Don't blink, Concorso a Tema: [Dicembre 2020]

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view post Posted on 30/12/2020, 17:49
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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seven - years - agoMaroon 5 ◆ Memoriesnow my heart feel like an ember and it's lighting up the darkSq6NRiQAl8a90DDraven ◆ ShawLa pioggia batteva forte sul vetro e Draven la osservava cadere a terra e accumularsi sul terreno, affogando pian piano le ultime foglie d’autunno, come se non ci fosse nient’altro d’interessante da fare in quel momento. Con lo sguardo vacuo e una guancia indolenzita, per essere rimasto fermo con il viso poggiato sul pugno chiuso, con il gomito puntato sul banco, aveva a un certo punto iniziato anche a contare le gocce. Da quando era entrato in classe aveva assunto quella posa e non si era più mosso… Settemilaquattrocentonovantadue… settemilaquattrocentonovantaquattro, perché una era stata troppo veloce, ma l’aveva vista!
Fortunatamente, aveva iniziato a piovere poco dopo la campanella, dandogli un qualcosa da guardare e a cui pensare, mentre le maestre parlavano. Non gliene fregava niente di stare a sentirle, di nuovo; nelle settimane precedenti era stato deciso che i bambini della sua classe avrebbero fatto una gita che, causa maltempo, si era trasformata all’ultimo minuto in un ricreativo incontro genitori-insegnanti. Probabilmente stavano esponendo, in maniera esageratamente prolissa, cosa avrebbero fatto nel corso di quell’inutile giornata e, dato che non era la prima volta che facevano un incontro simile, poteva facilmente indovinare quali sarebbero state le attività che avrebbero svolto tutti insieme. Oltretutto, sulla cattedra c’era una scorta di foglie, bucce di frutta, teli, pennelli e tempera; abbastanza intuitivo.


Draven?Una mano andò a posarsi sulla sua spalla, facendolo sussultare. Perso nei propri pensieri - o meglio, nel contare le gocce di pioggia - non si era accorto della presenza di qualcuno al suo fianco. Alzando lo sguardo, incontrò quello della sua maestra che, per quanto gentile nei modi, sembrò irritata. Dalle risatine sommesse in fondo all’aula, dove tutti – genitori e studenti – si trovavano in piedi, Draven si accorse di essersi perso forse l’unica parte che avrebbe dovuto interessargli del discorso infinito delle maestre. Si alzò senza dire niente e raggiunse gli altri bambini; con la coda degli occhi, vide la maestra spostare il suo banco contro la finestra e si accorse che anche gli altri erano stati spostati ai lati dell’aula per creare spazio al centro.

Ti fa male?Draven si volse verso la vocina al suo fianco giusto in tempo per evitare che una piccola mano gli accarezzasse la guancia. Istintivamente, si portò le proprie in viso, accorgendosi che la guancia su cui era rimasto poggiato per tutto quel tempo era più calda dell’altra.

No.si limitò a rispondere, senza guardarla, riportando la propria attenzione davanti a sé, lì dove nel mentre le maestre avevano iniziato a disegnare per terra con il gesso una specie di percorso. La bambina al suo fianco, invece, rimase a guardarlo, silenziosamente. Era quello strano della classe. Quello che suscitava curiosità.
Tutti i bambini, Draven compreso, si trovavano in poll position in fondo all’aula, ognuno con i propri genitori alle spalle; un paio avevano solo la mamma, un altro aveva solo il papà, c'era chi aveva due papà e chi aveva due mamme. L’unico a non avere qualcuno alle proprie spalle era Draven.


Bambini, genitori. Per raggiungere la cattedra e prendere il materiale per realizzare un fantastico lavoro artistico dovrete saltare nei riquadri a campana. Una famiglia alla volta.esclamò una delle maestre, già pronta con il fischietto vicino alle labbra per dare il via a quella ridicola gara senza vincitori né vinti, quando la mano della bambina al fianco di Draven si alzò a chiedere la parola.

Draven può correre con noi?chiese teneramente. Le maestre si scambiarono uno sguardo e acconsentirono la richiesta prima che Draven potesse dire qualcosa. Se anche ne avesse avuto il tempo, cosa avrebbe potuto dire? Se si fosse rifiutato di partecipare sarebbe stato messo in punizione e non voleva far arrabbiare le maestre, per cui, non disse niente, nemmeno quando il papà della bambina lo prese per mano. A testa bassa, assecondò quello stupido gioco e, preso il materiale artistico, andò a sedersi per terra insieme a quella famiglia.
Con le dita impiastricciate di tempera e colla, si trovò con sua grande sorpresa a ridere dopo soli pochi minuti... Doveva essere così vivere e giocare in una vera famiglia tutti i giorni. Per stare dietro a quella fantasia, chissà quante gocce di pioggia si stava perdendo. Le avrebbe recuperate tornando a casa, quando sarebbe tornato alla sua normalità.
Sua madre aveva precedentemente avvisato la scuola di non poter presenziare alla gita e aveva acconsentito ad affidarne la responsabilità alle maestre. Per un solo bambino, la scuola aveva acconsentito senza problemi. Però, quando il giorno prima erano stati cambiati i piani, gli aveva promesso che si sarebbe presa qualche ora di permesso per poter andare a giocare con lui, come i genitori degli altri bambini. Non ci aveva sperato troppo; sua mamma non c'era mai. E, comunque, stare lì con quella bambina non era poi così male.
Dopo aver finito di colorare e sistemare le foglie sul telo, Draven ebbe l'idea di colorare le parti del telo rimaste vuote e continuarono così, forse per ore, a decorare un qualcosa che con molta probabilità sarebbe finito nella pattumiera a fine giornata. Ma non gli importava, aveva smesso di pensare a sua madre e alla pioggia, si stava solo godendo il momento.


Scusate il ritardo! La pioggia, il lavoro…Ed eccola lì, quando le speranze di Draven avevano smesso di esistere. Sua madre irruppe in classe completamente bagnata dalla testa ai piedi, ma con un sorriso in grado di illuminare anche una giornata plumbea come quella.

Signora Enrik, ben arrivata. Stavamo giusto esponendo i teli realizzati dai bambini.disse una delle maestre, mentre la mano dell'amichetta di Draven scattava di nuovo in aria, stavolta per attirare l’attenzione.

Draven lo ha fatto insieme a me!urlò entusiasta, ricevendo in risposta un sacco di sorrisi calorosi da parte dei presenti. Draven abbassò lo sguardo, in imbarazzo, ma sulle guance gli si formarono le fossette, causate da un sorriso soddisfatto che invano stava cercando di nascondere.

Oooh, ma sei un tesoro! Grazie per avergli tenuto compagnia.le rispose la donna, avvicinandosi alla bambina per accarezzarle i capelli in un gesto affettuoso. Salutati e ringraziati i suoi genitori con una stretta di mano, andò poi ad affiancarsi a Draven.

La tua fidanzatina mi piace. È simpatica.gli disse sua madre, accucciandosi vicino a lui per abbracciarlo. Avrebbe voluto risponderle che non ricordava nemmeno come si chiamasse, quella bambina, così come non ricordava il nome di nessuno dei suoi compagni di scuola, nonostante ormai fossero in seconda elementare, perché se ne stava quasi sempre per conto suo e non giocava mai con loro. Ma non voleva spegnerle il sorriso. Nonostante tutto, si era divertito.
Aveva appena smesso di piovere e non se n'era nemmeno accorto.

/-/
Draven si girò nel letto, ancora a occhi chiusi, con la faccia affondata nel cuscino. Una volta aperti gli occhi, ne era sicuro, avrebbe dimenticato il sogno di quel ricordo e la sensazione di spensieratezza, di un'età in cui sapeva ancora godere delle piccole cose. Chissà com’era andata, poi, il resto di quella giornata… Probabilmente, bene, ma per quanto nel dormiveglia si sforzò di ricordare, non ci riuscì. Forse, è questo quello che succede quando ti convinci che intorno a te sia tutto buio: i ricordi tendono a sbiadire nel tempo, anche quelli belli, e le emozioni imparano a svanire in un battito di ciglia.
codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT



Edited by Draven. - 28/12/2022, 17:16
 
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