Tra Oriente e Occidente, Halloween | 2020

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view post Posted on 9/11/2020, 11:07
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss
• Auror • 28 anni • Irlandese • Costume: Witcher - School of the Fox
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ondra non era mai la sua meta preferita, non riusciva proprio ad apprezzare il Caos delle grandi città né lo smog che le vetture Babbane creavano per le strade sempre trafficate. Eppure, a causa del proprio lavoro, aveva sempre fatto uno sforzo e percorso ogni viale e piazza della Capitale; ora, però, le cose erano cambiate - almeno per quella sera - in cui aveva deciso di propria iniziativa di vagare, in un primo momento, senza una meta e sotto al proprio Mantello della Disillusione finché non sarebbe incappato nella prima festa di Halloween che avesse trovato sul suo cammino. Non gliene sarebbe importato granché se si fosse imbattuto in una parata Babbana, il suo travestimento non aveva nulla di magico, era invece una fedele rappresentazione di un videogioco che andava molto in voga tra i giovani Babbani, quello di The Witcher. Ed impersonificare Geralt di Rivia pareva quanto mai azzeccato in quel particolare periodo in cui un’infida depressione si era fatta strada dentro di lui, minacciandolo di demolirlo pezzo per pezzo.
Si era fatto crescere i capelli con un colpo di bacchetta per l’occasione, ma poi aveva usato delle semplici tinte per capelli e la barba, lenti a contatto a forma di occhio da gatto, del mastice teatrale per la cicatrice sul volto; il resto era tutta opera di alta sartoria e spade in lattice per non affettare realmente nessuno. Un vero peccato - aveva pensato all’inizio - perché semmai si fosse imbattuto nell’ennesimo traditore come Betterson avrebbe seriamente preso in considerazione di farlo a fettine; ma il cuore e i principi da Auror erano ancora ben radicati in lui e lo tenevano con i piedi per terra, benché stava iniziando a sentire una perdita di sentimenti e di emozioni, come se qualcosa di veramente potente gli stesse lavando via ogni traccia di umanità, e questo lo spaventava oltre ogni misura.
La possibilità di svagarsi ad una festa mondana e in costume, dove nessuno avrebbe avuto modo di riconoscerlo con facilità, era parsa come una buona idea per distendere i nervi e non pensare a nulla, se a non impegnare la mente con semplici chiacchiere con il resto degli avventori. Per questo quando giunse non molto distante dalla zona in cui risiedeva Zarathustra prese a notare delle strane lanterne sparse qua e là, come a delineare un percorso specifico. Non poté di certo considerarsi come una falena che insegue le fonti di luce, perché in un primo momento le studiò passivamente da sotto il Mantello della Disillusione, finché - con la coda dell’occhio - scorse un movimento accanto a sé. Nel momento in cui volse lo sguardo per poco non ebbe un principio di infarto e conseguente urletto soffocato dal mantello. Mai, in tutta la sua vita, avrebbe mai pensato di scorgere lo spirito di sua nonna avvolta nel suo abito funebre.
«Per il calderone del Dagda… che cosa ho fatto?» bisbigliò, mentre il cuore ancora batteva a mille nella gabbia toracica, come un tamburo da guerra. Lo spirito di sua nonna avrebbe dovuto riposare in pace nell’Aldilà, oltre i cancelli sorvegliati dal Dio Cernunnos, Signore della Caccia e Guardiano dei Morti. Era morta con la consapevolezza che sia Aiden che Regan avrebbero mantenuto fede alla promessa fatta: uno che si sarebbe lasciato andare all’amore, se non come uomo almeno come amico, l’altro che avrebbe fatto il possibile per unificare Aiden e Richard oltre a fargli da guida. E invece cosa avevano fatto nonno e nipote? Regan aveva tentato di forzare la mano del nipote in un matrimonio combinato e che gli stava stretto, piuttosto che impegnarsi nel rapporto fraterno tra i due nipoti, anteponendo il benessere della famiglia anziché concentrarsi sulla promessa fatta; Aiden, invece, aveva provato il morso dell’amore ma dopo gli eventi di Hogsmeade aveva il timore di perdere i propri affetti, di essere tradito o abbandonato a causa della sua professione, o di non tornare lui stesso a casa. Sacrificare i propri sentimenti, oltre a non accettare un matrimonio indesiderato oltre che sbagliato, l’avevano indotto a non rispettare la parola data. Aveva dunque perso il proprio onore e meritato quella breve visione di sua nonna come forma di punizione?
Prima che potesse crollare come un castello di sabbia, Aiden scattò nella direzione in cui aveva visto lo spirito apparire e scomparire nel giro di pochi attimi, e si ritrovò quindi a seguire le lanterne.

Spalancò la porta di Zarathustra e si sfilò il Mantello, prima che i presenti all’interno del negozio potessero pensare che una folata di vento avesse spalancato l’ingresso, rivelando la sua chioma bianca e gli occhi felini.
«Impazzirò se non bevo qualcosa di forte!» mormorò tra sé, per poi farsi avanti e guardandosi in giro. Si incupì quando constatò che le decorazioni e molti dei travestimenti dei presenti fossero di natura nipponica e che a seguito dei suoi scambi con Fuji-Tora aveva tristemente compreso come per i Giapponesi il colore bianco simboleggiasse il lutto. E lui aveva i capelli e la barba bianca, come se - senza volerlo - avesse appena reso noto il suo status e questo bruciava più dell’Ardemonio che aveva rischiato di investirlo.
Prima il danno e poi la beffa… Cazzo se devo bere!
Andò direttamente nella zona del catering, senza guardare nessuno in faccia, finché non si ritrovò direttamente a chiedere: «Qualunque alcolico abbiate a disposizione, datemene direttamente quattro! Per favore...» Sarebbe potuto apparire come disperato, se non addirittura terrorizzato, ma infondo era la verità: aveva visto un fantasma nel vero senso della parola e se la sua mente non sarebbe stata offuscata dai fumi dell’alcol temeva che sarebbe sprofondato in un attacco di panico in piena regola.



4 x Maotai
Direi che tutto casca a fagiolo :ihih:
Per vedere l'immagine integrale di Aiden versione Witcher, cliccate sull'immagine centrale.


Nessuna interazione al momento.

 
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view post Posted on 9/11/2020, 11:36
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Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.

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Emma Green ✂ Mercoledì Addams

Aver proposto ai suoi fiorellini belli concasati l'idea di travestirsi dalla Famiglia Addams, fu una delle idee migliori della sua intera vita: aveva passato gran parte della sua infanzia a guardare quella serie tv babbana in compagnia di Mitchell, le risate erano assicurate. A dire il vero, quel dormitorio non sembrava più tale, ma piuttosto la stanza più chiassosa del manicomio più pazzoide che potesse esistere. Dopo aver ritrovato tutta la roba che Alice aveva nascosto, le ragazze cominciarono a prepararsi per la festa. Ad Emma e le altre venne un mezzo infarto alla vista dei capelli di Vivienne che continuavano ad allungarsi come se fosse stato il loro unico scopo nella vita. Viv, attenzione! Rischi di farci soffocare tra i tuoi capelli, bellissimi, si… ma a questo punto direi... letali! Emma rise per la battuta di Alice sulla questione "Rapunzel Leah Pierce" e Viv probabilmente sapeva di cosa la rossa stesse parlando, considerate le sue origini mezzosangue. Avanti Viv, ti diciamo noi quando fermarti! E così dopo aver rimediato alla chioma incantata della loro bellissima Prefetto Grifondoro, continuarono con le loro preparazioni. ahi! Alice le stava facendo le trecce: loro due avrebbero impersonato Mercoledì e Pugsley, che nella serie erano rispettivamente sorella e fratello. La versione femminile di Pugsley (Alice) era a dir poco perfetta. Credo che tu mi abbia staccato almeno una dozzina di capelli, Al. Disse all'amica con una finta nota di risentimento: di certo Emma non era una ragazzina a cui interessavano i capelli più del necessario, se Alice gliene aveva staccato qualcuno… chissene. Mentre la rossa continuava la sua opera treccistica con i capelli della Green, Mary iniziò a darci dentro con le prove delle battute che avrebbero usato alla festa, avevano tutte intenzione di immedesimarsi nei loro personaggi alla perfezione. Sei da premio Oscar, Mary, dovresti pensare di fare l'attrice una volta finiti gli studi! Sentenziò sinceramente.
Dopo Alice, toccò ad Emma sistemarle i capelli in due codine trattenute da due elastici con i teschi, simili a quelli che aveva anche lei. Sistemare i capelli di Alice la mandò in brodo di giuggiole, adorava alla follia la chioma fluente e rossa della sua concasata.

Quando arrivarono alla festa, l'entrata fu a dir poco epica e i loro costumi erano splendidi. Emma ed Alice camminavano fianco a fianco come due comare e si guardavano in giro per decidere chi sarebbero stati i malcapitati che avrebbero subito le loro angherie. Prima di ogni cosa, però, Emma aveva bisogno di rifocillarsi Alice, che dici...andiamo al tavolo delle cibarie?? Abbiamo bisogno di essere in forze per torturare gli invitati! Poi si ricordò che non doveva uscire dal personaggio e si rivolse a Mary ed Oliver con un'espressione senza il minimo segno di empatia Papà, mamma, porto Pugsley al tavolo del cibo, dobbiamo essere in forze per ghigliottinare le nostre fortunate vittime.
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When we're together, darling, every night is Halloween
"This is my costume. I'm a homicidal maniac. They look just like everybody else."
 
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view post Posted on 9/11/2020, 16:27
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The North remembers. ♥

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Jane Read - Queen Mary of Scotland
Halloween tra Oriente e Occidente


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Non era certa di voler davvero andare a quella festa, ma ormai aveva detto di sì e non poteva più tirarsi indietro: Astrid e John, due suoi colleghi Medimaghi, l’avevano invitata una settimana prima, sventolando sotto il suo naso la locandina che pubblicizzava l’evento. Una festa a tema Oriente e Occidente, organizzata da Zarathustra in collaborazione con il ristorante Himiko’s Taste.
Inizialmente Jane aveva provato a rifiutarsi, ma poi si erano aggiunte anche le insistenze di sua cugina e alla fine aveva ceduto: si erano dati tutti appuntamento sotto casa di Isabel e mentre attendeva che la cugina finisse di prepararsi la ragazza si guardò allo specchio, lo sguardo palesemente imbarazzato. Se già la sua voglia di partecipare all’evento era molto scarsa, quella di ricercare un travestimento era quasi inesistente: in un certo senso attribuì quelle emozioni al fatto che eventi del genere erano molto frequenti ad Hogwarts e la consapevolezza di non appartenere più a quella frazione di Mondo Magico un po’ la rattristava.

« Quell’espressione addolorata si addice perfettamente al tuo costume: te l’avevo detto che era la scelta giusta! »

Isabel sbucò dal bagno, vestita con un’accozzaglia di abiti di fattezza sia orientale che occidentale: Jane sorvolò sugli abbinamenti scelti dalla cugina e decise di non fare domande, limitandosi ad una smorfia come risposta al suo commento.
Ovviamente non era stata sua la decisione di vestirsi come la Regina Maria Stuarda, per giunta in versione a lutto per la morte del marito, ma di Isabel: con una punta di ironia, le aveva fatto notare che lo stato d’animo di Jane negli ultimi tempi si addiceva perfettamente a quella figura storica.
Scoraggiata, si abbassò la veletta scura a coprire il volto, e riuscì ad afferrare la borsa nera a tracolla giusto in tempo prima di venire trascinata giù per le scale dall’entusiasmo come sempre incontenibile della cugina.

Mancavano pochi minuti alle 18.00, e appena fuori dal portone del condominio trovò i suoi due colleghi, vestiti di tutto punto: dopo i soliti convenevoli e i commenti estasiati – soprattutto di Isabel – per la scelta dei costumi, si incamminarono in direzione di Zarathustra.
18.00 in punto, le lanterne appese agli alberi nei viali della città si illuminarono, pronte ad indicare la strada a chiunque avesse voluto partecipare alla festa: il gruppetto decise di concedersi una passeggiata fino al negozio, in modo da poter ammirare le decorazioni – sia Babbane che Magiche – che gli abitanti della città avevano scelto con impegno e cura per le proprie abitazioni.
Lo spirito che aleggiava nell’aria, la magia che si poteva avvertire accarezzare la pelle insieme all’aria pungente di fine ottobre, riuscirono a risollevare il morale di Jane: magari a fine serata non si sarebbe pentita di essere andata all’evento.
Non appena varcarono la soglia del negozio, ne ebbe una piccola conferma: il locale era completamente stravolto rispetto al solito aspetto, e la ragazza perse alcuni attimi ad osservare il soffitto, naso all’insù; come ad Hogwarts, sembrava che il tetto della struttura non esistesse, permettendo di ammirare il cielo aperto. Nessuna stella visibile per quella sera, come ogni notte di Halloween che si rispetti.
Il tempo di tornare con lo sguardo in basso, e si accorse che sia sua cugina che i suoi colleghi erano scomparsi: non si preoccupò, probabilmente erano andati ad esplorare il resto dell’ambiente, e decise di fare lo stesso.

Iniziò a camminare con calma in giro per il locale, fermandosi di tanto in tanto ad ammirare le decorazioni scelte per l’evento – e rimanendo a debita distanza dai ragni dopo aver visto una strega ricevere in faccia uno spruzzo di stelle filanti: una volta giunta nei pressi del bancone, ammirò gli oggetti esposti in vendita solo per quella serata, e lesse brevemente l’elenco della merce abitualmente venduta, pronta a dilapidare parte del suo primo stipendio.
Si rivolse a una delle commesse, il lieve sorriso che si poteva intravedere attraverso la veletta.

« Buonasera! Innanzitutto, volevo farvi i complimenti per le decorazioni e per l’evento: è davvero strabiliante! Poi se possibile vorrei acquistare questi oggetti, grazie. E’ possibile passare a ritirarli a fine serata? »

Posò sul bancone i Galeoni necessari al pagamento dei suoi acquisti, e attese di avere conferma alle sue richieste.
Una volta sperperati i suoi guadagni in libri – tanto per non smentirsi mai – si voltò alla ricerca della cugina in mezzo alla folla di maschere e travestimenti vari. La individuò in fondo alla sala, vicino al banco di Himiko’s Taste.
La raggiunse, e sorrise quando notò che aveva trovato la sua prima vittima destinata a dieci minuti di chiacchiere intense: la riconobbe come una delle sue colleghe del Ministero. Dopo aver sfiorato il braccio di Isabel, quello intento a sorreggere un bicchiere, si avvicinò a sua volta al bancone, pronta ad ordinare qualcosa da bere.

« Buonasera! Potrei avere un bicchiere di Shaoxing, per favore? »

Aveva individuato in fretta la bevanda scelta dalla cugina e per questo decise di imitarla: una volta servita rimase nelle vicinanze, e sorseggiando il vino cinese rimase ad osservare il resto del menù, indecisa.


Interazioni
Per ora nessuna interazione.


Jane ha deciso di fare acquisti pazzi :laa:
Dal listino di Zarathustra - sia dell'evento che abituale - acquista:
- 1 Cappello Tanuki (18G);
- 1 Anello Luminoso (20G);
- Libro "Magia Sana in Corpore Sano" (7G e 10F);
- Libro "La Scienza di Ipparco" (14G).

Dal listino di Himiko's Taste:
- 1 bicchiere di Shaoxing (2 F) - e potrebbe non essere l'ultimo :fru:

Grazie 🌸


Edited by Jane Read - 10/11/2020, 17:54
 
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view post Posted on 9/11/2020, 17:17
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Maschere Kitsune: Kitsune (狐) è la parola giapponese per "volpe". Secondo la mitologia giapponese la volpe è un essere dotato di grande intelligenza, in grado di vivere a lungo e di sviluppare con l'età poteri soprannaturali. Le kitsune sono conosciute per possedere una grande intelligenza, poteri magici e per essere in grado di vivere a lungo. Esse sono un tipo di yōkai, ovvero un'entità spirituale, e la parola kitsune è spesso tradotta in "spirito di volpe".
死人に口なし


Alice Lastrange
IV Anno - Corvonero - Scheda
U
na voce alle spalle di Alice interruppe la ragazza che aveva appena ascoltato la sua richiesta, quella che doveva chiamarsi Clarisse, sorridendo ad entrambe, si allontanò dedicandosi immediatamente al cliente successivo. I suoi occhi incrociarono la fonte di quelle parole, e immediatamente la Corvonero capì perché quella voce non le era sconosciuta. Apparteneva infatti ad una ragazza che Alice conosceva e, per un breve istante, avrebbe voluto non aver tolto la maschera che copriva il suo volto. Nonostante il suo viso fosse truccato e decorato per l’occasione quegli occhi e quei lunghi capelli rossi non lasciarono spazio ad alcun dubbio, dinanzi a sé adesso Thalia sistemava gli oggetti che lei aveva richiesto con un'espressione impossibile da decifrare. Probabilmente erano solo pare mentali che Alice stava costruendo da sola, conosceva a malapena la ragazza ma sapeva quanto fosse una brava ragazza e quanti obiettivi condividevano, si erano ritrovate spesso al di fuori delle lezioni combinate tra Corvonero e Tassorosso e tra un'esercitazione e un’avventura - spesso mortale - aveva una buona opinione di lei. O almeno questa era l’immagine che si era costruita della Caposcuola, non poteva dire di sapere tutto di lei ma c’era qualcosa che sapeva per certo... «Se non è un problema si, grazie! Così posso dare un occhiata in giro e recuperare tutto prima di andar via» il suoi occhi scrutavano ogni reazione della ragazza, sorridendole in quei momenti in cui i loro sguardi si incrociavano. Doveva dire qualcosa? Perché si sentiva a disagio in quella situazione? Era inutile nasconderlo, sapeva benissimo che in passato lei e Mike erano stati insieme, non conosceva i dettagli, anzi, poteva benissimo ammettere di non saperne assolutamente nulla del loro rapporto, dato che tutto proveniva da voci di corridoio e pettegolezzi, e forse quegli stessi pettegolezzi avevano iniziato a vedere lei e il Serpeverde come protagonisti. Non che ci fosse molto da dire in effetti, il loro rapporto era ancora indefinito, cosa mai poteva dire alla ragazza adesso.
« Beh… si, effettivamente si. Cioè sicuramente troverò qualche Corvonero qua e là, ma per lo più son venuta per fare un pò di compere »
*Falsa!*
Era vero che era andata alla festa da sola, era anche vero che l'obiettivo era spendere dei soldi, ma era anche innegabile che era lì con la speranza di poter incontrare lui - perché mandare un gufo e chiederglielo direttamente era troppo mainstream - e adesso era lì, con la sua ex. *Tipico* Alice non riuscì a non ridere di sé stessa, riusciva a cacciarsi in certe situazione non si sapeva esattamente come. Nascose quelle emozioni, il suo volto era sereno come realmente era lei stessa, probabilmente stava esagerando, avrebbe potuto salutare la ragazza e proseguire la sua serata, eppure c’era qualcosa che le impediva di farlo.
*E questo si chiama masochismo sorella!*

« Non so se verrà anche lui » inutile specificare di chi stava parlando, entrambe le ragazze sapevano benissimo a chi si riferiva Alice. Era quindi già giunto il momento di tagliare la famigerata testa al toro? Tanto meglio farlo subito, era compagne, probabilmente in futuro avrebbero dovuto guardarsi le spalle in situazioni ben più pericolose, ma nonostante tutto, nascosta dietro al suo solito volto sorridente e mai beffardo - salvo valide occasioni - temeva tutto quello che la Tassorosso avrebbe potuto fare o dire.
Che si aprano le danze quindi...


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Outfit

Costume: Abito tradizionale giapponese, un kimono rosso scuro e nero con dettagli color oro sporcato qua e là con del sangue, finto credo . Accessori: Maschera Kitsune, Kunai sporco di sangue, pochette rotonda in stile nipponico. Dettagli: Lenti a contatto che colorano di rosso l'iride e di nero tutta la parte circostante, unghie assassine e fiori tra i capelli.

code © Nhimoe


Interazioni: Thalia


 
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view post Posted on 9/11/2020, 17:31
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Oliver Brior ✂ Gomez Addams

L'indice della mano destra ticchettava ripetutamente sull'impugnatura di uno spadino che ricordava per forma una sciabola. Creava così un rumore ben cadenzato, infinitamente ordinato, mentre la lama catturava bagliori di fiammelle sempiterne: il camino scoppiettante, al pianoterra della Sala Comune, offriva riflessi che nessun'altra luce avrebbe mai potuto concedere, e così il vermiglio si tingeva d'argento, e l'ocra si impreziosiva delle ombre di tizzoni morenti. Un soffio di cenere sfuggiva al supplizio del fuoco, guadagnava l'estasi di un tormento. La bocca si tingeva del gusto dell'Artemisia - intenso, arcigno, dalle venature amare che il sigaro consumava. Era trascorsa l'una di notte, non c'era nessuno nei dintorni: il Preside Dippet era lontano, forse in visita ad un altro dei suoi ritratti, e Cassandra si era concessa al dormiveglia con gli occhietti socchiusi e la testolina sotto un'ala purpurea. Il Canto del Fwooper taceva, e il silenzio aveva il familiare scoppiettio delle fiamme. Sorrideva, il Caposcuola. La memoria della serata trascorsa continuava ad infondere un senso di spensieratezza che mai aveva sperimentato così pienamente nell'ultimo periodo. I festeggiamenti per il complemorte di Sir Nicholas erano una tradizione alla quale non avrebbe mai potuto mancare, ma a differenza di tante altre occasioni, lui non era stato l'anima dell'incontro. I pensieri convergevano là dove la mente invitava al diniego, e tutto in lui gridava all'assoluzione, al perdono, al silenzio. Aveva bisogno di dormire, lo sentiva. Le parole di Emma, tra tutte, avevano però fatto breccia in lui fino a mutare in germoglio, in una speranza, e infine in una promessa. Perché aveva detto di sì, aveva acconsentito al travestimento di gruppo; quella di Halloween era una festa che gli apparteneva, che aveva apprezzato nel corso degli anni, tuttavia non vi aveva pensato. Non era stato sicuro di parteciparvi fino a quando i suoi concasati non avevano confermato interesse, e l'idea di andare con loro, con tutti loro, anche per lui rappresentava una di quelle occasioni che non avrebbe potuto lasciarsi sfuggire. La famiglia Addams, come gli aveva raccontato Emma, faceva parte di un'identità culturale dei babbani da così tanto. Più ne era stato incuriosito, più ne era stato sorpreso: continuava a credere fermamente che potesse trattarsi di un'opera di un mago, i punti di contatto erano infiniti. Ma più di una mano animata, più di una sfrenata passione per la magia occulta, più di invocazioni e tombe da profanare, più di tutto quello, era la parola chiave d'esordio ad aver attirato Oliver. La consapevolezza che fosse una famiglia, e la conseguente riflessione di rivedere in loro, nei Grifondoro, esattamente lo stesso. A lungo aveva allontanato i suoi concasati, e il rancore che in parte celava verso i più si esauriva fino a spegnersi, almeno con loro. Quello che gli era capitato, quello che aveva vissuto, e la serie di notti popolate da incubi e ancor più dall'insonnia. Per una sera, soltanto per una sera, non l'avrebbero più condizionato. Per una sera, si disse. Per una sera sarebbe stato Gomez Addams.

Dormitorio N.2
Scherzava con il fuoco, lo sapeva. La mano destra impugnava la sciabola che aveva trasfigurato da un astuccio - di chi non l'aveva scoperto, e aveva taciuto ogni coinvolgimento. Era già vestito, mancavano circa venti minuti all'appuntamento con gli altri e rischiava di arrivare tardi per la prima volta in tutta la sua vita. Eppure, più studiava il suo riflesso nello specchio da parete dei bagni maschili, più si accorgeva di essere profondamente, stranamente divertito. Il sorrisetto malandrino che puntellava il suo volto riusciva a rendersi perfino più accentuato con le fossette che si realizzavano sulle guance, e il trucco di Herbelia rifiniva tutto nel migliore dei modi: un velo di cipria risaltava gli zigomi, un filo di mascara agli occhi impreziosiva la tonalità smeraldina delle pupille, i capelli erano stati scuriti e tirati a lucido all'indietro, e parimenti aveva sfruttato un rapido colpo di bacchetta per ottenere un paio di baffi così... setosi, di un nero più nero dell'inchiostro. Con un completo da smoking, una camicia candida, una cravatta annodata dolcemente al collo e un paio di francesine di vernice scura ai piedi, sembrava essere uscito direttamente da una sala di flamenco. O giù di lì, non ne era così convinto. Quello che il suo aspetto gli ricordava era in realtà uno di quei racconti che sua nonna Dominga snocciolava alle cene di famiglia, uno di quei racconti che custodivano in sé - per citarla - qualcosa di caliente, di apasionado, di increíblemente romántico. E gli piaceva, a dirla tutta. Gli piaceva più del solito. Sistemò così una rosa vermiglia, leggermente appassita, nel taschino della giacca lucente. Un foulard sulle tonalità vibranti del rosso cingeva il bacino, e pendeva da un lato a coprire il fodero di una sciabola, e quello di un sacchetto pieno di finti galeoni. Si umettò la bocca, sentì lo specchio magico balbettare qualcosa che ignorò altrettanto in fretta, e sfrecciò via dal bagno. I suoi passi, per le francesine con tacchetti, battevano sul pavimento in un ritmo lussurioso, e con il petto ben sollevato Oliver sfilò via la bacchetta e la sciabola. Un colpetto deciso, una serie di disegni concentrici, e lasciò ai sortilegi il compito di rendere tutto un po' più scenico. Lo spadino volò fino alle tende fiammeggianti del dormitorio, e le tirò via - tagliandone una parte, a malincuore avrebbe dovuto poi provvedere. La luce del sole calante, nel meriggio, brillò in danza lungo le stanze, e Penny sollevò lo sguardo con un'espressione inebetita, e divertita a sua volta.
«Andale, Monsieur Soleil!» Incantò un bricco vuoto sul comodino, e subito dopo lo lasciò volteggiare con la stessa sciabola e il libro che il concasato stava leggendo, in perfetto silenzio. «Olli, sei forse impazzito?»
Zac. Un colpo secco, e la finestra perse consistenza: offrì il varco migliore per far spiccare il libro lontanissimo, giù dalla Torre Grifondoro. Si affacciò subito dopo, raggiunse la balaustra della finestra a passettini di danza. Con la mano libera a coppa sulla bocca, annunciò a grande voce un'altra tra le battute che si era segnato per il suo personaggio. «Mi dispiace per la finestra, giudice. Tenga pure la palla, ne ho un secchio pieno!»
«Tu-devi-farti-curare Penny era scattato, alla fine. Allibito, indicò oltre e sbottò subito dopo. «Quello era il mio testo di Storia, lo dici tu a Peverell che-» Per tutta risposta, Oliver completò una giravolta su di sé, si piegò sulle ginocchia e balzò in fretta verso l'amico. Nelle sue più rosee aspettative stava imitando Gomez Addams in una delle piroette maggiori, tuttavia... aveva calcolato male il salto, e per giunta fu immediatamente chiaro di come gli mancasse la stessa elasticità del personaggio. Lo slancio era stato così fulmineo da non avergli concesso altra direzione, e con un cipiglio preoccupato sul volto finì dritto addosso all'altro ragazzo. Sotto di loro, per fortuna, l'ampio letto a baldacchino accolse il corpo prima dell'uno e poi dell'altro. Sentiva il respiro trattenere una grossa risata, stretto com'era a Penny Laurence. Il volto tradiva una scintilla di imbarazzo che, ne era certo, Gomez Addams non avrebbe avuto: l'amico, invece, appariva totalmente sbigottito. Ringraziò tacitamente che non vi fosse nessun altro in dormitorio, non avrebbe retto le risatine dei compagni, ma ancor più sorprendentemente si accorse di come nessuno dei due - per pochi istanti - stesse tentando di portarsi oltre, di spingere l'altro via in definitiva. Si scoprì di aver trattenuto il respiro, e nel contatto dei loro sguardi Oliver non sostenne quello oltremarino dell'amico. Ripristinò l'ironia degli Addams, e la mente gli giunse in soccorso immediato. Così ammiccò, inclinò il capo verso un lato e sussurrò all'orecchio di Penny.
«Tu mi hai stregato. Mi sono proposto quella sera.»
Senza più concentrazione adeguata, l'incantesimo di librazione terminò e il suono del bricco che si frantumava sul pavimento si propagò lungo tutta la camerata. Una scheggia giunse sul letto, a pochi centimetri, e solo allora Penny sbottò a ridere fino a muoversi in modo isterico. Allontanò via il Caposcuola e prima che Oliver sfrecciasse via, la voce stridula di Penny lo raggiunse come un colpo. «E comunque, Gomez.» *Non dirlo, non dirlo* «Quelle battutine sono per Mary Grenger.»

Hogwarts ✂ Zarathustra
Era in orario. Non in ritardo, non in anticipo, semplicemente in orario. Arrivò trafilato al pianoterra del Castello di Hogwarts e anche quella, per lui, parve una novità. Di solito era lui ad attendere gli altri, e ad ogni modo aveva occasione di sistemarsi, guardarsi attorno, modulare il respiro, e via discorrendo. Invece aveva percorso le scale dalla Torre d'Astronomia al portone d'ingresso con una tale frenesia da chiedersi se stesse sfuggendo. Per fortuna, il suo aspetto restava impeccabile: ebbe il tempo di specchiarsi in un'armatura, sistemare un riccio all'indietro e stringere meglio il nodo della cravatta. Era pronto, lo era davvero. Aveva visto nei dintorni altri studenti che avrebbero partecipato di gran lunga alla festa di Halloween, i loro costumi erano così accurati da aver desiderato scattare loro una fotografia, sebbene in segreto. Aveva portato con sé la sua macchinetta magica, nascosta per bene nel fodero insieme al resto dell'oggettistica - l'incantesimo di estensione era una benedizione per tutti loro. Quando poco dopo si ritrovò con gli altri concasati, il sorriso zampillò sulla sua bocca a coinvolgere di nuovo il volto per intero. Erano perfetti, tutti loro - dal primo all'ultimo tra gli arrivati. Sentì quello stesso moto di spensieratezza della sera precedente e gli parve di essere un'altra persona, per quella festa. Calò nei panni di Gomez Addams fin da subito, tutto quello che Emma gli aveva raccontato era stato poi approfondito dai fumetti, racconti e informazioni che si era fatto spedire da James, il suo collega allo store musicale londinese. Quando Mary Grenger scese le scale, lui l'attese come un gentiluomo d'altri tempi - la mano sinistra dietro la schiena, la mano destra già delicatamente sospesa ad accogliere quella dell'altra, non appena vicina. «Oh Tish
Un suono soffuso, armonioso, vibrante - la lingua spagnola modulava le -s, ne prolungava l'incantevole musicalità per un istante sfuggente. Seguì un baciamano, la delicatezza della sua bocca sulla pelle diafana della concasata. Era bellissima, lo era davvero: al di là della festa, al di là dell'interpretazione che avevano progettato tutti loro, Mary Grenger era bellissima. Non aveva bisogno di studiare il personaggio di Morticia Addams per cogliere la regalità che lei, l'amica, vestiva quella sera. L'abito sembrava tessuto nelle ombre, e come ombra ricamava l'eterna sensualità femminile; la cura dei dettagli che aveva scelto, il trucco che aveva considerato, le maniche più lunghe a cingerle i polsi, tutto era in lei incanto. Era fidanzato, ed era una pièce a tutto tondo: tuttavia, si sentì lusingato di essere al suo fianco; perché la sua ricerca di stile aveva da sempre avuto una ragione, e da sempre aveva chiarito un fondamento: da sé la bellezza non bastava, ed era un privilegio di pochi cambiarla in fascino, in eleganza, in raffinatezza. E per lui, quella sera, Mary Grenger era privilegio.
«Cara mia

Apprezzava pienamente la Materializzazione Congiunta, era di certo il sistema di trasporto più rapido per tutti loro. Un paio di viaggi erano stati sufficienti, appena la certezza di non perdere qualche pezzo di qualcuno per strada, anche se... I costumi dei suoi concasati, tutti loro, erano sorprendenti. Non riusciva a sostenere seriamente la figura di Vivienne più a lungo di qualche secondo, senza scoppiare in una risatina che mal gli s'addiceva; aveva tentato di carezzarle una ciocca di capelli, mentre a braccetto con Mary proseguiva lungo il viale illuminato da lanterne, nella Londra serale. «Cugina Itt, che delizia.» Mitigò perfino le -z in un brusio più dolce, e ancora una volta fu grato alle sue origini in parte spagnole - il personaggio di Gomez racchiudeva in sé, in effetti, tante somiglianze con chi fosse per davvero. Ed era uno di quei vantaggi che avrebbe sfruttato fino a fondo. Suo fratello, vicino, avrebbe ricevuto una parte tutta propria durante la festa: lo spadino nel fodero attendeva soltanto di essere impugnato. Il maggiordomo, Juliet, era per Oliver un cliché di stile che non avrebbe dovuto mancare in una famiglia come quella, e con Mano al seguito - «Brava Mano, dai una mano! Scortaci lungo la via.» -, aveva un occhio di riguardo per i suoi figliuoli. Emma era a suo avviso l'esatta, precisa, meravigliosa terrificante copia di Mercoledì, mentre Alice... lei era il suo Pugsley, quel marmocchietto che avrebbe dovuto istruire per bene ai piaceri della vita, e della morte. Nessuno avrebbe potuto interpretarlo meglio, nessuno di loro avrebbe potuto rendere meglio l'allegra, macabra famigliola. Alla festa, si premurò di avvicinarsi ad Alice e le affidò un sacchetto di galeoni finti. «Bruciano le mani di chi li tocca.» Sussurrò veloce, e poi riprese ad alta voce.
«Marchiate tutti, bambini. E troviamo un tavolo per banchettare con i nostri nemici. Oh Tish.» Riprese, proseguendo verso il punto ristoro. Era stato già sorpreso dalle lanterne sospese per le strade, ma Zarathustra appariva nella sua più impressionante, spettrale scenografia. Sentiva di essere attratto dal richiamo orientale tanto quanto lo era stato durante l'esperienza nella Cina dei Ming, con la Scuola di Atene. Era ispirato dalle decorazioni visibili da un punto all'altro, e nella sua rappresentazione desiderò scoprirne di più. Si era ripromesso poi di fare un salto al punto vendita di oggettistica, quel negozio lo aveva da sempre affascinato. Al banco invece recuperò il bocciolo di rosa appassita e lo offrì a Mary, alla sua Morticia. «Non trovi che sia perfetto, caro?»
Un cenno leggero del capo, un sorrisetto che coinvolse in un tremito i baffi, mentre le labbra cercarono ancora una volta la mano dell'altra. Un bacio, ancora un bacio, e rispose restando in tema. «Oh Tish. Quando ci siamo incontrati per la prima volta, anni fa, era una serata molto simile a questa.» Un sospiro, si volse leggermente di profilo. Lo sguardo catturò teatralmente la sala, e poi tornò sul volto della strega accanto.
«Magia nell'aria, una tomba aperta. È stato il tuo primo funerale. Eri così bella, Tish. Così pallida e misteriosa.» Si avvicinò di pochi centimetri, i loro corpi in leggero contatto. La mano sinistra, suadente, carezzò l'avambraccio della ragazza. Concluse in un sommesso filo di voce, sfumò via come un sortilegio occulto.
«Nessuno ha nemmeno guardato il cadavere.»
Alla fine, però, cedette. Sentiva di essere calato nei panni di Gomez Addams e gli piaceva tantissimo, Mary poi era la compagna perfetta per una serata come quella e l'affetto che nutriva nei suoi confronti attingeva ad un'amicizia che a dispetto degli anni Oliver riteneva ormai pienamente consolidata. Era tra le persone che per lui, tra tutti, gli ricordava Hogwarts, ed era bello. Era fiducioso di non venir schiantato lontano, non si sarebbe spinto così oltre - restava un gioco, lo era per davvero, e cominciava a deliziarlo fin nel profondo. Schioccò la lingua, cercando il primo commesso disponibile. Un sacchetto di falci e galeoni, quelli veri, già era sul bancone.
«Un primo giro di Maotai, per favore.»
Sorrise, sensuale. «Para mi y mi querida»
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When we're together, darling, every night is Halloween
Morticia: When we first met years ago, it was an evening much like this. Magic in the air. An open grave. It was my first funeral.
Gomez: You were so beautiful. Pale and mysterious.
No one even looked at the corpse.
 
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view post Posted on 9/11/2020, 21:37
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Interazioni con: Memory (facci sognare :ue: ) e AidenGeralt :sbrill:

(Jane, ti cedo ad Alice!)


Susan Gwen Nieranth Himiko's maid
Kitsune: strettamente accomunate alla figura di Inari, il kami shintoista della fertilità, dell'agricoltura e del riso: esse sono al suo servizio col ruolo di messaggere, e tale veste ha rafforzato il significato soprannaturale della volpe. Sono un tipo di yōkai, ovvero un'entità spirituale, e la parola "kitsune" è spesso tradotta in "spirito di volpe". Tuttavia ciò non significa che le kitsune siano dei fantasmi, né che siano fondamentalmente diverse dalle normali volpi: in questo contesto la parola "spirito" è usata per riflettere uno stato di conoscenza o illuminazione, quindi tutte le volpi longeve sono in grado di acquisire abilità soprannaturali.

Non era certa di aver fatto bene a fornire un servizio che non avevano previsto, poi il modo in cui quella ragazza tendeva a spintonare la gente per farsi strada non le era di conforto. Inoltre, per gli occhi dei consumatori, il cuoco si era dato parecchio da fare, ma in quel caso Gwen avrebbe anche potuto sorvolare, sperava solamente che almeno i sapori delle pietanze non si compromettessero. Si rese conto però, di stare sorridendo a quella vista e sospirò con tranquillità, evitando di pensarci troppo.
Rivolse qualche occhiata alla sua collega: anche lei si stava dando un gran da fare e sembrava che si stesse divertendo. Come impegno per una cameriera assunta da poco forse avevano preteso troppo, ma Alice non si era lamentata nemmeno una volta e tutto l'aiuto che aveva dato, oltre che quello che stava ancora dando, dimostrava quanto avessero comunque fatto bene ad affidarsi a lei. Gwen provò a lanciarle qualche occhiata incoraggiante tra un servizio e l'altro, mentre il locale andava riempiendosi sempre di più. Anche gli altri commessi avevano un molto da fare e questo era di certo positivo, se non fosse che ad un certo punto uno di loro fece cenno alla Tassorosso con lo sguardo, qualcosa che sembrava dire "è per te", "suonano alla porta, vai ad aprire?" o qualcosa del genere insomma. Gwen si voltò istintivamente, era strano sentirsi chiamare a quel modo e ancora di più lo era da quello strano ed irriconoscibile costume. Inutile dire che la pavida cameriera ebbe paura e scattò leggermente all'indietro dopo quella vista.
*Cosa sarebbe?!* Cercò di non deglutire prima di parlare, lo spavento iniziale era già ben palese, meglio non incalzare la dose: «S-sì, ecco glieli servo subito..» Tradita, ancora una volta, dalla sua stessa bocca; tanto valeva ingoiare ormai. Non aveva capito il motivo per il quale quell-persona essere avesse richiesto proprio la sua attenzione e non era colpa sua se non fosse riuscita a riconoscerla, il travestimento era sicuramente ben fatto.



Frattanto un poco più avanti, sempre dietro il bancone, uno degli altri commessi di Himiko's Taste – cioè un altro dei "Kitsune di Himiko"! – che si era portato la maschera sopra la testa, perché semplicemente gli dava fastidio sul naso, aveva appena finito di servire ad un fantastico Orco un bicchiere di bevanda effervescente, consigliando altresì le mele caramellate: «Vedrà che si abbineranno perfettamente al suo costume!» E dopo un occhiolino d'intesa si rivolse al cliente successivo. Non appena udita la sua richiesta, il ragazzo prese a fare lo sguardo del barista comprensivo, come se in tutta la sua vita ne avesse visti così tanti di uomini in quello stato, che sapeva esattamente cosa fare. Preparò innanzitutto quattro sottobicchieri in fila, sui quali posò ovviamente i bicchieri, poi prese la bottiglia di liquore, la capovolse per un istante prima di stapparla con fare teatrale, riempiendo in sequenza i quattro vetri in fila. «Il Bai Jiu è distillato principalmente dal sorgo, sa? Un cereale in grado di resistere anche a lunghi periodi di siccità..» Utilissimo, no?

g15nRtr



Memory
- Capillari Oculari (10F)

Aiden
- Maotai (4×2F) 8F
[alcool 55% ×4 = 220% ..funziona così, no?! :asd: ]
 
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You are not saving this world, you are preparing it for me.

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Maurizio Pisciottu ☾ Banshoo
"Non mi sono mai piaciute le case stregate!"

Una cosa Maurizio Pisciottu non si è mai perso in vita sua: LE FESTE. E, sì, sto parlando di me in terza persona!
Per una volta ho riflettuto a lungo su cosa mettermi. Fino all'ultimo momento avevo addosso un giaccone di pelle per ricordare uno di quei biker particolarmente violenti ma, alla fine, ho optato per una cosa estremamente meno sobria, seppur molto semplice.
Indosso una bizzarra cappa di tulle, tutto rigorosamente nero, e ho deciso di abbinarla a una sottana rosa da donna strappata. Il trucco è leggero, mi sono limitato a una leggera patina di polvere appiccicaticcia sempre nera attorno agli occhi (e, sì, ho detto "polvere appiccicaticcia" perché non ho la minima idea di cosa si possa mettere lissotto blush, lush, ombretto, matita, fard... fate voi). A completare il tutto un paio di ciabatte rosa col pelo e una parrucca bionda che mi dà un fastidio tremendo. La perfetta metà tra una madre appena sveglia e un... Che poi da che diamine mi sono vestito?!
Entro da Zarathustra attirando giusto qualche sguardo verso di me, in particolare per la barba che ho dimenticato di togliere e quella maledetta parrucca che non la smette un secondo di pizzicare. E dire che c'è gente che le indossa per tutta una giornata!
Grattandomi la testa noto con piacere che il piccolo negozietto è diventato molto di più che un locale per una festa clandestina, è stato sistemato con candele ad hoc per un Halloween "Orientale".
Appena entrato mi avvicino allo stand di Himiko's Taste ma non faccio nemmeno in tempo perché alle mie spalle uno sconosciuto travestito da lupo mannaro fa finta di saltarmi addosso. Tutto quello che ne esce dopo è puro imbarazzo.
"AAAAAAAAAAAAAAAAAAH!"
Un urletto che inconsapevolmente ha tutto e niente a che fare col mio travestimento, un sussulto che mi fa volare via una delle due ciabatte. La vedo andare a sbattere contro la testa di una ragazza proprio di fronte lo stand di Himiko. Proprio un inizio coi fiocchi per il più bel Banshoo della serata.


L'idea del finale fate conto che è più o meno questa:
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Plus ciabattata ad Ariel.
 
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view post Posted on 10/11/2020, 06:11
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You can own the Earth and still, all you'll own is Earth until You can paint with all the colors of the wind

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Alice Wagner ✂ Pugsley Addams
Tobi ✂ La mano
Era il totale caos. Da circa cinque ore, la stanza numero 1 del dormitorio Grifondoro si era trasformata in un mercatino delle pulci. Vestiti buttati in aria, scarpe spaiate, capelli ovunque. O meglio capelli di Vivienne ovunque. Alice era elettrizzata, era tutto così divertente! L'idea di partecipare in gruppo con un tema comune era stata un'idea geniale, tanto che si era più volte complimentato con Emma ed insieme a lei aveva cercato di spiegare ad Oliver e a tutti i nati maghi cosa diamine fosse la famiglia Addams e perché dovevano assolutamente partecipare insieme. Avevano assegnato i ruoli con molta facilità e Mary ed Oliver avevano finito per diventare i genitori suoi e di Emma, niente di più eccitante! Mentre Mary si sistemava i capelli, Alice aveva già messo in atto i suoi dispetti da figlio omicida. Aveva infatti gettato tutti nel panico per aver nascosto la confezione di tintura per capelli, ritardando quindi la preparazione di un'ora abbondante per tutti. Fantastico no? Nel frattempo Vivienne sembrava star diventando una capigliatura vivente e sia Alice che tutti gli altri non potevano smettere di ridere al sol guardarla << Viiiiiv fermatiiii stai diventando Rapunzel! >> urlò la Rossa, tra una risata e l'altra. A quanto pare aveva bisogno di una mano per regolare la lunghezza dei capelli, per cui Alice le si mise di spalle, pronta a fermarla una volta raggiunta la forma giusta. Quell' incantesimo aveva dell'incredibile i capelli crescevano con Un rapidità impressionante << Fermaaaa Fermaaaa! >> si agitó mettendo le mani avanti e sperando che quel segnale potesse in qualche modo aiutarla. Fu poi il momento della preparazione di fratello e sorella e Alice si mise a fare, da brava sorella maggiore, le trecce a Mercoledì. Aveva un tocco stranamente molto leggero ed abile, dato che ne faceva spesso anche a se stessa. Erano quindi sistemate sul letto di Alice, in una posizione scomposta, Emma le stava di fronte ed Alice teneva le ginocchia incrociate, era un po' più alta della mora per cui le riusciva facile sistemarle i capelli in quel modo. Intanto Mary provava le sue battute ed inutile dire tutte finivano per scoppiare a ridere senza nemmeno lasciarla finire. Al suono di 'Bambini' Alice diede una gomitata ad Emma come a suggerirle di entrare in azione << Ma mamma, è stata lei ad esprimere il desiderio di voler prendere un po' d'aria fresca! >> replicò quindi, trattenendo le risate malamente. Dopo le trecce fu compito di Emma sistemarle i capelli in due codine ordinate, avvolte in lacci con teschi decorati. Il suo outfit era piuttosto semplice, nonostante gli accessori che aveva aggiunto per un tocco più dark, una salopette nera, l'immancabile maglia a righe sotto e degli scarponcini borchiati. Alice finì perfino per ripassare gli occhi chiari con della matita nera per intensificare lo sguardo e suggerì ad Emma di fare lo stesso << Ma si da così facciamo più paura! >> esclamò mentre teneva ferma la matita a pochi centimetri dalla sua faccia. Lanciò un'occhiata per controllare Vivienne, ridacchiando << Ehi Viv tutto ok? Riesci a respirare lì sotto? >> era comunque preoccupata per la sua bestie, nonostante il solo guardarla facesse scoppiare a ridere tutti, compresa se stessa.


Il giorno della festa fecero il loro ingresso manco fossero dei supereroi, tutti in gruppo, perfettamente agghindati. Alice aveva ora visto il costume di Oliver, suo papà fittizio, e le sembrava perfetto. Non vedeva l'ora di fare i dispetti a tutti e godersi a pieno la festa. Doveva ammettere che le decorazioni del negozio erano davvero spettacolari e ben pensate, doveva fare i complimenti alla Mcryan per l'impegno e per le idee creative che avevano avuto. Alice camminava a fianco di Emma e ogni tanto le lanciava qualche occhiatina divertita, sulla sua spalla però c'era Tobi, che agghindato come una mano umana, scorrazzava da una spalla all'altra. Prima Morticia, poi Gomez e via dicendo, fino a tornare poi sulla sua spalla. Quando Morticia si rivolse a loro fu la prima a replicare << Possiamo anche torturare fino quasi alla morte? TI PREEEEEGO. >> chiese con una faccia orrenda e di conseguenza adorabile. Il suo personaggio era solito torturare sia Lurch che il padre, per cui Alice non vedeva l'ora di mettere in atto i suoi piani malvagi. Inoltre Juliet aveva fatto proprio un bel lavoro con il costume ed il trucco, tanto che quasi le dispiaceva cospirare per darle fastidio. Aveva però il compito di badare alla cugina Itt cioè Vivienne che con tutti quei capelli non vedeva davvero una mazza << Sì cugina Itt ho portato la ghigliottina che ti avevo promesso. Vedrai sarà una morte strabiliante. >> intanto Mano sembrava suggerirle una direzione da prendere per i dispetti. Sorrise ad Emma << Sì andiamo ad avvelenare il banchetto, ci sto! >> affermò perfidamente.
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When we're together, darling, every night is Halloween


[Wednesday is hooking up an electric chair]

Wednesday: Pugsley, sit in the chair.

Pugsley: Why?

Wednesday: So we can play a game.

Pugsley: What game?

Wednesday: [strapping him in] It's called, "Is There a God?"
 
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view post Posted on 13/11/2020, 00:07
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Alice Mcryan Himiko's maid
Kitsune: strettamente accomunate alla figura di Inari, il kami shintoista della fertilità, dell'agricoltura e del riso: esse sono al suo servizio col ruolo di messaggere, e tale veste ha rafforzato il significato soprannaturale della volpe. Sono un tipo di yōkai, ovvero un'entità spirituale, e la parola "kitsune" è spesso tradotta in "spirito di volpe". Tuttavia ciò non significa che le kitsune siano dei fantasmi, né che siano fondamentalmente diverse dalle normali volpi: in questo contesto la parola "spirito" è usata per riflettere uno stato di conoscenza o illuminazione, quindi tutte le volpi longeve sono in grado di acquisire abilità soprannaturali.

Una cosa era certa, a forza di sgambettare a destra e a manca per servire i clienti, faceva un caldo bestiale. Ed era strano tutto sommato perché era comunque ottobre. La prossima cliente che stava arrivando era vestita in modo molto elegante.
Era seria, ma riuscì a scorgere un velo quasi malinconico nei suoi occhi. Come le si avvicinò, Alice disse:
buonasera Signora, desidera qualcosa da bere?
Con tutta sorpresa la donna rispose chiedendo però che molti oggetti che desiderava acquistare li avrebbe ritirati a fine serata. Alice però voleva fare qualcosa per lei, quindi, anche se non sarebbe servito a un granché, le disse nuovamente:
Certo Signora non ci sono problemi. Vorrei che però prendesse una cosa: è solo un piccolo omaggio da parte dello staff di Himiko’s Taste, una lanterna. Si prenda un momento per accenderla e farla volare, e pensi a qualcuno che le è caro.
Quindi, le porse il bicchiere da lei richiesto, e le augurò buona serata, sperando che quel piccolo gesto potesse aiutare a vivere quella bellissima serata al meglio.

Ci fu poi un lieve momento di respiro, e ne approfittó per parlare con Gwen:
ehi Gwen non abbiamo ancora avuto modo di scambiare 2 parole, che dici, ti stai divertendo alla festa? Ormai è un po’ che lavoriamo insieme e volevo proprio dirti che sono ne sono molto felice, spero che riusciremo a fare amicizia!


sR1XCiM

© code by Suguni


interazioni con Jane Read e Gwen (stupiscimi tigre)🤗
 
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view post Posted on 13/11/2020, 01:40
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"Gran Sacerdote del Tempio della Pizza"

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» Stand Himiko's Taste
«Avvolgere tutto in un tovagliolo comprometterebbe il duro lavoro che lo chef ha impiegato per preparare queste prelibatezze»
Gwen per fortuna aveva una maschera e poteva dietro questa permettersi di esprimere al meglio le proprie espressioni, tutt'altro destino invece era dato ad Ariel che con l'espressività del migliore bambino si ritrovò a tenere il broncio al garzone di Himiko: «Scusa chef.» arricciò le labbra, facendo sporgere quello inferiore e poi nella peggiore imitazione di un cucciolo aprì e chiuse gli occhi grandi rapidamente; stava chiaramente esibendosi nel più infantile dei "ti prego ti prego ti prego" che già a ventitré anni era poco credibile.
«Grazie super mega grazie, sei super bellissima, grazie millissime.»
Non mentiva però nel riempirla di complimenti: riusciva ad accendersi con una facilità e rapidità imbarazzante, sprizzando di gioia per il bento raffazonato che Gwen aveva gentilmente composto per lei.
Portò la mano destra contro il fianco dello zaino, andando ad aprire con non poca fatica il bottone per estrarre un sacchetto di cuoio il cui rumore tintinnate di metallo poteva rendere chiaro il suo uso: riversandolo leggermente verso il banco di Himiko's sarebbero cadute alcune monete per saldare il conto. Soltanto dopo aver riposto tutto nello zaino avrebbe preso le due lanterne nella mano destra e il "bento" nella sinistra.
«Le piaceranno così tanto. Ho un'amica super importante che non può uscire e quindi se non può andare da Halloween, Halloween va da lei! Sono sicura che si sentirà meglio se potrà dedicare una di queste a qualcuno, sì sì» Ma a Gwen importava? Probabilmente no, ma Ariel non sembrava dare importanza a quanto dicesse, oggi, contagiata dalla festa e la sua "missione segreta rallegra-amica" che la rendeva particolarmente euforica. Certo era che fosse dotata di un ottimismo e un entusiasmo ammirevole – anche se spesso incredibilmente fuori luogo.
Era pronta a voltarsi e percorrere il resto del banco di Himiko per esplorare il resto della festa, quando qualcosa la interruppe sui suoi passi «Buon lavo–!» Una pantofola.
"Una pantofola?"
«Una pantofola?!»
Dite che si era capito fosse una pantofola? Una grossa scialuppa di pelo rosa che un maciste in tulle le aveva picchiato in testa con la precisione di un Cacciatore titolare.
Il colpo, cogliendola totalmente alla sprovvista, l'aveva portata a fare qualche passo di troppo verso il tavolo e così sbandare proprio dove Aiden aveva appena ricevuto i suoi drink.
E' così che il povero Witcher rischiava di beccarsi una lanterna di cartone oscillante contro la faccia: niente che potesse fargli male, ma abbastanza da rischiare di fargli andare un sorso di liquore di traverso.
«Ma ti sembra il modo di lanciare una pantofola?» Ariel, però, non se ne accorse subito.
Si voltò di scatto verso il punto dove Maurizio era rimasto dopo il lancio della scarpa e l'urlo acuto da Banshee.
Così, girandosi di scatto toglieva dalla guancia di Aiden la sua lanterna e ... rischiava di sostituirla con un colpo di zaino.
Ecco, quello avrebbe rischiato di far male, fortuna voleva che il mago poteva avere tutto il tempo per scansarsi o fermare lo zaino e riprendere quella grandissima scema di Ariel.
«...Mauri?»
L'istinto di riprendere bellamente l'antimago però venne totalmente meno quando nell'adocchiare la "fanciulla" nel panico, si ritrovò col riconoscere senza troppo sforzo Maurizio Pisciottu.
«MA CHE FIGO SEI VESTITO DA MOSTRO DI TULLE.»
Dio li fa e poi li accoppia. Belli, furbi e intelligenti.
Povero Aiden, era finito inconsapevolmente fra due fuochi.

– Interazioni con Gwen, Maurizio e Aiden

 
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view post Posted on 14/11/2020, 05:27
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Mìreen Fiachran
25 anni - Sangue Banshee - Irlandese
Outfit
- Scheda PG
★ ★ ★
Tra Oriente e Occidente
Halloween 2020
Immobile.
Rigida sulla propria sedia, Mìreen faceva il possibile per non muoversi rischiando così di rovinare l'acconciatura che la nonna stava finendo con tanta attenzione.
Quando ebbe finalmente finito di tirarglieli, bloccato lo chignon col lungo fermaglio (o bastoncino) cinese per capelli, fece un passo indietro permettendole così di tornare a respirare.
<< Finito. Era un'acconciatura facile, ma dover raccogliere tutti i tuoi capelli in un chignon così alto e ben composto, non è stato facile.>>
<< Lo dici te? Mi hai tirato così tanto i capelli che non mi stupirei di trovarti tra le mani un paio delle mie ciocche.>> rispose borbottando la ragazza che con delicatezza lisciava l'acconciatura passandoci la mano e provando ad immaginarla.
<< Esagerata! Intanto guarda che bel lavoro ha fatto la tua seanmháthair...>> e con un sorriso soddisfatto girò il lungo specchio infondo alla camera della nipote.
Gli occhi di Mìreen si spalancarono di sorpresa e ammirazione per il risultato finale.
Sua nonna anche questa volta l'aveva aiutata sia nel decidere il vestito sia nel prepararsi per la festa di Halloween a tema Orientale.
A chi poteva chiedere consiglio se non a sua nonna? Aveva viaggiato così tanto che quando le aveva detto che tipo di costume cercava, lei stessa si era offerta di consigliarla.
Stava diventando quasi un divertente gioco tra loro due, quello di trovare gli outfit e look perfetti per ogni festa, e con suo grande stupore, Mìreen dovette ammettere che la nonna era sempre piena di idee. La credeva troppo legata alle tradizioni per poterla aiutare, invece erano proprio quelle sue conoscenze a risultare le più utili nelle ricerche e componimenti.
Il sorriso non lasciava il volto delle nipote, mentre l'anziana donna si allontanava il necessario per scomparire del riflesso dello specchio e permetterle di concentrare l'attenzione unicamente sul risultato finale.
La mano della giovane tocco di nuovo i capelli ben fissati dal lungo fermaglio dorato cinese che culminava con l'immagine della creatura da loro scelta.
Il Fenghuang era uccello leggendario della mitologia cinese, avente caratteristiche simili, ma non identiche, alla fenice che lei tanto amava.
La sua immagine era cucita con ricami e pietre preziose per tutto il lungo vestito blu, il piumaggio era colorato coi cinque colori col quale era solito rappresentarla: il blu per l'amicizia, il giallo l'onestà, il rosso la saggezza, il bianco la fedeltà e il nero la carità. Risplendevano come avente luce proprie e creando un gioco di luci e ombre che sembravano quasi muoversi, come che le rappresentazioni della regina degli uccelli sul liscio tessuto stessero veramente movendo le ali, ma c'era anche il sospetto che sua nonna avesse di nascosto incantato il vestito per ottenerne l'effetto.
Dalla nera chioma stretta sulla nuca, scese lenta lungo il proprio volto, truccato di bianco, per conferire un aspetto di porcellana al volto, nero negli occhi per allungarli e rosso nelle labbra e per un piccolo fiore disegnato con attenzione sulla fronte, tra le sottili sopracciglia, com'era tradizione per le giovani fanciulle vestite a festa.
Era così strano vedere il proprio volto tanto pallido, certo di solito non aveva chissà quale colorito, ma quel bianco tanto marcato era qualcosa di inusuale eppure con un fascino inaspettato.
Con una leggera carezza, sfiorò l'immagine del Fenghuang sul petto, così ben ricamato da poterne sentire quasi il piumaggio tra le dita.
Sua nonna le aveva prestato non solo il fermaglio che aveva tra i capelli, ma anche gli orecchini che sembravano due monete con incisi simboli e parole che tradotti erano proprio il nome del leggendario volatile, e infine la collana e il bracciale di giada, pietra molto utilizzata nei gioielli orientali e soprattutto per rappresentare quella meravigliosa creatura.
Non aveva voluto altri accessori, il vestito era di per sè un gioiello la cui bellezza eclissava ogni altra aggiunta, lo stesso pendaglio rischiava di confondersi, ma a detta di sua nonna era un portafortuna, così lo aveva indossato benchè non molto valorizzato.
Ai piedi quelle che per lei assomigliavano tanto a delle ballerine intonate alle piume o scaglie dorate che adornavano l'orlo finale del vestito e facevano un leggero suono di campanelli quando camminava, ma tanto non si sarebbero viste, considerato il leggero strascico.
Ciò che leggermente imbarazzava la ragazza, era come l'abito le stesse aderente al corpo, seguendo alla perfezione le curve come un guanto e solo superati i fianchi andava ad allargarsi.
Il seno, chiuso dal lucido tessuto, e i sensuali fianchi sembravano quasi risaltati dalla vita fin troppo sottile e il ventre piatto che quel taglio a sirena andava a marcare.
I movimenti erano leggermente limitati, ma infondo non voleva certo rovinare quella meraviglia che sua nonna aveva fatto tessere direttamente dalle sue conoscenze in Cina per poi andarlo a ritirare lei stessa cosa da far un saluto alle vecchie amicizie.
Con tutto il lavoro che avevano per prepararsi a Samhain, era stato un enorme gesto da parte dell'anziana sacerdotessa.
<< Ecco qui la tua borsetta già incantata e sei pronta ad andare.>>
Allungo la piccola sacca blu ricamata d'oro alla nipote che la prese senza guardare, ancora occupata ad ammirare il risultato allo specchio. Per sua fortuna la borsetta era incantata per esser molto più capiente al sua interno, o sarebbe stato difficile farci stare qualcosa di più dei galeoni che si stava portando per gli acquisti che era sicura di fare.
<< Sei sicura di non voler venire? Sono sicura che in soffitta hai un vestito perfetto per questa occasione, a me non dispiace aspettarti.>>
<< Mo neacht, ho già partecipato a tante feste di questo tipo nel periodo passato in Cina dalla mia amica sarta, e per questo sono sicura che ti piacerà. E poi, ci sono esperienze che è giusto provarle da soli...>> quell'ultima frase enigmatica della nonna la lasciò un poco confusa, ma prima che potesse chiederle a cosa si riferisse, la spinse con delicata fermezza fuori dal suo appartamento a Londra.
<< Su su, vai alla festa! Io devo tornare a casa per gli ultimi preparativi di Samhain e vedi di non tardare troppo o dovrai ripulire tutta da sola, altare compreso.>>
Quella minaccia detta quasi ridendo le bastò per convincersi ad uscire, non era certa che stesse veramente scherzando e di raschiare cera dall'altare fino al mattino proprio non le andava, così si girò solo per dare un bacio sulla guancia della nonna per poi infilarsi nel suo vicolo buio e deserto dove smaterializzarsi in tutta sicurezza.

intervallo_testo_2



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Edited by LadyShamy - 15/11/2020, 23:25
 
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view post Posted on 14/11/2020, 11:32
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Vivienne Pierce ✂ Cugina Itt Addams

Se qualcuno si fosse trovato nei pressi del dormitorio numero 1 della casata Grifondoro avrebbe potuto godere di uno spettacolo degno dei migliori film comici e Vivienne Pierce aveva parte di responsabilità in questo. Per la festa di Halloween si sarebbe travestita da cugina Itt, insieme agli altri Grifondoro avevano infatti deciso di ricreare la famiglia Addams. Emma aveva proposto l'idea e Vivienne subito acconsentì, alcune volte le era capitato di vederli sulla tv babbana e trovò che incarnassero perfettamente lo spirito di Halloween. Tornando al dormitorio, Vivienne era arrivata al momento clou della preparazione del suo costume, doveva infatti farsi crescere i capelli che poi avrebbe pettinato in modo che la ricoprissero completamente. Fortunatamente era una strega e, per allungarli, le sarebbe bastato un incantesimo. Prima se li spazzolò con vigore in modo che le cadessero ordinati sulla schiena. A quel punto afferrò la bacchetta e la puntò contro i capelli. « Chioma Ventum » Pronunciò con decisione, mentre effettuava un movimento verso l'alto con il polso. Viv sentì che qualcosa stava succedendo, probabilmente i suoi capelli si stavano effettivamente allungando! Ma la Grifondoro li aveva pettinati all'indietro e quindi non riusciva a vedere a che altezza erano arrivati. Furono le urla di Alice ed Emma che la riportarono alla realtà, Viv sobbalzò dallo spavento e abbassò la bacchetta, interrompendo l'incantesimo. Girò la testa abbastanza da vedere il pavimento del dormitorio ricoperto dai suoi capelli che avevano raggiunto almeno 3 o 4 metri di lunghezza. « Ommioddio! » Per un secondo Vivienne andò in panico. Le compagne, invece, reagirono diversamente, scoppiando a ridere per la situazione assurda. Dopo tre secondi era la stessa Viv che rideva a crepapelle: probabilmente in quel momento i suoi capelli pesavano più di lei, era una cosa da non credere! Restava il fatto che doveva risolvere la situazione. Fortunatamente le amiche erano più lucide di lei si proposero di aiutarla, dandole il segnale di stop appena i capelli fossero arrivati alla lunghezza giusta. « Finite Incantatem » Pronunciò, puntando di nuovo la bacchetta alla sua testa. Piano piano i capelli si ritirarono, fino ad arrivare alla loro lunghezza normale. « Ok, ricordati di darmi il segnale di stop! » Si raccomandò con Alice, che era quella che aveva più vicino. Stavolta voleva evitare di sommergere il dormitorio con i suoi capelli. « Chioma Ventum » Di nuovo bacchetta puntata contro la testa e movimento del polso all'insù, poi l'avrebbe abbassata una volta sentito il segnale. Stavolta i capelli sfioravano il pavimento, così come doveva essere. A quel punto riprese la spazzola e cominciò a pettinarseli in avanti, arrivando finalmente ad essere completamente coperta dalla sua stessa chioma bionda. Ma fu in quell'istante che si accorse dell'amara verità. « Ma non vedo nulla! » Esclamò, trasformando il pensiero esclamazione. E ancora non aveva neanche indossato gli occhiali da sole! Viv si maledì per non averci pensato prima. Ormai però non poteva - e non voleva - cambiare costume, era così perfetto che nessuno riusciva a guardarla senza scoppiare a ridere, così come doveva essere. « Riesco a respirare! Ma non si vede niente, DOVETE aiutarmi a non sbattere!! » Rispose ad Alice, rivolta anche alle altre, senza il loro aiuto chissà cosa avrebbe potuto combinare! Il resto della "vestizione" trascorse tranquillo, mentre Mary provava le battute per la serata - suscitando risate che sembravano non finire mai - Viv si finì di vestire. Nessuno avrebbe visto cosa indossava e infatti optò per un outfit piuttosto semplice: un completo in velluto e collant neri. Per lo stesso motivo non perse tempo neppure a truccarsi! Si infilò la bombetta e gli occhiali da sole: era pronta.

Avevano appuntamento con Oliver all'ingresso del castello. Per quel poco che riusciva a intravedere attraverso i capelli, anche il Caposcuola si era dato da fare con il costume e risultava perfetto - come tutti loro d'altronde, avevano fatto proprio un ottimo lavoro di squadra. Si smaterializzarono a Londra tutti insieme per poi seguire il percorso creato dalle lanterne illuminate che li avrebbe portati fino alla festa. O meglio, Vivienne veniva scortata dagli altri. Una volta dentro non riuscì a trattenersi e si scostò qualche ciocca di capelli dal viso per vedere qualcosa, era curiosa di scoprire come era stata allestita la festa. Trovò tutto meravigliosamente spaventoso e improvvisamente realizzò quanto fosse felice di essere lì. Stava vivendo uno dei momenti più belli e divertenti della sua vita. Tra schiamazzi e risate era sembrato tutto così naturale che Viv non era riuscita ad accorgersi fino a quel momento di quanto piena e felice si sentiva. « D'yeh dih dohh doh dah d'yiuu » "Questo posto è bellissimo" Esclamò felice rivolta verso Mary che... beh, aveva quasi indovinato. Poi, ascoltando le voci riuscì ad avvicinarsi ad Emma ed Alice. « Dadih dem dih d'yiu ah adyud » "Pugsley mi avevi promesso la ghigliottina!" Viv era intenzionata a parlare come Cugino Itt per tutta a sera! "Sì cugina Itt ho portato la ghigliottina che ti avevo promesso." Alice aveva capito! Strabuzzò gli occhi incredula. « Doh diih » Questo doveva essere un modo per dire "Benissimo". Dopodiché cercò di seguire le amiche a tavolo del cibo.

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When we're together, darling, every night is Halloween
D'ya d'yeh dih dium d'oh. Dido d'oh hih.


Edited by V i v i e n n e - 14/5/2023, 16:11
 
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view post Posted on 14/11/2020, 15:32
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Interazioni con: Ariel e Maurizio

Aiden Weiss
• Auror • 28 anni • Irlandese • Costume: Witcher - School of the Fox
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n circostanze normali avrebbe ascoltato con vivido interesse qualsivoglia informazione sugli alcolici, specialmente quelli a lui ancora sconosciuti, eppure - sebbene si mostrò quantomeno attento alle parole del garzone - Aiden avrebbe volentieri sorvolato sulle parole, limitandosi a pagare il servizio e scolarsi il più velocemente possibile quelle quattro dosi alcoliche. Non resisterà alla siccità del mio stomaco, poco ma sicuro! pensò, lanciando un mezzo sorriso al garzone per poi accingersi ad afferrare il primo bicchiere una volta saldato il conto.
Avvertì un po’ di tramestio a pochi passi da lui, ma non vi diede alcun peso: era una festa, quindi era nella norma che vi fosse una qualche forma di caos, e lui di certo non si sarebbe fatto distrarre dal chioccare altrui. Fece per alzare il bicchiere in un gesto di salute verso il garzone che l’aveva servito, pronto ad apportare al proprio organismo la prima carica di energia della serata, quando qualcosa mise fine ad ogni sua rosea aspettativa, mandando in fumo quel momento tanto atteso. Percepì distintamente un oggetto fatto di cartone schiaffeggiarlo su una porzione di viso, una cosa che normalmente l’avrebbe fatto scattare come una molla e ricambiato il proprio aggressore con un pugno puramente irlandese sulle gengive prima di chiedere spiegazioni; tuttavia Aiden il Witcher non si scompose di un millimetro, ma arricciò le labbra in maniera talmente furiosa che per poco non se le spaccò con i denti, girandosi lentamente verso il responsabile e lanciandogli uno sguardo talmente penetrante che con quelle lenti a contatto pareva alquanto inquietante.
Constatò quanto il gesto fosse stato perpetrato da una donna (Ariel), dai capelli charissimi, più bassa rispetto ad un bestione come lui, praticamente ingombrata da una vasta quantità di oggetti che sorreggeva o portava addosso. Ciò nonostante sibilò a denti stretti quando la lanterna venne finalmente tolta dalla sua faccia e schivò appena in tempo il colpo che veicolò maldestramente con lo zaino.
«Aspetta un secondo: dove credi di andare tu?» La mano andò a serrarsi rapidamente sulla maniglia dello zaino e cercò di trattenerla sul posto, piuttosto che mostrarsi più brutale e sollevarla da terra come un aquilone. «Mi hai tirato un...» La frase gli morì in gola quando si rese conto che la giovane donna stava parlando con un individuo vestito di tullé con tanto di parrucca e barba. Riuscì a riconoscere i lineamenti di Maurizio Pisciottu soltanto grazie all’intervento della Strega maldestra, giacché la sua faccia aveva assunto un cipiglio inorridito alla scena (per non dire schifato!).
«Maurizio? Ma che cazzo…!»
Adesso sì che poteva dire di averle viste tutte...

 
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view post Posted on 18/11/2020, 04:59
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Mìreen Fiachran
25 anni - Sangue Banshee - Irlandese
Outfit
- Scheda PG
★ ★ ★
Tra Oriente e Occidente
Halloween 2020

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Giunta a Londra, ammirò le tipiche decorazioni di Halloween che tanto adorava, zucche e scheletri, ragni e finte tombe, oltre ad altri oggetti dai toni cupi e spaventosi.
Come avrebbe fatto a capire la strada da percorre per arrivare alla festa magica?
Era felice di aver ricevuto attenzioni e sguardi di apprezzamento dalla gente incrociata per strada e che andava a fare dolcetto o scherzetto, oppure pronta ad infilarsi in pub e feste sparse ovunque per la città.
Non dovette aspettare molto per risolvere il dubbio sulla direzione da seguire: lanterne magiche di colpo comparvero formando un percorso luminoso.
Come prova di aver ben capito, il fatto che i babbini intorno a lei sembravano non notare niente.
S'incamminò in quella direzione, lo sguardo rapito da ogni lanterna, da quelle appese agli alberi o alle case, a quelle che poggiavano a terra o fluttuavano a mezz'aria o al di sopra della sua testa.
Finalmente arrivò alla meta che sicuramente non se lo aspettava: il negozio di Zarathustra.
L'interno del locale era stato chiaramente esteso, piccoli tavoli decorati a tema erano posti dove ricordava esserci prima gli scaffali della merce, ma ciò che la fece sorridere fu il soffitta che rifletteva il cielo esterno. Come poteva non ricordare quello della Sala Grande di Hogwarts?
La luce era flebile, perfetta per creare atmosfera. grazie a candele e lanterne simili a quelle che aveva seguito per giungere fin lì.
L'attenzione della ragazza venne catturato dalle varie maschere orientali che sembravano immobili ma avrebbe potuto scommettere di sbagliarsi, e delle quali riconosceva solo JackO'Lantern, ai meravigliosi origami con le forme di ragni, pipistrelli e scheletri. Per poco non le venne un colpo quando si avvicinò alla cassa per osservare gli articoli a tema in vendita e un ragno le sparò di colpo dei brillantini, mancando di poco la faccia e finendo tutti sulla perfetta acconciatura.
Quell'inaspettata reazione della singolare decorazione le fece venire dei sospetti, così curiosa provò ad avvicinarsi anche alle altre, restando piacevolmente stupita nel vedere i pipistrelli battere le ali e ridacchio al balletto degli scheletri.
Tolta quella curiosità, tornò suoi sui passi, questa volta evitando di avvicinarsi troppo al ragnetto pronto a riempirla di altri coriandoli... La cosa comica era che anche ad una festa di San Patrizio organizzata dal C.R.E.P.A. era finita coperta di brillantini per colpa di lepricani dispettosi che si divertivano a far esplodere i palloncini pieni di brillantini quando la gente passava troppo vicina. A lei certo non dava fastidio, adorava sbrilluccicare, a qualsiasi festa!
Come ogni evento ben organizzato da uno o più negozi, anche quello più famoso tra i maghi per gli scherzi aveva messo a disposizione una vasta gamma di articoli tra cui scegliere, e lei per fortuna aveva portato tanti galeoni proprio con la speranza di compere stravaganti.
Guarda e riguardava gli oggetti in vendita, leggeva nome e mini descrizione ma proprio non riusciva a decidersi...

[ Eddaiiii Mìreen! Avrai letto così tanto la descrizione di ogni oggetto così tante volte che potrebbero assumerti come addetta alle vendite per il resto della serata!
Ma non riesco a scegliere! Perchè a questi eventi mi ritrovo sempre con la tentazione di svaligiare lo stand?? Per fortuna questa volta è solo uno il negozio e non un'intera strada come alla festa di San Patrizio dell'anno scorso...]


Il suo sguardo scattava da una parte all'altra, visibilmente indecisa su cosa prendere, due oggetti in particolare avevano attirato la sua attenzione più di tutti, ma si sentiva quasi in colpa a non comnprare anche gli altri...
<< Basta! Ho deciso!>> quella sua affermazione non era certo rivolta a nessuno dei presenti, ma chiunque l'avesse casualmente sentita, avrebbe capito a cosa si riferisse dal tono sicuro e deciso.
Rivolgendosi alla commessa, con un enorme sorriso, borsello già recuperato dalla borsetta incantata, disse tutta emozionata:
<< Prendo uno di ogni oggetto in vendita! E' un problema lasciarle le compere così da poter continuare a godermi la festa? Naturalmente pago in anticipo.>>
Osservò la ragazza prendere le sue compere, ma quando stava per mettere da parte il bracciale Yūrei, Mìreen sentì uno strano impulso e la fermò...
<< Aspetta! Questo vorrei indossarlo subito...>> aveva sentito il suo richiamo fin dal momento che si era avvicinata per dare un'occhiata, tanto che aveva fatto sforzo immane a resistere al tentativo di prenderlo lei stessa dall'espositore.
Indossato il gioiello al polso opposto a dove aveva già il bracciale di giada, allungò il corrispettivo in galeoni e ringraziando riempiendo di complimenti per la bella festa, si allontanò con gli occhi ancora fissi ad ammirare quel piccolo tesoro.
Mentre si dirigeva verso la lunga parete in fondo al locale, curiosa di quali delizie gastronomiche avesse preparato per l'occasione Himiko's Taste, osservò come fosse stato ben studiato l'evento unendo tradizioni ed elementi Occidentali con quelli Orientali.
Quando sarebbe passata a fine serata a ritirare i suoi acquisti, si sarebbe di nuovo complimentata con la commessa o direttamente col proprietario se avesse avuto l'occasione d'incontrarlo.

code © psiche


// Oddioooo COMPLIMENTI per l'evento, è BELLISSIMO!!!
Avete avuto delle splendide idee sia per le decorazioni, sia per gli oggetti in vendita, sia per il Menù su cui farò l'assalto nel prossimo post!

Per adesso, occupiamoci delle compere:
1 Coda della Kitsune 20 G
1 Cappello Tanuki 18 G
1 Ciondolo Akashita 12 G
1 Bracciale Yūrei 16 G <3
Tot. 66 G

______________________________________

Interazione con nessuno.
Mi avvicino al banco del cibo se qualcuno vuole interagire.
 
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view post Posted on 22/11/2020, 13:07
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Interazione con Oliver.

Mary Grenger ✂ Morticia Addams



Oliver era perfetto come Gomez, lo aveva notato subito. Il motivo per cui tutti avevano insistito fosse lui a rivestire i panni di quel personaggio erano però chiari: il suo Caposcuola, come Gomez, era un gentiluomo e a dirla tutta, assomigliava un po’ al personaggio dei libri. Mary aveva pensato molto a come dover gestire – e soprattutto doversi gestire – al fianco del suo concasato. Per lui nutriva dei sentimenti puri, cristallini e all’interno della sala comune Grifondoro lo sapevano probabilmente tutti. Si poteva però dibattere sulla natura di quei sentimenti e Mary lo aveva fatto per molto tempo con i suoi amici. Aveva avuto una cotta qualche anno prima e scoprì fosse naturale provare quei sentimenti per Oliver: quasi tutte – e anche alcuni ragazzi – erano stati stregati dalla sua persona. Ed era facile che succedesse quando il Grifondoro si presentava così: dolce, gentile, premuroso ma soprattutto attento. Non esisteva una singola persona all’interno della casata che non era stata in contatto con lui. E non era solo un dovere dell’essere Caposcuola, Oliver teneva genuinamente per tutti i suoi concasati, Mary compresa. Delle volte avevano passato del tempo da soli e le era capitato di chiedersi cosa provasse lui per lei. E dunque, come gestirsi al suo fianco alla festa? Ci aveva riflettuto un po’ e la prima conclusione fu evitare di bene alcolici; evitare che gli alcolici ostacolassero la sua lucidità. *Facile, no?*

No. Le sue concasate avevano insistito aspettasse Oliver per scendere le scale che portavano all’ingresso del castello e lo fece. Diede loro ascolto perché si stava divertendo e non pensò all’effetto che avrebbe provato nel vedere Oliver – o Gomez, come preferite – attenderla all’inizio della gradinata. Ad ogni passo che compiva, ad ogni attimo che l’avvicinava al concasato, percepiva il cuore batterle più forte. Ma lo ignorò, doveva. Doveva non solo per sé stessa ma soprattutto per il bene dell’amico: sapeva Oliver avesse una partner e mai, mai nella vita avrebbe agito per mettersi tra i due. E allora, la sua bocca si schiuse in un tenebroso sorriso e allungò la mano verso il ragazzo, che la prese subito.

«Nessuno ha nemmeno guardato il cadavere.» cercò di trattenere una sonora risata alle parole di Oliver. Avevano entrambi tentato di entrare nei personaggi ed inizialmente erano riusciti nell’intento. Tuttavia, ad ogni battuta diveniva sempre più difficile contenere le risate. «Il funerale più felice della mia vita, mon cher.» Aveva ricambiato lo sguardo dell’amico e si era nuovamente stretta a lui, facendosi trasportare al tavolo delle bevande. Una cosa che apprezzava davvero del Caposcuola era il suo non oltrepassare mai il limite: anche nella messa in scena che stavano mettendo in atto, nessuno dei due aveva mai fatto di più di quanto necessario. Ed era così assorbita dalla sua figura, dal suo portamento e dalla perfezione che aveva al suo fianco, che quando un bicchierino le arrivò tra le mani, non ribatté. Ma anzi, alzò la coppetta e attese che Oliver la raggiungesse per sancire la loro serata con un brindisi.
«Questo è per noi, Oliver.» Non era un errore l’aver pronunciato il nome dell’amico piuttosto che del personaggio. Voleva semplicemente fosse chiaro a chi si riferisse in quel momento. A loro, Mary ed Oliver nuovamente riuniti dopo un’eternità, qualcuno poteva pensare. Vista la dimensione del bicchiere decise di buttare tutto giù in un attimo ma non fu una scelta giusta. Il sapore era inebriante in realtà, ma quando raggiunse il suo stomaco dopo un paio di secondi, sentì già tutta la gradazione della bevanda raggiungerla. La sua mano per un secondo si strinse al braccio di Oliver, come per mantenersi. Sperò che anche su di lui avesse avuto un effetto simile. «Woah, è davvero molto forte. Buono però.» si leccò le labbra per gustare ancora il sapore e si voltò verso il ragazzo per vederne la reazione. Era pronta a berne un altro nonostante fosse consapevole delle conseguenze, ma i suoi occhi furono attirati da un luccichio ad un tavolo lontano. «Come sta Leah?» prima che potesse pensare la sua bocca aveva già prodotto la frase. Quando il suo sguardo ritornò sull’amico, sentì di essere genuinamente curiosa. Era da tempo ormai che non riuscivano a stare da soli e per una ragione o un’altra, si erano allontanati. Si sentiva terribilmente in colpa per quello: era stata colpa della sua incapacità di mantenere vivi i rapporti, con molta probabilità. Ma aveva una occasione quella sera e la colse.
«Oliver…» Avrebbe atteso che questo l’avesse risposta prima di parlare nuovamente. «Offro io il prossimo giro.» gli rivolse un sorriso prima di fare segno al cameriere di portare altri bicchieri. Nell’attesa i suoi occhi vagarono per la sala: notò Emma nelle vesti di Mercoledì pronta a fare qualche guaio e sorrise al pensiero. Avevano lavorato sodo in quei mesi per provare a vincere la Coppa e tutti loro meritavano una pausa. Tutti loro tranne Casey che sembrò non essere ancora arrivata. Con lei non aveva avuto modo di stringere un legame che potesse considerarsi tale e pensò che forse toccava a lei fare la prima mossa. Quando i bicchieri arrivarono si concesse un altro brindisi con Oliver e, con la stessa intelligenza di prima, lasciò che il liquore scorresse velocemente giù per la gola. Poi, spinta da un coraggio che non pensò appartenerle, prese la mano di Oliver. «Vieni, voglio comprare una cosa.» si era allungata per sussurrargli quelle poche parole all’orecchio, visto il frastuono alla festa (forse proprio colpa delle loro bambine) e poi lo aveva trascinato verso il luccichio che aveva prima notato. Era chiaramente arrivato il momento degli acquisti, non poteva tirarsi indietro. «Mi scusi…Scusami.» dovette alzare il tono della voce per essere sicura che il commesso la sentisse. I suoi occhi ballavano freneticamente sui vari oggetti esposti. Cosa prendere? O meglio, quanto prendere? «Vorrei prendere alcune cose, posso passare più tardi a ritirarle?» In un attimo di lucidità lasciò la mano di Oliver e lo guardò con un po’ di imbarazzo. «È tutto bellissimo qui. Tu prendi qualcosa?»
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When we're together, darling, every night is Halloween
Don't torture yourself, Gomez. That's my job.


Mary acquista:
2xMaotai (bono)

2xCoda della Kitsune
1xBracciale Yūrei
1xCappello Tanuki
 
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