| Martian |
| | | Thomas Korax Emerald ☽ A flower bloomed in a dark room ☾ | |
Vedere la reazione di Romeo, fu per Thomas una vera sorpresa. Non che si aspettasse ira da parte dell'amico, ma di certo fu strano per lui vedere Romeo Murphy, per la prima volta, disposto ad ascoltare e farsi ascoltare. Furono molti i tentativi da parte del mago, di farsi comprendere dall'altro. Colui che aveva di fronte era sempre stato, per Thomas, una delle sfide più grandi che avesse affrontato. E non solo per via del fatto che, l'animo dell'altro Serpeverde fosse stato difficile da decifrare, ma soprattutto perché, in quel caso, era Thomas a non essere stato compreso. Per la prima volta, nei suoi trent'anni, farsi capire era ciò che gli premeva di più. Probabilmente in un'altra situazione avrebbe voltato le spalle e fatto dietrofront, perché il lettore si era sempre considerato lui, e gli altri, i suoi libri da leggere e interpretare. Altre - pochissime - volte, lasciò semplicemente che qualcun altro sfogliasse le pagine della sua storia, in modo del tutto naturale. Solo con Romeo Murphy, farsi capire divenne quasi una sorta di imposizione. E ora che finalmente, il messaggio era stato recepito forte e chiaro, anche se con dei toni un po' rudi, Thomas sentì sparire anni di dubbi e domande retoriche, in un secondo. Come una fiamma che viene spenta e trova la pace, libera di dissolversi nell'aria, passando da fuoco a fumo.
CITAZIONE Non sono decisamente, affari tuoi, questi Rise nel sentire quella frase, non si aspettava niente di meglio da parte dell'amico. Lo lasciò parlare, osservando la sua espressione distrutta ma, finalmente, consapevole. Per quanto il modo di agire di Thomas fosse stato deciso e, a tratti, sgarbato, riteneva che quello fosse l'unico modo per far breccia nell'animo dell'altro. Aveva sempre stimato Romeo, lo aveva sempre reputato un uomo dalla grande intelligenza e sensibilità introspettiva, ma sapeva anche che, l'unico metodo efficace per non farlo annegare in se stesso, fosse prenderlo dalle spalle e scuoterlo come una campana. Ed era la parte che Thomas preferiva della loro amicizia. Anche ai tempi della scuola fu così. Si prese tante di quelle sberle, per questo.
CITAZIONE È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre. "Parli di me o della gelosia?" chiese poi ridendo. Mentre intrecciava le mani, sul tavolo, tirandosi indietro con la schiena. Non avrebbe posto altre domande, non avrebbe detto nient'altro, lo avrebbe lasciato parlare e sfogare, come fa un vero amico, poiché in verità, Romeo non era con Thomas che stava parlando. Stava parlando a se stesso.
CITAZIONE Sì, sono stato geloso. Quello che avete voi, non è una cosa che si trova facilmente, ho avuto i miei dubbi. Ma non è stata l'unica motivazione che mi ha portato ad allontanarmi.. Ai tempi mi era sembrata la soluzione migliore.. A quelle affermazioni Thomas non rispose. Continuò a rimanere in silenzio, fino a che poi l'altro non gli rivolse una domanda che parve essere "quel" ponte levatoio che gli avrebbe permesso di entrare nella fortezza del suo animo. Quel ponte davanti al quale aveva atteso per anni. E proprio nell'istante in cui quella domanda gli venne posta, che lui si rese conto, di aver avuto sempre la risposta davanti agli occhi
CITAZIONE Cosa vuoi sapere? Si tirò in avanti con la schiena, intrecciando le braccia con le quali si fece da perno sul bordo del tavolo. Scosse un po' la testa, perdendo il suo sguardo nel vuoto. Alla fine poi, sorrise e ricondusse lo sguardo sul volto dell'amico "Romeo.. io non voglio sapere nulla. Se siamo qui, adesso, tu ed io, è perché dei due, quello che vuole sapere, sei tu. E no, non parlo di "sapere cosa ci fosse tra Thomas e Francis" o "Sapere perché al suo fianco c'è rimasto Thomas", no. Vuoi sapere cosa ti ha spinto fin qui, oggi, dopo quindici anni, seduto in un locale, con me di fronte. E vuoi anche sapere perché proprio di fronte a te, ci sia seduto io, e non qualcun altro. Quella domanda l'hai posta a te stesso, non a me. E poniamo il caso che la questione della gelosia fosse stata solo un condimento di tutto questo delizioso minestrone.." ribatté sorridendo, prendendo il boccale tra le mani, terminando quindi di bere la burrobirra. "Cosa voglio sapere, mi chiedi?" continuò, passandosi il dorso della mano sulle labbra umide. "Voglio sapere perché hai chiamato me, quando avresti dovuto chiamare Francis." Thomas non voleva realmente saperlo. Quella fu l'ennesima mossa da parte del mago, di far rendere conto Romeo che quell'incontro non era stato altro che un confronto con uno specchio. Che Thomas non avrebbe potuto realmente dargli le risposte che lui desiderava. Romeo era l'unico, in quella stanza, che avrebbe potuto rispondere alle sue stesse domande.
| | |
| |
|