce lasciava un gusto tutto speciale.

Con una libera offerta in galeoni, chiunque avrebbe potuto ricevere il sacchetto di caramelle gommose magiche: c'era in più la fortunata possibilità di trovare una caramella unica, a forma di drago gommoso pronto a spiccare il volo. Un'occasione che non potrva essere sprecata, un gesto benefico per un divertimento assicurato.
Per partecipare, postare Ongdr l'offerta con il seguente modulo:

¬ Nome PG:
¬ Offerta:
¬ Conto Bancario:




woQeoRu
grotta gelatinosa
Uno dei sentieri di caramelle all'interno del luna park si estendeva tra ciuffi di menta piperita e rocce di gianduia, arrivando così ad un picco di una montagna altrettanto gustosa - interamente di biscotto, irrobustito da barrette al cioccolato e cereali, la grotta che si ergeva lì di fronte aveva un arco piuttosto ampio e accoglieva così i più temerari verso un tunnel a prima vista misterioso. Al suo interno, la struttura si rivelava presto ricoperta da cima a fondo di gelatina ai frutti di bosco, ed era sorprendente scoprire che ad ogni morso il gusto cambiava da fragola a more, da gelso a lampone, da nespole a ribes rossi. Bastavano pochi passi per perdere l'equilibrio sul pavimento ondeggiante e a quel punto cadere sulla gelatina - in basso o alle pareti - poteva essere inevitabile. Qualcuno era già imprigionato e soltanto a morsi o colpi di bacchetta avrebbe potuto farsi strada verso l'uscita. Ricoperti da capo a piedi di gelatina alla frutta, perlomeno ognuno avrebbe avuto un dolce profumo!



aR1TXC2
big bubble balloon
Tra tutte le giostre presenti al luna park di candyland, quella del cannone di marshmallow era di gran lunga la più pericolosa e forse per quel motivo - paradossalmente - anche la più gettonata in assoluto. Un cartello bello grande, sospeso a mezz'aria, chiedeva di fare attenzione e di non proseguire in caso di paura o di vertigini. Dietro un bastoncino di zucchero a mo' di sbarra di passaggio, infatti, si accedeva con pochi gradini ad un cannone vero e proprio, massiccio e imponente, interamente di marshmallow. Una ragazzina dai capelli più rosa della chewingum che stava masticando così rumorosamente, a quel punto, invitava ogni partecipante ad infilarsi nel cannone a partire dalla testa - un po' come in uno scivolo, fino a ritrovarsi lunghi distesi nel marshmallow gigante. Un colpo esplosivo, uno scoppio di zucchero filato e boom, si veniva così lanciati in aria in un volo di più e più metri, precipitando poco dopo in un'immensa rete al gusto di big bubble. Un salto nel vuoto, sull'intera visuale del luna park, e tuttavia... solo per i più temerari.



ERCDRTq
torta panoramica
Mr Ambrosius non avrebbe potuto deludere le sue aspettative più romantiche e con un ulteriore guizzo fantasioso aveva così realizzato al centro del luna park una vera e propria ruota panoramica, per la prima volta però bizzarramente fatta tutta di torta. La struttura in pan di spagna, panna e pasta di zucchero resisteva magicamente ad ogni gravità delle dieci cabine di macaron che trasportava ad ogni giro. Non restava che sedersi nel macaron del colore preferito - a coppia fino ad un massimo di quattro persone per cabina - e da lì godersi in più giri tutto lo spettacolo di un mondo sorprendente. Forse, era l'occasione per un bacio zuccherino.



Yf4O3A5
tronky milkshake
Lo scroscìo dei flutti di un fiume interamente di latte, bianco e candido, attirava lo sguardo dei passanti nei dintorni; si accedeva così per un massimo di cinque persone alla volta su un tronchetto alla nocciola, uno di quei tronky marroni e spolverati di granella che tornavano al punto di partenza. Una volta a bordo, l'imbarcazione saliva sempre più in alto, ancora più in alto, fino a sfidare la gravità su uno scivolo di cioccolato. A quel punto, fra slalom e curve a velocità estrema - talvolta sospesi sottosopra - i partecipanti sul tronchetto scivolavano in una discesa estrema e splash, il fiume di latte accoglieva l'imbarcazione in schizzi a più non posso!



NdX3TTQ
cupcake ride
Per gli appassionati di auto-scontri, per chi cercava la sfida e l'adrenalina di una corsa all'ultimo grido, la giostra si articolava in una lunga pista ricoperta di panna e mascarpone color arcobaleno: scegliendo un cupcake - massimo due persone in postazione, uno al volante e uno come passeggero accanto - si poteva infatti guidare in lungo e in largo e scontrarsi contro tutti gli altri in pista. Una sfida all'ultimo pezzetto di cupcake, prima dello squillo di fine turno!




Benvenuti al Candy Carnival, zuccherini!
La festa Ongdr è il giorno di Carnevale, 25 Febbraio dalle 6 pm. C'è liberta assoluta per tutti i partecipanti, ogni punto del luna park è libero e potrà essere tranquillamente autogestito. Per il banchetto del C.r.e.p.a. e l'iniziativa delle caramelle gommose magiche, si rimanda qui [click]; per postare il proprio outfit e vincere il premio di Maschera di Carnevale più bella, si rimanda qui [click]
Buon divertimento e... mangiate tanto!
 
Top
view post Posted on 24/2/2020, 19:24
Avatar

Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

Group:
Negoziante
Posts:
884
Location:
Cioccolatino Amarena Mostarda Idromele Lampone Limone Oreo

Status:


Camillo BreendberghCodiceLo scherzo della natura, altresì noto alle forze dell'ordine come Camillo Breendbergh, avanzava a passo spedito verso il villaggio di Hogsmeade. Nella testa un vortice di pensieri. Mezzo chino ed a muso basso, seguiva distrattamente la frenetica danza delle caramelle scalciate, accompagnandole con lo sguardo finché la quiete non gliele sottraeva. Se ne trascinava dietro un paio da qualche centinaio di metri, ma erano le uniche a tenergli compagnia; tutte le altre finivano oltre il confine tracciato dalla sua pigrizia. Di calci ne aveva tirati tanti e tante erano le pietruzze colorate sparpagliate durante la passeggiata. Colpiva e macchinava, lucido e spietato; nessuno sapeva cosa. Colpiva e perdeva il filo dei suoi pensieri, poi si incazzava e colpiva ancora, alla cieca. Era in quel momento che i dolcetti gli sfuggivano. E dire che nemmeno era arrabbiato per davvero, si sentiva in pace col mondo!
Il Carnevale era giunto ad Hogsmeade, puntuale come la pubblicità con la x microscopica nei siti di streaming illegale. Finalmente qualcosa da fare – si era detto – qualcosa di diverso dal solito. Casey lo avrebbe raggiunto di lì a poco, poi si sarebbero dati alla pazza gioia, tra scherzi e scorpacciate in un'atmosfera di cazzeggio assoluto, proprio nel bel mezzo del periodo più intenso per quanto concerneva il ruolo di studente. Una pausa meritata, ecco cos'era. Un'occasione di cui bisognava approfittare. Avrebbe spremuto il divertimento dalle viscere della sua amata, da ogni dannato orsetto gommoso, da ogni bastoncino di liquirizia e da ogni singolo paesano spaesato. Pure dagli elfi del C.R.E.P.A., se ce ne fossero stati, perché no? Il punto cruciale era la mole di attività che Mielandia offriva: conoscendo il proprietario era certo che il ventaglio di possibilità fosse più esteso del tempo a disposizione. Più ci ragionava e più si incazzava, più si incazzava e più scalciava e pian pianino ripuliva il sentiero dalle pietruzze più vistoste ed invitanti. Le sorprese lo mettevano a disagio.
Breendbergh era giunto al punto d'incontro senza nemmeno rendersene conto, tant'era impegnato ad organizzare il pomeriggio. Disinvolto ed ancora intento ad anticipare quanto sarebbe accaduto nelle ore successive, aveva dato una brusca frenata al suo moto, piantandosi come un paletto segnaletico ad una breve distanza dalla casetta di marzapane. Il profumo dei dolciumi gli aveva accarezzato sin da subito le narici, migliorando un umore di per sé già spumeggiante: l'odore del cibo saturo di zucchero rendeva l'attesa interminabile.
Camillo vestiva abiti primaverili, nonostante il freddo fosse ancora una minaccia degna di considerazione. Se non altro gli indumenti scelti lo avrebbero aiutato a passare inosservato; in un ambiente saturo di colori sgargianti, nessuno avrebbe notato il ragazzino con la camicia grigia ed i pantaloni color crema. “All you can eat” era un sacro comandamento e mantenere un basso profilo era una scelta saggia per chi, come lui, voleva mangiarsi anche i mattoni senza essere giudicato.

 
Top
view post Posted on 26/2/2020, 12:18
Avatar

When the snow falls, the fox tries to survive.

Group:
Auror
Posts:
3,876

Status:



Aiden Weiss
Candy Carnival '20

9w6Xv3J
Una volta applicato l’incantesimo che sua sorella Ophelia gli aveva consigliato ai capelli, i quali erano stati fatti crescere magicamente, Aiden se li sistemò sulle spalle con un sorriso di pura soddisfazione personale. Una massa cespugliosa e riccia aveva sostituito il consueto look corto ed ordinato, oltre che liscio, ma pur sempre rossi, che avrebbero potuto facilmente far salire l’invidia a Brian May ai tempi d’oro. Era una scelta di stile davvero bislacca la sua, eppure nella periferia di Hogsmeade si sarebbe tenuta la festa di Carnevale e Weiss non voleva di certo mancare, specialmente se non vi era limiti nel costume; e il fulvo aveva scelto di vestirsi da principessa Disney, come quella che aveva visto in diversi negozi di giocattoli Babbani, ovvero Merida, una ribelle nata e rossa proprio come lui.
Certo, sarebbe sicuramente stato al centro di numerosi commenti di poco gusto, atti a deriderlo o a sminuire la sua mascolinità; eppure Aiden aveva proprio quel fisico che rendeva il travestimento davvero comico e simpatico, un po’ come quei padri che venivano costretti dalle figlie a vestirsi da principessa nonostante l’aria da vero macho, pertanto l’avrebbe appunto presa sul ridere e si sarebbe divertito in ogni caso a fare lo scemo in giro.
La barba era stata sistemata: non un pelo più lungo rispetto ad un altro, tutto era stato accuratamente pettinato e oliato con prodotti specifici usati da qualsiasi barbiere rispettabile e professionale. Perché sì: Aiden Weiss amava tanto la sua barba e quel giorno l’avrebbe sfoggiata tanto quanto il suo vestitino da principessa. L’abito, infatti, era quello originale dell’adattamento cinematrografico Babbano, ma avendolo fatto adattare alle proprie misure. A concludere il tutto erano l’arco con la faretra piena di frecce finte che, una volta scoccate, esplodevano in delle coloratissime stelle filanti.
«Ciao bellissima, io sono Meridon, Principe di DunBroch e amo la mia barba! Ti andrebbe una Schweppes? Solo e te!» scandì con voce suadente, ammirandosi allo specchio in quella che doveva essere un tentativo di approccio con il gentilsesso, alzando ritmicamente un sopracciglio con fare ammicante. Non era da lui, ovviamente, rivolgersi in quel modo così spudorato alle donne, ma voleva semplicemente scherzare e preservare lo spirito del Carnevale.

Arrivò alla festa col riso ancora stampato sulla faccia: poco prima di uscire aveva assistito alla scena più esilarante di sempre, in cui Ginga - nel vederlo conciato così - era finita con il restare impietrita come un sasso, indecisa se scappare via o soffiargli contro, mentre Lancillotto simulò uno svenimento in piena regola. Nessuno dei due si era aspettato di vedere il loro padrone vestito da donna ma mantenendo la consueta barba.
Gli occhi si illuminarono nell’esplorare ogni tipologia di attrazione, sentendosi come bambino nel Paese dei Balocchi. Era quasi certo che sarebbe volato al San Mungo per un diabete fulminante e per fortuna si era autoimposto di non trasformarsi o da volpe si sarebbe sicuramente messo in un angolo a morire di avvelenamento da dolci.
Quando vide una sorta di auto-scontro con le vetture a forma di cupcake, Aiden raggiunse il Nirvana in pochi battiti di ciglia: esalò un profondo respiro, cercando di mantenere la calma, finché non esplose in un «DEVO FARLO!» . Tenendosi stretto un lembo della gonna fin troppo scomoda ed intralciante, l’Auror tentò - con una certa difficoltà motoria - di correre verso la prima vettura disponibile, arrivando a prendere possesso di un cupcake dai colori unicornosi. Da quanto era grosso e con un vestito molto ingombrante, Aiden dovette sedersi sporgendo con mezza chiappa di fuori. Partì come un pazzo scatenato, muovendo la testa come se fosse in preda ai fumi dell’alcol, le spalline del vestito che si tendevano ad ogni curva secca, mostrando sempre di più le sue forme mascoline.

Io sono Meridon, Principe di DunBorch e amo la mia barba!



 
Top
Leah‚
view post Posted on 28/2/2020, 10:50






La notizia della festa ad Hogsmeade era arrivata alle orecchie di Leah grazie alle chiacchiere in Sala Comune. Una parte di lei moriva dalla voglia di andare alla festa - perchè insomma, dolci, festa, Mielandia... come si faceva a dire di no? - ma dall'altra aveva un po' di timore nell'andare a una festa da sola, soprattutto fuori dalle mura del castello. Più che altro temeva di ritrovarsi in mezzo a tutta gente molto più grande di lei.
Ci aveva pensato e ripensato non poco, nei giorni che avevano preceduto la data stabilita, convincendosi e desistendo a momenti alterni. Finchè una sera, mentre mangiucchiava la cioccolata che Memory le aveva regalato per Natale sdraiata sul suo letto con Coco sulla pancia, prese una decisione. A Natale era andata alla festa da sola, un po' timorosa, e anche se le cose non erano andate come aveva sperato e immaginato si era davvero divertita a chiacchierare con Gwen.

- Basta, ho deciso. Ci vado! - Aveva esclamato nel dormitorio vuoto, balzando a sedere.
Coco aveva miagolato infastidito, rotolando sulla coperta e scendendo con un balzo dal letto per dirigersi in un posto in cui il suo sonnellino non sarebbe stato disturbato.

Ferma sul vialetto davanti alla casetta di pan di spagna, Leah pensò che accidenti se aveva fatto bene. I colori, gli odori, perfino i rumori erano invitanti. Lo scrocchiare dello zucchero candito, il morbido frusciare della panna, il rumore ovattato del pan di spagna, il rimbalzare degli orsetti gommosi che si rincorrevano, le risate e le battute dette con la bocca piena di chi era già arrivato. Il tutto in una cornice così allegra, gioiosa e colorata che Leah temeva di non avere occhi abbastanza per guardare tutto!
Il profumo di zucchero, miele e cioccolato riempiva l'aria e lo stomaco di Leah gorgogliò allegramente. Per quella sera aveva deciso di lasciar perdere la cena e le norme di salute più elementari per dedicarsi a un minuzioso assaggio di qualsiasi tipo di cioccolato le si fosse presentato davanti.
La sua stessa mise era un omaggio al cioccolato.
Aveva infilato un vestito di velluto marrone con la gonna a ruota intera, il corpetto incrociato e le maniche lunghe che non avrebbe mai messo in altre occasioni (era marrone, ma andiamo! Quando mai si sarebbe messa un colore così spento?) e si era fatta prestare da Eva qualcuno dei suoi bellissimi tutu di organza e tulle. Per la precisione aveva scelto i bianchi e i rosa, che aveva infilato sotto la gonna.
E così adesso sfoggiava un vestito che sotto le morbide onde marroni era un tripudio di sfumature color pastello, morbide e leggere. La gonna si sollevava attorno a lei in una nuvola di veli che la facevano sentire proprio come uno dei cioccoli ripieni di crema e fragola che Mielandia vendeva con orgoglio.
Aveva infilato i suoi inseparabili stivaletti marroni e aveva raccolto i capelli in due codini ai lati del collo, legati con due grossi fiocchi di nastro color panna. Era comoda, al caldo e molto di buonumore... soprattutto visto che indossava un paio di stivali comodi e non delle orrende scarpette col tacco (quelle della festa di Natale erano state trasfigurate in un pouf azzurrino che stazionava vicino al suo baule e su cui Coco amava acciambellarsi).
Saltellò fino all'ingresso della casetta e quando riuscì ad entrare, facendosi strada in mezzo alla discreta folla che già curiosava all'interno, i suoi occhi si spalancarono ancora di più. Da dove era uscita tutta quella meraviglia? La ruota panoramica con le cabine a forma di macarons svettava su un tripudio di stend, chioschi e attrazioni. Il rumore delle risate e delle grida divertite si mescolava a profumi ancora più intensi e stuzzicanti, in mezzo a colori vivaci. Leah passeggiò distrattamente nei dintorni, decisa a guardare tutto ciò che la festa offriva prima di scegliere cosa provare. Non era andata spesso a parchi divertimenti con la sua famiglia, ma l'adrenalina che si respirava lì era innegabile.
Si fermò per un po' a guardare i ragazzi che scendevano dalle rapide di latte, precipitando giù da uno scivolo che sembrava fatto di cioccolato.

"Quello lo devo troppo provare," pensò Leah con gli occhi che scintillavano.
Anche l'autoscontro sembrava divertente, soprattutto per le forme assurde delle macchinine. Un turbine verde e rosso a cavallo di un cupcake a forma di unicorno la fece trasalire, chiedendosi se era vero quello che aveva visto. C'era una principessa con la barba che sfrecciava sulla pista, mezza seduta e mezza no? Ma davvero? Sbattendo le ciglia, confusa, Leah pensò che probabilmente iniziava a sentire gli effetti dei troppi zuccheri di cui era intrisa l'aria.

Si voltò, avvicinandosi ai chioschetti per decidere in cosa investire i Galeoni che aveva portato con sè in un sacchettino di stoffa appeso al polso. Dolci, dolcetti, dolciumi... avrebbe volentieri preso una cioccolata calda, l'aria era frizzante in quel tramonto rosa chewing-gum.
Mentre vagabondava, vide da lontano un cartello che indicava lo stand del C.R.E.P.A. L'anno prima, se lo ricordava molto bene, aveva partecipato a un evento dell'associazione studentesca tra le stelle.. e aveva ricevuto in dono una bussola dei desideri che custodiva molto gelosamente nel suo baule.
Curiosa di scoprire cosa si erano inventati in quell'occasione, diresse i suoi passi verso lo stand. Poteva sempre cominciare da lì e poi decidere cosa fare.


« Leah Rose Elliot; Tassorosso; Scheda »



 
Top
view post Posted on 28/2/2020, 12:36
Avatar

We are all immortal until proven otherwise

Group:
Caposcuola
Posts:
4,837

Status:



Casey Bell
‹ Prefetto ‹ Grifondoro ‹ 15 anni

dn34fXF

t6iMpKS

xrDBpmx
Casey era un'amante del salato. Se avessero fatto la sagra delle noccioline americane, del kebab o dei cetriolini sottaceto si sarebbe fiondata senza esitare in loco rischiando di far bancarotta e di dover passare il resto dei suoi giorni dalla signorina White. Ciò non voleva dire che detestava il dolce, considerato che riusciva a indovinare l'arrivo del ciclo in base al numero di scatoline di cioccorane accumulate sul suo comodino; ma se si doveva compiere una scelta fra i due sapori senza dubbio avrebbe optato per il primo.
Perciò, quando Camillo, nel bel mezzo di un'improduttiva sessione di studio pomeridiano in biblioteca, le aveva fatto menzione di un "All you can eat" carnevalesco si era immediatamente convinta che si trattasse di una festa a base di sushi. Al che, come ogni normale essere umano ghiotto di pesce crudo, si era tuffata a bomba nella dimensione mentale di chi si sarebbe sfondato definitivamente quel fine settimana: era pronta digiunare per tutti e due i giorni precedenti alla data X.
Quando Oliver invece giunse in sala comune con la notizia del Candy Carnival finalmente KC associò le due cose, e con un velo di malinconia - fra le fitte allo stomaco che si ribellava, dato che ormai si era preparato all'evento - aveva messo da parte l'idea di travestirsi da uramaki speciale. Certo, non avrebbe mollato Millo all'ultimo prima della festa - sapeva quanto fosse malato di dolci - ma non poteva nemmeno nascondere a se stessa quanto si rompesse ad andare ad un buffet in cui già alla fine della prima portata la bocca sembrava esser stata stuccata e raffrescata. Avrebbe dovuto farglielo presente? Avrebbe dovuto portarsi i doritos da casa? Forse, ma i livelli di ribellione di Casey Bell anno dopo anno si facevano sempre più elevati, e non si potevano soddisfare con una semplice chiacchierata o una patatina alla paprika di consolazione. Aveva bisogno di ricavarsi in qualche modo i suoi spazi.
O di vendicarsi, seppur in maniera molto blanda.

Chiodo, anelli, cinture, minigonna scoprente, giacca di pelle, corpetto della salute, calze nere a rete. Il sorrisetto della ragazzina che camminava sull'acciottolato verso Hogsmeade poteva risultare un po' troppo malizioso. Per la verità non si trovava così a suo agio con l'interno coscia al vento, ma ritrovava coraggio nella maglietta che le ricopriva la scollatura, con scritto sopra: "me l'ha fatto fare Satana", quindi ops, scusa. Tuttavia la cosa più strana era la lunga criniera di capelli fittizi che le oscillava dietro la schiena. Neri e setosi - i suoi naturali - ma allungati con tocco di magia. Una Casey così non si vedeva dal giorno in cui aveva capito che poteva lasciarsi alle spalle tutte le tradizioni dell'orfanotrofio, esattamente da quattro o cinque anni. Non era proprio "lei", e in questo c'era lo zampino del Carnevale probabilmente, ma anche di qualcos'altro. Cosa voleva dire tutto ciò? Nulla, a parte che voleva conoscere meglio i punti deboli del suo polletto.
Lo intravide solo dopo aver fatto lo sgambetto a un orsetto gommoso che era corso nella sua direzione per porgerle un fiore di zucchero. Camillo lo avrebbe visto sfrecciare via impaurito per poi disintegrarsi contro le mura della casetta di marzapane. Era chiaramente arrivata la sua ragazza.
«Hey, baby!» lo chiamò KC. «Come butta, bellone?»

‹ Candy Carnival ‹ Hogsmeade ‹ Mielandia

 
Top
view post Posted on 5/3/2020, 12:04
Avatar

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
19,264
Location:
TARDIS

Status:


BRBNErQ
Aveva sognato un luogo fatto di dolci, di caramelle e di zucchero da tutta una vita. Perfino ai suoi diciassette anni aveva chiesto una festa di compleanno del genere e anche se quel desiderio non era mai stato realizzato, la sua torta perlomeno era a grandezza umana, piani su piani di panna cotta, cioccolato e soffio di cannella un po' ovunque. Era stato per giorni a digiuno da ogni altra pietanza, favorito com'era dalla presenza del dolce in casa - due fette a colazione con un caffellatte accanto, tre fette a pranzo per recuperare qualsiasi energia, appena una fettina a cena per non esagerare. Più o meno così per una settimana, fin quando zia Adele non aveva scoperto il tutto e aveva fatto sparire almeno tre piani di mascarpone e pandizenzero con un misero, terribile colpo di bacchetta. La sensazione di tristezza non era stata nulla paragonata a quella di privazione, e la scintilla di stizza sul volto di Oliver si era presto rivelata come un vero e proprio cenno di rabbia. La valigia pronta sul letto, la minaccia di non tornare per le vacanze, infine un'occhiata infastidita, quello era stato l'ultimo incontro con sua zia Adele e la sua famiglia. Compleanno suo, torta sua - l'aveva precisato più e più volte e tra tutti i peccati possibili, quello di gola gli sembrava il meno complicato. Alla fine quel finto litigio si era risolto da sé, il tempo come sempre aveva fatto il suo corso migliore. A distanza di quasi un anno, Oliver era stato sorpreso, quindi, di ritrovare una lettera di scuse e un pacco associato da parte di sua zia. Quando aveva mandato la sua civetta delle nevi in Irlanda per rispondere alla missiva dei suoi genitori, non aveva pensato di ricevere in cambio una scatola rettangolare di medie dimensioni. Né avrebbe potuto anche solo lontanamente immaginare, doveva ammetterlo, di scorgere prima o poi nella sua vita Lady e altri due gufi collaborare nella spedizione come buoni, vecchi amici. Lady non collaborava, non l'aveva mai fatto. «Hey Ol, c'è posta per te a ore tre, due, uno...»
Un tuffo netto, le ali spalancate sul vento, un verso stridulo, il rapace atterrò alla tavolata dei Grifondoro, in Sala Grande, priva di quell'equilibrio solitamente innato della sua specie. Trascinò con sé caraffe di latte, piatti con toast imburrati e miele, perfino una coppiera di salsicce affumicate. Nel disordine creatosi, l'uno e l'altro studente lì nei dintorni furono macchiati da schizzi di caffè e di latte, di succo di zucca e di melassa, mentre gli altri sfortunati volatili accanto alla civetta arruffarono le piume con un discreto timore.
«Bastarda di una civetta, che ti cavassero gli occhi e-»
Per fortuna c'era sempre Penny.

Il regalo inaspettato di zia Adele si era presentato come un costume di cupcake a misura umana: pieghe su pieghe ricucite per bene, ingigantite da mollette e fili per ottenere più spazio all'interno - un po' come a ricreare il rigonfiamento dell'impasto del dolce; puntini, strisce e filamenti dai colori pastello rivestivano come panna e mascarpone l'intero outfit, mentre striature di cotone e tessuto più scuro, dalle tempre nocciola e tronco, richiamavano il cioccolato. Dulcis in fundo, letteralmente, un cappello a mo' di ciliegina sulla torta concludeva il tutto. Più l'abito scivolava tra le mani del ragazzo, più sembrava rilasciare un profumo intenso, prezioso, speziato di cannella e di zucchero filato, talvolta di vaniglia - Oliver si chiese se non fosse opera della magia di zia Adele e per un attimo immaginò di tramutarsi per davvero in cupcake. Non era di certo un costume che passava inosservato, Oliver lo sapeva, ma era anche convinto di poter fare uno strappo alla regola almeno per Carnevale. Non avrebbe perso il Candy Party per nessuna ragione al mondo, e fu così che vestito di tutto punto si preparò ad uscire dalla Sala Comune. Con un colpetto di bacchetta e un Sèocculto sussurrato, si rese apparentemente invisibile agli occhi di chiunque potesse essere ancora nei paraggi. Non capitava tutti i giorni di vedere il Caposcuola Grifondoro nei panni di un cupcake gigante e l'imbarazzo non poteva che crescere a dismisura. Proseguì senza alcun problema quasi fino all'ultima rampa di scale dei piani inferiori e quando fu a pochissimi passi dal portone d'ingresso - perfino lontano dal Custode di Hogwarts -, Oliver fu lì sul punto di trarre un respiro di sollievo.
«Fai cheese, bambolino!»
Si volse così di fretta da perdere per un secondo l'equilibrio, impedito com'era con il costume - alle sue spalle, con la sua macchina fotografica magica, Penny scattò in un lampo l'immagine di Oliver in giravolta su se stesso. Non si chiese come il concasato avesse recuperato quell'oggetto di sua proprietà, erano compagni di dormitorio da un po' e perfino vicini di letto. Quello che Oliver si domandò, al contrario, fu per quale assurdo motivo l'altro ragazzo fosse sempre presente nei suoi momenti peggiori. Al flash della fotografia, sentì infatti le gote scottare a più non posso. Sollevò l'indice a mo' di accusa, la bocca stretta in un'espressione furiosa e imbarazzata. «Una sola parola, una sola copia della fotografia, e ti ritrovi a pulire i gabinetti di Mirtilla Malcontenta.»
«Così non si fa, Capo!»
«Per sempre»
«Sei delizioso


Impiegò qualche momento per riprendersi dalla scena, e più i confini dei giardini esterni scivolavano attorno, più Oliver tornava alla sua espressione di poco prima. Alla fine la situazione gli strappò un sorriso e soltanto fuori dai Cancelli di Hogwarts, stringendo la bacchetta magica e girando su se stesso con più difficoltà del previsto, si Materializzò con una sensazione leggera nel petto. Cominciava a divertirsi, forse era l'effetto dello zucchero del suo costume. Di lì a breve apparve al centro del Villaggio di Hogsmeade e con un'occhiata nei dintorni si accorse di come anche altri partecipanti alla festa stessero indossando maschere e abiti fuori dall'ordinario. Aveva appena scorto Elliott del Quinto Anno vestito da Omino di Marzapane, non poteva andare così male. Annullò l'Incanto Disillusorio sul proprio capo e proseguì a quel punto per il sentiero di caramelle. Non aveva preso accordi con nessuno per la festa, purtroppo: gli impegni dell'ultimo minuto, i doveri scolastici, perfino alcuni articoli da consegnare al Profeta, tutto quello lo aveva portato ad essere in disparte. Si augurò tuttavia di trovare qualcuno, aveva segnalato la presenza anche di un banchetto del C.r.e.p.a. con uno e più avvisi tanto nell'Aula Abbandonata quanto alla bacheca principale del Castello di Hogwarts. Se anche fosse rimasto da solo, avrebbe avuto modo di consolarsi - la vista della radura zuccherina lo coinvolse come un tornado in piena, e il primo di una lunga serie di sorrisi cominciò a liberare le aspettative migliori del bambino ancora vivo in lui. La casetta di marzapane lo attirò come un ragno con la sua mosca, e con l'acquolina in bocca - Oliver non aveva neanche pranzato quel giorno, in vista della festa pomeridiana - affrettò il passo. Quando gli si accostò un orsetto di gomma, di un rosso luminosissimo, il ragazzo non poté fare a meno di sussultare.
«Ciao, io... Io non sono cibo, no - cibo!» Nel dubbio, raggiunse l'ingresso principale e si chiuse la porta alle spalle prima che potesse essere troppo tardi. Il mondo all'interno si presentò come il suo Sogno più grande, il desiderio di una vita intera - si lasciò abbindolare da uno e più colori, sapori, gusti, profumi, sensazioni dolci e vivide come mai prima di allora. Lo sguardo trasognato, il cuore in un brodo di giuggiole, Oliver per la prima volta trovò difficoltà nel contenere una felicità tutta propria e così intensa. Per un goloso come lui, quello era il paese dei balocchi. Si ripromise di non andare via se non dopo aver esplorato ogni angolo, perfino il più solitario del luna park. Da un punto occorreva iniziare e quando si portò verso il banchetto del C.r.e.p.a., le mani cercarono in fretta il sacchetto di cupcake che aveva con sé. Era stata un'idea proprio di Penny quella di avere tanti mini cupcake decorati con scritte ironiche, spesso scherzose, e Oliver aveva lasciato correre. Anche se l'estro culinario del concasato non era mai stato eccezionale, la verve creativa non gli mancava affatto; con un pizzico di fiducia, il Grifondoro non aveva fatto storie quando l'altro ragazzo gli aveva affidato i dolcetti preparati con le sue mani. Un regalo di compleanno in anticipo, gli aveva detto. La scritta Nobody loves you in glassa colorata sul cupcake non era della stessa idea, ma poco importava. A pochi passi dal variopinto stand del C.r.e.p.a., quindi, Oliver si accorse di una figura di primo impatto familiare. Con il battito accelerato del cuore, ne riconobbe il profilo ancor prima di collegare i pensieri, e a passo svelto già scoprì di essere diretto verso di lei. Cercò di non farsi vedere, non da subito; soltanto quando si portò alle spalle dell'altra, infine, le allungò un cupcake di lato. Di panna rosa e arancio, al profumo di mandarini e vaniglia, la glassa recava una scritta che Oliver non aveva letto, preso com'era dal tentativo di sorpresa. A caratteri cubitali, leggermente ondeggiante sul dolce, svettava un messaggio piuttosto curioso: You'Re My Kneazle. Frrrh. Con un sorriso luminoso e la ciliegina sui capelli, Oliver aveva appena trovato la sua persona preferita.
[outfit]
Do you know what I dream about when I dream about Thanksgiving Candy Carnival, which is a lot? I dream that I eat so much deliciousness that all the blood rushes to my stomach and I pass out right at the table. Please do not deny me that.
— Seth Cohen, The O.C.


Interazione con Leah, arrivo alla festa e al banchetto del C.r.e.p.a.
Aidenì, aspettami che vengo anch'io agli scontri tra cupcake :sbrill:


Edited by Oliver Brior - 20/3/2020, 19:06
 
Top
view post Posted on 14/3/2020, 16:54
Avatar

Group:
Docente
Posts:
1,118

Status:



CARNIVAL Party
Mìreen Fiachran

Gli occhi di Mìreen si spalancarono dallo stupore, la bocca aperta dalla meraviglia di ciò che stava vedendo coi propri occhi.
Suo fratello aveva insistito così tanto perchè lo accompagnasse a quella festa che alla fine aveva accettato... e non poteva che esserne più felice.
Il volto di Lyam mostrava apertamente la felicità e soddisfazione di aver ottenuto ciò che cercava: la possibilità di distrarre la sorella maggiore e rivedere il sorriso illuminarle il volto.

Dopo quello successo al villaggio, che aveva messo a grave rischio la vita di Mìreen, l'aveva vista visibilmente sconvolta, cercava di nasconderlo, ma non deve esser sfuggito qualcosa al magipsicologo assegnato a coloro che avevano lottato in quella specie di "attentato", tanto che le avevano dato un periodo di congedo per tornare a casa a rilassarsi con la famiglia.
Sapeva che erano tornati gli incubi, la vedeva spesso guardare fuori dalla finestra, lo sguardo perso.
Si chiedeva a cosa pensasse la sorella, se stesse cercando di dimenticare, ma temeva che le immagini della tragedia erano state così cruenti da marchiarsi nella sua testa o direttamente nell'anima.
Era preoccupato per lei, quasi lo infastidivano i suoi tentativi di apparire normale, la solita sorella, figlia, nipote... Eppure vedeva piccoli cambiamenti che amici e conoscenti non coglievano.
La conosceva così bene che avrebbe potuto leggere tra le righe senza che lei parlasse, semplicemente interpretando un suo sguardo, un gesto.
La sua tipica luce sembrava distorta, non brillare come al solito, la scintilla degli occhi spenta, e ultimamente, vedeva come un'ombra su di lei, una nuvola grigia temporalesca in quello che da quando aveva "superato" la morte del padre era tornato ad esser un cielo azzurro come i suoi occhi.
Aveva cercato di starle vicino, ma lei si ostinava a dire che non aveva niente, che era tutto ok, ma le parole suonavano agli occhi di lui false, mascheravano ALTRO.
Lyam non era così in sintonia con la Natura, con gli Spiriti come lei, e infondo era lei l'apprendista sacerdotessa, era perfettamente giustificata sua mancanza di un legame forte mistico come la sorella, ma recentemente iniziava a sospettare che la giovane strega stesse nascondendo qualcosa di grosso alla famiglia, non solo gli eventi e orrori della Profezia (di cui del resto poteva leggere su qualsiasi giornale magico).
Appena aveva visto il volantino appeso a Mielandia, lo aveva portato subito da lei ed era stato CATEGORICO, obbligandola letteralmente ad andarci con lui, cogliendo l'occasione che la sua morosa era andata a far visita a dei parenti con la famiglia quindi non poteva accompagnarlo.
Aveva giocato la sua carta più subdola, quella sul fratello tenuto a distanza, paragonando quel periodo a quando, da molto più piccolo, appena morto il padre, lei lo aveva allontanato perchè arrabbiata col mondo intero, incapace di accettare l'accaduto.
Sì era stato veramente un colpo basso ritirare fuori quella storia di cui ancora Mìreen si sentiva in colpa per come aveva trattato tutta la famiglia, ma pur di aiutarla, avrebbe anche giocato sporco.
E quando la sentì scoppiare a ridere nel suo vestito multicolore e caramelloso, creato appositamente per la festa, da loro con l'aiuto della madre, il leggero pentimento per esser stato tanto 2stronzo" sparì nel dolce suono di quella risata tanto bella, ancora di più sentita dopo fin troppo tempo di silenzio e singhiozzi notturni.

Imbambolata ad ammirare quel trionfo di colori e dolcezze da ogni dove, lo sguardo di Mìreen correva prima da una parte poi dall'altra come una bimba al luna park... ma non uno semplice, di quelli che vedevano ogni anno in città, più o meno sempre lo stesso, ma quelli che si vedevano una volta nella vita, come il parco divertimenti Disneyland Paris per i babbani.
Era forse stupida una tale reazione per qualche giostra e caramelle, ma per lei era come tornare indietro nel tempo, a quando era piccola e suo padre le chiedeva "Dove vorresti andare in vacanza quest'estate?" e lei gli rispondeva "In un castello pieno di dolci, caramelle e tante giostre!"
Non credeva che una versione più semplice di un sogno infantile e impossibile, potesse diventare invece realtà.

<< Ok, lo ammetto: hai fatto bene a COSTRINGERMI a venire.
E' pazzesco come hanno addobbato a tema!>>


Il sorriso non accennava a lasciare il volto della donna, mentre guardava il fratello, un sincero grazie glielo si poteva leggere senza che glielo dicesse a voce alta.
In risposta il ragazzo le fece spallucce e quasi ridendo, con tono soddisfatto e pomposo:

<< Lo sapevo naturalmente, non ho mai dubitato che non fosse una idea fantastica. Uutte le mie idee lo sono.>>

<< Ora gasati poco, e iniziamo subito dal banchetto del C.R.E.P.A. che magari incontriamo Oliver.>>

Gli diede una spintarella per scioglierlo da quella posa altezzosa, ma riuscì a spostarlo solo di un passo, in quegli anni aveva aggiunto cm in altezza ad una velocità fuori dal comune.
Insieme seguirono il Sentiero di caramelle.
Mentre si dirigevano al banchetto, si guardavano intorno divertiti, commentando ogni addobbo, stand e attrazione che incontravano.


Lyam si era vestito da Willy Wonka, uno dei protagonisti in un film babbano molto carino "La fabbrica di cioccolato" e doveva ammettere che gli donava più di quanto potessero credere, anche se la prima reazione era stata un'esplosione di risate generali.
Lei invece era letteralmente un tripudio di dolci di ogni tipo, non solo orecchini e collana composti da caramelle create da lei facendosi aiutare da una donna che al villaggio ne creava di bellissimi con pasta di sale, ma il suo corpetto era decorato con lustrini colorati e decorazioni a suo dire ben fatte, sempre a tema dolcetti e caramelle in tessuto e polistirolo. In testa aveva un cappellino a forma di cupcake e hai piedi, con la magia, aveva incantato dei tacchi per sembrare due gelati.
Naturalmente il trucco era sempre a tema, aveva impiegato parecchio tempo per farselo, ma il risultato era uno dei suoi migliori, invece per i capelli aveva letteralmente osato con addirittura un doppio colore, e che colori: rosa e viola, perfettamente coordinato con l'outfit.
Insieme, erano Lyam il proprietario della fabbrica di dolci del film e Mìreen la prova vivente delle sue creazioni, avevano scelto la versione del personaggio del 1971 per i colori più strambi e perfettamente abbinabili al suo vestito.
Per la ragazza era così strano girare per le strade e non esser additata per le sue tinte ai capelli stravaganti, bambini e adulti la guardavano nel suo look caramelloso e sorridevano divertiti e c'era chi apprezzava tanto il suo impegno nel creare quel costume coi dettagli tanto precisi e realistici da complimentarsi direttamente con lei fermandola per strada.

Quando arrivarono al banchetto, purtroppo Oliver era andato via da poco, così pensarono di ripassare più tardi, ma già che c'erano, ne approfittarono per comprare un po' di caramelle gommose magiche.

<< Oddio che carini e decisamente ben fatti! Guarda gli Snasi... e le Fenici! Ci sono anche gli unicorni!>> ridacchiò divertita.

<< Sì, devo dire che hanno fatto veramente un gran bel lavoro e guarda quando prendono vita!>>

Fece cenno alle persone di ogni età intente a far palloncini con quelle gomme da masticare speciali che poi prendevano vita con la forma della creatura magica scelta e volavano, zampettavano o strisciavano via... c'erano addirittura gli elfi domestici che sparivano in uno schiocco di dita!

[color=orange]<b><< Ne prendo uno anche per Ashley, le piaceranno un sacco quando la vedrò tra una settimana!>>


Prese due sacchetti e si mosse per andare a pagare, ma la sorella lo fermò.

<< Fai fare a me.
Voglio ringraziarti per questa bella giornata e scusarmi per esserti tanto preoccupato per me in questo periodo... ti sei addirittura mascherato con me per tenermi compagnia, col rischio di esser visto dai tuoi amici! Un sacchetto di caramelle e il minimo.>>


Gli sorrise.
Un sorriso carico d'amore, un amore fraterno così forte che MAI si era pentita di aver rischiato la propria vita per salvare quella del fratellino in fasce nell'incendio di quella tragica notte e MAI se ne sarebbe pentita, anzi lo avrebbe fatto e rifatto.
Poi, leggermente in imbarazzo, spiegò il motivo del voler pagare anche le caramelle per la sua morosa:

<< Voglio ringraziare con un piccolo gesto la tua morosa per la gioia che sta portando nella tua vita... vediamo tutti come sei cambiato, più felice e allegro da quando c'è lei, e avere accanto una persona che ti fa stare così bene, è un dono meraviglioso.>>

Lyam divenne paonazzo alle parole della sorella, era sempre stato più timido, soprattutto della sua sfera amorosa non parlava mai, preferiva tenersi per sè tutto, anche i dolori e dispiaceri.
Alla festa di Natale di Hogwarts di anni fa', era stato lasciato dalla ragazza con cui stava e c'era rimasto così male da mostrarsi fragile e ferito non solo davanti alla sorella, cosa mai successa, ma addirittura girava per il ballo con una faccia che si capiva lontano chilometri stesse soffrendo.
Era subito intervenuta (invitata dal fratello per fargli d'accompagnatrice) e con le sue parole era riuscita a risollevargli il morale tanto da vederlo esultare felice coi suoi concasati dopo aver scoperto di aver vinto la coppa delle case.
Allungò silenzioso i due sacchetti a Mìreen, fingendo di guardare una famigliola che con gommose aveva creato letteralmente uno zoo di creature magiche e lei rapida li prese prima che potesse cambiare idea.
Appena pagato, lasciando una mancia per chi li aveva serviti come ringraziamento, infilò i tre sacchetti nella borsetta a forma di leccalecca così da non rischiare si rompessero mentre facevano le attrazioni e trascinò il fratello in giro per quel meraviglioso luna park a pericolo glicemia ad ogni angolo.

Fecero prima il tronky milkshake, aveva sempre adorato quel tipo di attrazioni e suo fratello uguale, così si divertirono ad esser sballottati qua e là dal fiume di latte con tanto di cascata e rapide.
Quando passarono davanti alla big bubble balloon Mìreen si fermò, l'adrenalina che pompava nel sangue al pensiero di volare nel cielo anche solo per un breve tratto.

<< FACCIAMOLA!>>

<< Tu sei pazza! Non sono ancora arrivato alla maggiore età, ci tengo a godermi un altro po' la vita prima di perderla sparato da un cannone rosa fluo a metri e metri di altezza contro una rete di chewingum!>>

Mìreen scoppiò a ridere, se lo aspettava un commento del genere e sapeva già come controbattere.

<< Ma cooome? Io credevo fossi stato smistato nei Grifondoro con lo fui stata io. Non siamo la casata dei giusti e CORAGGIOSI? Quelli che non temono le sfide e i pericoli? Cosa direbbero i tuoi concasati se ti sentissero farti indietro in una prova di coraggio? E la tua ragazza?>>

Con le braccia incrociate e il volto dietro una maschera di indignazione per quel suo comportamento da fifone, in verità se la stava ridendo sotto baffi.
Alla fine, il sua gesto esasperato con un sonoro sbuffo e mano nei capelli, le fece capire di averlo convinto.

[Impari ad usare la carta della sorella pentita del suo comportamento post-morte del padre, sneaky asshole! Anche se per il mio bene...]

= subdolo stronzo


La prima a provarlo fu Mìreen.
Prima di fare i passi necessari a raggiungere il cannone, suo fratello le strinse forte la mano, ma la ragazz indosso la miglior maschera di allegria e rassicurazione che potesse fingere e simulando una risata spensierata lo canzonò: << Oh suvvia, è un'attrazione sicura, non ci sarebbe fila se non lo fosse. Ci vediamo alla rete di chewngum e non osare tornare indietro! A tra pocoooo!>>
Il fratello le rispose con un sorriso incerto, ma sembrava aver ripreso colore.
L'agitazione e adrenalina che provava la strega mentre si avvicinava e vi entrava, con non poca fatica per via del costume vaporoso, aiutata dalla ragazza dai capelli rosa acceso era indescrivibile.
Il cuore le stava per esplodere nel petto, una punta di paura, ma soprattutto l'emozione di cosa stava per succedere.
Nell'attimo che alle sue orecchie giunse l'esplosione, una spinta data da una forza invisibile la sollevò con prepotenza in aria... e tutto fu azzurro.
L'urlo morto in gola, il respiro bloccato da tutte quelle sensazioni ed emozioni che le impedivano di far uscire anche il suono più flebile possibile dalla sua bocca
In aria, senza appoggi, senza punti di riferimento, era lei... lei soltanto.
Immersa nell'azzurro più intenso che avesse mai visto, sotto di lei i colori del luna park, la gente così piccola da sembrare formichine, i suoni annullati, solo l'aria che le frustava il viso facendole lacrimare gli occhi, il freddo sulla pelle.
Quando arrivo nel punto più alto raggiungibile dalla potenza del lancio col cannone, il tempo sembrò fermarsi.

La velocità con stava volando non le permetteva di muoversi tanto, ma in quel momento, tentò con tutte le proprie forze, di alzare anche pochi millimetri la testa sopra di sè... se solo avesse potuto, avrebbe alzato il braccio, nella speranza di arrivare ancora più in alto... Più in alto, e più vicina al padre.
Avrebbe forse potuto toccarlo di nuovo?
Avrebbe potuto forse raggiungerla per una leggera carezza sulla mano?
E in quel singolo attimo, lo desiderò così intensamente da poterlo quasi sentire,,, una leggerissimo tocco, leggero come la seta più leggera sulla liscia pelle.
Il volo durò pochissimo, secondi, eppure le sembrò infinito, l'esperienza più bella e vicina all'impossibile che avesse mai fatto.
La pazzia perfetta, quella che si faceva senza pensare alle conseguenze, ai rischi, e si rivelava una delle esperienze più meravigliose che si potessero fare.
In un breve lasso di tempo, Mìreen si era sentita sì, completamente sola e persa, in mezzo al niente, ma lassù c'era lei, solo lei, una ragazza con le proprie paure e timori, i suoi difetti e virtù, ma anche desideri e passioni... Solo e soltanto Mìreen, niente maschere, niente apparenza o pregiudizi, lei e i suoi pensieri, le sue emozioni e sentimenti, le sue speranze nel futuro.
Appena vide la rete rosa, si rese conto che purtroppo il volo era già finito.
L'impatto fu morbido e leggermente appiccicoso.
La aiutarono ad uscirne e la fecero attendere in una zona sicura, ma l'arrivo del fratello si fece attendere, tanto che temette si fosse fatto indietro troppo spaventato, sentendosi in colpa per averlo spinto in quella cavolata.
Un sospiro di sollievo le sfuggì quando da lontano vide un puntino viola farsi sempre più vicino.
Appena la rete fermò il suo volo intrappolandolo, andarono subito a liberarlo e nel momento che i suoi piedi toccarono terra, Lyam sorprese tutti i presenti con un mega urlo di gioia, un trionfo con tanto di braccia alzate, paragonato solo alla vittoria della coppa delle case.
Quando raggiunse anche lui l'uscita, la sorella ancora stupita per quella sua improvvisa reazione, la inondò di parole su quello che aveva provato prima e durante il volo, l'emozione che ancora gliela si leggeva in viso.

<< Ahahah sono felice ti sei divertito benchè lo scagazzo iniziale! Abbi più fiducia nella tua deirfiúr mhór.>>

= sorella maggiore


Continuarono a passeggiare per le bancarelle, chiacchierando su quell'attrazione da brividi.
Arrivati alla torta panoramica pensarono fosse il caso di fare un'attrazione "tranquilla" dopo quella super adrenalinica, così si misero in fila e dopo poco furono su un macaron dai colori violetti.
Il tramonto iniziava lentamente a colorare il cielo di un pallido rosa e arancio.
In silenzio, guardavano il paesaggio.
Era uno di quei silenzi non imbarazzanti, erano semplicemente immersi nei propri pensieri... finchè non aprì bocca propria Mìreen, parlando conm tono sereno, dolce, rilassato.

<< Grazie. Grazie per questa giornata... Grazie di tutto.>>

Lyam non rispose, si limitò a sorridere e a prendere la mano della sorella...
Non lo faceva da così tanto tempo (a parte il breve momento di panico che gli era preso prima del lancio in aria) che la lasciò di nuovo stupita, ma si rilassò nuovamente e passarono il resto del tempo a volte in silenzio a volte a parlare del più e del meno.
Quando finì il giro panoramico, le luci del luna park si stavano piano piano accendendo, creando una bellissima atmosfera, con tanto di tramonto di un rosa e blu bellissimo.
Lo stomaco dei due ragazzi era ormai tornato al suo posto e brontolava in protesta per non esser stato ancora riempito con le schifezze offerte dal luna park, così si passarono tutte le bancarelle di cibo comprando assaggi da dividere di ogni cosa ispirasse loro, sia dolce che salato.
Con la pancia adesso bella piena, stavano facendo fuori un enorme stecco di zucchero filato rosa confetto quando un suono ben conosciuto si sentì a poca distanza.
Si fermarono e, neanche fossero gemelli, si girarono entrambi l'uno verso l'altro gridando << Macchine autoscontro!>>
Voltato l'angolo di una bancarella di quelle dove si tirava una palla magica con la bacchetta contro un tira a segno per vincere un peluche, videro subito la pista con le macchinine...no, in verità erano state trasfigurate in cupcake di ogni tipo e colore.
Ancora una volta entrambi sghignazzarono, un sorriso con una punta di malvagio oltre alla sfida che stava per esser lanciata naturalmente dal più competitivo dei due:

<< Stai pensando anche te a quello che ho in mente? Giro al cupcake ride e gara a chi fa più "vittime"?>>

<< Ci sto!>>

Fatti sparire gli ultimi resti zuccherosi, fratello e sorella scelsero i cupcake che sarebbero stati i loro fedeli destrieri in quella sfida che in cui non sarebbero mancati colpi e scontri di ogni tipo... LETTERALMENTE.


◆ Sangue BANSHEE ◆ 25 Anni ◆ Scheda PGOUTFIT

codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT



//Passati dal C.R.EP.A. per comprare la caramelle gommose magiche e salutare Oliver, ma non lo trovano.
COMPRO:
3 sacchetti da caramelle
Offerta: 4 Galeoni + 1 a Oliver per la bellissima iniziativa! :wub:

Fatte un po' di attrazioni tra cui big bubble balloon
Arrivati al cupcake ride, nel caso Aiden e Oliver si aggiungano alla mia risposta.
In caso contrario può esser considerata autoconclusa la risposta. :mke:


// Modifica per incomprensione riguardo ai sacchetti di caramelle gommose del C.R.E.P.A. :^^:

Edited by LadyShamy - 14/3/2020, 17:09
 
Top
view post Posted on 20/3/2020, 13:10
Avatar

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
19,264
Location:
TARDIS

Status:


A V V I S O
Il Candy Carnival chiuderà il 31 Marzo, 23.59
Chiunque voglia partecipare anche all'iniziativa del C.r.e.p.a. delle caramelle magiche con sorteggio finale, è invitato a farlo entro quella data.

altrimenti vi mando gli orsetti gommosi nel letto

 
Top
view post Posted on 20/3/2020, 19:00
Avatar

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
19,264
Location:
TARDIS

Status:


BRBNErQ
Si era ripromesso di non perdere neanche un momento di quella festa: le attrazioni che Oliver scorgeva, dalle più vicine alle più lontane, apparivano ai suoi occhi da goloso come prelibatezze vere e proprie. Il luna park si esprimeva come un potenziale inesplorato, un passo sulla destra per un tuffo in una laguna apparentemente di latte, un altro sulla sinistra per dei tronchetti alle nocciole. Da parte propria, la visione d'insieme era tanto sorprendente quanto dolcissima, letteralmente. Cercò l'attenzione di Leah, si assicurò che la Tassina riconoscesse la sua figura a dispetto di un costume così vistoso, così voluminoso: la ciliegina sul capo poteva cadere da un momento all'altro e quando Oliver provò a sistemarla, a mo' di cappellino d'eccezione, un sorriso malandrino spuntò a fior di labbra. Aveva uno e più cupcake disponibili, quello che aveva appena offerto a Leah era per lui uno tra i più carini tra quelli proposti, ma aveva avuto al riguardo indicazioni ben precise da parte del suo concasato Penny: nel sacchetto di cupcake con tutte quelle citazioni, frasi e espressioni bizzarre, Oliver non avrebbe dovuto scegliere.
«Olli, è il cupcake a scegliere il mago, non viceversa.» Il tono un po' pomposo, lo sguardo altrettanto serioso, era stata l'interpretazione dell'altro Grifondoro - in stile Olivander, come da copione - a stilare un autentico monito. Con la fiducia leggermente compromessa, e con la certezza di poter rischiare per davvero, Oliver alla fine aveva acconsentito. I pasticcini che aveva con sé, Penny aveva confermato in quel senso, non erano stati affatto stregati: non una goccia di Amortentia, non un pizzico di pungiglione di celestino, nessuna delle numerose stravaganze così tipiche del compagno di stanza. Leah era tutto sommato la prima persona, alla festa, che aveva ricevuto uno di quei cupcake così fuori dall'ordinario, e sembrava essere andato tutto per il meglio. Una parte di sé, Oliver la sentiva più di un richiamo, invitava a consegnare una glassa tra le più offensive e spiritose al Custode di Hogwarts, di rientro dai festeggiamenti. Forse non sarebbe stata una cattiva idea, anche se lentamente - di tanto in tanto - il buon senso faceva capolino come un vecchio, fidato amico.
«Il banchetto del C:r.e.p.a., proprio lì.»
Indicò poco più avanti, a qualche passo di distanza: ad un segno da parte della Tassina, il Caposcuola avrebbe reso palese - gentilmente - il suo desiderio di fermarsi almeno un attimo allo stand vivace. Aveva preso parte all'iniziativa con tutto se stesso, collegandosi alla passione e all'estro creativo tanto del Comitato quanto soprattutto delle Creature di cui si rendeva portavoce. Erano stati giorni frenetici, con la raccolta di idee in un unico, compatto, ampio calderone sempre più bollente; la parola in vetta ad ogni discorso sembrava essere stata perennemente zucchero e tutto il resto aveva saputo fare da collante. Allo sguardo di così tante caramelle, dai colori vivaci e accesi e dai profumi tanto speziati, Oliver non poté fare a meno di sorridere con tutta sincerità. Era felice, lo era davvero, e in quel contesto si chiariva in lui un impegno cui non avrebbe mai potuto né voluto rinunciare. Il lavoro degli Elfi Domestici era fondamentale, il loro sostegno e il loro porsi in gioco lo erano altrettanto, ma in assoluto il legame che custodivano e cesellavano giorno dopo giorno insieme - tanto gli attivisti quanto le Creature - era alla base di ogni riuscita. Si lasciò così trasportare dalle forme di Avvincini, Snasi e Unicorni, fino a soffermarsi alle caramelle temprate di porpora e violetto, fino ad uno spiccato cenno di magenta: tra tutte, le caramelle gommose come Fwooper in miniatura già erano le sue preferite. Cercò l'attenzione dell'attivista dietro il banchetto, aveva promesso di dargli il turno di tanto in tanto e Oliver avrebbe mantenuto la parola.
«Ciao, un sacchetto anche per me.» Sorrise, recuperando dalle tasche diversi Galeoni, tutti racchiusi nel palmo della mano. Si premurò di rimpinguare il ghiotto Snaso di porcellana, che conosceva così bene e da lungo andare, fino a dieci Galeoni. Aggiunse anche il Galeone che Mìreen aveva lasciato per lui, come gli fu riportato, e in quel momento si accorse di un moto di puro e vivido affetto nei confronti di una Strega che aveva imparato ad apprezzare e stimare già fin dal primo loro incontro. Si augurò di incontrarla durante la festa, prima che fosse del tutto finita. In ogni caso, portava il suo ricordo nel cuore. Quando le caramelle furono tra le sue mani, non riuscì a trattenersi e ne prese una al volo, la prima affidata al caso. Quando il sapore di chewingum e... fragole, così gli parve, si espanse con infinita dolcezza, Oliver liberò una bolla in uno schiocco della bocca. L'Unicorno evocato aumentò a dismisura in altezza e grandezza, interamente candido, e si volse indietro un'ultima volta prima di spiccare un salto in avanti, correndo in una nuvola zuccherina. «Oh Leah, dovresti proprio prendere un sacchetto!» Commentò con lo sguardo leggermente trasognato, ondeggiando come un cupcake da uno e più strati di panna montata.
[outfit]
Do you know what I dream about when I dream about Thanksgiving Candy Carnival, which is a lot? I dream that I eat so much deliciousness that all the blood rushes to my stomach and I pass out right at the table. Please do not deny me that.
— Seth Cohen, The O.C.


Grazie Lady ♥ unica nota: il sacchetto simbolico di caramelle è unico; ne prendo uno anche io. Se riesco... a breve arriviamo alle giostre anche io e Leah *booom

¬ Nome PG: Oliver Brior
¬ Offerta: 11 Galeoni
¬ Conto Bancario: C1885
 
Top
Leah‚
view post Posted on 20/3/2020, 23:17






Si era appena fermata davanti al banchetto quando con la coda dell'occhio vide comparire accanto a sè un cupcake, con un ciuffo di panna rosa e arancio sulla cima. Un disco di pasta di zucchero riportava la scritta "You'Re My Kneazle. Frrrh." e Leah lo fissò sbattendo le ciglia due o tre volte prima di riprendersi a sufficienza da realizzare che sotto il cupcake c'era una mano, e attaccata alla mano un braccio e una persona.
- Oliver! - Esclamò illuminandosi, riconoscendolo tra la glassa e lo zucchero del suo costume. Scoppiò a ridere, divertita e intenerita dal suo travestimento. Niente a che vedere col suo vestito marrone.
- Sapevo già che tu fossi un ragazzo dolce, ma oggi ti sei davvero superato! -
Accettò il cupcake con un sorriso allegro che le accese le guance e gli occhi. Affondò le labbra nella panna, si alzò in punta di piedi e schioccò un bacio dolce, appiccicoso e colorato, al profumo di vaniglia e mandarino, sulle labbra di Oliver. Poi gli passò metà del dolcetto.
- Anche tu sei il mio Kneazle... dio Apollo, - aggiunse con un sorriso divertito e dolce al tempo stesso. - E sono così felice di vederti! Questo posto è incredibile, non vedo l'ora di provare tutto... di assaggiare tutto! - Esclamò allargando le braccia e rischiando di spalmare l'ultimo morso del cupcake su un passante vestito interamente di carta di caramella luccicante.
L'aria concentrata di zucchero iniziava decisamente a causare effetti indesiderati sui neuroni di tutti.

Quando Oliver le fece cenno di volersi avvicinare al banchetto del C.R.E.P.A., Leah annuì, facendosi avanti assieme a lui. Il banchetto era vivace e colorato come il resto della festa e gli occhi color di Leah si persero tra caramelle e zuccherini, di mille forme e colori diverse. Vide Oliver tendere una manciata di monete al ragazzo dietro il banco, mettere in bocca una caramella color ciclamino e poi schiudere la bocca emettendo una bolla. Un unicorno bianco comparve dal nulla, fece qualche passo al trotto scrollando la criniera e poi scomparve in una nuvola zuccherina. Leah rimase per un secondo a fissare il luogo dove ora aleggiava solo una nuvoletta di zucchero a velo scintillante, interrotta dalla voce di Oliver.

«Oh Leah, dovresti proprio prendere un sacchetto!»
Per tutta risposta Leah si girò, affondò una mano nel sacchetto di monete appeso al polso e tirò fuori tre Galeoni dorati e luccicanti.
- Un sacchetto anche per me, grazie! - Esclamò con il migliore dei suoi sorrisi.
Quando ebbe tra le mani il suo sacchetto di caramelle, si avvicinò ad Oliver e gli lanciò un'occhiata complice prima di mettere in bocca una caramella ovale, viola e arancione. La bocca si riempì di un sapore morbido e pieno, sapeva di agrumi, di sole e d'estate. Leah schiuse le labbra e quella che sembrava una bolla si staccò dalle sue labbra galleggiando a mezz'aria, screziata di rosso e oro. Sbattè le ali un paio di volte e poi si dileguò contro il cielo zuccherino in una nuvola di cristalli scintillanti.

- Una fenice! - Esclamò Leah ridendo. - Queste caramelle sono geniali! -
Affondò la mano di nuovo nel sacchetto, mettendo in bocca una caramella tonda al sapore intenso di caffè. E un momento più tardi uno snaso trotterellava, scuro e gommoso, tra i piedi dei passanti distratti.
Leah rise ancora, poi scoccò un'occhiata ad Oliver.

- Dopo possiamo andare su qualche giostra? A me ispirano tutte, quindi puoi scegliere tu. - Gli disse con un sorriso a cui sperava Oliver non avrebbe saputo dire di no.

¬ Nome PG: Leah Elliott
¬ Offerta: 3 Galeoni
¬ Conto Bancario: S1242


« Leah Rose Elliot; Tassorosso; Scheda »



 
Top
view post Posted on 21/3/2020, 12:16
Avatar

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
19,264
Location:
TARDIS

Status:


BRBNErQ
Non si erano dati appuntamento, lui e Leah; la consapevolezza di poter non rivederla di lì all'immediato, la certezza di non aver potuto inviare anche solo uno straccio di pergamena per invitarla, infine il desiderio - sempre e comunque - di incontrarla per davvero durante i festeggiamenti, tutto quello era tra i pensieri di Oliver e non una sola volta aveva smesso di sperarci. Quando la figura della Tassina, così familiare e così preziosa, gli era apparsa come la più dolce delle sue visioni, Oliver aveva sentito il cuore battere ben più forte del previsto. Si augurava di poter provare quella sensazione di continuo, per molti anni a venire, perché era passato già del tempo da quando avevano ufficializzato la loro relazione, e tuttora si esprimeva in ogni caso come il primo giorno in assoluto. Leah aveva quell'effetto su di lui, e non poteva sapere in che modo, con quale intensità Oliver ne coltivasse l'affetto più veritiero. Il cupcake che le aveva dato aveva strappato, velocemente, un commento che il Caposcuola percepiva mai come in quel momento come autentico presente: il dio Apollo, un richiamo importante, l'amuleto che vestiva quotidianamente. Anche quel giorno, sotto strati e strati di costume e taffetà, Oliver vestiva quel manufatto mistico - un regalo prezioso, cui non avrebbe mai potuto rinunciare, e non soltanto per il valore vero e proprio che custodiva, ma soprattutto per la persona cui l'oro e il sole stilizzato in superficie sapeva ripetutamente rimandare. «Era... buono?» Parve porre quella domanda più a se stesso che all'altra, non ancora del tutto convinto dell'estro culinario di Penny. Continuava a tornare al ricordo di una concasata appesa al soffitto, a mezz'aria, per un'intossicazione di pungiglioni di celestino male essiccato - gli stessi che Penny aveva rifilato nei suoi pasticcini in dose fin troppo abbondante. L'espressione di Leah non era vacillata, la sua figura sembrava tranquillamente in forma, il suo incanto, quello mai sarebbe cambiato. Oliver accettò di buon grado l'altra metà del cupcake, e quando lo girò e rigirò tra le mani, si affrettò a spiegarsi prima di poter essere distrattamente frainteso. «Confesso, non li ho preparati io. Il mio concasato, Penny, è stata una sua idea. Ero preoccupato che fossero stregati, ma hey» Un morso, il profumo di mandarini e vaniglia a fior di labbra.
«Sono davvero buoni.» Una parte di sé, fugace più di ogni altra, suggerì velatamente che forse Oliver avrebbe potuto di gran lunga evitare quella spiegazione; aveva probabilmente appena mandato un messaggio controverso: "Leah, mangia prima tu; se non ti trasformi, i cupcake sono sicuri". Cercò di allontanare ogni altro pensiero e dopo i sacchetti di caramelle fu veramente contento della partecipazione e dell'offerta di Leah al C.r.e.p.a., uno dei suoi desideri più grandi era avere la Tassina tra gli attivisti dell'associazione, ma da parte propria Oliver non avrebbe insistito; restava una scelta personale, a tutto tondo, e lo sapeva bene. «Una fenice e uno snaso, gli Elfi Domestici si sono superati. Ti piacciono le creature magiche, Leah? Non penso di avertelo mai chiesto direttamente, ma sai, dopo la nascita del Fwooper. Che, tra parentesi, sta più che bene, ora ha imparato a volare e ad allontanarsi, inizia ad avere meno paura.» Sorrise, infilando le ultime caramelle gommose nelle tasche così ampie. Accettò di buon grado la proposta di fare un giro e con un ultimo, fugace saluto al banchetto e all'amico attivista poco più dietro, promise di tornare non troppo tardi e cercò a quel punto la mano destra di Leah. «Sei l'unica ragazza che non prova imbarazzo a camminare con un cupcake gigante. Dieci punti a Tassorosso, sai.» Scherzò, un occhiolino a fare da contorno. C'era soltanto l'imbarazzo della scelta, in quel luna park; se fosse dipeso soltanto da lui, Oliver avrebbe voluto fare un giro su ogni attrazione, ma avrebbe senza dubbio dovuto fare i conti con il tempo - e il costume ingombrante, per giunta. «Cosa ci fa un cupcake gigante ad una festa di dolci?» Indicò avanti, là dove una pista zuccherina esplodeva in uno e più suoni di scontri, gridolini e risate di divertimento. «Cupcake Ride Se Leah avesse acconsentito, raggiungere la pista di auto-scontri non sarebbe stato affatto complicato; a pochi metri di distanza, infatti, si articolava quello che a tutti gli effetti sembrava essere uno strato infinitamente ampio, colorato e scintillante di un arcobaleno in miniatura, e per giunta tutto zuccherino. Una schiera di cupcake come macchinette all'avanguardia, panna e mascarpone di contorno, si spostavano da un punto all'altro - cozzavano, si scontravano, si schiantavano in uno e più pezzetti dolci volanti. Lo sguardo trasognato, il sorriso ancor più accentuato, lo sguardo luminoso, Oliver si rivolse alla Tassina in quel modo. «Almeno un paio di giri qui, ti prego. Scegli tu il Cupcake colorato, posso guidare io per-» Si accigliò, improvvisamente. Un passo avanti, ancora un altro, mentre un driiin squillante segnava in tutta la pista la fine del giro e il permesso ai nuovi guidatori di entrare in gioco. Lo sguardo si assottigliò e ad un tratto Oliver avrebbe potuto giurare di aver visto più di un volto familiare, lì nei dintorni. «Lyam, Lyam! Oh è tua- Miss Fiachran?» Non poteva credere ai suoi occhi e in quello spirito da vedetta, Oliver non fu del tutto chiaro - negli effluvi dolcissimi, nei colori scintillanti e nella folla che stava superando la barriera di confine per scegliere i cupcake da guidare - di aver effettivamente riconosciuto il concasato e sua sorella. Poco più avanti, una chioma fluente gli rimandò alla coda di un unicorno e Oliver si chiese se non fosse una di quelle caramelle magiche gommose del C.r.e.p.a. Mettendo più a fuoco però, per poco non si ritrovò a strabuzzare gli occhi, mentre un sorriso più grande di qualsiasi altro in quel giorno piegava la bocca a più non posso. «Aiden» Si accorse di aver alzato la voce per riuscire ad essere ascoltato in tutta quella confusione. Se avesse avuto ragione nel riconoscere almeno uno tra tutti quei volti, allora il gioco sarebbe stato presto detto, e tutto ancor più speciale di quanto già non fosse. «Hey sono Oliver! Non uscite, arriviamo.»
Cercò la conferma di Leah, prima di affrettarsi eventualmente in pista. «Dobbiamo vincere, Leah. Ultimi in gara, a qualsiasi costo.»
[outfit]
Do you know what I dream about when I dream about Thanksgiving Candy Carnival, which is a lot? I dream that I eat so much deliciousness that all the blood rushes to my stomach and I pass out right at the table. Please do not deny me that.
— Seth Cohen, The O.C.


Interazione con Leah; alla sua conferma, Oliver cerca di raggiungere la pista e pensa di aver individuato Mìreen e Aiden. Se così fosse - ho lasciato un po' al caso - chiede a Leah di entrare in pista e agli amici già in gara di non uscire, restando per un altro giro tutti insieme. E ora...

 
Top
view post Posted on 21/3/2020, 15:50
Avatar

Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.

Group:
Grifondoro
Posts:
1,601
Location:
Neverland

Status:


g7NNlhM
Dopo aver passato quasi un'ora a rendermi le labbra simili ad un biscotto, ero abbastanza soddisfatta del risultato. Giulio mi guardò confuso dopo che provai ad avvicinarmi a lui per dargli un bacio sulla testolina.

Che ne pensi? Bell'effetto, vero? Portai le labbra in avanti come se volessi dargli un bacio. Elliot era qui che mi aspettava da almeno tre quarti d'ora.

Cosa vuoi che me ne importi del trucco, Cordelia!? Vorrei soltanto andare a questa benedetta festa… e vorrei che finisse tutto in fretta a dir la verità. Elliot non amava le feste, ci sarebbe venuto soltanto per tenermi contenta. A dir la verità il Carnevale non era una festa che apprezzavo più di tanto, ma ci sarebbero state le giostre… e i dolci! Poi… questa maglia abbinata alla tua che mi hai costretto a mettere… la detesto! Abbassò la testa per guardarla e la tirò dall'orlo. Smettila! Così l'allargherai! Mi stava facendo perdere la pazienza. Che importa? Tanto è orribile comunque!

Mi avviai verso di lui per fargli smettere di tirare la maglia e per poco non sfiorai la tragedia! Harry stava camminando sul pavimento e ci era mancato davvero poco che finisse schiacciato sotto le mie scarpe. Feci il possibile per evitare di pestarlo e questo mi fece finire a terra. Harry era quasi morto dalla paura e mi guardava con gli occhietti sgranati; Giulio non perse occasione per venire immediatamente a leccarmi la faccia, e Elliot scoppiò in una fragorosa risata invece di aiutarmi a rimettermi in piedi. Mi sollevai mentre lo guardavo male, ma lui continuò a ridere di gusto.

Ci è mancato tanto così che uccidessi Harry… e tu ridi? Smettila subito! In realtà non avrei voluto che smettesse. Adoravo la risata di Elliot, ed era così raro che ridesse in quel modo… che quando succedeva sarei rimasta a guardarlo ridere per ore.

Questo si chiama Karma, tesoro! Stai costringendo me a fare qualcosa che non voglio fare… ed è successo questo! Sentenziò con le lacrime agli occhi per il troppo ridere. Non è stato divertente! Presi Harry sul palmo della mia mano e lo portai davanti al mio viso. Tremava, era impaurito, ed era così fragile. Scusami tanto piccolo… la prossima volta starò più attenta! Non avevo intenzione di portarlo con me alla festa, sarebbero state troppo pericolose per lui le attrazioni, non volevo volasse via, soprattutto dopo questo mancato, tragico incidente. Lo adagiai sul letto e salutai sia lui che Giulio, dopo essermi scusata altre cinque volte con il mio asticello.

Andiamo, dai. Elliot se ne stava con la sua sua t-shirt bianca con stampato sopra una confezione di latte con tanto di occhi e arti che faceva da collegamento alla mia che invece aveva stampato sopra un biscotto. (click) Aveva ancora con ancora un ghigno sulle labbra. Se ridi ancora per questa storia… ti lancio un Mangialumache! Minacciai.

L'amicizia che legava me ed Elliot risaliva ai tempi in cui frequentavamo Hogwarts, nonostante appartenessimo a due casate differenti: io Corvonero e lui Serpeverde. C'era stato un legame che ci aveva uniti fin dalla prima volta in cui ci eravamo rivolti la parola. Era sempre stato una sorta di fratello maggiore per me, visto i due anni di età che ci separavano, ma dovevo ammettere che in tutti questi anni di amicizia, a volte mi è capitato di provare una certa attrazione nei suoi confronti che ho cercato sempre di ignorare per non rovinare la nostra amicizia, che era davvero troppo preziosa per me.

Dopo esserci materializzati al Luna Park venimmo accolti da risate, urla e odore di dolci. Detesto questo baccano! Aveva l'aria imbronciata: e pensare che non l'avevo ancora costretto a salire su nessuna attrazione. Mi guardai intorno in cerca della cosa più allettante possibile e i miei occhi ambrati vennero improvvisamente rapiti da lei… la ruota panoramica. Cavolo… ma… ma è fatta di torta? Mormorai incredula. Afferrai Elliot per il polso e provai a trascinarlo con me Vieni con me! Dobbiamo assolutamente salirci!
DILfgJ7
jpgjpgjpgjpgjpg
© code by Suguni


Outfit♡





Ho modificato il post un milione di volte perché non mi convincevano i colori del parlato,
scusate!XD


Edited by Miss Fortune - 22/3/2020, 00:48
 
Top
Leah‚
view post Posted on 21/3/2020, 20:03






Camminare in mezzo alla folla, ai profumi e ai colori era incredibile, ma camminare per mano ad Oliver era ancora più bello. Le sue dita intrecciate alle proprie le provocavano uno sfarfallamento dalle parti dello stomaco che si riaccendeva ogni volta con lo stesso entusiasmo, nonostante fosse una volta in più in cui lo provava.
«Sei l'unica ragazza che non prova imbarazzo a camminare con un cupcake gigante. Dieci punti a Tassorosso, sai.»
Leah strinse la mano di Oliver nella propria, lanciandogli un'occhiata luminosa.
- Oh beh, io sarei un Cioccolo Gigante di Mielandia, quindi direi che la chimica che c'è tra noi è abbastanza palese, stasera. - Replicò con malcelato orgoglio. Ogni tanto le sembrava ancora un sogno, essere la ragazza di Oliver.
"La ragazza di Oliver," si ripetè nella mente, mentre le guance arrossivano.
Oliver interruppe i suoi pensieri confusi e sdolcinati additandole una delle giostre.

«Cosa ci fa un cupcake gigante ad una festa di dolci? Cupcake Ride!»
- Assolutamente sì! - Esclamò allegra. Non vedeva l'ora di sfogare tutta la sua adrenalina su una giostra. Non le era capitato spesso di partecipare a una fiera come quella, ma la sua voglia di avventura - e quella vena spericolata ereditata da entrambi i genitori, ex Grifondoro - era sicura che sarebbe stata saziata da quell'esperienza.
I colori della pista erano incredibilmente attraenti, un arcobaleno scintillante di zucchero e arcobaleno. Una schiera di cupcake a dimensione macchinina attendevano in un angolo... e probabilmente non erano commestibili, perchè altrimenti Leah si chiedeva come facessero ad essere ancora interi, perchè sembravano tremendamente buoni.
Il campanello che segnava la fine del giro trillò in quel momento e Oliver fu attirato dalla presenza di qualcuno che conosceva. Leah ricordava bene Aiden, conosciuto a quel ballo di fine anno impossibile da dimenticare, ma era assolutamente certa di non averlo visto. Un ragazzo così alto e affascinante, con quella barba rossa, sarebbe stato facile da identificare. Aprì la bocca per condividere il suo pensiero con Oliver, ma fu anticipata dalla voce di lui.

«Hey sono Oliver! Non uscite, arriviamo. Dobbiamo vincere, Leah. Ultimi in gara, a qualsiasi costo.»
Leah non rispose, limitandosi a indicare una macchinina-cupcake al cioccolato guarnita da un grosso ciuffo di panna azzurra ricoperta di codette e decorata da una gigantesca ciliegia candita.
- Direi che quello è proprio il nostro cupcake, - continuò, accennando alla ciliegina che svettava sui ricci di Oliver.
Quando si furono accomodati nell'automobilina, un po' scomodi tra i mille strati di tulle bianco e rosa e le pieghe di taffetà, nell'istante che precedeva il trillo che avviava il nuovo giro, Leah si chinò verso di lui.

- Lascio a te il primo giro... ma solo se dopo fai guidare un po' anche me. Se ne avrai il fegato, ovviamente. - aggiunse lanciandogli un'ammiccante occhiata di traverso sotto le ciglia. Chissà se si immaginava quanto sarebbe stata spericolata la sua guida. Di certo non si sarebbe fatta spaventare da niente e da nessuno. E aveva una gran voglia di divertirsi.

« Leah Rose Elliot; Tassorosso; Scheda »



 
Top
view post Posted on 22/3/2020, 12:08
Avatar

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
19,264
Location:
TARDIS

Status:


BRBNErQ
Non fu totalmente sicuro di aver riconosciuto gli altri, lì sulla pista: fra i costumi più disparati, quelli più voluminosi e ancora quelli più colorati, di certo Oliver avrebbe potuto incorrere in errore. Se avesse avuto ragione, se quel sentore di familiarità fosse stato confermato, allora avrebbe volentieri incontrato e salutato da vicino tanto Aiden quanto Mìreen, di lì a fine giornata. Magari, si disse, avrebbe potuto provare a raggiungere le figure che credeva fossero gli altri, tramite macchinetta non sarebbe stato così complicato. Annuì con un cenno esaustivo del capo, in direzione di Leah; una parte di sé fu sorprendentemente deliziata dalla conferma della Tassina, dalla sua decisione di entrare in pista e di gettarsi nella mischia. Aveva imparato a non sottovalutare Leah neanche una volta, né nelle circostanze più semplici né in quelle più fuorvianti, tuttavia era sempre piacevole vivere quell'energia in prima linea. Leah non aveva paura, non per un giro agli autoscontri né per un volo di metri e metri di altezza in sella ad un manico di scopa: le avventure che avevano già condiviso, quelle che ancora avrebbero potuto seguire insieme, per un attimo agli occhi del Veggente si realizzò una cornice d'insieme prettamente positiva e il futuro non gli apparve mai così bello. Con quel sorriso stravagante e malandrino che stentava, paradossalmente, a togliersi dal volto, finalmente Oliver riuscì ad entrare in pista; se da lontano gli era sembrata una distesa pianeggiante di strati su strati di panna e mascarpone, al suo interno cominciò a percepire un sentore di cioccolato, qualcosa speziato, un profumo di pari modo interessante. Quel posto non avrebbe mai smesso di stupirlo, ne era sempre più convinto. «Ci puoi scommettere che guiderai anche tu. Che la gara abbia inizio!» Ne fu estasiato, non avrebbe potuto negarlo: la richiesta di Leah la rendeva singolare, unica, ancor più eccezionale ai suoi occhi di quanto già non fosse. Acconsentì alla scelta del Cupcake di Leah e sperò con tutto se stesso che non una sola persona, tra gli addetti alla giostra, gli gridasse contro di non poter salire, di non poter continuare, a causa del costume ingombrante che indossava quel giorno. All'assenza apparente di proteste e alla scoperta di come il piccolo abitacolo, tutto sommato, non fosse così disastroso nell'accogliere tanto lui quanto la ragazza al suo fianco, Oliver trasse un respiro di sollievo. Si volse verso Leah un'ultima volta, mentre le mani stringevano il manubrio.
«Piccola confessione dell'ultimo secondo.» Il suono della campanella, le onde di panna sotto di loro che tremolavano già per il fischio d'inizio. «Non ho mai guidato in vita mia!» Ancora una volta, si disse Oliver, il tempismo non giocava a suo favore. Ringraziò il cielo per non aver dovuto fare dietrofront, non avrebbe voluto apparire in alcun modo in difetto agli occhi della Tassina accanto, e cercò in tutti i modi di ricordare le poche nozioni che suo cugino Ramòn gli aveva scritto in una lettera in merito agli esami di patente magica.
Acceleratore, in basso. Frizione, da qualche parte.
Manubrio, punto fondamentale per direzione.
Non poteva essere così difficile. Quando la campanella divenne come eco distante, sempre più lontana in uno squillo ormai passeggero, le altre macchinette d'autoscontro si attivarono. L'immagine di una strega con una bambina accanto gli passò accanto prima di ogni altra e sentì l'abitacolo cozzare, leggermente, spostandosi su se stesso. Un ragazzo, in solitaria come guidatore d'eccezione, si portò alle loro spalle e urtò il loro Cupcake con una tale forza da spingerli avanti per più di due metri. Con l'espressione tra furibonda e divertita e le mani strette strette al volante, Oliver socchiuse gli occhi.
«Oh piccolo sudicio vermicolo, sei finito Se avesse dovuto spiegarlo a parole, non ci sarebbe affatto riuscito: si era affidato all'istinto, aveva premuto in contemporanea qualche pedale con i piedi, lì sotto, e non avrebbe saputo dire altro. Il loro Cupcake girò prima su se stesso, in un moto ondeggiante che avrebbe potuto far venire il mal di mare, e l'istante successivo sfrecciò oltre, in diagonale, con una tale velocità da perdere qualche pezzetto di panna dal tetto. «Ops
Girò il manubrio con tutta la forza delle braccia, e via con un'altra giravolta su se stessi; la ciliegina sul proprio capo traballò in modo minaccioso, mentre altre macchinette cominciarono a dirigersi - a mo' di assalto in contemporanea - alla loro postazione. Oliver allontanò il piede dal freno, aveva ormai capito quale pedale potesse fermare tutto e quale potesse mettere in moto, e cercò il modo per tornare indietro. «Ti prego ti prego ti prego, indietro» Non fu sicuro se fosse stata una magia, un moto di compassione da parte degli addetti alla pista o semplicemente il tasto giusto che aveva pigiato, in ogni caso il Cupcake ruotò velocissimo e si portò in retromarcia dritto contro...
«Buon figlio di Morgana» La voce di un guidatore alle sue spalle li raggiunse come un tuono a ciel sereno, mentre la macchinetta che avevano appena scontrato si disintegrava in un pezzo dopo l'altro. «Via, via, via!»
L'acceleratore, un colpo di pedale decisivo, la pista era tutta per loro.
Oliver non si era mai sentito così esaltato, fuori di sé.
[outfit]
Do you know what I dream about when I dream about Thanksgiving Candy Carnival, which is a lot? I dream that I eat so much deliciousness that all the blood rushes to my stomach and I pass out right at the table. Please do not deny me that.
— Seth Cohen, The O.C.
 
Top
Leah‚
view post Posted on 28/3/2020, 18:01






Quando aveva corso in mezzo al bosco, da sola, Leah aveva pensato che non c'era sensazione più liberatoria. Ma quando era salita sulla scopa della scuola, durante la sua prima lezione di volo, aveva dovuto contraddirsi: era quella, la sensazione più liberatoria. E quando Oliver l'aveva fatta salire a cavalcioni della sua Firebolt, si era dovuta correggere ancora.
Durante quel giro sulla giostra Leah si chiese per un momento se non avesse dovuto di nuovo spostare la voce accanto all'etichetta "sensazione più liberatoria", perchè non aveva mai provato niente di così esaltante e divertente. Era una cosa sull'orlo del pericoloso - dettaglio che rendeva il tutto ancora più invitante - ma allo stesso tempo era un gioco. Qualcosa, nel suo animo di Battitrice, veniva pungolato da tutto quello scontrarsi, sbattere e andarsi addosso. Era abituata alle botte e agli scossoni ed era diventata discretamente brava ad incassare. Restituire era sempre un piacere, soprattutto se si restituivano spintoni al sapore di zucchero e meringa. Oliver si lanciò in un paio di giri mozzafiato. Guidava in modo pazzesco, probabilmente più a causa di una certa inesperienza che di vena spericolata, ma era divertente lo stesso. Quando urtò una macchinina a forma di meringata al limone, che perse metà della sua guarnizione, Leah fu schizzata di quella crema morbida e bianca. Si leccò via dalle labbra la decorazione.

- Ehi, ma è deliz... - ma le sue parole furono troncate da una macchinina a forma di biscotto ripieno che li colpì al fianco, proprio a un millimetro da lei. Era guidata da una coppia di ragazzini, forse addirittura più giovani di loro, vestiti da orsetti gommosi fosforescenti.
Gli lanciò un'occhiata di fuoco, divertita dalla loro spavalderia, e ripromettendosi di rendere pan per focaccia quando fosse arrivato il suo turno.
Quando la campanella trillò e tutte le macchinine rallentarono fino a fermarsi, Leah si aggrappò al braccio di Oliver.

- È stato pazzesco!!! - esclamò, con gli occhi che scintillavano di divertimento e adrenalina. - Una delle cose più divertenti che abbia mai fatto! Adesso posso guidare un po' io? -
Non aveva dubbi che Oliver le avrebbe ceduto il volante, e quando si fu seduta al posto di guida premette per un paio di volte uno dei pedali, per accertarsi di come avrebbe dovuto muoversi. Il volante era piccolo, comodo tra le sue mani. Un attimo prima che la campanella suonasse di nuovo, Leah individuò la macchinina-biscotto con i due orsetti gommosi sopra: lungo il loro lato della pista, in fondo, prima della svolta. C'erano una mezza dozzina di altri cupcake sulla sua strada, ma quando il campanello trillò, Leah abbassò il pedale con tutta la sua forza.
- Tieniti! - Esclamò, mentre il dolcetto su cui erano seduti schizzava in avanti sollevando una nuvoletta di cristalli di zucchero.
Il loro slancio fu fermato da un'altra automobilina, che li colpì di sbieco da dietro, e finirono sbattuti contro il muro di wafer e panna montata che delimitava la pista. Leah si girò di scatto, voltando il volante con l'acceleratore premuto fino in fondo, sperando di rendere ciò che avevano ricevuto, ma la macchinina fece mezzo giro e si impiantò in un frontale contro un enorme donuts ricoperto di codette colorate.

- Guarda dove vai, zuccherino! - Gridò l'autista, scivolando via lungo la pista color arcobaleno.
Leah voltò ancora il volante e ritornò sulla pista. Per i minuti che le restavano del giro avrebbe continuato a guidare, incassando colpi e restituendone lo stesso numero, anche se non magari alle stesse persone.
L'adrenalina le scorreva rapida nelle vene, accentuata dallo zucchero che riempiva l'aria. La velocità era sempre stato uno dei suoi punti deboli e potersi sfogare senza pensare di stare andando "troppo veloce" era una sensazione indescrivibile. Non era proprio come stare in sella a una Firebolt, ma era almeno altrettanto divertente.


« Leah Rose Elliot; Tassorosso; Scheda »



 
Top
16 replies since 23/2/2020, 12:58   610 views
  Share