Decipit frons prima multos.
Megan M. Haven ∆ Caposcuola Corvonero
G li occhi, tenebre d'un profondo abisso, scintillavano impazienti. Il volto pulito del ragazzo che aveva di fronte non tradiva le aspettative che ella si era fatta fin dal principio. Le domande scorrevano come un copione ben definito, nella consapevolezza che le era stata data nel chiedere cosa avrebbe dovuto aspettarsi quel giorno in quella stanza. Il dubbio che, forse, Lucas Scott non avesse alcun interesse in ciò che stava facendo — se non per un pugno di Galeoni in piu fra le mani — andava lentamente a prendersi lo spazio necessario per trasformarsi in certezza. V’era ancora la possibilità che Megan si stesse sbagliando ma le azioni del giovane uomo, gli sguardi che le lanciava, solleticando disagio che raramente provava, le lasciavano intuire altro.
Lei, nonostante ciò, non aveva smesso nemmeno per un secondo di sondare la profondità del ghiaccio, vinta dal fatto che nessuno avrebbe potuto raggiungere la parte più intima di sé.
Così, quando egli tornò a parlare Megan incrociò le braccia alzando gli occhi al cielo. Un’azione istintiva data dall’affermazione che continuava ad essere menzogna.
Sì, come no pensò accompagnata da quei movimenti; tutto poteva sembrare chiaro al giornalista tant’era la lettura che non esitò a nascondere questa volta. Gli sorrise, beffarda, niente che avrebbe potuto far pensare a una mancanza di rispetto, anzi. Accettò, in tal modo, quella risposta e lasciò al silenzio prendersi il tempo necessario prima di venir riempito di nuovo dal
nulla. Sì, perché tutte quelle domande rappresentavano tutto ciò che di ordinario non sopportava, che, però, doveva accettare senza alcuna replica. Avrebbe desiderato altro, un dibattito, per esempio, che l’avrebbe messa in gioco celando dapprima le carte fino a cogliere il momento giusto per metterle a tavolino. Il confronto che s’aspettava e che non avrebbe trovato, non lì, non in quella circostanza.
Quando Lucas sorrise, Megan abbassò gli occhi per qualche istante. Il tè nella tazza pareva essersi raffreddato, così come l’imbarazzo aveva fatto con la sua pelle, colta da un brivido inaspettato; ghiaccio improvviso su una distesa ardente. Era abituata a ricevere sguardi, altresì a non curarsene e a fuggire via. Tuttavia, adesso, non poteva fare altro che rimanere e questo le pesava.
«
Le materie sono tutte importanti. Potrei decidere di non seguirne qualcuna ma non di toglierle dal programma scolastico.» Non tornò a guardarlo, bensì rimase a fissare il bordo della scrivania. «
Per quel che riguarda le materie che più mi interessano, potrei dirle tutte, vista la mia frequenza a ogni corso fornito dalla scuola. Ma, se dovessi scegliere direi che nella pratica Difesa contro le Arti Oscure, Incantesimi e Trasfigurazione sono quelle che amo di più» sospirò silente afferrando la tazza, bevendo gli ultimi sorsi del liquido tiepido al suo interno. «
Storia della Magia e Astronomia solleticano la mia curiosità e colmano la mia sete di conoscenza a livello teorico» concluse.
Nella quiete, interrotta dal tintinnio della tazza sul piattino, tornò ad osservarlo.