Narcissa Elodie Miller
Serpeverde | Studentessa, I anno | 11 anni | Outfit | ♪
Ascoltare Draven era per lei sempre un'esperienza illuminante. Lei vedeva in lui un esempio da seguire. Lo vedeva più grande, più autonomo e più schivo rispetto a lei, che invece era impulsiva e incapace a volte di decidere come agire in maniera razionale.
Draven non sembrava particolarmente infreddolito, a differenza sua, per questo preferì non continuare a ripararsi da quel fresco della sera. Non voleva sembrare una debole, il freddo non avrebbe dovuto scalfirla. Ascoltava le parole del compagno Serpeverde con meticolosa attenzione, valutando i pro e i contro di quelle che erano le sue personalissime opinione e paragonandole nel mentre alle posizioni che aveva assunto lei. Dal suo punto di vista non aveva provato a pensare che magari a Max potesse aver dato fastidio il suo comportamento: forse s'era risentita perché l'aveva fatta passare per debole davanti agli altri? La piccola Cissy sgranò appena gli occhi.
"Non l'avevo considerata sotto questo punto di vista, devo ammetterlo" osservò, mordendosi il labbro inferiore e facendosi pensierosa.
Sicuramente avrebbe dovuto trovare Max e chiarire la sua posizione, facendole capire che aveva agito pensando di fare il suo bene e non per metterla in cattiva luce davanti agli altri o perché la ritenesse incapace di provvedere a sé stessa.
Narcissa tornò a osservare quella distanza di stelle, mentre la sua idea di amicizia andava modificandosi in itinere. Aveva assunto posizioni differenti, non aveva le idee chiare e soprattutto non aveva la più pallida idea del perché l'amicizia potesse avere sfaccettature così differenti a seconda della persona con la quale si ritrovava a interagire. Sembrava quasi che non esistesse nulla di univoco in quella questione.
"Io alla fine penso che prima di tutto vengo io, quello senz'altro" esordì, dopo che Draven ebbe finito di parlare. Lo lasciò spiegare il suo punto di vista senza mai interromperlo, prima di saltare su come una trottola e dire la sua, sulla base delle riflessioni del ragazzo.
"Però penso anche che gli amici possono sempre servire. Cioè, ci sono persone che servono e basta, ma quelli che si considerano amici a volte servono anche solo per star bene" spiegò in maniera confusionaria.
Si rese conto solo allora di essere troppo giovane per poter affrontare discorsi di una tale portata.
Era sul punto di proseguire quando una macchietta nera in volo s'avvicinò al duo Serpeverde. Gli occhi di Narcissa si spalancarono quando notò il gufo di sua madre planare sulla Torre di Divinazione. Scoccò un'occhiata sconcertata a Draven, prima di rendersi conto di essersi appena sfogata con lui e di essersi lamentata per non aver mai ricevuto lettere da casa.
Con una leggera punta di imbarazzo si giustificò immediatamente col ragazzo, cercando di sdrammatizzare e di non passare per quella che sapeva solo lamentarsi senza motivo.
"Ecco, che la legilimanzia di mia nonna abbia fatto effetto?"
Con un cenno del capo indicò il gufo di sua madre, che nel frattempo s'era appollaiato sulla sua spalla destra e aveva preso a beccarle affettuosamente l'orecchio.
"Ehi, ehi, fa' il bravo" si lamentò Narcissa, portandosi una mano all'orecchio per allontanare il becco affilato del rapace.
Attaccato alla sua zampina c'era un fiocchetto rosso che teneva ferma una pergamena raffigurante lo stemma della casata di appartenenza della madre. Era un sigillo rosso raffigurante un gufo ad ali dispiegate, in cera laccata e sciolta al fine di sigillare la busta contente la lettera a lei destinata.
Narcissa scostò appena la zampina del gufo quanto bastava per sfilare la busta e aprirla. Le tremavano le mani, aveva quasi paura che sua nonna Elodie potesse essersi fatta un'escursione nella sua mente e aver scoperto cose che le stava per rimproverare.
Con un gesto lento e cinico, la piccola Narcissa scollò il sigillo, che si distaccò dalla busta e cadde al suolo. Il gufo di Helena Cooper, in quel preciso istante, dispiegò le ali con veemenza e si librò nell'aria, abbandonando definitivamente Narcissa e Draven. Si allontanò nell'aria fresca delle notte, disperdendosi in mezzo alle stelle, mentre la pergamena fuoriusciva dalla busta.
Narcissa avvertiva la sensazione di aver la gola secca. Temeva il giudizio della sua famiglia.
"Io... ho paura che sia una lettera di rimprovero. Mia nonna si diverte a usare la legilimanzia su di me, per..."
Narcissa si interruppe bruscamente. Stava per concludere con 'per vedere se mi comporto da mezzosangue o da purosangue vera', ma preferì non sbilanciarsi troppo, non per ora almeno.
Deglutì nervosamente, mentre titubante apriva la lettera, piegata in quattro.
Una calligrafia corsiva, piatta e di difficile lettura prese vita sotto i suoi occhi, che presero a scorrere rapidamente lungo quelle poche ma intense righe speditele da sua madre.
Mia cara Narcissa,
ti starai sicuramente domandando per quale motivo io sia tornata a farmi sentire dopo tutto questo tempo. Ho riflettuto a lungo prima di scriverti questa lettera e, se dapprima ero titubante nel volerti coinvolgere, adesso invece sono arrivata alla conclusione che è giusto che tu sappia tutta la verità.
Sono ormai quattordici giorni che non ho più notizie di tuo padre. Sembrerebbe che sia svanito nel nulla e nessuno - né tra i babbani né tra i maghi - sa dire dove potrebbe trovarsi in questo momento.
Vorrei soltanto che tu, dopo aver letto queste mie parole, non ti allarmassi ,ma sono certa che dopo tutti questi mesi trascorsi a Hogwarts tu sia cresciuta e abbia sviluppato una maturità tale da affrontare con coscienza e razionalità questa tragica situazione.
Desidero che quest'estate tu non faccia ritorno a casa, ma che trascorra la tua estate a Villa Cooper con nonna Elodie, sarà lei a prendersi cura di te fintanto che io non avrò riportato a casa tuo padre. Si è anche offerta di aiutarti a raffinare le tue tecniche magiche, in modo che a settembre tu possa essere la migliore della tua classe.
Ti chiedo di non fare niente di stupido, ma di limitarti solamente a seguire le mie indicazioni senza agire di testa tua. Qualsiasi cosa succeda, ti chiedo di non provare a metterti sulle tracce di tuo padre, ci sono già persone più esperte e preparate che si stanno occupando di questo.
Se ci tieni alla tua vita, fa' come ti dico io e non lasciare che la debolezza dei tuoi sentimenti ti spinga a metterti in serio pericolo. Ci sono volte in cui può accadere che non si torni indietro, non sono ancora pronta a perderti, Narcissa.
Con affetto,
tua madre Helena
Il labbro inferiore di Narcissa prese a tremare seguendo il vibrare delle sue mani. La piccola Serpeverde restò ferma qualche istante, osservando la lettera con occhi vacui. Ci vollero diversi attimi prima che potesse metabolizzare la notizia e rendersi conto che suo padre era ufficialmente disperso. Ma cosa gli era accaduto di preciso?
Una spiacevole sensazione si fece strada in lei. Le parole di sua madre sembravano presagire una tragedia più grossa di quanto volesse dire. L'impressione che davano era che Helena Cooper stesse minimizzando l'accaduto. La sollecitava persino a disinteressarsi alla ricerca di Laurent Miller. Va beneche era un nato babbano, ma lei aveva sempre detto che era andata contro tutto e tutti pur di seguire il suo cuore e sposare l'uomo che amava. Adesso, invece, le stava suggerendo di non preoccuparsi per suo padre?
Lo stomaco si strinse in una morsa dolorosa, prima di ribellarsi e lasciare che una voragine si dispiegasse brontolando rumorosamente, come ogni qualvolta che la piccola Cissy si ritrovava in preda di emozioni brutte e contrastanti.
Alzò appena lo sguardo su Draven, prima di ricomporsi e cercare di sdrammatizzare.
"Ecco, per esempio se mia madre non si fosse fatta sentire sarei stata molto più felice. Finché non m'avesse scritto io stavo tanto bene"
Sperava che dalla sua voce trasparisse tranquillità e ironia, ma era consapevole di essere in preda al panico. Non sapeva cosa sarebbe successo di lì a breve e soprattutto non aveva nemmeno più la certezza di poter rivedere vivo suo padre. Perché le parole di sua mamma le avevano instillato un dubbio molto più grande di quel che aveva dichiarato apertamente nella lettera.
"Fatto sta che adesso non so più cosa fare"
Narcissa lasciò cadere la lettera per terra. Non le interessava minimamente se Draven potesse leggerla o meno. Di lui si fidava e aveva intuito che se l'avesse letta non avrebbe raccontato in giro la tragedia che stava colpendo casa Miller.
Di scatto Narcissa si alzò in piedi, totalmente dimentica del freddo e delle dita intirizzite. Si appoggiò al parapetto, fissando il vuoto sottostante, con gli occhi che bruciavano. Una lacrima calda e timida scese lungo la sua guancia, ma Narcissa l'asciugò col dorso della mano prima che Draven potesse accorgersi del suo attimo di debolezza.
Arrivata a quel punto non aveva nemmeno più la certezza di voler mantenere il segreto sul suo status di sangue. Era talmente sconvolta e sotto scacco che in quel preciso avrebbe voluto scomparire o trovarsi altrove a vivere la vita di qualcuno meno afflitto da problemi.
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