Pioneers, Gita ad Hogsmeade per primini

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 6/9/2020, 14:12
Avatar

Group:
Prefetto Grifondoro
Posts:
1,779

Status:





Vivienne Leah Pierce

Grifondoro ✧ 12 anni ✧ scheda ✧ Outfit X X




ugWKatBIn un primo momento il loro incantesimo sembrò funzionare, alcuni dei gufi iniziarono a seguire le traiettorie definite dalle loro bacchette, rientrando effettivamente all'interno dell'Ufficio Postale. Un sorriso trionfale nacque spontaneo sulle labbra della Grifondoro per morire solo alcuni secondi dopo. Infatti nuovi problemi comparirono rapidamente. Da una parte, infatti, il proprietario non si dimostrò collaborativo verso le due ragazze, negando alle due ragazze il riparo che Alice aveva chiesto. Contemporaneamente, alcuni barbagianni - sia perché colpiti solo parzialmente dall'incantesimo o perché non felici di averlo subito - si lanciarono in picchiata verso le due ragazzine per attaccarle. Viv si accorse del loro arrivo solo nel momento in cui uno di loro iniziò a graffiarle la spalla, presa com'era dal guardare gli altri. Un urlo soffocato le uscì dalla bocca mentre istintivamente portava in alto le braccia per proteggersi il viso. Anche se non erano molto profondi, i graffi iniziarono a pulsare, ed ebbero l'effetto di scatenare in Viv una grande rabbia. Iniziò a correre, innanzitutto per scappare dalla morsa dei barbagianni impazziti, ma in realtà la sua corsa aveva una meta precisa. In pochi secondi Viv si ritrovò davanti la porta dell'Ufficio Postale, dove l'uomo si era rinchiuso dentro. Iniziò a battere contro la porta con tutta la forza che aveva. « NON PUO' LASCIARCI QUI! » Ai pugni aggiunse anche i calci, nonostante ad ogni movimento le ferite bruciavano sempre un po' di più. « Noi l'abbiamo aiutata! LEI E' UN BUGIARDO! INSENSIBILE! » Solo poche cose facevano arrabbiare Vivienne, una di quelle era l'ingratitudine. Nonostante fosse loro dovere dovere tornare ai Tre Manici di Scopa, non ci avevano pensato due volte ad aiutare l'uomo, lui invece non aveva avuto pietà la minima pietà per due ragazzine nel bel mezzo di una emergenza. Era incredibile come in un corpo piccino come il suo si potesse concentrare tanta forza, Viv non smise un attimo di battere, avrebbe tirato giù la porta a suon di calci se non avesse sentito altre urla, stavolta provenienti da Alice. Si girò giusto in tempo per vedere l'amica iniziare a correre dietro ad uno dei barbagianni... nella direzione opposta a quella dove dovevano andare! Non vide che l'uccello teneva saldamente il fischietto dell'amica e non sentì le sue parole contro il volatile, dunque la corsa di Alice le sembrava completamente insensata. « ALICE! Dove vai! Dobbiamo tornare ai Tre Manici di Scopa! » In ogni caso la Grifondoro non ci pensò un attimo e partì all'inseguimento dell'amica; doveva raggiungerla, fermarla e tornare indietro. Era veloce del previsto e Viv non riusciva ad avvicinarsi, ma non mollò e continuò a correre, non perdendola mai di vista.



Inventario:Bacchetta: Legno di Larice, Lacrima di Veela, 10 pollici e 3/4, Sibilante

Incantesimi conosciuti:Incantesimi innati.
Prima classe: Finite incantatem, Lumos, Lumos Solem, Lumos Maxima, Nox, Wingardium Leviosa
Seconda classe: Evanesco

Stats:Punti Salute ↣ 102/104
Punti Corpo ↣ 50/50
Punti Mana ↣ 50/50
Punti Esperienza ↣ 1.5



 
Top
view post Posted on 6/9/2020, 15:10
Avatar

draco dormiens nunquam titillandus

Group:
Corvonero
Posts:
94

Status:


δ Delta McTavish I anno 11 anni Outfit δ
eeK8U0p
La nonnina era simpatica nella sua tranquillità e misteriosità, soprattutto perché riusciva a mantenere un certo contegno ed una sorta di eleganza che me la facevano piacere molto, nonostante il modo inquietante in cui si era svolto quel nostro primo incontro.
D'altronde, volevo solo sapere di che morte sarei morta, o meglio, a questo punto, di che morte saremo morte.
L'anziana signora continuò a rassicurare la mia piccola mente con il suo atteggiamento e le sue tenere espressioni. Addirittura, azzardò ad oltrepassare la mia zona comfort e raccolse le mie manine fra le sue, raggrinzite, riuscendo ad irradiare un calore che solo Hamish ed il signor McTavish riuscivano a trasmettermi. Il calore di casa.
Sembrava ci fosse in ballo una gara, poiché l'ansia stava, piano piano, consumandomi le viscere ed il cervello, mentre la vecchina cercava di sedare quella, più che lecita, emozione.
«Bambina mia, hai perso i tuoi compagni.»
*Già, i miei compagni!*
«Si.»
Sussurrai, mentre il mio battito e il mio respiro accelerarono lievemente quando ripensai, ancora una volta, al prefetto Grifondoro e a Bibliomagic.
E adesso? Cosa avrei dovuto fare?
Mi voltai in direzione dell'ingresso della prestigiosa libreria, ormai serrato e deserto, come deserta era la via su cui ci trovavamo, per poi riconcentrare la mia attenzione su quell'insolita figura, che finì per porgermi un sacchettino di carta, da cui proveniva quel profumo delizioso di cannella e di... qualcos'altro, che fece aumentare di molto la mia salivazione.
*Oh, ecco di cosa si occupa. Ecco cosa esibisce su quel suo banchetto in legno!*
«La perdita è sempre un nuovo inizio e per te, oggi, sarà il più bello.»
La osservai con una smorfia di incomprensione e, allo stesso tempo, di curiosità, come se quelle parole dovessero avere un significato particolare per me. Le credetti e ci sperai, almeno per qualche secondo.
Aprii il sacchetto, che mi aveva gentilmente dato, e il volto mi si illuminò di gioia, vera gioia: biscotti.
Probabilmente, si trattava, solamente, di una venditrice ambulante matta.
Scossi la testa e allontanai quelle strane speranze, quelle che si erano annidate poco prima nella mia mente alle parole della stramba signora.
«Sono magici, cara. Come tutti i dolci.Tra le tue mani cambiano forma, tutte le forme che vorrai.»
Però ero entusiasta.
Biscotti che cambiavano forma? Scherzava?
Agguantai il primo che avevo sott'occhio ed, improvvisamente, mi ritrovai un triangolo di pasta frolla nella mano, che emanava un leggero profumo di cannella.
*Oh, Delta, geniale!*
Sorrisi dolcemente e diedi un piccolo morso ad uno degli angoli.
«Cosa ne dici di spostarci, nel frattempo? Quella strada lì, cara, ci mettiamo al sicuro finché l'allarme non sarà passato. Sai cosa stia succedendo?»
Diedi un altro piccolo morso al biscotto, questa volta al secondo angolo, e il magone allo stomaco tornò a farsi sentire.
Finii, con delicatezza, quel piccolo dolce e deglutii, schiarendomi la voce, prima di rispondere all'anziana venditrice.
«No, ma sono molto preoccupata. Non amo molto trovarmi in brutti guai, soprattutto quando non sono a mio agio.»
Ed era vero.
Ero una bambina e le mie conoscenze e la mia esperienza non andavano molto più in là di asciugar robe bagnate con la mia bacchetta magica.
Mi sentivo stupida e terrorizzata.
La venditrice, dal canto suo invece, sembrò non essere così tanto a disagio e, anzi, prese uno dei suoi biscotti che si tramutò, ben presto, in una mezzaluna.
Ci avviammo, dunque, verso la stradina, a cui poco prima aveva accennato, insieme a quel suo prezioso banchetto che, adesso, svolazzava in direzione del vicolo, dopo un suo rapido gesto di bacchetta.
*Fatto e detto da Lei, sembra tutto così semplice.*
Poi uno scoppio.
Uno scoppio non così noioso e non così assordante come l'allarme che aveva invaso le vie di Hogsmeade quella giornata, ma che, comunque, attirò la mia attenzione, il mio sguardo.
Scintille rosse nel cielo che promettevano niente di buono e a cui noi - io e l'anziana venditrice - stavamo andando incontro.
«Non credo sia una buona idea»
Sussurrai, incantata da quei puntini rossi nel cielo.

info box ©Aiden Weiss



Inventario
▸Bacchetta: Legno di Noce Nero, piuma di Occamy, nove pollici, rigida.

Conoscenze
Incantesimi innati.

Stats
Punti Salute ↣ 100
Punti Corpo ↣ 50
Punti Mana ↣ 50
Punti Esperienza ↣ 1
 
Top
view post Posted on 6/9/2020, 20:02
Avatar

Primo del suo nome, Re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Lord dei Sette Regni e Protettore del Reame.

Group:
Corvonero
Posts:
10,659

Status:



Jaehaerys Erik Blackfyre «

  » Studente ~ Scheda | Outfit


Attese al posto che si era guadagnato al bancone l'arrivo della sua ordinazione. Con la tipica attenzione che lo contraddistingueva, non si lasciò sfuggire neanche una parola di quelle rivolte a tutti gli studenti: ciò che Madama Rosmerta riferì a tutti si rivelò essere di grande importanza. La scoperta di un passaggio diretto e sicuro verso Hogwarts era la soluzione a tutti i loro problemi, allontanarsi dalla minaccia era qualcosa a cui tutti loro dovevano ambire. Allora perché provò uno strano formicolio allo stomaco? Non era fame, lo sapeva, era la tipica morsa allo stomaco che avvertiva quando era costretto a fare qualcosa che non gli andava troppo a genio. Anche il solo pensare all'eventualità che il Grifone sarebbe potuto diventare un suo "amico" l'aveva mandato su di giri. Non vedeva l'ora di iniziare a leggere il libro appena comprato e scoprire tante cose utili da poter utilizzare per raggiungere il suo scopo. La ricerca di qualcuno che conoscesse il Maridese passò subito in secondo piano per lui; per quanto potesse essere struggente la storia di Mirabella aveva altro a cui pensare. Trovare qualcuno che con il linguaggio potesse riportarla ai momenti con il suo amato tritone non lo eccitava quanto conoscere tutte le informazioni riguardo i Grifoni. Il loro habitat, le loro abitudini, i loro "desideri"...

Lei non parla, se non in Maridese, ma dovrebbe poterci capire... se non riusciamo a trovare qualcuno ora, magari potremmo convincerla che ad Hogwarts c'è qualcuno che lo conosce. Tra studenti o professori qualcuno ci sarà sicuramente e non credo che avranno problemi ad aiutarci. Il problema resta nel riuscire a convincerla a far passare almeno uno di noi attraverso il quadro per raggiungere il castello, ma anche lei avrebbe da guadagnarci-

Disse mentre sorseggiava un po' di orzata dal boccale appena arrivato.
Fu una distrazione fatale.
Mettersi a parlare senza tenere d'occhio il libro non fu la scelta più saggia. Forse avrebbe anche potuto evitare ciò che sarebbe accaduto di lì a poco, dopotutto, i segnali c'erano tutti.
La peluria sulla copertina era un'aggiunta carina, soffice, ma l'aspetto non era il tipico delle cose "carine", inoltre, le fibbie che servivano a chiudere il libro, donandogli un'aria più importante ed elegante... parevano trattenerlo con difficoltà. Lo aprì senza pensarci, mentre parlava e sorseggiava e quando fu prossimo a raggiungere i capitoli riguardanti le creature di pericolosità XXXX... accadde il
finimondo!
Il libro dei mostri si animò e con violenza iniziò a seminare il caos all'interno del pub. Per lo spavento Jaehaerys rischiò di far cadere al suolo il boccale. Il movimento brusco e tremolante con cui poggiò il boccale sul bancone fu una perfetta espressione del suo stato d'animo. Era totalmente nel panico e non era riuscito neanche ad assaggiare una patatina! Lo sconforto gli piombò addosso come un macigno. Osservò impotente il libro dei mostri divorare il giornale che alcuni stavano leggendo; ebbero giusto il tempo di leggere del viaggio che il Grifono aveva compiuto. Si sentiva paralizzato, non sapeva che fare. Fu Siri la prima a fare qualcosa e a riportarlo alla realtà, la prontezza della compagna lo rinvigorì. Non avrebbe lasciato agli altri la risoluzione di un problema che aveva creato con le sue mani.


*Che sto facendo?! Starmene qui con le mani in mano non è da me e non è la risposta! Prima riacciuffo quel libro, prima scopro qualcosa in più sui Grifoni. Chissà che diamine gli è preso, che sia un libro incantato?! Non voglio credere che in mezzo a tutte le copie vendute da Bibliomagic, sia stato IO a prendere quella maledetta!*

Portò la mano destra verso lo zaino, con l'intento di estrarre la bacchetta che vi aveva riposto. Il tocco con Zirael fu caloroso; il ricongiungimento con la compagna segnava il preludio di un'intensa "battaglia". Non era da solo nell'imminente scontro ed il suo sguardo serio decantava le sue intenzioni. Non avrebbe lasciato quel mostriciattolo libero di mangiare tutto ciò che gli capitasse a tiro.
Acuì lo sguardo nella sua direzione, ma non si voltò verso Siri alla ricerca di coordinazione, non avrebbe cercato un attacco combinato, erano troppo inesperti per riuscirci. Avrebbe agito di conseguenza. Siri pronunciò la formula del Wingardium Leviosa, un incanto perfetto in quella situazione e per quello che aveva in mente di fare: sia in caso di fallimento che di buona riuscita, l'incantesimo di Jaehaerys avrebbe potuto colpire.
il Corvonero avrebbe puntato la sua bacchetta in direzione del suo obiettivo, il Libro dei Mostri, avrebbe irrigidito il polso e stretto l'impugnatura della bacchetta con tutte le sue forze. Avrebbe inspirato con decisione, espirando, poi, lentamente. Una respirazione ritmica per favorire la concentrazione. Avrebbe pronunciato la formula con decisione, al pari di un ordine. Un ordine, che nascondeva sfumature amorose, al pari di una ramanzina nei confronti di qualcuno a cui si tiene.


Confundo!

In quel momento la sua mente si sarebbe focalizzata verso l'obiettivo. Voleva fermarlo, era deciso a farlo. ll confundo avrebbe dovuto stordirlo, calmarlo... e non solo. Tanto forte era il suo desiderio di saperne di più, che decise di mettere in pratica anche quello che aveva appreso a scuola. Come un direttore d'orchestra, la bacchetta tesa avrebbe trasmesso l'indicazione. Riusciva a visualizzare la buona riuscita del suo incantesimo, il libro fermo, che fosse in aria o al suolo, aperto alla pagine riportanti le informazioni sui grifoni.

*Ora fa il bravo e fermati. Apriti sul capitolo dei grifoni e fai il bravo, che altrimenti ti riporto in libreria! Se vuoi fare squadra con me devi collaborare!*

In caso di buona riuscita dell'incantesimo, si sarebbe avvicinato per poter leggere il contenuto di quelle pagine.




Narrato ~ «Parlato» ~ *Pensato*

“ Welcome to Hogsmeade ”
© Arklys ~ harrypotter.it


Inventario
▸Zirael; Bacchetta in Legno di Faggio, Piuma di Fenice, 12 pollici e 1/2, Duttile;
▸Zaino:
- Libro: "Antichi stregamenti ed incanti obliati (Orcolevitas/Monstrum)"
- Libro: "Allevare Draghi per lavoro o per hobby" (+1 Mana)
- Libro: Dall'uovo agli inferi: guida pratica per l'allevatore di draghi (+1 Mana)
- Libro: I magnifici sette (+1 Mana)
- Libro: Il libro mostro dei Mostri, per approfondire la conoscenza sulle creature magiche (+2 Mana)

Incantesimi:
Innati: Acclario; Arefacio; Bryus; Caeruleus Tintinnabulum Flammo; Cariòn Versatio; Fumos; Illegibilus; Lapsus; Oppugno; Veronesi
Prima Classe: Flipendo; Rictusempra
Seconda Classe: Expelliarmus; Riddikulus; Confundus


Statistiche
Punti Salute: 104
Punti Corpo: 50
Punti Mana: 55
Punti Esperienza: 1,5
 
Top
view post Posted on 12/9/2020, 10:30
Avatar

Il Fato

Group:
Master
Posts:
9,195

Status:


Vt3s5ZH
Fuga di un Grifone dal famoso Zoo di Londra. [...] La creatura magica è riuscita ad evadere dalla sua gabbia ed ha spiccato il volo portando con sé paura e sensi di colpa da parte di chi non è stato in grado di adempiere al proprio dovere, come ad esempio i domatori che non sono riusciti ad impedirgli la fuga. [...] Noi della Gazzetta invitiamo chiunque lo avvisti ad avvisare immediatamente la redazione o il Ministero e a fare molta attenzione, i Grifoni sono animali molto aggressivi e istintivi ed attaccano l'uomo.

– Dalle pagine della Gazzetta del Profeta,
«Un Grifone alla riscossa»
allerta, cari lettori, e prudenza

«Oh insomma, non erano questi i piani!»
Il commento indispettito di Prewett si pose come pietra miliare per tutta una serie di altri sussurri, singulti, e di tanto in tanto frecciatine e occhiatacce da parte dei clienti vicini. Il trambusto che il libro del Corvonero stava realizzando non poteva passare inosservato, era come assistere ad una fiera che aveva appena stanato la preda più gustosa, una preda che in quel caso era fatta di pagine di giornale e parole d'inchiostro. La copia della Gazzetta del Profeta era infatti andata distrutta, tutto quello che restava altro non era che carta stracciata. C'era da aspettarselo, il tomo Mostro dei Mostri annunciava un ché di singolare fin dal titolo di copertina; forse il commesso non era stato chiaro con Jaehaerys, forse nella fretta di chiusura per l'allarme scattato non si era trattenuto in spiegazioni, o forse semplicemente aveva ritenuto superfluo aggiungere qualcosa al riguardo: l'esperienza faceva da apripista, si diceva, e così il volume manifestava il suo potenziale peggiore. Cominciò a zampettare sul bancone, trascinò via altri bicchieri e raggiunse perfino il Grifondoro Prewett, solleticandogli il polso destro in un graffio fulmineo. Il grido di protesta, tuttavia, fu presto sostituito dall'intervento tempestivo prima della Tassorosso e subito dopo dello stesso Corvonero: il libro scattò in alto, sospinto dalla ripetuta, inaspettata librazione. Lasciò scivolare via un ultimo bicchiere di burrobirra, per fortuna già consumata, e nell'impatto sul pavimento il vetro si spezzò in più frammenti, qualcuno pizzicò le braccia della Serpeverde e Tassorosso poco oltre. La strategia era andata in porto: privo di aggancio, il libro animatosi schioccò i denti aguzzi in un suono finale simile ad un colpo di frusta. Qando si accorse di non poter fare altro, sospeso a mezz'aria com'era, artigli e zanne si ritirarono tra la fitta peluria e le pagine che lo contenevano. Scendendo leggermente, poté così tornare tra le mani del Corvonero ed essere consultato senza più problemi: il risveglio, senza l'adeguata carezza necessaria, l'aveva stancato a sufficienza. Al capitolo dedicato alle bestie più pericolose, dopo un paio di paragrafi appena sfogliati Jaehaerys avrebbe potuto ripristinare la lettura proprio sui Grifoni. Una fotografia in movimento svettava nei suoi colori più vividi, a riprova di quanto una creatura magica del genere potesse essere affascinante. Il trafiletto trattava origine, descrizione fisica e caratteriale del Grifone, seguivano curiosità, leggende e testimonianze sul suo conto: quello non era il momento propizio per una lettura accurata, c'era molto da scoprire, ma anche solo ad un rapido sguardo le prime frasi avrebbero evidenziato la terribile pericolosità di tale specie. Originario della Grecia, metà leone e metà aquila, custodiva in sé il potenziale aggressivo di due creature imprevedibili, e la nota ripetuta più volte in grassetto chiariva qualcosa che avrebbe dovuto mettere ancor più sull'attenti:
"I Grifoni si nutrono di carne cruda [...] Anche il mago più abile difficilmente riuscirà a prevedere l’attacco di questa belva."
Informazioni, quelle, che potevano essere condivise con il resto del gruppo. Nel frattempo, Rosmerta aveva consegnato le ordinazioni necessarie e aveva seguito con nervosismo il siparietto al bancone: la situazione sembrava complicarsi secondo dopo secondo e rinnegò l'istinto di spedire tutti fuori. Il continuo, tuttavia, la lasciò basita: era stata lei a suggerire di parlare con il dipinto di Mirabella Plunkett, ma non aveva mai detto di gridare ai quattro venti, in tutto il locale. Il Sonorus di Lyvie si unì all'anticipazione di altri studenti, la sua voce crebbe di intensità fino a somigliare ad un urlo da stadio. Le proteste sbocciarono in pochissimo tempo, la reazione della maggior parte dei clienti si esaurì come fastidio, enorme fastidio. Nessuno, comunque, sapeva come aiutarla, e un uomo di mezza età alla destra dell'ingresso raccolse quella che difatti era una risposta unanime. «I parlanti di Maridese si contano sulla punta delle dita, ragazzina.» Ed era vero, nessuna lingua magica sembrava essere più articolata, complessa e difficile di quella. Quasi subito i vari clienti tornarono ai loro cliché, alle chiacchiere da caffè e ai commenti sulle ultime novità del mondo magico. Tuttavia, una vocetta stridula, molto stridula, si alzò da un punto apparentemente indistinto nel pub. Dapprima come un fischietto, un suono prolungato, e poi come una voce modulata in sillabe, somigliava ad un canto stridente, acuto, piuttosto grezzo.
Prewett fu tra i primi ad accorgersene, e indicò avanti, mentre lo scoiattolino sgranocchiava di nascosto la glassa su uno dei cupcake.
«Alla fine avete attirato la sua attenzione, il dipinto vi sta... parlando» L'ultimo verbo tradì il senso di una domanda: il suono giungeva infatti proprio da Mirabella Plunkett, aveva la bocca spalancata e la gola scoperta dai capelli ramati si alzava e abbassava come in un respiro difficoltoso. Non era chiaro se stesse tentando di comunicare o meno, quello che pronunciava era un guazzabuglio di melodie, e non era affatto piacevole: se quello era Maridese, di certo non somigliava alla promessa spettacolare della lingua delle Sirene. O forse sfuggiva qualcosa. «Andiamo a vedere?»
Incuriosito, come di natura, il Grifondoro Prewett si alzò in fretta dallo sgabello. Recuperò un ultimo pasticcino e lasciò che il piccolo tenente Wagner - lo scoiattolino - si arrampicasse sulla sua spalla. Sul fondo del locale, sulla parete già adocchiata dagli altri, il dipinto di Mirabella Plunkett cessò di cantare, parlare, o fare quello che stava facendo. Carezzò la pinna del pesce che abbracciava, e aveva le guance rosse rosse, come di imbarazzo. Attendeva tutti loro, c'era da capire in che stato.
Era la stessa direzione che Narcissa avrebbe dovuto intraprendere per consegnare le ultime due porzioni di patatine: il tavolino indicato da Rosmerta era esattamente davanti la parete con un paio di quadri. L'uomo, da vicino, appariva ancor più grande: il cappotto era palesemente invernale, così spesso da rivelare una doppia imbottitura; al locale si stava bene, una serie di Incanti Frigus rendeva le temperature ben più piacevoli, ma non faceva così freddo da giustificare un abbigliamento del genere. Si confermò, tra l'altro, come dormiente: gli occhi chiusi sul volto rubicondo, le labbra piene, una fitta barba arricciatasi fino alle basette, il petto che si abbassava e alzava lentamente. Le mani erano intrecciate sul grembo, al collo dell'uomo pendevano tanti amuleti, collanine e laccetti di caucciù, alcuni concludendosi con piume, perle e gingilli scintillanti. Forse si trattava di un venditore o di un viaggiatore, ai piedi della sedia si intravedeva infatti un borsone altrettanto pieno di lacci, perline e ciondoli vari, come in collezione. Sul tavolino al quale l'uomo sedeva, comunque, c'era una porzione di patatine consumata per metà, e dietro un boccale di birra sembrava nascondersi qualcosa: era come una figura minuta, in movimento, un esserino non più alto di venti centimetri, di una frizzante sfumatura indaco fino al blu più brillante; aveva un paio di lunghe orecchie a punta, screziate di bianco e di rosa, infine occhi grandi, pieni e nerastri, con un corpicino dal quale spuntavano braccia e gambe. Continuava ad affacciarsi dal vetro del bicchiere, le lunghe dita pensili che cercavano di sgraffignare le patatine. A Narcissa la scelta di come comportarsi, se fare o meno qualcosa: di certo era una creatura magica, ma quale restava un'ottima domanda. L'uomo era apparentemente ignaro di tutto, in silenzio, e neanche Mirabella Plunkett alle sue spalle riuscì a strapparlo dal sonno. Poco dietro, infatti, non appena i ragazzi fossero giunti, la donna del ritratto sarebbe apparsa perfino più incantevole da vicino. C'era un certo magnetismo nei suoi grandi, espressivi occhi, e in quella cornice tutto era movimento: il mare, il vento, perfino le branchie e le pinne del pesce. La donna era ora molto più allarmata, aveva sentito il suo nome gridato alla rinfusa. Non capiva tuttavia cosa volessero da lei, ma dietro lo scoglio sul quale sedeva si intravedeva una grotta marina, una vera e propria apertura circondata dall'acqua. Al centro esatto, brillava una scintilla. Qualcuno aveva parlato di un passaggio segreto, poteva essere un indizio di conferma? Parlarle, tuttavia, avrebbe richiesto un certo impegno: restavano pur sempre i gesti, la lingua universale, e un pizzico di fantasia in aggiunta.

Zachary non era un tipo sentimentale. Era gentile, forse era anche troppo generoso, ma era sempre stato più solitario di tanti coetanei: trascorreva di rado il suo tempo libero in Sala Comune, preferendo la tranquillità dei giardini all'esterno del Castello. La quercia in riva al Lago Nero era il suo luogo del cuore, e lì si rintanava con un buon libro e una bottiglia di burrobirra che in qualche modo riusciva sempre a ritrovare. Apprezzava i suoi concasati, sebbene non vantasse un'amicizia così assidua, e sapeva mostrarsi abbastanza sicuro di sé da non passare inosservato. Tuttavia, era impacciato, e nessun altro aggettivo avrebbe potuto rappresentarlo meglio: qualcuno pensava dipendesse dalla sua altezza spropositata, dall'imbarazzo che ne conseguiva, invece non era così. Semplicemente, Zachary taceva le sue emozioni il più delle volte, e stentava a rendersene portavoce. Quando si accorse della reazione di Casey Bell, al suo fianco, il cuore gli si strinse infatti in una morsa sconosciuta, atipica per lui. Immaginò quello che il Prefetto Grifondoro stesse provando, la responsabilità di tutti quei primini era sua e sua soltanto, e con un Grifone libero tra i cieli di Hogsmeade non si poteva affatto tirare un sospiro di sollievo. Zachary seguiva per giunta il corso di Cura delle Creature Magiche, ad Hogwarts, e aveva già potuto leggere qualcosa riguardo la bestia sfuggita: ne era intimorito, più che incuriosito, e in quel paradosso si intravedeva la scelta Testurbante che l'aveva condizionato durante lo Smistamento. Desiderò essere più presente per Casey Bell, dimostrarle di essere lì con lei. Ma sulla bocca soffiò via ogni rassicurazione possibile, e alla fine non rimase che silenzio. Con la mano destra, Zachary sfiorò appena la spalla della ragazza vicina, e temporeggiò così con un sorriso sincero. Non era preoccupato, aveva già visto il suo Prefetto all'opera e si ripromise a sua volta di prestare soccorso al meglio delle sue potenzialità. Insieme avanzarono per diversi metri, di lato si snocciolarono altri negozietti e appartamenti dalle serrande e porte ben chiuse; l'Ufficio Postale scattò improvvisamente, a sua volta, e quel leggero sbattere di ali - un ronzio sempre più indistinto - si disperse velocemente. Non videro altro che il prosieguo della High Street, altrettanto spoglia dei soliti passanti del giorno. Se c'era stato qualcosa, o qualcuno, ormai non c'era più, e quel suono leggero poté essere interpretato come gli ultimi postini - gufi, civette, barbagianni - di nuovo in gabbie e trespoli tra le stanzette della Posta. Non c'era nessuno, ma il cielo zampillava ancora di rosso sgargiante, man mano sbiadendosi sull'azzurro terso del mattino. Casey Bell aveva ragione, quello era un segnale di pericolo, il più comune nel mondo magico. Il suo commento trovò conferma in Zachary, e il Grifondoro le strinse così il braccio destro per indicarle una direzione di lato, una delle vie trasversali.
«Conosco una scorciatoia, da questa parte.»
Non c'era altro di fronte, non c'era nulla che chiarisse un intervento altrettanto tempestivo, ma la direzione verso Mielandia continuava a stagliarsi nitida. Zachary già camminava a passo svelto, inoltrandosi nella stradina acciottolata - Casey l'avrebbe seguito? Era facile capire il nuovo percorso del Grifondoro più grande: forse per esperienza anche il Prefetto aveva già esplorato quei dintorni, ma in linea d'aria era evidente che altro non stessero facendo che tagliare il sentiero per la pasticceria. Il Villaggio restava infatti un agglomerato di vicoli, stradine e cartelli, un labirinto tanto caratteristico quanto utile, soprattutto in quella circostanza. Alla scelta o meno di seguirlo, Zachary si sarebbe già trovato a pochi metri più avanti. Ai lati si incastonavano casette dai tetti a spiovente, le finestre chiuse, i balconi fioriti. In lontananza, proprio alla fine del percorso e prima che svoltasse in una curva sulla destra, qualcosa attirò l'attenzione. Si muoveva su di sé come una spirale, sinuosa e voluttuosa come una danzatrice del ventre. Dal basso si spostava ad un passo e l'altro, vicinissimi, fino a spingersi verso l'alto per uno, due, ben tre metri. Era al centro della stradina, inconfondibile, e oscillava così da destra verso sinistra, in un ordine ben cadenzato. «La vedi anche tu?»
Zachary si era fermato, gli occhi socchiusi per mettere a fuoco. Se si fossero avvicinati, sarebbe stato ancor più semplice distinguere il nuovo incontro: somigliava proprio ad una spirale, per giunta era coloratissima - dall'arancio al giallo, dal blu all'azzurro, dal violetto al vermiglio, e dal verde al rosa confetto. Non aveva fattezze umane, anzi era un groviglio di fili, nodi, tessuti in generale: nei movimenti ipnotici, come sospinto da un vento intangibile, si rivelò come un tappeto, forse una sciarpa variopinta. Era proprio alla fine del vicolo, e lì danzava. Di lato, il cartello "Mielandia, 100 m" svettava a chiare lettere. In alto, gli ultimi baluardi del Periculum.

Mai sfidare un barbagianni arrabbiato, quella era una delle regole chiave che gli studenti di tutta Hogwarts avevano appreso nel corso degli anni, fin dal primo contatto con i postini dei cieli. Animali tanto sorprendenti quanto orgogliosi, i rapaci del mondo magico appartenevano all'immaginario collettivo da sempre, e la spiccata intelligenza che custodivano poneva tutti loro in cima alla classifica delle creature più scelte, gettonate e desiderate da maghi e streghe. Chiunque, prima o poi, avrebbe incontrato un gufo - dalle consegne dei giornali alle lettere dei familiari, dalle comunicazioni ufficiali alle missive di amici di vecchia data, era un iter così comune. I postini sapevano di essere speciali e si crogiolavano in quella consapevolezza con le più svariate, stravaganti pretese. Quante volte capitava che un rapace richiedesse una scorta di biscottini come premio per il suo lavoro? Quante volte era già accaduto alla coppia di Grifondoro in corsa? Avevano colpito alcuni volatili, per giunta insieme, e il senso di velata vendetta si annidava fin negli artigli di quelle bestioline. Con l'ultimo scatto di serratura alle porte dell'Ufficio Postale, il venditore invece aveva accuratamente ignorato ogni protesta nascente. Non aveva apprezzato il comportamento delle due ragazzine, non aveva ricevuto l'aiuto promesso, e egoisticamente non si preoccupò di loro come invece avrebbe dovuto. Sparì alla vista con l'indifferenza peggiore, l'ultima finestra circolare presto si coprì di una tendina color caramello. L'inseguimento prendeva inizio: uno dei barbagianni aveva rubato il fischietto di Alice Wagner, e a quel punto fu chiaro per entrambe le studentesse. Si prospettava una decisione ambivalente: ignorare l'accaduto e tornare indietro ai Tre Manici di Scopa oppure rincorrere il furfante piumato e cercare di recuperare quanto di proprietà. Restava un'avventura: una piccola, curiosa avventura, pur sempre tale. Con il primo balzo in avanti, da Alice a Vivienne, non ci si poteva aspettare di meglio da due Grifondoro come loro. Si allontanarono rapidamente, le loro parole si consumarono al suono del vento, del volo dei rapaci sfuggenti e dello scoppio di scintille scarlatte in cielo. Andarono via proprio quando un'altra coppia di loro concasati, Casey e Zachary, si affacciò sul viale principale: un tempismo perfetto, oppure no. La strada era piuttosto libera, favorì in quel modo la corsa senza ostacoli e scongiurò l'eventualità che l'una perdesse l'altra. Poco più avanti, superata BiblioMagic, il barbagianni si accorse di essere pedinato e in un verso stridulo virò di lato, sulla sinistra. Gli altri postini, invece, parvero non voler esservi più partecipi e scapparono via, perdendosi presto tra vicoli e tetti a spiovente. Era evidente che il barbagianni di interesse delle Grifondoro fosse quello restante, si intravedeva il lungo filo del fischietto che aveva strappato via in precedenza. Di lato, imboccò a mezz'aria una stradina secondaria fitta di casette a schiera, tutte a stringersi in una filiera piuttosto artistica. Nei dintorni si sentiva il dolce profumo di miele, a riprova della vicinanza di Mielandia, e di tanto in tanto il ritmo di un martello che batteva il ferro. Non era un luogo trafficato, era tuttavia bene illuminato e rivelava l'incanto del Sobborgo. Il barbagianni, nel frattempo, riprese il suo stridio peggiore, e quando si vide troppo in difficoltà - non aveva dimenticato l'Oppugno di poco prima, e non voleva replicare -, si stagliò più in alto e con un ultimo gridolino, quasi di scherno, abbandonò il fischietto prima di darsi alla fuga. Sparì alla vista, nessun incantesimo avrebbe potuto più colpirlo. Il fischietto per scoiattoli, invece, rimase incastrato sul balcone pieno di fiori di una casa. Era abbastanza sopraelevato per poter essere scalato, circa una decina di metri da terra, e non c'era nessuno affacciato a cui poter chiedere. Si poteva bussare, il portone chiuso aveva una campanella sospesa per magia, oppure l'inventiva avrebbe permesso alle Grifondoro di risolvere da sé. Il filo, infatti, era semplicemente intrappolato tra arbusti e fiori sul balcone: in particolare, su una pianta grossa che scivolava da un vaso di ceramica lungo la ringhiera. Anche a metri di altezza era ben visibile, richiamava la descrizione di un vero e proprio cactus. Era infatti abbastanza larga, piuttosto tonda e dal fusto a colonna, mostrava bozzoli rotondetti gli uni sugli altri, con due differenze sostanziali: era di un verde tendente più al grigio, un po' spento tra l'altro, e curiosamente al posto delle spine era punteggiata da quelle che davano l'impressione di essere bolle. Per un attimo parvero pulsare, ma l'idea che fosse soltanto un riflesso della luce si dissipò presto: il fischietto scivolò lentamente, avvinghiandosi con il filo ad un bozzolo della pianta. Diede così prova di come l'arbusto si stesse muovendo, in un sottile, delicato respiro. D'improvviso, una delle bolle più sporgenti dal balcone scoppiò con un singulto che raggiunse tanto Alice quanto Vivienne. Il fischietto brillò ad un raggio di sole, mentre un rivolo verdastro cominciò a sgocciolare dall'alto, proprio dalla pianta. Quando toccò il suolo, a pochi passi dalle due Grifondoro, si presentò come un liquido viscoso, di un verde più scuro, e dall'odore abbastanza sgradevole. Pizzicò le narici delle ragazzine, arrivò inoltre a bruciare i sampietrini dell'acciottolato: un soffio leggerissimo di fumo e polvere si alzò subito dopo. La pianta, comunque, sembrava muoversi anche di più, e ben presto le bolle cominciarono a scoppiare una dopo l'altra: più liquido scendeva repentinamente, pronto a mutare in una cascata d'eccezione. Bruciante e puzzolente, l'avevano riconosciuta?

Il carretto si spostava da sé, animato dalla magia della dolce vecchina. Nel suo incedere, le ruote non sfioravano quasi mai terra e ticchettavano invece di un suono stridulo, come se stessero effettivamente girando. Come solitaria presenza, era avvolto da un turbinio di profumi speziati, e più procedeva, più sembrava che il sentore zuccherino si accentuasse. Era una vera e propria estasi per i sensi, e se solo vi fossero stati passanti nei dintorni - studenti, adulti, grandi e piccini -, di certo tutti quei sacchetti di biscotti, pasticcini e frollini sarebbero stati venduti in fretta, fino a consumare ogni altra scorta. L'allarme lungo il Villaggio di Hogsmeade aveva tuttavia posto un punto fermo per la strega e i suoi affari, e senza l'incontro con Delta McTavish, con tutta probabilità sarebbe già andata via da un pezzo. Non abitava troppo lontano, tra l'altro, e per lei non sarebbe stato difficile ritirarsi in definitiva. Ma era buona di cuore, e si sapeva, quello poteva essere tanto un pregio quanto spesso uno spiacevole difetto. Con un sorriso ancor più gentile, si rivolse di nuovo alla Corvonero, voltandosi appena a pochi passi più avanti dell'altra. Indicò in alto con la punta della bacchetta magica che aveva recuperato, in cielo si intravedevano meno nitidamente le scintille rosse che erano scoppiate pochi attimi prima. Anche per Delta erano state evidenti, e le parole della venditrice ne diedero conferma. «Oh cara, quello è l'Incanto Periculum, è il sistema più rapido per segnalare di essere in pericolo. Temo non ci sia altra scelta, dobbiamo recarci lì.» Non voleva insistere, non era proprio da lei, ma la strega seguiva da sempre un'etica molto più accurata: se anche fosse rimasta da sola, l'avrebbe capito. Sapeva anche che la Corvonero fosse una studentessa abbastanza spaesata, la situazione improvvisa aveva condizionato tutti loro. Così sorrise, di nuovo. «Saremo al sicuro insieme, cara, e subito dopo ti accompagnerò io stessa ad Hogwarts.» Poteva andare, a quel punto? Cosa c'era da perdere? BiblioMagic era chiusa, l'appuntamento con gli altri era saltato, e tra tutti, Delta McTavish purtroppo era forse l'unica a non sapere dove fossero gli studenti e il Prefetto Grifondoro. La donna poco più avanti non poté trattenersi oltre, e riprese così il cammino a passo svelto, lungo la stradina. Sperò che la Corvonero la seguisse, il carretto invece avrebbe saputo trovarla a suo modo. Ora che era di spalle, la vecchina non si accorse del cambiamento in corso in Delta McTavish. Dapprima la vista si bagnò di candore, come se ad un tratto avesse visto tutto in bianco - appena un attimo, tanto passeggero da risultare uno scherzo del momento. Poi, tuttavia, le mani si tinsero dello stesso bianco lucente, e furono le prime che risaltarono all'attenzione della ragazzina. Seguirono le braccia e infine il volto, se solo si fosse vista nel riflesso di una vetrinetta dei negozi vicini, avrebbe compreso di essere esattamente diventata pallida, opaca, quasi luminosa, e nel senso più letterale. Mentre la vecchina procedeva veloce, Delta poté avanzare o meno di un passo, e nello stesso istante avrebbe scoperto di non poter più camminare. Era come se ad un tratto si sentisse più leggera, molto più leggera, come in assenza di un'insistente gravità. Si sospese per pochi centimetri, e poi ritornò a terra, e subito dopo si sospese ancora. Stava forse volando? Le briciole restanti del biscotto mangiucchiato si colorarono stranamente di bianco.

Che la sua prossima meta sia proprio il villaggio?
Poche ore fa, alla Gazzetta siamo stati nuovamente avvisati di altri spostamenti: il primo a Durness, una cittadina che si affaccia sulle coste scozzesi, e questa volta ha divorato alcune capre di un allevamento [...] Un ultimo avvistamento è stato a qualche km di distanza da Hogsmeade, sulle montagne, nella periferia estrema. [...] A nome di tutti i genitori di Studenti di Hogwarts, si invita inoltre il Preside a sospendere momentaneamente le gite fuori porta al Villaggio di Hogsmeade.

– Dalle pagine della Gazzetta del Profeta,
«Grifone di Londra in fuga»


Come sempre, è tutta una questione di incastro e di tempismo.
Resto a disposizione per dubbi/domande.

Prossima scadenza: 19 Settembre, 23.59


Mappa&Statistiche

Bpi7Rfw
(immagine ingrandita click)

Tre Manici di Scopa
Narcissa E. Miller
Punti Salute: 101/101
Punti Corpo: 50/50
Punti Mana: 50/50
Siri Jensen
Punti Salute: 103/103
Punti Corpo: 50/50
Punti Mana: 50/50
Lyvie Synfenir
Punti Salute: 102/104
Punti Corpo: 51/51
Punti Mana: 51/51
Jaehaerys E. Blackfyre
Punti Salute: 102/104
Punti Corpo: 50/50
Punti Mana: 55/55
Steve Prewett (png)
Punti Salute: 98/100
Punti Corpo: 50/50
Punti Mana: 50/50



Tra Ufficio Postale e Mielandia
Casey Bell
Punti Salute: 183/183
Punti Corpo: 160/160
Punti Mana: 212/212
Zachary Ellis (png)
Punti Salute: 190/190
Punti Corpo: 180/180
Punti Mana: 200/200
Vivienne Leah Pierce
Punti Salute: 102/104
Punti Corpo: 50/50
Punti Mana: 50/50
Alice Wagner
Punti Salute: 97/100
Punti Corpo: 50/50
Punti Mana: 50/50



Tra Zonko e BiblioMagic
Delta McTavish
Punti Salute: 100/100
Punti Corpo: 50/50
Punti Mana: 50/50
Venditrice (png)
Punti Salute: //
Punti Corpo: //
Punti Mana: //


Stratchy&Sons
Thomas Edison (png)
Punti Salute: 100/100
Punti Corpo: 50/50
Punti Mana: 50/50
Otis Edison (png)
Punti Salute: 100/100
Punti Corpo: 50/50
Punti Mana: 50/50
 
Web  Top
Narcissa E. Miller
view post Posted on 13/9/2020, 12:05





Narcissa Elodie Miller
Serpeverde | Studentessa, I anno | 11 anni | Outfit | ♪XwFHG5M
La situazione era degenerata nel giro di pochi attimi: da un lato c'era un Jaehaerys con il libro Mostro dei Mostri più esagitato che mai, dall'altro c'era Lyvie che, grazie all'amplificazione vocale provocata dall'incanto Sonorus, aveva sì attirato l'attenzione di tutti i presenti, ma aveva anche accresciuto l'irrequietezza e l'irritazione di gran parte degli adulti, tanto che uno di loro non tardò a farle notare che il Maridese non era una lingua poi così conosciuta nel mondo magico, così come loro, invece, avevano creduto. Narcissa si rese conto che avevano fatto un buco nell'acqua e l'agitarsi della figura di Mirabella Plunkett poco distante confermò i suoi flebili sospetti. Chissà se qualcuno sarebbe riuscito, di lì a breve, a far ragionare la figura ritratta in quel quadro. Narcissa lo sperava vivamente, mai come in quel momento aveva desiderato di varcare la porta del dormitorio e sprofondare sotto le coperte verdi-argento del suo letto a baldacchino.
Il trambusto nel locale era arrivato a livelli tanto elevati che a Narcissa cominciava persino a dar fastidio: quell'eco, quel vociare senza senso le dava ai nervi. Non era abituata al locale così pieno e tutto quel rimbombare di voci nelle orecchie la stava mettendo a dura prova, tanto che dovette lanciare un'occhiata in direzione di Rosmerta per ritrovare la coscienza di proseguire col suo ruolo da garzona.
La piccola Narcissa s'era avvicinata al tavolo per consegnare le patatine, quando s'accorse dell'eccentricità di quell'uomo, che dormiva palesemente con la testa sul tavolo. Quel soggetto così sinistro aveva indosso una giacca decisamente troppo pesante rispetto alla temperatura del locale, accresciuta anche dall'affollamento generale e dal continuo e imperterrito respirare. Tra l'altro, Rosmerta s'era premurata di sigillare le finestre, per tenere ulteriormente al sicuro i suoi clienti, nonostante di tanto in tanto le si potesse leggere in faccia quanto stesse combattendo con sé stessa per evitare di scacciare tutti e ritirarsi in salvo. Fortunatamente aveva un'etica personale, oltre che professionale, constatò con sollievo la piccola Narcissa. Sotto a quel giaccone così spesso e imbottito, l'uomo nascondeva delle collane con ciondoli brillanti e attraenti, oltre ad alcune collane e legacci. L'aspetto complessivamente così assurdo e fuori dagli schemi di quel soggetto fece sospettare a Narcissa di aver davanti qualcuno che andava tenuto sott'occhio. A concludere quell'inverosimile quadretto, una creatura dalle tonalità blu e violacee si aggirava nascondendosi dietro il boccale di burrobirra dell'uomo, sgraffignando di tanto in tanto qualche patatina.

"Ah, e così sono per te, eh?" commentò Narcissa pensierosa, senza riuscire a distogliere lo sguardo da quella piccola creatura magica.
Non aveva conoscenze in materia: in fondo, il corso di cura delle creature magiche l'avrebbe cominciato soltanto tra un paio d'anni. Ma che creatura poteva essere? Visti i colori e le zampette, Narcissa pensò di trovarsi davanti a un piccolo e dispettoso Doxy. Le pareva che la figura di quella creatura ricordasse quella raffigurata sul libro di pozioni, quando il professor White aveva spiegato loro la pozione Doxycida. Se così fosse stato, quella creatura non era propriamente amichevole o simpatica come avrebbe sperato, invece, Narcissa.
L'uomo andava avanti a sonnecchiare sul tavolo, incurante di quel che gli stava accadendo attorno. Sembrava quasi che ciò che stesse accadendo non lo tangesse minimamente. Narcissa restò a fissarlo per qualche attimo, le patatine ancora strette tra le mani e la creatura magica ad osservarla con aria famelica. Forse quell'uomo aveva qualcosa a che fare con quel Grifone evaso? Losco sembrava losco, oltre che decisamente fuori posto. Chi, sano di mente, avrebbe indossato a giugno un cappotto imbottito degno di uno dei più freddi mesi di gennaio?
Eppure di svegliarlo Narcissa non ne aveva la benché minima intenzione. Se fosse stato un mago oscuro? Non avrebbe avuto sicuramente le competenze necessarie per potersi difendere nel caso in cui quel tizio avesse provato a sferrare un attacco magico. E sicuramente, visto che sembrava aver la fortuna di sopravvivere a un Grifone, di certo non avrebbe voluto finire i suoi giorni a causa di un potenziale incantesimo oscuro.
Narcissa restò impalata a riflettere qualche secondo, prima che le zampette della creatura magica battessero sul vetro del boccale, richiamando così la sua attenzione.

*Ma certo, sarai tu a svegliarlo!* pensò Narcissa concitata.
Finalmente aveva avuto un'idea geniale. Sì, ma come metterla in pratica? La creatura sembrava particolarmente attratta dalle patatine fritte e l'uomo fin troppo addormentato per studiare le sue mosse.

"Allora, facciamo un patto, creaturina"
Narcissa esibì le patatine alla creatura, per stuzzicarne l'appetito e catturarne l'attenzione. Se tutto fosse andato secondo i suoi piani, la creatura si sarebbe agitata sul tavolo creando scompiglio e rovesciando il boccale di burrobirra, che sarebbe finito direttamente sul viso dell'uomo. E chi non si sarebbe svegliato se si fosse ritrovato la faccia completamente immersa nella Burrobirra?
"Se le vuoi, prendile" sussurrò alla creatura con tono di sfida.
Nel frattempo, Narcissa, con la coda dell'occhio, controllò se dalla porta il prefetto Bell fosse in procinto di tornare, assieme al compagno Zachary. Ma di loro ancora non v'era traccia, così come degli studenti dichiarati dispersi. Fortunatamente, invece, le ferite di Lyvie non sembravano così gravi da richiedere cure immediate, questo la confortò un minimo.
Scrollò appena la testa per scacciarsi dalla mente quella distrazione, prima di tornare a concentrarsi sulle patatine che teneva in mano e sulla creatura. Chissà se poi l'uomo, una volta destatosi, avrebbe deciso di parlare con lei. Di solito le persone appena sveglie non erano mai degli ottimi interlocutori, però, vista la sua eccentricità nell'abbigliamento, non ci sarebbe stato da stupirsi se si fosse comportato al rovescio rispetto a come avrebbe fatto una persona comune.


PS: 102 | PC: 50 | PM: 50| PE: 1
Giuls || © harrypotter.it

 
Top
view post Posted on 15/9/2020, 15:56
Avatar

Group:
Tassorosso
Posts:
3,980

Status:



Siri Jensen
Tassorosso | Studentessa | 11 anni | Concentrata | Outfit | ♪XwFHG5M "È sicura la mia sfortuna, come è sicuro che 2+2=4"
La situazione per ora sembrava essere controllata, seppur a fatica. Siri, insieme a Jaehaerys, aveva fermato la temperanza e la caparbietà di quel libro strano e pericoloso. Tale gesto, portò la ragazza a ferirsi con delle schegge di vetro, nulla di grave per fortuna, ferite di poco conto, simili ai tagli lievi che ci si procura in cucina. Dopo aver ricevuto il confundo, il libro tornò nuovamente "normale" se poteva essere definito così il suo stato..emotivo. La giovane studentessa non perse tempo a guardarsi intorno, a conoscenza del fatto che lei e il suo amico avevano provocato già un bel trambusto. Ripose immediatamente la bacchetta e prima di potersi congratulare con Jaehaerys, la voce squillante e alta di Lyvie, eruppe all'interno di tutto il locale. Come detto in precedenza, il gruppo aveva bisogno di cercare un qualche individuo in grado di parlare Maridese, ma in merito a questa lingua la conoscenza della ragazza non era poi tanto elevata e neanche quella dei suoi compagni, essendo tutti dei primini. Dopo quell'alzata di voce, la serpeverde ricevette in risposta una frase di uno dei tanti clienti, sempre in merito alla lingua del mare, dove per l'appunto era raro trovarne qualcuno. Durante quella loro conversazione, Siri poté guardarsi meglio per intravedere se ci fossero ferite gravi e subito dopo rialzò il capo per guardarsi intorno.
«Sei stato bravo Jaehaerys, ben fatto!» dopo essersi complimentata con lui, cercò di leggere qualcosa su quel libro dei mostri, se avesse potuto. In seguito si sarebbe diretto al quadro che la interessava, visto che a quanto sembrava, c'era stato uno strano movimento e suono provenire dallo stesso. Con lei ci sarebbe stata la stessa Lyvie probabilmente, Jaehaerys e probabilmente anche Narcissa, ma in seguito, se avesse dovuto aiutare la dirigente del locale. La donna nel quadro stava comunicando, cantando era meglio. Le note risultavano poco melodiose, ma Siri non era in grado di dire se quello fosse Maridese o meno, ma di certo stava in unq ualche modo comunicando con l'esterno. Seguendo Prewett, il grifondoro, Siri si sarebbe diretta dunque a quel quadro, cercando una via per tornare alla scuola di magia. Tutto era in movimento, mare, vento, alberi, persino gli animali all'interno del quadro, come quel pesce che Mirabella stringeva tra le braccia, come un figlio. Curiosa era luce che proveniva dalla grotta alle spalle della donna, sembrava ci fosse qualcosa di strano al suo interno, che fosse quel passaggio segreto tanto agognato? Parlava solo Maridese, ma seguendo il ragionamento di Jaehaerys, ciò non escludeva il fattore parlare e anche usare i segni e ogni altra cosa possibile per raggiungere la salvezza. «Signora Mirabella Plunkett avremo bisogno del suo aiuto per poter tornare ad Hogwarts! Guardi le divise dei miei compagni, alcuni di loro indossano abiti di Hogwarts e anche lo stemma della scuola stessi.» sapeva che la stessa donna nel quadro non fosse cieca e che se ne fosse già resa conta, ma meglio sottolineare l'evidenza. Cos'altro poteva fare? Magari metterla al corrente di quello che stava accadendo all'interno del villaggio. «Nel villaggio c'è un Grifone, creatura pericolosa e ostile. Dobbiamo tornare ad Hogwarts o chiamare dei soccorsi, degli aiuti! cercò di spiegarsi Siri, in caso di problemi, non ci mise molto ad indicare nuovamente lo stemma della scuola per rafforzare la presa su quelle parole che cercava di rimarcare come meglio poteva.




PS: 103 | PC: 50 | PM: 50| PE: 1.5
Giuls || © harrypotter.it



× Inventario ×
- Raccolta di fiabe "Alberi sempreverdi nel paese di Dunwich"
- Fernweh: Legno di Vite, Piuma di Occamy, 11 pollici, Flessibile

~ Incantesimi Conosciuti ~
- Incantesimi innati
- Prima classe: Wingardium Leviosa, Finite Incantatem, Lumos (e variazioni), Nox, Sonorus, Quietus, Gratta e Netta, Epoxy, Tergeo, Periculum, Cornus
- Seconda classe: Silencio, Muffliato, Diffindo
- Terza classe: Reparo
 
Top
view post Posted on 17/9/2020, 13:24
Avatar

𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

Group:
Prefetto Serpeverde
Posts:
363

Status:





11 anni • studentessa • I anno • Serpeverde • Scheda


A stento notò il graffio sul braccio che quel boccale vuoto di Burrobirra in frantumi a terra le causò, tanto era decisa ad attirare l'attenzione di tutti. E, forse, quella non era stata una buona idea. Il "Sonorus" di Lyvie non fu poi così apprezzato, ma la cosa non bastò a metterla in imbarazzo. Era una situazione di emergenza, sicuramente non le interessavano i commenti e la sensazione di fastidio che provocò nella folla. Era un metodo come un altro per avere occhi e orecchie su di sé, sapeva che avrebbe perso solamente tempo nel chiedere ad ogni singola persona tra i presenti se fosse capace di parlare Maridese.
Non ebbe dunque l'esito sperato quella prova che si accinse a fare, e così la giovane Serpeverde sospirò stizzita soprattutto perché, subito dopo la risposta del signore - che sembrava fosse condivisa da tutti -, la folla riprese a parlare come se niente fosse successo. Di conseguenza Lyvie scese dallo sgabello in un'espressione abbastanza irritata, guardando male chiunque. Che il nervosismo si fosse mutato in irritazione, ora era piuttosto ovvio.

« Che gente, menomale che siamo solo ragazzini e che alcuni di noi potrebbero essere in pericolo. »

Mormorò più tra sé e sé che altro, notando nel frattempo che tra Siri e Jaehaerys la situazione col libro si era risolta: aveva causato non poco casino, ma forzatamente aveva deciso di calmarsi infine.
Solo allora notò il graffio, che aveva preso a sanguinare sebbene non copiosamente. Ci fece caso solo vagamente, poiché l'attenzione di Lyvie fu inaspettatamente catturata da una vocetta stridula, che le diede un enorme fastidio ai timpani. Prewett parlò e così l'adepta di Salazar spostò lo sguardo al dipinto e, sì, quel che vide le fece spalancare le palpebre: Mirabella Plunkett aveva la bocca spalancata, come se facesse fatica a respirare. Sì, avevano attirato la sua attenzione, ma non conosceva ancora il perché di tale reazione. Che si fosse sentita nominata e, per tal motivo, si era agitata?
Seguì a ruota i compagni che si avviavano verso il dipinto, e stavolta fu Siri a parlare. Nel frattempo Lyvie poté notare nel dipinto stesso una grotta marina, un'apertura: che fosse quello il passaggio per giungere ad Hogwarts?
Siri aveva fatto bene a mostrarle lo stemma della scuola, ma sarebbe bastato? Se solo avesse avuto una copia della Gazzetta del Profeta intatta tra le mani, le avrebbe sicuramente fatto vedere il Grifone in prima pagina, assieme alla scritta "Hogsmeade". L'avrebbe capito? Lyvie non poteva esserne sicura.


« Credete che capirebbe il pericolo del Grifone, se le mostrassimo la prima pagina della Gazzetta del Profeta? Lì si vede chiaramente. » chiese agli altri, un po' incerta sul da farsi.
Spostando lo sguardo a Narcissa, poté notare una creaturina sul tavolo dell'uomo incappucciato, che sembrava addormentato, non accorgersi di niente. Non aveva mai visto una creatura del genere, ma di certo ne rimase affascinata.


« Narcissa... Che stai facendo? E... Cos'è? » domandò alla fine, in un'espressione stupita ma curiosa al tempo stesso. Le sembrò strano che, in una situazione di emergenza come quella, la concasata si stesse approcciando alla creaturina. Che avesse qualcosa in mente?


PS: 102/104 • PM: 51 • PC: 51 • EXP: 2




 
Top
view post Posted on 18/9/2020, 08:40
Avatar

We are all immortal until proven otherwise

Group:
Caposcuola
Posts:
4,837

Status:



CASEY BELL
• PS:183/183 •
• PC:160/160 •
• PM:212/212 •
HOGSMEADE • PREFETTO GRIFONDORO
Il silenzio di Zachary era stato un colpo infertole dritto dritto nello stomaco. Si dice che chi tace acconsente, e mai un detto parve più vero alla signorina Bell. Era colpa sua, fine della storia. Lo credevano anche gli altri, anche Zachary, e non si trattava di una pura macchinazione del suo cervello sempre pronto alla tragedia. La mano sospesa sopra la sua spalla venne avvertita come un gesto di pura pietà, al che Casey si ritrasse di qualche centimetro, stringendosi fra sé e sé e dando fondo a un'amarezza piatta.
La corsa sfrenata verso l'origine del Periculum li portò fra vicoli strettissimi, facendo lo slalom fra cartelli, tavolini, sedie e casse lasciate alla rinfusa al di fuori dei negozi dopo l'Incanto Gnaulante. Le persone si erano rintanate negli interni sbuffando, come se si trattasse di un abituale fastidio che ripercorreva le loro giornate. Casey non riusciva a capacitarsene e coglieva quell'indifferenza come un modo di fare pericolosamente superficiale. Persino Madama Rosmerta si era più preoccupata di servire i suoi clienti piuttosto che della situazione in sé. Evidentemente il grande inferno che gli abitanti di Hogsmeade avevano passato un anno addietro li aveva addestrati al peggio.
Voltati a destra e poi a sinistra, girato l'angolo e attraversata già metà della strada da farsi - le scintille rosse erano ancora in contrasto con l'azzurro del cielo, per quanto stessero già cominciando a dissiparsi - si ritrovarono in una stradina leggermente più larga, l'interstizio fra due sezioni del borghetto, una più periferica e una più centrale. Da una parte l'area erbosa bruciacchiata dal sole che li separava dalla Stamberga Strillante, dall'altra una zona ben curata che sapeva tanto di tricot e di odore di dolciumi, che per l'appunto portava verso Mielandia. Se Zachary non l'avesse fermata probabilmente Casey sarebbe andata a sbattere contro l'eccentrico artista che batteva quella strada, impegnata a guardarsi attorno e a scandagliare ogni finestra che le scorreva accanto sperando di vederci dentro Alice o Delta o chiunque altro.
Ferma sul selciato della stradina e intontita dalle forti emozioni, rimase a guardare la danza spiralica boccheggiando per la corsa, senza comprendere cosa fosse. Si librava in aria in un'accozzaglia di colori e movimenti, totalmente inintellegibile e fuori dagli schemi. Aveva tutta l'aria di essere composta di tessuti, come un grande tappeto casalingo o una sciarpa fatta a maglia, ma non di essere in grado di castare un Periculum. A parte questo, era troppo distante dalla sorgente delle scintille rosse. Poteva trattarsi di un lenzuolo lasciato in balia di un incantesimo, magari sfuggito a un esercizio o a un tavolo che doveva essere apparecchiato proprio mentre il suo incantatore veniva costretto a rinchiudersi in casa. Il leggero dubbio che si trattasse di un tappeto volante scivolò via in un istante, poiché sapeva benissimo dal suo primo anno che erano stati vietati dalla legge. Se qualcuno ad Hogsmeade ne possedeva uno di sicuro non l'avrebbe lasciato così in mezzo alla strada a fluttuare per conto suo.
La tentazione di superare lo strano oggetto non identificato era forte, considerata l'impellenza della situazione. Non rispecchiava le loro necessità al momento, anche se l'intuito della Bell le suggeriva di indagare. Sarebbe bastato un solo incantesimo, forse, e allora avrebbero potuto appurare che si trattava solo di tappezzeria vittima di una fattura incompleta e proseguire. Se non fosse stato così e non aveva nulla a che vedere con un grifone e i primini da trovare... sarebbe stato solo una perdita di preziosissimo tempo.
«Zach, riesci a immobilizzarlo mentre io tento qualcosa?» Si sarebbe rivolta all'altro. Fidandosi della di lui prontezza, avrebbe puntato la bacchetta contro l'oggetto e avrebbe formulato: «Finite Incantatem!» La sua mente avrebbe dato spazio a una sensazione di vuoto, rendendole la mano, il braccio e il corpo un recipiente da colmare. Non aveva idea di cosa avesse davanti e di che portata magica fosse, e più che semplicemente spegnere immaginare di poter tirare via quella magia come un parassita dal corpo ospite avrebbe potuto aiutarla nel suo intento, anche solo per qualche attimo, il tempo di comprendere di cosa si trattasse.

INVENTARIO

• Bacchetta
• Anello dei Gemelli (Camillo)
• Zaino con libri acquistati da Bibliomagik e il Cavillo
• Sacchetto di caramelle con Caramella d'Illusione
• Lista dei nomi dei partecipanti alla gita
CONOSCENZE

• I classe
• II classe
III classe + Protego, Iracundia, Algor Flamma, Extinguo, Àceclo, Guidami
V classe + Stupeficium
 
Top
view post Posted on 19/9/2020, 17:30
Avatar

draco dormiens nunquam titillandus

Group:
Corvonero
Posts:
94

Status:


δ Delta McTavish I anno 11 anni Outfit δ
U3Cvfap
«Oh cara, quello è l'Incanto Periculum, è il sistema più rapido per segnalare di essere in pericolo. Temo non ci sia altra scelta, dobbiamo recarci lì.»
L'anziana venditrice ambulante mostrò una sorta di nobiltà d'animo che rese molto difficile immaginare quali fossero i colori della sua uniforme in giovane età.
Forse discepola di Godric? Oppure stretta credente dei valori di Tosca?
Ammiravo quella determinazione ed impulso, quell'istinto, che non l'aveva fatta batter ciglio, guidandola dritta per dritta in direzione delle rosse scintille.
Anch'io avrei voluto quel sangue freddo, quella sicurezza, quella pace interiore.

«Saremo al sicuro insieme, cara, e subito dopo ti accompagnerò io stessa ad Hogwarts.»
Non v'era alcun dubbio che le possibilità di sopravvivenza aumentassero drasticamente al fianco della tenera vecchina, piuttosto che sperduta e spaurita per le vie, ormai, quasi vuote e silenziose di Hogsmeade.
Cosa avrei rischiato nel seguirla? Di tornare ad Hogwarts, puzzando pesantemente di pasticcino, appena, cucinato?
Anche se fosse stata la scelta più sbagliata e le sue intenzioni fossero state tutt'altro che buone, non sarebbe cambiato granché dal rimanere sola, se non la modalità ed il tempo della mia completa dipartita.
Dopotutto, non mi aveva dato alcun motivo di dubitare di Lei, al contrario, fidandomi, avevo ricevuto dei deliziosi e fragranti frollini, dunque, annuii e, chiudendo il sacchetto di carta dei miei biscottini, mi arresi all'inevitabile.

*Ok, proseguo!*
Pensai, gettando un'ultima occhiata a Bibliomagic, nuovamente alla ricerca di rifiniture rosso-dorate in allegato al ciuffo biondo chiarissimo.

«A proposito...»
Mi voltai e proseguii nel vicolo, seguendo l'altra figura e cercando un punto d'incontro per poter sciorinare tutti i miei dubbi, tutte le mie curiosità tarpate dall'ansia che prima aveva prevalso, quando un'improvviso bagliore bianco mi costrinse a sbattere le palpebre ripetutamente.

«Ma cos-...?»
Dissi spaventata, spostando più volte lo sguardo da destra verso sinistra e viceversa, mentre la mano libera andò a cercare, rapidamente, la bacchetta in legno di noce nero, posta nella rispettiva tasca dei pantaloni. Come se fosse,davvero, servito a qualcosa.
A quel punto, i miei arti superiori presero a brillare... anzi no, a luccicare: partendo dalle dita, fino ad arrivare all'ultimo centimetro di ambedue le braccia, costringendomi, di nuovo, a socchiudere gli occhi per l'intensa luce.
Stavo forse... lampeggiando?
Era uno scherzo? Una burla della strega?
Notai che le briciole, con cui la mia sbadataggine aveva decorato la divisa, divennero anch'esse di un bianco luminoso, lo stesso bianco che accecava la mia vista d'inverno, dopo la prima neve nella vallata fuori la dimora McTavish.
«Hey!»
Urlai, allungandomi in direzione della venditrice, prima di percepire una leggera sensazione di vuoto, di assenza di appoggio,di momentaneo squilibrio.

*Questo è un incubo!*
Sulla mia linea sottile fra l'impossibile e l'impensabile, si penzolava beatamente il Volo, o meglio, la materia Volo, nonché l'eterna piaga delle mie paure più recondite.
Niente era più infattibile ed inutile del volo. Niente. E niente mi metteva più a disagio che non sentirmi sicura. Niente.
Pochi istanti e percepii, nuovamente, il suolo sotto le mie scarpe, con altrettanto immenso sollievo conseguente, giusto in tempo per un passo verso la responsabile di tutto ciò, per poi riniziare a sentire i brividi freddi percorrermi tutta la spina dorsale.
Di certo, avrei preferito un Grifone sanguinario mangia bambini, piuttosto che quei dolcetti.

*Chissà quale sarà la conseguenza per la sua mezzaluna di frolla!*
info box ©Aiden Weiss



Inventario
▸Bacchetta: Legno di Noce Nero, piuma di Occamy, nove pollici, rigida.
▸Sacchetto di carta contente biscotti di gusti diversi.

Conoscenze
Incantesimi innati.

Stats
Punti Salute ↣ 100
Punti Corpo ↣ 50
Punti Mana ↣ 50
Punti Esperienza ↣ 1
 
Top
view post Posted on 19/9/2020, 20:15
Avatar

Primo del suo nome, Re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Lord dei Sette Regni e Protettore del Reame.

Group:
Corvonero
Posts:
10,659

Status:



Jaehaerys Erik Blackfyre «

  » Studente ~ Scheda | Outfit



Le schegge del bicchiere infranto che gli piombarono addosso non furono abbastanza per spezzare la sua determinazione. Il fastidio al braccio sinistro era nulla in confronto al desiderio di riportare a terra l libro e rimetterlo al suo posto... dopo avergli dato un'attenta lettura.
Per quanto la situazione fosse critica, il giovane non poteva che essere affascinato dalla "creaturina" che stava creando tanto scompiglio. Zampe e zanne affilate, proprio come quelle di un animale e all'apparenza anche una grande fame. Che non fosse un semplice libro era ormai chiaro e le sue similitudini con un animale si stavano manifestando nel suo comportamento, quanto nel suo aspetto. Forse era questa la chiave... trattare quel libro non come un semplice libro, ma come un animale!
Ci avrebbe pensato dopo, distrarsi prima del lanci di un incantesimo non avrebbe aiutato.
Fortunatamente, Siri non fallì nell'esecuzione del Wingardium Leviosa. Il libro perse ogni appiglio col suolo e librandosi a mezz'aria si offrì come agnello sacrificale al Confundo di Jaehaerys. Fu un'esecuzione pulita, senza infamia e senza lode, a suo dire, ma efficace abbastanza da riportare a sé il suo libro. Lo strinse tra le braccia proprio come si farebbe con un cucciolo dispettoso, alle prese per l prima volta con il mondo esterno. Fu spontaneo il richiamo che tante volte aveva udito da parte di conoscenti nei confronti del proprio animale domestico.


Cattivo! Non si fa!

Seguì una carezza sul dorso morbido e peloso; la gentilezza di un padrone comprensivo ed troppo buono per vestire i panni del cattivo. Senza perdere ulteriore tempo iniziò a sfogliare il libro, fino ad arrivare al paragrafo di maggior interesse. Le descrizioni del grifone erano esaustive, perfette per una lettura attenta, ma la situazione richiedeva un approccio molto più diretto. I suoi occhi scivolavano da una descrizione all'altra, al fine di reperire quante più informazioni utili. Il grifone si trovava lontano dalla sua terra di origine, la Grecia, impossibile quantificare quanto potesse essere spaventato; sia se nato in cattività sia se strappato alla sua terra natia. Aveva il corpo da leone nella sua parte posteriore e per le
zampe ed il corpo d'aquila nella sua parte anteriore. Capacità di volare, sensi acutissimi, grande forza ed agilità. Difficile da gestire anche per un mago esperto, figurarsi per degli studenti! Più leggeva, più avvertiva un brivido corrergli lungo la schiena. Spalancò gli occhi nell'istante in cui lesse la frase "si nutrono di carne cruda". Probabilmente stava esagerando, ma non poté fare a meno di pensare allo scenario più tragico e allo stesso tempo incredibilmente plausibile.


*Noi... siamo radunati qui! Siamo cibo per il grifone raggruppato tutto in un unico punto! Nel caso fosse incredibilmente affamato probabilmente è qui che verrebbe. Quanto potrebbe impiegare a sentire l'odore di carne?! E non è tutto, questo luogo... diamine... siamo in un pub! Chissà quanto cibo c'è in dispensa, quanta carne!*

Urlare a tutti di scappare sarebbe servito a qualcosa? No, Jaehaerys non né era minimamente convinto, inoltre erano tutte sue supposizioni. Non poteva essere certo che l'olfatto del grifone fosse così forte. Aprì lo zaino e vi riposizionò il libro, dopo essersi assicurato di aver chiuso nuovamente le fibbie di protezione. Si scrollò i residui di vetro dal braccio, constatando di non essersi fatto troppo male, dopodiché si rivolse alle sue due amiche e chiese scusa per ciò che la sua imprudenza aveva comportato. Siri aveva dovuto intervenire e Lyvie si era fatta male a causa del suo libro. Fu interrotto da un suono incredibilmente fastidioso.

Lyvie, Siri, mi dispiace-

Era il quadro. Mirabella stava cercando di comunicare con loro, aveva chiesto qualcosa, ma la mente di Jaehaerys era troppo concentrata su altro per poter andare insieme agli altri in direzione del dipinto. Si mosse verso Madama Rosmerta.

Madama Rosmerta, mi dispiace per tutto quello che è successo, ma credo di... credo di aver scoperto qualcosa.

Probabilmente la donna era già a conoscenza delle informazioni che stava per rivelare, ma non poteva tenere per sé ciò che aveva letto e non aveva intenzione di scatenare il panico rivelandolo agli altri studenti senza prima essersi confrontato con qualcuno di più grande.

Il mio libro dice che i grifoni si nutrano di carne cruda. Se ci pensa radunandoci qui non stiamo facendo altro che offrire un succulento banchetto a quel grifone. Inoltre... quanta carne c'è in dispensa? Tutto quel cibo potrebbe attirarlo qui ancora più velocemente. E se il pub avesse delle protezioni, il grifone affamato potrebbe cambiare idea e dirigersi verso chi è rimasto fuori.

Le mani iniziarono a sudare. Il pensiero dei suoi compagni di scuola rimasti fuori al pericolo era troppo forte per essere ignorato.

Il grifone è una creatura difficile da gestire anche per un mago esperto... ma se ci facessimo trovare preparati?

La sua espressione mutò. Non sembrava più spaventato, bensì era deciso, determinato.

Potremmo tendergli una trappola accumulando della carne cruda in un punto specifico di Hogsmade oppure proprio qui, facendo nascondere gli altri altrove. Un luogo dove possa essere intrappolato con facilità, evitando che possa far del male a qualcuno.

Non aveva avuto modo di leggere il giornale, non sapeva quanto effettivamente potessero essere in pericolo in quell'istante, ma non poteva aspettare senza provare a fare qualcosa.

Narrato ~ «Parlato» ~ *Pensato*

“ Welcome to Hogsmeade ”
© Arklys ~ harrypotter.it


Inventario
▸Zirael; Bacchetta in Legno di Faggio, Piuma di Fenice, 12 pollici e 1/2, Duttile;
▸Zaino:
- Libro: "Antichi stregamenti ed incanti obliati (Orcolevitas/Monstrum)"
- Libro: "Allevare Draghi per lavoro o per hobby" (+1 Mana)
- Libro: Dall'uovo agli inferi: guida pratica per l'allevatore di draghi (+1 Mana)
- Libro: I magnifici sette (+1 Mana)
- Libro: Il libro mostro dei Mostri, per approfondire la conoscenza sulle creature magiche (+2 Mana)

Incantesimi:
Innati: Acclario; Arefacio; Bryus; Caeruleus Tintinnabulum Flammo; Cariòn Versatio; Fumos; Illegibilus; Lapsus; Oppugno; Veronesi
Prima Classe: Flipendo; Rictusempra
Seconda Classe: Expelliarmus; Riddikulus; Confundus


Statistiche
Punti Salute: 102
Punti Corpo: 50
Punti Mana: 55
Punti Esperienza: 1,5
 
Top
view post Posted on 21/9/2020, 05:32
Avatar

You can own the Earth and still, all you'll own is Earth until You can paint with all the colors of the wind

Group:
Grifondoro
Posts:
1,206

Status:


Alice Wagner
_________________________________________________________________________________________________

Proud Gryffindor ➼Troublemaker ➼ 12 y.o ➼Scheda Outfit
_________________________________________________________________________________________________Si erano date all'inseguimento senza pensarci due volte, Alice non riusciva a capire come i barbagianni potessero essersela presa così a male, dopotutto lei stava cercando di metterli al sicuro! Certo l'oppugno non era stata un'idea così geniale come le era sembrata all'inizio ma in fondo celava solo buone intenzioni da parte delle due Grifondoro. Iniziarono quindi la fatidica corsa e mentre la maratona si contendeva tra le stradine desolate di Hogsmade, il Barbagianni non sembra voler mollare la presa << Ehi!! Ridammi il mio fischietto, ladruncolo che non sei altro!!! >> gli urlava Alice dal basso,puntandolo con la bacchetta senza tuttavia con l'intenzione di scagliargli contro nessun altro incantesimo, non voleva si facesse male e si schiantasse contro qualcosa. Il suo fare però doveva averlo intimorito, tanto che parve strillare una o due volte fino a liberarsi del ciondolo per poi volar via velocemente. Alice si voltó per controllare Vivienne e assicuratasi di averla dietro, fece uno scatto rapido verso il balcone dove era caduto il ciondolo e finalmente si fermò per riprendere fiato, respiró a bocconi per qualche secondo. Non si era ben accorta di tutta la strada che avevano fatto e solo ora le sembrava di essere lontana anni luce dall'ufficio postale e dai tre manici, si guardò intorno sconcertata << Ähm, forse mi sono lasciata prendere dalla foga... >> sospirò grattandosi la nuca. Ora finalmente non le rimaneva che riappropriarsi del fischietto e elaborare un piano per mettersi al sicuro, non c'era tempo da perdere. Il posto dove si era incastrato il fischietto non sembrava adatto ad una scalata e anche se Alice avesse voluto provare in ogni modo ad arrampicarsi, fu bloccata dalla vista di una delle bolle scoppiettante di quella specie di cactus nel quale era incastrato il ciondolo << Ew, che schifo! >> una smorfia di disgusto le si dipinse sul volto mentre indietreggiava per lo scoppio delle altre bolle che parevano essersi messe d'accordo
<< Ahhh ma cosa diamine è questo coso!? >> diede uno sguardo interrogativo all'amica, magari lei era stata più attenta ad Erbologia di Alice, lei di certo non sapeva proprio di cosa potesse trattarsi. Indietreggió cercando di non farsi colpire da quella cosa liquida, assicurandosi che l'altra le stesse dietro, così da farle da scudo e non permetterle discivolare o farsi male. Poi le venne un'idea. Avrebbe potuto usare un Wingardium Leviosa per riprendersi il ciondolo, magari avrebbe potuto funzionare<< Okay Viv ho un'idea... Magari ti va di cercare di capire dove siamo e se possiamo trovare riparo da qualche parte intanto? >> buttò lì Alice, così avrebbero preso due piccioni con una fava. Di certo non altri barbagianni, ne aveva avuto abbastanza.
Si concentró visualizzando l'incantesimo nella sua mente, più si allenava più avvertiva il mana scorrere a suo piacimento, la concentrazione era tutto in certi casi, soprattutto con quel tipo di incantesimo. La bacchetta era salda nella sua destra ora avrebbe provato a ruotare il polso verso destra, dal basso verso l'alto, ed infine ad abbassare con decisione la bacchetta, come a voler colpire l'oggetto in questione, ma senza chiaramente toccarlo. Prima di tutto era troppo distante e poi se lo avesse davvero toccato, l'incantesimo non avrebbe avuto effetto. Nel frattempo avrebbe dovuto pronunciare perfettamente l'incanto, si schiarì la voce prima di continuare con un chiaro << Wingàrdium Leviòsa! >> con i giusti accenti sul Gàr e sul Vió. Se tutto fosse andato secondo i piani, la rossa sarebbe riuscita a sollevare il ciondolo e ad allontanarsi il più velocemente possibile da quella pianta sputa-liquidi-disgustosi, pronta ad elaborare una via d'uscita con la Pierce.
___________________________________________________________





════════════════════════════════

Punti Statistica

Salute: 97

Corpo: 50

Mana: 50

Esperienza: 1,5

Pozione: 0
══════════════════════════════════════════════

Inventario

Bacchetta (Legno di Sequoia, Piuma di Ippogrifo, 11pollici, Flessibile)

Fischietto richiamo scoiattolo

Collanina con una piccola volpe intagliata in legno

════════════════════════════════

Incantesimi conosciuti:

Prima classe: Incantesimi fatti a lezione + Innati

 
Top
view post Posted on 21/9/2020, 22:37
Avatar

Group:
Prefetto Grifondoro
Posts:
1,779

Status:





Vivienne Leah Pierce

Grifondoro ✧ 12 anni ✧ scheda ✧ Outfit X X




ugWKatBPer nessun motivo al mondo Vivienne si sarebbe separata da Alice vista la brutta situazione in cui si trovavano. Per questo motivo non smise per un attimo di correrle dietro, anche se aveva il fiato corto e le gambe che le bruciavano. Ma stavano correndo nella direzione opposta a quella dove sarebbero dovute andare. Ad ogni passo si allontanavano sempre più dal pub e così si abbassavano le possibilità di mettersi al sicuro in tempi brevi. Eppure Viv imperterrita continuò a tenere il passo, cercando qualcosa che le spiegasse cosa aveva spinto l'amica a correre. La risposta non tardò ad arrivare, le urla di Alice verso il pennuto che stava inseguendo erano piuttosto chiare: il barbagianni le aveva rubato il fischietto! Da quando l'aveva conosciuta, Viv glielo aveva visto sempre addosso, segno che evidentemente era un oggetto a cui teneva molto, per cui non se la sentì di giudicare l'amica per aver - forse - messo in repentaglio la loro vita per un fischietto, Viv avrebbe fatto lo stesso.
La virata dell'uccello la colse di sorpresa e la costrinse a rallentare per riuscire a curvare senza schiantarsi a terra. Per un attimo perse d'occhio l'amica poi anche lei riuscì ad infilarsi nella stradina laterale che avevano imboccato l'uccello e Alice. Ritrovò quest'ultima ferma mentre riprendeva fiato dalla corsa. Vivienne la imitò, aveva bisogno anche lei di aria nei polmoni.
« Siamo abbastanza lontani dai Tre Manici di Scopa, ma almeno hai ritrovato il fischietto! » Seguendo lo sguardo di Alice, Vivienne lo vide incastrato in una specie di pianta, evidentemente il barbagianni si era vendicato abbastanza e lo aveva lasciato andare, oppure semplicemente non sapeva che farsene con un oggetto del genere! Viv trattenne una risata al pensiero del barbagianni che provava a soffiarci dentro. La grifondoro notò solo dopo che la pianta su cui questo era caduto non era un semplice cactus - come invece sembrava a prima vista -. Se ne rese conto quando una delle bolle - che sostituivano le canoniche spine - scoppiò, facendo colare un muco verdastro giù, fino ai piedi delle ragazze. Non aspettandosi una cosa del genere, Viv saltò all'indietro per lo spavento. Stava per rispondere all'amica quando alle sue narici arrivò un odore nauseabondo che aveva tutta l'aria di arrivare dal liquido appena caduto. « Bleah! Che schifo! » Viv non era un tipo schizzinoso, ma in quella occasione, l'effetto sorpresa mescolato al nervosismo causato dalla situazione in cui si era trovata coinvolta, contribuì a far nascere in lei un senso di ribrezzo non indifferente verso quella strana pianta. Ma le sorprese della pianta non erano finite: oltre a puzzare quel liquido sembrava pure corrosivo, Viv se ne accorse nel vedere piccole lingue di fumo che si alzavano ogni volta che raggiungeva il pavimento. Si maledì per non essersi applicata troppo ad Erbologia, magari se avesse ascoltato le lezioni con attenzione avrebbe riconosciuto la pianta e avrebbe saputo cosa fare. « Non ne ho idea! Ma sembra pericolosa, io mi allontanerei! » Consigliò all'amica, mentre indietreggiava di alcuni passi: le bolle stavano iniziando a scoppiare una dopo l'altra e per nessun motivo al mondo voleva avere quel liquido addosso a lei.
Andare a cercare un riparo sembrava la mossa più saggia, dopotutto del fischietto se ne stava occupando Alice. Così tornò indietro sui suoi passi sbucando di nuovo sulla via principale, sperando di trovare qualcuno nella sua stessa situazione che potesse aiutarla. Ma non era cambiato nulla da quando erano passate per quella stessa strada pochi minuti prima, tutto deserto. Così non rimaneva che andare avanti: Viv tornò da Alice, ancora alle prese con il fischietto.
« Di qua non c'è nessuno, provo a vedere se c'è qualcuno in giro di qua! » Indicò con la mano la direzione opposta a quella da cui erano arrivate, mentre ci si incamminava a passo svelto. Era abbastanza lontana da non sentire più la puzza sprigionata dal liquido verde, al contrario poteva distintamente sentire un odore dolce. *Probabilmente siamo vicini a Mielandia!* La grifondoro aveva sentito parlare del famoso negozio di Hogsmeade, peccato che quella non fosse l'occasione più adatta per pensare ai dolciumi.




Inventario:Bacchetta: Legno di Larice, Lacrima di Veela, 10 pollici e 3/4, Sibilante

Incantesimi conosciuti:Incantesimi innati.
Prima classe: Finite incantatem, Lumos, Lumos Solem, Lumos Maxima, Nox, Wingardium Leviosa
Seconda classe: Evanesco

Stats:Punti Salute ↣ 102/104
Punti Corpo ↣ 50/50
Punti Mana ↣ 50/50
Punti Esperienza ↣ 1.5



 
Top
view post Posted on 11/10/2020, 11:25
Avatar

Il Fato

Group:
Master
Posts:
9,195

Status:


Vt3s5ZH
Fuga di un Grifone dal famoso Zoo di Londra. [...] La creatura magica è riuscita ad evadere dalla sua gabbia ed ha spiccato il volo portando con sé paura e sensi di colpa da parte di chi non è stato in grado di adempiere al proprio dovere, come ad esempio i domatori che non sono riusciti ad impedirgli la fuga. [...] Noi della Gazzetta invitiamo chiunque lo avvisti ad avvisare immediatamente la redazione o il Ministero e a fare molta attenzione, i Grifoni sono animali molto aggressivi e istintivi ed attaccano l'uomo.

– Dalle pagine della Gazzetta del Profeta,
«Un Grifone alla riscossa»
allerta, cari lettori, e prudenza

Madama Rosmerta si affrettò di nuovo verso il bancone, il volto leggermente indispettito e le gote evidentemente arrossate. Gestiva quel locale da moltissimo tempo, più di quanto chiunque lì dentro potesse immaginare, e la sua esperienza era tanto vasta da lasciar riaffiorare uno e più ricordi di situazioni altrettanto peculiari come quella in corso. Aveva assistito a cose ben peggiori, ne era consapevole, e con diligenza aveva saputo tenervi fronte nel migliore dei modi. Tuttavia, nell'ultimo periodo era stata abbastanza tranquilla: dopo la tragedia di Hogsmeade dell'Estate precedente, i clienti erano scemati come spighe di un campo appassito; e soltanto dopo lunga pazienza gli affari si erano riassestati, e i Tre Manici di Scopa aveva ripristinato la gloria che da sempre aveva meritato. Con l'arrivo delle ferie e con la fine dell'anno scolastico, sapeva inoltre che da Hogwarts sarebbe arrivata una fiumana di studenti: le ultime burrobirre, gli ultimi saluti, gli ultimi abbracci e cicalecci in successione, era una routine vecchia e tradizionale tanto quanto la sua ricetta per l'Acquaviola. E in effetti anche quel giorno era stato così, il gruppetto di primini in visita giungeva a conferma, con la sola differenza di un Grifone in libertà per tutto il Villaggio di Hogsmeade e con un coprifuoco tuttora valido. Era brava a tenere sotto controllo l'eventuale panico dei clienti, e d'altronde la bestia magica non avrebbe potuto accedere al pub così facilmente. Quella fu proprio la prima spiegazione che diede al Corvonero, raggiungendolo.
«Giovanotto, il locale è potenziato da incanti protettivi in queste circostanze, non corriamo pericolo, e per favore» - si sporse, guardandosi attorno - «non farti sentire o succede il finimondo.» Lasciò che la bacchetta tracciasse pigramente un cerchio, raccogliendo così in fretta tutti gli stralci di giornale che il libro incantato aveva azzannato; di lì a breve fece scomparire anche i frammenti di vetro di bicchieri, calici e boccali spezzati. L'espressione di Rosmerta sembrava esasperata, e andò via prima di poter essere fermata ancora. Tuttavia, una nuova cameriera si era affacciata da una porta seminascosta, e appariva così come per la prima volta. Sembrava essere appena arrivata, perché stava ancora allacciando i lembi del grembiule. Aveva sentito tutto, rivolgeva di continuo l'attenzione verso Jaehaerys, anche quando ormai parve pronta per il suo turno. Un vassoio di burrobirre già distillate attendeva il suo approccio, ma prima che il Corvonero potesse allontanarsi, la ragazza - capelli biondi, lunghi e stretti in una coda fino alle spalle; occhi verdi, appena in risalto da un paio di occhiali possibilmente da vista; la carnagione diafana, bianchissima, a riprova di origini prettamente nordiche - si portò da lui. Lasciò sul bancone un sacchetto di carta, e parlò in un filo di voce. «Lì ci sono dei pasticci di carne di manticora. Non mangiarli, erano destinati ai Crup di Rosmerta. Forse potranno tornarti utili, fuori dal locale.» Precisò con timore, osservandosi attorno. La proprietaria non era più vicina, per fortuna. Così la cameriera sorrise, e curiosamente ammiccò.
«Sei molto carino.» Non attese risposta, e passò via con una nota dolcissima, come di un profumo floreale. Un altro tavolino attendeva il suo arrivo, e i clienti lì seduti cercavano da bere. Nel frattempo, il gruppetto di altri studenti si stava ricompattando verso il fondo del locale, all'esatto opposto di dove la cameriera si era diretta. Il commento di Lyvie era corretto, e avrebbe potuto fare la differenza: il problema, in effetti, era che il giornale non fosse più nei dintorni, stracciato com'era dal libro incantato del Corvonero. Si erano formati così due gruppetti, l'uno quasi accanto all'altro. La coppia di Serpeverde - Narcissa e Lyvie - si trovava esattamente in prossimità dell'uomo dormiente. Le valigie ai piedi della sedia, le collanine e i bracciali scintillanti, perfino i ninnoli ricamati in caucciù, pietre e coloratissime piume, tutto lasciava intendere che fosse un personaggio stravagante, e forse di spicco. Narcissa ponderava perfettamente: non era di certo un cliente da ignorare. Le patatine che aveva ordinato erano ormai arrivate, ma il Mago continuava a sonnecchiare, indisturbato. Neanche la creaturina sul suo stesso tavolino riusciva a destarlo, ma di gran lunga aveva attirato l'attenzione delle studentesse. Si muoveva febbrilmente in un continuo battito di ali, e ora che si era affacciato dal boccale per scorgere da vicino l'offerta gustosa della ragazza, l'esserino somigliava sempre più ad una fata. Aveva il corpicino antropomorfo, tuttavia tanto le gambe quanto le braccia erano duplicate. Era vero: quello delle creature magiche era uno studio avanzato, ma il suo approccio - per chi prestava giusta concentrazione in aula - scivolava fin dalle prime lezioni. Narcissa Miller rivelò un'affinità per l'ambito pozionistico che le diede, inconsapevolmente, conferma sulla creatura incontrata: era un Doxy, una Fata Mordace. Si portò oltre, in un saltello in volo, e nel farlo rovesciò la bottiglietta di ketchup. Nel semplice trambusto, gli occhietti dell'esserino alato erano tutti verso le patatine, quando ad un tratto uno scintillio azzurrino lo bloccò di scatto. Al collo dell'uomo, ora che si era leggermente mosso, una perla si era infatti staccata di netto, allentata com'era dalla catenina. Rotolò sul petto e infine sulla piega che l'abito aveva creato, fino a scivolare sul tavolo. Si fermò esattamente al centro, accanto alle patatine. Narcissa e Lyvie avrebbero potuto afferrarla rapidamente, sembrava così preziosa nelle sue sfumature marine, ma la Fata Mordace ne sembrava perfino più elettrizzata. Svelò i denti aguzzi e spiccò il volo, rapidissima, le braccine aperte verso la perla azzurra. Le patatine non erano più importanti. Chi l'avrebbe recuperata?
Poco più dietro, alla parete finale del locale, il dipinto di Mirabella Plunkett era il punto focale del resto del gruppetto: Prewett guizzava lo sguardo dalla figura in cornice al mare in balia delle onde sullo sfondo, e curiosamente attendeva qualche risvolto promettente. Jaehaerys, se avesse recuperato il sacchetto di pasticci di carne e si fosse così ricongiunto ai compagni, avrebbe sentito le parole di Siri subito dopo. Tra tutti, fu proprio la Tassina a prendere le redini della situazione, e con un po' di fortuna sperò che Mirabella Plunkett - lì di fronte - potesse comprenderla. Forse volutamente, le sue parole furono limpide, chiare, piuttosto semplici, e scaturirono così una vera e propria reazione da parte della donna del quadro. Mirabella aprì bocca e quello che le uscì somigliò ad un suono sgraziato, del tutto incomprensibile. Tuttavia aveva sollevato gli occhi iridescenti dalle divise dei ragazzi ai loro volti, e qualcosa in lei lasciava intendere che avesse capito. L'eglefino tra le sue mani guizzò via, in un saltello, e si animò così fino a nascondersi tra i flutti del mare. La sua pinna nuotava lesta, l'unica ad intravedersi nel ritratto incantato, e si dirigeva verso la grotta dal punto illuminato in lontananza. Poco dopo, Mirabella Plunkett - ormai da sola sullo scoglio in primo piano - si batté il petto con una mano e lentamente la sollevò, come a portarla verso i ragazzi. Tentò di dire altro, e quello che si comprese era una parola tra tutte. «Nh'ek.»
Piegò le dita in un chiaro invito, come a voler chiedere loro di farsi avanti. Prewett parve il primo a rompere il silenzio.
«Ci sta dicendo di entrare nel quadro? Come dovremmo riuscirci?» Sospinto dalla curiosità innata da buon Grifondoro quale era, alla fine allungò l'indice e solleticò la superficie del ritratto. Accadde tutto in fretta: Mirabella sorrise, Prewett parve sbiancare, e quando si volse indietro, il proprio corpo sembrava già essere risucchiato in un turbinio di colori. Nel timore di poter sparire, con la mano ancora libera acciuffò un braccio di Siri, e di scatto anche la Tassina sentì uno stranissimo strappo all'ombelico. Entrambi stavano entrando nel quadro, e improvvisamente tutto sfumò in una e più colorazioni, e l'odore di salsedine crebbe a dismisura. Il Corvonero cosa avrebbe fatto, invece? Prewett sembrava sparito, ma Siri era ancora lì - un braccio, perlomeno, lo era ancora. Prendere o lasciare.

Era come assistere ad uno spettacolo circense, con tanto di colori zampillanti e di acrobazie portentose. La sciarpa, o qualsiasi altra cosa potesse essere, continuava infatti a sollevarsi e ripiegarsi su di sé, sospinta per magia. Non c'era un soffio di vento nei dintorni, il vicolo che la coppia di Grifondoro aveva raggiunto era protetto da schiere di casette caratteristiche e qualche negozietto già chiuso, al seguito dell'allarme del coprifuoco. Né c'era qualcuno, all'apparenza le uniche persone erano proprio loro, Casey e Zachary. Curiosamente, il tessuto aggrovigliato in una e più sfumature attendeva entrambi, esattamente alla fine della stradina che avevano imboccato. Più si avvicinavano, più la sciarpa si rivelava meno come sciarpa e più come un vero e proprio tappeto: era infatti più largo di quanto si fosse immaginato all'inizio, ed era allo stesso modo ben più lungo; perfettamente rettangolare, di almeno un paio di metri in dimensione, dava l'impressione di essere invece più piccolo per via della sua instabilità, ricompattandosi e stirandosi su di sé come un serpente minaccioso. Aveva ai quattro lati un nodo grossolano, dal quale pendevano dei filamenti dorati, in netto contrasto con tutte le tempere circostanti. Era ricamato magistralmente, si scorgeva ormai più accuratamente, e le mille colorazioni inneggiavano ad un arcobaleno concentrico. Era come se tutte le fila si unissero in lunghe spirali, dai bordi fino al centro esatto, e quando il tappeto si piegava nei suoi movimenti, creava di per sé una sorprendente elaborazione artistica, quasi un effetto caleidoscopico. Era ammaliante, impossibile da negare, a tal punto da attirare lo sguardo di Zachary fino ad inebetirlo. Il giovane ragazzo si fermò di scatto, a pochi metri di distanza, e lentamente abbassò la bacchetta magica fino a volgervi interamente il volto. Piegava il capo da sinistra verso destra, scandiva precisamente lo stesso moto ondulatorio del manufatto sospeso in volo; cadenzato, ritmico, come un pendolo di un orologio, di continuo. Perfino quando il tappeto si portò in alto, Zachary ne sollevò il mento, ad inseguirlo. Soltanto la voce di Casey, veloce, riuscì a riportarlo con i piedi per terra. Sul proprio volto si stagliò una smorfia, e quando si volse indietro, deglutì. «Non so...»
Era come se la voce si fosse affievolita, e fu costretto a schiarirsi la gola.
«Non guardarlo, ha qualcosa che non va.»
Ma Casey poté capire subito, perché quella stessa sensazione di confusione, di dolcezza, infinita serenità, colse anche il suo cuore. Già più avanti, sentì il corpo spostarsi sulla destra, e poi sulla sinistra, un movimento esclusivo di spalle, come in un cenno di danza tribale. Prima che potesse fermarsi, però, la mente le diede sostegno, e il Finite colse a punto. Il tappeto si cristallizzò nel suo ultimo aggrovigliarsi, e di scatto scivolò in basso in un cumulo di pieghe coloratissime. Di pari modo, ogni sensazione di torpore si spezzò, e tutto tornò come era sempre stato. C'era però qualcosa, qualcosa che non tornava. Come se le mani di Casey ad un tratto stessero pizzicando, e come se tutto, tutto in lei le suggerisse di correre, correre il prima possibile. Era una frenesia che coinvolgeva la sua figura. Correre, correre, correre. Per dove, per chi, perché. Un suono spezzato, come il gemito di una bocca distorta dal dolore, la raggiunse come un'eco. Aiuto, sentì. E improvvisamente, gli occhi si bagnarono di rosso, di vermiglio, di nero. Vide una goccia di sangue, ebbe sentore di sanguinare a sua volta, di essere ferita, di essere in pericolo. Quando Zachary la raggiunse, la mano sulla spalla infranse ogni percezione. Le parve quasi come un ricordo, tanto passeggero quanto del tutto astratto. «Stai bene?»
Un attimo dopo, una voce si sollevò da lontano. «Aiuto.»
C'era qualcuno, al di là della curva. Se fossero andati oltre il tappeto, ormai immobile, avrebbero visto infatti altri tessuti, alcuni sparpagliati e altri a coprire borse che invece avrebbero dovuto contenerli. Subito dietro, là dove le casette già non c'erano più a favore di una stradina solitaria in discesa, una figura maschile era supina, sull'asfalto. Chiamò di nuovo aiuto, e da vicino fu chiaro che il petto fosse inzuppato di sangue. Era stato ferito. E Casey Bell, in qualche modo, già lo sapeva.

Anche dal basso, da una distanza di qualche metro, la pianta si svelava in tutta la sua maestosa presenza. Era piuttosto grossa, si allungava come rampicante da un punto all'altro della ringhiera, e ne trovava un sostegno tanto solido da poter sporgersi senza il rischio di spezzarsi, di cadere, di scivolare via. Per essere circondata da fiori di lillà, cespuglietti di bougainvillea e qualche grappolo di fiore farfallino, la piantina non vantava lo stesso incanto, e in effetti non custodiva in sé il pregio di una decorazione vera e propria. Era imponente, quello era evidente, ma era allo stesso tempo abbastanza disarmonica tanto nella forma quanto nel colore: i bozzoli pulsanti che ne vestivano gran parte del busto somigliavano a pustole e bubboni, e da quando l'arbusto sembrava essersi animato, i suoi rigonfiamenti altro non facevano che accentuarne il richiamo. Il verde spento che la caratterizzava, per giunta, si era reso leggermente più scuro, e quando alcuni punti erano scoppiati a rilasciare il liquido verdastro verso il basso, quel flebile fascino di una pianta di per sé comunque peculiare si era dissipato come un soffio di vento. Mal s'aggiungeva l'olezzo fastidioso che aveva liberato, tanto da far arricciare il naso di entrambe le studentesse. Nel frattempo, il battito dello scalpello di un fabbro sembrava in definitiva essersi spento, e al di là di qualche suono indistinto in lontananza, in quel vicolo non si sentiva altro. Certo, se si fossero concentrate per bene, le due Grifondoro avrebbero malauguratamente percepito lo scoppiettio dei bozzoli della pianta. Era singolare, ed era sorprendente nella sua incompresa bellezza: l'esemplare di Mimbulus Mimbletonia era proprio lì, ai loro occhi, e con il tempo prima o poi anche le due ragazze ne avrebbero studiato le caratteristiche principali. Sarebbe stato curioso, in effetti, poter già vantare un approccio diretto con un esemplare naturale come quello. Con un rapido scambio di azioni, fu chiaro per entrambe cosa fare in breve: ancor prima di poter distanziarsi di poco, tuttavia, furono colpite da uno schizzo proprio di un tentacolo del cactus magico, lì in alto. Vivienne sull'avambraccio sinistro, Alice sulla spalla destra, si ritrovarono a stretto contatto con quel liquido puzzolente, e di conseguenza - così com'era accaduto per l'asfalto - per effetto un lembo dei loro abiti, dove sporcati, si bruciò fino a pizzicare la pelle sottostante. Nulla di grave, neanche una goccia di sangue, ma era evidente di dover andare via da lì il prima possibile. Rapido, l'Incanto di Librazione portò con sé il fischietto, lo sospese in volo fino a staccarlo dalla pianta. Incastrato com'era, tuttavia, trascinò via anche un pezzettino di pianta, proprio un bozzolo pulsante. Si era avvinghiato al filo del fischietto, e quando fu a pochi centimetri da Alice, ancora a mezz'aria, fu chiaro di non poter estrarlo a mani libere. La pustola non era scoppiata, ma il suo liquido verde si scorgeva dal rigonfiamento. Che potesse tornare poi utile? Vivienne, nel frattempo, raggiunse la fine del vicolo: da un lato poté scorgere l'insegna di Mielandia, e il sentore zuccherino crebbe deliziosamente; dall'altro lato, invece, poté notare una stradina che si perdeva in alto, in salita: a pochi metri, tuttavia, c'era quella che difatti appariva come una sciarpa. Al centro esatto, sui sampietrini, come se qualcuno l'avesse dimenticata. Curiosamente, già da lontano scintillava nei colori evidenti del giallo e del nero. Colori che chiunque, ad Hogwarts, avrebbe riconosciuto. In alto, tra l'altro, finalmente anche Vivienne poté vedere gli ultimi sprazzi di scintille rosse, l'ultimo baluardo dell'Incantesimo Periculum. Conosciuto o meno che fosse, era comunque un segnale evidente, anche se sempre più trasparente. Alice avrebbe visto tutto a sua volta, se avesse raggiunto la concasata. Poteva esserci un collegamento, allora, tra sciarpa e quei fuochi rosseggianti in alto? E perché, poi, c'era una sciarpa invernale sulla strada?

Non c'era sensazione più bizzarra, ad un tratto - per Delta McTavish - era come se tutto il suo corpo si fosse reso etereo, appena tangibile. Era leggerissima, forse più di una piuma, e la forza di gravità si dissipava come il vento; le carezzava le gote, le scivolava tra i capelli, infine le regalava quell'inattesa, sorprendente scoperta che soltanto le creature alate avrebbero mai potuto veramente comprendere. A sua volta, infatti, la Corvonero viveva l'abilità di sospendersi da terra, di spiccare un lieve balzo verso l'alto - volente o meno che fosse. Era un effetto che lasciava intorpiditi, una di quelle magie che non avevano modo concreto per essere spiegate. E forse, se non fosse stata una reazione tanto inaspettata, la stessa studentessa ne avrebbe colto un entusiasmo maggiore, ben più coinvolgente. Il punto era proprio quello, l'ignoto. Un attimo prima addentava uno dei biscotti più gustosi del sacchetto che aveva ricevuto in dono, l'attimo dopo ne era compromessa in modo stravagante. Quando batté piede ancora una volta sull'asfalto della strada percorsa, poté trarre un sospiro di sollievo. Nulla di troppo duraturo, a malincuore, perché esattamente l'attimo successivo tornò a perdere consistenza con il basso, con qualsiasi aggancio, con qualsiasi peso. Via in alto, sospesa a mezz'aria come una libellula, con quel colorito capriccioso del bianco latte, lungo la pelle - dalle mani, in primo piano, fino alle braccia, al volto, perfino la lingua, se solo ne avesse avuto avvisaglia. La vecchina si bloccò di scatto, attirata com'era dall'altra. Si volse indietro con un'espressione che passò dalla curiosità ad un velato, e poi sempre più evidente timore. Arricciò la bocca in una smorfia, e quando parlò la vocetta le uscì abbastanza stridula. «Oh cielo.» Avanzò di pochi passi, a raggiungere così Delta. Il problema, però, era che il volo quasi non sembrasse voler arrestarsi quella volta: la Corvonero continuava a salire, e di lì a breve poté raggiungere l'altezza di un balcone di una casetta di passaggio. Non era più divertente, forse non lo era mai stato. «Cara, sei per caso allergica ai pungiglioni di celestino?» La donna, ormai spaventata, dava l'impressione di saperne di più. Era tutto accaduto dopo che Delta aveva mangiato un biscotto, non poteva essere una coincidenza. La strega, comunque, mosse la bacchetta fino ad evocare dalla punta una corda lunga, sottile, piuttosto dinamica. Si spinse così in alto, per metri, e rimase sospesa proprio verso Delta. Se solo si fosse spinta di poco, in volo com'era, avrebbe potuto raggiungere sulla sinistra il balcone di una casetta, e sulla destra l'aggancio ad un lembo della corda. Non riusciva più a scendere, diversamente, e la pelle restava tinta di bianco. Da quell'altezza guadagnata, tuttavia, Delta poté scorgere meglio il dedalo di stradine, fontane e appartamenti del Villaggio di Hogsmeade. Di lato, le parve di mettere a fuoco una serie di persone, le uniche in effetti in un luogo altrimenti desolato, per via del coprifuoco. C'era una coppia di figure che si avvicinava ad un'altra, e poco oltre - subito dopo la discesa di una stradina - c'era un'altra coppia. Non poteva sapere di aver appena visto i suoi compagni di viaggio, e se avesse tentato di gridare, purtroppo da così lontano - e in alto - non sarebbe stata udita. Però, aveva un'indicazione. Erano tutti alla sua sinistra, e la corda sospesa la invitava a sbrigarsi.

Una brezza leggera scivolò dolcemente tra i vicoli di Hogsmeade. Colse tutti coloro che ancora girovagavano, come se l'Incanto Gnaulante non fosse affatto un problema. D'altronde, da quando era scattato, nulla di pericoloso si era realizzato. In lontananza, un suono pungente. Come un verso di rapace, stridulo e acutissimo.
Come un ruggito di leone, violento e furioso.
Già si disperdeva.

Che la sua prossima meta sia proprio il villaggio?
Poche ore fa, alla Gazzetta siamo stati nuovamente avvisati di altri spostamenti: il primo a Durness, una cittadina che si affaccia sulle coste scozzesi, e questa volta ha divorato alcune capre di un allevamento [...] Un ultimo avvistamento è stato a qualche km di distanza da Hogsmeade, sulle montagne, nella periferia estrema. [...] A nome di tutti i genitori di Studenti di Hogwarts, si invita inoltre il Preside a sospendere momentaneamente le gite fuori porta al Villaggio di Hogsmeade.

– Dalle pagine della Gazzetta del Profeta,
«Grifone di Londra in fuga»


Perdonate il ritardo, braciolette!
Questo ultimo periodo mi ha cotto come un gustosissimo arrosticino abruzzese, riprendiamo con velocità e grazie per la pazienza. I vostri interventi sono stati eccezionali, complimenti. Continuate così, davvero stuzzicanti. Per l'ultima parte, è riferita solo a chi all'esterno.
Per KC: tu sei già quel che sei (temporalmente), ma senza creare paradossi offgdr, in questo evento è ad ora un solo accenno a cui tenevo.

Resto a disposizione per dubbi/domande.
Prossima scadenza: 20 Ottobre, 23.59


Mappa&Statistiche

DEU7jev
(immagine ingrandita click)

Tre Manici di Scopa
Narcissa E. Miller
Punti Salute: 101/101
Punti Corpo: 50/50
Punti Mana: 50/50
Siri Jensen
Punti Salute: 103/103
Punti Corpo: 50/50
Punti Mana: 50/50
Lyvie Synfenir
Punti Salute: 102/104
Punti Corpo: 51/51
Punti Mana: 51/51
Jaehaerys E. Blackfyre
Punti Salute: 102/104
Punti Corpo: 50/50
Punti Mana: 55/55
Steve Prewett (png)
Punti Salute: 98/100
Punti Corpo: 50/50
Punti Mana: 50/50



Tra Ufficio Postale e Mielandia
Casey Bell
Punti Salute: 183/183
Punti Corpo: 160/160
Punti Mana: 212/212
Zachary Ellis (png)
Punti Salute: 190/190
Punti Corpo: 180/180
Punti Mana: 195/200
Vivienne Leah Pierce
Punti Salute: 100/104
Punti Corpo: 50/50
Punti Mana: 50/50
Alice Wagner
Punti Salute: 95/100
Punti Corpo: 50/50
Punti Mana: 50/50



Tra Zonko e BiblioMagic
Delta McTavish
Punti Salute: 100/100
Punti Corpo: 50/50
Punti Mana: 50/50
Venditrice (png)
Punti Salute: //
Punti Corpo: //
Punti Mana: //


Stratchy&Sons
Thomas Edison (png)
Punti Salute: 100/100
Punti Corpo: 50/50
Punti Mana: 50/50
Otis Edison (png)
Punti Salute: 100/100
Punti Corpo: 50/50
Punti Mana: 50/50
 
Web  Top
view post Posted on 14/10/2020, 14:19
Avatar

Group:
Tassorosso
Posts:
3,980

Status:



Siri Jensen
Tassorosso | Studentessa | 11 anni | Concentrata | Outfit | ♪XwFHG5M "È sicura la mia sfortuna, come è sicuro che 2+2=4"
Com'era la situazione ora? Buona? Non buona? Mediocre? Accettabile? Era meglio desiderare di esser stati rapiti da Babbo Natale? Erano un po' discordanti varie tesi, visto che se dovevamo parlare un po' di tutti, allora si stava vivendo un piccolo sbalzo. Era come assistere ad una divisione di formazioni di un assetto di battaglia, un po' come la suddivisione di un esercito per la conquista di più obbiettivi. Nonostante quello maggiore fosse il grifone e il chiedere aiuto ad Hogwarts, gran parte dei ragazzi lì presenti si erano divisi. Narcissa e Lyvie avevano deciso di vestirsi da cameriere per aiutare a comprendere cosa stesse accadendo al tavolo di Narcissa. Jaehaerys intanto si era messo a discutere con la proprietaria della locanda, in merito alle delucidazioni scoperte sul grifone, su cosa gli piacesse mangiare e come agiva di solito, cercando di creare dei piani con la proprietaria stessa. Chi mancava all'appello? Ah giusto, Siri. Lei, insieme a Prewett erano rimasti vicino al quadro, cercando di comunicare con la stessa Mirabella in merito al come poter raggiungere o anche solo avvisare della minaccia del grifone. Qualcosa era apparso negli occhi della donna, una sorta di luce strana, ma positiva, forse aveva compreso qualcosa nel linguaggio della Tassina che aveva cercato di esprimersi, parlando anche lentamente e facendo gesti, dell'urgenza della chiamata ad Hogwarts. La donna emise un suono strano, sgraziato, poco fastidioso e il suo sguardo si alzò fino ai loro volti, con Siri che ricambiava stranita, leggermente impaurita, ma lo sguardo fisso sulla donna. L'eglefino tra le sue mani scattò via nell'acqua, facendo sbucare quella sua pinna, anche unica presente nel quadro, muovendosi rapidamente verso la grotta. Qualsiasi cosa fosse, era da considera positiva? Beh.. di certo avevano smosso il quadro a fare qualcosa, quindi di certo un risvolto positivo c'era, ma ora? Ora bisognava aspettare le conseguenze di quelle parole.. forse la creatura era andata a cercare aiuto ad Hogwarts o un qualcuno che nella scuola parlasse maridese, così da far attivare il passaggio. Qualsiasi di queste opzioni sarebbe stata d'aiuto, sempre meglio del rimanere rinchiusi all'interno di quella struttura, con la minaccia della creatura alata. Dopo quella fuga dell'eglefino, la donna si batté il pugno sul petto, indicando poi i ragazzi davanti al quadro, pronunciando una sorta di nota musicale.
*Qualcosa mi dice che c'è qualcosa di strano...forse sto solo delirando io con il mio pensiero, ma è come se qualcosa non tornasse. Spero vada tutto per il meglio, anche se ho i miei dubbi che spero siano dubbi che verranno contradetti.*
Prewett senza attendere oltre, si fece delle domande retoriche, anche se in parte giuste. Se dovevano seguirla, come avrebbero dovuto fare? Il ragazzo, preso dalla curiosità e dal coraggio, cosa che la sua casata donava costantemente ad ogni grifondoro, toccò il quadro. Siri intravide il sorriso strano della donna, ma volgendo gli occhi a quello, non notò subito le conseguenze che Prewett stava subendo. In pochi secondi il ragazzo si ritrovò quasi del tutto risucchiato dal quadro, afferrando il braccio della tassina che per tante questioni di cose, iniziò a pensare a quanto la sua vita facesse leggermente schifo in quel momento e a quanta fortuna aveva accumulato nel tempo, per essere diventata così sfortunata di botto, da un momento all'altro. Non poteva di certo incolpare Prewett, la sua era stata un'azione alquanto normale e umana, non vi era nulla di magico o babbano, era tutta una questione psicologica. Non potendo di certo usare la bacchetta, visto che in pochi secondi si ritrovò ad essere per la maggior parte del corpo, dentro al quadro, il suo massimo fu urlare, reazione più che normale.
«Ahhh!»
Non riuscì a pronunciare alcuna parola, se non urlare dall'inizio alla fine di quella presa nel quadro, il suo massimo, fu cercare di tenere la mano bella aperta per essere afferrata. In caso di insuccesso, avrebbe visto quanto era bella e profonda la tana del bianconiglio. Che come conseguenza non sarebbe stata poi male eh, però...le patatine fritte dei tre manici di scopa...come dirgli di no.




PS: 103 | PC: 50 | PM: 50| PE: 1.5
Giuls || © harrypotter.it



× Inventario ×
- Raccolta di fiabe "Alberi sempreverdi nel paese di Dunwich"
- Fernweh: Legno di Vite, Piuma di Occamy, 11 pollici, Flessibile

~ Incantesimi Conosciuti ~
- Incantesimi innati
- Prima classe: Wingardium Leviosa, Finite Incantatem, Lumos (e variazioni), Nox, Sonorus, Quietus, Gratta e Netta, Epoxy, Tergeo, Periculum, Cornus
- Seconda classe: Silencio, Muffliato, Diffindo
- Terza classe: Reparo
 
Top
view post Posted on 14/10/2020, 15:05
Avatar

𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

Group:
Prefetto Serpeverde
Posts:
363

Status:





11 anni • studentessa • I anno • Serpeverde • Scheda


Non aveva notato fino a quel momento che Jaehaerys non fosse vicino a loro, bensì si trovava a parlare con Madama Rosmerta, chissà di cosa. Lyvie non era a conoscenza del dettaglio della carne cruda che avrebbe potuto attirare il grifone, anche perché era lontana dalla conversazione, rivolta perlopiù verso il quadro, accanto a Narcissa che a sua volta si trovava nei pressi del tavolo dell'uomo incappucciato. La creaturina che vide attirò sempre più la propria attenzione, soprattutto perché non capiva perché si trovasse proprio lì, in una taverna, proprio a quel tavolo.
Lyvie alternò per un attimo le iridi verdi dall'uomo ancora dormiente alla piccola creatura che sembrava una fata, che vide per la prima volta in vita sua. Ne fu affascinata, era innegabile; Lyvie non seppe darle un nome preciso, ma al momento - forse - sarebbe stato meglio concentrarsi sul quadro e su ciò che potevano ricavarne. Dovevano contattare il castello, quello era il problema più grande da risolvere.
Fece per voltarsi, ma subito dopo il rumore di un oggetto sulla superficie del tavolo la colse di sorpresa, così come stupì la creaturina. Immediatamente l'attenzione di ques'ultima si era spostata dalle patatine a quella specie di perla che non sapeva ancora identificare bene: che cosa poteva essere di così importante? Che avesse qualche potere? Perché era caduta sul tavolo proprio in quel momento? E perché la fatina ne sembra così tanto interessata?
Rivolse uno sguardo a Narcissa di incertezza, sentendo che qualcosa stava per succedere. Che fosse una perla incantata? Avrebbe potuto aiutare il gruppo di giovani a risolvere tutti i loro problemi?
Valeva la pena provare.


« Strano, devo dirl-- » ebbe il tempo di dire all'amica concasata, quando la "fata" scattò verso la perla con una rapidità che non aveva mai visto, e così anche Lyvie scattò, quasi gettandosi sul tavolo per poter recuperare la perla prima della creaturina, allungando il braccio verso l'oggettino stesso non identificato. Non sapeva cosa aspettarsi, né cosa sarebbe successo, ma la curiosità aveva fatto da padrona, tanto da non accorgersi di cosa stessa succedendo nei pressi del quadro.
Solo poi avrebbe sentito l'urlo di Prewett, di Siri. Lyvie sarebbe rimasta con la bocca spalancata, confusa come non mai di fronte quell'episodio che di certo non si sarebbe mai aspettata. Entrambi vennero risucchiati da Mirabella sotto il suo naso, e lei se n'era accorta troppo tardi.


PS: 102/104 • PM: 51 • PC: 51 • EXP: 2




 
Top
78 replies since 19/7/2020, 18:49   3097 views
  Share