Avec le langage des fleurs., Contest a tema Maggio 2020

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view post Posted on 12/5/2020, 21:15
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Avec le langage des fleurs.
Contest a Tema - Maggio 2020






«Buongiorno signore, io sono Mary come posso aiutarla?» Il saluto della commessa lo riscosse dai propri pensieri. Il naso gli pizzicava per via della sua allergia ai pollini, la primavera non era tra le sue stagioni preferite, era il periodo in cui stava più male, costringendolo a prendere alcune medicine Babbane per sfuggire ad essa. Essere all'interno di un negozio di fiori non era la più saggia delle idee eppure, nonostante la coda, aveva atteso pazientemente il proprio turno osservando attorno a sé, ricacciando indietro gli starnuti mentre altri clienti sfilavano accanto a lui. Era una giornata uggiosa, il cielo nuvoloso era grigio e minacciava pioggia nonostante fosse metà maggio. Un pallido sole filtrava timidamente da quello spesso manto plumbeo rifrangendosi sulla vetrina del negozio Babbano in cui Vath si trovava illuminandone l'interno. Un sorriso fece capolino sul volto del ministeriale ricambiando quello che la ragazza, da dietro il bancone, gli stava rivolgendo sorridendo cortesemente. «Buongiorno a lei, in effetti avrei proprio bisogno del vostro aiuto » Il tono cordiale delle sue parole fecero sorridere nuovamente la giovane che, aprendosi in un sorriso più genuino, posò le mani sul legno grezzo del bancone attendendo che continuasse. «Dovrei fare un regalo, ad una ragazza speciale a cui tengo particolarmente. Da quello che so, ama molto la natura e, di conseguenza, conosce molto bene le piante e i significati che hanno.» Dopo quella breve spiegazione la ragazza accennò una timida risata, Vath suppose che fosse per via della probabilità che quelle parole potessero già esser state usate innumerevoli volte dai vari clienti. «Ma certo, non si preoccupi, ha già qualcosa in mente?» Professionale e cordiale, la ragazza disse quelle parole mentre scivolava la mano lungo al bancone, fino a rimanere dallo stesso lato del ministeriale che, dal canto suo, si guardava attorno osservando gli innumerevoli fiori esposti. «In verità… non proprio, non vorrei fare un bouquet di sole rose, mi sembrava alquanto banale.» Le disse, portandosi la mano destra al capo grattandosi la nuca, un po' imbarazzato. Non aveva avuto molte occasioni per fare un regalo simile, Sybella non gradiva tali doni e lui aveva sempre cercato di rispettare quel suo desiderio. I vari profumi dei fiori all'interno del negozio erano molto persistenti e lui, abituato dalle lezioni di Erbologia, ne riconobbe alcuni di essi. «Mi piacerebbe fare un bouquet che contenesse vari significati, tutti che convergessero verso un unico importante messaggio.» Si schiarì la voce, passandosi nervosamente la lingua sull'arcata superiore dei denti. La ragazza sembrò comprendere la reticenza del mago, gli sorrise e si avvicinò. «Va bene, non sono qui per giudicarla, se può spiegarmi qual è il messaggio cercherò di aiutarla al meglio delle mie possibilità.» Un sospiro da parte di Vath, era sempre stato diffidente per natura, la scomparsa della moglie e la morte della cugina lo avevano reso ancor più ritroso nel legarsi emotivamente a qualcuno per paura di soffrire ulteriormente. «D'accordo, vede son vedovo e forse è per questo che ci sto andando con i piedi di piombo, ormai è storia passata ma è come una sorta di meccanismo di difesa. Vorrei esprimere questo senso di precauzione, unito a un po' di timidezza, sa non è semplice rimettersi sulla piazza con tre bambini a cui badare.» Aveva paura, un folle terrore che celava egregiamente dietro un ottimo savoir-faire. Le emozioni erano sempre state il suo problema, le capiva, empatizzava con esse arrivando ad essere un legilimens ma, forse come la cugina, non riusciva ad esprimerle tenendole dentro di sé chiuse in una cassaforte blindata a doppia mandata. Non venne interrotto, la ragazza semplicemente prese un post-it, una penna e chinandosi sul bancone iniziò a tracciare qualche appunto. Vath decise di proseguire, raccontando ciò che sentiva di voler esprimere con quel regalo verso Mìreen. «Questa persona è da discreto tempo che non la vedo e l'attesa è davvero lunga, mi ha invitato alla festa di San Patrizio e ci son stati certi sviluppi che mi han portato a risollevarmi da quella situazione che è venuta a crearsi nel periodo del lutto. Ho conosciuto altre ragazze, sicuramente splendide, con alcune di queste avrei potuto anche avere qualche storia ma non c'è stato nulla per rispetto nei confronti di questa ragazza e di ciò che c'è stato quella sera. Credo che questo sia tutto, il corpo centrale però dovrà essere la rosa rossa, che so significa amore e passione.» Terminò il tutto incrociando le braccia al petto consapevole che, quella posizione, stava ad indicare che era ansioso. Vath temeva di risultare banale all'irlandese, come se quel suo gesto fosse scontato. Aveva mancato il compleanno della ragazza, non conoscendone la data di nascita, regalarle quei fiori era solo un timido approccio per mostrarle quanto tenesse a lei. Mary alzò lo sguardo dagli appunti presi fino a quel momento, sorridente, Vath non trovò traccia di derisione o accondiscendenza nei suoi confronti da parte sua. «È un pensiero molto carino. Allora, vedi un attimo se può andarti bene.» Si rimise in posizione eretta e, scortandolo tra i vasi, gli indicò dell'agrifoglio. Vath si rese conto che la ragazza era passata dal lei formale ad un tu più conviviale, ma la cosa non gli dispiacque. «Mi hai parlato di precauzione e difesa, l'agrifoglio con le sue foglie pungenti simboleggia questi valori, lo metterei come decorazione.» Probabilmente la ragazza non lo sapeva, eppure, indicandoglielo aveva fatto sorridere Vath che conoscendo Mìreen sperava che l'antimago l'apprezzasse dato che i druidi lo usavano, e lo usano ancora, per scacciare gli spiriti maligni. Annuì felice della prima proposta della fiorista che, muovendosi verso un altro punto del negozio gli indicò dei fiori che lui conosceva molto bene. L'Amaryllis lo aveva regalato un unica volta a Sybella, simbolo di un'elegante corteggiamento o un timido amore, era pronto a sentirsi dire queste cose, eppure, la ragazza lo sorprese. «L'Amaryllis lo vedo molto bene in questo caso, è un fiore che simboleggia timidezza, la stessa di cui mi hai parlato poco fa, però sei molto elegante, sia nei modi che nel vestire e questo mi ha fatto pensare immediatamente a te, credo che anche questa ragazza possa ritrovarsi in questo.» Se fosse stato per Vath sarebbe diventato dello stesso colore del fiore ma, nonostante le gote in fiamme, cercò di sorridere per stemperare l'imbarazzo. Si chiese se Mìreen sarebbe stata in grado di leggere tutte quelle chiavi di lettura. Annuì mentre la ragazza, desiderosa di mettersi alla prova con quella sfida, lo portava vicino a dei fiori dalle sfumature rosso violacee. Il ministeriale non conosceva quella particolare specie e, così, stette ad ascoltare la commessa. «Questo fiore è l'anemone.» Un'espressione di perplessità comparve sul volto di Vath e la ragazza dovette accorgersene perché sorrise, lui era a conoscenza dell'anemone di mare per via della somiglianza con le appendici del Murtlap, eppure di quello di terra Vath non sapeva nulla. «L'anemone esprime abbandono, attesa, con questo fiore si vuol dire mi manchi da morire, torna da me, mi era sembrato di capire che questa ragazza ti manca molto.» Il ministeriale annuì e sorridendo lievemente aggiunse con tono mogio alcune spiegazioni. «In effetti è così. Specialmente dato che lavoriamo praticamente assieme, anche se siamo su piani diversi, e dopo quella sera non sono mai riuscito ad incontrarla. Continua pure...» Le disse facendole un cenno con la mano. Forse mal aveva interpretato ciò che la ragazza quella sera aveva espresso nei suoi confronti, forse era solo frutto dei fiumi d'alcool che la giovane aveva bevuto in occasione di San Patrizio e il bacio che c'era stato rappresentava un errore. Se Mìreen se ne fosse vergognata avrebbe spiegato il perché non la riusciva più a vedere o a contattare. Lì vicino Mary indicò altri due fiori, dei garofani rosa e dei fiori a lui sconosciuti, dai colori intensi e brillanti, dalla forma originale di spiga compatta. «Garofano rosa e Delphinium, il primo esprime fedeltà, cosa che hai detto di aver avuto nei suoi confronti, il secondo invece un amore sincero. Posso chiederti da quanto la conosci?» La domanda gli venne rivolta con dolcezza, non sembrava volta a farsi gli affari altrui, ma per aiutarlo meglio. «Due anni…» Iniziò a dirle. Eppure sembrava ieri che si fosse diretto a Regent's Park per leggere in tranquillità un saggio sulla politica russa, era lì che si erano incontrati dopo Hogwarts, accanto ad una fontana a cui lei si era fermata per bere durante jogging. «Però siamo stati a scuola assieme per un breve periodo, non l'ho mai notata. Ci siamo ritrovati per caso a lavorare per la stessa ditta, mansioni diverse, piani differenti. Abbiamo legato molto in questi due anni, mi è stata vicina, mi ha aiutato con i bambini.» Un sorriso da parte della ragazza, si schiarì la voce e riprese a parlare. «Se posso, e direi di sì, dato che mi hai chiesto apposta, ti consiglio di fare come corpo centrale del tuo bouquet anziché le rose rosse quelle blu, certo, non sono le più classiche ma le rose blu stanno a significare un amore intenso e profondo. Che ne pensi?» Ovvio, la decisione finale spettava a lui, Vath si immaginò il mazzo di fiori, sicuramente belli, chiedendosi se, assieme, legassero tra loro e se fossero abbastanza per lei. «Va bene, vada per quelle blu.» La mano andò alla tasca interna, alla ricerca del proprio portafogli, portava sempre con sé alcune banconote babbane. Lasciò la ragazza comporre il tutto, decorando il bouquet con una retina di color rosso, il suo sguardo fisso su un punto non meglio imprecisato sul logo del negozio dietro la ragazza. Nella loro magnificenza quei fiori sarebbero stati destinati ad appassire, una fugace ombra della bellezza che possedevano appena colti. Eppure in quel suo gesto Vath non vedeva un regalo banale ma un messaggio chiaro che, grazie alla competenza di Mary, sarebbe stato veicolato meglio. Era certo che la Grifondoro amasse profondamente i fiori, la natura, Mìreen sarebbe stata più felice di lasciarli crescere ed annaffiare tutti i giorni anziché strapparli alla terra. In quelle riflessioni Vath portò alla mente i suoi studi in Erbologia, cercando tra di essi se vi fosse una lezione in cui si trattava come piantare dei fiori già recisi ma, purtroppo, non c'era magia alcuna in grado di ridar la vita alle piante già tagliate. Prese il mazzo, pagò e salutò ringraziando Mary facendo tutto quasi meccanicamente, la strada di londra lo accolse con la sua aria fresca, facendogli alzare i capelli e scuotere i fiori tra loro. Mille pensieri affollavano la mente del ministeriale, ansioso si stava perdendo in un bicchiere d'acqua, creandosi castelli mentali su come Mìreen avrebbe accolto quel suo gesto. L'intenzione era di attirarla fuori dal suo ufficio con un scusa, per poi posizionare il bouquet in bella vista sulla sua scrivania. Una nuvola si aprì illuminando la zona in cui era, i raggi caldi scaldarono la sua pelle per un breve momento, ma il fuoco che ardeva nel suo petto non si sarebbe mai sopito.


 
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