Deve credere che Nieve sia diversa. Deve convincersi che lei lo sia, nonostante l'espressione di muto sconvolgimento interiore che lascia intravedere chiaramente i suoi dubbi. L'unica cosa che le sfugge - e odia che esista qualcosa di lei che non riesca a capire - è quale sia quell'insicurezza. Segue i suoi piccoli movimenti, studia addirittura il modo di respirare della sua amica di sempre e si chiede se quel sospiro trattenuto e poi rilasciato sia dovuto alla consapevolezza di aver di fronte una possibile mina vagante. Non ha mai provato la sensazione di essere vulnerabile di fronte a Nieve: di solito è lei la piccola creatura fragile che finge sicurezza, quella da proteggere ad ogni costo... anche da se stessa. Ora i ruoli si invertono e questo la spaventa infinitamente. Perché ci sono molte cose che non si dicono, persino Thalia sa quante cose Nieve le nasconde a causa di paure simili alle sue. Eppure questo non è mai stato un vero problema. Ascolta i suoi tentativi di fingere che tutto vada bene, le piace pensare che Nieve abbia davvero capito e non abbia timore di lei, di quello che la magia che le scorre dentro possa o non possa fare. E' insicura - una delle poche volte, invero, in vita sua - su come interpretare quelle parole biascicate in un sussurro flebile. Non capisce se la sua migliore amica sia disposta davvero a rinnovare la promessa di accettarla per ciò che è. Non comprende che il suo dispiacere è sincero, che la sua è reale preoccupazione per il peso di un'assenza altrimenti immotivata. Non è colpa di Nieve se Thalia ha scelto di affrontare la vita in solitaria. Non è colpa di nessuno, se non di Thalia Moran in persona.
All'ultima domanda non sa come rispondere: per farlo bisognerebbe darle tempo e il viaggio gliene darebbe in abbondanza; ma ciò che il percorso a bordo dell'Hogwarts Express non può darle è il coraggio di compiere quel passo. Vorrebbe replicare che non lo sa, che non sia dovuto all'idea - stupida - che lei non potesse capire. Ma non può raccontare un'altra bugia.
«Ho visto che effetto fa sulle persone.» dice, volgendo lo sguardo al paesaggio visibile dal finestrino. Schiere di abeti innevati che si stagliano con forza contro il fianco delle montagne scozzesi, la neve sulle cime e sulle pendici come una coperta finissima. Si perde per un istante a rimirare la bellezza di quella natura selvaggia, così simile a Nieve per tanti motivi da non voler perdere preziosi minuti ad elencarli mentalmente tutti; eppure, l'immobilità delle fronde sotto la coltre di neve caduta quella notte è paragonabile al peso che lei ha appena scaricato sulle spalle dell'amica. Un segreto che vale tutto e che, forse, non vale proprio nulla. Che cos'è un Legilimens, in fondo? Dovrebbe impegnarsi a gestire meglio quella capacità come si gestiscono gli incantesimi più semplici, ma la lotta interiore - quella con la moralità - le impedisce di ambire alla perfezione anche in questo. Anche nella Legilimanzia. E poi, a che scopo? Qual è il punto di essere migliore se, in ogni caso, ogni volta che se ne parli l'unica espressione è quella della paura? Ci si aspetterebbe da chiunque un minimo di timore, questo è naturale, ma se davvero si confida un simile dettaglio è certo che si debba fare con chi ci rispetti al punto tale da accettare anche questo di noi. E Thalia l'ha fatto. Ha tentato di essere trasparente come acqua cristallina, ha provato ad essere onesta. Ed ha fallito. Lo sguardo pieno di terrore che Mike ha cercato di dissimulare le è bastato per ricordare quanto siano fragili i rapporti. Aiden, al contrario - e forse per l'unica volta si sarebbe distinto ai suoi occhi positivamente -, l'avrebbe accettata. La sola ed unica persona che doveva, che meritava, di saperlo, le aveva detto senza troppi giri di parole di essere turbata. L'aveva sentita crearsi quella crepa nel loro rapporto, il rumore secco come ghiaccio che si spezzi e tenti di rimanere stabile comunque, contro ogni pronostico e contro ogni buon senso. Ci hanno provato a restare a galla, ma hanno fallito miseramente. O meglio, è lei ad aver fallito.
«L'ho raccontato a Mike» rivela infine. Lo sguardo che Thalia le rivolge, quindi, comunica il resto. Gli occhi ardesia trasmettono la tristezza che quella paura infondata le ha causato, di come Mike abbia preferito cedere alla paura piuttosto di credere in lei. In questo momento le fa comodo pensare che sia stato lui quello debole dei due, perché pensarsi fragile non le è mai piaciuto; in cuor suo, sa che non è solo la Legilimanzia ad aver corroso la loro relazione, giunta al termine quella stessa estate. Ma non può dire a Nieve che tutto questo sia il risultato di una serie di scelte su un piano più vasto, che lei abbia perso Mike per la sfiducia che lei gli ha instillato. «Gliel'ho raccontato dopo che abbiamo parlato dell'Esercito del Mezzogiorno. Lui...» si ferma, il nodo alla gola troppo stretto perché le parole possano trovar via d'uscita. China il capo e capisce di essere arrivata al punto di non ritorno, quello delle lacrime che ostinatamente tenta di trattenere. Credeva di averle versate tutte quell'estate, ma evidentemente non è stato così. E' con occhi lucidi che torna a guardare Nieve e cerca di mantenere quel suo contegno compassato, come se niente potesse scalfirla; la verità è che i frammenti sono tutti ben nascosti sotto la superficie e spera che lei non li veda. «...ha avuto paura. Non mi ha fatto domande, non come te.» espira a lungo, come se si fosse tolta un peso e prosegue, incapace di fermarsi. «Mi ha semplicemente detto che questo non gli piaceva. Mi teneva per mano e... poi non l'ha più fatto. Ha preso le distanze.» non finge di non provare la rabbia che adesso le solletica il cuore, asciugando le lacrime prima ancora che le solchino le guance fredde. Per quanto accaduto nel Bagno dei Prefetti quel giorno, Thalia non l'ha mai perdonato: per una sua stilla di onestà è stata ripagata con l'insicurezza che, al netto del tempo trascorso insieme, non avrebbe dovuto esistere. E invece c'era, eccome. Poteva comprendere i suoi timori, ma non li avrebbe mai giustificati. In cuor suo sapeva di aver commesso peccati peggiori per ricevere un trattamento simile. «Credo che sia finita anche per questo.» Era la prima volta che ne parlavano davvero, senza riserve. Forse qualcuna c'era ancora, naturalmente, ma il succo della faccenda era tutta lì. «Per assurdo...» si trova a schiudere le labbra in un sorriso sarcastico «Weiss mi ha capita meglio di quanto abbia fatto Mike. Pur non sapendo nulla, supponendo solamente che io potessi farlo.» le parole le scivolano veloci e quasi non si rende conto di averle pronunciate. Le basta un'occhiata per capire dallo sguardo di Nieve il peso di quanto abbia davvero affermato.