Tra Oriente e Occidente, Halloween | 2020

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view post Posted on 23/11/2020, 00:31
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Nemo me impune lacessit Nessuno mi aggredisce impunemente.

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Memory MacWood 12 anni
II anno Tassorosso



Scoppiò a ridere e lì si tradì. Dopo la piccola pantomima in cui aveva cercato di parlare nei toni più gravi della sua voce e averla volutamente arrochita.
E poi, del resto, lei stessa a quel punto aveva notato come la sua pronuncia suonasse impastata. Forse non era riuscita a stare attenta alla misura, dopotutto.
Gwen, fono io. Davvero ti ho soppvesa?


[Qualche ora prima; dormitorio Tassorosso.
La ragazzina scartò il pacchettino che Spuma le aveva consegnato quella mattina. Per fortuna in tempo per lo scopo che si era prefissata. Osservò quegli affari che si era fatta mandare e si chiese se alla fine non avrebbe rinunciato… cominciava a pensare che non sarebbe mai riuscita a ficcarsi qualcosa in un occhio. Peggio ancora: in tutt'e due!
Mise da parte l'involto e si fissò nuovamente sulla forma assunta dalla copia della Gazzetta del Profetta, che ancora la stuzzicava fino a farla sorridere. Voleva provarci. Voleva dal primo momento e continuava a volerlo. Dunque doveva farlo!
Indossò un abito nero. Il più nero che trovò nel suo armadio; sguarnito e decisamente non da lei, ma l'anziana vicina di casa, per quanto avesse gusti pessimi, aveva sempre suscitato tenerezza in Memory. Non se l'era sentita di venir meno alla promessa di usarlo. Anche se la donnina non avrebbe mai potuto scoprire se lo avesse abbandonato, lei lo aveva portato ugualmente, nel fondo più fondo del suo baule.
Lo guardò per alcuni istanti e scosse leggermente il capo: *Non avrei mai detto di poterlo fare davvero!*
Passò poi ad una super cotonatura dei suoi lunghi capelli. Non reggevano molto bene, lisci com'erano, perciò ci mise un po'. Con la sua ostinazione, naturalmente ebbe la meglio, così riuscì a tirarli in un'onda unica e voluminosa, all'indietro. Li incollò anche, con una certa cera per capelli molto usata tra i Babbani e che Georgia non dimenticava mai di raccomandarle per essere sempre in ordine. Le aveva sempre risposto un apatico "Si, mamma", ma in realtà l'uso era stato meno impensabile del povero vestito completamente nero! Fino a quel giorno, appunto!
Bene, fin lì c'eravamo, ma a parte l'apparenza di una pelliccia ispida, ancora non somigliava alla figura a cui mirava.
Tra gli strumenti che aveva chiamato a raccolta per l'occasione, c'era anche una matita nera da trucco, per gli occhi. Le venne da ridere. Ormai non aveva molte occasioni per trascorrere il tempo con la sua amica del cuore, Lucy. Per quanto separate, dalle loro diverse condizioni e dal segreto a cui Memory era tenuta, in estate, quando entrambe tornavano a casa dalle loro rispettive scuole, si ritrovavano con grande affetto.
A dire il vero, c'erano momenti molto difficili per Memory. La sua amica aveva sempre tante cose da raccontare e faceva sempre mille domande. E lei, con imbarazzo cercava altri argomenti. Per esempio, non avrebbe certo mai potuto raccontarle che per Halloween aveva deciso di impersonare la Luntula del suo test!
Così aveva imparato a modificare i racconti di pochissime fra le cose che le succedevano ad Hogwarts. Magari era meglio approfondire esperienze come quella di fare acquisti da tipica dodicenne: per quello non contava più a quale mondo appartenessero.
Scurì le zone intorno agli occhi, sfumando al meglio, fino ad aver l'impressione di avvicinare gli occhi tra loro. Deglutì: era arrivato il momento di provare ad indossare le lenti che le avrebbero reso gli occhi nerissimi. Dovevano sembrare proprio due profonde sfere nere e luccicanti, come quelli di un ragno.
*Ok, rapidi e togliamoci il pensiero!*
Si mise a trafficare fino a perdere la cognizione del tempo, ma non mollò fino a che non furono in sede. Il fastidio non era quello che aveva immaginato; adesso che le aveva messe le sembrava fosse peggio immaginarlo che farlo.
Si guardò allo specchio. Mancava il tocco finale.
Sospirò. Sapeva che non sarebbe riuscita ad emulare veramente il muso lupesco di quel piccolo mostro, ma sperava di andarci vicina cambiando la sua dentatura.
Si affidò al suo inseparabile Legno. Puntò contro sé stessa, alla bocca, ma con decisione tutt'altro che scarsa. Accompagnò la flessione del polso con la pronuncia: Densaugeo!
E fu l'ultima parola che pronunciò con facilità.
Si ritirò e digrignò i denti: aveva interrotto il contatto per un effetto smorzato dell'incanto, per poterlo sfruttare a suo vantaggio e ottenere che facessero paura al pari di quei pozzi senza fondo.
Si ritenne soddisfatta, per quanto non credeva di essere eccessivamente spaventosa. Ma tanto le bastava, dal suo personale punto di vista, per mescolarsi all'aria di festa che avrebbe incontrato alla capitale.]

Attese qualche attimo, sperando che la concasata riuscisse a scorgerla in tutto quel nero.
Accettò il piatto che la ragazza le serviva e si soffermò su di lei.
Anche il tuo costume è intevessante. A me sembra che ti venda particolavmente elegante!
Avvicchisce il tuo fascino, devo dive!
E rise nuovamente; anche per i pastrocchi che elargiva a tratti la sua bocca impedita.
Penso che continuevò a fare un givo e ti lascevò ai tuoi impegni. Kuesto posto è vevamente più bello di come avvei potuto immaginave!
Cci vediamo dopo, se poi ti avanzasse tempo?


Prima di prendere posto ad uno dei tavoli, avvicinò alla bocca un piccolo boccone degli spaghettini che si portava in mano. Al volo. Masticando lentamente per le insolite dimensioni e rapita dalle immagini di tutto quanto la circondava.
Si avvicinò così al bancone dove erano esposti, con targhette che li indicavano come articoli speciali, degli oggetti che la catturarono definitivamente.
Come era ovvio, provenivano da quelli il tema della festa e l'atmosfermera ricreata. Altrettanto ovvio era che non le sarebbe ricapitato facilmente di imbattersi molto presto in cose simili.
Fono molto suggestivi, vevo? -disse ricambiando il sorriso alla figura che si ritrovò accanto e che ammiccava agli stessi ninnoli che anche lei stava ammirando. La figura non rispose e si limitò a continuare a sorriderle. Con un attimo di attenzione in più però, Memory si accorse di non riuscire a mettere a fuoco in modo nitido e guardandolo meglio, da capo a piedi, si accorse che non toccava il pavimento. Volse più in là lo sguardo e notò che non era l'unica. Eppure non erano come le altre decorazioni, perché si muovevano per il locale liberamente. Allora piano piano capì e riconobbe lo stesso modo di fare dei Fantasmi di Hogwarts.
*Strano, prima non li avevo notati*
Mise tra i denti un altro piccolo boccone e buttò l'occhio sul grosso catalogo. Anche le immagini degli altri articoli offerti dal negozio erano particolarmente affascinanti.
Cercò i commessi con gli occhi, ma attese che uno di loro fosse libero. Quando vide di poter attirare l'attenzione fece un cenno. Nel momento in cui fu vicino, chiese se era possibile avere tutta la collezione degli articoli speciali ed inoltre scelse dal catalogo quelle chicche che più la colpirono: l'Anello Luminoso, il Vegvisir e un Cappello del Falco.


Scusate per le divagazioni!
Interazione con Gwen.
Memory acquista:
- L'intera collezione speciale di oggetti orientali
- Un Anello Luminoso
- Un Anello Vegvisir
- Un Cappello del Falco
 
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view post Posted on 23/11/2020, 22:58
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Difficile decifrare i suoi sentimenti in quel momento. Più guardava Alice, con gli occhi della commessa felice d'aver portato a termine un affare, e più si sentiva stupida a voler nascondere sotto il tappeto d'ingresso le emozioni che, come polvere, si accumulavano nell'angolo. Si sentiva scombussolata da capo a piedi, le mani salde - almeno - nei gesti quotidiani del suo lavoro. Voleva sapere di più, forse più di quanto non le fosse permesso. Quanto poteva insistere nella sua vece di affetto passato?
Proprio per niente, direi.
La verità era che si erano lasciati così male e senza spiegazioni vere e proprie che quasi faticava a digerire il boccone amaro della sconfitta che era stata. Lei era una sconfitta. Non era stata leale o sincera, cose che - non ne dubitava - Alice Lastrange sarebbe stata. Mike meritava di essere felice. Meritava qualcuno che gli dedicasse tempo e spazio, qualcuno che non mentisse per ogni minima sciocchezza. Si era fatta un'idea precisa del perché proprio lei, Alice, fosse stata la sua scelta, il chiodo con cui schiacciare la capocchia di spillo che lei era diventata. Perché agli occhi di Mike, adesso, Thalia Moran non valeva nulla. Certo, lui questo non l'aveva mai detto, ma in fondo... chiedere faceva troppa paura. Lei, che di paure era piena dalla testa ai piedi e fingeva una sicurezza che ultimamente svaniva, temeva lo scotto della verità tagliente. Era certa che lui la pensasse così. Altrimenti avrebbe provato a ricucire il loro rapporto. Ma l'Anello non mentiva. No, il silenzio dell'Anello dei Gemelli non mentiva affatto. «Figurati, Alice, nessun disturbo.» disse, allungandosi per prendere una piuma e intingerne la punta nella boccetta d'inchiostro. Stava scrivendo il nome della ragazza su un foglietto di pergamena che avrebbe aggiunto al pacchetto, quando il silenzio di lei venne interrotto e la punta della piuma d'aquila si spezzò in un sonoro crack annegando la E finale in una goccia profonda di inchiostro, nero come il suo umore. «S-sono sicura che verrà.» disse, senza alzare lo sguardo e riassorbendo la sostanza viscosa con la punta della bacchetta di salice. Era stata lei a cercarsela, ora non poteva tirarsi indietro. «E' un bravo ragazzo... lui non delude le aspettative. Mai.» Io, invece, sì.
C'era una tenerezza in quelle parole che difficilmente avrebbe potuto nascondere: se il suo volto era una maschera di serietà, il tono della sua voce la tradiva in pieno. Era trascorso un anno dalla rottura ad Hyde Park - o tra le righe di una lettera scritta al lume di candela, seduta sulla panca d'un abbaino - e lei ancora riusciva a pensarlo senza il cuore stretto e le parole annodate in gola. Eppure, se lo vedeva - Mike - aggirarsi tra gli scaffali di Bibliomagic con l'aria pesta di chi soffra di mal d'amore, di quella sindrome del cuore infranto e delle speranze disattese che ti stroncano il buon umore sul nascere. Vedeva anche lei, Alice, che di sottecchi - magari - lo osservava silenziosa immaginando modi disparati di consolarlo. Tra tutte le ragazze che avrebbe potuto scegliere, Mike aveva optato per lei... una di quelle impossibili da odiare. Finalmente, dopo aver riposto sotto al bancone, al sicuro, gli acquisto della Lastrange, Thalia sollevò il viso e un sorriso contenuto - di circostanza, più che altro - si accompagnò ad un sospiro. Aveva perso molto tempo prima, prima di quel giorno ad Hyde Park. Era giusto che Alice lo sapesse. «Non mi metterò in mezzo, credimi. Mi vergogno già adesso per averti messa in questa situazione.» l'indice indicò prima se stessa e poi l'altra «Però credimi... volevo solo esserne sicura. » Sicura? Sicura di che cosa esattamente? Di aver fatto la scelta migliore? Di avergli fatto subire, ancora una volta, le angherie delle sue decisioni dal sapore di onnipotenza? Forse. La verità era che Alice Lastrange meritava Mike molto più di quanto l'avesse meritato lei.

Clarisse | 19 Y.O. | Garzona (PNG)

C'era troppo lavoro da fare e quello zoticone di Victor non aveva buon cuore di farsi vedere! Che modi, per la miseria! Era stata una fortuna che le ragazze di Zarathustra avessero proposto loro come forza lavoro aggiuntiva per la serata e questo era quello che Victor intendeva come ringraziamento! Un bel ritardo!
Mano a mano che gli avventori si avvicinavano al bancone, poteva udire a stento la conversazione di Thalia con la ragazza che stava per servire. Chissà di che borbottavano a mezza voce!
Prima una ragazzina bionda e la sua amica dai capelli castano-rossicci, poi due giovani donne e infine altre due studentesse. Quella sera Zarathustra avrebbe sbarcato il lunario, ne era convinta.
«Grazie infinite e buon divertimento! » era la frase che quella sera, se lo sentiva, avrebbe detto più spesso.



!!! Gli acquisti giunti fino a questo momento sono stati aggiornati, in accordo con Elhena, e ripartiti in modo equo. !!!
Lyvie, Siri e Mary > Elhena
Jane (che gode di uno sconto di 10 F causa stanchezza :ihih: ), Mireen, Memory > Thalia




Thalia Jane Moran | 18 Y.O. | Tra Oriente e Occidente
Interazione con Alice.
Clarisse ha aggiornato tutti gli acquisti effettuati sino a questo momento.
[Si veda il post per ulteriori info sulla suddivisione dei proventi]
 
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view post Posted on 27/11/2020, 19:07
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Interazioni con la Luntula♥ :ihih: e Himik's Kitsune-Alice `fru
Poi il barman fugge cerca di terminare il servizio per Geralt di Rivia ed il resto del West(?)
Anche Gwen compie i suoi acquisti!
Ed infine serviti Mr e Mrs Addams :zalve:

..perdonate il ritardissimo!


Susan Gwen Nieranth Himiko's maid
Kitsune: strettamente accomunate alla figura di Inari, il kami shintoista della fertilità, dell'agricoltura e del riso: esse sono al suo servizio col ruolo di messaggere, e tale veste ha rafforzato il significato soprannaturale della volpe. Sono un tipo di yōkai, ovvero un'entità spirituale, e la parola "kitsune" è spesso tradotta in "spirito di volpe". Tuttavia ciò non significa che le kitsune siano dei fantasmi, né che siano fondamentalmente diverse dalle normali volpi: in questo contesto la parola "spirito" è usata per riflettere uno stato di conoscenza o illuminazione, quindi tutte le volpi longeve sono in grado di acquisire abilità soprannaturali.

Osservò quel volto sfigurato con uno sguardo da cui era impossibile capire se fosse più spaventato o perplesso, d'altronde indossava una maschera, ma sarebbe stato difficile capirlo anche senza. Quella voce però era più che familiare, seppure quei denti non le rendevano giustizia, ma quella risata non avrebbe potuto scambiarla con nessun'altra. Gwen istintivamente si alzò la maschera, come se potesse servire a capire meglio chi avesse di fronte, quasi lo stesso gesto che farebbe un miope aggiustando gli occhiali sul proprio naso, per meglio mettere a fuoco insomma. «Memory?» Un sorriso spuntò rapido sul volto di quella Kitsune, «Ma cosa accidenti sei?! Mi hai spaventato!» Disse con sincerità alla compagna finalmente identificata e si complimentò poi per la pazzesca idea avuta. Gwen era a tutti gli effetti un "semplice" folletto, ma era rimasta molto affascinata dagli altri possibili risultati del test proposto dalla Gazzetta, giungendo alla conclusione che tale Mike Oxlong avesse qualche problema serio, per il quale però doveva andarne assolutamente fiero. Frattanto la compagna ammirava il suo costume, anche se in realtà era praticamente la divisa scelta per quell'occasione, «Ti ringrazio! Il locale lo ha scelto per l'occasione» Disse indicando anche i suoi colleghi con indosso le stesse maschere e gli stessi colori, «Siamo tanti Kitsune! Volpi. Spiriti di volpi per la precisione» Concluse con soddisfazione, fiera di aver imparato qualcosa di interessante, avrebbe potuto continuare a parlarne per moltissimo tempo, ma intanto gli altri ospiti attendevano ed era meglio non esagerare con le attese. «Ti racconterò tutto quello che so più tardi! Ma prima che vai aspetta..» Le fece segno di stare ferma prima di correre verso la scatola in cui avevano riposto tutti gli omaggi per quella serata, tornò indietro sorridendo e porgendo la lanterna alla compagna: «Ecco, è un omaggio di Himiko's Taste. Prima di accendera, dedicala ad una persona cara che non c'è più, mi raccomando» Pronunciò quell'ultima frase con premura, poi salutò la Luntula lasciandole godersi la festa.

Il locale si riempiva sempre di più, molti maghi avevano semplicemente seguito le lanterne con curiosità, giungendo al negozio con emozioni ben definite, proprio come avevano sperato. Certamente ogni cliente provava qualcosa di diverso, ma in generale uno sguardo alla merce esposta faceva venire voglia di mettere mano al portafogli, senza troppe distinzioni. Di conseguenza di lavoro da fare ce n'era davvero tanto, però potevano capitare dei piccoli istanti in cui, piatti serviti e bocconi pieni, ci si poteva fermare un attimo e magari mangiare qualcosa a propria volta. Gwen aveva una gran voglia di assaggiare qualcuno di quei futomaki e stava pensando seriamente di preparare una porzione per sé, pregustando con gli occhi quelle prelibatezze. Poi una voce si fece largo tra il vociare dei clienti, raggiungendo le sue orecchie: la sua nuova collega stava parlando proprio con lei. Gwen distolse i suoi pensieri dal cibo e li rivolse ad Alice, inizialmente con evidente smarrimento, ma poi le sorrise con dolcezza.
«Anche se stiamo lavorando sì, mi sto divertendo moltissimo! E tu?» Ed era la verità, seppure quello fosse un lavoro e non potevano godersi a pieno la festa, era divertente osservare la fantasia degli ospiti con i loro costumi, gli spaventi che le maschere procuravano; ecco forse la paura era un punto a sfavore. «Anche io sono felice che ti abbiano assunta! Serviva proprio qualche coetanea nello staff. A quale Casa appartieni?» Chiese poi con fare curioso, di certo non doveva essere una Tassorosso, non ricordava di aver mai visto il suo volto in Sala Comune. E se così non fosse, come Prefetto aveva miseramente fallito.



Frattanto la zona che serviva da bere si faceva sempre più affollata, il garzone che si mostrava esperto di qualsiasi situazione, rimase completamente stravolto da quello che accadde: pantofole volanti, vestiti sfarfallanti, urli di creature magiche sconosciute; ci mancò poco che il ragazzo non lanciò per aria la bottiglia di liquore per darsela a gambe. Per fortuna però, parevano tutti conoscersi e non sarebbero stati necessari colpi di bacchetta fuori dal saloon, per cui il garzone si rassicurò e riprese il suo sguardo da barkeeper, posando la bottiglia ed iniziando ad asciugare inutilmente un bicchiere già asciutto, probabilmente nella speranza che qualcun altro decidesse di bere qualcosa. Osservò la scena come uno spettatore indiscreto ed attese che le acque si fossero calmate prima di potersi finalmente rivolgere al cliente dal volto sfigurato: (Aiden) «Prima che vada, prenda questo omaggio dal nostro locale e lo dedichi ad una persona cara. Una tradizione orientale che questa notte proponiamo anche qui in occidente!» Parlò mentre gli porgeva una lanterna, dopo di ché sarebbe tornato al servizio di altri clienti.



Qualche tempo dopo, Gwen si scusò con la sua collega-Kitsune: aveva intenzione di dare un'occhiata agli oggetti che Zarathustra aveva preparato per quella festa. Disse ad Alice che sarebbe tornata subito a lavoro e che, se anche lei avesse avuto bisogno di un'attimo di libertà, l'avrebbe coperta senza alcun problema. Quei manufatti meritavano sicuramente una considerazione e considerando quanto avevano già lavorato quella sera, poteva probabilmente permettersene qualcuno, non esitò quindi a recarsi verso le sue concasate che si occupavano dell'altra faccia di quella festa, salutandole con un sorriso, ma accennando comunque alla fatica per quantità di lavoro della serata, che tra l'altro non era ancora finito. Diede poi finalmente un'occhiata agli articoli presenti e scelse quelli più interessanti che riusciva a far rientrare nel piccolo gruzzoletto che si era messa da parte.

Tornata dietro il bancone che l'avrebbe ospitata per il resto della festa, si ritrovò a dover affrontare il signore e la signora Addams. Gwen li osservò con ammirazione, seppure quel genere non fosse il suo forte, al pari di Beetlejuice
– anche se di spaventoso c'è ben poco – i costumi erano davvero ben fatti e bisognava darne merito, quindi sorrise ad entrambi da dietro la sua maschera di volpe e con eccessiva, ma sincera, cortesia li salutò: «I miei più onorevoli benvenuti! Come posso esservi utile?» La sua ingenuità non la portò a chiedersi per quale motivo Oliver avesse scelto di interpretare proprio quel ruolo e senza Leah. Anche se condividevano la stessa stanza, non riuscivano mai a parlare abbastanza, di conseguenza la Tassorosso non era a conoscenza di alcun dettaglio; tra l'altro Gwen non era il tipo a cui interessassero i gossip di quel genere, dunque preparò i primi due bicchieri con spontaneità, come aveva fatto fin dall'inizio della serata, di modo da servire i due clienti al pari di tutti gli altri. I suoi pensieri furono però praticamente indirizzati verso la sua concasata, vista la domanda che la signora Addams aveva posto. Cercò di non farci caso, non voleva farsi gli affari altrui e anzi, avrebbe voluto andarsene e fare finta di niente, ma per qualche strana ragione i suoi piedi rimasero piantati nella stessa posizione, mentre serviva con calma i due bicchieri successivi.

g15nRtr



Gwen acquista:
- Bracciale Yūrei (16G)
- Coda della Kitsune (20G)

Oliver Brior:
- Maotai (2×2F) 4F
Mary Grenger:
- Maotai (2×2F) 4F
non fate caso a Gwen
 
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view post Posted on 28/11/2020, 18:56
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Oliver Brior ✂ Gomez Addams

Più si guardava attorno, più si accorgeva di come l'ambiente continuasse a svelarsi lentamente: nascondeva in sé rifiniture, decorazioni e percezioni che rendevano tutto più vivido di quanto immaginato. L'interesse accumulato nel corso dell'anno verso la cultura orientale, poi, spingeva Oliver ad una curiosità sempre maggiore, fin nel profondo; non a caso, infatti, si era ripromesso di informarsi di più, di acquisire così una conoscenza più accurata. In quella sala adibita a festa, sentiva di essere stranamente in pace: il velo della morte, così labile in un giorno come quello, perdeva per lui ogni atmosfera lugubre e ne ripristinava invece un confine più tangibile, più spirituale, proprio nei termini di una partecipazione più personale. Non sarebbe andato via senza prima aver provato almeno i principali piatti che gli organizzatori avevano preparato, anche il menù - visto di sfuggita mentre ordinava il giro d'esordio di maotai - era stato in grado di stuzzicarlo. Per di più, Himiko's Taste era una garanzia: vi era stato un'unica volta, molto tempo addietro, e ne conservava un ricordo assolutamente delizioso. «Torturate tutti, figli miei. Un'unica accortezza...» Un cenno del capo verso Alice, e un sorrisetto verso Emma prima che entrambe fuggissero via. «Lasciate qualche corpo anche per noi.»
Ammiccò un'ultima volta, mentre il suono incomprensibile di Cugina Itt si insinuava al pari di un ritmo che non avrebbe saputo interpretare. Voleva reggere il gioco, aveva deciso di calzare il ruolo nel migliore dei modi, e ricordava dai racconti dei concasati di come, tra tutti, il personaggio vestito da Vivienne fosse forse il più particolare, il più complicato in assoluto. Come Gomez Addams in carne ed ossa, infatti, avrebbe dovuto almeno fare finta di cogliere ogni senso dei suoni gutturali dell'altra; invece, a malincuore, si costrinse a volgere via il capo, in fretta: sulla bocca tratteneva il singhiozzo di una risatina morente. Aveva con sé la macchinetta fotografica per le grandi occasioni, tra l'altro, e mentre restava infine soltanto con Mary, si appuntò di scattare almeno un ritratto di famiglia entro la fine della serata. Un ricordo, quello, che avrebbe portato sempre con sé, ne era già convinto. Il bicchierino di maotai, a quel punto, poté compiere il passo d'apertura verso un momento di puro svago. Per la prima volta da settimane, Oliver non era soltanto chi avrebbe dovuto essere: la spilla da Caposcuola era infatti riposta al sicuro in un taschino interno dello smoking, bizzarramente accanto ad un pacchetto di sigarette all'erba artemisia. Era contento di essere lì, alla festa di Halloween. Ancor più era contento di essere con Mary: anche se condividevano molto - la Sala Comune, gli allenamenti di Quidditch, perfino gli incontri presso la Stanza delle Necessità - non avevano avuto molte occasioni per stare davvero insieme. In lei, a ben vedere, Oliver aveva sempre ritrovato un porto d'approdo, anche quando non era stato loro possibile ritrovarsi per lungo andare. Era un po' come una certezza, Mary custodiva per lui la consapevolezza di un presente - e per lui, in effetti, nulla aveva valore più bello. Si accorse di essere sovrappensiero, mentre mandava giù tutto il contenuto del maotai in un rapido sorso: l'alcool aveva una gradazione elevata, non vi era abituato. Nascose l'impetuoso bruciore lungo la gola in una smorfia passeggera, quella che parve banalmente come un mezzo sorriso. Si augurava soltanto di non fare la figura dell'idiota, avrebbe dovuto poi Materializzarsi di nuovo con tutti gli altri per rientrare al Castello di Hogwarts. Con il mon cher da parte di Mary, gli sovvenne naturalmente la pantomima che avrebbe dovuto seguire a sua volta. Eppure, percepì una naturalezza così piacevole da non sentire più il divario tra Oliver e Gomez, così come quello tra Mary e Morticia. Si trattava di un'affinità che alla presenza della concasata aveva già sperimentato, ed era come se non fosse trascorso neanche un giorno dalla loro prima conoscenza. Il gusto del frumento bagnava la lingua, lasciandovi un alone forte, in parte pungente. Non fu dispiaciuto quando Mary gli chiese di Leah, non ne era neanche imbarazzato: prima della festa, infatti, le aveva spedito una lettera per dirle della sua partecipazione con gli altri concasati, non sapeva però se l'altra fosse riuscita a giungere a sua volta. Non sentiva di essere in difetto, in alcun modo, e proprio per quel motivo non interpretò bene la leggera, impercettibile stretta al petto. Comprendeva che non si trattasse affatto né di fastidio né di rimostranza, era più come un cenno doloroso, e improvviso. Non durò molto.
«Non riusciamo ad incontrarci tanto spesso, nell'ultimo periodo.» La domanda spontanea di Mary, però, gli diede da pensare: era vero quello che aveva appena detto, lui e la Tassina non si vedevano spesso come magari accadeva in principio. E sebbene avesse potuto addurre una e più giustificazioni - i doveri, i compiti, i ruoli e gli impegni in successione che seguiva in prima linea -, Oliver sapeva anche di esserne in parte responsabile. Era più come se temesse ogni incontro. Da quando Leah gli era stata accanto durante la degenza dell'anno precedente, la loro relazione si era rafforzata; tuttavia in qualche modo era come se il pericolo affrontato avesse aperto in Oliver una voragine. Aveva paura - per lei, e egoisticamente soprattutto per lui. Non avrebbe voluto rappresentare l'insidia principale per Leah, non avrebbe potuto reggerne il prezzo che ne sarebbe conseguito. Un conto era affrontare da sé le sue Visioni, un altro era condizionare con le stesse qualcun altro. Leah, per lui, era importante.
«Mi dispiace non ci sia stato ancora modo di presentartela per bene.» Si rivelò sfuggente, e lo comprese fin da subito. In altre circostanze avrebbe parlato volentieri, invece era come se non sapesse quale direzione inseguire, quale linea di pensiero adeguare al momento. Riprese in fretta, poggiando il bicchierino sul tavolino. «È davvero una bella persona, ti piacerebbe. Per te, invece? Qualche Gomez Addams nella tua vita, cara mia
Attenuò il battito del cuore con un sorriso, accettò così di buon grado il secondo giro di alcolici. Quando il maotai scivolò sul bancone, si premurò di ringraziare Mary con un cenno del capo e si affidò al liquido ambrato piuttosto rapidamente. Un lungo sorso, il capo leggermente reclinato all'indietro. Pizzicava sulla lingua e offriva un sapore particolarissimo, che stranamente gli ricordava giorni d'estate. Il discorso poté proseguire lungo il percorso, si mostrò infatti piacevolmente concorde per la proposta di dare un'occhiata in giro, il banchetto con gli articoli di Zarathustra per l'occasione aveva saputo attirarlo fin dall'ingresso. Lasciò il bicchierino, ormai vuoto, al primo tavolino libero di passaggio. Agli articoli in esposizione si trattenne appena all'indietro, e poi si fermò alla sinistra di Mary. A partire dai tessuti fino ai vari ricami in superficie, dalla ricercatezza stilistica fino agli effetti magici associati, tutto realizzò per Oliver un vero e proprio senso di raffinatezza, tutto gli sembrò intimamente prezioso. Soppesò la pelliccetta con maggiore curiosità, arrivò a socchiudere gli occhi per mettere ancor più a fuoco. Forse non avrebbe mai avuto modo di indossare quei capi d'abbigliamento in pubblico, alcuni erano vistosi per lui e per il suo gusto; tuttavia trovava in ognuno qualcosa di singolare e di tradizionale, qualcosa che rimandava ad una cultura per lui straniera, e come tale ancor più vivida. Annuì alle parole di Mary, attese così che l'altra completasse i suo acquisti. Nel frattempo, provò a recuperare un Braccale Yurei lì visibile, e lo girò tra le dita con estrema delicatezza. Era forse il manufatto che più aveva attirato la sua attenzione, la sfera di vetro al centro gli dava l'impressione di imprigionare una nube temporalesca; il fluido argenteo gli parve colorarsi di una prima nota più accentuata, sul vermiglio, e per un attimo provò timore di aver rotto il monile. Si affrettò a posarlo sul bancone, accorgendosi soltanto dopo - dalla lettura del potere del gioiello - di cosa si trattasse all'effettivo. C'erano spettri nei dintorni? Non si guardò attorno, ma ne fu ancor più affascinato.
«Sembra quasi una Ricordella, non trovi? Ne ho sempre voluta una.» Era vero, nonostante non ne avesse mai avuto un concreto bisogno. Gli piaceva però il turbinio rosseggiante all'interno del manufatto magico, ne aveva viste alcune nei bauli dei suoi compagni di dormitorio; il Bracciale della festa, ad ogni modo, attingeva ad un potere ben più peculiare. Si schiarì la voce, ammiccando verso l'amica. Parlò in tono profondo, più teatrale.
«Spiriti soccorretemi, datemi un segno! Devo gioire o esser pieno di sdegno?» Anche quella era una citazione del proprio personaggio, l'aveva imparata a memoria. Cercò anche lui il primo commesso disponibile, rispose così indirettamente.
«Compro tutto.» Sul suo volto il sorriso si mostrò ben più accentuato con i baffi leggeri che aveva fatto crescere ad un colpo di bacchetta. Gomez Addams avrebbe agito esattamente come lui in quel momento, il punto era che Oliver l'avrebbe fatto anche se non fosse stato in quel costume. Aveva recuperato nel frattempo il sacchetto di Galeoni tintinnanti, sempre quelli veri, e vi accostò un biglietto rettangolare, di un vivido colore d'oro. «Se fosse possibile sfruttare anche questo buono, sarebbe ottimo. Passo anch'io a ritirare tutto dopo, se non è un problema. Solo che...» Gli occhi smeraldini si tinsero di un bagliore più delicato, meno inclini al carattere esplosivo di Gomez Addams e ben più vicini all'animo gentile del Caposcuola Grifondoro. Indicò il Ciondolo Akashita, poco in basso. Ne era incantato, sebbene non avesse idea di chi o cosa nella cultura orientale stesse raffigurando: apprezzava il corpo nascosto della creatura all'apparenza mutaforma, al suo sguardo, lì in superficie. Rimandava ad un simbolico strappo tra i mondi, tra il velo del reale e dell'irreale, e forse per quella ragione ne viveva un'affinità più intima. La nuvola nera richiamava in lui vere e proprie ombre, la persistenza del buio che non incuteva tuttavia timore: era più come se si trattasse di uno scrigno, di un tesoro celato agli occhi dei più. Di un intreccio che anticipava l'impossibile, la cui lingua - così sinuosa - guizzava fino a divenire invito e canto di sirena. Ne era attratto, non avrebbe potuto negarlo. La scoperta del potere linguistico del bracciale, poi, lo rese ai suoi occhi perfino più interessante. Tornò rapidamente sul commesso, concludendo.
«Di questo ciondolo prendo una doppia copia, il primo lo ritiro ora.» Non parlò oltre, non aggiunse nulla che potesse nell'immediato chiarire le sue intenzioni. Poteva trattarsi di un capriccio personale, forse di un regalo natalizio in anticipo; da parte propria si limitò a pagare la somma richiesta, aggiungendo quanto dovuto qualora il buono spesa vinto in una borsa di studio fosse stato validato. A quel punto, ciondolo tra le mani, avrebbe ringraziato e indicato poco più avanti. Si allontanò infatti dal banchetto d'esposizione e cercò così di nuovo Mary, pregandola silenziosamente di raggiungerlo. Da soli, sebbene al centro della festa, avrebbe lasciato che un lembo del ciondolo scivolasse via, come una carezza. Non era un caso se fosse stato l'unico manufatto che non aveva sentito nella lista degli acquisti della concasata. Le sorrise, e ripristinò la più classica tra le battute di Gomez Addams, in un fittizio italiano con un forte accento inglese. «Cara mia Era gentile, ed era a suo agio. L'affetto che provava verso Mary Grenger aveva pochi altri confronti, e una parte di lui percepiva un'affinità perfino più intensa. Come la lingua d'ombra d'Akashita, vibrava in lui una trama che non si cristallizzava affatto, non una volta. Era la stessa sensazione del Divenire, nelle sue declinazioni più versatili e più vivide. «Questo è per te, accettalo come un dono della mia amicizia e soprattutto come ricordo di questa serata.» Avanzò di un passo, di nuovo. Cercò nella vicinanza di Mary un contatto più facile tra le loro mani: mostrò infatti l'intenzione di legarle il ciondolo al polso. «Permetti?»
Soltanto all'eventuale cenno d'approvazione, Oliver avrebbe continuato. Delicatamente, il laccio pendente avrebbe trovato perfetta congiunzione con l'estremità stretta tra indice e pollice. Così ancora una volta l'ombra vestiva eleganza, e mutava sulla figura di Mary Grenger in profonda armonia. Viceversa, se fosse stato troppo, le avrebbe invece semplicemente affidato il monile.
«Vorrei dire qualcosa alla Gomez Addams, ma parliamoci chiaro» Sorrise, discostandosi appena. «Morticia non reggerebbe il tuo confronto.»
Un occhiolino, un cenno divertito. Soltanto alla fine avrebbe indicato verso il tavolo delle cibarie: la domanda di gustare appieno la festa, ancora e ancora, non trovò necessità di espressione.
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When we're together, darling, every night is Halloween
Morticia: When we first met years ago, it was an evening much like this. Magic in the air. An open grave. It was my first funeral.
Gomez: You were so beautiful. Pale and mysterious.
No one even looked at the corpse.

Acquisto tutti gli articoli di Zarathustra, il Ciondolo Akashita x2.
Dovrei avere anche un buono di 50 Galeoni (click) il resto paga Gomez.
 
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view post Posted on 28/11/2020, 21:42
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Importante!

L'evento si concluderà il giorno 6 Dicembre alle ore 23:59

Affrettatevi per le ultime spese folli e
per assaggiare le prelibatezze di Himiko's Taste!

 
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view post Posted on 30/11/2020, 17:51
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You are not saving this world, you are preparing it for me.

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Maurizio Pisciottu ☾ Banshoo
"Non mi sono mai piaciute le case stregate!"

Cerco di rimettermi in piedi come meglio posso e nel mentre faccio eco con rabbia alla ragazza abbastanza indignata per quato appena accaduto.
"Si, una pantofola. Embé?!?"
Mi tirò su le maniche alla vista dell'omone accanto a lei, probabilmente il suo ragazzo, pronto a provare a suonargliele debbrutto. Poi improvvisamente mi rendo conto di quale visione ridicola io sia e ridimensiono la rissa più divertente del mondo a una ramanzina ben assestata. Poi tutto si fa più contorto e giusto un filo più amichevole.
Pomodora!
Lascio a voi intendere come sia potuto nascere un nomignolo del genere mentre le metto una mano sulla spalla e recupero la pantofola. Quasi mi abbatto su di lei mentre cerco di rimetterla mentre, ricevo i miei obbligati e dovuti complimenti.
"Hai visto? Mi ci è voluto un secolo per fare la piega."
Con un goccio di fiatone faccio finta di sistemarmi i capelli (cosa che chiaramente non so come si fa, li tengo sempre corti) e con ben poca vanità.
Poco dopo mi rendo conto che v'è una nuova voce a chiamarmi, e mi rendo conto che quello che avevo erroneamente preso per il suo ragazzo era in realtà Aiden, era stranamente da molto che non lo vedevo.
"Bello mio! Quanto tempo....
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!"

Imito il mio cavallo di battaglia, questa volta sul serio, imitando una banshee con una voce dignitosamente pesante. Subito dopo sorrido ignorando i volti sconvolti della gente preoccupata per la mia incolumità, allargo le braccia tutto contento.
"Allora? Chi sono?Eh?"


Interazioni con Aiden e Ariel Pomodora. :ue:
 
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view post Posted on 2/12/2020, 00:50
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Francis Dhevan Drake
Corvonero - Mago Adulto - Diagon Alley

Narrato / "Parlato" / *Pensato*

C’erano molte cose che mi entusiasmavano, ma poche mi facevano fremere così tanto quanto la festa di Halloween. Non so se questa mia passione nascesse più a causa della mia Luna o del mio Plutone in Scorpione (che mi donavano il gusto verso tutto ciò che è macabro), o se semplicemente fosse frutto della mia attrazione verso le spiritualità e le culture magico-babbane. Soppesare ed analizzare i miei gusti discutibili era una fantastica attività da svolgere immerso nell’atmosfera londinese di quella misteriosa serata. Si diceva che nella notte di Samhain il velo che separa il mondo umano da quello degli spiriti si facesse più labile e che, quindi, fosse ideale per svolgere pratiche magiche. Soprattutto quelle volte al contattare i defunti. Pensai che sarebbe stato fantastico poter fare una chiacchierata con qualche morto, sapere come se la spassava nel limbo che lo teneva legato alla vita terrena, avvertirne le sue emozioni…

“Scusi signorina… Dolcetto o scherzetto?”

Dei ragazzini alle mie spalle mi avevano appena dato della ragazzina. Che dolci. Effettivamente molti ritenevano mostrassi vent’anni anziché trenta. Mi voltai, facendo fare swish ai miei capelli, spostandoli un po’ a lato con la mano.

“Chiamatemi Jessica”

Dissi voltandomi e usando un tono molto più scuro e profondo di voce, un tono cavernoso che per qualche motivo lasciò i ragazzini di stucco. Presero poi a correre via, come spaventati. Eppure, mi sentivo così bella quella sera. Con le mie maniche a sbuffo bianche a righe rosse, un fantastico corsetto blu e una gonna gialla. Avevo volutamente evitato la depilazione alle gambe, essendo Halloween volevo che il personaggio di Biancaneve, della quale indossavo i vestiti, avesse un ché di licantropia. Il mio mazzo era al sicuro all’interno di una borsetta rossa cosicché tra le mani potessi portare una cornice che richiamava quella dello Specchio delle Brame.

“Specchio specchio delle mie brame chi è la più licantropa del reame?”

Dissi tra me e me, ridacchiando in falsetto. Poi, ancora sorridente e fiero del mio operato, tornai sui miei passi, notando che la strada era cosparsa di lanterne luminose che rendevano vagamente orientale l’atmosfera. L’aria intorno sembrò farsi pressante, c’era qualcosa di sinistro in quelle luci. Decisi comunque di seguirle, in fondo quella sera non avevo granché da fare, a parte terrorizzare bambini. Passo dopo passo, giunsi all’entrata di un locale che non avevo mai visitato, lì terminavano le lanterne. Per poco non rischiai un infarto quando, entrando, mi passarono davanti due ragazze vestite da sciamane giapponesi. Di colpo, le parole riecheggianti della Itako tornarono alla mente “Anata no me ga moenai”. Mi aggrappai alla mia cornice. Quella donna era ormai diventata il mio peggiore incubo. La vedevo nella mia tazza di tè, sentivo le sue parole quando toccavo il mio mazzo, perfino durante qualche momento di plaisir solitaire la sua facciona mi torturava impedendomi di raggiungere il nirvana. Dovevo darmi una calmata. Uno. Due. Tre respiri furono sufficienti. Misi a fuoco l’area del locale. Il suo interno era decisamente più grande di quello che sembrava dall’esterno. Candele fiammeggianti volteggiavano danzanti mentre qualche scheletro si lanciava in uno sfrenato twist se qualcuno ci passava accanto. Maghi giovani e adulti chiacchieravano, ballavano, bevevano, ciascuno travestito da un qualche personaggio della cultura pop occidentale o del folklore asiatico. Sembrava fossi arrivato più tardi rispetto l’inizio della serata perché il locale aveva tutta l’aria di aver aperto le danze oramai da un pezzo. Sistemai il mio fiocchetto rosso e mi feci largo tra un gruppo di ragazzi travestiti dai membri della famiglia Addams. Non avevo con me molti soldi, ma magari avrei potuto ammaliare qualcuno affinché mi offrisse da bere o da mangiare. Tra qualche pipistrello svolazzante e un paio di ragni spara stelle filanti fatti di origami, raggiunsi finalmente quello che sembrava il bancone riservato al catering. Lì non potei non notare un omone che indossava un tulle rosa e delle ciabatte pelose. Poteva benissimo essere mia madre. Gli lanciai un sorriso da cameratismo e mi persi a mangiare con gli occhi le leccornie disposte sulla tavolata di Himiko’s Taste, immaginandone il sapore.


{ Solo la follia può prolungare la giovinezza e tenere lontana la vecchiaia. }


© Code by Ethan Stark

 
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view post Posted on 2/12/2020, 18:28
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Maschere Kitsune: Kitsune (狐) è la parola giapponese per "volpe". Secondo la mitologia giapponese la volpe è un essere dotato di grande intelligenza, in grado di vivere a lungo e di sviluppare con l'età poteri soprannaturali. Le kitsune sono conosciute per possedere una grande intelligenza, poteri magici e per essere in grado di vivere a lungo. Esse sono un tipo di yōkai, ovvero un'entità spirituale, e la parola kitsune è spesso tradotta in "spirito di volpe".
死人に口なし


Alice Lastrange
IV Anno - Corvonero - Scheda
S
eppure la stanza fosse pregna di rumori, in quei brevi istanti, il silenzio calò tutto intorno alle due ragazze, spezzato dal sonoro crack della piuma infranta. Le lettere del suo nome vennero scritte con una calligrafia tanto elegante che fu quasi un dispiacere vedere l’ultima parte annegare nell’inchiostro, le sue parole però avevano colpito esattamente dove erano dirette, lasciando interdetta per qualche secondo la Caposcuola e, doveva ammetterlo, di conseguenza anche lei. La curiosità iniziava a prevalere su quella situazione e mentre tutti i suoni ritornavano a riempire il suo udito, Alice iniziava a desiderare di poter scoprire di più su quella che era stata la loro relazioni, delle motivazioni per cui aveva spinto i due a separarsi. No, non erano affari suoi.
Era stufa di queste bambinate, stufa di dover lottare per un ragazzo, di dove guardare ogni suo passo con la paura di cadere da un momento all’altro in un burrone mortale. Con Mike però non era così, ogni parola tra i due ragazzi portava la ragazza ad avere sempre più libertà, si sentiva libera di poter dire quello che le passava per la mente, senza remore.
Comprendeva il significato delle parole della Tassorosso, sapeva benissimo che dietro quelle brevi affermazioni non vi era cattiveria, aveva provato le sue stesse emozioni quando aveva saputo di Megan e Daddy.
«Credo di poter comprendere le tue ragioni, anche se probabilmente non del tutto, ma non devi preoccuparti, non mi è passata nemmeno un secondo per la testa questa eventualità» lo sguardo della ragazza dalla chioma infuocata le fece tenerezza, avrebbe quasi voluto abbracciarla se non fossero quasi del tutto due estranee. Con quelle sue parole Alice sperava di riuscire a togliere un peso dal cuore della Tassorosso, sebbene sapeva che non sarebbe stato facile. Non sapeva nulla della loro storia e andava benissimo così. Eppure quelle parole non le erano del tutto chiare.
« Sicura … di cosa? Ascoltami, di sicurezze ultimamente ne ho poche, il mio rapporto con Mike è cambiato dall’oggi al domani e non so ancora spiegarmi bene come, so solo dirti che la sua presenza mi fa stare bene e vorrei poter dire che lo stesso vale per lui ma realmente non lo so e anche così va benissimo. »
Il volto di Alice era sereno così come le sue parole, rispettava profondamente la ragazza e i sentimenti che stava provando, per questo decise di risponderle con tutta la sincerità che meritava.
« Spero davvero che questo non incrini il nostro rapporto, sono sicura la persona giusta giungerà a te quando meno te lo aspetti, la vita riserva più sorprese di quante ce ne servono davvero… magari sono io, chissà! » la frivolezza delle sue azioni spazzò via quelle poche parole pregne di significato accompagnata dalla sua mano che andò ad infilzare la sua stessa guancia al fine di indicare sé stessa. *Ouch, vedi cosa combini per fare la pagliaccia?*
Aveva totalmente dimenticato di avere quelle unghie assassine alle mani quella sera che, doveva ammetterlo, minuto dopo minuto, si stava rivelando meno pleonastica del previsto e decisamente per nulla noiosa.


IcjSmLG


Outfit

Costume: Abito tradizionale giapponese, un kimono rosso scuro e nero con dettagli color oro sporcato qua e là con del sangue, finto credo . Accessori: Maschera Kitsune, Kunai sporco di sangue, pochette rotonda in stile nipponico. Dettagli: Lenti a contatto che colorano di rosso l'iride e di nero tutta la parte circostante, unghie assassine e fiori tra i capelli.

code © Nhimoe


Interazioni: Thalia
Milady grazie per aver fatto compagnia a questa innocua piccola ANBU


 
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view post Posted on 3/12/2020, 01:59
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"Gran Sacerdote del Tempio della Pizza"

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Se non avesse avuto lo zaino sulla schiena e un bento di fortuna in una mano, avrebbe fatto i salti di gioia ed un ballo celebrativo per la comparsa di Maurizio, ma per la fortuna (?) di Aiden i riti di saluto fra lei e l'antimago sarebbero stati ridimensionati per cause di forza maggiore. Tant'è che al commento indignato dell'Auror, la sua reazione spontanea fu quella di voltarsi e mostrare un sorriso ampio, stretto nella trepidazione tale da portarla a fremere sul posto, oscillando a destra e manca. «Lo conosci anche tu?» Trillò entusiasta, prima di voltarsi di scatto verso la quasi-ma-anche-no-Banshee.
"Pomodora" era, se non si fosse intuito, un soprannome che Maurizio aveva trovato per lei, da accreditare al loro primo e buffo incontro fra spaghetti al pomodoro e filosofeggiature che nessuno dei presenti potrebbe facilmente aspettarsi da loro, vista la qualità intellettuale dei loro comportamenti a questo evento.
«Angelino!»
Urlacchiò in risposta, sollevando il braccio libero verso di lui – il destro– nel tentativo di portare la mano sulla spalla di Maurizio e con uno slancio dei piedi, cercare mettersi in punta di piedi per raggiungere il suo viso.
SMACK!
Gli avrebbe dato un bacio veloce, labbra contro labbra prima di voltarsi verso Aiden in tempo per sentire l'agghiacciante urlo.
Se la maggior parte dei presenti saltò per la paura, pronta ad allontanarsi dal gigante in tulle rosa e parrucca, Ariel si limitò a rimanere attonita e un po' stordita sul posto.
Sbatacchiava gli occhioni, mostrando una perplessità che nella sua espressività marcata era quasi cartoonesca.
"Dimmi che non era una Banshee."
Fu il primo pensiero che le venne in mente, accompagnato da immagini di Skjòl, dei riti e tradizioni dei Vinstav che avrebbero avuto da ridire dell'esibizione di Maurizio. Il volto contrito di sua madre Ragna venne subito dopo alla mente, accompagnato da un rimprovero che davanti ad una scena simile era più che realistico "Ovviamente anche i tuoi amici sono discutibili. Potessi farne una giusta, Ariel. Sei grande. Non sei una bambina."
Forse fu per questo, per ripicca di una madre rievocata dalla sua mente che la reazione di istinto che ebbe a quell'urlo, con un notevole scarto di ritardo, fu quella di voltarsi verso Aiden e scoppiare a ridergli in faccia. «Atteeento! Lo spirito della Pantofolaia di Tulle ti ha scelto, Barbino Grigio!!» Provava a suonare profetica, aggiungendo alla fine della frase pure un «Buuuh» che ricordava la scimmiottatura babbana dei fantasmi nei loro film.
«Sei un mostro di tulle con dei bellissimi capelli biondi!» Ripetè convintissima, mentre cominciava a saltellare sul posto e cercare di portarsi appena più lontana così da poter guardare meglio Maurizio nel suo insieme.
«Anzi anzi! Sei... sei ... una donna che è rimasta nel nostro mondo per vendetta!»
Che non volesse proporre una Banshee come alternativa era palese e probabilmente era una scelta che scherzando scherzando, veniva fatta volutamente per principio personale viste le sue origini.
«E ora uccide come è stata uccisa lei: ...a colpi di pantofole
Che fosse un'idiota, però, era una realtà costante che era giusto confermare ad ogni possibile occasione.
Ad ogni esclamazione e proposta, saltava sul posto. Era così che sarebbe finita con l'arretrare un po' troppo e cozzare contro uno dei partecipanti alla festa (Jane) nel voltarsi verso il tavolo vicino con gli artefatti a tema in vendita.
«Scusa!» Si affrettò a dire alla povera donna che aveva appena travolto, donandole un'occhiata veloce, quanto le servisse per poter dispensare complimenti a gratis come suo solito «Sei super carina!» e poi tornare con gli occhioni sull'offerta della bottega. «Maurii! Ci sono un sacco di regali bellissimi qua!»
E così, come il migliore dei curiosi, l'attenzione di Ariel era totalmente andata da tutt'altra parte.
Li chiamava già Regali: ragionava come se fosse scontato che se comprava qualcosa era per regalarla a qualcun altro.
«WOAAAH! QUESTO DEVO PRENDERLO.» E poi cominciò la sequela di commenti su ogni cosa: un bracciale, un ciondolo «MAGICOO» e un pellicciotto «FICHISSIMOOO».
Li avrebbe indicati tutti con gli occhi blu grandi come due pluffe per la felicità. Qualcuno avrebbe fatto fatica a pensare fosse maggiorenne a furia di parlare per la felicità come un bimbo, ma col trucco e gli abiti semplici che portava era difficile scambiarla come sempre per una studentessa di Hogwarts: insomma, in qualche modo c'era sempre qualcosa di strambo in lei.
«Posso avere questo incartato come un regalino super bellino? E' il regalo perfetto. La perfezione, dico!» Avrebbe detto, indicando con la mano libera un bracciale Yurei e la targhetta descrittiva sotto questo.
«E poi questi due può metterli anche insieme perché son per me!» E indicò stavolta un Ciondolo Akashita e una Coda di Kitsune.

Da qualche parte in Europa, Ragna Vinstav, sua madre, stava imprecando tantissimo per come sua figlia dilapidasse il suo stipendio alla Gazzetta e sotto sotto, probabilmente, pure noi spettatori oltre la quarta parete ci chiediamo che problemi aveva
«E ora prendo i Galeoni e dopo vado a prendere a colpi di pelliccia Maurizio.»
Bene ma non benissimo.

– Interazioni con Maurizio, Aiden Barbino Grigio e Jane.

Acquisto:
x1 Bracciale Yurei (che verrà regalato :flower:)
x1 Ciondolo Akashita
1x Coda della Kitsune

 
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view post Posted on 3/12/2020, 16:21
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Interazione con Oliver.

Mary Grenger ✂ Morticia Addams



Le conoscenze che aveva dell’Oriente erano poche, se non nulle (se non traumatiche grazie a Peverell). Per quella precisa ragione rimase completamente affascinata dall’ambiente che la circondava: il lavoro fatto nel negozio Zarathustra era ragguardevole. Tutto lo era: dall’atmosfera cupa ma in qualche modo accogliente, alle maschere e agli origami appesi ai muri; dagli oggetti in vendita, ai cibi presenti al lato opposto. Il buio era di certo la parte più fastidiosa, ma lei aveva Oliver al suo fianco.
Oliver. Una cosa che aveva imparato Mary – soprattutto da quando aveva raggiunto l’età adulta – era la capacità di nascondere ed ignorare le cose. I sentimenti, se si vuole essere pignoli. E specialmente in presenza del suo Caposcuola. Abbiamo già detto che per lui la grifondoro nutriva dei sentimenti puri, cristallini, conosciuti a molti. E abbiamo già detto che Mary mai nella vita avrebbe fatto o detto qualcosa che avrebbe potuto rovinare la relazione di Oliver con Leah. Ma c’erano delle considerazioni che stava facendo mentre il suo corpo si avvicinava a quello di Oliver, e delle considerazioni che avrebbe fatto il giorno dopo a mente lucida. Nell’oscurità della sala, nel trambusto generale, era per lei più facile concentrarsi su rumori precisi. I battiti del suo cuore ad esempio. A tal proposito, poteva notare come ogni volta che Oliver la guardasse, le indirizzasse la parola, le rivolgesse un sorriso, un battito andava perso. Ma poteva nasconderlo e poteva ignorarlo. «Non riusciamo ad incontrarci tanto spesso, nell'ultimo periodo.» La voce del concasato la trasportò nuovamente nel luogo in cui si trovava. Sperò che la sua assenza momentanea fosse passata inosservata. Fosse stata più lucida avrebbe notato il tono di Oliver, ne avrebbe potuto decifrare lo sguardo. Sapeva di conoscerlo abbastanza per quello. Ma non era lucida, purtroppo. Quello che percepì indistintamente fu l’ennesimo battito perso ed ignorato. Di Leah sapeva poco e nulla, in verità. Era forse una delle poche persone che non aveva mai incontrato nel castello. C’era stato un ampio dibattito circa la sua esistenza nel dormitorio femminile grifondoro, ma erano stati per di più schiamazzi e critiche senza senso a cui lei non aveva mai attivamente partecipato vista la sua indole dolce e gentile. «Ti piacerebbe.» Mary sorrise. Perché sì, probabilmente avesse conosciuto Leah sarebbero state istantaneamente amiche. E sì, avrebbero parlato di Oliver senza riserva alcuna. «Avrò modo di conoscerla.» Esordì velocemente. Il suo tono uscì più basso del previsto e non fu sicura di essere stata percepita. «Per te, invece? Qualche Gomez Addams nella tua vita, cara mia?» Il sorriso sul suo volto si aprì. E voleva raccontare ad Oliver di quanto fosse stato negativo – dal punto di vista amoroso – quel periodo per lei, ma sapeva di certo che quello non fosse il luogo adatto. E il sorriso nascondeva la realtà dei fatti: la delusione del non riuscire a trovare la persona giusta la feriva molto. E le pesava molto l’assenza di una persona con cui condividere così profondamente i propri sentimenti. Ma sorrise ad Oliver quando raggiunse il suo sguardo e non ci pensò molto quando affermò che: «Tu sei l’unico Gomez della mia vita». E non valutò neanche di come quella frase potesse risultare al caposcuola. Mary l’aveva pronunciata innocentemente, anche se aveva percepito quelle parole su tutto il corpo.
Raggiunsero lo stand degli acquisti, eventualmente. Dopo aver eseguito il suo ordine, dopo aver scavato in cerca del quantitativo giusto di galeoni, scoppiò in una sonora risata alle parole di Oliver. Non tentò neanche di nascondere le lacrime che le si formarono ai lati degli occhi. «Oh Gomez…» Tentò di fermare la sua risata e si prese un attimo per cercare di ritrovare l’intonazione giusta. Doveva essere Morticia, no? «Non vedo l’ora di fare una seduta spiritica in tua compagnia, cher.» Non diede molto peso al doppio acquisto di Oliver, d’altronde lo aveva fatto anche lei per regalarlo ad alcune persone. Ma nell’attesa che questo finisse gli acquisti, i suoi occhi si spostarono sull’ennesimo stand: il cibo. Anche del cibo orientale sapeva poco e niente, ed il connubio con Halloween la spaventata più di quanto fosse pronta ad ammettere, ma anche la curiosità era forte. Nel portare il suo sguardo su Oliver, nell’aprire bocca per dirgli di spostarsi più avanti, questo la raggiunse con gli occhi e Mary lo raggiunse con il corpo. «Cara mia.» Sorrise. L’italiano era una lingua così elegante, così romantica e dalle labbra di Oliver fuoriusciva con grazia. Non capiva appieno cosa stesse succedendo, ma si fidò del concasato.
Un regalo. Non aveva pensato potesse essere per lei, in verità. Non perché Oliver fosse estraneo a quei gesti di estrema gentilezza, ma perché semplicemente il pensiero che potesse essere per lei non la sfiorò minimamente. «Permetti?» La sua mano si allungò istantaneamente verso quella del ragazzo e nello sfiorarla poté contare l’ennesimo battito perso. Forse stava avendo un infarto, non era pratica dell’argomento. Sicuramente era in preda ad emozioni forti. «Oliver, io-» Cosa voleva dirgli? Qual era il confine tra ciò che doveva restare nella sua testa e ciò che poteva esternare? E l’effetto dell’alcool poi, amplificava ciò che stava provando o era tutto farina del suo sacco? Abbassò la testa non per guardare il bracciale – che avrebbe avuto modo di apprezzare in un secondo momento – ma per prendere un respiro, per schiarirsi le idee. «Morticia non reggerebbe il tuo confronto.» Era confusa, infine. Confusa dal ragazzo di fronte a sé. Un momento prima le diceva una cosa del genere, un attimo dopo le riservava un occhiolino ed un sorriso che urlava “siamo amici Mary, svegliati!”. Non sapeva cosa dire. «C’è solo un Gomez per una Morticia.» E quindi c’è solo un Oliver per una Mary? Cosa significava? Perché lo aveva detto? «Cioè, quello che intendo è…» È cosa? Raggiunse gli occhi di Oliver e cercò di racchiudere in una semplice parola, un solo sguardo tutto quello che non riusciva a dire in quel frangente. «Grazie.»
Non fu sicura chi tra lei ed Oliver avesse trasportato l’altro davanti al tavolo delle vivande e sapeva che da lì in poi la serata sarebbe stata ancora più confusa. Non solo per le parole di Oliver, ma anche per il secondo maotai che stava sicuramente facendo effetto. Ma arrivati lì dovevano provare o portare via qualcosa da condividere con gli altri. «Ciao!» I suoi occhi analizzarono con cura le varie pietanze, che a dirla tutta sembravano non essere di quel secolo. Ma era una grifondoro, un po’ di coraggio. «Sembra tutto…terrificante. Tu cosa vuoi provare?» Si rivolse ad Oliver al suo fianco. Era difficile scegliere, ma qualcosa dovevano pur ordinare. «Magari possiamo dividerci questo futota-no. Futoma-no. Ok, prendo questo, grazie!» Ma come si chiamava poi? Chi lo sa. «Ah, e alcune cose da portar via, in qualche modo…» Avrebbe ragionato su quello dopo. «Permettimi di offrirti qualcosa, Oliver.»
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When we're together, darling, every night is Halloween
Don't torture yourself, Gomez. That's my job.


Mary acquista:
- Da portar via:
1xCapillari oculari
1xFantasma a tre vie
1xCervello di riso
1xMele caramellate
-Da consumare:
1xPortata tombale

Tutto ciò che ordina Oliver dal menù è sul conto di Mary, per favore.
 
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view post Posted on 3/12/2020, 18:04
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𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

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12 anni • studentessa • I anno • Serpeverde • Scheda


Proprio mentre stava facendo acquisti, la giovane Serpeverde percepì una mano poggiarsi sulla propria spalla. Inizialmente sobbalzò un po' dalla sorpresa, voltandosi immediatamente per vedere chi fosse alle proprie spalle. E si stupì nel momento in cui poté notare il viso fintamente indemoniato di Siri, cosa che la portò a lasciarsi andare ad un piccolo sorriso divertito. Non l'aveva mai vista in quelle vesti, ma doveva ammettere che stava bene. Forse, quella era la prima volta che le due avevano avuto un vero e proprio contatto fisico dunque Lyvie, internamente, si sentì un po' in imbarazzo. Ma non l'avrebbe mai dato a vedere.

« Bella, sì. È la prima volta che vengo ad una festa senza i miei familiari, questo la rende già la migliore! Stai benissimo, comunque. » replicò di tutta risposta la rossa, annuendo come per enfatizzare la propria affermazione.
Ed era vero: oltre a sentirsi "grande", si sentiva anche in un certo senso più libera di fare, senza l'incombente presenza di sua madre o sua nonna alle proprie spalle a fissarla come spesso era successo. Sperava che non sarebbe apparso, invece, suo fratello Kyros, con cui ormai aveva dispiaciutamente e forzatamente troncato i rapporti. Così, da un giorno all'altro.
Lasciò che la giovane Tassorosso prendesse la sua, di ordinazione e quando sentì che un suo acquisto sarebbe stato anche un proprio regalo rimase a bocca aperta. Non avrebbe mai immaginato che la bionda potesse regalarle effettivamente qualcosa, dati i loro trascorsi. Tuttavia, vide il gesto come una sorta di offerta di pace definitiva che - ovviamente - le fece immensamente piacere. In fondo, non l'aveva mai odiata.


« Ehi, Siri... Guarda che non c'è bisogno. » asserì immediatamente, come al fermarla dallo spendere quei Galeoni per sé. Fu tutto inutile.
La commessa servì entrambe, con tanto di complimenti che portarono Lyvie a sorridere compiaciuta. L'idea delle lanterne era geniale, di certo non vedeva l'ora di accendere la propria. Ma a chi avrebbe pensato?


« Grazie mille! » si rivolse alla ragazza, allontanadosi dal bancone con Siri.
Così accettò il suo regalo di buon grado, cosa che molto in fondo la fece gongolare interiormente. Le rivolse, stavolta, il più sincero sorriso che le avesse mai rivolto fino a quel momento.


« Grazie anche per il regalo. Vorrei poter ricambiare, ma se vuoi posso offrirti un po' di questo... Cos'era? Fantasma a tre vie, forse? Ci sono dei fantasmini sopra, sembra buono. » la incoraggiò a mangiare la rossa, porgendole un pezzo di pietanza.

« Beh? A chi dedicherai la lanterna...? »


PS: 110 • PM: 56 • PC: 52 • EXP: 3





Interazione con: Siri

 
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view post Posted on 4/12/2020, 02:32
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Mìreen Fiachran
25 anni - Sangue Banshee - Irlandese
Outfit
- Scheda PG
★ ★ ★
Tra Oriente e Occidente
Halloween 2020
Si stava incamminando per allontanarsi dalla cassa dove aveva appena fatto le sue compere, ma le venne l''idea per un regalo e una commissione.
Così tornò sui suoi passi e comprò altri due Ciondoli Akashita da farsi mettere sempre da parte con le sue precedenti compere.
Felice e soddisfatta, potè allontanarsi diretta allo stand del cibo, curiosa di quali delizie avrebbero servito per quella "spaventosa" occasione. Naturalmente non rimase delusa.
Lo sguardo scattava da una pietanza all'altra incuriosita da tutte quelle forme differenti: dagli onigiri con la faccia di zucche e scheletri, ai futomaki coi fantasmini, c'erano persino dolci di riso soffito simili a cervelli e caramelle a forma di occhi... c'era l'imbarazzo della scelta!
Per prima cosa si prese subito Maotai, era troppo curiosa di assaggiarlo visto quanto ne aveva parlato sua nonna "Sai di aver vissuto in Cina a lungo quando hai bevuto un ottimo bicchiere di Bai Jiu" e appena letto quanti gradi avesse, un sorriso divertito fece capolino sul bel viso, ma infondo doveva aspettarselo, non per niente l'anziana (non lo dimostrava) donna si dilettiva nella creazione di liquori e distillati alcolici per poi sperimentarli con la figlie e da quando era adulta anche con la nipote.
<< Salve! Le prendo subito un Maotai e... - diede nuovamente un'occhiata rapida ai piatti e uno in particolare attirarò la sua attenzione - ...due porzioni di Capillari oculari.>>
Nell'attesa che arrivasse il cibo, buttò giù subito la bevanda, mossa sbagliata considerato il sapore tanto forte, ma doveva ammettere che non era niente male.
Arrivati anche gli spaghetti neri, rimase un attimo indecisa sul mandare giù quella specie di occhi che sembravano guardarla, ma prese coraggio e chiudendo gli occhi si decise a mangiare.
Il sapore era buono, alla fine l'occhio era solo un uovo sodo, decisamente ben fatto considerato quanto aveva tardato a decidersi.
Riaperti gli occhi, si guardò intorno ed ebbe una strana sensazione.
[Sbaglio o la sala si è fatta più affollata? Ma così all'improvviso?]
Osservò con più attenzione e non potè credere a ciò che vedeva: le persone che prima nn aveva notato, non erano "uguali" alla normale gente presente, sembravano quasi traslucidi, forse inconsistenti, come proiezioni astrali.
[Ma com'è possibile? Non mi sembrava di aver visto fantasmi entrando, a parte chi era in costume... Possibile che...]
Guardò la sua porzione finita e le venne il sospetto che potesse esserci un effetto magico in ciò che aveva appena mangiato.
Ma allora quelli che vedeva erano fantasmi che non si erano mostrati ai vivi? Abbassò gli occhi sul suo nuovo bracciale e vi vide al suo interno del fumo dalle sfumature rosate.
Quella visione non l'aveva sconvolta o spaventata come sarebbe potuto succedere con un babbano, infondo ad Hogwarts s'incontravano fantasmi in giro per i corridoi e anche al Ministero c'era un reparto adibito a Spiriti e Fantasmi, al 3° o 4° piano se ben ricordava, quindi capitava di incrociarne qualcuno in giro, ma non si aspettava di trovarli ad una festa da Zonko.
Sembravano chiacchierare e divertirsi tra loro, alcuni guardavano i vivi ridendo, forse prendendoli in giro per come si erano vestiti, altri più curiosi osservavano addobbi e cibi. Forse era un po' maleducato da parte loro origliare così liberamente conversazioni altrui di persone che non potevano neanche sapere di esser ascoltate, ma chi era lei per immischiarsi? Inoltre, dubitava che le persone si mettessero a confessare tradimenti, assassini o rapine ad una festa piena di orecchie indiscrete, visibili o meno.
Stava per prendere qualcos'altro da mangiare e da bere, quando una figura, di sua gran conoscenza, la congelò sul posto.
Dalla parte opposta della stanza rispetto a dov'era lei, al di là di un gruppetto di persone tra cui un omone vestito con un tutù rosa, vi era Muìryn.
La stava guardando fissa, un sorriso misterioso e un poco inquietante le incrinava le labbra cineree.
Gli occhi di un violetto simile a lilla, i lunghi capelli bianchi, dello stesso colore della veste leggera, simile ad una semplice sottoveste, sembravano mossi da un leggero vento di cui lei però non ne percepiva la presenza. Ogni colore sembrava sbiadito, non vivido come nei suoi sogni e quelle che lei chiamava "visioni", ma tanto simile agli spettri presenti.
Eppure vi era qualcosa di diverso, non sembrava della stessa consistenza di un normale fantasma, era più qualcosa di impreciso e quasi fumoso, come un raggio di luna che attraversa una finestra in una stanza buia... lo vedi, ma non puoi toccarlo, perchè inconsistente, fatto di pura luce fredda.
Lei era simile ad uno spirito, ma non esattamente uguale.
Com'era possibile? Poteva il Maotai esser così forte da esserle arrivato dritto alla testa facendole avere visioni a caso? No, anche se era ancora a stomaco vuoto e quella bevanda parecchio alcolica, non poteva avere un simile effetto...
Allora, se la vedeva grazie alla magia di quei capillari oculati significava che era... morta?
Ma perchè non appariva come tutti gli altri fantasmi? Era più simile alla figura eterea di un'apparizione divina? Non che ne avesse avute tante...
La sua gemella sembrò fare un passo indietro, sempre restando girata verso la mora , allora Mìreen la imitò ma nel verso opposto, come per seguirla, allora l'altra fece un altro passo ancora, come stessero giocando, passi di danza, in un ballo innocente tra sorelle. Indietreggiava continuando a guardare verso di lei, minimamente attenta ad evitare di finire addosso a qualcuno, ma poi perchè avrebbe dovuto preoccuparsi? Non era una presenza fisica... vero?
Quel dubbio scattò un interesse, una curiosità, quasi una paura nella ragazza in abito antico, che le fece accelerare i battiti del cuore.
Allora di colpo scattò in avanti, intenzionata a raggiungerla, il bisogno di toccare quella figura traslucida, controllare se effettivamente non poteva neanche sfiorarla, oppure sarebbe riuscita ad afferrarle la mano? E se ci fosse riuscita, sarebbe stata, come nei suoi sogni, liscia e vellutata, ma gelida come la morte?
In risposta Muìryn si girò a sua volta e corse per scapparle, scivolando con agilità quasi innaturale tra la calca di persone, come che potessero ostacolarla. << Ehi aspetta!>> Perchè non ci passava attraverso invece di perdere tempo a schivarle? Poco importava, era partita troppo tardi e Mìreen la stava per raggiungere, pur con non poca fatica nel passare, con un abito tanto aderente, in mezzo a persone e costumi ingombranti.
Ce la stava per fare, quasi la poteva toccare...
Se solo, distratta com'era, non finì contro un povero malcapitato.
Riuscì a non cadere a terra, ma quando risollevò lo sguardo per controllare dove poco prima aveva visto la ragazza dai capelli bianchi, non vide nessuno, ne una debole luce, ne un lembo della lunga veste.
Era completamente sparita.
Si mordicchiò il labbro inferiore, delusa e nervosa, confusa su dove potesse esser scomparsa e come aveva fatto a sfuggirle così bene da non lasciare tracce.
Ma allora che cos'era??
Un lamento la distrasse dai suoi pensieri, ricordandole di essersi appena schiantata contro qualcuno che sicuramente ora meglio non stava.
Spostò lo sguardo verso l'innocente vittima della sua corsa pazza, pronta a scusarsi, ma la sua vista la sciò un poco interdetta: era visibilmente un uomo, vestito come Biancaneve, con tanto di specchio.
Quella visione la lasciò così stupita e divertita, che non resistette e scoppiò a ridere, mostrandosi probabilmente cafona dopo quello che era appena successo.
Se nella colluttazione fsse caduto lui a terra, si sarebbe chinata per aiutarlo a rialzarsi e intento, impegnandosi per tornare seria, gli avrebbe rivolto la parola:
<< Oddio ti chiedo scusa! Non voleva venirti addosso e neanche ridere così all'improvviso... ma adoro il tuo costume! E' fantastico, troppo simpatico, come ti è venuta l'idea??>>
Finalmente riuscì a trattenere le risate. Probabilmente erano scattate per un attacco isterico dopo aver visto coi suoi occhi Muìryn, da sveglia e senza stati emotivi particolari e non averla presa per un soffio... sperò solo che il ragazzo non si offendesse se aveva riso del suo costume, ma era vero quando aveva detto che le piaceva e soprattutto era riuscito a distrarla.
<< Mi dispiace così tanto, spero di non averti fatto male...
Mi chiamo Mìreen Fiachran, posso offrirti qualcosa da mangiare o da bere o entrambi per farmi perdonare? Sentiti libero di prendere quello che più ti ispira!>>

Con un sorriso sincero e un poco imbarazzato, mise le mani in un gesto di preghiera nella speranza che il ragazzo accettasse quell'offerta di pace e tentativo di perdono.
Se avesse accettato, lo avrebbe subito riavvicinato alla tavolata dell' Himiko's Taste - non troppo distante visto che nel cozzare tra loro era stato spinto di forse un metro - e sempre con fare dispiaciuto, avrebbe provato a instaurare una più serena conversazione.

code © psiche


Compro anche:
2 Ciondoli Akashita
_1 per Jolene da scalare al MIO conto (regalino <3 )
_1 per Vath Remar da scalare al SUO conto (ho già il libro da regalarti)
12 Galeoni l'uno

Di Cibo, per adesso, pago:
2 Capillari oculari - 10 Falci
1 Maotai - 2 Falci
Tot. 12 Falci
______________________________________

Avvista Maurizio in tutù rosa, ma ancora non lo riconosce
Interazione con Dhevan


Modifica concordata con l'utente. ~ Thalia

Edited by Thalia Moran - 9/12/2020, 17:49
 
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Sono passi lenti che la muovono per le vie della Capitale. E' casa sua, eppure non ha mai avuto colori tanto vivi come quella sera, e se ne rende conto anche nel grigiore che prende Londra ad ogni stagione. O forse la svolta è data da un lavoro, uno che ha atteso con impazienza dal momento in cui aveva capito che non avrebbe voluto fare nient'altro nella vita. E, soprattutto, stenta ancora a crederci. Ha passeggiato per quelle stesse vie così tante volte che il parallelismo è inevitabile. Come è passata dall'essere quella piccola bimba impaurita che stringeva con forza le mani grandi John, alla ragazzina che si ergeva più diritta dopo un paio di anni ad Hogwarts, e ancora al Prefetto e poi al Caposcuola? Come è possibile che la giovane studentessa bionda sia cresciuta tanto da somigliare così vividamente ad Eveline? Ha smesso di chiederselo nel guardarsi allo specchio così poco di recente, perché ha solo saputo riscoprire una serenità nuova a guidare ogni mossa. Ha sempre apprezzato mascherarsi per Halloween, forse perché ha sempre sentito nelle corde quei momenti di connessine con gli Spiriti ed il regno oltre il Velo. Per questo ha scelto una maschera che non è tanto irreale, è solo una donna, capelli neri e lunghi nascosti da un velo che è l'emblema del lutto, occhi di un profondo castano, sono anche i tratti di una leggenda. L'ha studiata, perché di recente non fa altro, per non essere mai impreparata, e sa che le chiamano le "Spose Corvine". Sono spiriti vaganti, anime in pena che andrebbero ricondotte verso i cancelli dell'Oltretomba, ma che non li sanno varcare finché l'ultimo dei loro desideri in vita non viene esaudito. Sono donne morte prima del matrimonio, durante il tragitto che le portava all'altare. Amber non ha indagato sul perché abbia scelto esattamente questo come travestimento, ma l'ha fatto e basta, e nel muoversi per la Londra magica, sa anche che non verrà riconosciuta. Deve essere così quando nonostante il lavoro ora le stia formando il carattere, resta una creatura schiva e poco avvezza a feste e comunità varie. D'altronde lei è quella che passa le serate a far sfogare Foscapiuma nella radura incantata dietro la parete di casa, o sul divano con Eve, quando non è impegnata a ricercare nuovi casi e preparare nuove missioni. La Spettrologia è tutto, adesso.

Sfiora con lo sguardo l'insegna del Wizard Store. Parte della sua adolescenza l'ha passata anche lì dentro, tra un libro portato da scuola per prepararsi agli esami, ed una commissione per incastonare gemme in medaglioni e anelli. Non si ferma, non vuole concedere più di un sospiro al momento, e si guarda solo intorno fino a bloccare i passi davanti a Zarathustra. Thalia. C'è forse un pizzico di rimpianto nel tono che usa anche solo per ricordare quanto i contatti siano stati scarsi, principalmente per colpa sua che ha concentrato ogni energia sull'avere un futuro fuori Hogwarts. E quindi alla fine entra, e si muove per il locale e spia oltre gli incantesimi usati per renderlo un varco verso un nuovo modo, la fusione tra Oriente e Occidente, nei profumi, nei sapori e nei nuovi oggetti in vendita. E' su quelli che in verità Amber si sofferma, sono quelli ciò che sfiora con le unghie nere e le dita affusolate e pallide. Ha scelto.

«Grazie» è l'unica cosa che dice, l'unica parola che esce dalle sue labbra. Nell'aver taciuto in gesti che non sono stati altro che simboli chiari, l'afferrare quei due oggetti, l'estrarre il borsellino con i Galeoni e stringere di nuovo le dita attorno ai suoi nuovi acquisti, non ha nascosto la sua voce, forse inconfondibile per chi sta dietro il bancone. Lascia quindi solo questo indizio, nell'incapacità nostalgica di fermarsi a fare due chiacchiere o anche solo rendersi conto del distacco che rende il suo tempo ad Hogwarts già un passato inafferrabile. Vero, ma distante. Non ha mai mancato di rattristarla un po', e non è ancora pronta a guardare indietro con l'atteggiamento tipico di chi ha accettato di essere cresciuto al punto da fare passi avanti con la consapevolezza che non ci sarebbero stati se non ci fosse stato niente prima. Sorride.


NB: Amber è proprio in modalità "toccata e fuga". Zero interazioni, acquista e va via.

→ 1x Bracciale Yūrei
→ 1x Coda della Kitsune

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view post Posted on 4/12/2020, 16:11
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Francis Dhevan Drake
Corvonero - Mago Adulto - Diagon Alley

Narrato / "Parlato" / *Pensato*

Il banchetto allestito dagli organizzatori della festa non era niente male, vantava una grande varietà di cibi e bevande a tema. Dovevano averci speso molto tempo a preparare tutto ciò. Dalle decorazioni al catering era difficile lamentarsi di imperfezioni. La portata tombale e i cervelli di riso erano i miei preferiti. Amavo il riso, un alimento sano, ricco di potassio e pochissimo sodio. Perfetto per una persona che soffre di ipertensione. Io ero sempre iper teso, soprattutto agli eventi mondani ma pensai che probabilmente mi avrebbe aiutato molto di più un qualche drink alcolico: annebbia la mente e disinibisce. Non ero mai stato un gran bevitore, ma nell’ultimo periodo iniziavo ad avvertire che sarebbe stato un ottimo hobby, quello dell’alcol, per un cartomante girovago e squattrinato in attesa di trovare un lavoro. Al massimo mi sarei poi iscritto in un centro per maghi alcolisti anonimi. Incerto se comprare o meno qualcosa, ero sul punto di allungare un braccio verso le inservienti in un gesto di richiamo. Avrei messo da parte la fame seppellendola in un Maotai. Stavo già assaporando l’ebbrezza quando qualcosa mi scaraventò via dal banchetto di Himiko’s Taste. La colluttazione mi fece finire a gambe all’aria, per terra. Le mie gambe licantrope erano bene in vista insieme alle mutande che avevo ovviamente abbinato al vestito che indossavo. Schiena a terra e sguardo sottosopra, osservai a testa in giù la sala in cerca del colpevole. Che fosse stato un Troll? Oppure un Nundu africano? Essendo capitombolato e scivolato per oltre un metro, azzardai l’ipotesi che potesse essere stato l’omone in tulle rosa… Poi, però, udii una risata e dall’alto vidi arrivare una mano divina giunta in aiuto per rialzarmi. Sembrava una mano delicata e fine, fin troppo per essere quella di un uomo. La strinsi e mi rimisi in piedi, sfruttando più la mia forza che quella della mano stessa, non volevo certo rischiare di far cadere una donzella nel tentativo di aiutarmi. Anche se, sarebbe stato divertente.

“Oddio ti chiedo scusa! Non volevo venirti addosso e neanche ridere così all’improvviso… ma adoro il tuo costume! È fantastico, troppo simpatico. Come ti è venuta l’idea?”

Una ragazza, vestita in quello che pareva essere un tipico e tradizionale abito cinese dai colori sgargianti, era di fronte a me visibilmente intenta al trattenersi dal ridere. I suoi occhi azzurri si sposavano bene con il vestito indosso. La guardai dapprima serio, giusto per lasciarla un attimo sulle spine, poi non riuscii a contenermi e iniziai a ridere più di lei.

“Scusa??? Ma che scusa??? È stato l’evento più entusiasmante della mia giornata. Dovremmo rifarlo!” Dissi realmente entusiasta dell’accaduto. “L’idea mi è venuta quando ho visto questo vestito in vendita, avevo bisogno di qualcosa di sobrio per andare a fare la spesa.” Continuai ironizzando per poi aggiustare la parrucca che, nella caduta, si era un po’ spostata.

“Mi dispiace così tanto, spero di non averti fatto male… Mi chiamo Mìreen Fiachran, posso offrirti qualcosa da mangiare o da bere o entrambi per farmi perdonare? Sentiti libero di prendere quello che più ti ispira!”

La proposta di Mìreen era davvero allettante e per un attimo fui davvero tentato di chiederle di ordinare tutto il menù. Tuttavia, non volevo sembrare così approfittatore con una nuova conoscenza. In futuro magari…

“Nessun bisogno di scuse, è stato divertente! Più che altro chi o cosa stavi rincorrendo? O da chi o cosa stavi scappando?” Chiesi incuriosito. “Accetto volentieri la tua offerta ma mi accontenterò di un Maotai… Prossima volta offro io, però!” Come al solito stavo per dimenticare di presentarmi. “Ah, sono lieto di conoscerti, Francis Dhevan Drake, ma puoi chiamarmi Dhev.”


{ Solo la follia può prolungare la giovinezza e tenere lontana la vecchiaia. }


© Code by Ethan Stark



Interazione con Mìreen Fiachran.

Edited by Dhevan - 4/12/2020, 19:22
 
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view post Posted on 5/12/2020, 21:21
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Alice Mcryan Himiko's maid
Kitsune: strettamente accomunate alla figura di Inari, il kami shintoista della fertilità, dell'agricoltura e del riso: esse sono al suo servizio col ruolo di messaggere, e tale veste ha rafforzato il significato soprannaturale della volpe. Sono un tipo di yōkai, ovvero un'entità spirituale, e la parola "kitsune" è spesso tradotta in "spirito di volpe". Tuttavia ciò non significa che le kitsune siano dei fantasmi, né che siano fondamentalmente diverse dalle normali volpi: in questo contesto la parola "spirito" è usata per riflettere uno stato di conoscenza o illuminazione, quindi tutte le volpi longeve sono in grado di acquisire abilità soprannaturali.

Alla sua prima vera festa di Halloween Alice lavorava. Eh si, lo aveva già pensato, ma non si aspettava certo tutta questa affluenza.
In un primo momento pur essendo un barista e 2 cameriere se l’erano cavata egregiamente. Ma ora cominciava a sentire la fatica, e sembrava che più lei si stancasse è più persone arrivavano.
Ah, e ovviamente adesso il barista era magicamente sparito, al che Alice si affrettò a borbottare tra sé e sé
uuuu come mi sentirà quando torna dietro il bancone!!! Povere noi!
Gwen, altri clienti in arrivo!


Una cliente che le rimase particolarmente attenta era la professoressa di erbologia. Palesemente affascinata dalla cultura orientale che aveva caratterizzato l’evento, era già stata una prima volta e aveva già chiesto di mettere da parte cose, e ora era tornata. Praticamente Alice si rese conto di quanto effettivamente la donna aveva comprato solo quando le mise le 4 bustine con tutti i suoi pacchettini di fronte pronte a portar via!
ecco a lei professoressa, e complimenti ancora per l’ampia scelta! Ecco, in omaggio ha anche una splendida lanterna che potrà dedicare ad un suo caro defunto, per poterlo ricordare. Si goda il resto della serata

E poi, un altro grande atteso ritorno la colpi: Oliver e Mary. Prima li aveva a malapena salutati, però ora aveva modo di parlarci un momento, e soprattutto di ammirare i loro fantastici costumi!
Gomez, Morticia, siete più incantevoli che mai!

Ed era vero. Si era iniziato da qualche tempo a vociferare (ma come del resto accadeva di frequente) di un ipotetico avvicinamento tra Mary ed Oliver, ma appunto perché i finti gossip erano all’ordine del giorno ad Hogwarts, e sapendo comunque del rapporto di Olly, non gli aveva dato molto peso.
Però wow: vederli insieme era uno spettacolo.
Era come se per quella sera avessero dimenticato le loro vite, si vedeva dal modo in cui Mary guardava Oliver, ma anche da come lui guardava lei.
Erano come sotto l’effetto di un piccolo incantesimo, come se il resto del mondo non esistesse. E Oliver la guardava in un modo così dolce, così tenero, che non poté far altro che pensare che un giorno anche lei avrebbe voluto essere guardata così da qualcuno.
Ovviamente non parlò con nessuno di questi suoi pensieri, al massimo dopo si sarebbe confrontata con le sue amiche Viv e Alice, per capire se anche loro avevano avuto la sua stessa impressione.
Quindi mise insieme tutto gli acquisti anche per loro e poi disse infine:
ecco a voi ragazzi! Spero davvero che vi stiate divertendo, e sappiatelo, alla prossima festa mi unirò a voi, vi adoro! Andate a spargere la vostra mostruosità in giro miei cari Addams! Ed ecco a voi 2 lanterne che potete dedicare a qualcuno a voi caro, sono un omaggio da parte della nostra Himiko


sR1XCiM

© code by Suguni


Urlo a Gwen
Interazione con Mireen, Oliver e Mary (scusate ragazzi ma dovevo)
Piccola citazione per Viv e Alice, le mie bff storiche dei grifi, ci aspetta una bella chiacchierata
 
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