CASEY BELL | PREFETTO • 16 ANNI • GRIFONDOROIl Tempo scorreva e lei non se ne rendeva conto. Per qualche breve stralcio, durante la sua digressione sulle proprietà della gomma adragante, ne aveva perso coscienza tradendo un'estrema partecipazione emotiva e intellettuale nello scambio col docente. Con nessuno prima di allora poté avviare un simile confronto di idee. La maggior parte degli studenti si concentravano sull'ottenere un Oltre Ogni Previsione nella materia, cosa a cui anche lei mirava, ma non si erano mai lasciati trascinare dentro i cavilli delle fascinazioni più astruse.
Sotto un certo punto di vista, tutta quella timidezza e incertezza che Casey palesava nella mimica facciale e nel gesticolare era il suo modo per fare intendere all'interlocutore che nella sua esposizione vi era un principio di senso di colpa. Non desiderava pavoneggiarsi delle proprie idee né disegnarsi come una mente superiore rispetto alle moltitudini di studenti di Hogwarts. O forse sì? Negare quel po' di soddisfazione tratta dal riscontro positivo ottenuto dal prof l'avrebbe resa una bugiarda, ma era proprio questo a farla sentire in quel modo: superba, arrogante, infima, come Suor Maria Orsola le diceva per poi mandarla a recitare il rosario. Che il suo sfoggio di abilità deduttive servisse per portare Sirius a darle la chiave per la vetrina degli ingredienti proibiti non implicava che ad una mente eclettica e sveglia si dovessero tarpare le ali. Ciononostante, il colloquio con lui le rese un'immensa gioia in grado di trascendere ogni autocritica e critica della suora, tanto che Casey giunse a realizzare che forse il suo cervello si era sovraccaricato di pensieri e problemi che in realtà non avevano ragione di esistere. Ma ricordando l'origine oscura da cui era sorta la necessità del permesso tornò ad incollarsi mogia alla sedia. E no, non si trattava della Pozione dell'Invisibilità. Non volle pensarci.
«Ok.» Annuì, curiosa di ascoltare i ragionamenti del docente.
Si dimostrò difficile ricordare il discorso senza riporlo con l'inchiostro su un blocco di appunti. Chiuse gli occhi, chinò la testa e il volto si contrasse per lo sforzo di collegare cause ed effetti tra loro, i passaggi agli ingredienti e alle loro molteplici proprietà. *La gomma adragante ha proprietà addensanti. E' vero.* Alla prima pausa della spiegazione di Sirius, contribuì con la sua. «Dunque la gomma adragante rappresenta la solidità del corpo umano tramite la densità del preparato. Ciò non toglie che al suo interno non esista il principio di droga, paragonata all'essenza eterea che anima gli esseri. Questo principio quindi necessita di una scintilla, la benedizione del Fantasma, per innescare il processo di sopravvento dell'etereo sulla materia organica.» Un passo dopo l'altro, frase dopo frase, il docente donò qualcosa in più ai ragionamenti della Grifondoro. Ma ciò che le venne chiesto dopo la mandò in totale stato confusionale.
Aprì gli occhi, fissò il professor White nei suoi e poi la porzione di scrivania sotto di sé mentre si accasciava allo schienale. Le sopracciglia si contrassero generando un'espressione preoccupata, non tanto per il raggiungimento del suo obiettivo, ma perché la soluzione del discorso le sfuggiva.
Di che pozione stava parlando il professore? Cosa prevedeva un agente esterno in grado di rendere soggettivo l'esito di qualcosa di altamente oggettivo? Un bagliore, in fondo al pozzo in cui stava cadendo, si manifestò e non mancò di stringerle il cuore.
«Sta parlando dell'Elisir d'Amore?» chiese, anche se poteva reputarsi certa. «Perché il suo profumo cambia in base ad ognuno di noi.»
Non vi aveva mai riflettuto. Dapprima si interrogò sul perché della sua negligenza, considerata la passione generale che aveva nei confronti della Pozionistica, poi si ricordò del rifiuto che provò nei confronti di quella particolare ricetta per via dello stesso profumo che scaturì dal suo preparato. Non le aveva rievocato ciò che avrebbe dovuto.
Le ci volle un attimo per scostarsi da quella memoria e per mettere in piedi una risposta adeguata. Tuttavia le parole non l'abbandonarono e impartì le sue deduzioni al docente.
«Oltre agli ingredienti normali - si intendono le erbe comuni, il sangue di Fata e le lacrime di passero - ve ne sono due molto particolari: un capello appartenente a chi fa la pozione, o molte semplicemente alla persona di cui chi la beve dovrebbe infatuarsi, e un ingrediente a piacere, variabile in base al gradimento di quest'ultima persona. Può trattarsi di una qualsiasi cosa, anche se è consigliabile utilizzare un ingrediente commestibile e che non abbia proprietà in grado di interferire con quelle degli altri ingredienti della pozione, nonostante questa sia sviluppata in modo tale da non avere antagonisti.» Fece una pausa. Distese le braccia sui braccioli della sedia per assumere una posizione più confortevole, anche se la tensione era tale che la serenità non poteva essere ritrovata da alcuna parte. «L'elemento non fisico che lei ha citato sarebbe l'amore, se non sbaglio. Eppure l'Amortentia non è in grado di suscitarne uno vero e intenso come quello che può nascere solo nel cuore di un essere umano. Evoca uno stato fittizio di ossessione e infatuazione, un'eco di questo sentimento. E si avvale di trigger per farlo. Questi sono: la verbena, pianta nota sin dai primi maghi greci come simbolo dell'estasi e donatrice dell'ispirazione poetica; il sangue di fata, una creatura vanitosa, ossessionata dal desiderio di ottenere l'attenzione di un particolare essere o uomo che entra nelle sue grazie, la damiana, potente afrodisiaco;» abbassò involontariamente gli occhi, per non incontrare quelli del professore «le lacrime di passero, noto animale simbolo di Afrodite e totem di gioia e spensieratezza.» Mancavano gli ultimi due, i più difficili da spiegare. «Sostanzialmente qui si tratta di ingannare il cervello, lasciando dissolvere il riconoscimento e le caratteristiche piacevoli secondo il soggetto dell'ingrediente "amato" in sé nella pozione per traslarlo sul capello della persona verso cui questo dovrà provare l'ossessione. E' facile far abbassare le resistenze di qualcuno, fargli perdere le inibizioni sotto stimolo quando gli si fa credere di essere all'interno della sua comfort zone. Non credo si tratti di nulla di sovrannaturale, così come non lo credo per la Benedizione del Fantasma. Molto semplicemente, i profumi sentiti dal soggetto sono il riflesso di quest'inganno subito dal suo cervello.»
Fredda come il ghiaccio nei suoi ragionamenti, non dava spazio a tutto ciò che ambiva a rimanere senza risposta. Probabilmente non era così semplice come lo disegnava lei e c'era qualcosa di più, che andava oltre le definizioni e la logica. Lo percepiva ella stessa ma non voleva ammetterlo. Lo rifiutava come se si trattasse della sfortuna più grande che potesse cadere sulle spalle dell'uomo. E anche se quelle definizioni fossero state corrette e meritevoli di elogi, quei sentimenti, quell'intangibile tocco dell'etere da parte di una creatura senziente e per metà viva, così come l'insinuarsi fra i granelli della clessidra del mondo di un Veggente che lei tanto aborriva, non erano falsi.
«Dunque, la ringrazio. Effettivamente il collegamento con l'Amortentia mi è servito per consolidare la mia ipotesi. Il cervello può essere ingannato oppure stimolato con un trigger, quale una pozione ad esempio, per mettere in pratica processi fisiologici che altrimenti esso crederebbe persino impossibili. Anche quello di un babbano potrebbe rispondervi, d'altronde siamo tutti fatti della stessa materia. E anche se loro non sono in grado di richiamare la magia a sé non vuol dire che non possano subirne gli effetti.» Prese fiato e continuò, rispondendo all'ultima domanda. «A questo punto dovrebbe essere semplice riuscire a distinguere le caratteristiche del Seocculto da quelle della Pozione dell'Invisibilità. Il Seocculto permette al mago che lo subisce di rendersi invisibile solo agli occhi di chi ha una mente, potremmo dire, meno "potente" della sua. Il contrario non avviene, e comunque richiamando l'attenzione di chi ha attorno l'incantesimo svanisce ai loro occhi. La Pozione, invece, rende invisibili a tutti e per un tot di ore, ed è di un livello magico decisamente superiore rispetto a questo incantesimo. Sappiamo benissimo, grazie alla Trasfigurazione e alle leggi della magia in generale, che un qualsiasi corpo, animato e non, è in grado di mutare. Allora verrà semplice dire che, i maghi e le streghe, sono dotati della capacità di diventare invisibili a priori, perché sono in estremo contatto con la magia sin dal primo battito del loro cuore, e se con Seocculto riescono a diventarlo in parte, con degli stimoli extra e ben più potenti possono diventarlo del tutto. Un babbano non potrà mai castarsi addosso un Seocculto da solo, probabilmente perché il suo corpo o la sua mente - o quello che è - non è in grado di risuonare come un qualsiasi catalizzatore con la magia - cosa che invece un mago è - che sostanzialmente, come viene scritto in ogni libro di teoria, permea ogni cosa, dagli atomi all'intero universo. Magari la vita stessa è magia e loro possiedono al loro interno un soffio di magia, ma non sono fatti per trasmetterla all'esterno.»
Pareva parlare più con se stessa che col docente. Casey si era persa nelle sue congetture e ragionava ad alta voce. La cosa strana, però, fu che i suoi stessi ragionamenti la portavano sempre alla stessa soluzione, quella che lei sempre rifiutava: vi era qualcosa in più, vita, magia, morte, amore che fosse. Terminò il discorso e rimase ad osservare una venatura del legno della scrivania, un po' confusa e un po' stanca, ma consapevole delle piccole ma grandi evoluzioni che quel colloquio la stava portando a fare. Le avrebbe accettate?