Allucinanti abitanti degli abissi, London Aquarium - Privata

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view post Posted on 9/8/2020, 12:31
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Agosto aveva portato con sé una coltre di soffocante calura che, avvolta intorno alla capitale, pareva impigrirla, rallentarla come se d'un tratto l'aria si fosse fatta terribilmente densa. Jolene aveva spalancato le finestre del suo appartamento, sperando che l'aria potesse portarle un po' di sollievo, ma il pomeriggio continuava a trascorrere con lentezza esasperante. Mr Butler, il gatto bianco, giaceva disteso sul pavimento; Daisy, che non aveva mai brillato per vivacità, stava sul suo trespolo in un'immobilità pressoché assoluta, quasi che ogni movimento le costasse una fatica immane. Jolene cercava di leggere, ma la concentrazione andava e veniva capricciosamente, ed era la terza volta che si soffermava sullo stesso paragrafo dedicato agli avvincini. Stufa, richiuse il libro con un leggero tonfo, scoprendo il titolo che era inciso sulla copertina: Allucinanti abitanti degli abissi. Avrebbe volentieri accettato di sguazzare tra i Maridi, pur di staccarsi di dosso quel caldo.
Il piano nacque per un'ovvia associazione di idee: abissi, creature magiche, posti freschi. Non appena vi pensò, non perse tempo in preparativi elaborati, limitandosi a cambiarsi in fretta e caricare la borsa dello stretto necessario per passare il resto del pomeriggio fuori: i soldi, la bacchetta, il libro. Entro qualche minuto, stava già uscendo di casa.

Visitare il London Aquarium era senza dubbio meglio che spararsi in faccia un Frigus continuo. Jolene ci era andata una volta sola, quando era ancora una bambina, accompagnata dalla nonna materna. Ricordava un posto silenzioso, circondato dall'acqua come una bolla d'aria e vetro in un autentico fondale marino. Le sembrava che avessero trascorso lì dentro ore intere, con l'anziana donna che indicava ora una creatura oltre i vetri, ora un'altra, e ne mormorava il nome alla nipote. Per il resto non avevano parlato molto, ma dalle poche informazioni che le erano state elargite, e dai dettagli individuati attraverso uno sguardo pieno di meraviglia, Jolene era riuscita ad elaborare un intero mondo, pieno di incanti che potevano sopravvivere solo a quell'impressionante profondità. Ora che vi tornava, si aspettava in certa misura di rivivere lo stesso stupore, coronato, questa volta, dalla vivace curiosità di mettere in relazione ciò che vedeva a ciò che negli anni aveva imparato sulle creature magiche.
C'era un solo problema: non sapeva bene come raggiungere la parte magica dell'Aquarium. Ricordava vagamente che bisognasse entrare insieme ai Babbani, per poi oltrepassare una porta vicino alla loro biglietteria. Ma, se per trovare quest'ultima bastò seguire le indicazioni, non c'erano cartelli specifici per indirizzare i Maghi. Così, prese ad aggirarsi nel corridoio, sforzandosi invano di strappare alla propria memoria dei ricordi più precisi. L'abbigliamento Babbano le consentiva di amalgamarsi ai turisti e, anche se non era in coda per i biglietti come loro, non le sembrava di aver attirato l'attenzione di nessuno.
Si fermò di fronte ad una porta sulla destra della biglietteria non magica. Un cartello avvisava come fosse un ingresso riservato al personale: fatto incoraggiante, poteva trattarsi di uno stratagemma per scoraggiare i Babbani a ficcare il naso. Se lo disse per incoraggiarsi, perché in realtà si stava muovendo completamente a casaccio. Lanciò un'occhiata verso i turisti, assicurandosi che nessuno di loro stesse guardando nella sua direzione. Poggiò la mano sulla maniglia, pregando che fosse la porta giusta, e praticamente sicura del contrario. Non le venne ancora in mente che forse l'ingresso era provvisto di qualche sistema di sicurezza in più, e d'altra parte, per quel che ne sapeva lei, sua nonna non aveva usato nessuna magia per superare quella soglia. Quel piccolo dettaglio si era del tutto cancellato dalla sua memoria. Così si limitò a girare la maniglia, e a spingere con forza l'uscio, imitando inconsapevolmente lo slancio che aveva sempre visto nella maggior parte dei ragazzini che attraversavano il muro verso il binario nove e tre quarti. Fa' che non sia uno sgabuzzino.

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view post Posted on 9/8/2020, 15:34
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Connor O'Brien
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Un caldo fastidioso si riversava tra le vie delle città, come un grande lenzuolo pronto ad coprire e soffocare ogni singola persona si trovava al di sotto.
Connor quel giorno era in tenuta Babbana, pantaloncini beige, camicia di lino bianca con maniche arrotolate e un paio di occhiali da sole di un noto marchio.
Amava quando poteva andare a visionare e studiare i comportamenti delle fantastiche creature acquatiche che popolavano il London Aquarium. Quel giorno sembrava non essere il solo a voler passare un pò di tempo in visita all'acquario, molti maghi e babbani si riversavano all'entrata della famosa struttura, ma Connor non vedeva nessuno di famigliare, e questo forse lo rincuorò. Quando stava a contatto con le creature, infatti, Connor amava distaccarsi dal mondo reale, e per qualsiasi persona che le stesse accanto questa cosa poteva essere vista come un non voler condividere la propria passione, ma in realtà non era proprio così, semplicemente Connor non aveva mai trovato qualche altra persona a cui potesse interessare come a lui, le molte curiosità studiate nel tempo su queste meravigliose creature.
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La biglietteria babbana si trovava di fronte al ragazzo, e proprio li vicino una regale porta in quercia che indicava l'entrata dell'acquario per maghi si reggeva imponente pronta ad accoglierlo.
Connor si avviò verso l'entrata e lentamente tirò fuori la bacchetta, ma si fermo d'improvviso...Una giovane ragazza sicuramente babbana stava semplicemente girando la maniglia della porta, e da li a poco si sarebbe ritrovata in un gabinetto per lo staff.
Per evitare inutili perdite di tempo, il ragazzo ripose la bacchetta nella tasca coperta dalla camicia e affrettando il passo poggiò una mano sulla porta semiaperta dalla ragazza dai capelli color rame.
E chiaramente scritto "riservato al personale"
disse con tono pacato rivolto a quella che credeva la classica babbana curiosa.
In quel momento i ragazzi si trovavano molto vicini, e per un attimo Connor avverti un leggero imbarazzo, così staccando la mano dalla porta ormai richiusa , fece un passo indietro.



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view post Posted on 10/8/2020, 19:51
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La porta prese a scivolare silenziosamente sui cardini, allargando uno spiraglio attraverso cui Jolene sbirciava con impazienza. Aveva appena scorto i primi dettagli – un mosaico di piastrelle bianche, il lato marmoreo di un lavandino –, e già capiva di aver preso un granchio, quando una voce accanto a lei la fece sobbalzare. Tanto era stata intenta nella sua esplorazione, o forse il ragazzo si era mosso con passi talmente silenziosi, che la sua vicinanza la colse completamente alla sprovvista. Voltò la testa in sua direzione, appena prima che lo scatto dell'uscio annunciasse che lo sconosciuto si era affrettato a richiuderlo.
In un primo momento, Jolene temette di aver attirato l'attenzione del personale. A giudicare dai vestiti ordinari e dall'assenza di un qualsivoglia badge identificativo, però, non era quello il caso. Lo sconosciuto fece un passo indietro, mentre Jolene si allontanò leggermente dalla porta, lo stretto necessario per evitare che qualcuno, guardando nella loro direzione, venisse insospettito dalla loro vicinanza ad un ingresso riservato.
Alo stesso tempo voltò anche il corpo così da fronteggiarlo, l'espressione interrogativa che già si delineava nella piega leggera insinuatasi tra le sopracciglia. «Tu fai parte del personale, immagino?», chiese cortese, quasi che di fronte ad una risposta affermativa fosse pronta a dare voce a qualche richiesta di indicazioni.
Prima di attendere una risposta – prima ancora di porre la domanda –, cercò di capire da sé chi potesse avere di fronte. Non c'erano evidenze che lavorasse lì, sembrava più uno dei tanti turisti che transitavano davanti alla biglietteria: forse era solo uno particolarmente ficcanaso. Sempre che non si fosse trattato di un Mago, e del suo tentativo di allontanare una presunta Babbana da affari che non la riguardavano. Se avesse saputo per certo che quella era l'entrata all'acquario magico, anche lei si sarebbe comportata allo stesso modo.
Cominciò ad improvvisare a briglia sciolta, in una parlantina vivace che, sperava, avrebbe sopperito alle sue scarse capacità attoriali: «Stavo cercando mia nonna, l'ho persa di vista poco fa e ha l'abitudine di cacciarsi nei posti più strani. Volevamo vedere insieme le creature magiche dell'acquario». Si interruppe brevemente: sperava che, se davvero il suo interlocutore fosse stato un Mago, avrebbe interpretato quel riferimento nel suo senso più specifico. «È così tanto tempo che non vengo qui, per poco uno non si dimentica perfino come trovare l'entrata!» Abbozzò un sorriso, tacendo infine per dare all'altro la possibilità di replicare. Nel peggiore dei casi l'avrebbe creduta una un po' svampita, ma tutto sommato era già partita col piede sbagliato quando si era fatta sorprendere ad aprire una porta da cui doveva stare alla larga.

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view post Posted on 11/8/2020, 09:00
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Connor O'Brien
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Il Sea Life di Londra ospita più di 500 specie da tutto il mondo marino, inclusi 40 squali di 12 specie differenti" un messaggio radio echeggiò all'entrata del grande acquario, e subito una musichetta tipica iniziò a suonare. La gente iniziava ad aumentare, famiglie con bambini, studenti, e gruppi di amici erano pronti a scoprire il mondo sommerso.
Personale? no, in realtà sono semplicemente un visitatore
Disse Connor con tono pacato, poi guardando la ragazza negli occhi aggiunse
Solo, volevo evitarti un rimprovero, sai spesso ci si può sbagliare, e poi quasi per magia ci si ritrova in una Toilette.
sorrise lievemente, mentre nella sua testa iniziava ad affiorare l'idea che la giovane ragazza, forse non era una Babbana.
Successivamente ascoltò la storiella della nonna persa all'entrata dell'acquario, e per quanto plausibile, la parola " creature magiche" scaturirono un sorriso sul volto del giovane mago.
Ora era abbastanza sicuro che di fronte a lui aveva una strega.
Sai oggi c'è così tanta gente, che sarà difficile trovare tua nonna, credo che tutto questo afflusso sia per via dell'evento del mese!
Connor guardò la ragazza negli occhi, era pronto a scrutare curiosità e aspettativa,
Sai dell'evento no?
continuò simulando con le mani il movimento sinuoso tipico di una creatura marina.
Effettivamente quel giorno era atteso da Connor da più di due mesi, proprio in quella calda giornata, infatti, in una delle enormi vasche ospitanti le creature magiche, si sarebbero schiuse le grandi uova di Ippocampo.
Spero solo che ci sia meno fila che di quella babbana, ma comunque bisogna cercare prima tua nonna giusto?
Concluse abbassando leggermente lo sguardo e sorridendo tra se, a quel punto o la ragazza gli avrebbe chiesto di cosa diavolo stesse parlando, oppure si sarebbe tranquillizzata e rivelata per quello che era.





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Edited by Connor O'Brien - 12/8/2020, 09:36
 
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view post Posted on 12/8/2020, 20:25
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Come c'era da aspettarsi, l'uomo non era che uno dei tanti turisti accorsi all'acquario in un giorno di insopportabile calura. Più significativa, per Jolene, fu la scelta di una particolare espressione nel suo discorso: quasi per magia. Una formula abbastanza comune anche tra i Babbani, che, tuttavia, fece accendere lo sguardo della rossa di una scintilla di complicità. Era certa di non essersi solo immaginata il sorrisetto in cui si era distesa l'espressione dell'altro, e ne ebbe la conferma quando fu lei stessa a tirare in ballo la magia, mentre farneticava di una fantomatica nonna con il gusto per le esplorazioni avventate.
Il loro poteva anche essere un gioco di parole scontato, il modo più logico e semplice per capire se l'interlocutore appartenesse o meno alla comunità magica. Non c'era niente di straordinario in tutto ciò, tuttavia, fin da quando poteva ricordare, quelle particolari dinamiche l'avevano sempre divertita molto. Le piaceva la sensazione di incertezza dei primi momenti, il piccolo azzardo di muovere un passo in avanscoperta. Per una persona abituata a viaggiare di fantasia come era Jolene, il tutto somigliava ad una sorta di codice segreto, da adattare con discrezione alle specifiche situazioni.
Allora, come accadeva ogni volta, si ritrovò a sorridere apertamente, certa ormai che l'altro parlasse la sua stessa lingua. A coglierla di sorpresa fu l'accenno ad un evento; il Mago dovette notare la sua aria confusa: «Sai dell'evento no?». Jolene scosse la testa: «No, non ne sapevo niente. Non avevo programmato di venire qui, ma a quanto pare ho scelto la giornata giusta! Di che si tratta?». La curiosità era evidente nel tono di voce, colorito da una nuova vivacità piena di aspettativa. Non ricordava nessun evento speciale risalente alla sua unica visita all'acquario, e la completa novità di ciò che si prospettava la rese impaziente di entrare.
La conferma definitiva di avere a che fare con un Mago non tardò ad arrivare: se in precedenza poteva essere rimasto qualche dubbio, era certo che solo uno dei suoi simili potesse conoscere la parola Babbano. Inizialmente, Jolene prese ad annuire, tanto per la consolidata certezza che per quanto detto sulla biglietteria. A quel punto stava lanciando occhiate impazienti verso la porta, prima di rendersi conto di dover smentire la bugia che aveva tentato di rifilare allo sconosciuto: «Non preoccuparti di mia nonna, credo che sia tranquilla a casa sua. Scusami se ho mentito», proseguì con un tono più esitante, scrutando il suo viso per capire se se la stesse prendendo. «È la prima scusa che mi è venuta in mente per tentare di intrufolarmi nei bagni del personale.» Rise brevemente, pensando alla figura che doveva avergli fatto. «Ma dai, adesso entriamo. Bisogna aprire in qualche modo particolare? L'unica volta che ci sono venuta non ci avevo proprio fatto caso.» Si scostò, quindi, così da lasciare a lui la possibilità di operare qualunque magia servisse per non finire dentro ad un bagno. Controllò che la gente in fila alla biglietteria non guardasse nella loro direzione, anche se era certa che ci fosse qualche sistema magico a garantire la discrezione dell'ingresso.
«Tu invece? Sei un visitatore abituale?» azzardò, anche se le probabilità di venire smentita erano alte. Non ci voleva poi molto a saperne più di lei su come muoversi in quel luogo, o ad essere informati su qualsiasi evento che non fosse ospitato da una libreria.

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view post Posted on 13/8/2020, 09:51
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Connor O'Brien
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La nascita di una creatura magica era per Connor motivo di grande entusiasmo, era pobabile non fosse la stessa cosa per la ragazza, e vedendo la grande curiosità negli occhi della giovane, in Connor si insinuò un senso di paura, la paura di deluderla, forse aveva espresso troppo stupore per l'evento? Forse il cucciolo di Ippocampo per una persona normale non era niente di che? Forse la ragazza lo avrebbe preso per uno strambo ragazzo troppo attaccato alle creature magiche?...Prese coraggio
Sai, oggi si schiuderanno le uova di Ippocampo
Disse staccando subito lo sguardo dalla ragazza per evitare strane occhiate, era abituato in effetti a evitare gli sguardi di imbarazzo delle persone, lo faceva da tempo ormai.
Beh, mi rincuora che tua nonna non si sia persa, perdono la bugia.
disse con un sorriso alla ragazza,
Hai ragione, è ora di entrare, ma prima piacere Connor O'brien disse allungando la mano verso la giovane, poi spostando leggermente la camicia di lino sbuco da una tasca dei pantaloni una bacchetta dal legno chiaro.
Sono un cliente abbastanza abitudinario, sto seguendo questa incubazione di uova sin dall'inizio, sai fa parte dei miei studi, sono un ricercatore di Creature Magiche, o almeno ci sto provando.
disse mentre impugnando la bacchetta si avvicinò alla porta.
Improvvisamente si spalancò, mostrando un atrio composto da grandi pareti in vetro colme di creature magiche, vortici d'acqua e habitat vari, un grande sorriso fiorì sul volto del ragazzo.
Era davvero d'impatto, sembrava come immergersi negli oceani più profondi.
se ti va potremmo vedere la nascita insieme
Non fece in tempo a finire la frase che divenne subito rosso sulle guance, non era abituato a condividere la sua passione, ma quella ragazza in fondo gli esprimeva sicurezza.
Sempre se non hai altro da fare, perchè in quel caso ci sono tante attività, vedi li c'è lo spettacolo degli avvicini o più giù, tra pochi minuti nutriranno i Plimpi.
Il ragazzo parlò molto velocemente per cercare di distrarre la ragazza dall'invito fatto poco prima, Connor era così, quando era in imbarazzo parlava a raffica.




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view post Posted on 16/8/2020, 11:04
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Attraverso il magico ingresso "riservato allo staff" e protetto da un'infinità di incantesimi, ci si ritrovava in un mondo completamente diverso; era come finire direttamente nei fondali, completamente circondati d'acqua, seppure senza bagnarsi neanche un solo capello. Bastava muovere un poco gli occhi per notare le diverse e magiche creature che popolavano gli abissi: branchi di Shrake che si muovevano in sincrono intorno ad un finto relitto, forse per trovare la loro vendetta; sporadici Ramora nuotavano liberi, creando un magnifico effetto di luci riflesse. Ma l'attrazione principale di quel giorno era più distante dall'ingresso, dove molti maghi si erano riuniti in attesa del dolce evento.

Dietro la scrivania vicina alla soglia, invece, un ragazzo slanciato che dimostrava molti meno anni di quelli che aveva in realtà, si alzò di scatto dalla sua postazione:
«Presto la porta!» Annunciò ai nuovi visitatori, intimando di chiudere l'ingresso e gesticolando con le mani. «Non vorremmo causare nuovamente gli errori del passato, non ho più intenzione di vedere un membro della squadra Obliviatori in vita mia!» Aggiunse con fare teatrale, prima di sorridere divertito. Capitava sempre più spesso che delle Creature Magiche creassero caos e disagi nel mondo babbano ed era già accaduto che dei Plimpi Ghiottoni fuggissero dall'acquario, ma il ragazzo di turno si divertiva soltanto a spaventare i visitatori, soprattutto nell'osservare i tentativi più disparati del richiudere la porta. In quel periodo poi, in cui un Grifone stava quasi praticamente infestando quei territori, era ancora più facile vedere vero e proprio sgomento sui volti di diversi maghi. «Benvenuti nell'Acquario!» Proclamò poco dopo, senza fare altri cenni a quel suo tentativo di allarme e tornando ad assumere un atteggiamento più serio: «Oggi è un giorno speciale. Se lo desiderate, avvicinatevi alla zona degli Ippocampo, ci sarà una bella sorpresa» Fece una breve pausa quando incrociò lo sguardo del mago appena entrato, aveva qualcosa di familiare; non era raro vedere spesso gli stessi volti, quindi forse quell'uomo era già passato di lì altre volte, ma non essendo sicuro il ragazzo proseguì con la solita procedura: «L'ingresso costa 10 Falci! Vi auguro buon divertimento» E con un occhiolino concluse l'accoglienza, lasciando i due liberi di proseguire senza troppe attese.
Conti aggiornati! Buon proseguimento :fru:
 
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view post Posted on 22/8/2020, 21:38
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Apprendere dell'evento a cui avrebbero assistito accese lo sguardo di Jolene di allegra vivacità. «Davvero? Sono animali così maestosi! Ricordo che mi impressionarono tantissimo, quando venni qui da piccola, ma non mi sembra di aver mai visto un cucciolo.» Ciò che sapeva su quegli animali andava poco oltre al loro aspetto, che, ad ogni modo, era talmente singolare da costituire di per sé uno spettacolo: cavallo nella metà anteriore, creatura marina in quella posteriore. Come faceva quel proverbio? Non gridare al Kelpie quando è solo un Ippocampo? Non essendo quello il suo campo specifico di interessi, le sue conoscenze non andavano oltre a ciò che comunemente si sentiva dire tra i Maghi, in aggiunta ad occasionali reminiscenze scolastiche e, più di recente, a ciò che aveva fatto in tempo a leggere nel libro che aveva in borsa. La curiosità, anziché venire sminuita dalle poche conoscenze, ne fu anzi ulteriormente accresciuta: non c'era niente che potesse entusiasmare Jolene tanto quanto la prospettiva di qualcosa di nuovo, e assistere ad un momento così speciale della vita degli abissi le sembrava un autentico privilegio.
L'impazienza, insomma, era tale da farle dimenticare perfino le buone maniere, così fu l'uomo il primo a presentarsi. Rispose con un sorriso, allungando la mano ad incontrare quella di Connor – la pelle di Jolene era fresca a dispetto dell'estate, come sempre, e la stretta più ferma di quanto ci si sarebbe aspettati da una ragazza tanto minuta. «Jolene White, piacere mio. Dico davvero, non sai quanto avessi bisogno di una guida in questo posto.» Probabilmente se ne era reso conto quando l'aveva vista cercare di infilarsi in un bagno del personale, ma scelse di sorvolare. Incontrare Connor era stata una fortuna non tanto per le conoscenze che dimostrava di avere dell'Acquario – che pure non erano da sottovalutare –, ma soprattutto per la gentilezza che stava mostrando nei suoi confronti. Normalmente Jolene si sarebbe sentita una sprovveduta a non avere idea di come aprire una porta, ma i modi gentili di Connor le permisero di mettere da parte simili pensieri, favorendo un'atmosfera distesa.
L'uomo si scoprì essere non un semplice appassionato, bensì un aspirante ricercatore. La sua conoscenza dell'Acquario, la sua stessa presenza in quel luogo acquisivano così un significato nuovo e ben più ampio. Jolene, tuttavia, non poté commentare tale rivelazione perché, ad un tocco di bacchetta, la porta si spalancò, questa volta sugli abissi. Mentre sul volto dell'uomo sbocciava l'ampio sorriso di chi si ritrova in un luogo amato – così, almeno, lo interpretò Jolene –, gli occhi della rossa si spalancarono nel tentativo di assimilare l'interezza dell'incantevole ambiente. I ricordi non gli rendevano giustizia: questo il primo pensiero nel varcare la soglia, completamente ammutolita. Un intero universo era di fronte a loro, talmente altro da suscitare la più totale meraviglia. Jolene si sarebbe persa a contemplarlo per minuti interi, non fosse stato per la voce di Connor, che intervenne presto a riportarla alla realtà.
Sbatté le palpebre, voltandosi verso di lui. «Oh, no, non voglio perdere la schiusa. Ti accompagno molto volentieri. E poi si dice che i Tadfoal portino fortuna, vederne una cucciolata al momento della nascita deve garantire la buona sorte per almeno sette anni.» Caricò l'ultima affermazione con un breve sorriso scherzoso. Se Connor sembrava piuttosto imbarazzato, lo stesso non si poteva dire di Jolene che, invischiata in un autentico mare di percezioni incredibili, si sentiva come fuori dalla sua stessa pelle, assorbita dalle profondità che li circondavano da ogni lato.
Trasalì visibilmente all'introduzione di una terza voce, che vide provenire da un ragazzo incredibilmente giovane dietro ad una scrivania. Presa dal panico, per poco non si lanciò contro la porta nella fretta di chiuderla prima che potesse verificarsi la catastrofe preannunciata dal tono dell'inserviente. Si rilassò solo quando capì che era stata poco più che una recita, e allora sentì che un leggero rossore le saliva alle guance nel rendersi conto della sua credulità. «Sì, beh, grazie», fu tutto ciò che borbottò nella breve transazione, allontanandosi non appena ebbe in mano in biglietto d'entrata.
Non che un broncio potesse durare molto in simili circostanze. Bastò inoltrarsi un po' di più sotto alla volta: di un profondo blu, permetteva un'osservazione privilegiata dei fondali. Immersi nella luce fredda, i loro stessi corpi davano l'illusione di fluttuare. Jolene seguì con lo sguardo un Plimpi che zampettava sul vetro come in cerca di cibo, probabilmente sentiva che si stava avvicinando l'ora del pasto.
Si accostò a Connor, la voce che istintivamente si abbassava: «Sai, mia nonna, quella reale, diceva sempre di quanto i fondali fossero belli e, allo stesso tempo, incutessero un timore terribile. È vero, non trovi? A stare qui mi sembra di guardare qualcosa che non dovrei mai vedere.» Si interruppe, indecisa su come descrivere la sensazione di piccolezza che sentiva in quel momento. Era un po' come camminare nell'enorme navata della più bella delle cattedrali, ma non sapeva quanta affinità Connor avesse con il mondo babbano, e avrebbe potuto non capire il paragone, la sensazione di sacralità che faceva sentire tanto privilegiato quanto estraneo – un moto talmente profondo e trascinante da avere bisogno di essere espresso a parole, da cercare comprensione. Guardò l'uomo con curiosità, chiedendosi se potesse trovarvi una sensibilità simile, ma poi si sentì ingenua. «Ma probabilmente tu ci sei abituato. Ti stai specializzando in creature marine?»

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Grazie, Suguni cara :*-*:
 
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view post Posted on 24/8/2020, 14:23
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Connor O'Brien
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L'uomo non può fare a meno di ciò che non può raggiungere sorrise lievemente alla nuova conoscenza.
Sarò felicissimo di farti da guida
arrossì il ragazzo che subito dopo affrettò il passo verso le vasche dell'ippocampo.
Dai corri, non manca tanto
Connor era così, impulsivo, strano agli occhi della maggior parte delle persone, eppure negli anni non era mai cambiato, aveva sempre mantenuto la sua autentica follia.
Camminarono per qualche metro, l'acqua intorno a loro regalava scorci mozzafiato, ogni tanto connor indicava qualche creatura alla ragazza, consigliandogli il nome e descrivendone qualche abitudine.
Era felice come un bambino, quando doveva condividere la sua passione con qualcuno
Creature marine? Si mi specializzo un pò in tutte le creature
disse frettolosamente mentre non distaccava gli occhi da degli avvincini li vicino.
E tu? Di cosa ti occupi
chiese alla ragazza, nel mentre gli Avvincini avevano formato una sorta di spirale nuotando tutti in cerchio.
Camminarono per qualche metro ancora, e proprio davanti a loro una folla di persone oscurava la visuale della vasca dell'Ippocampo
Oh no, non credo riusciremo a vedere qualcosa, aspetta
Guardò la ragazza negli occhi, non voleva deluderla, si avvicinò alle persone poste davanti l'acquario, e prendendo per mano la ragazza la tirò verso di se.
Scusate gentili persone, io e la mia ragazza vorremmo davvero vedere la nascita di questi meravigliose creature, tra poco anche la mia amata avrà un bambino, credo non ci sia emozione più bella.
I maghi sorrisero con occhi dolci e pieni di comprensione
"prego, prego non vi preoccupate"
Dissero facendo passare avanti i due
Spero che non sei arrabbiata
Arrossì leggermente, lasciando la mano della giovane.
In fin dei conti era l'unico modo per poter vedere da più vicino la schiusa delle creature, e Connor era troppo tempo che ci stava dietro, quel posto lo meritava




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view post Posted on 3/9/2020, 10:59
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Messa di fronte alla necessità di affrettare il passo, Jolene perse di vista le proprie riflessioni. Lei e Connor marciavano sotto agli abissi, senza tuttavia perdere il gusto della contemplazione: la ragazza girava la testa da una parte e dall'altra, e quando l'uomo le indicava qualcosa seguiva interessata i suoi discorsi. Era come sfogliare i suoi libri, con la differenza che non era richiesto alcun lavoro di immaginazione per immergersi a fondo nel mondo descritto. Le sembrava di essere balzata dentro alle pagine di Allucinanti abitanti degli abissi, e che Connor fosse il suo personale Virgilio.
«E tu? Di cosa ti occupi?»
«Sono infermiera ad Hogwarts» rispose distrattamente a quell'intrusione del mondo reale. In quel momento la scuola e l'infermeria sembravano lontanissimi, irraggiungibili tanto nel tempo quanto nello spazio. Fu, quindi, più che altro per abitudine che chiese: «Anche tu hai studiato lì?».
Più si avvicinavano ad una zona particolarmente affollata, più Jolene era convinta che la schiusa delle uova sarebbe avvenuta proprio lì. Notò che erano stati disposti alcuni divani per rendere più comoda l'osservazione, ma la maggior parte delle persone si trovava in piedi di fronte al vetro, ciascuna desiderosa di ottenere la migliore visuale possibile. Jolene incrociò lo sguardo di Connor, ed era certa che la stessa preoccupazione stesse attraversando i loro pensieri: sarebbe stato difficile trovare più di uno spiraglio verso le vetrate. Era un peccato, perché, se il suo era un dispiacere profano, Jolene aveva capito quanto l'evento fosse importante per l'altro. Aveva seguito l'incubazione fin dall'inizio, si meritava di non perdersi il momento più cruciale di tutti. Era comprensibile che Connor fosse deciso a non sprecare l'occasione: non c'era da stupirsi, quindi, che trovasse il modo per farsi spazio. Con una scusa o con un'altra. Così, quando le prese la mano, pensò che avesse intenzione di andare avanti alla vecchia maniera, cioè a suon di gomitate e Scusate, permesso. Di certo non si aspettava quello che seguì.
Ragazza? Bambino? Eh?
Era auspicabile che nessuno indagasse troppo a fondo la sua espressione, perché gli occhi strabuzzati non erano molto adatti ad una dolce futura mamma. Tagliò la folla insieme a Connor, senza riuscire a mettere bene a fuoco i sorrisi incoraggianti che li circondavano. Ma davvero se l'erano bevuta? Sarebbe bastato uno sguardo a quello stecco di ragazza per rendersi conto che di certo non poteva essere in una dolce attesa poi così inoltrata.
Quando furono di fronte alla vetrata le loro dita si sciolsero e Jolene, istintivamente, incrociò le braccia al petto. Non si voltò completamente verso di lui nello scoccargli un'occhiata a metà tra lo sbigottito e l'oltraggiato. «Sei un ricercatore, non dovresti avere un lasciapassare più valido delle donne incinte?» Nonostante tutto, non riusciva a prendere la faccenda del tutto seriamente: bastò un'occhiata al colorito acceso dell'uomo per rendersi conto che non era abituato a fare il cafone, e che non era stata la sua intenzione. Pur concedendoglielo, Jolene non poteva negare che la bugia fosse stata di cattivo gusto: a suon di inventare scuse tra nonne e dolce attese, la situazione stava degenerando verso il surreale.
«Guardate, si stanno muovendo!»
Il grido portò i presenti, inclusa Jolene, a guardare verso le uova. Semitrasparenti, lasciavano intravvedere i cuccioli al loro interno: uno dei due aveva cominciato a premere contro il guscio con abbastanza forza da causare le prime crepe. La folla ammutolì, sembrava che trattenesse il respiro; gli unici rumori erano quelli di ripetuti scatti di una macchina fotografica. Jolene sciolse le braccia nel portare le mani a contatto con il vetro, mentre avvicinava il viso al punto che per poco non vi premeva contro anche il naso. Accanto a lei, una signora di mezza età tirò rumorosamente su col naso: «È... È così bbbello!», esclamò la sconosciuta. e affondò la faccia in un grosso fazzoletto, mentre le spalle cominciavano ad essere scosse dai singhiozzi.
Incerta, e già quasi dimentica della storia di poco prima, Jolene sussurrò in direzione di Connor: «La gente piange sempre alle schiuse?». Forse avrebbe pianto anche lui. Forse era lei l'insensibile, per quanto percepisse l'importanza e la bellezza del momento.

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view post Posted on 8/9/2020, 10:31
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Connor O'Brien
Hufflepuff | Mago adulto | 26 y | Mood | Outfit | ♪XwFHG5M "Non ci sono creature strane , solo persone miopi"
«Anche tu hai studiato lì»
Si si, ho studiato ad Hogwarts,ero un giovane Tassorosso. Wow tu sei infermiera, mi ricordo che nei miei anni nella scuola spesso finivo in infermeria per via di qualche creatura magica, sicuramente a oggi se fossi stato studente, ti avrei dato un bel pò da fare
Sorrise alla ragazza ricordando per un attimo quante volte effettivamente aveva passato le notti sui letti dell'infermeria della scuola, forse era quasi sicuro li avesse provati tutti.
«Sei un ricercatore, non dovresti avere un lasciapassare più valido delle donne incinte?»
Guardò la ragazza negli occhi, avrebbe voluto tirare fuori un tesserino preferenziale, ma purtroppo non lo aveva, Connor era un ricercatore amatoriale, e a nessuno importava molto della cosa
Beh in realtà, così forse è stato più divertente
l'imbarazzo aumentò, Connor era decisamente l'ultima persona sul pianeta a poter risultare carismatico e convincente verso qualsiasi essere umano.
Le uova iniziarono a muoversi, Connor si spinse sul vetro appoggiando il volto e la fronte su di esso.
«La gente piange sempre alle schiuse?»
Direi di si
rispose girandosi verso la ragazza con gli occhi lucidi, ma cercando di trattenere le lacrime.
Vedi come il piccolo Tadfoal spinge la testa sulla superficie del guscio?
disse Connor senza staccare gli occhi dalle uova
Nonostante sembrano così fragili, le uova non hanno una consistenza facile da rompere, sono abbastanza elastiche
Connor spiegava alla ragazza dettagli che forse l'avrebbero solo annoiata, ma l'emozione lo rendeva logorroico.
un pezzo di uovo si staccò da uno dei gusci, e subito la grande madre Ippocampo si avvicinò con il muso verso la le uova, sembrava come volesse aiutare i piccoli ad uscirne velocemente.
Poi con fare misterioso cominciò a girarsi su se stessa creando delle sinuose coreografie.
Vedi questo ballo, è dfensivo, lo adottano per far allontanare possibili predatori, o maghi, può sembrare stia ballando, ma non è così
fece una pausa, e prese dalla tasca una pergamena con un pennino,
Devi sapere che i Tadfoal, quindi i piccoli di Ippocampo, sono molto ricercati perché si pensa che portino fortuna e, quindi, sono usati per realizzare Amuleti e Talismani.
aggiunse mentre con la penna, disegnava il movimento roteante della maestosa creatura.
Altre crepe si formarono sulla superficie del guscio , e nel giro di pochi instanti, con la forza della coda, un "piccolo" cucciolo uscì dall'uovo nuotando in modo buffo verso la vetrina colma di gente.
Nella sala un gemito chiassoso coprì ogni possibilità di conversazione con la giovane.
Quindi Connor si limitò a girarsi per qualche instante verso Jolene e gli fece il più bello dei sorrisi.
Subito mamma Ippocampo si avvicinò al piccolo e appoggiando il muso su di essi creò il primo legame, il piccolo a quel punto si avvicinò alla madre e nascondendosi tra la sua criniera sparì.
Connor continuò a sorridere, poi rimise in tasca il foglio di pergamena che sembrava avesse scarabocchiato.






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view post Posted on 18/9/2020, 10:50
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Divertente non era esattamente l'aggettivo che avrebbe usato per descrivere l'incredulo imbarazzo in cui l'aveva gettata la trovata di Connor. Fosse stata una persona più pungente, Jolene avrebbe trovato da ridire; così com'era fatta, invece, non rispose, preferendo fissare con maggiore insistenza l'avvenimento della schiusa, lasciando che fosse il silenzio a trasmettere il suo disappunto.
Ad ogni buon conto, era difficile non lasciarsi ammorbidire dalla dolcezza del momento. I piccoli Tadfoal si intravvedevano sotto ai gusci semitrasparenti mentre spingevano contro di essi, desiderosi di uscire alla libertà delle profondità abissali. Jolene si scoprì trattenere il fiato, ma, per quanto studiasse le proprie sensazioni, non c'era nessun pizzicore agli occhi che preannunciasse il suo contributo al piantino di gruppo. Connor era un'altra storia: una rapida occhiata fu sufficiente per accorgersi delle lacrime che rischiavano di sgusciare da un momento all'altro. Era evidentemente emozionato, e Jolene si sentì un po' meschina a non condividere del tutto il suo medesimo trasporto. Divenne impacciata, incerta su come comportarsi, cosa dire, quali tempi di silenzio mantenere allo scopo di mostrare più tatto possibile per un'emozione che, pur non appartenendole fino in fondo, sentiva essere legittima. Anche lei, se avesse seguito la covata con il medesimo interesse, sarebbe stata toccata fin nel profondo dal momento; era ammirevole, anzi, che Connor mettesse così tanto animo in quella faccenda, dimostrava un amore per il suo lavoro radicato fin nel profondo.
Gli occhi della ragazza rimasero incollati sui Tadfoal anche mentre Connor condivideva qualche curiosità a loro proposito. Jolene osservava con attenzione, rapita dalla completa novità che quello spettacolo costituiva per lei. Il suo era l'occhio che si meraviglia di forme mai viste, di una parte di realtà che gli era sempre rimasta estranea. Quando la madre dei cuccioli fece la sua apparizione, e la sua lunga criniera prese ad ondeggiare nelle linee sinuose di un ballo mosso dalla possente coda, l'incanto divenne completo. «È bellissimo», disse di rimando all'uomo, che stava spiegando la natura di quella apparente danza. L'istante successivo si rese pienamente conto delle implicazioni delle sue parole, e nel guardarlo con la coda dell'occhio si accorse che stava scrivendo qualcosa su un foglio.
«Stai dicendo che in questo momento ci considera una minaccia?» domandò, colpita da quell'inaspettato punto di vista. Staccò le mani dal vetro e allontanò il viso, che ruotò leggermente in direzione del suo interlocutore. «Conoscevo la diceria secondo cui i Tadfoal porterebbero fortuna, ma non che qualcuno li trasformasse in talismani, per Merlino. Sono creature vive.» Ora potevano ammirare il primo di loro, mentre il secondo stava ancora rompendo il guscio. Non osava immaginare la crudeltà che potesse spingere qualcuno a catturarli per fare di loro qualche sorta di portafortuna. Pur essendo appena nato, il cucciolo era già aggraziato nel suo nuoto, e l'ondata di tenerezza che attraversò gli osservatori raggiunge in pieno anche il petto di Jolene. Ricambiò il sorriso di Connor, ma in quel momento un grido strozzato di qualcuno in mezzo alla folla la portò a guardare nuovamente attraverso il vetro, dove anche il secondo cucciolo aveva ormai abbandonato il guscio. I due piccoli volteggiarono uno intorno all'altro con aria giocosa, strofinarono i musi prima di tornare sotto alla protezione della chioma della madre.
A quel punto qualcuno cominciava già ad andarsene, o ad abbandonare il vetro per andarsi a sedere sui divanetti. Il momento più importante era passato, adesso potevano solo sperare che l'allegra famigliola restasse in vista. Jolene era elettrizzata dalla sensazione di aver assistito a qualcosa di importante e incantevole, e un leggero sorriso le aleggiava sulle labbra. Non aveva gli occhi lucidi, ma la sua partecipazione non aveva mancato di intensità.
«Perdonatemi...» Si voltò incuriosita dalla nuova voce, e si ritrovò di fronte un ometto basso e tarchiato avvolto in un completo a coste di un modello che non si vedeva più tra i Babbani da almeno cinquant'anni. Al collo portava un'ingombrante macchina fotografica, che stringeva tra le dita grassocce. Rivolgeva loro un sorriso a trentadue denti, facendo dardeggiare gli occhi luminosi tra Jolene e Connor. «Perdonatemi, ma non ho potuto fare a meno di sentire la bellissima notizia. I miei migliori auguri.» Jolene si sentì avvampare: c'era una sola cosa a cui potesse riferirsi. Lanciò un'occhiata a metà tra l'allarmato e l'accusatore al giovane al suo fianco. «Sono Benny Struck, fotografo della rivista Dirompenti Erumpent. Stavo pensando, cosa meglio di una felice coppia in attesa davanti alla meraviglia della vita appena nata? Vorrei chiedere il vostro permesso per una fotografia, sempre che non vi dispiaccia. Le famiglie che ci leggono ne avrebbero il cuore scaldato...»
Che situazione trash.

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