Avere a che fare con Niahndra gli accendeva sempre qualcosa dentro. Si trattava di uno stimolo efficace, una spinta emotiva che si rendeva necessaria per soddisfare la necessità – improvvisamente indispensabile – di tenere testa alla ragazza.
Era un tipo di sollecitazione che Kevin non provava frequentemente, nonostante la sua natura competitiva. Per questo aveva bisogno di essere preservata nel migliore dei modi, cosa che il ragazzo aveva purtroppo omesso di fare nel recente passato.
Si sentiva in colpa per essersi allontanato di punto in bianco, senza alcuna spiegazione, chiudendosi irrimediabilmente in sé stesso e lasciando fuori tutto e tutti, Niahndra compresa.
Voleva adesso riconquistare il loro rapporto originario, coltivato in sella a delle Scopalinde sul campo da Quidditch ed evolutosi definitivamente in un contesto simile ma in un momento del tutto loro, sotto la protezione di Gebo.
Si trattava di un legame sincero, senza pretese; uno scambio equo, proprio come quello descritto dalla runa stessa. Dinamico e solo apparentemente conflittuale; un fuoco capace di auto-alimentarsi sulla scia di un’unica regola di base: azione e reazione.
Era un rapporto vero, non artificiale.
Kevin ebbe modo di riflettere su tutto ciò prima di sondare la reazione di Niahndra al suo contrattacco di poco prima. Era sempre interessante vedere la strategia messa in atto dalla ragazza nel tentativo di consolidare la sua supremazia sulla discussione. Dal canto suo, lui preferiva sempre lasciarle spazio e intervenire solo se necessario.
Accompagnò con un sorriso sarcastico la sicurezza ostentata dalla ragazza nel mettere a tacere le sue parole irriverenti, da lei probabilmente bollate come assurdità. Poverina, forse si era dimenticata con chi aveva a che fare.
« Sono giunte persino a me voci per cui staresti con una megera di prim'ord--- »Una pausa improvvisa, protratta. Kevin si beò silenziosamente di quel momento, senza distogliere lo sguardo dall’amica, che proprio in quell’istante aveva realizzato.
Quando anche Niahndra si decise a guardarlo, il biondo non riuscì a trattenere una grossa risata. Incassò la spinta della ragazza senza fiatare; la scena era troppo divertente per meritarsi un’interruzione.
« La prossima volta che ti serve una ragazza di copertura per le domande impiccione usa un nome inventato. » Sbuffò a quell’affermazione, lasciando che la ragazza scivolasse via dal suo campo visivo.
« E che gusto ci sarebbe? » Commentò con schiettezza, tornando a guardare l’ingresso del locale.
« Non fare finta che non ti piaccia essere al centro dei miei pensieri. » Stuzzicò Niahndra, ostentando una sicurezza tale da farlo sembrare spocchioso. Lei odiava quando lo faceva, e proprio per quel motivo Kevin non sarebbe mai riuscito a smetterla, neanche se lo avesse voluto.
L’amica gli chiese se avesse ancora la volontà di entrare, e lo fece con un tono di sfida che non sfuggì alla sua attenzione. In tutta risposta, lui le aprì la porta con galanteria, invitandola a fargli strada all’interno.
Le iridi eterocromatiche accolsero lentamente il cambio di luminosità, concentrandosi sulla figura di Niahndra in modo da non perderla di vista. Iniziava ad intuire il perché la ragazza gli avesse chiesto di vestirsi di scuro; aveva fatto bene a darle retta per una volta.
Sulla scia delle spiegazioni della compagna, Kevin comprese il tipo di confronto di cui aveva parlato in precedenza.
« Peccato per i colpi finti. Ma scommetto che la sconfitta farà comunque male. » Commentò, senza farsi intimidire dallo sguardo assassino di Niahndra.
« Hai parlato di squadre, giusto? » Pose la questione alla ragazza, in modo che gli spiegasse meglio quel particolare.
« Allora non sarà poi così intimo. » Aggiunse, con tono neutro. Non era affatto una critica, ma solo un modo per comprendere bene ogni caratteristica della sfida che li avrebbe visti protagonisti.
« Che ne dici di alzare subito la posta? » Chiese improvvisamente, come colto da un’illuminazione.
« Una richiesta, di qualsiasi tipo, avanzata prima di iniziare. Una cosa che varrà solo per noi due. » Lasciò che quelle parole arrivassero a Niahndra e che rievocassero un ricordo lontano, come avevano appena fatto con lui. Era stato quello il battesimo del loro rapporto, ed era giusto tornare alle origini.
« Chi perde, paga pegno. » Concluse il ragazzo, chiudendo il cerchio.
Sorrise, in modo da alleggerire l’atmosfera.
« Ovviamente, non potrai chiedermi di smetterla di essere uno stronzo. » Dopo aver messo in chiaro quell’importante particolare, lasciò spazio alla ragazza per avanzare per prima una richiesta. Quel tipo di gioco gli sarebbe sempre piaciuto.