| so let it rain, let it pour, let it come down on me Quando era immersa nelle pagine di un libro Jane si estraniava completamente dal mondo che la circondava: già dai tempi in cui era una studentessa ad Hogwarts non era insolito che saltasse i pasti in Sala Grande perché non si accorgeva dell’ora mentre leggeva, e più di una volta Isabel nei mesi di convivenza a Londra l’aveva presa in giro per questa sua completa assenza di contatto con il mondo esterno, affermando con una lieve nota di scherno che probabilmente nemmeno un Bombarda castato sotto il suo naso sarebbe riuscita a staccarla delle parole stampate su carta. Ma la giovane non poteva farci niente, era come se questa abitudine si fosse insinuata sotto la sua pelle e avesse preso posto dentro di lei. Ogni volta che apriva un libro nonostante la stanchezza, nonostante la situazione, era come se una bolla leggera prendesse forma e la avviluppasse al suo interno, offrendole un rifugio sicuro e calmo: non c’era nulla di più tranquillizzante per l’ex corvonero di prendere un libro in mano e isolarsi dal resto del mondo per qualche ora.
Più di una volta però questa suo vizio aveva comportato qualche gaffe in pubblico e sembrava che quel giorno ne avrebbe aggiunto un’altra alla sua ampia collezione: era nel mezzo di un monologo memorabile del personaggio principale del romanzo che stava leggendo, talmente concentrata e coinvolta da essersi quasi dimenticata il peso del turno di notte sulle sue spalle, quando la voce di un uomo la riportò alla realtà.
« Oh… ciao. Non ricordavo di stare aspettando qualcuno. »
Alzò lo sguardo, lievemente confusa, e ci mise qualche secondo a mettere a fuoco la situazione nei minimi dettagli, arrossendo piano piano mentre si accorgeva che si era seduta ad un tavolo già occupato da un altro cliente. Spaventata, si chiese come avesse fatto a non accorgersene prima, le scuse già pronte ad affiorare dalle sue labbra nonostante la leggera risata accennata dall’uomo. Ma quando quest’ultimo le posò davanti agli occhi un foglio di carta, e abbassando lo sguardo si riconobbe nei tratti precisi e delicati, il rosa scuro che aveva colorato la cute pallida del suo volto virò bruscamente al rosso ciliegia, rendendole difficile persino parlare. Osservò i propri lineamenti riprodotti con precisione e abilità dal mago, affascinata nonostante l’imbarazzo che le teneva lo sguardo ancorato sul tavolo: era la prima volta che qualcuno la ritraeva e cercò di sforzarsi di dire qualcosa, qualsiasi cosa pur di non apparire completamente sbadata agli occhi del mago.
« Oh… è bellissimo! » la voce era bassa, un po’ debole, fece quindi un respiro profondo per cercare di prendere un po’ di coraggio, alzando finalmente lo sguardo per guardare in volto l’uomo, « Mi dispiace per il posto, non me ne ero accorta. »
Sorrise, cercando di non arrossire ancora di più vedendo che l’uomo la stava osservando con attenzione, ma ci vollero pochi attimi per scoprirne il motivo: l’evento al Serraglio Stregato! Voleva ammettere di essersi scordata quella giornata, ma era stata un turbinio di emozioni - tra l’euforia di Isabel, la presentazione del libro delle sorelle Harvey, l’acquisto di Persefone ormai compagna inseparabile delle serate a leggere sul divano - e sicuramente la prova dell’amore che aveva coinvolto proprio il mago seduto di fronte a lei era rimasta ben impressa nella sua mente. L’iniziativa per San Valentino di Madama Piediburro sicuramente era stata una vera e propria sfida per una persona timida come lei e l’aveva spinta a provare ad uscire dalla sua comfort zone: una su tutte la prova che prevedeva di abbracciare uno sconosciuto, e fatalità quella persona ora sedeva proprio davanti a lei. Cercò di non arrossire ancora di più, come se fosse possibile andare oltre il rosso ciliegia, all’idea di quello che il mago potesse aver pensato di lei, ma del resto non era lui stesso che stava reggendo un cartello con scritto “Free Hugs” all’evento?
« Ah, sì! L’inaugurazione al Serraglio. Eri vicino Francis, vero? » si ricordò improvvisamente dell’altro mago in sua compagnia, « Sono Jane Read, il piacere è mio. »
Le presentazioni vennero interrotte dall’arrivo di una delle dipendenti del locale, una ragazza giovane che sicuramente stava ancora studiando ad Hogwarts: Jane sperò che non si fosse accorta della sua precedente lotta con la sedia all’ingresso, e ascoltò con attenzione le varie alternative che stava proponendo con precisione anche se sapeva già di cosa avesse bisogno in quell’istante.
« Ciao! Io ordinerei un caffè, magari doppio se possibile. » la gaffe di poco prima era sicuramente il risultato anche del sonno, e voleva evitare di fare ulteriori danni, « Poi prenderei un muffin al caffè, » perché il caffè non era mai abbastanza, « …e a questo punto direi di provare anche una fetta di torta della fortuna. Anzi, facciamo due, una per me e una per Thomas. » sorrise al mago seduto di fronte a lei, « Per farmi perdonare per l’intrusione! »
jane read - 18 anni - medimago - outfit Jane ordina un caffè triplo doppio, un muffin al caffè, e due fette di Torta della Fortuna, una per sé e una per Thomas. Considera pure anche 2 Galeoni di mancia, grazie
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