Fuga di un Grifone dal famoso Zoo di Londra. [...] La creatura magica è riuscita ad evadere dalla sua gabbia ed ha spiccato il volo portando con sé paura e sensi di colpa da parte di chi non è stato in grado di adempiere al proprio dovere, come ad esempio i domatori che non sono riusciti ad impedirgli la fuga. [...] Noi della Gazzetta invitiamo chiunque lo avvisti ad avvisare immediatamente la redazione o il Ministero e a fare molta attenzione, i Grifoni sono animali molto aggressivi e istintivi ed attaccano l'uomo.
– Dalle pagine della Gazzetta del Profeta,
«Un Grifone alla riscossa»allerta, cari lettori, e prudenza
Alcuni studenti mancavano all'appello. Né come né quando fosse accaduto poteva avere troppa importanza, l'evidenza passava ormai dallo sguardo dell'uno e dell'altro tra i presenti. C'era chi non ne sembrava troppo preoccupato, come Prewett: il più piccolo tra i Grifondoro riuniti, infatti, si limitò a prendere posto affianco al concasato più grande. Aveva un modo tutto suo di relazionarsi con il prossimo, e con la statura bassa, la figura grassottella e un soffio di lentiggini sul volto roseo, si mostrava ridente, come se l'intera situazione non fosse affatto un suo problema. Zachary, subito accanto, ormai lo conosceva fin dal primo giorno del suo arrivo ad Hogwarts, per un paio di settimane - questioni di organizzazione - avevano perfino condiviso il dormitorio. Batté la mano sulla spalla del primino, con un sorriso pieno sulla bocca. «Così si ragiona, Prew.»
Recuperò facilmente una discreta somma di denaro dal Mokessino che portava al collo, e quando il laccio si sciolse delicatamente tra indice e pollice, sul bancone scivolarono un bel po' di Galeoni. Il tintinnio fu presto seguito dal bagliore colorato d'oro, alla fine Prewett coprì tutto con la mano e cercò un menù. «Grazie, Zach. Sì, signorina Bell.» Passò dal primo alla seconda con la stessa facilità con cui avrebbe ordinato un cheeseburger. Zachary non ne fu sorpreso, non troppo. Sistemò di nuovo il sacchetto di pelle al collo e si disse pronto. In piedi, la nomea che i concasati e gli altri studenti gli avevano affibbiato tempo addietro acquisì una vera e propria conferma - Zachary Ellis era altissimo, molto più dei suoi coetanei, e il fatto che fosse piuttosto magrolino non faceva che accentuarne il profilo. Superava Casey Bell più di una spanna, ma non si curò di eventuali sguardi indiscreti. Non ne era così imbarazzato.
«Io ero già qui ben prima della notizia sul Profeta.» Il boccale di Burrobirra non era che l'ultimo di una discreta fila, le gote leggermente arrossate del Grifondoro ne diedero suggerimento. Non precisò altro, aveva già pagato tutte le sue consumazioni ed era pronto per dare una mano. All'avanzare del Prefetto, l'avrebbe semplicemente seguita. Quanto richiesto da Bell non doveva risultare difficile: restare al sicuro, non uscire dal locale, cercare un contatto con la Scuola di Hogwarts. Anche lì, ai Tre Manici di Scopa, c'era da fare. Il bancone si stava riempiendo, pochi altri posti restavano liberi - sedutosi, il Corvonero poté ordinare facilmente, Prewett ne parve deliziato. Un boccale di orzata e una porzione di patatine arrivarono in fretta, a dispetto della folla riunitasi. Da parte del Grifondoro, si aggiunsero una Burrobirra analcolica e un paio di cupcake alla zucca. «Prendo anche qualche nocciolina per il nostro amichetto.» Non poteva passare inosservato, infatti, quel curioso scoiattolino che nel frattempo si era arrampicato sul bancone. Forse aveva riconosciuto Prewett come una delle figure più familiari nella Sala Comune che condivideva con Alice Wagner, forse gli era semplicemente simpatico. Il sopracciglio confuso di Rosmerta passò in fretta, la voce della Seperverde la riportò con i piedi per terra. Soppesò il suo volto un pizzico in più del solito, distratta dal bricco di latte che volteggiava alla sua destra e le tre porzioni di patatine fritte alla sua sinistra. Alla fine, però, la riconobbe.
«Oh Narcissa, cara, sei qui.» Arrivò al bancone e lasciò scivolare lentamente i primi due cartocci di patatine. «Non sei di turno, vero? Ne avrei così bisogno, l'altra ragazza arriva in pomeriggio. Potresti portare queste a quel signore lì in fondo? L'uomo con il turbante, all'ultimo tavolino.» Indicò avanti, dove il Mago apparentemente in dormiveglia sedeva da solo, le braccia strette al petto. Piuttosto robusto, vestiva un lungo cappotto, inusuale per una stagione calda come quella. Sul tavolino aveva già una porzione di patatine, sembrava tuttavia che ne avesse ordinate altre due. Se Narcissa avesse accettato di porgere aiuto, farsi largo tra i clienti non sarebbe stato complicato. Madama Rosmerta si allacciò tra l'altro al resto della conversazione, sfruttando quei pochi istanti liberi per rivolgersi a tutti gli studenti. «Sempre lì in fondo sulla parete c'è il quadro di Mirabella Plunkett, se riuscite a parlarle vi potrà fornire un collegamento con Hogwarts, c'è un altro suo ritratto al Castello.» Qualcuno poco oltre chiamò il nome di Rosmerta: un colpo di bacchetta e il bricco di latte sfrecciò verso quella direzione, al cliente opportuno. Concluse in fretta, cercando lo sguardo dei ragazzi più vicini - tutti poterono ascoltare le sue parole. «C'è un piccolo problema, da quando si è innamorata di quel Tritone, la povera Mirabella parla soltanto Maridese. Magari sarete fortunati, l'importante è che non si trasformi in eglefino.» Borbottò un'ultima frase che suonava come che storia quella!, e trotterellò via. La storia di Mirabella Plunkett non era così conosciuta tra i giovani maghi, ma di certo era tra le più belle: il suo secondo ritratto più famoso, ad Hogwarts, era incastonato perfettamente alle mura tra il primo piano e l'ampia sala d'ingresso. Forse tra Tassorosso e Serpeverde, qualcuno aveva avuto già occasione di adocchiarlo: il dipinto non passava inosservato, né quello alla Scuola né quello ai Tre Manici, e se si fossero avvicinati alla parete del locale, sul fondo, avrebbero scorto l'immagine di una giovane, incantevole donna - una corona di alghe e stella marina tra i lunghi capelli ramati, a cingerle delicatamente la fronte, occhi cielsereno e un abito di un dolce turchese; stringeva tra le braccia, come tesoro, uno strano pesce dalla bocca spalancata, lo sguardo vitreo. Alle sue spalle, in cornice, uno scoglio battuto dal mare schiumoso. Come tutti i quadri magici, anche quello si muoveva: la donna carezzava con la mano destra le squame del pesce, e aveva un'espressione distrutta, palesemente triste sul suo volto. Qualcuno tra i collezionisti più appassionati avrebbe notato che quella figura fosse la stessa sulla Cioccorana numero ventisette? In ogni caso potevano tentare di parlarle, raggiungerla non sarebbe stato problematico. Era la stessa direzione per Narcissa, il tavolino indicato da Rosmerta era esattamente davanti la parete con un paio di quadri. Prima di decidere sul da farsi, il giornale lasciato da Zachary passò tranquillamente all'attenzione tanto della Tassorosso quanto dell'altra Serpeverde: l'immagine del Grifone era indistinta, catturata in un volo frenetico, e vederlo dal vivo - era naturale - sarebbe stata tutt'altra cosa. A chiare lettere poterono leggere tuttavia della fuga dallo Zoo di Londra, di come la bestia si fosse allontanata dall'Inghilterra per raggiungere la Scozia, di come fosse ricercata da settimane e di come, ancora, avesse divorato diverse capre in un campo di... Un suono secco, forte, simile ad un colpo di frusta interruppe ogni possibile lettura. Sul bancone, infatti, il Corvonero Jaehaerys aveva poggiato e tentato di aprire uno dei volumi che era riuscito tempestivamente ad acquistare prima dell'allarme. Il Libro Mostro dei Mostri aveva una copertina particolarissima, rivestita di una foltissima peluria - al tatto era così morbida, ma lungo il dorso era stretto da fibbie che apparivano quasi come denti. Il ragazzo poté arrivare appena alle pagine dedicate alle Creature Magiche di Classe XXXX, era quasi vicino a trovare una descrizione accurata del Grifone, quando il libro si risvegliò di scatto. Come un piccolo mostriciattolo, di nome e di fatto, scoprì la dentatura aguzza di carta ed inchiostro e si animò con un'energia indomita: si avvinghiò al giornale vicino, tirandolo via dalle mani di chi lo stringeva, e lo strappò in mille e più coriandoli. Insaziabile, si spinse così sulla destra, zampettando lungo il bancone e trascinando con sé bicchieri, patatine e perfino un cupcake di Prewett. Di lì a breve sarebbe arrivato ai clienti vicini, qualcuno già sollevava lo sguardo, qualcuno già imprecava. Occorreva fermarlo, e in fretta. Anche il locale riservava le sue avventure.
Né Zachary né Casey riuscirono a seguire i risvolti all'interno dei Tre Manici di Scopa. Quando il Prefetto Grifondoro aveva chiesto l'aiuto dell'altro concasato più grande e subito dopo aver lasciato le sue indicazioni più importanti, uscire dal pub era stato semplicissimo. A dispetto dell'allarme scattato poco prima, né Rosmerta né gli altri clienti parvero troppo colpiti dal fatto che due giovani studenti andassero via, inoltrandosi tra le stradine del Villaggio. In effetti, nessuno era così sovrappensiero, c'era più il fastidio di non poter sedersi ai tavoli esterni che una vera e propria preoccupazione. Forse la notizia del Grifone non era arrivata, non a tutti, o forse - a malincuore - gli abitanti di Hogsmeade erano abituati a cose peggiori. Per Casey Bell, tuttavia, non poteva esserci nulla di più problematico quel giorno: gli studenti - tutti, dal primo all'ultimo sulla lista che custodiva - erano sotto la sua responsabilità. Non c'erano altri Prefetti, non c'erano Caposcuola. Il suo compito era portarli al Sobborgo, lasciare che vivessero l'esperienza gioiosa di una gita fuori porta, e da lì tornare al Castello di Hogwarts sani e salvi, illesi e integri. Non proprio l'ideale con una fiera tanto pericolosa a zampa libera, era evidente. Con l'andatura accelerata, Zachary teneva il passo: allentò il nodo della cravatta rosso-oro al collo, mentre si faceva largo tra gli ultimi maghi in ingresso al locale. Quando furono da soli, il silenzio sospeso sulla High Street, il viale principale, parve innaturale. Zachary ne approfittò.
«Allora, K.» Non si era permesso di chiamarla così, in modo affettuoso, alla presenza degli altri studenti. Restava Prefetto della sua Casata, era una forma di rispetto, ad ora poteva anche essere più amichevole.
«Da quanto siete arrivati ad Hogsmeade? La notizia del Grifone è comparsa sul Profeta da poco, forse non potevate neanche saperlo.» Non aggiunse altro, quella era una rassicurazione con un fondo di piena verità: Casey Bell, e Hogwarts tutta, per loro non c'erano troppe colpe. «Ripetimi, chi manca all'appello? Da dove vuoi iniziare a cercare?» Un suono passeggero, come il battito di ali di uno stormo di uccelli, arrivò sospinto da una carezza di brezza estiva; giungeva da vicino, proprio dalla strada che stavano percorrendo, e man mano che procedevano si faceva più distinto. Non riuscirono ancora a vedere di cosa si trattasse, di lì a diversi metri avrebbero raggiunto tuttavia l'Ufficio Postale e tutto sarebbe stato più chiaro: gufi, barbagianni, civette, tutti in un volo circolare, privo di ordine. Circondavano qualcosa, o forse qualcuno, ma erano ancora lontani per mettere a fuoco, e per di più i rapaci ne celavano la visuale. Non poterono ascoltare le voci vicine, perché uno scoppio più forte - squillante, un rombo a cielo aperto - attirò l'attenzione. Diretto, preciso, singolo, come un colpo di cannone, si propagò al di là delle casette che circondavano la zona in cui Casey e Zachary si trovavano. Non poteva passare inosservato, tuttavia, perché si accorsero di come il cielo fosse trapunto di tante scintille rosse, brillanti e accese, come una rosa dai petali cremisi. Un segnale conosciuto da entrambi, originatosi più o meno da dietro Mielandia.
«Non sono fuochi d'artificio.»
La voce di Zachary si perse al crescendo di ali, lì vicino.
Cosa ci ricaviamo.
Il commento di Alice Wagner si sollevò con discrezione sulle parole del Mago in avvicinamento e su tutto il trambusto che i gufi postini stavano compiendo. L'uomo, bacchetta alla mano, ne parve più sorpreso del previsto, perché si fermò ad un tratto con l'espressione distratta. Passò rapidamente dalla meraviglia al disprezzo, con un cambiamento sul viso tanto lampante. «Perfetto, ci mancava la ragazzina opportunista oggi. Grazie, Morgana. Grazie un corno.» La sua risposta si distinse per bene, seguita dalla teatralità dei suoi movimenti: le braccia spalancate in alto, come in preghiera, e lo sguardo ai cieli brillanti di quel giorno così caldo. «Ragionando così, non andrai avanti.» Lo pensava davvero, ma il suo tono tradiva un nervosismo di fondo che non riguardava le Grifondoro. Non si era espresso in modo gentile, era evidente, ma il contesto non gli aveva dato molta scelta: i suoi messaggeri erano scappati via dall'Ufficio Postale, l'allarme dell'Incanto Gnaulante era stato tanto imprevisto da far impazzire gran parte dei rapaci; per giunta, uno dei clienti lì presenti poco prima aveva rovesciato dallo spavento un trespolo su un altro, trascinando nella caotica conseguenza più barbagianni di quanti il Postino potesse contarne. Morale della storia: avrebbe inviato una Strillettara al Ministero della Magia per chiedere un avviso di pericolo meno esteso. A colpi di bacchetta, comunque, immobilizzò e spinse via alcuni rapaci in volo: l'ampio varco dell'Ufficio Postale era aperto, al suo interno i volatili avrebbero trovato familiarità e tranquillità. Ne rimasero altri dieci, e la coppia di Incantesimi d'Ostacolo delle due Grifondoro riuscirono all'effettivo a spezzare il moto confusionario dei gufi: altri cinque seguirono da un lato e dall'altro i vicini compagni, riconoscendo l'Ufficio come il posto più sicuro. Sebbene l'esito fosse stato positivo, la scelta di una magia offensiva non parve riscontrare il sostegno degli stessi barbagianni: alcuni ne erano stati colpiti fortemente, cozzando contro altri, e nella furia tre uccelli discesero in picchiata. Graffiarono con gli artigli le spalle tanto di Alice quanto di Vivienne, indistintamente, e ne strapparono così alcuni lembi di tessuto. Le ferite riportate non erano così gravi da sanguinare, ma il pizzicore che portarono con sé non passò subito. Un altro barbagianni, più scottato, attaccò Alice Wagner al petto: nell'urto la ragazzina fu sbalzata all'indietro, pochi passi appena, e si accorse di lì a breve di come qualcosa al suo collo fosse stato strappato via con violenza. Il barbagianni, infatti, volava via con il fischietto per scoiattoli che la Grifondoro portava con sé. Si diresse verso l'Ufficio Postale, seguito da altri tre rapaci, e quando parve di essere pronto ad entrarvi, virò lateralmente sulla High Street - avanti, sulla via principale, verso gli altri negozietti. Se voleva riavere indietro il suo fischietto, dovevano correre. «Brave, bravissime. Adesso devo pure rincorrerli per il Villaggio.» Chi fa da sé, fa per tre. L'uomo aggiunse qualcosa del genere, prima di correre all'Ufficio e chiudersi dentro, a doppia mandata. Doveva sistemare tutto, prima di dedicarsi agli altri postini. Indistinto, il suono di un colpo secco in lontananza arrivò anche alle due Grifondoro, ma erano troppo indaffarate per poter accorgersi di altro.
Da vicino, l'anziana strega sembrava perfino più affabile del previsto. Vestiva un abito così semplice, aveva un volto segnato dal tempo, e il banchetto alle sue spalle altro non era che un banchetto di biscotti e di bevande calde e fresche - una venditrice ambulante, una tra le tante al Villaggio di Hogsmeade. Nella sua semplicità, rivelava un'eleganza singolare. I suoi occhi erano gentili, la sua bocca si arricciava in un sorriso delicato, perfino i movimenti delle mani appena sollevate custodivano un fascino intimo, così speciale. Chiunque fosse stata, la donna non dava affatto l'impressione di avere cattive intenzioni, e lo dimostrò in fretta. Premurosa, cercò le mani della Corvonero e le strinse tra le sue: lentamente, in modo curioso, perché lasciò scivolare le dita sulla pelle dell'altra e vi disegnò un cerchio, leggerissimo, il moto ondeggiante dell'indice. Parve che il profumo di spezie portasse con sé memorie impossibili, lontane, così irraggiungibili: la cannella, lo zenzero, la noce moscata, il cardamomo, e tante altre sfumature che rendevano l'aria melliflua, così zuccherina. Quella zona era completamente spoglia, non c'era nessun altro al di fuori di loro: i passanti si erano ritirati, i visitatori pure, la stradina in cui si trovavano era tristemente vuota. La donna sorrise, le guance si incresparono di rughe più gentili.
«Bambina mia, hai perso i tuoi compagni.» C'era comprensione nella sua voce, con quella delizia che soltanto un cuore buono avrebbe potuto vivere per davvero. Delta McTavish non aveva precisato troppo di quanto le fosse accaduto, eppure era come se la vecchina ne avesse sentore. Lasciò le mani della Corvonero con delicatezza, allentando la pressione. Si volse indietro, sul banchetto, e recuperò un sacchetto di carta: quando lo porse alla studentessa, la dolcezza dei pasticcini si rese un richiamo irresistibile. «La perdita è sempre un nuovo inizio e per te, oggi, sarà il più bello.» Sorrise ancora, con quel mistero che puntellava le sue parole. Indicò il sacchetto e invitò l'altra ad aprirlo: al suo interno, c'erano diversi biscotti di semplice pasta frolla - sfumati di cannella, altri con un soffio di zafferano, altri con fiori stellati di anice. Non avevano una forma speciale, niente affatto: circolari, sgraziati, nulla di particolare. «Sono magici, cara. Come tutti i dolci.» Si portò al banchetto vicino. «Tra le tue mani cambiano forma, tutte le forme che vorrai. Cosa ne dici di spostarci, nel frattempo? Quella strada lì, cara, ci mettiamo al sicuro finché l'allarme non sarà passato. Sai cosa stia succedendo?»
Recuperò la sua bacchetta magica e in un rapido movimento il banchetto si sospese in volo, avviandosi da solo. La strega prese nel frattempo un cookie al cioccolato, e tra le sue mani, sotto lo sguardo della Corvonero, cambiò forma in una mezzaluna. Uno spicchio adamantino, brillante, così candido da sembrare ricoperto di glassa zuccherata. Di scatto, il suono di uno scoppio attirò l'attenzione di entrambe: in alto, nel cielo azzurrino, un'esplosione di scintille rosse segnò un punto fermo. Curiosamente, nella stessa direzione che la vecchina aveva da poco indicato.
Che la sua prossima meta sia proprio il villaggio?
Poche ore fa, alla Gazzetta siamo stati nuovamente avvisati di altri spostamenti: il primo a Durness, una cittadina che si affaccia sulle coste scozzesi, e questa volta ha divorato alcune capre di un allevamento [...] Un ultimo avvistamento è stato a qualche km di distanza da Hogsmeade, sulle montagne, nella periferia estrema. [...] A nome di tutti i genitori di Studenti di Hogwarts, si invita inoltre il Preside a sospendere momentaneamente le gite fuori porta al Villaggio di Hogsmeade.
– Dalle pagine della Gazzetta del Profeta,
«Grifone di Londra in fuga»Sono accadute un bel po' di cose.
Il gruppetto di costolette studenti ai Tre Manici affronta diversi grattacapi: gli avvenimenti sono quasi in parallelo, ciascuno ha piena libertà su come e dove agire. Con i dettagli presenti potete dire o meno di conoscere quanto indicato, in particolare in riferimento al quadro. Zachary e Casey, invece, sono presenti solo nella prima parte, dopodiché escono alle parole di Rosmerta. Per il resto dovrebbe essere tutto chiaro, resto a disposizione per dubbi/domande.
Prossima scadenza: 6 Settembre, 23.59