The risk I took was calculated, but man, am I bad at math, Cosa bolle in pentola? Pt II

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view post Posted on 28/7/2021, 20:53
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Il Fato

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Che lingua lunga aveva quella Casey Bell. Se Boris avesse saputo tutta la verità, forse, sarebbe stato in grado di riderci su perché… quando mai una sedicenne sarebbe stata capace di prendere lui, Boris, per il naso? Sarebbe stata una situazione divertente, senza dubbio. Dello stesso avviso non erano i gemelli: Igor aveva stretto il pugno libero, Ivan era rimasto letteralmente senza parole, il suo bel grugno a indicare quanto poco avesse in simpatia lo sguattero della Scuola di Magia.
«Te lo ricordi, Igor? A scuola era un perfetto idiota.» commentò alla fine uno dei gemelli «Si è fatto perfino espellere!» e subito una risata, mista ad un singhiozzo non propriamente virile in quella situazione, smorzarono i toni altrimenti offensivi. Sensk, almeno, aveva detto il vero: i gemelli non lo sopportavano e, a quanto sembrava, avevano frequentato la scuola insieme a lui. Che fossero anni, dunque, che la vendetta ribolliva nel calderone aspettando di essere servita fredda? Era il caso che la Bell ci pensasse seriamente. Non doveva dimenticare il patto stretto col tuttofare: senza l’utilizzo del nuovo Distillato non avrebbe avuto la ricetta e se anche quei tre zoticoni le avessero fornito la Pentola di Perkin.. beh. Con quella ci avrebbe potuto fare ben poco.
«Adesso basta.» Boris ristabilì in fretta l’ordine, somministrando poca, ma sufficiente autorità nel comodo formato di due occhietti iniettati di sangue. «Artemis ha le sue beghe con Ama. Ma di questo non mi interessa.» proseguì l’omone, rilassando le spalle e portando le mani a stringersi dietro l’ampia schiena. Sembrava così innocente nel suo riflettere che, quasi, Casey avrebbe potuto credere di avercela fatta.
«Vuoi la Pentola e sì… ne abbiamo una. O due. Non ricordo bene.» a quel punto Ivan ridacchiò, nascondendo il sorriso con la mano tozza «Ma tu? Che cosa mi darai in cambio? Sinister fa delle considerazioni interessanti immaginando che noi, poveri onesti lavoratori, possiamo smerciare qualcosa di così leggendario e prezioso.»
Ora Casey aveva due problemi: ottenere la Pentola di Perkin barattando qualcosa e offrire un calice avvelenato al “povero” Igor. Inoltre, Boris non era uomo a cui far perdere tempo. Che cosa avrebbe fatto adesso?
 
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view post Posted on 8/8/2021, 10:14
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«THE RISK I TOOK WAS CALCULATED, BUT MAN, AM I BAD AT MATH»Arrivare fino a quel punto poteva voler dire che Casey aveva le idee piuttosto chiare, oppure che era una totale idiota. Il piano stilato, nonostante si adattasse di continuo alle nuove situazione che lei trovava, non era sicuramente stato sperimentato e confutato prima di allora. Sarebbe potuto risultare stupido alla fine della corsa, oppure essere annullato da un unico passo falso. Ma si trattava pur sempre del piano di una sedicenne, frutto di poca esperienza e di insicurezze.
Casey comunque possedeva delle certezze, e queste stavano tutte nella scienza. Il rigore della matematica, la certezza della chimica e della fisica, la potenza della Pozionistica... erano le sue armi, oltre alla finta faccia tosta e alla bugia. Le veniva da ridere riflettendo sul fatto che aveva rimproverano Ama di esser menzognero, quando ora era lei a spennellare menzogne a destra e a manca. La sola differenza che li allontanava di chilometri era che lei lo faceva per un bene superiore, lui per semplice scherno e vendetta. "Conoscere per sapere sempre qual è la miglior cosa da fare" era una massima che poteva rivelare proprio la bugia la soluzione più adatta a un problema. E per quanto ella preferisse il vero e la schiettezza, era consapevole che in certi casi offuscare la verità poteva esser fonte di salvezza o di conoscenza stessa - come nel patteggiamento per la Pentola di Perkin.
«Il signor Sinister non c'entra molto in questa situazione, capo. E' mio mentore, consigliere e protettore. Mi ha considerata abbastanza sveglia e formata per poter farmi strada da sola nel mercato. Di fatto non sono giunta qui a mani vuote.»
Sorrise. Mostrò un sorriso limpido, che voleva mostrare la concreta felicità del mercante dalle mani sporche di fronte a uno scambio. L'adrenalina della contrattazione.
«Ho sostanzialmente due offerte. La prima riguarda la mia sponsorizzazione del vostro mercato da Sinister. Possiamo metterci d'accordo. Certo, ciò conterebbe stare per sempre all'ombra di quello che in effetti è il Magnate con la "M" maiuscola del mercato nero... Avreste molte sicurezze ma poche opportunità di far carriera... forse solo all'interno della sua cerchia...» Si soffermò per qualche attimo sul pavimento stringendo le labbra, per poi tornare a guardare Boris. «Oppure... posso rivelarvi il segreto del suo successo. Che guarda caso sta tutto in una semplice pozione. Non si tratta di altro se non di... Persuasione liquida.»
Di cosa si poteva trattare se non della famosa Pozione dell'Illusione? Dopo che Sensk le aveva dato la sua versione rinforzata, Casey non aveva fatto altro che riflettere su cosa potesse realmente contenere. Non poteva cercare e studiare quel che non era riuscita a riconoscere sul banco da lavoro dell'inserviente, ma fra i pochi ingredienti aggiuntivi aveva visto dei baccelli. Più ingredienti, fra cui soprattutto delle leguminose, rendevano la versione della Pozione dell'Illusione di Ama decisamente più densa e pesante: più amido significava una maggiore sedimentazione sul fondo. Ciò voleva dire che se avesse versato la pozione rinforzata per prima in un bicchiere sovrastandola con l'altra, magari fingendo che fosse succo di un fiore o un frutto sconosciuto, senza rimescolare o rimescolando e aspettando un po', la vittima avrebbe sorseggiato solo un normale fluido di Persuasione senza cadere in un sonno tormentato. In effetti, in una compravendita, quella pozione poteva essere un ottimo stratagemma per lanciarsi verso la vittoria. E se Igor avesse voluto berne un altro po', be'... probabilmente lei sarebbe già stata abbastanza lontana da quel bunker, e nella situazione più rosea con la Pentola di Perkin nello zaino.
Puntava sull'avarizia e sull'orgoglio di ogni normale criminale. Nessuno avrebbe tanto desiderato di stare sotto quell'avaro di Sinister, in grado di donare dal ricavato giornaliero solo una percentuale non decimale ai suoi sottoposti.
«Ma prima di farvi avere la ricetta e un campione vorrei vedere la merce, se non le dispiace, com'è consono che sia.»

CONOSCENZE• I classe
• II classe (completa)
• III classe + proibiti
IV classe: Circumflamma, Colossum, Mucum ad Nauseam
V classe: Stupeficium

INCANTESIMI CHIARI
I classe: Ludibrium Speculo, Stupeficium

POZIONI
• Semplici
• Medie + P. Illusione
• Difficili

VOCAZIONI & ABILITA'
• Divinatrice (base)
INVENTARIOBacchetta (Legno di Nocciolo, piuma di civetta bianca, due gocce di sangue di Mooncalf, dieci pollici, flessibile) con Pietra Nera Sconosciuta che amplifica la potenza.
Orecchie Oblunghe: strumento utile per ascoltare conversazioni a distanza. Vere e proprie estensioni di un orecchio, possiedono un lungo filo che può essere comodamente inserito nell'orecchio, permettendo cosi di far udire ogni cosa come se si fosse presenti nel posto dove viene piazzato l'altro capo dell'oggetto. Collocabili anche sotto le porte.
Ciondolo a forma di ape regalatole da Gwen (X)
Anello dei Gemelli (Camillo Breendbergh): due anelli che se portati da due persone particolarmente legate tra loro (amici, fratelli, fidanzati) permettono loro di comunicare anche se non sono vicini, su vasta distanza.
Coda della Kitsune: Si tratta di una pelliccetta, applicabile al mantello o più semplicemente all'abbigliamento scelto; uno dei poteri della Kitsune è quello di creare illusioni e irretire la mente, pertanto questo capo riesce a rafforzare l'esito di incanti illusori e confondenti. Utilizzabile una volta per quest.
TRACOLLA:
Pozione dell'Illusione rinforzata: data da Sensk Ama
Pozione dell'Illusione normale: realizzata da lei dentro il porta pozione dell'Advent Calendar per distinguerla da quella di Ama.
Nanosticca, Gigansticca, Aerosticca.
Contenitore multiuso dell'Advent Calendar
PS: 236 • PC: 197 • PM: 232 • PE: 19,5 • PP: 550































I baccelli a cui faccio riferimento sono in questo masteraggio: X.
 
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view post Posted on 24/8/2021, 13:48
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Se Ivan aveva avuto il fegato e la faccia tosta di intessere la base del successivo accordo, a cui Casey non aveva prontamente rinunciato, ben presto lo sguardo arcigno e minaccioso di Boris lo rimise al suo posto in un baleno. Non si scavalcava il suo ruolo e la sua stazza, ora in pericoloso avvicinamento rispetto ai gemelli, faceva presagire un’ira celata quel tanto che Ivan e Igor avessero capito l’antifona. A metà strada tra i subordinati e la sedicenne, Boris rimase in silenzio qualche istante, riflettendo sulla proposta della ragazzina. Artemis gli aveva accennato brevemente della primissima proposta fatta, all’interno del bel negozio, circa una certa abilità divinatoria. Non era un uomo stupido, ma sapeva che di tanto in tanto, in quella vita frenetica e al limite della legalità, si potevano incontrare in rare occasioni maghi e streghe dotati di speciali particolarità. La donna non le aveva creduto, ma questo non significava che anche Boris ne condividesse le opinioni. Dopotutto, comandava lui.
«Abbiamo già il nostro pezzo di mercato e Sinister sa che non si mescolano mai affari ed amicizie.» disse alla fine, un lieve sorriso sghembo appena accennato sul volto florido e, ora, accaldato «Tuttavia, mi interessa molto quanto hai da dire su quella pozione. La persuasione è un’arma a doppio taglio, sai? Se non la si usa come si deve si rischia di farsi molto molto male. In fondo, non sappiamo che cosa può succedere in futuro.»
Il suo tono mellifluo era a dir poco fastidioso, persino per le orecchie dei gemelli, abituati a quel genere di incontri e conversazioni annesse. Tuttavia, era evidente che quella pozione interessasse Boris e che il loro capo avesse già in mente qualcosa circa l’uso che avrebbe desiderato farne. Se, come diceva la ragazzina, si trattava di persuasione pura, avevano trovato la chiave di volta per il successo. Nessuna rissa con ricettatori di merce contraffatta, illegale o fasulla. Ogni transazione liscia come olio. Un sogno per molti… quasi un'utopia.
«Ti fidi di lei, capo?» mormorò Igor, gettandole uno sguardo preoccupato «E’ solo una ragazzina. Come sai che non ti fregherà?»
Boris non le staccava gli occhi di dosso, come se volesse tenerla d’occhio per tutto il tempo. Igor aveva ragione, pensava, ma - come già ribadito - lui sapeva che cosa stava facendo.
«Oh, ma io non mi fido affatto.» ribatté ironico «Ivan, prendi la Pentola. Igor, tu farai da cavia.»
Sembrava troppo bello per essere vero e, infatti, c’era un problema: non sarebbe stato meglio servire ad entrambi i gemelli parte della Pozione dell’Illusione affinché il collegamento con Ama fosse del tutto preservato? E per uscire da quel magazzino, una specie di reticolo di corridoi stretti con muri di casse di legno chiuse e traballanti sulle loro teste, non sarebbe stato opportuno dare il benservito anche a Boris? Tre teste fuori gioco erano meglio di una. Intanto, Ivan si era dileguato dietro l’ennesima catasta di grandi contenitori e, dopo qualche minuto, si udirono ad una certa distanza - circa cinque metri alle spalle di Boris - il tramestio di oggetti spostati e del pentolame caduto sul pavimento. Se Igor aveva iniziato a dar segni d’irrequietezza per essere stato investito del ruolo di topo da laboratorio, Boris pregustava già il seguito della conversazione.
I minuti correvano e, infine, la Pentola in tutto il suo splendore apparve tra le braccia di Ivan. Ora, Casey doveva pensare… e in fretta.
 
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view post Posted on 2/9/2021, 09:45
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«THE RISK I TOOK WAS CALCULATED, BUT MAN, AM I BAD AT MATH»La Pentola di Perkin comparve in tutto il suo splendore fra le braccia d Ivan. Composta da un materiale che non credeva utilizzabile per un calderone, il vetro, scintillò sotto la flebile luce che illuminava il bunker. Sembrava una specie di terrina con tanto di coperchio, e dentro qualcosa di un'altra sostanza era sospeso come un filtro. Possibile fosse ceramica? Ama gliel'aveva raccontata giusta?
Si lasciò simili domande alle spalle, pronta a porsele una volta uscita da lì - con la pentola in saccoccia, s'intende - perché ora urgeva che la sua nevrotica abilità di generare piani per tutto si rivolgesse al test da somministrare ad Igor. Poteva andare male, e la Pozione di Sensk rivelarsi più dannosa di quanto era stato pattuito. E se così fosse stato, avrebbe avuto innumerevoli gatte da pelare, come le bacchette degli altri due puntate al collo. L'ultima battuta di Boris glielo chiarì: non si fidava affatto. Quel fare sornione, inoltre, la portò persino a pensare che l'uomo intendesse appropriarsi della sua pozione senza darle nulla in cambio. D'altronde loro erano in tre, grossi, uomini, di cui due sull'orlo dell'ubriacatura, mentre lei era una ragazzina ancora minorenne secca e ingenua. Poteva esservi occasione più succulenta per loro?
*La tua bacchetta è nella tasca* pensò. L'avrebbe estratta al primo malaugurato segno, sempre se loro non fossero stati più veloci, ma ne dubitava. Due erano storditi dall'alcol, l'altro era un fascio di grasso.
«Bene, siamo pronti allora!» esclamò. Andò verso il tavolo da ping pong, dove vi erano posizionati dei bicchieri. Ne prese due vuoti e li dispose da un capo e da un altro del banco da contrattazione improvvisato.
«Igor sarà il nostro compratore a quanto pare» disse. Il suo sguardo subito dopo si posò su Ivan. Doveva fargli posare la Pentola, tenerlo lontano da essa. «Direi che per rendervi tutto più chiaro sul suo utilizzo potrebbe essere lui il venditore della nostra messa in scena.» Successivamente si tolse lo zaino per ravanarvi dentro in cerca della pozione rinforzata e della sua versione originale. Quest'ultima era contenuta in un porta pozione scuro che ne rendeva irriconoscibile il contenuto. Poteva essere scambiato per una fiaschetta da superalcolico o per un semplice termos.
«Questa» disse alzando la boccetta di Ama «è la nostra Persuasione Liquida. Questa» alzò la fiaschetta «è semplice succo di fragola. Mi raccomando, non mischiate all'alcol la pozione, né ad eccitanti come tè o caffè. Potrebbe variarne gli effetti. Capito?» Guardò i due come se non fossero in grado di reperire il messaggio. «Ottimo.»
Si mise a fare le miscelazioni spiegando passo dopo passo ciò che avrebbero dovuto fare. «Metterei un terzo di Persusione nel bicchiere» disse versando il fluido di Ama nel bicchiere di Igor. «Poi aggiungere il succo finché non si riempie il bicchiere. Non c'è bisogno di mescolare.» Fece altrettanto con la pozione originale, il cui colorito roseo si confondeva alla perfezione con quello del succo di fragola. Poi si voltò verso Ivan per versargliene il resto. «Non mi è rimasto molto succo, quindi direi che potresti allungarlo con un po' di birra, se ti va di sperimentare sapori inusuali.»
Così entrambi i galoppini di Boris sarebbero stati messi fuori gioco. Il primo si beccava una bella dose di rincorbellimento, il secondo magari fra qualche minuto, dopoaver avviato la contrattazione. La birra non possedeva chissà quale gradazione, era vero, ma proprio come aveva detto poco prima, l'alcol poteva influire eccome su pozioni stordenti come quella. Il colloquio con White le diede parecchi spunti in proposito. L'assenzio veniva rinforzato, dando qualche possibilità in più ad una dose di pozione ridotta.
Le bastava che quei due fossero abbastanza stupidi e brilli da crederle. Di Boris aveva qualche dubbio in merito, anche se eventuali comportamenti assurdi dei due gli sarebbero potuti sembrare semplicemente il risultato della sostanziosa bevuta che si erano fatti prima.
«Fantastico. Adesso, Ivan, accogli il tuo cliente e fagli bere il suo drink. Dopo di che dovrai... tentare di vendergli quella pallina da ping pong ad un prezzo per nulla basso. Qualsiasi scemenza dirai lui ci crederà. Ora, un passo indietro, capo» si rivolse a Boris. «Lasciamo loro la scena.»


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Ogni azione è da riteersi ovvimente ipotetica. Ne ho fatte un po', scelte del Master permettendo, semplicemente per illustrare il discorso di Casey.
 
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view post Posted on 24/9/2021, 13:58
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Ogni grande piano richiede estrema cura e pianificazione e, la nostra Casey, non aveva avuto molto tempo per decidere il da farsi. Erano trascorse meno di dodici ore da che Sensk Ama le aveva fornito la Pozione dell’Illusione e una notte di mezzo le aveva impedito di ragionare con saggezza su quanto sarebbe stato necessario compiere.
Ora che si trovava nel magazzino, invece, doveva pensare in fretta e sfruttare ogni elemento utile al raggiungimento dell’ambizioso obiettivo: la Pentola di Perkin.
Proprio mentre ci pensava, ecco che Ivan ricompariva con in braccio l’oggetto del suo desiderio: trasparente, ma non per questo meno misteriosa, la Pentola aveva riacceso lo sguardo della Bell e le sue meningi avevano cominciato a lavorare frenetiche; non aveva molto a disposizione, fatta eccezione per due gemelli - l’obiettivo della sortita di Ama -, un boss pieno di se stesso da fare spavento e una serie infinita di casse di legno impilate tra loro. Nel caso di una fuga, forse, avrebbero fatto al caso suo.
C’era poi il tavolo da ping pong, gioco e sport babbano che aveva fatto breccia nelle menti semplici dei gemelli; a ben guardare avevano imbastito una partita sulla base del gioco originale, impreziosendolo con un’altra prova goliardica: il birra-pong. Per assurdo, quei due avevano fantasia e spirito d’iniziativa. Dei dieci bicchieri, sette impilati gli uni sugli altri, tre erano colmi di liquido brunastro. Di certo una birra scadente che nulla aveva a che vedere con le eccellenze presenti sul mercato. Tuttavia, questo non aveva in alcun modo impedito a Casey di imbastire il suo spettacolo: preso un bicchiere vuoto dalla pila, ne versò all’interno il contenuto della Pozione dell’Illusione e, subito dopo, il succo di fragola. Ivan squadrò diffidente le manovre della ragazza, ma un’occhiata decisa di Boris gli tolse ogni dubbio. La manona del giovanotto prese quanto Casey gli porgeva, ma attese il gemello prima di ingollare la dose di pozione.
«Meno male che posso usare la birra.» commentò l’altro, ridacchiando tra sé, ignorando il probabile saporaccio che ben presto avrebbe intaccato le sue papille gustative. Intanto, Boris se ne stava quieto e ritto in piedi, proprio davanti alla Pentola di Perkin: non era uno sprovveduto e non intendeva assolutamente farsi scappare la ragazzina col malloppo.
«Muovetevi, non abbiamo tutto il giorno! Forza!» tuonò indispettito.
Ivan e Igor si scambiarono un’occhiata complice, come a volersi far coraggio nella sventura capitata loro: in fondo, in quel momento non erano solo gemelli, erano anche cavie da laboratorio sotto lo sguardo imperioso di Boris - che avrebbe potuto farli a pezzetti - e quello spavaldo di una ragazzina.
Contarono mentalmente fino a tre e, in sincrono perfetto, mandarono giù il beverone: il primo si leccò perfino i baffi, assaporando il gusto di fragola mescolato a qualcosa di più aspro e indefinito; il secondo, schifato, si coprì la bocca con la mano per reprimere qualsiasi altra reazione. Evidentemente, la birra non era adatta a certi miscugli.
«Dammi qua!» sbottò Igor, afferrando la pallina da ping pong «Che cosa dovrebbe succedere? Dovrei sentirmi diverso?» chiese poi, guardando la ragazzina. Ivan stava ancora scendendo a patti col saporaccio sulla lingua, ma prima ancora che Casey potesse replicare verbalmente, Boris intervenne.
«Igor, fai come ha detto. Senza storie.» e tornò ad incrociare le braccia al petto «Ivan, piantala di fare quella faccia. Avrai dell’acqua quando avremo finito.»
Igor sollevò la pallina davanti agli occhi strabuzzati, mentre il fratello per converso gli si avvicinava inebetito. Entrambi - chi per la maggior dose di pozione, chi per l’effetto leggermente alcolico della birra - avevano iniziato a percepire il primo torpore alle estremità di mani e piedi, ma non volevano dimostrarsi deboli di fronte a Boris. Temevano le reazioni avverse della pozione, ormai in circolo da qualche minuto, e non sarebbero riusciti a distinguere ancora a lungo i lineamenti di quanto li circondava.
«Igor, questo è un affarone...» cominciò a dire Ivan, reprimendo una risatina. Ivan non poteva saperlo, ma il fratello aveva già cominciato a vederlo come attraverso una lente al contrario e i tratti del volto ne fossero deformati. Evidentemente, non volle farci caso, perché continuò a gesticolare in modo teatrale, esaltando le doti di una comune pallina da ping pong come se si fosse trattato di un Boccino d’Oro.
«E’ eccezionale, tu non hai idea della velocità e della leggerezza! E’ così bello, lucente...»
Igor, per converso, aveva iniziato a credere che il fratello si fosse rimbecillito del tutto: la pallina era pur sempre una pallina e niente e nessuno avrebbe potuto convincerlo del contrario. Per altro, cominciava a sentire uno sfarfallio sulla faccia, un fremito come un formicolio insistente e nervoso; si schiaffeggiava per farselo sparire, come se attraverso quel gesto avesse potuto riattivare la circolazione sanguigna sulla parte colpita. A vederli, erano semplicemente due stupidi che si guardavano a venti centimetri di distanza, con una pallina da ping pong e due espressioni inebetite.
«Dai, su, prendi!» fece allora Igor, passando la palla - letteralmente - al fratello, che la mancò per evidenti difficoltà nella valutazione della distanza e della coordinazione occhio-mano. Era un effetto della Pozione dell’Illusione o soltanto goffaggine innata?
I due cozzarono le teste tra loro nel tentativo di riacciuffare il presunto boccino e il dolore fisico della botta non fece altro che acuire altre sensazioni. Boris stralunò gli occhi, chiedendosi come potesse affidare certe mansioni a due idioti di quel calibro; non si era reso conto, però, che i gemelli si guardavano atterriti, come se non si riconoscessero. Il volto di Ivan aveva assunto agli occhi di Igor le fattezze di un polipo, con tanto di tentacoli e ventose su tutta la faccia. Igor, al contrario, pareva coperto di pustole e vesciche su ogni centimetro di pelle esposta. Non solo: Ivan credeva che il fratello stesse andando a fuoco e cominciò così a prenderlo a schiaffi, dimentico del presunto boccino e delle proprietà della Pozione ingerita. Cominciò così una parentesi frenetica, durante la quale Ivan cercava di spegnere un incendio con origine la testa del fratello e Igor, spaventato a morte dalla sua peggiore paura - polipi, meduse e animali della stessa specie -, aveva iniziato a strillare come una donnetta e a fuggire intorno al tavolo. Entrambi strillavano frasi senza senso su “fuoco”, “bestiacce” e “mostri marini”, oltre ad una serie di sinonimi per le escrescenze, presunte, sul volto di Igor. Boris cambiò espressione e qualcosa di simile alla preoccupazione gli offuscò il volto florido. Guardò Casey, e i gemelli subito dopo, e di nuovo la ragazzina.
Stava cominciando a fare due più due.
Se fosse o meno l’intento di Ama quello descritto, non lo sapremo mai: la cosa certa è che Igor e Ivan sono fuorigioco a causa delle loro paure - che Casey può vagamente intuire dal dettaglio in calce al post, prima che Boris inizi a unire i puntini.
Le posizioni sono chiare: Casey è ancora dove l’hai lasciata, mentre Boris è rimasto nei pressi della sua poltrona, in piedi, pronto ad ostacolarti qualora cercassi di prendere la Pentola. Ivan e Igor, invece, si rincorrono - uno per aiutare, l’altro per fuggire - intorno al tavolo da ping pong.
Devi scegliere in fretta come procedere, perché Boris sembra aver capito il tuo gioco.
Per dubbi o precisazioni, sai dove trovarmi.


Edited by MasterHogwarts - 8/10/2021, 14:00
 
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«THE RISK I TOOK WAS CALCULATED, BUT MAN, AM I BAD AT MATH»Ormai l'ansia e il panico erano lo sfondo su cui la mattinata prendeva forma come una comica di ombre cinesi. Gli spettatori si sarebbero sbellicati dalle risate di fronte al duo grottesco di ubriaconi e alle plateali prese per i fondelli di Casey sotto il cipiglio burbero del capo. Dentro, però, non si percepiva tutta questa comicità, sebbene la ragazza rimanesse di volta in volta basita sentendo le uscite degli aiutanti di Boris.
«Ti sentirai leggero e spigliato. Potresti sentire dei formicolii o un po' di sonnolenza, ma nulla di fastidioso.» rispose ad Igor. Lo teneva sottocchio, col cuore in gola che le ripeteva con insistenza di tenere la bacchetta pronta per un Innerva.
Nonostante tutto lei non aveva idea degli effetti della pozione rinforzata. Ama era stato piuttosto conciso la sera prima: voleva indurre Igor in un sonno tormentato da incubi. Non aveva comunicato la durata di tale agonia né espresso la pericolosità. Il sonno sarebbe potuto durare per sempre, oppure pochi minuti; provocargli dolori immensi o traumatizzarlo. *Sei un'idiota, un'idiota, un'idiota. Non avresti dovuto farlo. Idiota, idiota, idiota. Membro dell'E.S. un corno*.
Se dapprima Igor e Ivan sembravano semplicemente in balia dell'alcol, la vittima dei due lentamente cominciò a comportarsi in maniera ben più strana: come un ubriacone, sì, ma in preda ad un attacco psicotico. Ivan osservava la pallina, la poneva sotto la luce a neon del bunker per mostrarla meglio al "cliente" e biascicava elogi sulla mercanzia mentre... l'altro colava letteralmente a picco con tutta la sua coscienza. E benché all'inizio fu un allarme che captò solo Casey, ben presto sarebbe stato evidente anche a Boris.
I due sbatterono l'uno contro l'altro, una bella botta alla testa che moltiplicò il malessere in atto. Igor prese a scappare da Ivan, Ivan a prendere a schiaffi Igor. Non erano necessari chissà quanti M. A. G. O. e forse nemmeno i G. U. F. O. per capire che qualcosa era andato storto e che la colpa era dell'intrusa nel bunker. Casey si voltò verso Boris e vide il dubbio sorgere sulla sua faccia.
*O ti fai menare per redimerti o agisci, ora!* pensò, e la mano volò alla bacchetta. L'avrebbe estratta ed essa avrebbe seguito quanto la mente fosse in grado di partorire in quel preciso istante.
Le venne infatti in soccorso uno degli ultimi incantesimi imparati, una conoscenza permessa a pochi. Alzò la bacchetta e la puntò all'altezza degli occhi torvi di Boris per poi muovere velocemente il polso disegnando un otto rovesciato, il cosiddetto simbolo dell'infinito, pronunciando: «Ludibrium Speculo!» La formula, priva di alcuna flessione vocale, sarebbe terminata assieme al gesto, uno scioglilingua lesto in cui si era dovuta esercitare parecchio prima di riuscirne a padroneggiare l'articolazione. Accompagnò l'incantesimo con la mente, proiettando su Boris l'intricato complesso di corridoi di specchi, il labirinto riflettente, che ore e ore di esercizi di immaginazione erano riusciti a costruire tassello dopo tassello. Sarebbe stato impossibile per lui riconoscere la sua vera posizione nello spazio, quella dei suoi sottoposti e la propria. Riflesso in ogni dove, il volto di Casey lo avrebbe guardato come i raggi in una ruota ne tangono il centro stesso. Così facendo, egli sarebbe rimasto stordito, disorientato e gli sarebbe stato impossibile vedere la sua mano afferrare la Pentola di Perkin. Nulla di male insomma, come schiantesimi e colpi di varia natura: il male fatto quel giorno era abbastanza, benché potesse essere scambiato per una brutta bevuta.
Se fossero sortiti gli effetti dell'incantesimo, la Grifondoro si sarebbe gettata sul calderone speciale afferrandolo, per poi correre verso l'uscita.

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Anello dei Gemelli (Camillo Breendbergh): due anelli che se portati da due persone particolarmente legate tra loro (amici, fratelli, fidanzati) permettono loro di comunicare anche se non sono vicini, su vasta distanza.
Coda della Kitsune: Si tratta di una pelliccetta, applicabile al mantello o più semplicemente all'abbigliamento scelto; uno dei poteri della Kitsune è quello di creare illusioni e irretire la mente, pertanto questo capo riesce a rafforzare l'esito di incanti illusori e confondenti. Utilizzabile una volta per quest.
TRACOLLA:
Pozione dell'Illusione rinforzata: data da Sensk Ama
Pozione dell'Illusione normale: realizzata da lei dentro il porta pozione dell'Advent Calendar per distinguerla da quella di Ama.
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Ogni grande fuga ha bisogno di un piano accurato e, purtroppo, Casey Bell poteva fare affidamento solamente sulla capacità di improvvisazione. Non è una strega sciocca o incapace, ma non l’aiuta il fatto di trovarsi nella tana del lupo senza sapere davvero come muoversi al suo interno. Quali capacità ha il suo avversario senza la copertura dei suoi scagnozzi? Igor e Ivan si inseguono in una cacofonia di strilli e guaiti, quasi fossero cani rabbiosi in lotta per la supremazia; Boris non può contare su di loro, non in quello stato, e forse la sorpresa di vederseli correre intorno come pazzi furiosi può giovare alla causa della nostra Grifondoro. Ma è davvero così?
Boris è un ricettatore, naturalmente, ma è anche un mago. Sa bene cosa significhi il caos creato dalla ragazzina e questa non può aspettarsi che lui cada nella sua trappola senza tentare una contromossa. Il fatto che non conosca l’incanto eseguito da lei, infatti, non gli impedisce di estrarre la bacchetta simultaneamente e, nell’udire il principio della formula, Boris contrattacca.
Non un fiato viene emesso dall’omaccione, che si ammanta del privilegio degli incanti non verbali, e solo un raggio di luce emana dalla bacchetta di legno ritorto su se stesso che impugna; il raggio attraversa lo spazio che li separa, mentre una saetta vera e propria infrange l’illusione di Casey, che la vorrebbe al sicuro, e la colpisce di striscio alla spalla opposta al braccio dominante, prima che gli specchi ne moltiplichino la forma (-8 PS; -4 PC).
Immediatamente la sensazione di torpore si dirama dal punto in cui il colpo è stato ricevuto - tra l’omero e l’articolazione che lo unisce alla clavicola - per spostarsi a parte del petto e lungo il braccio stesso, sbilanciando Casey all’indietro. L’effetto è quello di mille aghi che attraversano la pelle: flettere le dita provoca un maggior formicolio e fastidio e Casey può bene immaginare il perché. L’effetto sorpresa usato da Boris gli è tornato utile e prendere la Pentola di Perkin è al momento impossibile. Non si tratta di uno schiantesimo, ma di un incanto offensivo che - se l’avesse colpita in pieno - l’avrebbe messa al tappeto, cadendo un metro e mezzo più indietro; tuttavia, avendo assorbito il colpo, per quanto irrisorio, l’incanto di Boris le ha messo fuori gioco momentaneamente un arto fondamentale. Per contro, lui non sa più quale sia la vera Casey: decine di volti tutti uguali si spostano seguendo le movenze dell’originale. Quale colpire? Si può avere la certezza di mirare alla versione giusta?
Tutt’intorno le casse di legno impilate le une sulle altre fanno da sfondo al duello appena iniziato, mentre i gemelli sono svaniti dallo scenario. Le loro grida si sono spostate altrove all’interno del magazzino, ovattate dall’eco e dalle dimensioni del luogo. Quale sarà la prossima mossa?
Hai completato la missione che Ama ti ha affidato e ora ti trovi con una bella gatta da pelare. Boris, a differenza delle tue aspettative, si è mosso velocemente: la stazza, dunque, non gli è poi di così tanto impedimento quando si tratta di magia. Sei stata colpita da un Everte Statim e marginalmente: questo perché dopo aver evocato il Ludibrium Speculo avevi iniziato a spostarti in avanti. Sei completamente sprovvista di difese, ad eccezione dell’illusione che hai creato, ma hai uno scenario intorno che può tornarti utile. Sai da dove sei arrivata, quindi sai anche dove andare. L’effetto dell’Everte Statim che hai subìto durerà per 1 turno.

Per eventuali chiarimenti, sai dove trovarmi.


Boris
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Casey
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«THE RISK I TOOK WAS CALCULATED, BUT MAN, AM I BAD AT MATH»Ci aveva provato. O meglio, ci era quasi riuscita a porsi in vantaggio senza usare la violenza. Di suo non avrebbe mai chiesto a qualcuno in cambio di un favore di sfruttare pozioni tanto orribili, né si sarebbe infilata in situazioni di lotta a caso. Evidentemente prima di rischiare quel maledetto piano sarebbe dovuto essere completo e costruito attorno all'idea di non-violenza, ma come avrebbe potuto prevedere tutto? Il che suonava strano dato che era una Veggente. Quella rottura di palle dell'Occhio arrivava quando voleva, spesso manifestandosi in tutta la sua inutilità.
Era sicura di aver colpito Boris. L'incantesimo era uscito dalla bacchetta e lui aveva un'aria spaesata, ma solo dopo aver scagliato anch'egli qualcosa nella sua direzione. Un colpo ben assestato che la prese di striscio facendole comunque tanto male.
«Ah!»
Non riuscì a trattenere la voce, che si produsse in un gemito gutturale spezzandole il respiro. La fattura fu pari a una scossa e il braccio sinistro le prese a formicolare come se avesse infilato un dito in una presa della corrente.
La voglia di stringerselo e di massaggiarlo con l'altra mano era immensa, ma doveva resistere. Il Ludibrium Speculo non sarebbe durato a lungo e non poteva permettersi cedimenti e di perdere tempo. Attaccò il braccio dolorante al petto, come per proteggerlo e rassicurarlo. La bacchetta ancora puntata su Boris mentre la lancetta dei secondi scorreva e gli ingranaggi del suo cervello roteavano a raffica per trovare un nuovo incantesimo.
Doveva impedirgli di muoversi, di lanciare altre fatture e soprattutto di sbarrarle la strada per la Pentola di Perkins. *Uno Stupeficium?* No, era un gran dolore. *Dargli fuoco?* Senza contare che si trovavano in un bunker con mille scatoloni, combustibile più che efficacie, dopo il duello con la Vinstav si era ripromessa di evitare simili atti violenti. E poi, praticamente, stava per derubare quel poveraccio. Giunse finalmente alla soluzione.
Avrebbe effettuato con la bacchetta una rapida frustata verso l'alto, veloce e decisa, salda all'impugnatura, mentre declamava la prima parte della formula: «Petrìficus...» Immediatamente dopo, la frustata si sarebbe conclusa e Casey avrebbe portato la bacchetta ferma e sicura sull'obbiettivo completando categorica l'incantesimo: «...totàhlus!»
Avrebbe immaginato il raggio azzurro chiarissimo e congelante rovesciarsi su Boris dal catalizzatore. Un'incrostazione di ghiaccio pronta ad avvolgerlo e a imprigionare i suoi movimenti alla pari di una statua marmorea. Viva dentro per l'incantesimo dell'arte del suo autore ma incapace di attivarsi nel mondo, rimanendo passiva a qualsiasi evento. Così, Casey avrebbe impresso il suo volere nella fattura, per impedire a Boris di muoversi e di potersi di nuovo mettere in mezzo.

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• II classe (completa)
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POZIONI
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• Medie + P. Illusione
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INVENTARIOBacchetta (Legno di Nocciolo, piuma di civetta bianca, due gocce di sangue di Mooncalf, dieci pollici, flessibile) con Pietra Nera Sconosciuta che amplifica la potenza.
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Attimi concitati quelli che vedono Casey Bell come protagonista di un gioco fatto di illusioni e manipolazione. Del resto, non è il motivo stesso per il quale si trova lì? E non è forse vero che la mente plasma le idee così come è capace di padroneggiare a proprio vantaggio la sofferenza fisica? Concentrandosi su se stessa e sull’illusione creata attorno a sé, Casey ambisce a trovare una via di fuga, lasciandosi alle spalle le assurdità di un sabato londinese qualunque per chiunque altro, ma non per lei. Ha assaggiato l’adrenalina che giunge col rischio, ha imprecato e ha sottoposto altri al giogo delle sue strategie. Forse non sono andate sempre a segno, ma nella maggior parte dei casi… quante volte si può dire che questo accada davvero?
E’ con estrema dedizione alla propria causa che, dunque, Casey attinge alle proprie conoscenze e si immedesima nella vittima, prima di diventarne carnefice. D’altra parte, disorientato dalla moltitudine di visetti e teste bionde, Boris non sa in quale direzione dirigere la propria estrema difesa. La Pentola di Perkin è dietro di lui, a circa mezzo metro, e Casey dovrebbe comunque avvicinarsi di corsa per potergliela soffiare da sotto il naso.
Eppure, Casey è già due passi avanti. Quando la bacchetta compie il suo giro, seguendo gesti imparati a memoria e precisi proprio per l’esercizio compiuto, la formula non diventa altro se non la chiosa perfetta. Il raggio luminoso si abbatte su Boris prima che questo abbia il tempo di dire “Quidditch!”. (-37 PS).
Immediata è la reazione del suo corpo: le membra si irrigidiscono, la mano stringe con forza la bacchetta dell’uomo e la stritola quasi senza volerlo nel palmo grassoccio; il colorito florido del volto si disperde e scolora piano piano, nemmeno le palpebre si serrano sullo sguardo che non può far altro se non accendersi di rabbia.
La ragazzina ha vinto.
Ora manca solamente la Pentola di Perkin.
Nulla di nuovo sotto il sole.
Il tuo incanto fa centro e Boris ribolle di rabbia, ma nulla più, per i prossimi 2 turni.
Il fastidio che ti colpisce al braccio sinistro svanisce progressivamente.
Il tuo obiettivo è molto semplice: prendere la Pentola, trovare l’uscita e tornare ad Hogwarts. Facile, no?

Per eventuali chiarimenti, sai dove trovarmi.


Boris
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Casey
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«THE RISK I TOOK WAS CALCULATED, BUT MAN, AM I BAD AT MATH»Sembrava fatta: Boris era sotto scacco. Il tremendo formicolare del braccio sinistro si era affievolito fino a diventare un mero solleticare passabile. Poteva concentrarsi sull'oggetto delle sue brame e in seguito darsela a gambe.
La Pentola di Perkin luccicava ai suoi occhi come un gioiello a quelli di una gazza ladra. Si sentiva in colpa per quel gesto, ma era sicura che Boris e i suoi scagnozzi non gliel'avrebbero fatta passare liscia con una semplice ramanzina e un buffetto sulla testa. Tuttavia, anche se le cose non erano andate come sperato da ambo le parti, loro avevano stretto un accordo.
«Mi dispiace, capo. Non doveva finire così.»
Gli sorrise a metà fra il beffardo e il dispiaciuto. Si sentiva in dovere di ricambiare con quanto promesso, benché gli stesse strappando la Pentola dalle mani con la forza. Nel mentre si sarebbe diretta oltre il corpo imponente di Boris per agguantare l'oggetto e riporlo sotto il proprio braccio, al sicuro.
«Vada da Bibliomagik e cerchi la ricetta per la Pozione dell'Illusione. Le tornerà utile per i suoi affari. La ricetta non è semplicissima ma fattibile.»
Si sentì un'idiota e soprattutto un'ipocrita nel cercare di servire il proprio oggetto di scambio al mercante frustrato. Ma che poteva farci? Era ancora una ragazzina, con un piede sulla strada e un dito nella marmellata, e piano piano si era resa conto che il mondo andava avanti per sfumature e non per affermazioni secche di un partito. Godric insegnava ad essere cavalieri leali, ma più andava avanti più veniva complesso incarnare tale ideale prototipo di fronte all'immensità di tentazioni che la vita le poneva davanti. *Se mi avessero voluta retta non avrebbero inventato la Pentola di Perkin* si ripeté scioccamente come per giustificarsi con se stessa. *E comunque non è morto nessuno. Ancora.* Sì, era un po' preoccupata per i due sciagurati alle prese con la pozione rinforzata di Sensk.
A proposito.
«Sappia che Sensk Ama le manda i suoi saluti.» Magari così dicendo gliene avrebbero pure date quattro a quel farabutto. Sempre se ci riuscivano.
Una volta presa la famosa Pentola avrebbe cominciato la ricerca di una possibile uscita. Da qualche parte doveva esser pur entrata. Pronta a darsela a gambe il più in fretta possibile, teneva ancora la bacchetta sguainata in caso di bisogno.

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A Boris non piace essere fregato, questo è evidente dallo sguardo - l’unica cosa viva in quel momento - dell’uomo gradasso che l’ha messa alla prova, trovandosi messo nel sacco forse fin troppo facilmente. Le scuse di Casey non le vuole: da sciocca, ha ben pensato di parlare di Sinister… che cosa le fa credere che non andrà a cercarla proprio lì? E che cosa, poi, la fa sentire al sicuro? Non sa, forse, che una mano lava l’altra?
No, Casey non ci pensa e fa bene. Ora che la Pentola di Perkin è in suo possesso deve cercare una via di fuga, prima che Igor ed Ivan si riprendano dalle loro allucinazioni e le diano il filo da torcere che non le ha dato proprio Boris.
Le cataste di scatole di legno sono enormi e pericolanti, un minimo errore nel passarvi accanto o un incantesimo lanciato malamente potrebbe far cadere tutto e investirla; meglio muoversi con prudenza, ma con una certa agilità di fondo. Così, provando a ritrovare la strada da cui è arrivata, Casey indietreggia. Era saggio, dopotutto, finire in dritta dritta tra le fauci di Cerbero? Artemis era nel suo negozio - forse a limarsi le unghie, forse a vendere qualche manufatto -, ma di sicuro quella donna era pericolosa e non sarebbe stato facile passare inosservati alle sue spalle.
Eppure, Ama gliel’aveva detto: due ingressi, uno dal negozio e l’altro da un vicolo laterale. Perché rischiare la strada conosciuta, irta di pericoli, quando poteva infilarsi in uno dei cunicoli nati nello spazio tra un cassone e l’altro? Una cosa di cui non si è accorta fin dal principio è che il magazzino, dalle pareti piuttosto alte, è fornito di finestroni abbastanza grandi da poter scorgere all’esterno gli edifici confinanti. Se la memoria non la ingannava, Sensk aveva parlato di un vicolo su cui si affacciano magazzini di mattoni… e quello a nord rispetto alla sua posizione - dritto davanti a lei - non era forse un pezzo di parete rispondente a quelle caratteristiche?
Allontanarsi da Boris era un imperativo fondamentale: non sarebbe rimasto immobile come un baccalà in eterno. Pensa, Casey, pensa. Porta sul retro del negozio, corridoio infinito e sempre dritto, quindi perpendicolare alla strada… la facciata che vedeva, dunque, attraverso i finestroni doveva essere proprio quella sul vicolo.
Se avesse scelto di rischiare la via più conosciuta le sarebbe bastato indietreggiare e infilarsi nell’ampio spazio tra un cassone con la scritta “fragile” e un altro con un bel bersaglio disegnato sopra. Se, al contrario, la via più breve ma sconosciuta l’avesse allettata maggiormente, non avrebbe dovuto far altro che superare lo scranno di Boris e il tavolo da ping pong, inoltrandosi nello stretto corridoio tra due più anonime casse di medie dimensioni.
Hai di fronte due strade, entrambe fattibili ma con diverse componenti di difficoltà. Dietro di te la via che riconduce al negozio e ad Artemis; conosci la signora in questione e sai che cosa aspettarti. Dall’altra parte, l’ignoto ma sicuramente immediato passaggio sul vicolo. A te la scelta, coraggiosa Grifondoro.
L'effetto dell'incanto eseguito su Boris durerà ancora per il prossimo turno, dopodiché comincerà gradualmente a riprendere possesso delle proprie facoltà fisiche e mentali. Fai attenzione.
Fino a nuovo ordine, Igor e Ivan sono e rimangono "allucinati". :sballo:

Per eventuali chiarimenti, sai dove trovarmi.


Boris
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Casey
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«THE RISK I TOOK WAS CALCULATED, BUT MAN, AM I BAD AT MATH»La Pentolaccia era finalmente sua. Poté darle solo un piccolo sguardo, rifarsi gli occhi con la sua elaborata strana struttura. Ceramica, vetro, metallo, una combinazione di materiali mai visti prima in tale agglomerato. Ad ogni modo si ripromise di analizzarla per bene in un momento successivo e di darsi da fare per uscire da quel posto, anche perché se non avesse riassaporato l'aria esterna non ce l'avrebbe mai fatta. L'avrebbe messa nello zaino, al sicuro da eventuali urti.
La strada di fronte a lei era quella che aveva già fatto. Un cunicolo sotterraneo marcescente che la portava dritta fra le zampe dalle unghie affilate di Artemis. Se lo avesse percorso sarebbe stato un suicidio. Si sarebbe ritrovata la padrona del negozio da una parte e Boris, ormai libero dalle fatture, alle calcagna. Non la migliore delle situazioni.
*Pensa, pensa, pensa.*
Sensk le aveva detto che c'erano un'entrata e un'uscita da lì, aveva provato a cercarla durante il primo scambio con Boris, ma non aveva visto altre porte. Tuttavia da quella postazione nel fitto dei corridoi segnati dalle casse di legno riuscì prima a vedere della luce filtrata dall'esterno che proiettava le ombre in una direzione diversa. Alzando lo sguardo riuscì a vedere i finestroni in alto e i muri di mattoni del vicolo vicino al negozio. Se fosse riuscita a raggiungerli e a passarci attraverso si sarebbe tolta il problema Artemis di dosso. Doveva capire come, senza fracassarsi il cranio e soprattutto senza fracassare la pentola. Si sarebbe diretta verso i finestroni di corsa, conscia che non sarebbe stato facile e che sicuramente Boris le avrebbe messo nuovamente i bastoni fra le ruote.

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Corre, Casey, e lo fa come se avesse il diavolo alle calcagna. Per certi aspetti, Boris - neo consapevole di avere un corpo e la capacità di compiere movimenti - potrebbe esserne una copia piuttosto realistica.
Le casse di legno impilate le une sulle altre segnalano percorsi disegnati da altri e là dove c’è una rientranza, troppo spesso, Casey trova un nuovo muro di legno scheggiato. Come uscire da quel maledetto posto? Le finestre sono l’ago della bussola: trovare il muro di confine è essenziale. Così, prendendo prima una traversa a sinistra e poi un’altra a destra, avvicinandosi e allontanandosi dall’obiettivo più e più volte, ecco che finalmente la sua corsa finisce… contro un muro di mattoni ed ampie finestre, le cui strutture rettangolari si trovano a circa quattro metri e mezzo sopra la sua testolina bionda.
Sembrava lontano il tempo in cui Artemis era l’unico problema da risolvere: da lontano, ora più che mai, gli ululati di finto dolore e paura dei gemelli le tornavano familiari, un’eco dell’abilità di Sensk Ama e un plauso alla sua perfidia. E Boris?
L’omaccione l’aveva seguita con lo sguardo, l’unica capacità a non essere stata compromessa dal Petrificus, fino al punto in cui il collo taurino non gli aveva imposto di smetterla e concentrarsi sui passetti concitati della ragazzina. Conosceva quel posto come le sue tasche il buon Boris ed era certo che una volta risolto il leggero formicolio ad un piede sarebbe potuto tornare a correre - più una camminata veloce e affannosa - incontro al suo prezioso cimelio rubato.
Casey non aveva idea di dove Boris fosse, né di quanto quello avrebbe impiegato a raggiungerla. Doveva perciò valutare in fretta la questione non del tutto irrilevante della mancanza di una porta, cominciando a ragionare quindi sulle possibilità che la situazione - non proprio rosea - le presentava.
In alto le finestre, a quattro metri e mezzo, parevano essere di vetro spesso e zigrinato soltanto nella metà inferiore, mentre la parte superiore era trasparente e impolverata, ma non troppo da impedirle la vista dell’edificio accanto al magazzino nel quale era intrappolata.
Alle sue spalle il corridoio dal quale era venuta: casse di legno di dimensioni variabili impilate le une sulle altre che dovevano pesare circa mezzo quintale e più, arrivavano a sfiorare l’alto soffitto o a superare di poco la sua stessa statura.
A destra una catasta di assi di legno di pino, chiaro e umidiccio, forse a causa degli eventi atmosferici avversi, mentre a sinistra il corridoio pareva snodarsi ancora, a ritroso. La memoria le avrebbe suggerito allora di non aver mai preso una svolta in quella direzione e non così vicina al muro confinante col vicolo all’esterno. Forse, la finestra non era l’unica via di fuga. Sensk aveva parlato di un’entrata, dopotutto, non di un’uscita di emergenza.
D’un tratto, la voce amplificata di Boris rimbalzò sulle pareti e nell’aria.
«Ragazzina! Nessuno ruba a Boris! Hai capito?»
Un Sonorus di tutto rispetto, non si poteva dir nulla.
Le scelte erano poche e il tempo limitato. Pensa, Casey.
Hai delle coordinate più precise, sicuramente una certa componente d’ansia e un’urgenza che ti porta ad agire velocemente. Pondera comunque bene le tue mosse: Boris ti raggiungerà tra un turno e mezzo se resti dove sei.

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Boris
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Casey
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«THE RISK I TOOK WAS CALCULATED, BUT MAN, AM I BAD AT MATH»Un labirinto, ecco cos'era quel posto. Che i magazzini dei negozi spesso non fossero presentabilissimi era ovvio, ma come diamine facevano Boris e quei due idioti suoi sottoposti a trovare la merce?
Correndo affannosamente di qua e di là, trovandosi la strada sbarrata da casse e pareti, alla fine si ritrovò l'agognata fila di finestre che davano sugli esterni.
*Sono salv- ah no*. Le sarebbe piaciuto. Bastò un'occhiata per appurare che si sarebbe rotta almeno due o tre costole per scalare quattro metri di parete. Senza contare la paura di rompere la Pentolaccia e di aver solo sprecato tempo, risorse e di aver corso un pericolo per nulla.
Voleva evitare di ritrovarsi ancora Artemis davanti, ma il rischio di perdersi lì dentro come nell'oscurità del Tartaro era piuttosto alto.
Tornarono alle sue orecchie le voci di Ivan e Igor. Erano ancora sotto gli effetti della pozione rinforzata di Sensk? Probabile, ma non voleva metterci la mano sul fuoco. Si guardò attorno in cerca di qualcosa che potesse aiutarla a compiere la scalata della salvezza. Forse le assi di pino? Sembravano marce, non l'avrebbero retta nonostante fosse un mucchietto di ossa. Gli scatoloni? Quanto tempo ci avrebbe impiegato a spostarle e ad attaccarle fra di loro per non rischiare di cadere? Probabile che fossero più utili da lanciare addosso a Boris, lo avrebbero potuto quasi stendere.
A proposito di Boris...
«Ragazzina! Nessuno ruba a Boris! Hai capito?»
*Maledetto Ama, maledetto!*
La terza via, quella sconosciuta e dunque altrettanto rischiosa, la solleticò con un pizzico di speranza. Si sarebbe subito fiondata nel corridoio sulla sinistra, piena dell'idea che corresse lungo il muro di confine. Poi un altro pensiero la rassicurò, almeno in quel frangente: tutta la merce illegale venduta da Boris doveva pur entrare da qualche parte, e di sicuro Artemis non sembrava il tipo di imprenditrice che corre il rischio. Far passare certe cose dall'ingresso ufficiale, frequentato persino da babbani, sarebbe stato come tatuarsi sulla fronte: "Ehi, smercio articoli in nero, vieni a prendermi".
Ogni negozio di robaccia "alternativa" che si rispetti dovrebbe avere due entrate (o uscite). Magari il buon vecchio Sensk non l'aveva propriamente mandata allo sbaraglio.

CONOSCENZE• I classe
• II classe (completa)
• III classe + proibiti
IV classe: Circumflamma, Colossum, Mucum ad Nauseam
V classe: Stupeficium

INCANTESIMI CHIARI
I classe: Ludibrium Speculo, Stupeficium

POZIONI
• Semplici
• Medie + P. Illusione
• Difficili

VOCAZIONI & ABILITA'
• Divinatrice (base)
INVENTARIOBacchetta (Legno di Nocciolo, piuma di civetta bianca, due gocce di sangue di Mooncalf, dieci pollici, flessibile) con Pietra Nera Sconosciuta che amplifica la potenza.
Orecchie Oblunghe: strumento utile per ascoltare conversazioni a distanza. Vere e proprie estensioni di un orecchio, possiedono un lungo filo che può essere comodamente inserito nell'orecchio, permettendo cosi di far udire ogni cosa come se si fosse presenti nel posto dove viene piazzato l'altro capo dell'oggetto. Collocabili anche sotto le porte.
Ciondolo a forma di ape regalatole da Gwen (X)
Anello dei Gemelli (Camillo Breendbergh): due anelli che se portati da due persone particolarmente legate tra loro (amici, fratelli, fidanzati) permettono loro di comunicare anche se non sono vicini, su vasta distanza.
Coda della Kitsune: Si tratta di una pelliccetta, applicabile al mantello o più semplicemente all'abbigliamento scelto; uno dei poteri della Kitsune è quello di creare illusioni e irretire la mente, pertanto questo capo riesce a rafforzare l'esito di incanti illusori e confondenti. Utilizzabile una volta per quest.
TRACOLLA:
Pozione dell'Illusione rinforzata: data da Sensk Ama
Pozione dell'Illusione normale: realizzata da lei dentro il porta pozione dell'Advent Calendar per distinguerla da quella di Ama.
Nanosticca, Gigansticca, Aerosticca.
Contenitore multiuso dell'Advent Calendar
PS: 236 • PC: 197 • PM: 232 • PE: 19,5 • PP: 550

 
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view post Posted on 4/2/2022, 20:40
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Il Fato

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Non c’è tempo per pensare di scusarsi e, forse, Casey non ne ha propriamente l’intenzione; piuttosto, la Grifondoro si prodiga a seguire l’istinto, come una corrente che la spinge verso l’agognata via d’uscita. Ode da lontano gli schiamazzi dei gemelli, gli sbraiti di Boris e quelle che altro non possono essere se non esplosioni. Che diamine succede in quel magazzino? Boati sordi e lo scricchiolio di legno, metallo ritorto e vetri infranti. Nel mezzo, insulti ed ingiurie in una lingua sconosciuta a Casey.
Ebbene sì, cara Bell: hai fatto arrabbiare Boris e parecchio!
Nonostante la consapevolezza che quei colpi e gli improperi siano rivolti a lei e a Sensk Ama in egual misura, Casey non può e non deve curarsene. La pignatta speciale che porta con sé è materiale prezioso e deve essere protetto: pertanto è bene ricordare che il suo vetro è sì potente, ma pur sempre fragile.
Si fa dunque strada, seguendo il dedalo creato dalle casse di legno, che via via cominciano a farsi più rade mano a mano che uno spiazzo si apre ai suoi occhi. E’ certa di non esser mai passata di lì, così come riconosce la vicinanza di Boris fin troppo chiaramente: l’ultima esplosione ha fatto saltare una pila di casse e i detriti, come una pioggia di schegge e chiodi sottili ritorti, le stanno cadendo tutt’intorno. Materiale da imballaggio le impreziosisce i capelli biondi e corti, ma questo non le frena dal cercare la porta che conduce alla libertà.
Quando la vede, al di là di una catasta ammonticchiata di oggetti tra i più vari e inusuali - anfore e vasi, ma anche cuscini spaiati e cordame - ecco che la voce di Boris torna viva minaccia.
«Piccola e lurida ladra!» sbotta l’uomo, comparendo - qualora Casey si voltasse di quarantacinque gradi - dietro una cassa alta almeno un metro e mezzo. I suoi occhietti porcini iniettati di sangue non annunciando nulla di buono e quando l’ennesimo Bombarda mal mirato s’infrange sui mattoni della parete di fronte, scalfendo e aggiungendo detriti ai detriti, Casey sa di doversi sbrigare.
Correrà allora verso la porta antipanico, premendo con tutto il peso del suo corpo affinché questa si apra e - il Cielo ce ne scampi - sperando non opponga la resistenza di un uscio chiuso a chiave. La fortuna l’assiste e lo scatto della molla preannuncia la gioia dell’aria fresca - e un po’ mefitica - dei vicoli ciechi delle strade di Londra. Con un certo istinto alla fuga, mosso da reale esigenza, Casey non si fermerà a chiedersi se e quando rivedrà Boris e la sua cricca. La strada e il traffico sono a due passi da lei: raggiungerli e mescolarsi tra la folla non sarà un problema.
E abbiamo concluso la seconda parte della quest! Ti faccio i miei complimenti!
Puoi postare la conclusione di questa azione nel topic dei Sotterranei, dove tutto è cominciato e da lì riprendiamo con l’ultima parte - che è quella che più t’interessa.
A presto!

 
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