Ancora tu?, Rowena

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view post Posted on 16/4/2020, 13:21
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Joachim Wolff
27 - Durmstrang - Deutschland
« ubi maior minor cessat »
Si era trovato positivamente coinvolto nell’attività di giornalista freelance per la Gazzetta del Profeta. Inizialmente l’intenzione era quella di trovare un diversivo, impegnare le sue giornate in qualcosa di concreto che esulasse dalle troppe faccende burocratiche che gli avevano preso troppo tempo da quando era arrivato in Inghilterra. Poi però, oltre ai riscontri positivi, si era trovato coinvolto nella cosa e così aveva pubblicato un secondo articolo e, su quella scia, la prospettiva di scriverne un terzo, sempre sullo stile dei precedenti, ma con l’alternativa di collaborare insieme ad altri due giornalisti.
Non sapeva molto di questi, solo che uno era, come lui un freelancer e l’altra invece era una giornalista di professione. Gli erano anche stati comunicati i nomi ma pure questi non gli avevano poi detto nulla di più, né il breve preavviso gli aveva concesso di informarsi maggiormente su questi.
Gli era però stato indicato di recarsi in redazione così da poter discutere alcuni dettagli con la giornalista che avrebbe partecipato insieme a lui alla stesura dell’articolo. Non poi che si trattasse davvero di un articolo a sei mani: ognuno avrebbe in autonomia scritto la propria parte, ma un po’ di coordinamento era comunque necessario.

Coordinamento che anche lui aveva ritenuto necessario e, per una volta, aveva risposto alla chiamata di buon gusto. Poco prima dell’ora prevista per l’incontro aveva lasciato la sua casa londinese munito di un solo taccuino e una pena che erano stati infilati nella tasca interna della giacca nera del completo che aveva scelto per la giornata. Sotto di questo la camicia bianca ma non vi era traccia della cravatta. Dopotutto l’ambiente del Profeta era comunque più informale rispetto a quelli che era solito frequentare.
Il clima primaverile, che aveva finalmente raggiunto anche Londra, non rendeva necessari ulteriori indumenti e per la prima volta aveva potuto lasciare il cappotto a casa. Era già stato alla sede del Profeta per alcune formalità circa la sua attività, questo rese la smaterializzazione in un vicolo lì vicino molto più agevole così che potesse poi dirigersi senza troppi problemi direttamente all’interno della struttura che ne ospitava gli uffici.

Varcata la soglia si fermò in disparte, a pochi passi dall’ingresso. Gli accordi con quella che doveva essere la giornalista con cui avrebbe collaborato, tale Rowena Abyss, prevedevano che si sarebbero incontrati lì per poi impostare la loro attività.
<<buongiorno, le serve qualcosa?>> La voce cordiale della segretaria dietro il bancone situata all'ingresso lo accolse. Accennò appena un sorriso.
<<grazie, sto aspettando una persona, miss Abyss. La donna rispose con un cenno del capo per poi tornare a delle scartoffie che aveva davanti a sé.
Alzò il polso sinistro attorno al quale vi era l’orologio, era puntuale, perciò sarebbe stata questione di minuti.


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view post Posted on 17/4/2020, 16:59
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LA MANGIAMORTE

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La primavera era arrivata il che significava per Rowena solo una cosa: abbandonare i lunghi mantelli e indossare quegli amabili gilet di cui ne possedeva di ogni forma e colore, che si abbinavano un giorno si e l’altro pure con l’abito o la tunica che era solita indossare. Quel giorno aveva deciso di indossarne uno marrone chiaro che accompagnava un vestito verde smeraldo composto da una gonna comoda ma non troppo ampia lunga fino al polpaccio, le maniche dell’abito erano lunghe, ma le aveva arrotolate alla meno peggio ad altezza dei gomiti per via del caldo che si era impossessato della scorbutica città.
Accompagnata da una penna prendi appunti che le volteggiava attorno il capo, scese le scale frettolosamente perché leggermente in ritardo, badando comunque a dove metteva i piedi fasciati da logori stivali marroni in pelle di drago mentre la bacchetta, che teneva in una fondina alla cintura, sbatacchiava fastidiosamente al fianco sinistro.
Arrivata nell’atrio della gazzetta si guardò attorno. Aveva dato appuntamento al nuovo freelance che doveva collaborare con lei per la stesura dell’articolo sui dissennatori, giusto per capire cosa decidere di redigere e per non trovarsi a scrivere le medesime cose. Avrebbe voluto fare lo stesso con il giapponese, ma l’antipatia che provava nei suoi confronti l’aveva fatta desistere: si sarebbe limitata a inviare un gufo con una pergamena imbrattata d’idee e nulla più. Già il fatto di rischiarlo d’incrociare a qualche riunione le faceva passare il buon umore.
Avanzò nell’atrio luminoso, sorrise alla segreteria e si avvicinò all’unica altra presenza nel luogo. Aveva già visto quell’uomo, se lo ricordava perché lo aveva trovato particolarmente appetitoso, ma non sapeva bene per quale ragione non ricordasse altro di lui, che avesse bevuto troppo quel giorno? Pazienza, la memoria sarebbe arrivata prima o poi oppure, avrebbe nuovamente scoperto di chi si trattava.

-Mr. Wolff? Salve sono Rowena Abyss-

Lasciò andare dal blocco appunti che teneva stretto al petto la mano sinistra, che venne allungata in direzione del nuovo arrivato in un tentativo di stringerla. Il tutto era accompagnato da un sorriso cortese.
Joachim si sarebbe trovato davanti ad una donna più o meno della sua stessa età, con gli occhi nocciola e lunghi capelli scuri, al momento raccolti in una coda alta e copiosa. Sembrava essere cortese, ma allo stesso momento appariva anche decisa e questo lo poteva dedurre dalla stretta, sempre se avesse voluto afferrare la mano con la quale si era presentata.
Una volta che la presa fu sciolta parlò nuovamente

-Se mi vuole seguire da questa parte le posso offrire un caffè…-

disse, dandogli le spalle accompagnandolo oltre ad una porta aperta, diretta alla caffetteria della gazzetta.

-Credo che si parli meglio davanti a qualcosa da bere…-

borbottò, donandogli uno sguardo in tralice. Il luogo dove Rowena aveva fatto strada era uno stanzone ampio, con enormi finestre al momento aperte, dove il sole entrava radioso. Vi erano un paio di folletti dietro ad un basso banco che armeggiavano con tazze e bottiglie.


Edited by Rowena Abyss - 3/5/2020, 19:49
 
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view post Posted on 18/4/2020, 17:50
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Joachim Wolff
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La donna dietro il bancone della reception aveva ripreso a lavorare. Si guardò in giro nell'attesa: l'atrio dell'ingresso aveva sulle pareti le stampe delle prime pagine che riportavano alcuni degli eventi più significativi accaduti negli ultimi cento anni nel mondo magico.
La sua attesa non durò comunque molto, era alla seconda delle pagine quando l'arrivo di una persona attirò la sua attenzione.
Spostò lo sguardo verso la donna, era sul punto di chiedere se fosse lei la giornalista che stava attenendo ma questa lo precedette. Alla domanda annuì con un cenno composto del capo per poi avvicinarsi verso di lei.
Ma nel farlo, concentrandosi di più su di lei, rimase un attimo interdetto. Era sicuro di averla già vista, anche se non riusciva a ricondurla ad un certo contesto.

<<piacere.>> Allungando a sua volta la mano e stringendo quella della donna. Accennò un lieve sorriso, gli occhi fissi in quelli della donna. Lasciata la mano ascoltò le parole della donna per poi annuire muovendo il capo.
<<volentieri, grazie.>> Educato. Aveva colto di buon grado l'idea di partecipare con altri giornalisti. Da una parte apprezzava l’idea di un possibile confronto, dall’altro però non era certo di come sarebbe andato quel rapporto di collaborazione. Non conosceva nulla degli altri due e i tempi ristretti non gli avevano permesso di poter leggere nemmeno qualcosa di loro.
Quell’incontro già però avrebbe dovuto fargli un po’ più di chiarezza, almeno sulla donna e magari avrebbe potuto indagare di più anche sull’altro.
La seguì quindi verso quella che doveva essere la caffetteria.

<<certo, concordo.>> Sempre cordiale in risposta alla sua frase. Avrebbe lasciato che fosse lei a occuparsi delle suddette bevande, dopotutto era la prima volta che entrava lì. Quello che invece voleva fare era introdurre la questione dell’articolo o quanto meno sondare il terreno.
<<scrive di attualità normalmente?- Domandò nel mentre. -Mi scusi ma lo scarso preavviso non mi ha permesso di informarmi a sufficienza.>> Accennando un sorriso sul finale. Sembrava realmente dispiaciuto dalla cosa.


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view post Posted on 3/5/2020, 19:07
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LA MANGIAMORTE

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La stanza dove i giornalisti erano soliti fare una pausa da un certo punto di vista poteva ricordare Hogwarts: due lunghi tavoli affiancati da file di panchine ad ambo i lati troneggiavano in mezzo alla sala, alle pareti articoli di giornale vecchi di secoli e quadri dove maghi e streghe di tutte le età e razze facevano capolino. Uno di loro riservò alla donna un saluto che lei ricambiò con un cenno del capo per poi, posato il blocco di appunti sul tavolo, sollevare appena la gonna e mettersi comoda al suo posto. La piuma d’oca autoscrivente la seguiva, puntando ogni tanto la punta in sua direzione come se fosse in attesa d’ordini da eseguire.

-Scrivo un po’ di tutto in realtà. Ho parlato di politica negli ultimi articoli e di cronaca, Ho scritto l'articolo su Raven Shinrestu, il ricercato numero uno. Però tengo con costanza una rubrica sul quidditch…-

spostò lievemente il busto di lato, sollevando una mano per rischiare l’attenzione di un elfo che si mosse verso di loro. Come ogni altro suo simile aveva gli occhi acquosi, la pelle incartapecorita e indossava uno straccio annodato per coprire il corpo nudo. Non aveva indumenti con se, nonostante all’interno della gazzetta vi fossero fervidi sostenitori del C.R.E.P.A , quello stupido movimento per la liberazione degli elfi, ai pochi servitori non era stato ancora consegnato un indumento. Il direttore del giornale non voleva che andassero a spifferare in giro cose riservate.

-Le piace il quidditch?-

fece voltandosi nuovamente su di lui, il busto proteso leggermente in avanti e le mani intrecciate. Si prese il lusso di guardare con cura il baldo giovane che aveva davanti, come a cercare di rammentare dove l’avesse già incrociato. A scuola? Difficile, l’uomo nonostante parlasse un ottimo inglese storpiava qualche accento, il che pensato da una scozzese poteva suonare come un controsenso tradendo le sue origini sicuramente poco britanniche.
Nel frattempo l’elfo era arrivato e con una voce gretta parlò ai due

-Cuwe è qui signorina, cosa può fare umile Cuwe per lei e ospite?-

Rowena si trovò a replicare veloce senza degnare di uno sguardo la creatura.

-Un caffè nero e lungo e per voi?-

disse in direzione di Joachim.
 
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