Buon compleanno!, Concorso a Tema: Settembre 2020

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view post Posted on 12/9/2020, 16:29
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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uardando fuori dal finestrino non vedeva altro che palazzi tutti uguali, segno che era quasi arrivato a destinazione. La monotonia del paesaggio aveva iniziato ad annoiarlo già da qualche chilometro e, se solo avesse potuto, sarebbe volentieri tornato indietro. Piegò una gamba e ne appoggiò il piede sul sedile, ignorando lo sguardo di rimprovero del taxista. King’s Cross era a poche fermate di metropolitana da casa sua, ma con il baule e la gabbia di Donut non aveva potuto far altro che scegliere l’opzione macchina. Sua madre era stata fin troppo chiara sull’intenzione di fare una sorpresa a nonna Lilien per il suo sessantacinquesimo compleanno e ciò aveva significato che nessuno avrebbe dovuto muoversi dalla sua quotidiana routine per andarlo a prendere alla stazione.
Quando il taxista si fermò, sul tassametro erano segnate quasi quaranta sterline di tariffa e sul cruscotto, poco più in alto, un orologio indicava che erano le cinque e mezza. Non avrebbe trovato nessuno in casa a quell’ora. Non era nemmeno sicuro che sua nonna si sarebbe presentata per quella che, a detta di sua madre, sarebbe dovuta essere una cena tra loro due; il comune denominatore nel loro rapporto era lui e sua nonna non sapeva che ci sarebbe stato. Probabilmente aveva fatto quel viaggio per nulla… Avrebbe passato il fine settimana a dormire.
Scese dall’auto sbuffando e bofonchiando tra sé e sé nel lamentarsi dei prezzi assurdi dei taxi londinesi. Trascinò il baule e la gabbietta di Donut fino alla porta, senza voltarsi a salutare. Il taxista aveva esitato a mettere in moto, forse aspettandosi una mancia che non sarebbe mai arrivata, e si decise ad andare via proprio mentre Draven stava infilando la chiave nella serratura: lo stridio delle gomme sull’asfalto si mischiò all’inaspettato vociare della dozzina di persone che gli si palesò davanti non appena aprì la porta di casa. La piccola sala su cui si affacciava l’ingresso sembrava sul punto di esplodere.


Ma che caz… - Un fragoroso ‘pop’ per la materializzazione di un elfo domestico gli impedì di continuare l’imprecazione e lo zittì all’istante. Era rimasto con gli occhi sgranati e a bocca aperta da quando era entrato in casa, solo che con quell’apparizione lo sguardo si era spostato sull’elfo che gli era apparso davanti a bloccargli la strada.

Signorino Draven Shaw! È un piacere conoscerla, finalmente. Dia a me.gli disse l’elfo, prendendo il baule e la gabbietta di Donut. Con un altro ‘pop’ lo vide sparire insieme alle sue cose prima che avesse il tempo di replicare e con un altro ‘pop’ ancora, solo pochi secondi dopo, lo vide ritornare a mani vuote, ma con un mucchio di graffi sul viso e le braccia.

Oh… Mi dispiace. Non gli piacciono… - Le persone? Gli altri animali? Qualsiasi creatura vivente? Tentare di giustificare il comportamento di Donut era pressoché impossibile. A malapena tollerava lui.

Non gli piace nessuno. Scusa, è un po’ aggressivo.provò a spiegare, nonostante la sua mente non riuscì a non pensare che se l’era cercata, dato che non spettava né a lui, né a nessun altro, toccare la gabbia del suo gatto o le altre sue cose. Ma era rimasto talmente sorpreso dalla presenza di quelle persone e dall’apparizione magica dell’elfo da non avere la prontezza di fare nulla.
Allo stesso modo, non riuscì a ricavarsi un tempo di reazione quando l’elfo lo prese per mano e lo trascinò verso la cucina.


Non si preoccupi, signorino Draven Shaw. È un gatto simpatico.

Ma chi sei? Chi sono tutte queste persone? Dov’è mia madre?

Sua madre è ancora a lavoro, signorino Draven Shaw. E io sono Pif, l’elfo domestico della signorina Karen Lodge, un’amica di sua nonna. La signorina Lodge mi ha messo a comando della cucina per i preparativi per la festa.

Raggiunta la cucina, Draven potè constatare che in effetti dei preparativi erano in atto, ma soprattutto che Pif non era l’unico elfo domestico ad essere stato messo a lavorare lì. Come aveva fatto sua madre a convincere gli amici di sua nonna a partecipare così attivamente per farle una festa? Le era proibito interagire con il mondo magico… Come le aveva contattate tutte quelle persone?

Si sieda qui, signorino Draven Shaw.

La mano dell’elfo si strinse sulla sua per costringerlo a mettersi seduto su una sedia e Draven, che era ancora sotto shock, lo lasciò fare. Gli altri elfi si affrettarono ad accerchiarlo per offrirgli bevande e cibo di ogni tipo, che il giovane Serpeverde rifiutò con gesti della mano e cenni del capo.

Chiamami solo Draven, Pif. Chi è tutta questa gente? Come ha fatto mia madre a invitare tutte queste persone?

Oh, signorino Draven, sua madre non ha fatto proprio niente. È stata la signorina Lodge a organizzare il tutto.intervenne a dire un altro elfo domestico, alle spalle di Draven. Il ragazzo si voltò a guardarlo: era più anziano di Pif. Dei buffi peli bianchi gli spuntavano dal naso e dalle orecchie.

Lui è Tormun.gli spiegò Pif.
Anche lui è un elfo domestico della signorina Lodge, che è una cara amica di sua nonna.

Si, questo lo hai già detto. Ma non ho idea di chi sia questa signorina Lodge.

Al suono di quelle parole, tutti gli elfi domestici presenti in cucina si immobilizzarono di colpo, inorriditi. Draven fece vagare lo sguardo su di loro; si sentì immediatamente a disagio nel non capire cosa avesse detto di così grave. Ma Tormun si riscosse presto dallo shock e gli si avvicinò. Non aveva la minima idea di cosa diamine stesse succedendo in casa sua, sembrava un brutto scherzo, ma l’espressione sul viso stanco di Tormun era maledettamente seria, al punto che Draven non poté far altro che sostenere il suo sguardo in attesa di una spiegazione, che non tardò ad arrivare.
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Correva l’anno 1966 quando la signorina Lodge salì sull’Hogwarts Express per la prima volta. Ovviamente partì sapendo già cosa aspettarsi nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, dato che il nonno paterno aveva insegnato per molti anni lì. Era stato un esimio professore di Incantesimi. Era passato a miglior vita qualche mese prima e la signorina Lodge ne era rimasta addolorata. Le era stato promesso da suo nonno che l’avrebbe accompagnata lui stesso al binario 9 e ¾ , ma le circostanze, purtroppo, avevano previsto diversamente.
Draven notò che gli altri elfi si erano riscossi dallo shock e avevano ripreso a cucinare, compreso Pif, ma aveva come l’impressione che tenessero tutti le orecchie ben tese per seguire il racconto.

Perché mi stai raccontando questo, Tormun? - provò a chiedere, riportando lo sguardo sul vecchio elfo. Dalle proprie spalle sentì provenire un fragoroso rumore, come di piatti rotti, e provò ad alzarsi dalla sedia per andare a controllare. Già non gli stava bene che casa sua fosse stata invasa da ultracinquantenni snob, ci mancava solo che i loro elfi gliela distruggessero. Ma la piccola e avvizzita mano di Tormun gli si posò su un braccio per fermarlo.

La storia della signorina Lodge riguarda anche lei, signorino Draven. Posso continuare?

Pif e gli altri elfi si erano già attivati per far sparire le prove del loro incidente. Dato che la signorina Lodge sembrava aver curato tutti i dettagli per la festa, sperò che avesse avuto premura anche di portare i suoi di piatti da rompere.

Si… Va bene. - rispose poi a Tormun, rimettendosi a sedere di fronte a lui. Non che avesse niente di meglio da fare, comunque. L’idea di restare da solo in mezzo a tutta quella gente sconosciuta gli dava i brividi. Tanto valeva restare ad ascoltare i deliri di quell’elfo.

Come dicevo…
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La signorina Lodge non era dell’umore per socializzare e si cercò una carrozza vuota. Era sicura che, proprio come suo nonno, sarebbe stata smistata tra i Serpeverde. Non lo aveva mai messo in dubbio. E il caso volle che la prima persona che conobbe, diretta a Hogwarts come lei, fosse proprio un Serpeverde. L’allora signorino Cameron Prewett si accomodò al suo fianco. Le si presentò, spiegandole che era del secondo anno, ma che il treno era partito prima che potesse trovare i suoi amici, così si era fermato nella prima carrozza in cui si era imbattuto. Con quella scusa, nonostante il pessimo umore della signorina Lodge, i due giovani entrarono facilmente in confidenza. Giunti a Hogwarts, ci fu il momento dello smistamento. Contro ogni sua aspettativa, la signorina Lodge venne smistata tra i Corvonero. Fu un duro colpo per lei, nata e cresciuta in una famiglia di Serpeverde, ma trovò una compagna di stanza che fu subito in grado di risollevarle il morale: Lilien Shaw. Ben presto le due giovani donne divennero inseparabili. Nel corso degli anni a venire, l’amicizia tra la signorina Lodge e il signorino Cameron sfociò in amore e Lilien fu testimone di quella loro magnifica storia. Cameron aveva un fratello gemello, anch’egli in Serpeverde, di nome Alexander, che spesso passava il tempo con loro. A differenza di Cameron e Karen a cui piaceva ostentare la loro storia d’amore, Alexander e Lilien non si dichiararono mai apertamente l’uno con l’altro e passarono gli anni scolastici come semplici amici. Quelli erano anni apparentemente calmi… L’Oscuro Signore tramava in silenzio. I maghi, inconsapevoli, vivevano le loro vite senza avere la minima idea di cosa li aspettasse.
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E la signorina Lodge e il signorino Cameron, quando anche lei ebbe ottenuto il diploma, intrapresero un viaggio alla scoperta dei misteri della magia. Ciò che accadde in quel periodo alla felice coppia non ci è dato saperlo. La signorina Lodge spediva molte lettere all’allora signorina Lilien, ma non entrava mai nei dettagli. In risposta, la giovane Lilien le raccontava del suo lavoro al Ministero. Ai tempi lavorava nell’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia. Molto concentrata sul lavoro, si era persa di vista con il giovane Alexander, che a sua volta aveva intrapreso una validissima carriera come Spezzaincantesimi. I due ebbero modo di riavvicinarsi solo qualche anno dopo, quando Cameron e Karen convolarono a nozze. Per Alexander e Lilien fu l’occasione perfetta: si erano ritrovati. E solo due anni dopo convolarono a nozze anche loro. Non avevano nemmeno trent’anni. Erano tutti ancora molto, molto giovani, quando i seguaci del Signore Oscuro intrapresero l’aspra lotta contro il bene. I quattro ragazzi si erano dichiarati neutrali, ma lavorando ognuno a proprio modo per un Ministero che promulgava la tolleranza nei confronti dei babbani, finirono per essere giudicati nemici del Signore Oscuro. Cameron Prewett perse la vita durante un duello, pochi mesi dopo il matrimonio di Alexander e Lilien. Erano tutti presenti durante lo scontro. La signorina Lodge perse un braccio, una gamba e un occhio per via di un’esplosione: non avendo tempo di contrastarla, fece scudo con il suo corpo per proteggere Lilien, che all’epoca era incinta della sua prima figlia. Intenti a proteggere Lilien, Alexander e Karen si accorsero troppo tardi dell’entità delle ferite riportate da Cameron.
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Non ebbero modo di salvarlo. La signorina Lodge fu eroica durante quella battaglia, ma visse gli anni a seguire in totale anonimato. Si ritirò a vita privata e incanalò tutte le sue energie negli studi della Storia della Magia, proprio come fece in seguito anche Lilien Shaw. Care, carissime amiche sin da ragazze, avevano passato un'intera vita insieme. Andai a vivere con loro durante i primi anni di crescita delle figlie di Lilien, a cui la signorina Lodge…
Figlie? Mia madre ha delle sorelle?

Due.
Draven era sconvolto. Guardandosi intorno, gli elfi domestici erano ancora intenti a lavorare, ma almeno la metà di loro tirava sul con il naso o si asciugava gli occhi per la commozione del racconto. Evidentemente avevano avuto modo di conoscere Cameron Prewett e si sentivano ancora addolorati per la sua morte, oppure, molto semplicemente, erano troppo sensibili. In qualche modo, il disagio provato dall’ignoranza solo pochi minuti prima si era nuovamente palesato: avrebbe dovuto sentirsi toccato anche lui da quella storia. Dalla morte di uno zio che non aveva mai conosciuto. Della vita di Lilien. La storia della sua vita e di come fosse venuto al mondo molti anni dopo solo grazie al coraggio di una donna che aveva salvato sua nonna, permettendole così di avere dei figli. Delle figlie, anzi. Di cui non aveva mai sentito parlare nemmeno per sbaglio. Aveva un’intera famiglia di cui non era mai stato messo a conoscenza. Tutto ciò non lo faceva commuovere, lo faceva incazzare.

Draven?la voce di sua madre irruppe nella cucina e, istintivamente, si voltò per cercarla.

Tesoro, sei qui. Ti ho cercato per tutta la casa. Hai visto quanta gente?iniziò a dirgli quando Draven riportò lo sguardo a cercare quello di Tormun. L’elfo era di nuovo di fronte ai fornelli, come se non si fosse mai spostato da lì.
Sua madre lo afferrò per un braccio per spronarlo ad alzarsi dalla sedia e Draven si ritrovò a camminare fuori dalla cucina contro la propria volontà. Per un attimo gli sembrò di vivere in una bolla. I suoni che lo circondavano, compresa la voce di Cecilia che continuava a parlargli come se lui stesse davvero prestandole attenzione, erano ovattati rispetto alla nitidezza dei propri pensieri. Le domande che presero a vorticargli nella mente erano troppe per poterle zittire.
Che fine avevano fatto queste sorelle di sua madre? Perché non ne aveva mai saputo niente? Aveva dei cugini? Aveva altri zii? Perché lo avevano escluso dal resto della famiglia? Cos’altro gli tenevano nascosto? Cos’altro non sapeva?
Aveva seguito sua madre in sala senza rendersene conto, muovendosi per inerzia. Tutta quella gente che era lì per festeggiare Lilien doveva aver avuto un passato con lei... Una storia, come quella della signorina Lodge, che lo riguardava in qualche modo da vicino? Si soffermò a guardarli uno per uno. Nessuno di loro, però, attirò la sua attenzione come la donna seduta compostamente sul divano: aveva i capelli neri raccolti in una crocchia elegante, adornata con dei fermagli che riflettevano le luci bianche della sala; allo stesso modo, ogni volta che muoveva la testa per rivolgersi all'una o l'altra persona che aveva davanti e con cui stava parlando, il suo occhio sinistro emetteva uno strano bagliore; teneva dell'acquallegra nella mano destra e nell'altra stringeva un bastone finemente intarsiato. Doveva essere la signorina Lodge.
Le gambe si mossero prima che se ne potesse rendere conto. Doveva andare da lei, parlarle, provare quantomeno a farsi dire qualcos'altro su Lilien e le sue figlie. La storia raccontata da Tormun era solo la premessa di una verità talmente scomoda che sua madre e sua nonna non avevano voluto fargli sapere.


Potresti mostrare un po’ di entusiasmo, per una volta? sentì sua madre dirgli, accarezzandogli distrattamente i capelli in uno scarso tentativo di apparire affettuosa. Si era mosso di soli pochi passi e poi si era fermato, immobilizzato sul posto dal peso dei propri pensieri. Poteva essere la sua unica opportunità di sapere, dato che nessun altro aveva mai pensato di raccontargli quelle cose, ma una parte di lui glielo stava impedendo... Voleva davvero venire a conoscenza della storia della sua famiglia? Ci doveva essere un motivo, forse più di uno, se nessuno mai aveva pensato di dirgliela.
Sentiva addosso lo sguardo indagatore di Cecilia, ma lui aveva ancora gli occhi puntati sulla signorina Lodge. In un tentativo di attirare la sua attenzione e cercare di coinvolgerlo nella festa, sua madre gli passò una lingua di Menelik e a quel punto Draven si voltò a guardare lei. Avrebbe dovuto fingere che fosse dell'umore per festeggiare uno stupido compleanno? Perché non si accorgeva mai di ciò che gli passava per la testa? La guardò in cagnesco, forse sperando proprio che per una volta sua madre si interessasse di lui e si chiedesse perché mai fosse così di malumore, ma Cecilia aveva gli occhi puntati sulla porta: Lilien era appena apparsa all’ingresso. La festeggiata venne accolta da un caloroso
Buon Compleanno! gridato in coro. La prima persona che sua nonna andò a salutare fu proprio la signorina Lodge che, con una certa dose di fatica, si mise in piedi per poterla abbracciare. Accompagnata da lei si apprestò a salutare e abbracciare tutti i presenti… Non aveva mai visto tanta gente tutta insieme con sorrisi più falsi di quelli. Faceva meglio a tornare dagli elfi e passare il resto della serata con loro. Col senno di poi, sarebbe potuto anche essere interessante. Draven posò la lingua di Menelik tra le labbra e si fermò al fianco di sua madre, con le mani nelle tasche dei jeans. Lilien non aveva ancora salutato la figlia, cosa che avrebbe dovuto avere pensiero di fare dato che era sua la casa che stava accogliendo quella sagra dell'ipocrisia, né tanto meno si era ancora accorta della sua presenza. Gradualmente gli invitati cominciarono a disperdersi in silenzio nella sala. Erano passati diversi minuti e Lilien non aveva rivolto loro il minimo accenno di interesse. Draven fischiò nella trombetta a pieni polmoni e gli occhi dei presenti si posarono tutti su di lui e il suo mancato tempismo. Ma almeno, così, sua nonna si era accorta di lui e aveva incrociato il suo sguardo.
Beh, il suo lo aveva fatto…
Sputò via la lingua di Menelik e si voltò in direzione della cucina. Sentiva addosso lo sguardo di quella gente che probabilmente si stava chiedendo chi lui fosse; non lo avrebbe stupito. Se sua nonna gli aveva tenuto nascosta un'intera famiglia, aveva potuto fare altrettanto con i suoi amici. Forse solo la signorina Lodge sapeva di lui e di sua madre. Forse Lilien si vergognava di loro due. Era per colpa di suo padre? Del fatto che era un babbano? O del fatto che era morto e sua madre aveva rischiato di finire in galera per questo?
La cucina brillava quasi di luce propria da quanto a fondo era stata ripulita. Una quantità di piatti che avrebbe fatto invidia a quelli delle tavolate di Hogwarts, preparati con dovizia di particolari per richiamare lo spirito festoso, era stata posata ordinatamente sul tavolo al centro della stanza. Ma degli elfi non c'era traccia. Se n'erano andati.
Si volse e, cercando di passare inosservato, si diresse verso la propria camera da letto. Si chiuse dentro a chiave. Il fatto che sua madre non potesse usare la magia gli veniva incontro, ma c'era una sala piena di maghi saccenti che era certo sarebbero stati ben lieti di darle una mano ad aprire quella porta.
Ma nessuno andò a cercarlo. Era rimasto appoggiato di schiena contro la porta per parecchi minuti e nessuno aveva nemmeno bussato perché stava cercando il bagno e aveva sbagliato stanza.
Incrociò le braccia all'altezza del petto e le strinse più forte che poté. Rabbia e dolore che si mescolavano in quella morsa insopportabile alla bocca dello stomaco.
Aveva molto su cui riflettere e non era più sicuro di averne ancora la voglia. Non si era mai sentito parte di una famiglia e aveva smesso di fidarsi di sua madre all'età di cinque anni, ma aveva stupidamente pensato di potersi fidare almeno di sua nonna, l'unica che era stata onesta e sincera con lui... Fin quando non aveva scoperto da un elfo che gli aveva omesso cose importanti e lo aveva escluso dalla famiglia nello stesso modo in cui aveva fatto con sua madre anni prima, quando era stata espulsa da Hogwarts. Forse era questo il fulcro del problema: Lilien vedeva in lui il lascito di una figlia che l'aveva tremendamente delusa e si aspettava che anche Draven commettesse qualcosa di sbagliato da un momento all'altro? Così, per evitare di arrivare a doversi giustificare con i suoi amici maghi, non aveva rivelato a nessuno di loro della sua esistenza.
Donut uscì da sotto il letto con passo leggiadro e fiero; qualcosa nello sguardo di Draven doveva avergli fatto cambiare idea, qualsiasi essa fosse stata, perché dopo un attimo di esitazione tornò indietro e balzò sulle lenzuola, appollaiandosi sul fondo del letto con un miagolio. Era un invito a Draven di lasciar perdere tutto e dormire. La cosa migliore che avrebbe potuto ottenere dopo una giornata di quel genere.


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Edited by Draven. - 14/5/2023, 12:42
 
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