The road to Dawn, Continua da qui

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view post Posted on 1/9/2020, 19:54
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Si vestì in silenzio, nella luce fioca di una stanza fatiscente e scomoda. Chiamarla “stanza” era forse un complimento, pensò Kevin richiudendo la pesante valigia con un piede. Si guardò in quello che restava di uno specchio polveroso e non riuscì a trattenere una smorfia di disappunto. Niahndra iniziava quella partita in vantaggio, poiché lui aveva finito per assecondare la sua richiesta vestendosi completamente di nero. Poco importava, alla fine, avrebbe sicuramente trovato altri modi per farla incazzare.
La porta cigolò ripetutamente nel farlo passare, e così fecero le scale in legno. La sala principale del Paiolo Magico lo accolse freddamente, in un clima di penombra e trasandatezza. Il locale era pressoché vuoto, non fosse stato per il vecchio proprietario al di là del bancone ed un paio di tavoli occupati ai quali lui non riservò nemmeno un’occhiata. Kevin aveva affittato una camera per quella sera, in verità giusto il tempo per cambiarsi ed avere un luogo dove lasciare i suoi bagagli; non aveva la minima intenzione di dormire in quel posto e, anzi, non vedeva l’ora di raggiungere la sua casa di Ballycastle. Murky avrebbe operato come mezzo di trasporto per quella volta, portandolo con sé grazie alla Smaterializzazione. Prima di lasciare Londra, tuttavia, era importante scoprire se Gebo illuminava ancora il suo cammino, e quello di Niahndra.

Fuori, un cielo dalle lievi sfumature rossastre animava l’atmosfera, avviandola verso il crepuscolo. Le ombre dei palazzi iniziavano lentamente ad allungarsi. Presto, il giorno avrebbe lasciato il posto alla notte. Era un’ora particolare ed affascinante, perfetta per una “fuga romantica”, così come era stata definita dalla ragazza poco prima.
Kevin si incamminò verso il luogo indicato da Niahndra, chiedendosi cosa diavolo ella avesse in mente per la serata. Incrociò alcuni Babbani per la strada, ma non si soffermò a scrutare i loro volti. La sua mente si perse invece in uno dei pochi ricordi che lo facevano ancora sorridere genuinamente; paradossalmente, si trattava di qualcosa legato ad una sfida persa e ad una rovinosa caduta da una Scopalinda. Proprio in quell’occasione aveva scoperto di riuscire a voler ancora bene alle persone. Si era poi aggrappato a quel sentimento, a quella convinzione di essere ancora una persona con qualcosa da offrire, con uno scopo degno di essere perseguito.
La sua espressione, tuttavia, si incupì improvvisamente. La strada che stava percorrendo non affondava le sue radici in pensieri felici come quello, bensì in un qualcosa che risiedeva nel profondo abisso del suo animo. Un qualcosa di oscuro ed intricato, una parte di lui che restava spesso sopita ma che esisteva ancora e, forse, sarebbe sempre esistita. Niahndra non poteva nemmeno immaginare di cosa si trattasse, e forse era meglio così: non sarebbe stata in pericolo.
Questa parte di lui lo aveva reso debole e condotto verso un crepuscolo ben più minaccioso di quello che poteva osservare in quel momento.

Quando giunse all’angolo di Sawbridge Street, le sfumature nel cielo si erano fatte ben più intense. I palazzi coprivano la vista dell’orizzonte, nascondendo con avidità quello che doveva essere un bellissimo tramonto. Kevin si appoggiò ad un lampione ed infilò le mani nella tasca davanti della felpa. Il contatto con la bacchetta di palissandro fu una sensazione piacevole, che parve curare ogni turbamento almeno per qualche istante.
Le iridi etero-cromatiche assaporarono il cambiamento di atmosfera, fino a quando non fu chiaro che il sole fosse uscito di scena definitivamente. Presto, il blu notte avrebbe tinto quello stesso cielo, creando un’atmosfera del tutto differente ma altrettanto affascinante.
La strada per l’alba, diametralmente opposta a quella che aveva percorso finora, iniziava proprio da quel punto ed in quel momento. E Kevin non era ancora sicuro di come avrebbe voluto percorrerla.

°Privata
 
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view post Posted on 30/9/2020, 10:43
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«Stai uscendo?»
«Yep! Una cosa organizzata all’ultimo secondo»
Sam si era affacciato dalla porta del bagno lasciata aperta per sorprendere una Niahndra tutta intenta ad intrecciare i capelli in modo che le lasciassero il viso lentigginoso il più libero possibile.
«Un mio amico lascia Londra stasera», buttò lì la ragazza mentre scrutava severa le proprie dita alternare le diverse ciocche. Non si curò di aggiungere ulteriori specifiche lasciando invece a Sam l’incombenza di colmare i vuoi e collegare i puntini.
«Hai organizzato una festa d’addio?» Lo scetticismo nel tono di voce dell’altro era più che giustificato: Niahndra non era esattamente il tipo da profondersi in simili atteggiamenti nonostante sotto sotto si nascondesse comunque una vena affettuosa.
La ragazza si bloccò per voltarsi nella sua direzione con uno schiocco di lingua. «Una specie» La smorfia ferina che accompagnò la risposta gli parve molto più appropriata.

Aveva coperto la breve distanza che dalla metro la separava al punto di ritrovo concordato con Kevin insolitamente di buon umore, un motivetto fischiettato a fiori di labbra a tenerle compagnia mentre procedeva a passo quasi baldanzoso.
Già pregustava l’espressione del compagno. In realtà, non era particolarmente convinta neppure lei ad onor del vero, ma dopo una giornata passata in negozio a sedere e annoiarsi proprio non le andava di stare a trastullarsi in qualche locale anche la sera. E poi, lei e Kevin avevano sempre avuto un modo tutto loro di risolvere le questioni; forse, si disse, in un certo senso stava tentando di riprodurre le condizioni del loro primo, vero scontro. Forse, invece, voleva solamente essere un tardo pomeriggio alternativo senza tante complicazioni.
Distinse la sagoma del ragazzo da lontano e fu piacevolmente soddisfatta di notare la sua puntualità e, soprattutto, la scelta di colori per il suo outfit. «In nero come richiesto? Stai davvero cercando di fare colpo.» Diventava sempre più facile continuare quello scambio scherzoso e ammiccante. Non che a Kevin servisse un aiuto esterno per fomentare il suo ego, ma c'era qualcosa nelle persone arroganti in generale che le rendeva agli occhi di Niah interessanti in una maniera detestabile. William ne era un altro esempio, così come uno sconfinato numero di altre persone con cui aveva avuto a che fare. Riuscire ad avere la meglio su di loro le procurava una scarica di piacere come poche.
Con un gesto della mano lo invitò a rimettersi in marcia mentre lo conduceva verso la loro misteriosa meta. Non avrebbero dovuto camminare a lungo, ma non si trattava di un tragitto che avrebbero potuto percorrere in completo silenzio senza che questo risultasse pesante. Niahndra vagliò qualche argomento di conversazione cercando di tenersi alla larga da qualsiasi anticipazione avrebbe potuto rovinare la sorpresa. Però...
«Ti piacerà il locale, ha le solite cose, sai?» Cominciò a dire cercando di mantenere l'espressione più neutra possibile. Solo il sopracciglio destro era leggermente arcuato in una posa che voleva significare "spero che concorderai con me", come se fosse incerta della reazione di Kevin o leggermente in imbarazzo per il genere di discorso. «Luci abbassate, angoli appartati...» Esattamente il tipo di privacy a cui ambire durante un appuntamento. «Insomma, le condizioni ideali per un confronto tra due persone, ecco.» Un attimo di silenzio mentre inclinava la testa per lanciare un'occhiata a Kevin che le camminava di fianco. «Uhm, ci siamo quasi.»
Pochi metri li separavano da una porta a vetri oscurati abbastanza larga che si sarebbe facilmente mimetizzata con gli altri locali, negozi e portoni se non fosse stato per l'ingombrante insegna.
A quel punto l'espressione neutra di Niahndra si infranse mentre scoccava all'amico un'altra lunga occhiata. Era tempo di scoprire le proprie carte.
«Hai mai giocato a laser tag?»
In ritardissimo, ma con la precedenza sulle altre role *fru
 
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view post Posted on 12/10/2020, 11:06
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« Perché diamine l'hai fatto? » Niahndra gli stava urlando contro. I capelli arruffati dal vento le conferivano un aspetto da pazza, ma l’espressione sul suo volto non avrebbe potuto essere più minacciosa.
Gli si piantò davanti in tutto il suo metro e mezzo di altezza, mentre Kevin era ancora a terra dolorante, scombussolato dalla rovinosa caduta. La ragazza pareva incontenibile, mentre lui assumeva a suo rischio e pericolo un atteggiamento di falsa arrendevolezza. Pareva l’inizio della fine.
I loro corpi si dissolsero improvvisamente nel nulla, lasciando un’atmosfera asettica e la sua stessa voce in lontananza che raccontava della morte di una farfalla. Ricordava quelle parole fortemente simboliche, grazie alle quali aveva trovato il modo di parlare al cuore di Niahndra, abbattendo per la prima volta quel muro difensivo che ella aveva eretto per preservarsi da qualsiasi legame, per difendersi da qualsiasi debolezza esogena. Avvertì una certa nostalgia nel rivivere quel momento, soprattutto quando la scena mutò ancora, facendolo ritrovare abbracciato alla ragazza, in un contatto che sembrava in quel momento necessario per la sopravvivenza di entrambi. Era stata la loro salvezza, quel giorno.
Un secondo dopo, la scena mutò ancora una volta e i due ragazzi si trovavano ora da Fortebraccio, seduti l’uno dinnanzi all’altra. Niahndra stava disegnando Gebo sulla pelle di Kevin. Alzò lo sguardo verso di lui, ma le parole che uscirono dalle sue labbra cozzarono con la scena a tal punto da far risvegliare il biondo da quel torpore mentale.

« In nero come richiesto? Stai davvero cercando di fare colpo. »
Catapultato nuovamente alla realtà in maniera brusca, Kevin si concesse qualche secondo per tornare pienamente in sé. Aveva appena ripercorso alcuni dei momenti significativi vissuti insieme a Niahndra, quelli che avevano definito Gebo per la prima volta. Ma, adesso che la ragazza gli era dinnanzi, non ci sarebbe più stato spazio per la malinconia. Almeno non inizialmente; occorreva prima prevalere nel confronto, poiché un confronto ci sarebbe stato.
Le iridi eterocromatiche cercarono quelle della ragazza, la cui voce gli era ormai inconfondibile. Le labbra di Kevin si incurvarono in reazione al commento nei confronti dell’outfit inaspettatamente in linea con le richieste della compagna. Nel risponderle, il sopracciglio del ragazzo si innalzò leggermente e la sua espressione si fece falsamente indifferente. « Ti è andata bene. Il pigiama che ho indossato alla festa di Natale non era in valigia. » Sostenne lo sguardo di lei con una certa impassibilità, costringendola a distoglierlo per prima.
Accolse poi il gesto di Niahndra con un rapido cenno del capo e si incamminò al suo fianco. Sarebbe stata lei a condurre il “gioco”, come quasi sempre accadeva nel loro particolare caso. La destinazione gli era infatti ignota, ma forse la ragazza sarebbe stata magnanima ed avrebbe lasciato trapelare qualche piccolo indizio. O forse no, sarebbe stata genuinamente perfida come solo lei era capace di essere. Da sempre, Kevin apprezzava i loro incontri-scontri, resi possibili solo dalla schiettezza e dalla competitività dei loro caratteri. Per lui non era una questione propriamente di predominio; allo stesso modo, però, la prevalenza sull’altro rappresentava in ultima istanza il grande stimolo che guidava ogni loro mossa, a volte calibrata e a volte impulsiva. Quel tacito compromesso garantiva loro di giocare secondo le proprie regole, all’ombra di un’unica importante costante: rimanere sé stessi.
*Rimanere sé stessi* ripeté mentalmente, mentre continuava ad avanzare al fianco di Niahndra. Quel mantra doveva rimanergli ben impresso nella testa, poiché altrimenti il loro rapporto non avrebbe mai potuto riallacciarsi davvero.
Fu la Alistine a prendere per prima la parola, ipotizzando il fatto che Kevin avrebbe apprezzato il locale che li avrebbe ospitati per quella sera. Il biondo non si lasciò sfuggire la minima vibrazione nell’espressione apparentemente neutra della compagna, alzando il sopracciglio a sua volta e assottigliando lo sguardo con fare vagamente indagatore. Luci soffuse ed angoli appartati non erano affatto ciò che si aspettava da Niahndra Alistine.
« Se volevi andare da Madama Piediburro bastava dirlo. » Commentò con una certa nota ironica, prima di fare la sua prima mossa azzardata. « Tanto Horus è già al corrente del fatto che stiamo insieme. Ci vorrà poco prima che lo sappia mezza Hogwarts. » Nel nominare la scuola, abbassò leggermente il tono di voce. Pochi Babbani affollavano quella strada, ma la prudenza non era mai troppa. Attese con un ghigno stampato in volto la reazione di Niahndra.
L’espressione divertita svanì quando la ragazza si fermò dinnanzi ad una porta a vetri oscurati, prendendo nuovamente la parola.
« Hai mai giocato a laser tag? »
Il sopracciglio di Kevin si inarcò allo stremo, mentre un’espressione sinceramente confusa si faceva spazio sul suo volto.
« Ehi Alistine, di cosa diavolo stai parlando? » chiese, senza mezze misure.
Una sensazione strana si fece spazio in lui, silenziosa ma persistente: avrebbe giocato in trasferta.
 
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view post Posted on 23/10/2020, 13:35
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Tecnicamente Niahndra non stava mentendo. Aveva calcolato misuratamente le proprie parole perché potessero essere interpretabili, questo sì, e aveva fatto in modo di lasciar intendere determinate cose, anche quello era vero; ma di fatto non si era trattato di bugie quanto di... mezze verità?
Non che lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma si rendeva conto di star giocando un po' sporco come spesso le capitava quando era coinvolto anche Kevin; accadeva, però, soltanto perché il ragazzo giocava sporco tanto quanto lei e in un certo senso quella perpetua battaglia per la supremazia sull'altro era il motore che mandava avanti la loro relazione.
Sapeva che Confa avrebbe trovato il modo di contrastare i suoi tiri mancini. Numi del cielo, già lo faceva, coi suoi commenti sarcastici e il modo di fare egocentrico che aveva. Niahndra aveva sempre provato sentimenti contrastanti verso le persone arroganti, detestandone profondamente la sicurezza e rimanendone abbagliata al contempo. Era solo naturale che un atteggiamento del genere nel infiammasse la parte più competitiva.
Rise al contrattacco del ragazzo, ma l'ilarità aumentò quando lo sentì millantare qualcosa su una loro presunta relazione. «Ci hai provato, Confa» Ribatté con fiducia. Da pazzi. Kevin credeva davvero che lei non avesse sentito i pettegolezzi nei corridoi? «Sono giunte persino a me voci per cui staresti con una megera di prim'ord---» Si arrestò di colpo, la mente che dopo un momento di blackout riprendeva a funzionare frenetica per mettere insieme i pezzi. No. Non avrebbe osato. Appena ebbe formulato quel pensiero seppe di avere torto: una mossa del genere era esattamente da lui.
«Oddio,» tornò a guardare in faccia l'amico. «Sono io, vero? La megera di cui parlano.» Prima che potesse frenare l'impulso, Niahndra si sporse per dare all'altro una spintarella contro al braccio, a mo' di rappresaglia. Tra quella storia e la diceria per cui avesse baciato Matthew Dawson (e il merito andava solo a Grindelblack per quello) si stava costruendo una reputazione che le piaceva sempre meno.
«La prossima volta che ti serve una ragazza di copertura per le domande impiccione usa un nome inventato.» Sperava soltanto che Confa non avesse ammiratrici segrete vendicative quanto O'Farrel, altrimenti Niah avrebbe dovuto davvero farsi crescere gli occhi dietro la testa.
Qualunque traccia di pentimento e rimorso avesse potuto provare per aver volontariamente manipolato le aspettative del ragazzo venne spazzata via dall'irritazione che Kevin era così bravo a farle provare. Gli stava bene, si disse, anzi, potendo avrebbe volentieri utilizzato una giratempo per scegliere un posto ancora peggiore.
«Del nostro appuntamento, ovviamente.» Alzò le spalle ostinata mentre ricambiava l'espressione confusa del biondo con un'occhiata di sfida. «Te lo avevo promesso, mi pare. Non vuoi entrare?»
Bisticci infantili a parte, non avrebbe costretto Kevin a fare qualcosa contro la propria volontà, questo era chiaro. Di solito lui le lasciava un certo margine di manovra e, pur apprezzandolo, Niah sapeva di avere la tendenza a risultare un po' dittatoriale. «Possiamo andare da un'altra parte.»

Se invece Confa avesse acconsentito ad indulgere una volta di più negli sporadici deliri di onnipotenza di Niahndra, lei gli avrebbe fatto strada all'interno del locale. «Il concetto è semplicissimo e di sicuro già lo conosci.» La biglietteria non era molto distante, ma la ragazza sembrava cercare qualcosa di particolare. «È una battaglia simulata tra due o più squadre avversarie. Pensa al club dei duelli, ma la pedana è più un campo con cunicoli e anfratti bui.» Motivo per cui gli aveva suggerito di vestirsi di scuro.
«E i colpi sono finti, chiaro» Si affrettò ad aggiungere. Anche se, diceva il suo sguardo, l'idea di maltrattare Kevin fisicamente non le era ancora passata del tutto.
Teggiuro che sto a improvvisa', vediamo che ne esce. Non si accettano rimborsi.
 
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view post Posted on 8/11/2020, 22:25
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Avere a che fare con Niahndra gli accendeva sempre qualcosa dentro. Si trattava di uno stimolo efficace, una spinta emotiva che si rendeva necessaria per soddisfare la necessità – improvvisamente indispensabile – di tenere testa alla ragazza.
Era un tipo di sollecitazione che Kevin non provava frequentemente, nonostante la sua natura competitiva. Per questo aveva bisogno di essere preservata nel migliore dei modi, cosa che il ragazzo aveva purtroppo omesso di fare nel recente passato.
Si sentiva in colpa per essersi allontanato di punto in bianco, senza alcuna spiegazione, chiudendosi irrimediabilmente in sé stesso e lasciando fuori tutto e tutti, Niahndra compresa.
Voleva adesso riconquistare il loro rapporto originario, coltivato in sella a delle Scopalinde sul campo da Quidditch ed evolutosi definitivamente in un contesto simile ma in un momento del tutto loro, sotto la protezione di Gebo.
Si trattava di un legame sincero, senza pretese; uno scambio equo, proprio come quello descritto dalla runa stessa. Dinamico e solo apparentemente conflittuale; un fuoco capace di auto-alimentarsi sulla scia di un’unica regola di base: azione e reazione.
Era un rapporto vero, non artificiale.

Kevin ebbe modo di riflettere su tutto ciò prima di sondare la reazione di Niahndra al suo contrattacco di poco prima. Era sempre interessante vedere la strategia messa in atto dalla ragazza nel tentativo di consolidare la sua supremazia sulla discussione. Dal canto suo, lui preferiva sempre lasciarle spazio e intervenire solo se necessario.
Accompagnò con un sorriso sarcastico la sicurezza ostentata dalla ragazza nel mettere a tacere le sue parole irriverenti, da lei probabilmente bollate come assurdità. Poverina, forse si era dimenticata con chi aveva a che fare.
« Sono giunte persino a me voci per cui staresti con una megera di prim'ord--- »
Una pausa improvvisa, protratta. Kevin si beò silenziosamente di quel momento, senza distogliere lo sguardo dall’amica, che proprio in quell’istante aveva realizzato.
Quando anche Niahndra si decise a guardarlo, il biondo non riuscì a trattenere una grossa risata. Incassò la spinta della ragazza senza fiatare; la scena era troppo divertente per meritarsi un’interruzione.
« La prossima volta che ti serve una ragazza di copertura per le domande impiccione usa un nome inventato. »
Sbuffò a quell’affermazione, lasciando che la ragazza scivolasse via dal suo campo visivo. « E che gusto ci sarebbe? » Commentò con schiettezza, tornando a guardare l’ingresso del locale. « Non fare finta che non ti piaccia essere al centro dei miei pensieri. » Stuzzicò Niahndra, ostentando una sicurezza tale da farlo sembrare spocchioso. Lei odiava quando lo faceva, e proprio per quel motivo Kevin non sarebbe mai riuscito a smetterla, neanche se lo avesse voluto.
L’amica gli chiese se avesse ancora la volontà di entrare, e lo fece con un tono di sfida che non sfuggì alla sua attenzione. In tutta risposta, lui le aprì la porta con galanteria, invitandola a fargli strada all’interno.

Le iridi eterocromatiche accolsero lentamente il cambio di luminosità, concentrandosi sulla figura di Niahndra in modo da non perderla di vista. Iniziava ad intuire il perché la ragazza gli avesse chiesto di vestirsi di scuro; aveva fatto bene a darle retta per una volta.
Sulla scia delle spiegazioni della compagna, Kevin comprese il tipo di confronto di cui aveva parlato in precedenza.
« Peccato per i colpi finti. Ma scommetto che la sconfitta farà comunque male. » Commentò, senza farsi intimidire dallo sguardo assassino di Niahndra.
« Hai parlato di squadre, giusto? » Pose la questione alla ragazza, in modo che gli spiegasse meglio quel particolare. « Allora non sarà poi così intimo. » Aggiunse, con tono neutro. Non era affatto una critica, ma solo un modo per comprendere bene ogni caratteristica della sfida che li avrebbe visti protagonisti.
« Che ne dici di alzare subito la posta? » Chiese improvvisamente, come colto da un’illuminazione.
« Una richiesta, di qualsiasi tipo, avanzata prima di iniziare. Una cosa che varrà solo per noi due. » Lasciò che quelle parole arrivassero a Niahndra e che rievocassero un ricordo lontano, come avevano appena fatto con lui. Era stato quello il battesimo del loro rapporto, ed era giusto tornare alle origini.
« Chi perde, paga pegno. » Concluse il ragazzo, chiudendo il cerchio.
Sorrise, in modo da alleggerire l’atmosfera. « Ovviamente, non potrai chiedermi di smetterla di essere uno stronzo. »
Dopo aver messo in chiaro quell’importante particolare, lasciò spazio alla ragazza per avanzare per prima una richiesta. Quel tipo di gioco gli sarebbe sempre piaciuto.
 
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view post Posted on 2/3/2021, 11:27
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«Peccato per i colpi finti. Ma scommetto che la sconfitta farà comunque male.»
Niahndra roteò gli occhi. Quella era una delle occasioni in cui le sarebbe piaciuto da morire riuscire a mantenere una facciata di indifferenza, ma la verità era che si stava irritando di secondo in secondo. Si trattava di quel tipo di irritazione che scorre sotto pelle, attiva i muscoli e prega di essere sfogata fisicamente; quel tipo di irritazione che è tale solo perché scoperchia una parte di te che solitamente sei abile a tenere a bada, nascosta ai più.
Da quando era arrivata a Hogwarts aveva fatto di tutto per adattarsi e rispettare le regole, persino ammansirsi in un certo senso, nell'ingenua paura che altrimenti l'avrebbero cacciata e rispedita all'orfanotrofio condannandola ad un'esistenza di mediocrità. Anche per questo motivo lei aveva mantenuto quell'aura impassibile e composta, convinta che la fiera che albergava nel suo animo potesse sparire se solo l'avesse ignorata abbastanza a lungo. Certi giorni sembrava così, certi giorni si illudeva di esserci riuscita, di essersi domata. Ma durava poco.
«Me lo saprai dire dopo che ti avrò battuto.» Sotto la competitività bolliva la rabbia, non verso il ragazzo —non direttamente e non per intero; quello era solamente il casus belli.
Sbuffò. «Sì, squadre miste e casuali.» L'ombra di un sorriso le balenò sul volto. «Ho dato per scontato che avremmo giocato contro. —E, immaginava, lo stesso aveva pensato il ragazzo— quindi una volta entrati ci separiamo e seguiamo le indicazioni dei rispettivi gruppi.»
Stava giusto per incamminarsi verso la biglietteria quando il biondo pensò bene di cambiare le carte in tavola e addentrarsi nel viale dei ricordi. Come aveva fatto a non prevederlo? Quando mai riuscivano ad attenersi ai loro piani lineari senza il bisogno di renderli qualcosa di più? Le loro scommesse avevano ogni volta esiti imprevedibili, e non sempre in positivo. Era saggio rinnovare una simile tradizione? Non che l'opzione di tirarsi indietro fosse veramente degna di considerazione.
«Ovviamente, non potrai chiedermi di smetterla di essere uno stronzo.»
Una risata di scherno le si formò in gola mentre scoccava all'altro un'occhiata complice. «Ormai ho perso le speranze, dev'essere codificato nel tuo DNA.» Eppure, non era del tutto dispiaciuta.
«Non devo decidere ora, vero?» Così su due piedi sarebbe stato difficile pensare a qualcosa di sufficientemente malefico da non lasciarsi poi corrodere dal rimorso. In quel momento aveva la testa già occupata dalla voglia di entrare in arena e togliersi qualche maledetto sfizio. «Tanto sono sicura che la possibilità di perdere non ti abbia minimamente sfiorato.» Sollevò le sopracciglia sfidandolo a contraddirla.
Certo era che addentrarsi in una scommessa a scatola chiusa con Confa non rientrava tra le idee più brillanti dell'anno. Neanche a paragone della volta in cui si era sbronzata con Mya ed El in camera, tuttavia silenziò quella voce.

La signora alla biglietteria li squadrò da dietro gli occhialetti rettangolari, affatto impressionata.
«Avete già una squadra?» Fu la domanda di rito.
Niahndra scosse la testa e poi aggiunse. «No, ma vorremmo il pacchetto Merlino.»
Questo parve risvegliare l'interesse della donna che nonostante la mole ragguardevole si drizzò sulla sedia girevole. Gli occhi scuri corsero a Kevin come per soppesarlo, poi quando si fu convinta che il ragazzo fosse con Niahndra annuì. «Nel bagno di servizio.»
Niahndra lasciò abbastanza galeoni per coprire la quota di entrambi e ringraziò. Assicurandosi di avere Kevin al seguito lo guidò per il corridoio principale.
Lungo le pareti correva una semplice striscia di luce a neon, ma l'illuminazione era scarsa e sarebbe stato facile a quel punto oltrepassare involontariamente la piccola porta nascosta subito dopo una curva sulla sinistra. La targhetta recitava "bagno di servizio", ma quando i ragazzi entrarono scoprirono invece un secondo corridoio del tutto simile a quello che avevano appena abbandonato.
«La facciata è per i babbani, ma i proprietari sono maghi. Il pacchetto Merlino è per l'arena magica», spiegò nella semi-oscurità.
In pochi metri sarebbero arrivati ad una stanza squadrata che fungeva da sala di smistamento. Su un tabellone era riportato il numero di partecipanti in ciascuna squadra e gli addetti ai lavori chiamavano volontari per arrivare alla quota minima di inizio partita.
Niahndra e Kevin dovettero aspettare solo pochi minuti prima di essere indirizzati in due stanze differenti insieme ad una manciata di altri ragazzi.
«Ci vediamo dall'altra parte.» Fu l'ultima cosa che lei gli disse, un ghigno stampato in faccia.

«Lasciate tutti gli oggetti personali negli armadietti, bacchetta magica inclusa.»
Niahndra seguì le indicazioni e poi raggiunse i nuovi compagni di squadra intorno alla mappa dell'arena. Questa presentava la planimetria corredata di punti di interesse. In due diversi colori erano riportati i quartieri generali delle squadre —verde la loro, rossa quella di Kevin— e disseminati in vari angoli lampeggiavano i marcatori dei vari potenziamenti.
Ci fu un rapido giro di presentazioni prima che il responsabile della squadra (un dipendente che sarebbe rimasto nella stanza di controllo in cui si trovavano) snocciolasse accuratamente regole e comportamenti da seguire.
«Avete due minuti per organizzarvi. Entrate quando scatta la luce verde.»
:ph34r:


Laser gameadattato da quiIl laser game è un gioco che si svolge in locali chiusi nel quale, muniti di fucile laser bacchetta specialmente incantata e di corpetto protettivo, potrai sfidare i tuoi amici in avvincenti competizioni. Arena è il nome che viene dato al campo di gioco e in genere è formata da un insieme di cunicoli decorati con vernici fosforescenti, che permettono ai contendenti di potersi nascondere e tendere agguati agli avversari.
Sono vietate violenza e contatto fisico con gli avversari; non è possibile correre, saltare, rotolarsi o arrampicarsi.

Obiettivo e dinamica di gioco
Lo scopo di ciascuna squadra è recuperare la bandiera avversaria dalla relativa base e condurla alla propria base prima che la squadra nemica faccia lo stesso.
Ogni giocatore è munito di una bacchetta incantata appositamente, grazie alla quale può colpire gli altri giocatori. Ogni giocatore indossa inoltre un corpetto protettivo coi colori della propria squadra.
È possibile tentare un solo attacco per giocatore ad ogni turno. I movimenti fisici sono permessi nei limiti del buon senso, è possibile percorrere fino a 4 caselle per turno.

Resistenza e colpi
Ogni colpo andato a segno detrae 10PS all'obiettivo, a meno di potenziamenti. Ogni giocatore parte con una resistenza di 30PS. Una volta che i PS raggiungono lo 0, il giocatore riparte dalla propria base e salta quel turno (non può né attaccare né essere attaccato in quel turno). I PS vengono recuperati.
Se il giocatore che detiene la bandiera avversaria arriva a 0PS —oltre a ripartire dalla propria base e saltare il turno— perde il possesso della bandiera, la quale ritorna alla base di partenza per essere nuovamente recuperata.

Punteggi
Colpire un avversario conferisce 5pt.
Il colpo che causa l'azzerarsi dei PS dell'obiettivo conferisce altri 5pt alla squadra, per un totale di 10pt.
Rubare la bandiera avversaria e condurla alla propria base conferisce 50pt e decreta la fine della partita.

Inventario e rifornimenti
Disseminati nell'arena sono presenti alcuni item che possono essere recuperati e utilizzati durante la partita.
• Fiala rinvigorente: permette al possessore di ripristinare 5PS. Un solo utilizzo.
• Munizioni potenziate: permettono al possessore di togliere 5PS aggiuntivi quando colpisce (per un totale di 3 munizioni)
• Corazza difensiva: protegge da un colpo, vanificandolo (non si perdono PS e chi ha sparato non guadagna punti). Si dissolve dopo l'utilizzo.
Gli oggetti non possono essere ceduti ed il loro effetto è immediato e automatico.

→ Link mappa.


Squadra rossa
Kevin
PS: 30/30
Equip.: --
8cabf88c138076d1b5cac0ad58449eec
Declan
PS: 30/30
Equip.: --
Wyatt
PS: 30/30
Equip.: --
Mai
PS: 30/30
Equip.: --

Bandiera: --Punteggio: 0

Squadra verde
Niahndra
PS: 30/30
Equip.: --
Sofya
PS: 30/30
Equip.: --
Kaden
PS: 30/30
Equip.: --
Nela
PS: 30/30
Equip.: --

Bandiera: --Punteggio: 0
 
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view post Posted on 10/7/2021, 10:39
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Portare Niahndra sull’orlo dell’esasperazione era una missione che Kevin seguiva con assoluta dedizione. Dinnanzi a lei il ragazzo riusciva sempre ad amplificare determinati connotati del suo carattere in modo da estremizzare oltre ogni misura consentita quel suo lato vanesio, competitivo e sarcastico. Per certi versi era una caricatura del suo essere, ma rappresentava allo stesso tempo la soddisfazione di un piacere malsano e dal sapore agrodolce, alla quale raramente riusciva a fare a meno nel confronto con la compagna.
«Me lo saprai dire dopo che ti avrò battuto.» La competitività di Niahndra non era da meno, dopotutto. Di normale Kevin avrebbe sorriso nel constatarlo, ma qualcosa gli impedì di farlo in quella circostanza. Avvertì appena la presenza di una nota stonata: quella forza che era linfa vitale per il loro rapporto sembrava improvvisamente animata da un antagonismo più marcato. Si chiese se la ragazza ce l’avesse ancora con lui per essere sparito all’improvviso, e si rispose da solo il secondo dopo: era normale che fosse così. Si trattava di una sbavatura che proprio quel giorno poteva essere corretta una volta per tutte. Era anche quello lo scopo del loro confronto, forse.
Ovviamente avrebbero giocato contro, come sempre. Rappresentava il loro miglior modo di comunicare: un linguaggio che comprendevano entrambi e che non aveva bisogno di elementi inutilmente artificiosi. La strada giusta per ritrovarsi dinnanzi alle parole non dette e mettere in chiaro ogni cosa.
La sua classica proposta fuori dalle righe parve allora giungere perentoria, e l’occhiata complice che Niahndra gli rivolse – accompagnata dal suono di una risata sprezzante – alleggerì di gran lunga i lineamenti sul suo volto. «Non devo decidere ora, vero?» Chiese lei, infine.
«Me lo saprai dire dopo che mi avrai battuto.» Fece eco lui, rifacendosi alle parole precedenti della ragazza con fare canzonatorio. Il successivo commento di lei sul fatto che la possibilità di perdere non lo avesse neanche lontanamente sfiorato lo fece ridere di gusto. Non rispose all’ovvietà, annuendo silenziosamente in segno di approvazione all’indirizzo del sopracciglio alzato di Niahndra.
Quando giunsero alla biglietteria, Kevin rimase appena dietro alla compagna, lasciando che fosse lei a parlare. Si godette lo scambio di battute tra Niahndra e la signora al di là del bancone e notò il sensibile cambio di atmosfera quando venne menzionato il famigerato “pacchetto Merlino”. Assurdo come i Maghi non avessero la minima fantasia nel dare i nomi alle cose, pensò. Mimetizzarsi nel Mondo Babbano, dopotutto, non richiedeva un grandissimo sforzo cerebrale.
La grossa signora si sporse al di sopra del bancone e lo squadrò da dietro i suoi occhialetti rettangolari. Le iridi etero-cromatiche sostennero con decisione quel contatto visivo, fino a che la donna non risultò soddisfatta e li indirizzò con fare losco verso il bagno di servizio.
Non fece in tempo ad anticipare la mossa di Niahndra, che pagò l’ingresso in Galeoni anche per lui. Non disse niente, scuotendo appena la testa con un sorriso leggero stampato sulle labbra. Si incamminarono poi nel corridoio. Le loro figure sfumarono nella semi-oscurità, con una linea di luce a neon ad accompagnarli lungo il tragitto. Raggiunsero la porta del “bagno di servizio”, che si rivelò invece l’accesso ad un corridoio speculare. La voce della ragazza risuonò poi calma nella penombra, dandogli una manciata di informazioni sul posto mentre continuavano ad avanzare. Sembrava avere una discreta confidenza con quel luogo, probabilmente non era la prima volta che ci veniva.
Finalmente giunsero a destinazione, raggiungendo una stanza con all’interno un tabellone che riportava i partecipanti di ciascuna squadra. Aspettarono alcuni minuti in silenzio, prima di essere smistati in squadre contrapposte.
«Ci vediamo dall'altra parte.» Fu l’addio di Niahndra, sostenuto da un ghigno sinistro.
«Se hai bisogno di aiuto, chiamami.» Rispose Kevin sprezzante, ricambiando con un’espressione di sfida.

Seguì le indicazioni dell’addetto e lasciò i propri effetti personali in un armadietto, salutando la bacchetta di palissandro. Indossò un corpetto protettivo rosso e si armò della bacchetta speciale prevista per l’arena. Si congiunse poi ai suoi compagni di squadra, dando il via ad un rapido giro di presentazioni: Declan, il biondo, sembrava un ragazzo pacato e tranquillo; anche Mai, la ragazza dai tratti asiatici, sembrava a posto; Wyatt era invece un cazzo di sbruffone.
Vista l’importanza della posta in gioco, Kevin si propose come caposquadra nonostante odiasse profondamente quel tipo di ruolo. Dopo aver osservato la mappa dell’arena ed aver ascoltato le regole comportamentali, elaborò molto velocemente una bozza di strategia, dividendo inizialmente la sua squadra in coppie da due. Affidò a Declan il compito di badare a quel coglione di Wyatt.
Quando la luce verde scattò, la sua squadra fece il suo ingresso nell’arena, pronta ad asfaltare quella di Niahndra.


Kevin (K) si diresse a passo svelto verso il corridoio di destra, raggiungendo l’angolo in procinto di svoltare alla sua sinistra e sincerandosi che Mai fosse al suo seguito.

Mai (M) di fatto seguì Kevin, camminando alle sue spalle e restando più adiacente alla parete alla sua sinistra.

Declan (D) si mosse immediatamente dalla parte opposta rispetto a Kevin, girando l’angolo sulla sinistra e capitanando la sua coppia.

Wyatt (W) seguì Declan, proseguendo appena dietro di lui.

→ Link Mappa

Solo spostamenti = Nessun lancio di dadi

Scusa scusa scusa scusa scusa 🤍
 
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view post Posted on 9/8/2021, 16:22
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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Turno I
Era difficile avere l'ultima parola con Kevin, pensò mentre lo vedeva sparire oltre la porta insieme agli altri membri della sua squadra.
Niahndra scrollò le spalle e nel movimento scrollò via anche quel pensiero per dedicarsi completamente alla discussione in atto.
Sofya stava indicando qualcosa sul tabellone mentre Kaden annuiva. Un buffetto sulla spalla di Nela la ridestò dalla sua lotta col corpetto protettivo e anche lei confermò la strategia di gioco.
«State bassi.» Fu l'ultimo consiglio che si scambiarono prima di entrare alla spicciolata nell'arena.
Alistine impiegò qualche istante ad abituarsi alla semi-oscurità e distinguere pareti ed angoli. Davanti a lei apriva la strada la bacchetta truccata che aveva sostituito l'usuale legno magico; per questo motivo, anche volendo, sarebbe stato impossibile eseguire persino un banalissimo Lumos.
A precederla c'era la silhouette longilinea di Kaden (K) che mosse il braccio a mo' di saluto nel momento in cui ebbe svoltato a destra rispetto allo stretto cunicolo in cui si trovavano. Allo stesso incrocio a T, Niahndra (Ni) girò invece a sinistra; sempre rapida sui piedi, sempre guardinga.
Era improbabile, pensò, che qualcuno della squadra di Kevin fosse già dalle sue parti, ma avrebbe dovuto mantenere comunque una certa cautela: non era impensabile supporre che stessero convergendo nello stesso posto.
Domò l'impulso di guardarsi alle spalle per controllare la posizione delle altre due ragazze e si concentrò invece sul suono dei loro passi. Se si fossero attenute al piano, Sofya (S) si sarebbe trovata proprio dietro di lei, ancora ferma all'incrocio, mentre Nela (Ne) per il momento sarebbe rimasta nelle retrovie.

---
Nessun lancio di dado | [mappa]

Turno I
SQ. ROSSADadiSQ. VERDEDadi
Kevin//Niah//
Wyatt//Sofya//
Declan//Kaden//
Mai//Nela//
Punteggio0Punteggio0
Esito
Confermati gli spostamenti, come da mappa [click].


Turno II
Fin lì tutto bene.
Un'occhiata sulla destra confermò a Niahndra che si trovava all'altezza della corazza protettiva, in bella mostra a soli pochi metri da lei. A quel punto dette il segnale a Sofya (S) che le scivolò di fianco per addentrarsi a passi silenziosi nel corridoio. I passi erano felpati, la bacchetta sguainata. Il suo obiettivo sarebbe stato proprio quello di mettere le mani sulla magica corazza che le avrebbe garantito un maggiore grado di protezione. Rimaneva all'erta, consapevole della possibilità che qualche membro della squadra rossa potesse sbucarle di fronte all'improvviso. Non avrebbe avuto una visione ottimale sia per ghermire la corazza che per difendersi da potenziali attacchi, per questo motivo confidava nell'intervento tempestivo di Kaden (K).
Il ragazzo, infatti, benché lei non potesse vederlo, si era mosso nel frattempo in maniera tale da raggiungere da nord il punto in cui la corazza si trovava. Avrebbe camminato costeggiando il muro, approfittando del riparo che naturalmente questo avrebbe offerto per spiare l'anfratto incriminato e colpire. Avrebbe mirato a chiunque avesse minacciato Sofya o il suo obiettivo.

Intanto Niahndra (Ni), dopo aver dato il segnale a Sofya, aveva tirato diritto.
Il cuore le batteva forte nel petto per via dell'agitazione che l'aveva colta. Quel particolare tratto di corridoio la lasciava più scoperta di quel che avrebbe voluto e di conseguenza i suoi occhi saettavano di tanto in tanto alla sua destra alla ricerca di ombre o rumori sospetti prima di tornare diligenti a fissare la strada davanti a lei. La bacchetta seguiva lo sguardo, pronta ad accendersi al primo segnale di pericolo.
Particolare attenzione avrebbe riservato all'angolo a gomito che l'aspettava sulla sinistra: per quanto ne sapeva, non era da sottovalutare la possibilità che i suoi avversari l'avessero battuta sul tempo.
Alle calcagna aveva Nela (Ne), la quale aveva cautamente recuperato il distacco e si preoccupava adesso di ispezionare i dintorni insieme alla Alistine. Diversamente da lei, tuttavia, non avrebbe svoltato a sinistra, ma si sarebbe fermata un attimo proprio all'angolo per assicurarsi che nessuno le stesse seguendo. Anche la sua bacchetta era pronta.
Oltre allo spostamento [mappa per capire], le azioni ipotetiche sono le seguenti
Sofya: recupero corazza
Kaden: attacco generico (eventuale)
Niah: attacco generico (eventuale)
Nela: attacco generico (eventuale)




Sofya: 90
  • 1d100
    90
  • Inviato il
    9/8/2021, 17:22
    Mistake
Kaden: 5
  • 1d100
    5
  • Inviato il
    9/8/2021, 17:22
    Mistake
Niah: 90
  • 1d100
    90
  • Inviato il
    9/8/2021, 17:22
    Mistake
Nela: 94
  • 1d100
    94
  • Inviato il
    9/8/2021, 17:22
    Mistake
 
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